Vincenzo Penteriani L’IMPATTO DELLE LINEE ELETTRICHE SULL’AVIFAUNA Serie Scientifica - N. 4 Con il contributo della Regione Toscana Dipartimento Sviluppo Economico WWF Delegazione Toscana 1 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Autore: Vincenzo Penteriani Copertina: disegno di Lorenzo Starnini Retro di copertina: Falco pescatore folgorato da una linea a media tensione nella Riserva naturale e Oasi WWF Lago di Burano (F. Cianchi) Disegni: Laura Vivona Fotografie: F. Cianchi, G. Ceccolini, A. Cenerini, M. Chiavetta, V. Dionisi, M. Gallardo, V. Penteriani Redazione, revisione e progetto grafico: Biodiversità snc di Guido Ceccolini e Anna Cenerini - Tatti (GR) Fotocomposizione: Serèum 3000 - Roccastrada Stampa: Tipolito VIERI / editrice “il mio Amico” - Roccastrada © WWF Italia 1998 Associazione italiana per il World Wildlife Fund Fondo Mondiale per la Natura Via Garigliano, 57 - 00198 Roma Ente Morale D.P.R. n. 493 del 4/4/1974 WWF Toscana Via S. Anna, 3 - 50129 Firenze Tel. (055) 477875 E-mail: [email protected] Si ringrazia la Regione Toscana, Dipartimento Sviluppo Economico che ha finanziato questo studio. Stampato su carta ecologica magnomatt Leykam tcf 2 A Stefania, mia sorella, per tutto l’amore che mi hai dato 3 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Vincenzo Penteriani, nato a Roma nel 1964, laureato in Scienze Naturali, consulente scientifico del Parco Nazionale d’Abruzzo, del Parc Naturel Régional du Luberon (Provenza - Francia) e dell’Association Multidisciplinaire des Biologistes de l’Environnement; ricercatore presso il Laboratoire d’Ecologie dell’Université de Bourgogne (Francia). È autore di oltre 50 pubblicazioni scientifiche, alcune delle quali sulle più prestigiose riviste ornitologiche internazionali, e di un libro sul Gufo reale (Calderini Edagricole). Ringraziamenti Desidero esprimere un ringraziamento particolare a Javier Arévalo Camacho del Servicio Medio Ambiente della R.E.E. (Spagna), a Guido Ceccolini del WWF Toscana, promotore dello studio e fra le poche persone in Italia effettivamente coscienti della gravità dell’impatto delle linee elettriche sull’avifauna, a Mario Chiavetta, studioso di rapaci, a Fabio Cianchi, ornitologo, a Virgilio Dionisi, ornitologo, a Walther Feld, coordinatore del Programma Cicogna Bianca (Germania), a Max Gallardo, biologo del Parco Naturale del Luberon (Francia), a Pietro Giovacchini, ornitologo, a Guyonne Janss della Stazione Biologica del Parco Nazionale di Doñana (Spagna), a José Jiménez Garcìa Herrera, biologo del Giunta delle Comunità della Castilla-La Mancha, a Jean-Luc Meriaux, direttore dell’A.M.B.E. (Francia), a Manuel Manez Rodriguez, biologo del Parco Nazionale dei Doñana (Spagna), a Luis Mariano Gonzales biologo dell’ICONA (Spagna), ad Andrea Maria Paci, ornitologo, a Jorge Roig Soles della R.E.E. (Spagna) per il materiale relativo all’impatto degli elettrodotti sull’avifauna e la preziosa consulenza, a Miguel Angel Valladares Alvarez, biologo del WWF ADENA (Spagna) e infine a Fabio Liberatori, amico ed ornitologo, per la collaborazione fornita nella stesura del lavoro. La Direzione della Distribuzione dell’ENEL S.p.A. ha gentilmente messo a disposizione competenze e materiali utili all’elaborazione tecnica del testo. 4 Sommario Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1. Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 1.1. Inquadramento del problema a livello internazionale e nazionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 2. Gli aspetti biologici dell’elettrocuzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 2.1. Conducibilità elettrica e campi elettromagnetici . . . . . . . . . . . . . . » 2.2. Vulnerabilità differenziata degli uccelli al rischio elettrico . . . . . » 2.3. Condizioni atmosferiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 2.4. Utilizzo delle linee elettriche da parte degli uccelli . . . . . . . . . . . » 2.5. Rotte di spostamento degli uccelli e luoghi di sosta preferenziali . . » 3. Effetti ecologici dell’impatto degli elettrodotti sulle popolazioni di uccelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4. Aspetti dell’elettrificazione in Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4.1. Elettrodotti MT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4.2. Tipologie delle MT esistenti in Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4.3. Tipologie e collocazioni a rischio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4.4. Elettrodotti AT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4.5. Tipologie delle AT esistenti in Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4.6. Tipologie e collocazioni a rischio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5. Prevenzione del rischio elettrico in Europa e negli Stati Uniti . . . . . . » 5.1. Sistemi di avvertimento visivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5.2. Sistemi di isolamento ed interramento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5.3. Sistemi di impedimento/attrazione della posa su pilone . . . . . . . . » 5.4. Minimizzazione dell’impatto relativo alla costruzione di un elettrodotto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 6. Linee guida per nuove norme per la minimizzazione del rischio elettrico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » Appendice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » Appendice A. Area di studio campione: presenza e distribuzione degli elettrodotti a media ed alta tensione in alcune aree di particolare interesse naturalistico della Provincia di Grosseto . . . . . . . . . . . . . . . . . » Appendice B. Specie di uccelli dell’avifauna italiana sensibili al rischio elettrico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5 7 9 12 13 13 15 17 18 20 25 29 31 32 41 43 43 43 49 50 54 55 56 61 63 65 69 77 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Pagina volutamente vuota 6 PREFAZIONE Molti considerano ormai la presenza di linee elettriche come parte del paesaggio, un inevitabile quanto innocuo scotto da pagare per il progresso. Una vera e propria selva di fili avvolge ogni angolo del nostro paese e ogni giorno un nuovo insediamento o la semplice ristrutturazione di un casolare portano alla creazione di nuove linee elettriche. Pochi si rendono conto che questa ragnatela di fili scoperti, stesa sul nostro paese con tensioni che vanno da 10.000 volt in su, non è assolutamente innocua per l’ambiente ed è causa della morte, ogni giorno, di migliaia di uccelli. Una diffusa quanto micidiale trappola elettrica che silenziosamente e senza testimoni rende i nostri cieli sempre più vuoti. Spesso in alcune aree che godono di particolare protezione, ma percorse da numerose linee elettriche, gli studiosi notano che il numero dei rapaci è sempre molto al di sotto delle potenzialità. Eclatante è stato il caso della popolazione dell’Aquila imperiale spagnola, nel Parco del Coto di Doñana, decimata per anni da una linea elettrica aerea; la strage fu interrotta quando le autorità decisero di sotterrarla. Lo scopo di questa pubblicazione è quella di sensibilizzare l’ENEL e le Pubbliche amministrazioni a prendere al più presto misure di salvaguardia con l’adozione di criteri costruttivi diversi per le nuove linee elettriche e la trasformazione graduale delle linee preesistenti, iniziando dalle aree più sensibili come riserve e parchi naturali. Non si può più indugiare o soffermarsi a compiere studi e ricerche, basta semplicemente copiare i criteri utilizzati ormai da anni in altri paesi all’avanguardia in questo campo, adattandoli alle tipologie costruttive italiane. Altrimenti le parole scritte dal prof. Lino Vaccari nel 1912 nel suo “Per la Protezione della fauna Italiana” rimarranno tragicamente attuali: “Gli stessi fili conduttori di energia elettrica a distanza ora sempre più diffusi, rappresentano un pericolo serissimo per gli uccelli che volentieri vi si posano. Migliaia di vittime vengono giornalmente fatte.” Guido Ceccolini 7 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Pagina volutamente vuota 8 1. INTRODUZIONE In risposta all’accrescimento della popolazione umana ed al conseguente aumento della richiesta di energia elettrica, la distribuzione degli elettrodotti sul territorio mondiale è cresciuta in maniera impressionante; tale fenomeno ha portato, negli uccelli, al verificarsi di un tipo di mortalità nuovo, prima del tutto sconosciuto. I primi casi di mortalità furono segnalati negli Stati Uniti oltre un secolo fa (Coues, 1876). Anche in Italia ci si accorse del fenomeno sin dall’inizio di questo secolo (Vaccari, 1912). A partire dagli anni ’70, negli Stati Uniti ed in alcuni Paesi del Nord Europa (in modo particolare Francia e Germania), venne preso in sempre maggiore considerazione questo fenomeno, precedentemente ignorato o considerato con superficialità. In quegli anni, a causa dell’aumento di ricercatori che si interessavano ai problemi di conservazione e gestione delle risorse naturali, coincidente in molti casi con un aumento enorme dell’elettrificazione locale, fu osservato che la comparsa di una nuova linea elettrica in una zona provocava immediatamente sull’avifauna locale, specialmente nei rapaci ed in uccelli ad apertura alare molto ampia, una forte mortalità dovuta essenzialmente a due cause: • elettrocuzione, ovvero fulminazione per contatto di elementi conduttori, fenomeno legato soprattutto alle linee elettriche a media tensione (indicate da ora in avanti con la sigla MT); • collisione in volo contro i conduttori, fenomeno legato soprattutto a linee elettriche ad alta tensione (indicate da ora in avanti con la sigla AT). Da quel momento il fenomeno della mortalità dovuta agli elettrodotti venne studiato con particolare attenzione, al fine di comprendere la dinamica di tale problema e, attraverso questa, arrivare ad elaborare le soluzioni che potessero eliminare, o quanto meno ridurre ai minimi termini, la mortalità causata dalle linee elettriche. Si è così evidenziato che le linee MT comportano problemi dovuti alla morte per elettrocuzione ed in minor misura per 9 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Aquila del Bonelli rimasta uccisa in seguito alla collisione contro i cavi di una linea ad alta tensione nella Francia meridionale. Per specie molto rare come questa anche la perdita di un solo individuo è un fatto di estrema gravità (foto M. Gallardo). collisione mentre le linee AT sono problematiche soprattutto perché sono la causa di collisioni contro i fili conduttori (la distanza fra i conduttori è tale che non può verificarsi la folgorazione per contatto). Il problema della collisione contro i cavi, ben conosciuto per le linee AT, interessa dunque anche le MT (A.M.B.E., 1990; Waldschmidt, 1979), ma per il momento non sono disponibili dati specifici su tale fenomeno, anche perché il problema dell’elettrocuzione dovuto alle MT ha comunque un impatto di tale portata, che la sua risoluzione diviene spesso prioritaria rispetto al problema della collisione. In questo senso gli studi che hanno interessato le MT si sono quindi rivolti alla struttura, alla materia ed alla geometria dei sostegni dei conduttori e dei cavi. Le ricerche sulle AT hanno invece riguardato i percorsi degli elettrodotti ed il concepimento di elementi visivi di avvertimento della presenza di conduttori. L’impatto delle linee elettriche può assumere proporzioni enormi; a titolo di esempio si possono citare i seguenti casi: • 700 uccelli morti per chilometro di linea elettrica in un anno in una zona umida olandese; • 250.000 / 300.000 uccelli morti ogni anno per collisione od elettrocuzione in Danimarca; • 1.000.000 di uccelli morti in un solo anno in Francia; • 5 aquile del Bonelli trovate morte nel 1991 in una popolazione francese numericamente inferiore alle 30 coppie, la cui produzione di giovani involati quell’anno fu di 15 individui; 10 Introduzione • • • 133 fenicotteri trovati morti nel dipartimento delle Bouches-du-Rhone in Francia tra il 1987 ed il 1992; 2.000 uccelli morti ogni anno in 100 chilometri di linea elettrica nel Parco Nazionale del Coto Doñana in Spagna; 586 cicogne bianche trovate morte in Germania negli ultimi quaranta anni e la morte del 55% degli individui di questa specie in Danimarca imputabile alle linee elettriche (CODA, 1993; Ferrer et al., 1993; I.E.E./A.M.B.E., 1994). In questo momento in cui le conoscenze acquisite a livello internazionale sono molto avanzate ed in Italia non si intravede l’intenzione di affrontare il problema in maniera seria e globale, con questa pubblicazione si vuole: • porre all’attenzione del grande pubblico, nonché degli addetti ai lavori, il problema rappresentato dalle linee elettriche per l’avifauna nazionale; • esporre in maniera semplice tale fenomeno ed i suoi effetti sull’ambiente; • fare il punto della situazione sulle conoscenze elaborate in quei Paesi nei quali il problema delle linee elettriche è già stato preso in considerazione; • mettere in evidenza tracciati e strutture a rischio; • esporre in maniera sintetica le soluzioni adottate all’estero per minimizzare l’impatto degli elettrodotti sull’avifauna; • predisporre le basi per una revisione dell’attuale normativa in materia di progettazione, esecuzione ed esercizio delle linee elettriche aeree esterne (Decr. Min. 21 marzo 1988), che prenda in considerazione il problema dell’impatto delle linee elettriche sugli ambienti e le risorse naturali, con particolare riferimento agli uccelli; • proporre delle soluzioni pratiche e relativamente poco costose al problema, in relazione alle strutture che caratterizzano il sistema di trasporto e distribuzione dell’energia elettrica in Italia. Terminologia Con il termine di conduttore si intendono le corde e i fili, nudi o rivestiti, tesi fra i sostegni delle linee elettriche e destinati a trasportare od a distribuire l’energia elettrica (fra essi è compreso il conduttore neutro dei sistemi trifase a quattro fili). Per linee elettriche ad alta tensione (AT) si indicano le linee di trasporto o distribuzione di energia elettrica dai centri di produzione a quelli di consumo (es. grandi complessi industriali). Per linee elettriche a media tensione (MT) si intendono le linee di trasporto o distribuzione di energia elettrica dallo stadio di alta tensione ai centri di consumo (es. complessi industriali di medie dimensioni e case sparse). 