Inclusione Scolastica - Sesto Circolo Didattico Salerno

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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
DIREZIONE DIDATTICA STATALE VI CIRCOLO DI SALERNO – MEDAGLIE D’ORO
Via Paolo Vocca, 12, Tel 089/79.26.60 - Fax 089/79.96.17 Cod. meccanografico C.F 80020070654
email [email protected] PEC [email protected]
Web:www.sestocircolodidatticosalerno.gov.
Un bambino può insegnare almeno tre cose agli adulti:
essere strafelice di vivere, stare sempre in attività e
volere con tutta la forza possibile ciò che si desidera.
Paulo Coelho
Premessa
La scuola deve definire le sue finalità partendo dai processi di apprendimento
dell’alunno, tenendo presente l’originalità del suo percorso individuale e le possibilità
offerte dalla rete di relazione che lo legano alla famigli a e alle varie agenzie
educative.
La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche deve
considerare che ogni alunno è portatore di una propria identità e cultura, di
esperienze affettive, emotive e cognitive. In questa prospettiva i docenti devono
realizzare i loro progetti educativi non per un alunno astratto ma cuciti “su misura”
per l’alunno.
Il bisogno di sentirsi valorizzato, di poter sviluppare il proprio progetto di vita, di
sentirsi ascoltato, amato e rispettato è di tutti gli allievi, dotati, anche se in modo
diverso, di capacità da promuovere per il successo formativo.
Il tema dell’inclusione non riguarda solo determinate categorie di alunni, ma riguarda
tutti perché ognuno di noi è “speciale”, pertanto la scuola-inclusione deve offrire la
possibilità a ciascuno di lavorare nella comunità scolastica secondo le proprie
possibilità personali.
Il gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI) ha elaborato il P.A.I. che raccoglie tutte le
azioni poste in atto nella scuola per realizzare la piena integrazione di tutti gli alunni
con bisogni educativi speciali (BES) sottolineando sia i punti di forza che quelli di
debolezza, al fine di migliorare in itinere la propria azione educativa didattica.
INTRODUZIONE: IL BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE
La scuola italiana ha mostrato sempre grande attenzione al tema dell’accoglienza e
delle pari opportunità di studio muovendosi anche in anticipo rispetto alle altre
nazioni europee con la legge 104/1992 e norme susseguenti o collegate, rivolte
all’handicap oggi disabilità. L’attenzione verso questo tema, inizialmente ampia e
generalizzata, si è successivamente ristretta ad un ambito tecnico e medicalizzato.
Solo in un secondo momento ed in modo improprio è stato utilizzato il termine
“svantaggio” per indicare un insieme di situazioni che necessitano invece di
un’attenta classificazione. Oggi la direttiva del 27/12/2012 e la C.M. 8/2013 hanno
introdotto la nozione di BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE (BES), ampliando il
campo di azione aggiungendo ulteriori profili. In sintesi rientrano nella definizione di
BES tre grandi sottocategorie:
• disabilità;
• disturbi evolutivi specifici;
• svantaggio socio-economico-linguistico-culturale.
DISABILITA’
Gli alunni disabili sono coloro che presentano una minorazione fisica, psichica o
sensoriale stabilizzata o progressiva che è causa di difficoltà di apprendimento, di
relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di
svantaggio sociale e di emarginazione.
La normativa di riferimento è la legge 104/92 (da ricordare per l’ambito sanitario il
DPR 24/2/1994 che riprende la 104).
In queste situazioni il percorso da seguire è standardizzato per legge e prevede
diverse fasi:
• il SSN formula la Diagnosi Funzionale (DF)
• la Commissione INPS convalida la certificazione medico-legale
• la famiglia consegna la documentazione alla scuola e la fa protocollare
• assegnazione dell’insegnante di sostegno in base alle risorse assegnate
• Profilo Dinamico-Funzionale (PDF)
• Piano Educativo-Didattico Individualizzato (PEI)
Disturbi evolutivi specifici
I disturbi evolutivi specifici comprendono quelli indicati nella direttiva ministeriale del
27/12/2012 e nella c.m. del 8/3/2013 e gli alunni DSA che, pur dotati di normali
capacità cognitive, presentano una difficoltà specifica di apprendimento nella lettura
e/o scrittura a livello grafico-motorio e/o ortografico e/o calcolo.
La normativa di riferimento è la legge 170 del 2010 più le linee guida del 12/7/2011.
In queste situazioni il percorso da seguire è standardizzato per legge e prevede:
• Piano Didattico Personalizzato (PDP): documento condiviso tra scuola e
famiglia che analizza la situazione di difficoltà e capacità individuando materia
per materia le modalità di adattamento dell’apprendimento prevedendo misure
compensative e dispensative
• Proprio perché il PDP è un atto dovuto se non si desidera è indispensabile che
la famiglia firmi una liberatoria
Svantaggio socio-economico-linguistico-culturale.
L’area dello svantaggio socio-economico-culturale comprende una categoria
generica e onnicomprensiva di cui fanno parte alunni con difficoltà di apprendimento
non momentanee e alunni le cui difficoltà possono avere origine fisica, biologica,
fisiologica, psicologica, socio-economico-culturale.
L’ indicazione di riferimento è la nota del MIUR del 27/12/2012 e le C.M. 6/3/2013 e
22/11/2013; per questi alunni può esistere o meno l’attestazione diagnostica e si
può adottare la procedura indicata nella legge 170 per i DSA.
Considerando che nella nostra realtà scolastica, a differenza delle precedenti
esperienze, si è avuto un incremento della presenza di alunni stranieri adottati e
non, si è ritenuto opportuno un lavoro di approfondimento sulle “Linee di indirizzo
per favorire il diritto allo studio degli alunni stranieri adottati” emanate con nota
MIUR del 18/12/2016 e C.M . n.2 dell’8/1/2010 recante “Indicazioni e
raccomandazioni per l’integrazione di alunni con cittadinanza non italiana”.
Alunni stranieri adottati e non
Per gli alunni stranieri in riferimento a quanto raccomandato dal documento del
MIUR sopra richiamato, si è provveduto all’individuazione di un docente referente
sulle tematiche in oggetto al fine di garantire il successo formativo e favorire la
collaborazione tra le famiglie, le istituzioni scolastiche e gli altri soggetti coinvolti nel
processo di adozione e integrazione.
Per le schede di raccolta informazioni che la famiglia deve compilare in occasione
del primo incontro con l’istituzione scolastica si rimanda ai documenti richiamati.
Scheda di rilevazione dei BES
Bisogni Educativi Speciali NON certificati
Scuola Primaria
Plesso ……………………………………………..........