11 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna 1.1. INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA A LIVELLO INTERNAZIONALE E NAZIONALE Tra gli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 gli Stati Uniti in primo luogo, seguiti successivamente da Germania, Francia, Inghilterra, Norvegia, Svezia e, più recentemente, Spagna, hanno prodotto numerosi e dettagliati studi sulle modalità attraverso le quali questo fenomeno si verifica ed i rimedi più efficaci che ne possano limitare l’impatto sull’avifauna. Due esempi: nel 1982, in Francia, una convenzione firmata fra i Ministeri dell’Industria e dell’Ambiente e l’E.D.F. (Electricité de France) prendeva per la prima volta in seria considerazione i problemi relativi all’impatto degli uccelli contro le linee elettriche, ed il 27 gennaio 1988 una nuova convenzione prevedeva dei finanziamenti per lo studio e la sperimentazione di sistemi tesi a ridurre la mortalità provocata ai danni degli uccelli dalle linee a media tensione (E.D.F./ G.D.F., 1991); nel 1990 in Andalusia, regione del sud della Spagna, è stato approvato dal Governo locale un Decreto che prevede la protezione degli uccelli dal rischio di elettrocuzione mediante trasformazione delle strutture elettriche pericolose (Medio Ambiente, 1990): un’indagine specifica sulla fauna andalusa aveva infatti evidenziato che il 70% degli individui di Aquila imperiale del Parco Nazionale del Coto Doñana, insieme ad oltre 1.000 individui di altre specie (in modo particolare rapaci) trovava ogni anno la morte sui cavi della media tensione (CODA, 1993; Medio Ambiente, 1990). E’ soprattutto grazie a queste conoscenze che quei Paesi che ancora non hanno affrontato tale problema, forti dei risultati incoraggianti raggiunti altrove e delle tecnologie spesso avanzate prodotte in questi anni, non dovrebbero tardare ad intervenire per limitare tale fenomeno, il cui impatto negativo sulle popolazioni di uccelli può talora rivelarsi molto marcato. Paesi come l’Italia, ad esempio, sono ancora molto arretrati riguardo ad una precisa valutazione dell’impatto degli elettrodotti sugli ambienti naturali e la fauna che li abita, soprattutto riferendosi alle conoscenze acquisite all’estero nel corso di questi ultimi 10 anni, nonché in materia di minimizzazione del rischio elettrico. 12 2. GLI ASPETTI BIOLOGICI DELL’ELETTROCUZIONE Per arrivare a comprendere meglio il problema del rischio elettrico si rende necessario inquadrare, in primo luogo, il fenomeno da un punto di vista biologico, intendendo comprendere con questo termine tutti quegli aspetti legati alla taglia, alle caratteristiche fisiologiche, al comportamento, alla densità, alla distribuzione e ad altri elementi correlati alla biologia degli uccelli. 2.1. CONDUCIBILITÀ ELETTRICA E CAMPI ELETTROMAGNETICI Come detto precedentemente, la mortalità causata da una linea elettrica si manifesta sia sotto forma di elettrocuzione che come urto violento dovuto all’impatto in volo degli uccelli contro i conduttori tesi tra i sostegni delle linee elettriche. Per quanto riguarda il fenomeno dell’elettrocuzione, questo si può produrre quando l’uccello tocca contemporaneamente due elementi elettrici che presentano fra loro una differenza di potenziale (es. i fili percorsi da corrente): ciò può avvenire quando l’individuo si posa su di un componente dell’installazione elettrica, quando lo lascia, quando è posato ma effettua dei movimenti delle ali o del corpo, o anche quando tale contatto si verifica tramite l’espulsione degli escrementi (che negli uccelli sono sotto forma liquida). Il momento in cui è più forte la probabilità che si verifichi il fenomeno dell’elettrocuzione è quando l’animale si posa su di un palo di sostegno o parte da esso. Terminologia Con il termine di sostegno si intende riferirsi ai pali, alle paline, alle mensole ed in genere a tutte le strutture, solidali col terreno e con i manufatti, alle quali vengono fissati i conduttori. Questi ultimi, a loro volta, devono essere fissati alle strutture di sostegno tramite gli isolatori (elementi isolanti a cui sono fissati i conduttori), fatta eccezione per il conduttore neutro (o filo di terra) dei sistemi trifase, funzionanti con neutro direttamente a terra e che può essere fissato ai sostegni senza l’uso di isolatori. 13 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna L’elettrocuzione può avvenire attraverso le penne, le piume e la pelle degli uccelli, sia in condizioni normali sia, in modo particolare, quando questi sono bagnati (Nelson, 1979b, 1980): la probabilità di elettrocuzione per un uccello bagnato è di circa 10 volte superiore rispetto al suo stato normale (una penna asciutta ha un valore isolante quasi pari a quello dell’aria); tale rischio risulta inoltre aumentato da una capacità di volo e di controllo inferiore, in quanto l’uccello bagnato è più pesante e con le differenti parti del corpo più aderenti fra loro. E’ stato inoltre notato che la quantità di corrente elettrica potenzialmente conducibile attraverso le penne bagnate dipende soprattutto dalla quantità di sali minerali disciolti nell’acqua che si deposita (Olendorff et al., 1981). Nella maggior parte dei casi l’elettrocuzione viene determinata dal contatto simultaneo pelle-pelle, zampa-pelle e beccopelle, con due conduttori od un conduttore ed una struttura di sostegno conducente (Nelson, 1979b, 1980): in particolar modo è stato verificato che il contatto pelle-pelle risulta circa 10 volte più pericoloso del contatto fra un individuo bagnato e due conduttori e circa 100 volte più pericoloso del contatto fra conduttori e penne asciutte. Il fenomeno, studiato prevalentemente sui rapaci (Nelson, 1979a), ha mostrato che questi uccelli reagiscono in maniera analoga all’uomo: 80 volts, che provocano lo scorrere nel corpo di circa 12 milliampere di corrente, determinano convulsioni, ma l’animale non ne risulta danneggiato; 17-20 milliampere di corrente causano invece, nel rapace quanto nell’uomo, la morte. Sino ad un’epoca relativamente recente la vita sulla Terra era esposta a campi elettrici e magnetici di debole intensità, legati quasi esclusivamente al magnetismo terrestre ed al campo elettrico esistente tra il sole e la bassa atmosfera. L’evolvere della tecnologia a partire dalla fine del XIX secolo ha considerevolmente aumentato questa esposizione ai campi elettro-magnetici: se la maggior parte di coloro che si sono interessati al fenomeno sono d’accordo nel dire che nessun effetto di tipo patologico può essere provocato dall’esposizione intensa e prolungata ai campi elettro-magnetici, taluni avrebbero però verificato modificazioni psicosomatiche e biologiche (Aménagement et Nature n. 79). Ricerche specifiche non hanno mostrato effetti particolarmente rimarchevoli su rapaci che nidificavano o si posavano di frequente su pali di elettrodotti (Lee, 1980). La ricerca in questo senso pare comunque ancora lontana dal raggiungere un accordo fra i differenti dati sperimentali ottenuti dalle analisi in laboratorio. 14 Gli aspetti biologici dell’elettrocuzione 2.2. VULNERABILITÀ DIFFERENZIATA DEGLI UCCELLI AL RISCHIO ELETTRICO Per alcune specie di uccelli è stata verificata una forte differenza della mortalità per elettrocuzione tra individui adulti e giovani o subadulti. La ragione di tale selettività va apparentemente ricercata nel differente modo di cacciare e di spostarsi di un individuo adulto rispetto ad uno più giovane, come evidenziato in alcuni studi sperimentali effettuati sull’Aquila reale negli Stati Uniti (Benson, 1982; Olendorff et al., 1981). L’individuo adulto, più abile nelle tecniche di volo di uno giovane, caccia meno frequentemente posato, cosa che lo espone per un tempo minore al rischio di fulminazione; inoltre i giovani, soprattutto durante le prime fasi del loro apprendistato, effettuano voli brevi ed intervallati da soste frequenti, spesso passando da un palo all’altro, con un notevole aumento del rischio di elettrocuzione. Bisogna infine considerare che l’inferiore abilità di volo di un giovane rispetto ad un adulto espone più frequentemente e facilmente gli immaturi al rischio elettrico. Ne è un esempio il rinvenimento di un giovane di Aquila reale, morto per elettrocuzione, nel Parco dei Monti Sibillini nell’ottobre 1994 (Angelini, com. pers.). La nidificazione su di un palo di una linea elettrica rappresenta un ulteriore fattore che rende estremamente vulnerabili i giovani: una volta pronti all’involo, gli esercizi per Nido di Cicogna bianca su di un traliccio in Spagna (foto G. Ceccolini). 15 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna tonificare la muscolatura delle ali ed i primi voli rappresentano momenti delicatissimi, spesso causa di numerose folgorazioni. Una mortalità differenziata a livello di rapporto fra i sessi può essere osservata in momenti particolari del comportamento riproduttivo degli uccelli: ad esempio durante la cova, effettuata soprattutto da parte delle femmine, i maschi sono i più esposti al rischio elettrico. E’ stata anche osservata una mortalità differenziata a seconda del ciclo biologico degli uccelli: si è notato, ad esempio, un aumento della mortalità durante il periodo che precede la cova, in cui gli individui in riproduzione rivolgono prevalentemente la loro attenzione alla difesa del territorio, alle parate nuziali, agli accoppiamenti ed alla costruzione del nido, facendo meno attenzione a ciò che li circonda (Benson, 1982; Enderson e Kirven, 1979; McKernan in Baldridge, 1977). Analogamente, i periodi concernenti l’involo dei giovani dai nidi e la concentrazione di folti gruppi di uccelli in aree particolari durante lo svernamento, vedono aumentare notevolmente la mortalità causata dalle linee elettriche (Benson, 1982; Newton, 1979; Olendorff et al., 1981). Anche il comportamento può determinare una maggiore mortalità per elettrocuzione: ad esempio il Falco pescatore risulta una specie particolarmente sensibile per il suo comportamento predatorio. Anche l’inseguimento di una preda o la fuga da un predatore possono portare all’urto contro i conduttori di una linea elettrica (Avery, 1978). Un Falco pellegrino fu rinvenuto morto nel 1991 nei dintorni di Massa Marittima (GR) alla base di una linea elettrica per aver urtato con la fronte uno dei cavi (Ceccolini, com. pers.). Falco pellegrino morto per aver urtato a forte velocità un filo di una linea elettrica nei pressi di Massa Marittima (foto G. Ceccolini). 16 Gli aspetti biologici dell’elettrocuzione 2.3. CONDIZIONI ATMOSFERICHE I venti dominanti e talune condizioni atmosferiche sono fattori che possono aumentare localmente l’impatto negativo degli elettrodotti, sia per quanto riguarda l’elettrocuzione che la frequenza degli impatti contro i conduttori. La direzione del vento prevalente è risultata essere un fattore importante nel determinare il verificarsi dell’elettrocuzione: è stato infatti osservato che le armature dei pali perpendicolari alla direzione del vento dominante presentavano una minore frequenza dei casi di mortalità (Benson, 1981; Boeker, 1975; Nelson e Nelson, 1976, 1977). Tale fenomeno sarebbe da attribuirsi agli effetti del vento sulla posizione di atterraggio scelta dall’uccello in quelle condizioni atmosferiche e sulla capacità degli individui di posarsi su di un palo e/o partire da esso senza determinare il contatto mortale. L’intensità locale dei venti risulta essere un altro fattore determinante la frequenza delle morti per elettrocuzione e per collisione. Venti particolarmente forti possono destabilizzare il corretto assetto di un individuo che atterra su di un pilone o parte da esso, aumentandone la probabilità di determinare il contatto; possono inoltre aumentare il rischio di collisione contro i conduttori in quanto limitano le capacità di volo ed i cambi di traiettorie repentini: in giornate di vento molto forte sono state osservate vere e proprie decimazioni di stormi di uccelli per urto accidentale contro i cavi (A.M.B.E., 1991). Bisogna considerare che un vento frontale obbliga gli uccelli a volare più bassi, mentre uno che soffiasse nel senso stesso della loro direzione di volo li terrebbe ad altezze più elevate: un vento non costante ma a raffiche crea le condizioni più difficili per un corretto controllo dell’assetto di volo. Anche la nebbia aumenta di molto il rischio di collisione contro gli elettrodotti, riducendo fortemente la visibilità, peraltro già minima, dei conduttori (Kochert in Baldridge, 1977; Krapu, 1974; Stout e Cornwell, 1976; Thomas Reid Associates 1980; Thompson, 1978): il lasso di tempo che passa tra percepire ed evitare l’ostacolo è infatti molto ridotto e non sempre sufficiente ad evitare l’urto. Nella Valle del Mezzano (FE) numerose oche svernanti cadono vittime ogni anno, durante le giornate di nebbia, per la collisione contro i cavi di una linea AT (Boldreghini, Casini e Tinarelli, 1988). 17 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna La pioggia risulta un elemento che non solo aumenta la conducibilità del piumaggio ma stimola inoltre molte specie di uccelli ad aprire le ali per renderne più rapida l’asciugatura: questo tipo di comportamento aumenta la probabilità di elettrocuzione, che si verifica quando l’uccello, nell’aprire le ali, tocca elementi elettrici. Tale fenomeno risulta particolarmente frequente in inverno, soprattutto sugli uccelli svernanti che, più spesso dei residenti, passano la notte sui pali degli elettrodotti (Olendorff et al., 1981). Una pioggia od una nevicata notturna possono indurre questo tipo di comportamento all’apparire del sole (Nelson, 1979b). Non a caso la maggior parte dei casi di elettrocuzione viene generalmente riscontrata in inverno (Benson, 1982). Durante giornate caratterizzate da un elevato tasso di umidità, o dopo la caduta della pioggia, può verificarsi un tipo di elettrocuzione, non necessariamente mortale, dovuta alla presenza di tensioni residuali sulla struttura elettrica: tale fenomeno provoca delle forti contrazioni muscolari, che determinano la caduta degli uccelli ai piedi della linea, spesso causa di gravi ferite o di morte (A.M.B.E., 1990). 2.4. UTILIZZO DELLE LINEE ELETTRICHE DA PARTE DEGLI UCCELLI Si è visto che, soprattutto in ambienti naturali omogenei, con scarsità di posatoi e di elementi naturali elevati rispetto al suolo (come le zone di pianura prive di alberi), i pali delle linee elettriche vengono presto adottati dagli uccelli come posatoi per la caccia (soprattutto i rapaci) e/o come siti per la nidificazione (rapaci, corvidi, cicogne, ecc.). In questo tipo di zone i pali sopperiscono alla mancanza di ambienti naturali, ad iniziale apparente vantaggio delle popolazioni locali di uccelli, rivelandosi successivamente una sorta di trappola mortale. Essi permettono infatti all’individuo posato di dominare gran parte del paesaggio circostante, di potersi involare facilmente e prendere rapidamente una notevole velocità di attacco se sono in caccia, di attuare un tipo di predazione all’agguato che è più vantaggiosa in termini di dispendio energetico, fattori questi molto importanti per un predatore. I pali sono inoltre utilizzati come punti dai quali delimitare e difendere il proprio territorio. In questo senso esistono dei pali che risultano preferiti rispetto ad altri: ad esempio quelli installati nei pressi di zone 18 Gli aspetti biologici dell’elettrocuzione ad abbondante densità di prede, quelli situati laddove la diversità dell’ambiente naturale è particolarmente elevata e quelli che si trovano in punti topograficamente dominanti (Benson, 1982; Nelson e Nelson, 1975; Olendorff et al., 1991). E’ infatti normale attendersi che un rapace spenda molto del suo tempo su di un palo che si trovi in una zona potenzialmente ricca di prede piuttosto che altrove, e su punti più elevati di altri da cui riesca a dominare una porzione di territorio maggiore ed acquistare la massima velocità di attacco nel minore tempo possibile. Analisi specifiche, effettuate su pali di linee elettriche posti in differenti situazioni topografiche, hanno infatti evidenziato che la mortalità per elettrocuzione è statisticamente più rilevante nei pali che si trovano in situazioni topografiche dominanti, in quanto è su questi che si posa la maggior parte delle specie di uccelli che li utilizza per la caccia (Benson, 1982). I pali, i piloni ed i conduttori possono essere utilizzati anche come punti di incontro per alcune specie gregarie, che vi si riuniscono al momento di partire per il dormitorio o prima e durante una migrazione. Ampia zona pianeggiante prossima ad una collina boscata. Molti rapaci nidificanti nei boschi vicini al fondovalle cacciano nelle pianure. I piloni vengono usati al posto di posatoi naturali come punti di sosta e ricognizione: il rischio di elettrocuzione in questo caso é molto forte (foto G. Ceccolini). 19 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna 2.5. ROTTE DI SPOSTAMENTO DEGLI UCCELLI E LUOGHI DI SOSTA PREFERENZIALI Nello spostarsi, sia solo per raggiungere il dormitorio dalle zone di alimentazione che durante una lunga migrazione, gli uccelli si servono di vie preferenziali di passaggio che permettono loro un più facile orientamento, un percorso più breve e meno dispendioso dal punto di vista energetico, una maggiore protezione e così via. Queste vie preferenziali di spostamento, che talora sono interessate da quantità numericamente molto elevate di individui, possono essere rappresentate da corridoi naturali quali gli alvei dei fiumi, le gole ed i valichi di montagna. Va inoltre sottolineato che gli uccelli si spostano spesso seguendo delle traiettorie particolari (spostamenti lungo i versanti collinari e montani percorsi nel senso della loro lunghezza) e delle altezze preferenziali (variabili a seconda delle specie, delle ore del giorno, delle condizioni meteorologiche, delle stagioni, ecc.). Un elettrodotto che si trovi ad interrompere la continuità di una di queste fasce di spostamento risulta particolarmente mortale. I risultati di un’indagine specifica condotta in Francia nel 1989 (A.M.B.E. et al., 1989) sulle altezze di volo preferenziali degli uccelli e sul tipo di reazione che questi hanno nei confronti della presenza di una linea elettrica ad alta tensione, Linea elettrica a media tensione che attraversa perpendicolarmente una gola montana. L’effetto “sbarramento” può avere tragiche conseguenze sugli uccelli che transitano lungo il vallone roccioso. Il palo stesso, posto in una posizione dominante, è un probabile e mortale posatoio (foto V. Penteriani). 20 Gli aspetti biologici dell’elettrocuzione possono contribuire a fornire un’idea sull’importanza del fenomeno. Va comunque considerato il fatto che le altezze di volo possono variare notevolmente anche in una stessa specie a seconda delle condizioni atmosferiche, delle fasce orarie, del tipo di attività in corso, ecc. Durante l’indagine fu notato che, nell’attraversare una linea elettrica, si verificavano delle variazioni nell’altezza di volo: gli uccelli che volavano alla stessa altezza dei fili od immediatamente al di sotto erano i più infastiditi dalla presenza dei fasci di cavi, con il risultato che ben il 6,7% degli individui faceva marcia indietro di fronte a questi. La comparsa di un elettrodotto in punti strategici per il passaggio degli uccelli può arrivare a causare delle perdite rilevanti sui contingenti locali. Un fenomeno analogo può essere osservato qualora una linea elettrica si trovi a passare nelle immediate vicinanze, o ad attraversare, punti di particolare importanza per la sosta e/ o la riproduzione degli uccelli come dormitori, garzaie, bacini lacustri interessati da importanti fenomeni di svernamento per gli uccelli acquatici (Faanes, 1987), pareti rocciose, ecc. 21 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Falco pescatore, specie particolarmente a rischio Il Falco pescatore è la specie, tra i grandi rapaci, che più risente negativamente della presenza di linee elettriche in prossimità di zone umide. L’Italia è nota come il paese d’Europa più frequentato dal Falco pescatore durante la migrazione; qui in passato la specie ha subito massicce perdite a causa di un intenso bracconaggio: infatti sono documentati 146 casi di abbattimenti di soggetti inanellati tra il 1939 e il 1977 (Melotti, Spagnesi, 1979). Attualmente, con la riduzione della stagione venatoria associata ad una Falco pescatore mentre si alimenta sulla cima di un maggiore sensibilità e la creazione palo nella Riserva Naturale e Oasi WWF Laguna di di aree protette nella quasi totalità Orbetello. Un’abitudine molto pericolosa in presenza delle zone umide, questo rischio si di linee elettriche a media tensione non isolate (foto G. Ceccolini). è ridotto. Ora il vero pericolo per questo rapace dalle abitudini particolari è rappresentato dalla presenza di linee elettriche a media tensione non isolate. Infatti il Falco pescatore, dopo aver catturato un pesce tuffandosi in acqua, ha l’abitudine di ricercare un posatoio dove mangiare in tranquillità la preda. In mancanza di posatoi naturali il rapace tende ad utilizzare i pali delle linee elettriche limitrofe alle zone umide, rimanendo facilmente fulminato a causa del piumaggio bagnato e per la difficoltà a mantenere l’equilibrio con una preda negli artigli, situazione che provoca la distensione frequente delle ali. In Italia sono documentati almeno 7 casi: tre esemplari rinvenuti morti sotto linee elettriche in località non specificate (Melotti, Falco pescatore folgorato da una linea a media tensione Spagnesi, 1979); due esem(ora modificata) nella Riserva naturale e Oasi WWF Lago plari fulminati, durante la di Burano (foto F. Cianchi). 22 Gli aspetti biologici dell’elettrocuzione migrazione autunnale degli anni 1988 e 1991, per essersi posati sui pali di una linea MT che costeggia la Riserva naturale e Oasi WWF del Lago di Burano -GR- (Cianchi, com. pers.); lungo il fiume Metauro, in provincia di Pesaro, dove nella primavera 1994 un Falco pescatore fulminato è stato rinvenuto con ancora un Falco pescatore rinvenuto folgorato con la preda ancora grosso cavedano negli ar- negli artigli nei pressi del fiume Metauro (PS). Il tigli (Dionisi, com. pers.); piumaggio bagnato e l’uso di una mensola di una linea un soggetto inanellato il elettrica a media tensione come posatoio, dove smembrare 9 novembre 1994 in pro- la preda, ne hanno causato la morte per elettrocuzione vincia di Gorizia fu rin- (foto V. Dionisi). venuto folgorato l’11 novembre 1994 in località Abbadia S. Cassiano di Umbertide (Paci, com. pers.). Guido Ceccolini Un Falco pescatore trovato ai piedi di una linea a media tensione (ora modificata) nella Riserva Naturale e Oasi WWF Lago di Burano (foto F. Cianchi). 23 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Una linea altamente pericolosa in Pianura Padana Da uno studio preliminare effettuato dall’ornitologo Mario Chiavetta lungo 4 linee MT poste nella pianura emiliana, in due periodi (agosto 1993-marzo 1994 e agosto-ottobre 1994) è risultata una mortalità pari a 2,36 esemplari/Km. Questo nonostante che i dati siano parziali a causa dei controlli sporadici e del fatto che gli uccelli morti vengano portati via da volpi ed altri predatori o scompaiano per i lavori agricoli. Su 22 chilometri di linea elettrica controllata i reperti furono rinvenuti alle basi dei piloni in cemento e concentrati in tratti per un totale di soli 7,2 Km. Infatti la mortalità è risultata maggiore nei tratti in cui le linee attraversano campi di seminativi ricchi di roditori ed insetti e mancano contemporaneamente posatoi naturali. Linee Linea 1 Linea 2 Linea 3 Linea 4 Totale Specie Poiana Gheppio Nibbio reale Gufo comune Gazza Cornacchia Colombo Totale Esemplari Lunghezza Km Esempl./Km 12 15 8 17 52 5 6 3 8 22 2,40 2,50 2,67 2,13 2,36 Numero Percentuale 27 5 1 1 7 10 1 52 52% 10% 2% 2% 13% 19% 2% Linea elettrica a media tensione nella pianura padana lungo la quale, in soli due mesi, sono state rinvenute 11 poiane in un tratto di soli 700 metri (foto M. Chiavetta). 24 3. EFFETTI ECOLOGICI DELL’IMPATTO DEGLI ELETTRODOTTI SULLE POPOLAZIONI DI UCCELLI La costruzione di una linea elettrica provoca delle modificazioni di una certa importanza sugli ambienti naturali attraversati dal suo tracciato, i cui effetti ricadono sulle popolazioni animali che li frequentano. In questo particolare contesto non sono solo gli uccelli a risentire degli effetti, positivi o negativi che siano, della costruzione di una linea elettrica, ma tutta la comunità animale e vegetale locale. Uno degli effetti più vistosi riguarda la modificazione della qualità trofica di un ambiente naturale (A.M.B.E., 1991), ovvero la disponibilità di cibo. Talora la creazione di una nuova linea elettrica tende a diversificare gli ambienti naturali che essa attraversa, quindi ad aumentare il numero di specie-preda disponibili; in altri casi le modificazioni apportate agli ambienti naturali non hanno un effetto positivo sulle popolazioni di specie-preda locali, con conseguente diminuzione della capacità trofica complessiva dell’area. Tutto ciò si manifesta in un cambiamento delle popolazioni di predatori presenti prima del passaggio dell’elettrodotto, sia per quanto riguarda il numero di individui presenti che la composizione in specie della comunità animale. Va comunque considerato che, nella maggior parte dei casi, la costruzione di una linea elettrica in una zona particolarmente integra comporta la costruzione di strade per permetterne la realizzazione: esse rimarranno una volta terminata l’opera e consentiranno l’accesso all’area ad un numero maggiore di persone di quanto non avvenisse in precedenza, con l’aumento dell’impatto umano locale e conseguente disturbo ai siti di nidificazione, tane e giacigli, ecc. Studi specifici sull’impatto delle attività umane sulla fauna hanno dimostrato che, ad un aumento della penetrabilità in zone naturali di particolare interesse, è successivamente stato verificato un aumento del disturbo e della mortalità degli uccelli, in particolar modo i rapaci, dovuto al bracconaggio (Olendorff et al., 1981): la presenza di nuove e facili vie di accesso, nonché la sosta di numerosi individui ben in 25 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna vista sui pali e facile bersaglio per i bracconieri, portavano ad una marcata diminuzione dei contingenti numerici prima presenti. La diversificazione strutturale del paesaggio dovuto al passaggio di una linea elettrica, può modificare le abitudini quotidiane degli uccelli (A.M.B.E., 1991), come la scelta dei siti per i nidi, l’utilizzazione di posatoi naturali o degli spazi aperti per le attività di gruppo (ad esempio le “arene” dove certe specie di Galliformi si riuniscono