Classe …….
Sezione ……
Alunno/a ………………………………………………………………………………...
Docenti di classe: ….............................................................................................
………………………………………………………………………………………………………...……….
Data rilevazione: ………………………………………
Segnare con una o
più crocette
Tipologia BES
Svantaggio socio-economico
Difficoltà linguistiche e/o culturali
Disagio comportamentale/relazionale
Sospetto DSA
Sospetto ADHD
Sospetto borderline cognitivo (ritardo mentale lieve)
Altro (specificare/descrivere)
ASPETTI DESCRITTIVI
(Segnare con crocette le aree deficitarie. Ove necessario specificare.)
Area Funzionale
deficit motorio-prassici
deambulazione
motricità globale
motricità fine
coordinazione motoria
movimenti finalizzati
orientamento
deficit neuropsicologici :
organizzazione spaziale
temporale
attenzione
concentrazione
memoria
altro:
deficit sensoriali:
vista
udito
altro:
Area
dell'Autonomia
deficit nell'autonomia personale:
cura di sé
uso e organizzazione di oggetti e materiali propri e comuni
orientamento nello spazio e nel tempo
deficit nell'autonomia sociale:
comportamenti nel gruppo
comportamenti inadeguati alle situazioni e ai contesti
altro:
Corporea
condizioni fisiche difficili:
ospedalizzazioni
malattie acute o croniche
lesioni
fragilità
anomalie cromosomiche
anomalie nella struttura del corpo
altro:
Cognitiva
deficit dell'apprendimento
del linguaggio
della letto-scrittura
delle abilità artimetiche
del ragionamento logico
della memoria
degli
Apprendimenti
Difficoltà in una o più specifiche aree disciplinari / competenze previste dai
piani studi dei singoli ordini di scuola (specificare quali):
Affettivo - area del sé (vissuti, emozioni, identità, immagine di sé)
relazione con i pari e gli adulti
relazionale
integrazione nel gruppo
motivazioni nei rapporti
motivazione rispetto all'apprendimento scolastico
motivazione rispetto alla frequenza alle lezioni
GRIGLIA DI RILEVAZIONE DEL DISAGIO SEGNALATO
LEGENDA (segnare con una crocetta)
0 L’elemento descritto
problematicità
dal criterio
non mette
in evidenza
particolari
1 L’elemento descritto mette in evidenza problematicità lievi e/o occasionali
2 L’elemento descritto mette in evidenza problematicità non gravi ma reiterate
3 L’elemento descritto mette in evidenza problematicità rilevanti e reiterate
4 L’elemento descritto mette in evidenza problematicità molto rilevanti e
osservabili continuativamente
* in presenza di asterisco, ove necessario specificare
mancanza di autonomia nel movimento e nell’uso del proprio corpo
0 1 2 3 4
difficoltà nell’uso di oggetti personali e di materiali scolastici
0 1 2 3 4
mancanza di autonomia negli spazi scolastici
0 1 2 3 4
mancanza di autonomia negli spazi esterni alla scuola
0 1 2 3 4
difficoltà di gestione del tempo
0 1 2 3 4
necessità di tempi lunghi
0 1 2 3 4
difficoltà nella pianificazione delle azioni
0 1 2 3 4
difficoltà di attenzione
0 1 2 3 4
difficoltà di concentrazione
0 1 2 3 4
difficoltà di memorizzazione
0 1 2 3 4
difficoltà di ricezione - decifrazione di informazioni verbali
0 1 2 3 4
difficoltà di ricezione - decifrazione di informazioni scritte
0 1 2 3 4
difficoltà di espressione - restituzione di informazioni verbali
0 1 2 3 4
difficoltà di espressione – restituzione di informazioni scritte
0 1 2 3 4
difficoltà nell’applicare conoscenze
0 1 2 3 4
difficoltà di lettura/scrittura
0 1 2 3 4
difficoltà logico/matematiche
0 1 2 3 4
Difficoltà in altre discipline*
0 1 2 3 4
difficoltà nel rispetto delle regole
0 1 2 3 4
svolgimento irregolare dei compiti a casa
0 1 2 3 4
mancata esecuzione delle attività in classe
0 1 2 3 4
domande e interventi non pertinenti
0 1 2 3 4
disturbo delle lezioni (distrae i compagni, ecc.)
0 1 2 3 4
facile distraibilità
0 1 2 3 4
difficoltà nello stare fermo al proprio posto
0 1 2 3 4
mancanza dei materiali necessari alle attività scolastiche
0 1 2 3 4
scarsa cura dei materiali
0 1 2 3 4
difficoltà di autoregolazione, autocontrollo
0 1 2 3 4
problemi comportamentali*
0 1 2 3 4
problemi emozionali (aggressività, timidezza, ansia, ostilità, tristezza,
ritiro)*
0 1 2 3 4
scarsa autostima/fiducia nelle proprie capacità
0 1 2 3 4
scarsa motivazione
0 1 2 3 4
scarsa curiosità
0 1 2 3 4
difficoltà nella relazione con i compagni
0 1 2 3 4
difficoltà nella relazione con gli insegnanti
0 1 2 3 4
difficoltà nella relazione con gli adulti
0 1 2 3 4
atteggiamenti oppositivi
0 1 2 3 4
ignoramento dei rimproveri
0 1 2 3 4
Fattori del
contesto
familiare
scolastico ed
extrascolastico
carenza/eccesso nel senso del pericolo
0 1 2 3 4
instabilità psico-motoria (eccesso nel movimento/iperattività)
0 1 2 3 4
Altro*
0 1 2 3 4
famiglia problematica
0 1 2 3 4
pregiudizi ed ostilità culturali
0 1 2 3 4
difficoltà socioeconomiche
0 1 2 3 4
ambienti deprivati/devianti
0 1 2 3 4
mancanza di mezzi o risorse nella scuola*:
difficoltà di comunicazione e o collaborazione tra le agenzie (scuola, servizi, enti,
operatori….) che intervengono nell’educazione e nella formazione*:
Bisogni espressi dal team degli insegnanti relativamente alle problematiche evidenziate
(strumenti, informazioni, sussidi ….) *
LA SCUOLA DELL’INFANZIA
Il ruolo della scuola dell'infanzia è di fondamentale importanza nell'identificare precocemente le
possibili difficoltà di apprendimento per cui è necessario osservare eventuali difficoltà grafomotorie, spaziotemporali, percettive, di memorizzazione, di linguaggio e socio-ambientali.
COSA FARE:
Osservare
Identificare i segnali di rischio
Rafforzare l'identità personale, l'autonomia e le competenze dei bambini
Consolidare le capacità sensoriali, percettive, motorie, sociali, linguistiche ed intellettive del
bambino.
5. Supportare con attività personalizzate o individualizzate i bambini di 5 anni che mostrano
ancora un’espressione linguistica non adeguata.
1.
2.
3.
4.
Scheda di rilevazione dei BES
Bisogni Educativi Speciali NON certificati
Scuola dell’Infanzia
6. Plesso ……………………………………………..........
Sezione ……
7. Alunno/a ………………………………………………………………………………...
8. Docenti di sezione: ….............................................................................................
9. ………………………………………………………………………………………………………...……….
10. Data rilevazione: ………………………………………
SFERA RELAZIONALE/COMPORTAMENTALE
Si mostra irrequieto e iperattivo
Dimostra opposizione ai richiami
Non stabilisce buoni rapporti con i compagni
E’ poco accettato/ ricercato dai compagni
Trasgredisce regole condivise
Ha reazioni aggressive con i compagni
Si isola dagli altri per lunghi periodi
Distrugge oggetti e cose
Compie gesti di autolesionismo
SFERA DELLO SVILUPPO
Non si esprime verbalmente
Parla in continuazione
Ha difficoltà fonologiche
balbetta
Si esprime con frasi poco chiare/poco strutturate
Ha una rapida caduta dell’attenzione
Ha difficoltà a comprendere le regole
0 1 2 3 4
Ha difficoltà di concentrazione
Ha difficoltà logiche
Ha difficoltà a memorizzare
Rifiuta qualsiasi attività proposta
Ha difficoltà di comprensione verbale
SFERA EMOZIONALE
Presenta ritardi nel linguaggio
Ha difficoltà di apprendimento
Ha improvvisi e significativi cambiamenti dell’umore
Ha comportamenti bizzarri
Manifesta fissità nelle produzioni
Lamenta malesseri fisici
Attribuisce i propri successi/insuccessi a cause esterne
Ha difficoltà ad esprimersi di fronte al gruppo
SFERA SOCIALE
Lamenta rifiuto da parte dei compagni ( disagio affettivo –relazionale )
Rinuncia di fronte all’impegno, alle prime difficoltà
Dimostra scarsa autonomia personale
Ha difficoltà di organizzazione spazio/temporale
Ha difficoltà di coordinazione grosso/motoria
Ha difficoltà di coordinazione fine
SFERA AMBIENTALE
Presenta segni fisici di maltrattamento
Ha materiale scolastico/didattico insufficiente
Famiglia problematica *
Difficoltà socio-culturali - comunicative ( famiglia di altra nazionalità) *
Difficoltà socio- economiche
Ambienti deprivati/devianti
Quali interventi?
Quali strumenti?
Quali modalità?
Linee guida per una didattica inclusiva
Finalità
Definire pratiche condivise all’interno del Circolo Didattico in tema di accoglienza e
integrazione/inclusione;
Facilitare l’ingresso degli alunni con BES nel sistema scolastico e sociale nel
quale saranno inseriti;
Realizzare l’inclusione, sviluppando le abilità sociali e comunicative dell’alunno;
Promuovere iniziative di collaborazione tra scuola, reti di scuole, Comune, Enti
territoriali, ASL, Associazioni;
Favorire un clima d’accoglienza nella scuola e rimuovere gli ostacoli;
Entrare in relazione con le famiglie.
Obiettivi ed azioni positive
Mettere l'allievo al centro dell’azione didattica, cioè accogliere ed accettare l’altro
come persona, per conoscere l’alunno anche dal punto di vista socio-affettivo, oltre
che cognitivo;
Includere, anziché escludere, anche gli studenti più problematici, cioè
riconoscerne i bisogni educativi speciali e cercare strategie idonee a sollecitare
l’attenzione e la partecipazione, per creare apprendimento significativo, per non
creare dispersione scolastica;
Considerare fondamentale la relazione educativa, base indispensabile
dell’apprendimento, al di là della disciplina e dei programmi da svolgere;
Promuovere la dimensione comunitaria e sociale dell’apprendimento;
Praticare in classe strategie più coinvolgenti di quelle tradizionali;
Condividere le linee metodologie e i presupposti pedagogici con tutto il personale
educativo;
Riconoscere i diversi bisogni e le differenze individuali, dando risposte diverse a
domande diverse, cioè curare la personalizzazione dell’insegnamento e adeguare in
itinere la programmazione.
PERSONALE
COMPITI
Dirigente scolastico
Promuove attività di formazione e di
aggiornamento al fine di garantire a tutti gli
insegnanti il conseguimento di competenze e
di strumenti operativo-concettuali
Individua tra gli insegnanti curricolari
dell’Istituto una figura referente per i BES
Provvede alla composizione del Gruppo di
Lavoro per l’Inclusione (GLI), coordina il
Gruppo, prevedendo modalità di
riconoscimento dell’impegno dei docenti
Attraverso il GLI promuove la riflessione e
assicura le azioni dell’intera comunità
scolastica in riferimento all’inclusività,
verifica la documentazione prodotta
Definisce la modalità di documentazione, in
accordo con gli altri Istituti della rete CTI,
perseguendo l’uniformità a livello territoriale
Soprintende all’ elaborazione del Piano
Annuale per l’Inclusività (PAI,) osservando che
vengano definite metodologie, pratiche
didattiche ed organizzative
Stimola e promuove ogni utile iniziativa
finalizzata a rendere operative le indicazioni
condivise con Organi collegiali e famiglie
Si pone come facilitatore nei rapporti con le
altre Istituzioni affinchè vengano svolti
compiutamente compiti e ruoli; in particolare
cura i rapporti con l’USLL per la condivisione
delle azioni
Cura le relazioni con gli istituti della rete
CTS
Effettua un periodico monitoraggio delle
azioni, al fine di favorire l’individuazione e la
diffusione delle “buone prassi”, e di
valutazione del grado di inclusività della
scuola
Collegio docenti
Approva il PTOF e il PAI e ha l’incarico di
verificare la realizzazione degli obiettivi in essi
contenuti
Consiglio di classe
Il Consiglio di classe
collabora
alla
progettazione e verifica del PEI ed elabora il
PDP.
Per particolari esigenze è possibile richiedere al
dirigente scolastico di convocare Consigli di
Gruppo di lavoro handicap (GLH)
Referente BES
classe straordinari.