nel periodo delle parate nuziali e degli accoppiamenti) e per quelle quotidiane (riposo, pulizia, ecc.). La verifica dell’impatto dei tracciati AT in ambienti forestali (A.M.B.E., 1992) ha dimostrato che, soprattutto in zone boschive giovani e/o artificiali (impianti di conifere), i tagli forestali precedenti la posa di una linea elettrica apportano una variazione positiva all’ambiente naturale. Tale impatto positivo si traduce in un aumento del numero di specie vegetali ed animali lungo quella fascia di transizione tra due ambienti naturali, detta ecotone, rappresentata dal limite bosco/tracciato e nella diversificazione della struttura della vegetazione. In effetti questi risultati sono comunque e sempre legati a vari altri fattori quali il tipo, l’età e la struttura del bosco attraversato dal tracciato, la larghezza del tracciato, la natura del suolo e l’esposizione. Per quanto riguarda più direttamente gli uccelli, si assiste ad un notevole aumento delle specie presenti, soprattutto di quelle legate agli ambienti aperti; anche alcune specie di mammiferi, quali cervo, capriolo e cinghiale, trovano in queste aperture nel bosco un elemento favorevole, soprattutto come zone di alimentazione in inverno. Perché tali effetti perdurino nel tempo, deve però essere assicurata una gestione appropriata del tracciato, al fine di mantenere l’effetto “mosaico” che questo viene a creare interrompendo la continuità di un ambiente forestale omogeneo (A.M.B.E., 1992). L’apertura di tali tracciati in ambiente forestale rimane comunque un intervento delicato sull’ambiente naturale, la cui creazione richiede a monte una precisa valutazione dei possibili effetti, molto variabili a seconda delle differenti realtà locali, come nel caso dell’influenza delle opere su animali forestali che necessitano di ampi territori boschivi uniformi. La mortalità provocata dalle linee elettriche può anche arrivare a modificare in modo spesso determinante i contin26 Effetti ecologici dell’impatto degli elettrodotti sulle popolazioni di uccelli genti numerici di una popolazione, sostituendosi od aggiungendosi ai parametri naturali di mortalità presenti in natura, arrivando a modificare la dinamica di una popolazione in maniera più o meno vistosa. Sebbene in linea generale l’impatto negativo di una linea elettrica nei confronti di una specie raramente possa arrivare a determinarne la scomparsa od a ipotecarne la presenza in una zona in cui prima questa era abbondante, talora può essere invece l’elemento determinante la scomparsa di una popolazione in declino. E’ quanto è avvenuto per il Gufo reale in gran parte del suo areale di distribuzione italiano, ma soprattutto là dove rimanevano nuclei numericamente ridotti ma ancora vitali. L’aumento dell’elettrificazione rurale, verificatosi a partire dagli anni ’70, ha portato ad una pesante riduzione dei contingenti numerici locali, quando non ha determinato l’estinzione di piccoli nuclei da settori precedentemente non interessati dal passaggio di linee elettriche (Penteriani e Pinchera, 1990a, 1990b, 1991; Rigacci, 1992; Penteriani, 1996). Questa stessa specie è stata oggetto in molti Paesi d’Europa di studi sull’impatto che gli elettrodotti potevano avere sulle sue popolazioni: tale specie è risultata a tal punto Un esemplare di Gufo reale trovato morto sotto un pilone di una linea a media tensione: nell’immagine sono ben visibili i segni lasciati sulle zampe dalla folgorazione (foto M. Gallardo). 27 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna sensibile al rischio elettrico che questi può essere la principale causa di mortalità di una popolazione. Si è calcolato che l’incidenza dell’impatto degli elettrodotti sul Gufo reale può colpire il 75% degli individui di questa specie presenti in una zona. Il fatto che la mortalità causata dagli elettrodotti interessi in modo particolare i giovani ed i subadulti, arriva in certi casi a colpire ben i 2/3 della fascia di età più bassa di una popolazione (A.M.B.E. et al., 1989; Benson, 1982; Olendorff et al., 1981), può causare enormi scompensi nella normale dinamica di una popolazione. La drastica riduzione di giovani sul territorio, elemento fondamentale per il naturale ricambio delle coppie riproduttrici, può arrivare a “congelare” numericamente la popolazione al momento dell’installazione della rete elettrica, decretandone il lento ma inarrestabile declino. Tale fenomeno diviene ancora più grave nel momento in cui viene ad interessare specie rare particolarmente sensibili al rischio elettrico (Faanes, 1987); una diminuzione delle popolazioni locali può avere in questi casi importanti ripercussioni negative sull’intero areale di distribuzione della specie. Allocco folgorato da una linea a media tensione e rimasto impigliato nella struttura. Anche specie relativamente più piccole trovano la morte in questi insidiosi posatoi (Archivio WWF). 28 4. ASPETTI DELL’ELETTRIFICAZIONE IN ITALIA In questo capitolo viene presentato il tipo di elettrificazione che interessa il nostro Paese, cosa questa che renderà più chiaro quanto verrà esposto più avanti, e che riguarda più da vicino gli aspetti tecnico-strutturali degli elettrodotti italiani. Nelle figure da uno a otto sono indicati i tipi di strutture portanti relative alle reti MT, sulle quali vengono evidenziati gli elementi a rischio; viene fornita anche un’indicazione delle soluzioni di minimizzazione adottate all’estero per strutture analoghe. Le linee elettriche aeree esterne, ovvero le linee impiantate all’aperto, al di sopra del suolo e costituite dai conduttori o dai cavi, con i relativi isolatori, sostegni ed accessori, si dividono in quattro classi: • linee di classe zero, ovvero le linee telefoniche, telegrafiche, per segnalazione e comando a distanza in servizio di impianti elettrici, le quali hanno tutti o parte dei loro sostegni in comune con linee elettriche di trasporto o di distribuzione o che, pur non avendo con queste alcun sostegno in comune, siano dichiarate appartenenti a questa categoria in sede di autorizzazione; • linee di prima classe, ovvero le linee di trasporto o distribuzione di energia elettrica, la cui tensione nominale è inferiore od uguale a 1000 V (linee a bassa tensione); • linee di seconda classe, ovvero le linee di trasporto o distribuzione di energia elettrica la cui tensione nominale è superiore a 1000 V ma inferiore od uguale a 30.000 V (linee a media tensione); • linee di terza classe, ovvero le linee di trasporto o distribuzione di energia elettrica la cui tensione nominale è superiore a 30.000 V (linee ad alta ed altissima tensione). 29 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Ai fini della suddivisione geografica dell’elettrificazione italiana, il nostro Paese è stato suddiviso in: • zona A, comprendente le località ad altitudine non superiore agli 800 m s.l.m. dell’Italia centrale, meridionale ed insulare; • zona B, comprendente tutte le località dell’Italia settentrionale e le località ad altitudine superiore a 800 m s.l.m. dell’Italia centrale, meridionale ed insulare. Per quel che riguarda i materiali ed i tipi costruttivi, i pali possono essere in legno (che funge da buon isolante), in cemento armato ed in materiali metallici (tra cui l’acciaio). Il Decreto Ministeriale (28 giugno 1986, n. 339) relativo alla progettazione, all’esecuzione ed all’esercizio delle linee elettriche aeree esterne (Gazzetta Ufficiale, 1988) non prevede alcun tipo di provvedimento per la salvaguardia dell’avifauna Linea a media tensione che attraversa una zona umida (Riserva Naturale Valle dell’InfernoBandella AR). Una situazione molto rischiosa per l’avifauna (foto A. Cenerini). 30 Aspetti dell’elettrificazione in Italia dal rischio elettrico. E’ quindi evidente che nuove norme devono essere varate al più presto per imporre interventi sulle linee di MT e AT che minimizzino l’impatto sull’avifauna. 4.1. ELETTRODOTTI MT Si ricorda che, nel caso delle linee MT, in presenza di conduttori non ricoperti da guaina isolante, sono soprattutto la geometria dei pali, il materiale con cui essi sono costruiti e la distanza fra i conduttori a rappresentare fattori di rischio per gli uccelli. Due ulteriori elementi di rischio, la cui pericolosità risulta elevatissima, sono rappresentati dai trasformatori (gruppi di conduttori riuniti in contenitori metallici, utilizzati per effettuare conversioni di voltaggio) e dagli interruttori aerei (interruttori posti su palo, la cui funzione è quella di interrompere il flusso di corrente nei cavi per isolare alcuni tratti della rete elettrica): la vicinanza tra fili elettrici determina il verificarsi dell’elettrocuzione (CODA, 1988; Ferrer et al., 1993; Olendorff et al., 1981; V.D.E.W., 1991). Interruttore aereo sulla testa di un palo, una delle strutture più pericolose in assoluto, di una linea a media tensione, non isolata, in un’area frequentata da un numero elevato di rapaci come Aquila reale, Falco pellegrino, Falco pecchiaiolo, Gheppio, Poiana ecc. (Monte Paganuccio PS) (foto G. Ceccolini). 31 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Trasformatore sospeso (Monte Paganuccio PS), una struttura molto pericolosa anche per le specie più piccole perché rappresenta un comodo posatoio con fili scoperti molto vicini (foto G. Ceccolini). 4.2. TIPOLOGIE DELLE LINEE MT ESISTENTI IN ITALIA • • Le linee aeree MT si dividono in due gruppi: linee su isolatori rigidi (figg. 1, 2, 3, 4) con armamento semplice per amarro (tipo di disposizione degli isolatori ben evidente in fig. 2, che costituiscono un elemento di discontinuità del cavo aereo) od armamento doppio rigido; linee su isolatori sospesi (figg. 5, 6, 7, 8) con armamento semplice per sospensione od armamento semplice per amarro. Gli armamenti possono essere su palo o su sostegno a traliccio. 32 Aspetti dell’elettrificazione in Italia Fig. 1 Linea su isolatori rigidi: armamento doppio rigido su sostegno a traliccio. 1) isolare i conduttori o aumentare la distanza fra questi e le possibili zone di posa dell’uccello: si propone una distanza di 0,75 m; 2) distanziare i conduttori fra loro: si propone una distanza minima di 1,5 m; 3) isolare la mensola, impedire la posa o installare posatoi alternativi. 33 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Fig. 2 Linea su isolatori rigidi: armamento semplice per amarro su sostegno a traliccio. 1) isolare l’arco formato dal cavo; 2) isolare l’arco formato dal cavo (se rivolto verso l’alto) od optare per l’arco rivolto verso il basso; 3) isolare la mensola od impedire la posa e/o creare posatoio alternativo; distanziare i conduttori fra loro: si propone una distanza minima di 1,5 m. 34 Aspetti dell’elettrificazione in Italia Fig. 3 Linea su isolatori rigidi: armamento doppio rigido su palo. 1) isolare i conduttori od aumentare la distanza fra questi e le possibili zone di posa dell’uccello: si propone una distanza di 0,75 m; 2) distanziare i conduttori fra loro: si propone una distanza minima di 1,5 m; 3) impedire la posa dell’uccello od installare posatoi alternativi. 35 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Fig. 4 Linea su isolatori rigidi: armamento doppio rigido su palo. 1) isolare l’arco superiore formato dal cavo; 2) isolare l’arco superiore formato dal cavo od optare per l’opzione ad arco rivolto verso il basso; 3) impedire la posa dell’uccello od installare posatoi alternativi; distanziare i conduttori fra loro delle distanze di 1,5 m e 0.75 m dalle possibili zone di posa. 36 Aspetti dell’elettrificazione in Italia Fig. 5 Linea su isolatori sospesi: armamento semplice per sospensione su sostegno a traliccio. 1) isolare i conduttori o aumentare la distanza fra questi e le possibili zone di posa dell’uccello: si propone una distanza minima di 0,75 m tra le parti che possono fungere da posatoi ed i conduttori; 2) impedire la posa/creare posatoi alternativi; 3) isolare o distanziare i conduttori fra loro: si propone una distanza minima di 1,5 m. 37 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Fig. 6 Linea su isolatori sospesi: armamento semplice per amarro su sostegno a traliccio. 1) isolare i conduttori od aumentare la distanza fra questi e le possibili zone di posa dell’uccello: si propone una distanza minima di 0,75 m tra le parti che possono fungere da posatoi ed i conduttori; 2) impedire la posa e/o creare posatoi alternativi; 3) isolare o distanziare i conduttori fra loro: si propone una distanza minima di 1,5 m. 38 Aspetti dell’elettrificazione in Italia Fig. 7 Linea su isolatori sospesi: armamento semplice per sospensione su palo. 1) isolare i conduttori od aumentare la distanza fra questi e le possibili zone di posa dell’uccello: si propone una distanza minima di 0,75 m; 2) distanziare i conduttori fra loro: si propone una distanza minima di 1,5 m o impedire la posa dell’uccello. 39 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Fig. 8 Linea su isolatori sospesi: armamento semplice per amarro su palo. 1) isolare l’arco superiore formato dal cavo o scegliere l’opzione ad arco rivolto verso il basso; 2) isolare o distanziare i conduttori fra loro: si propone una distanza minima di 1,5 m; 3) impedire la posa dell’uccello od installare posatoi alternativi. 