Il GLH è un gruppo di lavoro composto da una
componente variabile ,cioè gli operatori dei
servizi e una componente fissa composta dal
dirigente scolastico, dagli insegnanti di
sostegno , dal referente , in base alle
esigenze contingenti che:
-esamina i casi dei singoli alunni in situazione
di handicap inseriti o da inserire nella scuola ,
-formula proposte al dirigente scolastico per la
richiesta degli insegnanti di sostegno
-ripartisce con criteri logici le ore complessive di
sostegno, assegnate all’inizio
dell’anno
scolastico alla scuola ,
agli alunni
con
disabilità
-formula richieste
per il fabbisogno di
attrezzature particolari, sussidi scolastici, con
ASL
-concorda i criteri per la valutazione degli alunni
in situazione di handicap.
-Collabora con il dirigente scolastico inviando
comunicazioni e verbalizzando ciò che viene
stabilito dal GLH
-Comunica al dirigente scolastico l’andamento
dei progetti relativi agli alunni e collabora alla
realizzazione del PEI e del PDP nei tempi
previsti
-Coordina gli incontri con l’ASL e le famiglie
-Organizza eventuali progetti con le realtà
scolastiche e territoriali esterne alla scuola
-Tiene i contatti con gli operatori dell’ ASL e
dei Servizi sociali del territorio
-Collabora a curare il passaggio di informazioni
tra i diversi gradi di scuole
Referente BES: bambini stranieri adottati e La funzione del referente di circolo si esplica
non
principalmente nel supporto ai colleghi che
hanno alunni adottati nelle loro classi, nella
sensibilizzazione del Collegio dei docenti sulle
tematiche dell’adozione, sull’accoglienza dei
genitori.
Nello specifico:
• informa gli insegnanti
• accoglie i genitori
• raccoglie informazioni
• collabora a monitorare l’andamento
dell’inserimento e del percorso formativo
dell’alunno
• collabora a curare il passaggio di
informazioni tra i diversi gradi di scuole
Insegnante curriculare
Ogni insegnante ha piena responsabilità didattica
ed educativa verso tutti gli alunni delle sue classi,
compresi quindi quelli con disabilità. Dovrà
contribuire
alla
programmazione
e
al
conseguimento degli obiettivi prefissati, didattici
e/o educativi, e sarà chiamato di conseguenza a
valutare i risultati del suo insegnamento. Poiché
l’alunno con disabilità segue dei percorsi di
apprendimento personalizzati e/o individualizzati, i
reali compiti del docente di classe vanno
necessariamente definiti nel quadro di un Piano
Educativo Individualizzato. La precisa formulazione
degli obiettivi da parte di ciascun insegnante
garantisce la chiara definizione delle attività anche
per l’alunno con disabilità e nei confronti della
famiglia e degli altri soggetti coinvolti in eventuali forme
di supporto logistico/organizzativo.
L’insegnante per le attività di sostegno è un
insegnante specializzato assegnato alla classe
dell’alunno con disabilità per favorirne il processo di
integrazione. Non è pertanto l’insegnante
dell’alunno con disabilità ma una risorsa
professionale assegnata alla classe per rispondere
alle maggiori necessità educative che la sua
presenza comporta. Le modalità di impiego di
questa importante (ma certamente non unica)
risorsa per l’inclusione, vengono condivise tra tutti i
soggetti coinvolti (scuola, servizi, famiglia) e definite
nel Piano Educativo Individualizzato.
Collaboratori scolastici
Ai collaboratori scolastici è affidata la cosiddetta
"assistenza di base" degli alunni con disabilità. Per
assistenza di base si intende l'ausilio materiale agli
alunni con disabilità all’interno della scuola, nell'accesso
dalle aree esterne alle strutture scolastiche e nell'uscita
da esse. Sono comprese anche le attività di cura alla
persona, uso dei servizi igienici e igiene personale
dell'alunno con disabilità. Ma non è solo questione di
“accompagnarlo in bagno”. In una scuola inclusiva
l’assistenza di base è parte fondamentale del processo di
integrazione scolastica e attività interconnessa con
quella educativa e didattica. Se coinvolto in questo
modo, il collaboratore scolastico partecipa al progetto
educativo e collabora con gli insegnanti e la famiglia per
favorire l’integrazione scolastica (CM 3390/2001).
Figure professionali
L'integrazione scolastica si avvale anche di altre
figure professionali fornite dagli Enti Locali
(Comune o Provincia di residenza dell’alunno). Le
modalità di applicazione possono variare in base a
diverse disposizioni regionali. Gli "operatori di
assistenza" e "addetti alla comunicazione" sono
figure professionali, nominate dagli Eni Locali,
presenti a scuola, a supporto dell’alunno con
disabilità, per consentirgli di frequentare le lezioni
in modo adeguato.
Esperti ASL
Partecipano agli incontri periodici, verificano il
livello e la qualità dell’ integrazione nelle classi del
Circolo e svolgono attività di consulenza per gli
insegnanti e le famiglie.
La famiglia
La famiglia deve essere coinvolta attivamente nel
processo educativo dell’alunno e nel percorso di
integrazione scolastica e sociale. Essa, infatti,
rappresenta un punto di riferimento essenziale per
la corretta inclusione scolastica dell’alunno con
disabilità, sia come fonte di informazioni sia come
luogo in cui avviene la continuità fra educazione
formale ed educazione informale.
GRUPPO DI LAVORO PER L'INCLUSIONE (GLI)
Fanno parte del GLI tutti componenti dei GLHI (fermo restando quanto previsto
dall’art. 15 comma 2 della L. 104/92, i compiti del Gruppo di lavoro e di studio si
estendono alle problematiche relative a tutti i BES), i referenti, gli insegnanti per il
sostegno, gli AEC [assistenti educativi culturali], i docenti, gli assistenti alla
comunicazione/specializzati, i genitori e gli esperti istituzionali o esterni (in regime di
convenzionamento con la scuola). Il GLI assicura all’interno del corpo docente il
trasferimento capillare delle azioni di miglioramento intraprese e un’efficace capacità
di rilevazione e intervento sulle criticità all’interno delle classi.
Il GLI svolge le seguenti funzioni: - rilevazione dei BES presenti nella scuola; raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere, anche
in funzione di azioni di apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto
con azioni strategiche dell’Amministrazione; - focus/confronto sui casi, consulenza e
supporto ai colleghi sulle strategie e metodologie di gestione delle classi; rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola; raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLH Operativi sulla
base delle effettive esigenze, ai sensi dell’art. 1, c. 605, lettera b, della legge
296/2006, tradotte in sede di definizione del PEI [Piano Educativo Individualizzato]
come stabilito dall’art. 10 comma 5 della Legge 30 luglio 2010 n. 122; - elaborazione
di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività (PAI) riferito a tutti gli alunni con
BES.
A tale scopo il Gruppo procederà ad un’analisi delle criticità e dei punti di forza degli
interventi di inclusione scolastica operati nell’anno appena trascorso e formulerà
un’ipotesi globale di utilizzo funzionale delle risorse specifiche, istituzionali e non,
per incrementare il livello di inclusività generale della scuola nell’anno successivo. Il
Piano sarà quindi discusso e deliberato in Collegio dei Docenti e inviato ai
competenti Uffici degli UUSSRR, nonché ai GLIP e al GLIR [rispettivamente Uffici
Scolastici Regionali, Gruppi di Lavoro per l’Inclusione Scolastica degli Alunni con
Disabilità Provinciali e Gruppi di Lavoro per l’Inclusione Scolastica degli Alunni con
Disabilità Regionali], per la richiesta di organico di sostegno, e alle altre istituzioni
territoriali come proposta di assegnazione delle risorse di competenza,
considerando anche gli Accordi di Programma in vigore o altre specifiche intese
sull’integrazione scolastica sottoscritte con gli Enti Locali. A seguito di ciò, gli Uffici
Scolastici regionali assegnano alle singole scuole globalmente le risorse di
sostegno, secondo quanto stabilito dall’art 19 comma 11 della Legge n. 11/2011.
Nel mese di settembre, in relazione alle risorse effettivamente assegnate alla scuola
ovvero, secondo la previsione dell’art. 50 della L.35/2012, alle reti di scuole, il
Gruppo provvederà ad un adattamento del Piano, sulla base del quale il Dirigente
scolastico procederà all’assegnazione definitiva delle risorse, sempre in termini
“funzionali”. All’inizio di ogni anno scolastico il Gruppo propone al Collegio dei
Docenti una programmazione degli obiettivi da perseguire e delle attività da porre in
essere, che confluisce nel Piano annuale per l’Inclusività (PAI); al termine dell’anno
scolastico, il Collegio procede alla verifica dei risultati raggiunti.
Successivamente vengono fornite indicazioni per il PTOF (Piano Triennale
dell’Offerta Formativa ) delle singole scuole. Nel P. T.O.F. della scuola occorre che
trovino esplicitazione:
-un concreto impegno programmatico per l’inclusione, basato su una attenta lettura
del grado di inclusività della scuola e su obiettivi di miglioramento, da perseguire nel
senso della trasversalità delle prassi di inclusione negli ambiti dell’insegnamento
curricolare, della gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi
scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie; - criteri e procedure di utilizzo
“funzionale” delle risorse professionali presenti, privilegiando, rispetto a una logica
meramente quantitativa di distribuzione degli organici, una logica “qualitativa”, sulla
base di un progetto di inclusione condiviso con famiglie e servizi sociosanitari, che
recuperi l’aspetto “pedagogico” del percorso di apprendimento e l’ambito specifico di
competenza della scuola; - l’impegno a partecipare ad azioni di formazione e/o di
prevenzione concordate a livello territoriale.
L’inclusione fra scuola e territorio
Per lavorare assieme è necessario conoscersi e conoscere
• I RISPETTIVI RUOLI
• LE RISORSE PRESENTI SUL TERRITORIO (servizi socio educativi,
Parrocchia, societa’ sportive, Comune)
è necessario sapersi ascoltare e confrontarsi
tra scuola e territorio:
SCAMBIARSI INFORMAZIONI
CONDIVIDERE ASPETTATIVE
DEFINIRE OBIETTIVI COMUNI
PROGETTARE PERCORSI COERENTI E INTEGRATI
MONITORARE LE AZIONI
VERIFICARE E VALUTARE ASSIEME
MODALITA’ DI VERIFICA E VALUTAZIONE PER GLI
ALUNNI BES
Le modalità di verifica e valutazione hanno come riferimento normativo il
regolamento di valutazione DPR 22 giugno 2009 n.122 DPR 12 luglio 2011
n.5669 e relative Linee Guida. Accogliere gli alunni con bisogni educativi speciali
significa fare in modo che essi siano parte integrante del contesto scolastico, senza
alcuna discriminazione. L’accoglienza significa riconoscere il valore della persona
che va accolta per le sue possibilità, per i potenziali valori umani di cui è portatrice.
E’ in quest’ ottica che la scuola deve mettere in atto un’ organizzazione educativa e
didattica che sia differenziata, individualizzata, personalizzata, perché una scuola è
accogliente se permette a ciascun alunno di procedere secondo i suoi ritmi ed i suoi
stili di apprendimento, muovendo dai suoi livelli di sviluppo. L’ inclusione degli alunni
che hanno bisogni educativi speciali può essere realizzata solo in una scuola che si
fa a misura di tutti.
Gli alunni che mostrano di avere Bisogni Educativi Speciali non sono solo quelli in
possesso di una certificazione (il 2-3%), ma sono molti di più (10-15%), ed in
particolare tutti quelli che necessitano come i primi di attenzione e spesso di
interventi mirati. Nelle scuole ci sono sia alunni con Bisogni Educativi Speciali con
diagnosi psicologica e/o medica e alunni con Bisogni Educativi Speciali senza
diagnosi. Nel primo caso le categorie diagnostiche fanno riferimento al DSM-IV e
all’ICD-10. Vi rientrano il ritardo mentale, i disturbi generalizzati dello sviluppo, il
disturbo autistico, i disturbi dell’apprendimento, i disturbi di sviluppo della lettura, i
disturbi di sviluppo del calcolo, i disturbi di sviluppo dell’espressione scritta, i disturbi
di sviluppo dell’articolazione della parola, i disturbi di sviluppo del linguaggio
espressivo, i disturbi di sviluppo nella comprensione del linguaggio, i disturbi del
comportamento, i disturbi da deficit di attenzione e iperattività, i disturbi della
condotta, il disturbo oppositivo-provocatorio e infine vi sono le patologie che
riguardano la motricità, quelle sensoriali, neurologiche o riferibili ad altri disturbi
organici. Nel secondo caso, invece, rientrano tutti quegli alunni che non
corrispondono perfettamente ai parametri appena citati, perché la loro situazione
pare meno netta e più sfumata. Questa tipologia di alunni è però presente nella
scuola anche in modo piuttosto considerevole. Tra questi alunni troviamo quelli che,
pur non presentando deficit nell’apprendimento, risultano non possedere
competenze cognitive adeguate nell’area metacognitiva, linguistica e sociale, altri
invece vivono situazioni famigliari difficili (genitori con patologie psichiatriche,
condotte antisociali…), altri ancora invece sono figli di migranti e bambini giunti in
Italia in seguito ad adozione internazionale e presentano una serie di
problematiche che vanno da una incapacità di comunicare a causa del linguaggio e
di una cultura molto differente dalla nostra, a difficoltà legate principalmente alle
situazioni spesso precarie e transitorie in cui si trovano a vivere.