40 Aspetti dell’elettrificazione in Italia 4.3. TIPOLOGIE E COLLOCAZIONI A RISCHIO Le strutture di una linea MT sono particolarmente pericolose quando: 1 - la distanza fra i conduttori elettrici è inferiore all’apertura alare degli uccelli che potenzialmente possono posarvisi; 2 - la geometria delle strutture di sostegno dei conduttori rende particolarmente accessibile il contatto con i cavi; 3 - il materiale con cui sono costruiti le strutture di sostegno può fungere da conduttore di corrente elettrica. Per quanto riguarda la distanza fra gli elementi strutturali di una linea MT va detto che, in generale, gli uccelli tendono ad evitare di posarsi laddove vi siano elementi che possano infastidire l’animale: ben difficilmente si vedrà un uccello posarsi dove gli sia impossibile di mantenere una postura corretta del corpo. E’ stato osservato, infatti, che gli uccelli tendono ad evitare posatoi che presentino una limitazione di spazio libero in altezza pari ai 3/4 della loro lunghezza (E.D.F./ G.D.F., 1991), mentre non risulta un fattore limitante il fatto che un uccello possa arrivare a toccare con le ali eventuali elementi circostanti. In questo senso risultano pericolose quelle strutture che presentano lo spazio libero necessario ad un uccello per posarvisi, in particolar modo nei confronti delle specie di grandi dimensioni. Traliccio in ferro estremamente pericoloso, se usato come posatoio nella parte sommitale dove si trova uno dei fili scoperti a 15.000 volt. Nell’area (Monte Argentario GR) è presente un sito di nidificazione di Falco pellegrino e di Corvo imperiale (foto G. Ceccolini). 41 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Palo in cemento con linea a media tensione derivata; l’intreccio dei fili è pericoloso anche per specie di minori dimensioni come tortore e gazze (foto G. Ceccolini). Le linee su pali di legno (non utilizzate in Italia) con elementi costruttivi non a terra non rappresentano, invece, secondo un rapporto del V.D.E.W. tedesco (1991), un pericolo per l’avifauna: essendo il legno isolante, non esiste pericolo di elettrocuzione per contatto fra conduttore e struttura di sostegno, anche se il rischio persiste per gli uccelli di maggiori dimensioni, che possono arrivare a toccare contemporaneamente i conduttori di due fasi. Come regola generale, non sono particolarmente pericolose quelle linee elettriche con isolatori sospesi (Waldschmidt, 1979). Pali di legno con elementi costruttivi a terra, pali di cemento ed in materiale metallico e linee con isolatori rigidi rappresentano invece i tipi di strutture più pericolose e spesso mortali (V.D.E.W., 1991). Particolarmente pericolosi risultano i trasformatori, che per alcune specie di uccelli rappresentano dei posatoi molto attraenti, talora anche degli elementi di riparo e di sosta prolungata: la vicinanza dei fili verticali che partono dalla scatola del trasformatore verso la testa del palo è la causa delle folgorazioni. Le linee MT, sebbene assai di rado, possono anche intrappolare per le zampe un uccello nelle strutture di raccordo conduttore-isolatore e isolatore-testa del palo (Gretz, 1981); l’animale, nel tentativo di liberarsi, può ferirsi gravemente o provocare il contatto mortale. Linee a bassa tensione con fili scoperti Le linee a 380 o 220 volt che si diramano dai trasformatori per le utenze finali sono normalmente costruite con cavi isolati. In Italia però migliaia di queste linee, installate negli anni passati, sono ancora formate da fili scoperti con una distanza tra i conduttori talmente bassa da provocare la morte anche di specie della dimensione di una tortora, specialmente in presenza di tempo umido o pioggia. Inoltre il diametro dei fili è così sottile da non essere percepito dagli uccelli in volo se non quando è troppo tardi. Occorre al più presto sostituire questi tratti scoperti con cavi isolati (foto G. Ceccolini). 42 Aspetti dell’elettrificazione in Italia 4.4. ELETTRODOTTI AT Le geometrie dei sostegni AT presenti nel nostro Paese hanno distanze, fra i cavi a differenza di potenziale, tali da rendere poco probabile il rischio di elettrocuzione. Bisogna infatti ricordare che le linee AT rappresentano un pericolo per l’avifauna soprattutto a causa delle morti per collisione che esse provocano quando i loro tracciati si trovano a coincidere con le rotte di spostamento degli uccelli. 4.5. TIPOLOGIE DELLE AT ESISTENTI IN ITALIA Le linee AT hanno un voltaggio di 132-380 kV, una altezza dal suolo che può essere di 28, 42 e 60 metri ed uno spazio fra i conduttori di oltre 6 metri in larghezza e di minimo circa 4 metri in altezza. 4.6. TIPOLOGIE E COLLOCAZIONI A RISCHIO Esistono numerose collocazioni di una linea AT che possono essere considerate a forte rischio di collisione, anche se devono sempre essere prese in considerazione le condizioni morfologiche e del paesaggio locali, nonché la composizione in specie dell’avifauna presente in prossimità del tracciato in questione. A questo proposito si può citare il caso dei fenicotteri, specie a grave rischio di collisione (vedi appendice B), presenti nello Stagno di Molentargius (Cagliari), dove l’esistenza di una linea ad alta tensione è una costante minaccia per questa popolazione che subisce ogni anno perdite inaccettabili. I conduttori formati da fasci tripli sono relativamente ben individuabili durante il giorno ed in buone condizioni di visibilità, nonché relativamente rumorosi e quindi abbastanza percepibili anche dagli uccelli notturni. Se però risulta relativamente facile la percezione del fascio di cavi, è proprio questa che porta gli uccelli, che l’incontrano sulla loro traiettoria di volo, ad alzarsi leggermente in quota andando inevitabilmente ad urtare contro il conduttore neutro, molto più sottile degli altri e quindi meno visibile (A.M.B.E., 1993). Il conduttore neutro (o di guardia) è infatti all’origine della maggior parte degli incidenti per collisione (A.M.B.E., 1993, Beaulaurier D.L., 1981). 43 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna I tratti meno a rischio di collisione per una linea AT sono quelli posti nelle immediate vicinanze dei piloni, strutture ben visibili e, come tali, aggirate dagli uccelli che non sono però al sicuro da urti contro il tratto centrale di un conduttore (Faanes, 1987). Un Allocco che durante un volo notturno ha urtato i cavi di una linea elettrica rimanendovi appeso (foto V. Penteriani). Una localizzazione dell’opera al limite superiore dei boschi e prossima a pareti rocciose rappresenta un elemento di grave pericolo per specie nidificanti in ambienti rupestri (Grifone, Capovaccaio, Aquila reale, Aquila del Bonelli, Falco Pellegrino, Lanario, Gufo reale, Corvo imperiale e Picchio muraiolo). Una linea AT che attraversi, costeggi o passi in prossimità di zone umide risulterà molto pericolosa per tutti gli uccelli acquatici che qui sostano e nidificano (Faanes, 1987), fra i quali figurano specie di particolare importanza a livello nazionale ed europeo. In queste zone, specialmente in inverno, si assiste alla concentrazione di centinaia o migliaia di individui di specie diverse aumentando così il rischio di collisione mortale; l’alta frequenza di giornate di tempo perturbato, con vento e nebbia, unita alla presenza di uccelli di passo che non hanno familiarità con la morfologia locale, accresce il rischio di collisione. Terminologia Per conduttori neutri o di guardia si intendono quelli tesi fra i sostegni delle linee elettriche, permanentemente collegati a terra e destinati a proteggere i conduttori dagli effetti delle sovratensioni di origine atmosferica ed a migliorare il collegamento a terra dei sostegni. 44 Aspetti dell’elettrificazione in Italia In linea generale sono particolarmente pericolosi i tracciati ad AT che si trovano nelle immediate vicinanze di siti di concentrazione di più individui della stessa o di diverse specie (dormitori e luoghi di alimentazione comuni, siti di nidificazione in colonie): l’elevato numero di uccelli presente aumenta la probabilità di collisioni. La mortalità degli uccelli aumenta se il tracciato della linea elettrica si trova in prossimità di una via di passaggio preferenziale (corso di un fiume, bordo di un lago, tracciato di una gola) ed è ad una altezza di poco superiore a quella delle chiome degli alberi: gli uccelli in volo radente le cime degli alberi hanno forti probabilità di urtare contro i conduttori (fig. 9A). Sebbene anche una altezza pari o di poco inferiore a quella delle chiome degli alberi renda estremamente pericolosa una linea elettrica (probabilmente il fogliame tende a mascherare e ad oscurare i conduttori: Faanes, 1987; Goddard, 1975), il suo effetto è comunque minore in quanto gli spostamenti all’interno del bosco avvengono in maniera meno veloce che al suo esterno (spesso si tratta di spostamenti di ramo in ramo), permettendo agli uccelli di avere, talora, il tempo di schivare l’ostacolo (fig. 9B). In ogni caso, una linea AT diviene particolarmente pericolosa quando viene mascherata da elementi naturali che ne riducano la già ridotta visibilità. Una linea elettrica, al limite tra un bosco ed una zona aperta, può causare un alto numero di morti per collisione: un uccello, come Sparviero o Astore, che esca in velocità dal bosco di troverà improvvisamente di fronte i conduttori senza avere il tempo di poter cambiare direzione di volo (foto V. Penteriani). 45 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna A B Fig. 9 Una linea elettrica che attraversa un bosco risulta particolarmente pericolosa se i cavi si trovano ad una altezza tale da superare la cima delle chiome (A). La mortalità risulta fortemente ridotta se i cavi si trovano alla stessa altezza del fogliame (B) (disegno L. Vivona). 46 Aspetti dell’elettrificazione in Italia La maggior parte delle collisioni avviene nei tratti degli elettrodotti AT dove si verificano i cosiddetti effetti trampolino, sbarramento, sommità e scivolo (A.M.B.E., 1991; Aménagement et Nature n. 79) così definiti: a) l’effetto trampolino, tra i più mortali, è determinato dalla presenza in prossimità di una linea elettrica di ostacoli di diversa natura (alberi, siepi, dossi, manufatti, ecc.) che obbligano gli uccelli in volo ad evitarli alzandosi in quota a livello dei conduttori, percepibili all’ultimo momento; b) l’effetto sbarramento si crea per la presenza di una linea elettrica lungo le vie di spostamento più tipiche per un uccello: è questo il caso di una linea elettrica perpendicolare all’asse di una valle seguito dagli uccelli durante i loro spostamenti; c) l’effetto scivolo è determinato dalla morfologia del paesaggio circostante una linea elettrica quando un elemento, come una collina o un versante, incanala il volo degli uccelli in direzione di un elettrodotto perpendicolare al moto degli uccelli; d) l’effetto sommità è caratteristico soprattutto delle zone aperte, dove le sommità delle ondulazioni del terreno concentrano gli uccelli, particolarmente durante gli spostamenti di gruppo: i tratti di linea elettrica sommitali sono quelli che presentano la più elevata mortalità. Nel nostro Paese, tutte le linee AT che attraversano le aree dove sono ancora rinvenibili specie di uccelli di notevole interesse sia come nidificanti che come svernanti, molto sensibili al rischio elettrico, devono essere considerate a forte rischio di collisione. E’ questo il caso delle aree nelle quali troviamo la Cicogna bianca, il Fenicottero, la Gru e la Gallina prataiola. La presenza di due linee elettriche ravvicinate e sfalsate in altezza può favorire “l’effettotrampolino”. Si può ipotizzare che un uccello che si trovi di fronte alla linea MT, alzi la propria traiettoria di volo, esponendosi così alla collisione contro il conduttore neutro della retrostante linea AT (foto V. Penteriani). 47 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna A B C D Fig. 10 Gli effetti trampolino (A), sbarramento (B), sommità (C) e scivolo (D) sono la causa della maggior parte delle collisioni di uccelli contro le linee elettriche, sia a media che ad alta tensione (disegno L. Vivona). 48 5. PREVENZIONE DEL RISCHIO ELETTRICO IN EUROPA E NEGLI STATI UNITI La ricerca effettuata nel campo della prevenzione dei fenomeni di mortalità dovuti all’elettrocuzione ed all’impatto contro i conduttori ha portato ad interessanti conclusioni sul rischio elettrico e alla conseguente progettazione e installazione di numerosi sistemi di minimizzazione dei problemi legati alla presenza degli elettrodotti in ambienti naturali. Di seguito vengono presentate le soluzioni adottate da alcuni Paesi europei all’avanguardia in materia di prevenzione del rischio elettrico, in modo particolare dalla Francia, dalla Germania, dalla Spagna e dagli Stati Uniti. Tre sono stati gli obiettivi degli interventi messi in atto: 1 - ridurre le condizioni di rischio che determinano il fenomeno dell’elettrocuzione, ovvero impedire agli uccelli di entrare in contatto simultaneamente con due potenziali differenti (conduttore-conduttore, conduttore-struttura di supporto); 2 - rendere i conduttori più visibili per gli uccelli; 3 - cercare di allontanare gli uccelli dai conduttori. Tali esempi dimostrano che è possibile ridurre notevolmente il rischio elettrico sugli uccelli, con la speranza che anche il nostro Paese, di fronte allo stato delle conoscenze sviluppate all’estero, decida di interessarsi seriamente al problema e porvi rimedio. Nella maggior parte dei casi il posizionamento di strutture aggiuntive ai conduttori od ai pali non ha portato conseguenze alla linea elettrica; talora si è visto che esso poteva sollecitare eccessivamente la stabilità dell’opera (Faanes, 1987). In generale la progettazione delle nuove linee MT ed AT dovrebbe prevedere la possibilità di utilizzare elementi di minimizzazione del rischio elettrico senza che questi creino scompensi all’equilibrio della linea; per quelle già esistenti si dovrebbe provvedere comunque ad una verifica sperimentale del possibile utilizzo di tali accorgimenti. 