I principali strumenti di verifica saranno le osservazioni sistematiche e gli elaborati
degli alunni. Le scelte adottate saranno sottoposte a continua verifica: ciascun
insegnante curriculare o di sostegno presterà attenzione ai feedback che riceverà
dall’alunno, dalla famiglia e dall’équipe.
Considerando che il processo di apprendimento negli alunni BES è reversibile, l’iter
per la verifica sarà così articolato:
• Raccolta di informazioni utilizzando griglie per individuare le caratteristiche del
processo di apprendimento dell’alunno;
• Intervento per il raggiungimento della competenza;
• Se la competenza non è stata acquisita, riproposta dell’intervento con l’utilizzo
di strategie diverse.
All’inizio dell’anno scolastico vengono effettuate osservazioni sistematiche e
verifiche dettagliate allo scopo di valutare le abilità dei singoli bambini:
• In ingresso, per verificare: conoscenza dell’alunno, autonomia, cura
personale, autonomia sociale, socializzazione, area della comunicazione, area
logico-matematica, organizzazione spazio-temporale, organizzazione
percettiva, espressione grafica, motricità.
• In itinere, come funzione di controllo degli apprendimenti.
• Finali, per valutare le competenze apprese.
CONOSCENZA DELL’ALUNNO
ESPERIENZE, CONOSCENZE, ABILITA’
D’APPRENDIMENTO
INIZIO AN
FINE I QUADR.
FINE II QUADR.
NO
Ha vissuto l’esperienza della classe precedente
Uso del linguaggio
Interesse e disponibilità
Ritmo di apprendimento regolare
Autonomia
RELAZIONALITÀ E PARTECIPAZIONE
Inserimento nel gruppo
Collaborazione attiva
Coerenza rispetto agli impegni
Intervento nella conversazione
Rispetto delle regole
INIZIO ANNO
FINE I QUADR.
FINE II QUADR.
ATTEGGIAMENTO NEI CONFRONTI
DELL’ESPERIENZA SCOLASTICA
Capacità di attenzione e concentrazione
Ritmo di lavoro regolare
Impegno a casa
Impegno a scuola
Organizzazione nel lavoro e studio
INIZIO ANNO
FINE I QUADR.
FINE II QUADR.
AUTONOMIA
INIZIO ANNO
a) Attività spontanea
Prende iniziativa
Sa occuparsi senza annoiarsi
Sceglie attività adatte al tempo e spazio che ha
a disposizione
Importuna gli altri
Giocherella in modo ripetitivo
Cambia spesso attività
Si guarda intorno e rimane passivo
FINE I QUADR.
FINE II QUADR.
Ha attività ossessive
b) Attività strutturate
Segue l’attività proposta
Porta a termine autonomamente ciò che ha
iniziato
Necessita di continua stimolazione ed
incoraggiamento
Presta una buona attenzione
Ha tempi brevissimi di concentrazione
c) Gioco
Preferisce il gioco di movimento
Preferisce il gioco tranquillo
Fa prevalentemente gioco di:
Manipolazione funzionale (battere, lanciare)
Di costruzione (incastri)
Simbolico
Di ruolo
Di gruppo
d) Cura delle cose
Tiene in ordine il materiale scolastico
Ha cura delle sue cose
È affezionato ad alcune sue cose
Controlla gli oggetti prima di buttarli via
Perde, dimentica le cose
E) Uso delle cose
Utilizza gli oggetti secondo il loro uso
Usa gli oggetti per costruire
Gioca con gli oggetti
Esplora gli oggetti con le mani
Esplora gli oggetti con la bocca
Utilizza gli oggetti in attività ripetitive
Ignora la pericolosità di alcune cose
CURA PERSONALE
INIZIO ANNO
FINE I QUADR.
FINE II QUADR.
A) Nel vestirsi e svestirsi
Sa vestirsi da solo
Sa vestirsi ma bisogna dirglielo
Necessita di aiuto nell’abbottonare e sbottonare
Sa vestirsi
Sa vestirsi ma bisogna dirglielo
Allaccia le scarpe senza aiuto
Slaccia le scarpe senza aiuto
Infila le scarpe nel piede giusto
B) Pulizia personale
Si lava le mani da solo
Sa asciugarsi
Si soffia il naso senza aiuto
Ha il controllo sfinterico
Va da solo ai servizi
Va sollecitato a recarsi ai servizi
Va aiutato ai servizi
C) Mangiare
Sa mangiare / beve da solo
Va incoraggiato a mangiare
Ingoia il cibo voracemente
Lascia cadere il cibo
Mangia in modo adeguato
AUTONOMIA SOCIALE
INIZIO ANNO
A) Indipendenza negli spazi e negli spostamenti
Viene a scuola da solo
Conosce il percorso per venire a scuola
Per strada sta in fila e sul marciapiede
Per strada va tenuto per mano
Per strada conosce il pericolo
Sa dire in che città abita
Sa dire in che via abita
FINE I QUADR.
FINE II QUADR.
Si reca in qualsiasi luogo della scuola
Sa trovare i servizi
Sa trovare la sua aula
Sa trovare la palestra
Sa trovare l’uscita
Ritrova il suo posto in classe
È perduto appena lascia la sua classe
B ) Orientamento nel tempo
Tiene conto del tempo
Conosce alcuni orari legati ad abitudini
quotidiane
Si rende conto se è mattino, pomeriggio, sera,
notte
Distingue ieri, oggi, domani
Conosce le ore sull’orologio
C) Conoscenza del denaro
Ha il senso del denaro
Ha cura del denaro in suo possesso
Sa fare i conti
Ignora completamente l’uso del denaro
D) comprensione di un ordine, di una domanda,
di un racconto
Risponde a semplici domande
Comprende ordini semplici
Comprende ordini che comportano più azioni
Comprende ordini che richiedono un impegno
verbale
Sa riferire un avvenimento semplice
Segue una semplice storia
Sa ripetere una semplice storia negli elementi
fondamentali
Sa ripetere una storia nei dettagli
SOCIALIZZAZIONE
INIZIO ANNO
A) capacità di contatto
C’è contatto oculare spontaneo
C’è contatto oculare su richiesta
Si rende conto della presenza degli altri
Accetta il contatto fisico
Cerca il contatto fisico con manifestazioni
d’affetto
Rifiuta il contatto fisico
Parla con l’altro di sua iniziativa
Ascolta l’altro che parla
Risponde ad una semplice domanda
Si accorge se viene ascoltato
B) Capacità di risposta emotivo-affettiva
Ha reazioni emotive adeguate alla situazione
(pianto, sorriso)
Esprime reazioni emotive parallele a quelle degli
altri
Riconosce espressioni emotive di felicità, rabbia,
ecc.