49 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna E’ inoltre necessario che le nuove linee, in particolar modo quelle MT, siano modificate con: 1 - l’uso di conduttori ricoperti con guaina isolante, metodo che risolve definitivamente il problema di elettrocuzione; 2 - l’aumento della distanza fra i conduttori; 3 - la sostituzione degli isolatori portanti con isolatori sospesi; 4 - la rimozione dei conduttori in eccesso, come la linea di guardia, in presenza di scaricatori; 5 - l’allontanamento dei conduttori in amarro per evitare che possano costituire un possibile punto di contatto. 5.1. SISTEMI DI AVVERTIMENTO VISIVO Spirali colorate per conduttori di linee AT Si tratta di spirali di plastica colorata, con le estremità solidamente fissate ai conduttori, più voluminose nella loro porzione centrale, la cui sperimentazione ha evidenziato una diminuzione delle collisioni variabile dall’80 al 90% ed una efficacia sia sull’avifauna sedentaria che di passo (A.M.B.E., 1991, 1992, 1993a e 1993b; Aménagement et Nature n. 79; Faanes, 1987; Heijnis, 1980; Medio Ambiente n. 11; R.E.E., 1993). Si deve notare che le spirali colorate costituiscono anche un sistema di avvertimento sonoro, utile soprattutto per le specie notturne, a causa del rumore che viene prodotto dal vento che soffia tra le spire. A seconda del grado di rischio di una linea AT, in base al tipo di pilone, agli ambienti naturali attraversati e alle specie di uccelli presenti, i conduttori ed il conduttore neu- Spirali bianche utilizzate per mettere in risalto i cavi di linea ad alta tensione (foto V. Penteriani). 50 Prevenzione del rischio elettrico in Europa e negli Stati Uniti Spirali bianche e sagoma di rapace: due differenti sistemi di prevenzione nei confronti del rischio di collisione (foto V. Penteriani). tro vanno evidenziati disponendo alternati fra loro, a distanze variabili (più la linea è a rischio, minore è lo spazio fra esse), spirali rosse (funzionali soprattutto per le specie diurne) e bianche (per le specie crepuscolari) (A.M.B.E., 1992, 1993a e 1993b). Infatti il bianco risulta essere più visibile in condizioni di scarsa luminosità e su di uno sfondo nuvoloso scuro, mentre il rosso è più visibile in condizioni di forte luminosità e contro uno sfondo nuvoloso bianco: di qui la necessità di posizionare spirali di entrambi i colori, intervallate fra loro (A.M.B.E., 1991; Medio Ambiente n. 11). Tale sistema è stato sperimentato con successo anche su linee MT (A.M.B.E., 1990a). Sfere colorate per conduttori di linee AT Basato sullo stesso principio delle spirali colorate, questo sistema è stato sperimentato in zone a condizioni climatiche particolarmente severe (A.M.B.E., 1993b). Laddove la formazione di ghiaccio è particolarmente importante, l’utilizzo di spirali può determinare dei problemi di sovraccarico dei conduttori a causa delle incrostazioni che questo può determinare: in questi casi il sistema migliore per evidenziare la presenza dei conduttori aerei è l’utilizzo di sfere in poliuretano, di colore bianco o rosso (Medio Ambiente n. 11). In altri casi è stata ridotta la superficie che costituisce le spirali, per impedire alla neve ed al ghiaccio di attecchire facilmente. In Italia sfere colorate bianche e rosse sono già usate per segnalare le linee in spazi frequentati da aerei. 51 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Particolare della sagoma di Astore utilizzata per scoraggiare gli uccelli ad avvicinarsi ad una linea elettrica (foto V. Penteriani). Sagoma di Astore per piloni di linee AT Si tratta di una sagoma in fibra di vetro raffigurante un Astore in planata (sebbene sia di dimensioni maggiori del reale), che ha lo scopo di incutere timore negli uccelli che si avvicinano all’elettrodotto, onde farne deviare la direzione o l’altezza di volo. Tale sistema di prevenzione nasce da una reazione di difesa tipica degli uccelli: quando sono attaccati in volo da un predatore essi cercano di evitarlo prendendo quota o volando radenti al suolo, cosa che, nel caso in questione, permette loro di trovarsi al di fuori della fascia di collisione dei conduttori. La sagoma è fissata al pilone per mezzo di un’asta metallica sulla quale può ruotare a seconda della direzione del vento; ciò permette la sua mobilità che ne accresce l’effetto e, allo stesso tempo, minimizza le sollecitazioni sul pilone dovute ad una eventuale resistenza al vento. Il sostegno deve essere di colore chiaro (grigio-blu) in modo da confondersi con il cielo (A.M.B.E., 1991). I risultati mostrano una diminuzione del 65% del numero di incidenti (A.M.B.E., 1991, 1992, 1993a e 1993b; Aménagement et Nature n. 79; Heijnis, 1980). E’ stato tuttavia notato un calo dell’efficacia della sagoma nelle giornate particolarmente ventose, quando il tipo di volo rappresentato dalla silhouette poco si addice a questa situazione. Si ipotizza che gli uccelli percepiscano tale contraddizione e non considerino più come vera la sagoma di Astore. Il sistema è molto efficace sulle specie migratrici, in quanto quelle stanziali finiscono per abituarsi alla sagoma del rapace e riprendono a frequentare i dintorni della linea elettrica. 52 Prevenzione del rischio elettrico in Europa e negli Stati Uniti Sagoma di Falco pellegrino per piloni di linee AT Si tratta di una sagoma in fibra di vetro raffigurante un Falco pellegrino in picchiata (di dimensioni maggiori), che ha la stessa funzione della sagoma di Astore (A.M.B.E., 1991, 1992, 1993a e 1993b). La particolarità di questo sistema, ancora in fase di sperimentazione, sta nel fatto che tale sagoma conserverebbe la sua validità anche in giornate di vento forte, quando è raro osservare uccelli di grande taglia in planata (A.M.B.E., 1991). E’ stato notato che non è raccomandabile l’utilizzo delle sagome di Astore e Falco pellegrino nelle zone in cui (A.M.B.E., 1993b): • siano presenti l’Aquila reale, il Biancone ed il Gipeto perché esse non hanno effetto su queste specie; • si possa perturbare il comportamento territoriale di coppie nidificanti di Astore e Falco pellegrino. Questo tipo di problema assume particolare importanza in quanto sia l’Astore che il Falco pellegrino presentano esigenze ben specifiche per la scelta del sito di nidificazione (foreste mature per l’Astore e pareti rocciose per il Falco pellegrino), soprattutto dove vi sia carenza di siti di rimpiazzo. D’altra parte, anche se queste specie possono finire per abituarsi alla presenza delle sagome, quando ciò avviene anche l’effetto favorevole che queste dovrebbero produrre cessa. E’ comunque sempre possibile utilizzare la sagoma dell’Astore in prossimità di siti di nidificazione di Falco pellegrino e quella del Falco pellegrino in zone forestali abitate dall’Astore; • vi siano popolazioni di Tetraonidi, sui quali risulta molto forte il potere dissuasivo di queste sagome; un equipaggiamento sistematico dei pali con tali silhouette impedirebbe l’uso di una porzione elevata di spazi naturali utilizzati da queste specie, con effetti demografici probabilmente peggiori di quelli causati dalle collisioni accidentali. Sistema combinato di spirali colorate e sagoma di rapace su linee AT. Sperimentazioni di segnalazione della linea elettrica AT tramite la combinazione dei due sistemi precedenti hanno portato a verificare un calo della mortalità superiore al 60% (A.M.B.E., 1992, 1993a e 1993b). Tali sistemi contemporanei, che si compensano a vicenda, risultano efficaci con tutte le specie di uccelli. 53 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna 5.2. SISTEMI DI ISOLAMENTO ED INTERRAMENTO Interramento delle linee MT Attualmente, in Europa, molti Paesi hanno scelto di interrare completamente o parzialmente gli elettrodotti MT, secondo percentuali che variano tra il 100% dei Paesi Bassi ed il 15% del Belgio (L’Environnement Magazine / Ave n. 1.502). Tale scelta risolve in maniera definitiva i problemi di elettrocuzione e collisione e risulta la più valida anche nei confronti del paesaggio: l’interramento dei cavi viene infatti realizzato soprattutto nelle aree naturalisticamente più interessanti. Dal punto di vista economico, oltre ai problemi di sicurezza, tale scelta pare molto vantaggiosa (La Vie électrique, 1991), anche per i nuovi macchinari oggi disponibili (pure in Italia) per la posa dei tracciati elettrici. Anche in questo caso la scelta dell’interramento di una linea MT deve essere fatta sulla base delle differenti realtà locali. Meno semplice pare la messa in opera di linee AT sotterranee, fondamentalmente per problemi di ordine tecnico relativi alle troppo corte distanze massime di trasporto della corrente in cavo interrato, alla manutenzione, allo spazio naturale che verrebbe utilizzato a tale scopo e per i costi troppo elevati dell’operazione (Aménagement et Nature n. 79). Cavi aerei MT dotati di rivestimento isolante Si tratta di conduttori singoli ricoperti di rivestimento isolante o riuniti all’interno di un rivestimento isolante unico; le linee elettriche di tale tipo risolvono definitivamente il problema dell’elettrocuzione (A.M.B.E., 1990; E.D.F./G.D.F., 1991). In Italia l’uso di cavo isolato (Elicord), non è generalizzato soltanto per un costo maggiore di installazione (mentre il risparmio ambientale della salvezza di specie animali rare o rarissime viene considerato zero), anche se lo stesso viene compensato da una minore necessità di manutenzione e minore necessità di tenere sgombre le aree sottostanti le linee in aree boscate, da 6 metri a 3 metri (Ceccolini G., com. pers.). Rivestimenti isolanti (di prevalenza in PVC) per strutture elettriche MT Si tratta di rivestimenti isolanti che vengono adattati alle porzioni dei conduttori più prossime alla testa dei pali MT, talora rivestendo anche gli isolatori e parti dei trasformatori. Tale sistema di isolamento elimina definitivamente il rischio di elettrocuzione, e rappresenta il primo tipo di intervento di minimizzazione del rischio elettrico da prendere in considerazione in linee preesistenti (E.D.F./G.D.F., 1991). 54 Prevenzione del rischio elettrico in Europa e negli Stati Uniti Linea isolata per la protezione dell’avifauna (Colline Metallifere GR). L’uso di cavo Elicord, associato ad una idonea pigmentazione dei pali (verde scuro o marrone come appare nella simulazione) per ridurre l’alterazione paesaggistica, rappresenta, dopo l’interramento, la migliore minimizzazione dell’impatto delle linee a media tensione. Gli enti che gestiscono aree protette, Regioni e Province dovrebbero rendere, da subito, obbligatorio l’uso dell’Elicord nelle zone protette ed in quelle frequentate da specie rare e minacciate (foto G. Ceccolini). 5.3. SISTEMI DI IMPEDIMENTO/ATTRAZIONE DELLA POSA SU PILONE Aste verticali ed analoghi sistemi di dissuasione per pali di linee MT Il più comune sistema di dissuasione alla posa degli uccelli sulle strutture a rischio è quello rappresentato da barre verticali che, poste sulle teste dei pali MT (luogo preferenziale di posa degli uccelli), impediscono a questi di posarsi in quanto riducono lo spazio libero della testa (CODA, 1988; E.D.F./G.D.F., 1991; Olendorff et al., 1981). Questo tipo di prevenzione mostra la sua maggiore efficacia quando riesce a ridurre notevolmente le possibilità di manovra di un uccello ed a saturare completamente lo spazio presente sulla testa del palo, che altrimenti viene utilizzato ugualmente dagli uccelli (A.M.B.E., 1990; CODA, 1988; E.D.F./G.D.F., 1991). 55 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Alcuni tipi di aste di dissuasione sono dette “a ventaglio” per la presenza di più bracci verticali che partono da una stessa base (CODA, 1988; E.D.F./G.D.F., 1991), altri sistemi sono composti da cerchi metallici che contornano le strutture a rischio (CODA, 1988; Friedler e Wissner, 1980; Waldschmidt, 1979). Allo stesso scopo, ma strutturalmente differenti, vengono utilizzate delle spirali che, avvolgendo la testa dei pali ad isolatori portanti (quelli a maggiore rischio di elettrocuzione), impediscono agli uccelli di posarvisi (E.D.F./G.D.F., 1991). Un ulteriore sistema di protezione degli uccelli dal rischio di elettrocuzione è formato da triangoli in legno o PVC che vengono posti sulla testa dei pali a rischio (Nelson, 1979b, 1980; Olendorff, 1981), occupando lo spazio che potrebbe invogliare un uccello a posarvisi. Aste verticali con posatoio artificiale alla sommità per pali di linee MT Un esempio di sistema che associa le finalità dissuasive (la barra impedisce all’uccello di posarsi sul palo) a quelle attrattive. Alla sommità della barra si trova un posatoio artificiale che risulta molto attraente. Il posatoio può essere costituito da un’ampia base orizzontale o da una barra orizzontale (A.M.B.E., 1990; CODA, 1988; E.D.F./G.D.F., 1991; Friedler e Wissner, 1980; Nelson e Nelson, 1975; Olendorff et al., 1981). Lo studio dell’efficacia di tale sistema ha dimostrato che l’associazione di elementi dissuasivi a quelli attrattivi produce gli effetti migliori: i sistemi più efficaci sono quelli che impediscono fisicamente all’uccello di posarsi su di un palo a rischio e, allo stesso tempo, gli offrono un posatoio talmente attraente da essere preferito al palo (A.M.B.E., 1990). In alcuni casi il posatoio non è unito all’asta verticale ma si trova più in basso, lungo il palo (E.D.F./ G.D.F., 1991). 