Reagisce ad una lode
Reagisce alla punizione
Riesce a contenere l’aggressività
C) Riconoscimento di sé e degli altri
Reagisce alla sua immagine riflessa sullo specchio
Reagisce ad una fotografia
Reagisce al suo nome
Risponde e conosce il suo nome
Riconosce i suoi compagni
Riconosce gli insegnanti
Conosce altre persone della scuola
Distingue alcuni ruoli fondamentali (dirigente,
bidella)
D) Adeguamento alle norme di comportamento
interpersonale
Sceglie il momento adatto per intervenire
L’intervento verbale è adeguato alla situazione
Attende il suo turno
Rispetta il ruolo assegnatogli
Rispetta le regole del gioco
Divide le cose con gli altri
FINE I QUADR.
FINE II QUADR.
Chiede in prestito le cose
Interviene a proposito
Si appropria di ciò che non è suo
Non dà nulla agli altri
Maltratta le cose degli altri
Si adira, ignora se viene ripreso quando usa del
materiale in modo improprio
E) Rapporto con i compagni
È socievole e bene accetto dagli altri
Collabora solo con alcuni compagni
Preferisce giocare con i più piccoli
Preferisce giocare con i più grandi
Prende iniziative di rapporto
Si mette in contatto attraverso il dispetto, la
provocazione
F) Modalità difensive
È aggressivo a livello gestuale
È aggressivo a livello verbale
Sa difendersi verbalmente
Sa ignorare le provocazioni
Subisce passivamente l’altro
Piange
Chiede aiuto all’adulto
G) nel gruppo
Propone le attività
Partecipa e collabora
Cerca aiuto dai compagni
Partecipa marginalmente nel gruppo
Nel gruppo è indipendente
Si isola
È respinto
Rifiuta l’aiuto
H) Rapporto con l’insegnante
Interagisce positivamente con l’insegnante di
sostegno
Interagisce positivamente con le insegnanti della
classe
Va stimolato a mettersi in contatto con
l’insegnante
Ricerca la vicinanza dell’insegnante
Cerca di attirare l’attenzione dell’insegnante
Dimostra disinteresse verso l’insegnante
Evita ogni contatto con l’insegnante
È aggressivo
Ha timore dell’insegnante
I) Rispetto le attività
Collabora volentieri
Chiede spiegazioni
Cerca aiuto
Accetta di essere aiutato
Rifiuta l’aiuto
Risponde, se interpellato
Reagisce attivamente
AREA DELLA COMUNICAZIONE
INIZIO ANNO
COMUNICAZIONE NON VERBALE
Usa il linguaggio non verbale
Accompagna la parola con il gesto
È inibito nella mimica
Il volto è espressivo
Il tono della voce è modulato al contenuto
Il tono della voce è chiaro
Parla troppo velocemente
COMUNICAZIONE VERBALE
A) Imitazione verbale
Vocalizza
Usa la parola frase
Usa frasi semplici grammaticalmente scorrette
Usa frasi grammaticalmente corrette
Usa frasi complesse
B) Linguaggio funzionale
FINE I QUADR.
FINE II QUADR.
Nomina oggetti di uso comune
Nomina le persone note
Chiede le cose che vuole
Usa il linguaggio per chiedere informazioni
Identifica e descrive ciò che vede e sente
Risponde a semplici domande
Risponde al saluto
Usa adeguatamente le espressioni verbali
(prima-ora-dopo)
C) Uso del vocabolario
Interpreta un disegno o un’immagine
Racconta una storia con un inizio ed una fine
Descrive ciò che avviene su un disegno o
immagine
Nomina solo gli oggetti che gli vengono richiesti
Parla sempre
D) Articolazione
Parla debolmente a bassa voce
È difficile capirlo
Parla lentamente e con fatica
Parla velocemente in modo rapido
Parla con interruzioni, arresti, pause
E) Scrittura
Associa grafemi uguali, di dimensione diversa
Copie forme semplici e lettere
Scrive il suo nome
Scrive, sotto dettatura, lettere
Scrive, sotto dettatura, sillabe
Scrive, sotto dettatura, parole semplici
Scrive, autonomamente, sillabe
Scrive, autonomamente, parole semplici
Scrive, autonomamente, frasi minime
Scrive brevi testi sensati
Scrive in stampatello
Scrive in corsivo
F) Comprensione
Esegue gli ordini verbali semplici
Esegue gli ordini verbali complessi
Esegue gli ordini verbali esigenti una decisione
Comprende un racconto
Comprende, senza ulteriori spiegazioni, ciò che
gli viene chiesto
G) Lettura
Riconosce i grafemi
Sa dire più parole che iniziano con un
determinato suono
Riconosce il suo nome
Riconosce alcune parole
Legge sillabe semplici
Legge parole semplici
Legge parole con digrammi
Legge sillabando
Ha una lettura scorrevole
Legge e comprende una frase
Legge e comprende un racconto
Legge immagini
H) Sviluppo del linguaggio sociale
Usa spontaneamente formule di cortesia
Imposta una semplice conversazione
È socievole e chiacchierone con gli altri
Parla con gli altri di diversi argomenti
Chiede spiegazioni in caso di bisogno
I) Diversi aspetti dello sviluppo del linguaggio
Si può discutere con lui
Risponde facilmente quando gli si parla
Dice cose sensate
Racconta un fatto che gli è accaduto
Ripete una storia senza difficoltà
AREA LOGICO-MATEMATICA
INIZIO ANNO
Associa due oggetti uguali
Associa due figure uguali
Associa due segni uguali
Sa classificare oggetti per colore
forma
grandezza
Sa raggruppare secondo l’uso
Sa raggruppare per categoria
Esegue corretti abbinamenti tra due oggetti
Riconosce il grande dal piccolo tra due oggetti
Dispone in ordine di grandezza più oggetti
Sa riconoscere parti mancanti in oggetti o figure
Confrontando due insiemi distingue: uno-tanti
uno-pochi
uno-niente
Confrontando due file di oggetti distingue la
serie più numerosa, la serie meno numerosa
Forma insiemi secondo un criterio
Riconosce l’insieme maggiore, minore, uguale
Riconosce e sa scrivere i simboli numerici
Riconosce i numeri da 0 a 5
Riconosce i numeri da 0 a 10
Riconosce i numeri fino a 15
Riconosce i numeri oltre il 20
Associa la quantità al simbolo numerico e
viceversa
Conta gli oggetti mediante attività manipolativa
Ha acquisito i concetti e sa usare i simboli +, -, =
Compone e scompone la quantità entro il 30
Compone e scompone la quantità entro il 50
Compone e scompone la quantità entro il 100
Riconosce il valore posizionale delle cifre (h, da,
u)
Sa scrivere e leggere un numero di più cifre
Esegue numerazioni progressive e regressive
Ha il concetto fondamentale di aggiungere e
togliere
Esegue concretamente (con materiale
strutturato) addizioni
Esegue concretamente (con materiale
strutturato) sottrazioni
Somma e sottrae due quantità di oggetti
Sa usare correttamente i segni +, Ha il concetto fondamentale di moltiplicazione e
divisione
Esegue moltiplicazioni e divisioni per
schieramenti e raggruppamenti
Sa usare correttamente i segni x, :
Applica una delle quattro operazioni nella
FINE I QUADR.