5.4. MINIMIZZAZIONE DELL’IMPATTO RELATIVO ALLA COSTRUZIONE DI UN ELETTRODOTTO La costruzione di un elettrodotto, sia esso a MT che ad AT, comporta necessariamente un forte disturbo sull’ambiente circostante, certamente temporaneo ma i cui effetti possono variare di molto a seconda del periodo in cui i lavori sono effettuati. L’edificazione di una linea elettrica arreca il massi56 Prevenzione del rischio elettrico in Europa e negli Stati Uniti mo disturbo se viene eseguita in coincidenza del periodo di riproduzione degli uccelli: nelle coppie riproduttrici, in particolar modo in quelle specie molto sensibili al disturbo umano, ciò porta inevitabilmente al fallimento della riproduzione, soprattutto se questa è alle sue fasi iniziali (Olendorff et al., 1981; Stahlecker, 1975). Per alcune specie anche il fallimento di una sola riproduzione può rivelarsi un fattore di forte impatto su tutta la popolazione. Nei siti più importanti per l’avifauna, per ridurre ai minimi termini questo tipo di perturbazione, sarebbe raccomandabile evitare l’effettuazione dei lavori di installazione di una linea elettrica durante tutto il periodo della nidificazione, ovvero da inizio marzo a fine luglio (A.M.B.E., 1992, 1993a e 1993b). Alcune specie, come l’Aquila reale, richiedono la massima tranquillità intorno al sito di nidificazione già a partire dal mese di febbraio. Il disturbo creato dalla costruzione di un elettrodotto potrà essere meglio assorbito da uccelli svernanti i quali hanno la possibilità di spostarsi in altre zone (Olendorff et al., 1981). Anche in questo caso, però, certe aree di svernamento rappresentano dei punti molto delicati per la presenza di alcune specie particolarmente rare e localizzate: sarà allora necessaria una attenta valutazione dell’impatto di tale opera. Costruzione di numerose linee elettriche che attraversano l’area della Montagnola senese (foto G. Ceccolini). 57 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Nell’impossibilità di realizzare i lavori di costruzione di un elettrodotto al di fuori del periodo critico per gli uccelli, un’alternativa può essere quella di limitare il disturbo operando in una limitata e precisa fascia oraria della giornata (Meyer, 1980; Nelson, 1979a), permettendo così agli uccelli di abituarsi più facilmente al disturbo e di svolgere le attività necessarie a portare avanti la riproduzione con successo. Questo significa che occorre iniziare i lavori quando i giovani delle specie a priorità di conservazione si trovano ad uno stadio di sviluppo avanzato (fase meno delicata di quella della cova o dei primi giorni dopo la schiusa delle uova), ed operare in una fascia oraria che permetta agli adulti almeno di alimentare i giovani al nido, molto presto al mattino e nel tardo pomeriggio. Per specie che sono solite avere più siti di riproduzione alternativi, tra i quali ne viene scelto uno ogni anno al momento della nidificazione, iniziare i lavori in anticipo rispetto all’inizio dell’acquisizione del sito di riproduzione, permetterebbe alla coppia di scegliere sin dall’inizio un sito alternativo (Nelson, 1979a). Anche la costruzione ripartita in più momenti ed in più luoghi diversi contemporaneamente, frazionati nel corso dell’anno, permetterebbe di evitare di intervenire nelle zone più delicate nel momento meno indicato, spostando momentaneamente e quando necessario i lavori in altri settori dell’elettrodotto (Baldridge, 1977; Consumer Power Company, 1972; Edison Electric Institute, 1980; Meyer, 1979; Nelson, 1979a; Thomas Reid Associates, 1980; U.S. Bureau of Land Management, 1976a). La valutazione della necessità e della durata di una limitazione del periodo di installazione di una linea va comunque fatta caso per caso e richiede sempre un accurato studio preliminare dell’avifauna locale. La costruzione di una nuova linea elettrica comporta una serie di modificazioni e di manomissioni dell’ambiente naturale che devono essere ridotti al massimo, per il mantenimento della qualità degli ambienti interessati dall’opera, soprattutto se questi sono particolarmente integri. In questo caso si renderà necessario servirsi, per quanto possibile, delle vie di accesso interne già presenti, al fine di non apportare modificazioni troppo rapide alla struttura del paesaggio. Per quanto questo rappresenti una realtà troppo distante da quella del nostro Paese, vale la pena sottolineare, a titolo di pura e semplice curiosità, che negli Stati Uniti, laddove un elettrodotto debba necessariamente attraversare zone naturali particolarmente integre, per evitare di aprire nuove strade di accesso 58 Prevenzione del rischio elettrico in Europa e negli Stati Uniti vengono utilizzati gli elicotteri. Allo stesso scopo le operazioni di manutenzione della linea dovrebbero essere effettuate, per quanto possibile, nella piena compatibilità con le esigenze della fauna locale e non solo degli uccelli. L’aumento dell’accessibilità all’interno di aree naturali precedentemente indisturbate, rappresenta l’effetto negativo più pesante a lungo termine relativo alla costruzione di una nuova linea elettrica. A questa più facile penetrazione da parte dell’uomo si associa spesso, come precedentemente accennato, il problema del bracconaggio, che interessa non solamente le specie sulle quali viene effettuato, ma anche le linee elettriche, che possono subire gravi danni nel momento in cui vengono presi di mira gli animali posati sui pali della linea. In questo senso, una linea elettrica mal concepita può arrecare molti più danni di quanti non se ne possano immaginare; infatti si possono riscontrare: • mortalità selettiva per classi d’età e per specie, dovuta all’elettrocuzione; • mortalità selettiva per specie dovuta alle collisioni; • alterazione della struttura e della composizione del paesaggio, con conseguenti modificazioni nel popolamento animale presente; • aumento del disturbo umano (campeggio, escursionismo, caccia, pesca, caccia fotografica, arrampicata ed altre attività ricreative); • mortalità non selettiva dovuta al bracconaggio. Sbarramento di linee elettriche a diversa altezza (Monti della Tolfa VT), un’area frequentata da Nibbio reale, Biancone e Falco pecchiaiolo (foto G. Ceccolini). 59 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Pagina volutamente vuota 60 6. LINEE GUIDA PER NUOVE NORME PER LA MINIMIZZAZIONE DEL RISCHIO ELETTRICO Come esposto nei capitoli precedenti, il livello di pericolosità delle elettrificazioni presenti sul territorio italiano è estremamente elevato. Diviene quindi particolarmente urgente la redazione in tempi rapidi di una legislazione nazionale finalizzata al contenimento del rischio elettrico degli elettrodotti già esistenti ed alla definizione degli standard di riferimento per i nuovi. Per giungere alla definizione di nuove norme, si propone il seguente elenco di azioni: 1 - sottoporre le linee elettriche ad alta tensione esistenti ad una verifica del rischio di collisione, al fine di individuare i tratti che, per le ragioni citate nei capitoli precedenti, risultino ad alto rischio e disporvi adeguate misure di contenimento del rischio di collisione; 2 - predisporre sistemi che riducano il rischio di collisione in tutte le nuove linee elettriche ad alta tensione; 3 - sottoporre le linee elettriche a media tensione esistenti ad una verifica del rischio di elettrocuzione e secondariamente di collisione, al fine di individuare i tratti ed i piloni che, per la presenza nelle vicinanze di specie di particolare interesse conservazionistico e/o particolarmente esposte a questo tipo di pericolo, risultino ad alto rischio e disporvi adeguate misure di contenimento del rischio di elettrocuzione e collisione; 4 - costruire tutte le nuove linee a media tensione in cavo isolato e, ove possibile, sotterrato; 5 - sostituire le vecchie linee a 220 e 380 volt a fili scoperti con cavi isolati; 6 - considerare sempre come aree a rischio tutte le aree protette e quelle zone ove siano previsti progetti di reintroduzione di specie di particolare interesse conservazionistico e/o particolarmente esposte a questo tipo di pericolo; 7 - definire una lista di specie a priorità di conservazione, per le quali richiedere necessariamente interventi di minimizzazione del rischio elettrico nelle aree dove esse siano distribuite, anche al di fuori di aree protette; 61 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna 8 - definire una metodologia standard di riferimento per la valutazione del grado di pericolosità di un tracciato elettrico; 9 - predisporre in ogni regione una unità operativa specializzata per la messa in opera delle minimizzazioni del rischio elettrico; 10 - disporre un capitolato delle minimizzazioni effettuabili sulle elettrificazioni nazionali che prenda in considerazione i seguenti punti: a) tipi e posizione di posatoi su piloni della media tensione; b) tipi e posizione di sistemi di impedimento alla posa; c) tipi e posizione di sistemi di avvertimento visivo; d) tipi di isolamento; e) tipi di modifiche da apportare alle strutture esistenti; f) progettazione di nuovi modelli di linea non più mortali; g) collocazione dei tracciati delle linee; h) stagioni ed orari della messa in opera delle nuove linee; i) stagioni ed orari della messa in opera delle minimizzazioni; j) stagioni ed orari della manutenzione ordinaria; k) viabilità di accesso alla linea; l) situazioni climatiche e tipi di minimizzazioni; m)indagine per la messa in opera delle minimizzazioni da parte di personale qualificato. Sebbene non sia stato ancora realizzato alcun tipo di studio specifico per la minimizzazione del rischio elettrico in Italia, le soluzioni ed i materiali adottati all’estero, viste le rassomiglianze delle strutture elettriche impiegate, permettono di suggerire alcuni tipi di interventi pratici, evidenziati già nelle figure da 1 a 8. Per quanto concerne l’alta tensione, le molteplici soluzioni sperimentate negli altri Paesi, e presentate nel capitolo 5, costituiscono quanto di meglio venga oggi utilizzato per la riduzione del rischio di collisione su AT. Alla luce di tutto ciò appare indispensabile, per la salvaguardia della nostra avifauna, che anche in Italia si prenda seriamente coscienza del problema derivante dalla presenza delle linee elettriche, sinora troppo spesso sottovalutato o, per meglio dire, volutamente non preso in considerazione. Inevitabilmente, presto o tardi, anche nel nostro Paese sarà necessario adeguarsi a quanto oggi viene considerato prassi normale nella prevenzione del rischio elettrico nei confronti degli uccelli. E per molte specie, già ora siamo troppo in ritardo... 62 APPENDICE 63 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Nella pagina precedente: Falco cuculo (femmina), una specie che sosta volentieri sui pali di linee elettriche e telefoniche (foto G. Ceccolini). 64 APPENDICE A. AREA DI STUDIO CAMPIONE: PRESENZA E DISTRIBUZIONE DEGLI ELETTRODOTTI A MEDIA ED ALTA TENSIONE IN ALCUNE AREE DI PARTICOLARE INTERESSE NATURALISTICO DELLA PROVINCIA DI GROSSETO (Vincenzo Penteriani) INTRODUZIONE Numerose sono le specie sensibili a quello che potremmo definire “rischio elettrico”, in modo particolare i rapaci. Alcune specie di particolare rilevanza a livello nazionale, nonché inserite fra quelle prioritarie citate dalla direttiva CEE sugli Uccelli, sono presenti come nidificanti, svernanti, migratorie, estivanti o con individui erratici nella Provincia di Grosseto: fra queste possiamo citare ad esempio il Biancone (Circaetus gallicus), il Nibbio reale (Milvus milvus), il Capovaccaio (Neophron percnopterus), in reintroduzione, ed il Lanario (Falco biarmicus). Si prende in esame la distribuzione degli elettrodotti a media ed alta tensione in sei aree di particolare interesse naturalistico per la presenza delle specie sopra menzionate: 1. Colline Metallifere/Massa Marittima; 2. Riserva Naturale Padule Diaccia Botrona; 3. Parco Naturale della Maremma; 4. Monte Argentario, Riserve Naturali Laguna di Orbetello, Duna Feniglia e Lago di Burano; 5. Roccaccia di Montauto/Manciano; 6. Alta Valle dell’Albegna (sino a Saturnia), Riserve Naturali di Montelabbro (compreso Parco Faunistico dell’Amiata), Pescinello e Rocconi. A tale scopo sono state analizzate le carte in scala 1:25.000 (per la media tensione) ed 1:100.000 (per l’alta tensione) relative alla distribuzione dei tracciati degli elettrodotti nelle zone citate. Le carte sono state gentilmente fornite dal Dipartimento dell’E.N.E.L. S.p.A. di Grosseto; si ringraziano per la collaborazione l’Ing. F. Di Salvatore e l’Ing. R. Vollaro. 65 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna La distribuzione dei tracciati ha permesso di individuare, all’interno delle zone interessate dall’analisi, delle aree particolarmente a rischio per l’avifauna, le prime a dover essere interessate da un eventuale studio e contemporanea modifica delle linee per ridurre i rischi di elettrocuzione ed impatto. Le lunghezze dei tracciati elettrici ed il numero dei piloni a rischio devono essere considerati come una stima della situazione attuale, la cui definizione più precisa e rigorosa richiede un’analisi sul campo che, oltre all’individuazione delle strutture a rischio, prenda in esame anche la morfologia locale e la presenza eventuale di siti di particolare importanza per l’avifauna. 1. Colline Metallifere/Massa Marittima Chilometri di linee elettriche a media tensione: 311 km ca. Interruttori aerei: 208 ca. Trasformatori aerei: 189 ca. Traverse di derivazione: 123 ca. Chilometri di linee elettriche ad alta tensione: 15 km ca. (linea di Ghirlanda); 2. Riserva Naturale Padule Diaccia Botrona Chilometri di linee elettriche a media tensione: 28 km ca. Interruttori aerei: 20 ca. Trasformatori aerei: 17 ca. Traverse di derivazione: 12 ca. Chilometri di linee elettriche ad alta tensione: 0 km 3. Parco Naturale della Maremma Chilometri di linee elettriche a media tensione: 53 km ca. Interruttori aerei: 50 ca. Trasformatori aerei: 37 ca. Traverse di derivazione: 20 ca. Chilometri di linee elettriche ad alta tensione: 0 km; 4. Monte Argentario, Riserve Naturali Laguna di Orbetello, Duna Feniglia e Lago di Burano Chilometri di linee elettriche a media tensione: 157 km ca. Interruttori aerei: 155 ca. Trasformatori aerei: 124 ca. Traverse di derivazione: 44 ca. Chilometri di linee elettriche ad alta tensione: 3 km ca. (linea di Orbetello-Manciano). 5. Roccaccia di Montauto/Manciano Chilometri di linee elettriche a media tensione: 40 km ca. Interruttori aerei: 35 ca. Trasformatori aerei: 28 ca. 66 Aree di studio campione in Provincia di Grosseto Traverse di derivazione: 16 ca. Chilometri di linee elettriche ad alta tensione: 0 km 6. Alta Valle dell’Albegna (sino a Saturnia), Riserve Naturali di Montelabbro (compreso il Parco Faunistico dell’Amiata), Pescinello e Rocconi Chilometri di linee elettriche a media tensione: 317 km ca. Interruttori aerei: 260 ca. Trasformatori aerei: 227 ca. Traverse di derivazione: 148 ca. Chilometri di linee elettriche ad alta tensione: 29 km ca. (linea di Manciano e di Manciano-Bagnore). CONCLUSIONI Le zone di prioritaria importanza della Provincia di Grosseto appaiono attraversate da una rete elettrica ad ampia diffusione e relativamente capillarizzata, in particolar modo nell’Alta Valle dell’Albegna dove sono necessari urgentissimi interventi di messa in sicurezza delle linee. L’area può vedere aumentare in maniera notevole il rischio per la costruzione di linee elettriche legate a nuove centrali geotermiche, considerato che il problema, legato alla presenza di un’avifauna estremamente rara, non viene preso in considerazione. Fanno eccezione la zona umida della Riserva naturale Diaccia Botrona ed i Monti dell’Uccellina all’interno del Parco della Maremma. Anche in queste aree, comunque, i tracciati degli elettrodotti a media tensione formano una fascia elettrica esterna potenzialmente a rischio, soprattutto nel corso degli spostamenti effettuati da alcune specie di uccelli, siano essi giornalieri (ad esempio verso le zone di alimentazione) o periodici (erratismi e flussi migratori). Nel Parco Naturale della Maremma, nell’agosto 1995, fu rinvenuta una Cicogna bianca folgorata nel tentativo di posarsi sulla cima di un palo di una linea a MT (Giovacchini, com. pers.). L’analisi cartografica ha messo in evidenza la presenza totale di circa 906 km di linee elettriche a media tensione potenzialmente a rischio, di circa 47 km di linee ad alta tensione, nonché un numero complessivo di ca. 728 interruttori aerei, ca. 622 trasformatori aerei e ca. 363 traverse di derivazione. Queste cifre, sebbene rappresentino solo una stima della rete elettrica e dei suoi elementi strutturali presenti nelle aree indagate, possono comunque fornire un’idea di quale tipo di impatto possano svolgere gli elettrodotti nel grossetano. 67 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna Interventi Enel per la protezione dell’avifauna in provincia di Grosseto Va ricordato che la società Enel s.p.a., zona di Grosseto, si è dimostrata molto attenta al problema rappresentato dalle linee elettriche in aree sensibili ed ha provveduto (o sta provvedendo) su sollecitazione del WWF o di propria iniziativa a modificare le linee elettriche MT attorno al Lago di Burano, alla Laguna di Orbetello e nella zona di Perolla-Cerro Balestro, utilizzando cavo Elicord interrando le linee o modificando le strutture portanti. Preludio ad un diverso approccio nella progettazione delle linee che tenga conto anche della protezione dell’avifauna. Per tutto questo si ringraziano l’attuale direttore dell’Enel, zona di Grosseto, ing. Francesco Gazzolo, ed i responsabili delle agenzie Enel di Orbetello e di Follonica. Guido Ceccolini Linea MT modificata con un tipo di nuovo supporto che allontana i fili dalla struttura metallica. Si potrebbe migliorare la struttura prevedendo l’installazione di un arco superiore ricoperto di materiale isolante (nella simulazione in rosso) che funga da posatoio. Si eviterebbe così anche il pericolo della folgorazione per l’espulsione di escrementi liquidi (foto G. Ceccolini). 68 APPENDICE B SPECIE DI UCCELLI DELL’AVIFAUNA ITALIANA SENSIBILI AL RISCHIO ELETTRICO Il presente elenco comprende i dati elaborati dall’Association Multidisciplinaire des Biologistes de l’Environnement (A.M.B.E., 1990, 1990a, 1992, 1993a e 1993b), gentilmente concessi da Jean-Luc Mériaux, e dall’Autore. Per ogni specie viene indicata la sensibilità massima riscontrata nei confronti del rischio di elettrocuzione e di collisione su linee MT ed AT, anche se questa può variare a seconda della morfologia locale e dei percorsi degli elettrodotti. Non è stato possibile differenziare, allo stato delle conoscenze attuali, il diverso grado di sensibilità delle specie in rapporto alle linee MT ed a quelle AT: la frammentarietà di dati in merito permette di poter suddividere le specie solo secondo una classificazione che tenga conto del fenomeno elettrico in tutta la sua globalità. 1 = nome volgare della specie; 2 = nome scientifico della specie; 3 = posizione della specie nella Lista Rossa degli uccelli nidificanti in Italia (a= vulnerabile; b= minacciata; c= rarissima; d= rara; e= endemica; f= parzialmente minacciata) (Pavan M., 1992); l’assenza di lettera indica che la specie non rientra tra quelle nidificanti in Italia o non risulta inserita nella Lista Rossa; 4 = sensibilità della specie al rischio elettrico. La sensibilità nei confronti del rischio elettrico viene così definita: 1 = specie poco sensibile (mortalità occasionale): queste specie non vengono presentate nel presente listato; 2 = specie sensibile (mortalità regolare ma numericamente poco significativa); 69 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna 3 = specie molto sensibile (mortalità regolare e numericamente significativa, anche se a livello locale); 4 = specie estremamente sensibile (mortalità molto elevata: la mortalità imputabile ad elettrocuzione e/o collisione su elettrodotti risulta attualmente per questa specie una delle cause principali di decesso). ELENCO DELLE SPECIE 1 2 PODICIPEDIDAE Tuffetto Svasso maggiore Svasso piccolo Svasso collorosso Svasso cornuto Podiceps Podiceps Podiceps Podiceps Podiceps ruficollis cristatus nigricollis grisegena auritus PHALACROCORACIDAE Cormorano Phalacrocorax carbo Marangone dal ciuffo Phalacrocorax aristotelis Marangone minore Phalacrocorax pygmeus 3 4 a/f b/d - 4 4 3 3 3 a a - 4 3 3 ARDEIDAE Tarabuso Airone cenerino Airone rosso Nitticora Garzetta Tarabusino Airone bianco maggiore Sgarza ciuffetto Airone guardabuoi Botaurus stellaris Ardea cinerea Ardea purpurea Nycticorax nycticorax Egretta garzetta Ixobrychus minutus Egretta alba Ardeola ralloides Bubulculus ibis b/c a a a a/f b - 4 4 4 4 4 3 3 3 3 CICONIIDAE Cicogna nera Cicogna bianca Ciconia nigra Ciconia ciconia a/d 4 4 THRESKIORNITIDAE Mignattaio Plegadis falcinellus a/c 3 d/a 4 PHOENICOPTERIDAE Fenicottero Phoenicopterus ruber 70 Specie di uccelli dell’avifauna italiana sensibili al rischio elettrico 1 2 3 4 ANATIDAE Cigno reale Cigno selvatico Cigno minore Oca selvatica Oca granaiola Oca zamperosee Oca lombardella Oca lombardella minore Oca colombaccio Casarca Volpoca Fischione Canapiglia Alzavola Germano reale Codone Marzaiola Mestolone Fistione turco Moriglione Moretta Moretta grigia Moretta tabaccata Moretta codona Quattrocchi Orco marino Orchetto marino Edredone Gobbo rugginoso Smergo minore Smergo maggiore Pesciaiola Cygnus olor Cygnus cygnus Cygnus columbianus Anser anser Anser fabalis Anser brachyrhynchos Anser albifrons Anser erythropus Branta bernicla Tadorna ferruginea Tadorna tadorna Anas penelope Anas strepera Anas crecca Anas platyrhynchos Anas acuta Anas querquedula Anas clypeata Netta rufina Aythya ferina Aythya fuligula Aythya marila Aythya nycora Clangula hyemalis Bucephala clangula Melanitta fusca Melanitta nigra Somateria mollissima Oxyura leucocephala Mergus serrator Mergus merganser Mergus albellus a a a a/d - 4 4 4 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 2 2 2 ACCIPITRIDAE Capovaccaio Grifone Aquila reale Aquila del Bonelli Aquila minore Biancone Neophron percnopterus Gyps fulvus Aquila chrysaetos Hieraaetus fasciatus Hieraaetus pennatus Circaetus gallicus b/c a/d/f a/b d/f a/d 4 4 4 4 4 4 71 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna 1 2 Poiana Buteo buteo Nibbio reale Milvus milvus Nibbio bruno Milvus migrans Falco di palude Circus aeruginosus Aquila anatraia minore Aquila pomarina Aquila anatraia maggiore Aquila clanga Gipeto Gypaetus barbatus Avvoltoio monaco Aegypius monachus Aquila di mare Haliaaetus albicilla Poiana codabianca Buteo rufinus Poiana calzata Buteo lagopus Falco pecchiaiolo Pernis apivorus Astore Accipiter gentilis Sparviero Accipiter nisus Albanella reale Circus cyaneus Albanella minore Circus pygargus Albanella pallida Circus macrourus PANDIONIDAE Falco pescatore Pandion Haliaaetus FALCONIDAE Falco pellegrino Lanario Sacro Falco cuculo Falco grillaio Gheppio Smeriglio Lodolaio Falco della Regina Falco Falco Falco Falco Falco Falco Falco Falco Falco TETRAONIDAE Pernice bianca Gallo cedrone Fagiano di monte Francolino di monte Lagopus mutus Tetrao urogallus Tetrao tetrix Bonasia bonasia PHASIANIDAE Colino della Virginia Coturnice Colinus virginianus Alectoris graeca 72 peregrinus biarmicus cherrug vespertinus naumanni tinnunculus columbarius subbuteo eleonorae 3 4 b/d b b/d f/d a/d b/d - 4 4 4 4 4 4 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 - 4 a/d/b b/d b/d b/d/e 4 4 4 3 3 3 3 3 2 a/b d/b/a a/b/d b/d 3 3 3 3 a/d 3 3 Specie di uccelli dell’avifauna italiana sensibili al rischio elettrico 1 2 3 4 Ciukar Pernice rossa Pernice sarda Francolino Starna Quaglia Fagiano Alectoris chukar Alectoris rufa Alectoris barbara Francolinus francolinus Perdix perdix Coturnix coturnix Phasianus colchicus a e/a a/d a/b - 3 3 3 3 3 2 3 RALLIDAE Porciglione Voltolino Schiribilla grigiata Schiribilla Re di quaglie Pollo sultano Gallinella d’acqua Folaga Rallus aquaticus Porzana porzana Porzana pusilla Porzana parva Crex crex Porphyrio porphyrio Gallinula chloropus Fulica atra b/a d/b c/b d/b c/b d/b - 3 3 3 3 3 3 3 3 GRUIDAE Gru Grus grus - 4 OTIDIDAE Gallina prataiola Tetrax tetrax d/b/a 4 HAEMATOPODIDAE Beccaccia di mare Haematopus ostralegus d/b/a 2 RECURVIROSTRIDAE Avocetta Recurvirostra avosetta Cavaliere d’Italia Himantopus himantopus a/b a 2 2 BURHINIDAE Occhione Burhinus oedicnemus a/b 3 CHARADRIIDAE Pavoncella Corriere grosso Corriere piccolo Fratino Pivieressa Piviere dorato Piviere tortolino Vanellus vanellus Charadrius hiaticula Charadrius dubius Charadrius alexandrinus Pluvialis squatarola Pluvialis apricaria Eudromias morinellus a/d a/b a/b - 4 2 2 2 2 2 2 73 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna 1 2 3 4 SCOLOPACIDAE Beccaccino Croccolone Frullino Beccaccia Chiurlo maggiore Chiurlo piccolo Chiurlottello Combattente Pittima reale Pittima minore Totano moro Pettegola Pantana Albastrello Piro-piro culbianco Piro-piro boschereccio Piro-piro piccolo Piovanello maggiore Voltapietre Gallinago gallinago Gallinago media Lymnocryptes minimus Scolopax rusticola Numenius arquata Numenius phaeopus Numenius tenuirostris Philomachus pugnax Limosa limosa Limosa lapponica Tringa erythropus Tringa totanus Tringa nebularia Tringa stagnatilis Tringa ochropus Tringa glareola Actitis hypoleucos Calidris canutus Arenaria morinellus a/d a a/b - 3 3 3 3 3 3 3 3 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 LARIDAE Gabbiano reale Gabbiano comune Gavina Gabbiano corallino Gabbiano roseo Gabbianello Zafferano Mugnaiaccio Larus Larus Larus Larus Larus Larus Larus Larus a/d a/d - 3 3 3 3 2 2 2 2 STERNIDAE Mignattino piombato Mignattino alibianche Mignattino Sterna comune Sterna maggiore Chlidonias hybridus Chlidonias leucopterus Chlidonias niger Sterna hirundo Hydroprogne tschegrava a/d/b d/a/b c/a 2 2 2 2 2 COLUMBIDAE Colombella Colombaccio Columba oenas Columba palumbus d/b - 4 4 74 cachinnans ridibundus canus melanocephalus genei minutus fuscus marinus Specie di uccelli dell’avifauna italiana sensibili al rischio elettrico 1 2 3 4 d/a/b a/b 4 3 3 - 2 a/f 4 Piccione selvatico Tortora dal collare or. Tortora Columba livia Streptopelia decaocto Streptopelia turtur CUCULIDAE Cuculo Cuculus canorus TYTONIDAE Barbagianni Tyto alba STRIGIDAE Gufo reale Civetta Allocco Gufo comune Civetta capogrosso Gufo di palude Civetta nana Assiolo Bubo bubo Athene noctua Strix aluco Asio otus Aegolius funereus Asio flammeus Glaucidium passerinum Otus scops a/b/d f f a/f d/a d/a - 4 4 4 4 3 3 2 2 CAPRIMULGIDAE Succiacapre Caprimulgus europaeus a/b 2 UPUPIDAE Upupa Upupa epops - 2 PICIDAE Picchio cenerino Picchio verde Picchio rosso maggiore Picchio rosso minore Picchio rosso mezzano Picchio dorsobianco Picchio tridattilo Picchio nero Picus canus Picus viridis Picoides major Picoides minor Picoides medius Picoides leucotos Picoides tridactylus Dryocopus martius d/b f a/f a/f d/f d/a/f d/a/b d/a/b 2 2 2 2 2 2 2 2 TURDIDAE Codirossone Passero solitario Merlo Tordo sassello Monticola saxatilis Monticola solitarius Turdus merula Turdus iliacus a a/b - 3 3 3 3 75 L'impatto delle linee elettriche sull'avifauna 1 2 4 a/f 2 2 2 2 - 2 a/f 2 2 Merlo dal collare Cesena Tordo bottaccio Tordela Turdus Turdus Turdus Turdus SYLVIIDAE Usignolo di fiume Cettia cetti LANIIDAE Averla maggiore Averla capirossa Lanius excubitor Lanius senator CORVIDAE Gracchio corallino Corvo Cornacchia nera Cornacchia grigia Corvo imperiale Ghiandaia Gazza Nocciolaia Gracchio alpino Taccola Pyrrhocorax pyrrhocorax Corvus frugilegus Corvus corone corone Corvus corone cornix Corvus corax Garrulus glandarius Pica pica Nucifraga caryocatactes Pyrrhocorax graculus Corvus monedula - 3 3 3 3 3 2 2 2 2 2 STURNIDAE Storno Storno nero Sturnus vulgaris Sturnus unicolor - 3 3 76 torquatus pilaris philomelos viscivorus 3 BIBLIOGRAFIA CONSULTATA ALYTES, 1987 - Impacto de los tendidos electricos en las poblaciones de aves. 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