FINE II QUADR.
soluzione di situazioni concrete
Applica una delle quattro operazioni nella
soluzione di situazioni concrete
Applica una delle quattro operazioni nella
soluzione di problemi
Conosce le tabelline
Geometria
Riconosce alcune figure geometriche piane
Disegna alcune figure geometriche
Calcola superfici o perimetri
ORGANIZZAZIONE SPAZIO-TEMPORALE
INIZIO ANNO
SPAZIO
Si muove nella direzione indicata
Riconosce i concetti topologici: sopra e sotto
Dentro-fuori
Davanti-dietro
Vicino-lontano
Aperto-chiuso
In alto-in basso
Primo – ultimo
A destra – a sinistra
Sa porre oggetti in posizioni diverse
Si pone in posizione diversa
Riconosce la destra dalla sinistra
Riproduce una figura rispettando l’orientamento
spaziale
TEMPO
Avverte la presenza o l’assenza di un compagno
Sa organizzare ed eseguire due azioni successive
Sa dire quello che sta facendo ora
Sa dire quello che ha fatto prima
Sa dire quello che farà dopo
Sa riferire cronologicamente un avvenimento
Sa usare correttamente i termini: prima-ora-dopo
Abbina azioni quotidiane a momenti della giornata
FINE I QUADR.
FINE II QUADR.
Sa usare correttamente i termini: giorno -notte
Sa distinguere mattino-pomeriggio-sera-notte
Sa ordinare nel tempo le principali azioni della
giornata
Sa distinguere ieri-oggi-domani
Sa distinguere i giorni della settimana
Associa determinati avvenimenti ai vari giorni della
settimana
Sa il nome dei mesi
Conosce le stagioni
Conosce le caratteristiche principali delle stagioni
Riesce a ricostruire una storia figurata
ORGANIZZAZIONE PERCETTIVA
INIZIO
ANNO
a) Tattile
Distingue caldo-freddo
Distingue duro-molle
Distingue bagnato-asciutto
Distingue liscio-ruvido
Distingue pesante-leggero
Riconosce un oggetto sol toccandolo
Identifica un compagno ad occhi chiusi
B) visiva
Associa colori uguali
Associa forme uguali
Sa denominare i colori
Sa denominare le forme principali (quadrato, tondo,
rettangolo, triangolo)
Sa ricostruire un puzzle semplice
C) uditiva
Si gira ad un suono
Risponde alla chiamata del proprio nome
Distingue i suoni dai rumori
Riconosce la fonte sonora
Distingue piano-forte
Distingue i suoni lunghi da quelli corti
D) Gustativa
Distingue dolce-amaro
Distingue dolce-salato
Riconosce due gusti
E) Olfattiva
Discrimina gli odori
Distingue un odore gradevole da uno sgradevole
FINE I
QUADR.
FINE II
QUADR.
MOTRICITA’
INIZIO
ANNO
A) Motricità globale
Riesce a mantenere il capo eretto
Riesce a mantenere la posizione seduta
Sta in piedi senza difficoltà
Sta in piedi senza perdere l’equilibrio
Sa gattonare
Sa rialzarsi
Cammina da solo
Corre senza inciampare
Salta sul posto
Salta un piccolo ostacolo
Sa scendere e salire le scale da solo
Si mantiene in equilibrio su un piede
Sa percorrere un tracciato
Sa camminare a ritmo
Si ferma ad un segnale
Lancia la palla
Afferra la palla
Calcia la palla
Ha una buona coordinazione globale
È rigido nei movimenti
B) Motricità fine e coordinazione oculo-manuale
Riesce ad afferrare un oggetto
Lancia un oggetto per prenderne un altro
Muove oggetti da una mano all’altra
Costruisce una torre coi cubetti
Sa infilare, autonomamente, perle in un filo
Sa fare, autonomamente, una pallina con il
pongo
Sa strappare, autonomamente, un foglio
Sa eseguire, autonomamente, facili piegature
Impugna le forbici correttamente
Sa ritagliare
Necessita di aiuto nel ritagliare
Sa incollare
Necessita di aiuto nell’incollare
C) Schema corporeo
Riconosce la figura umana
Riconosce le parti del corpo: su di sé
Sugli altri
Su un’immagine
FINE I QUADR.
FINE II
QUADR.
È in grado di imitare, a specchio, dei gesti
Sa ricostruire la figura umana
D) Lateralità dominante
Distingue la destra dalla sinistra su di sé
Nello scrivere usa la mano destra
Nelle attività spontanee usa la mano destra
Nel calciare usa il piede destro
Nel saltare su di un piede usa quello destro
ESPRESSIONE GRAFICA
INIZIO
ANNO
C’è lo scarabocchio spontaneo
Imita un tratto
Esegue tratti verticali ed orizzontali
Sa eseguire i contorni esterni ed interni di una
figura geometrica
Traccia una linea chiusa
Traccia una linea aperta
Traccia una linea retta
Traccia una linea curva
Ricalca figure semplici
Completa una figura
Nel colorare rimane nella figura
Impugna correttamente la matita
Disegna forme chiuse cui attribuisce un
significato non evidente ad altri
Crea un disegno attinente alla realtà
Rispetta i rapporti di grandezza
Tende a fare disegni ripetitivi
Rappresenta attraverso il disegno un racconto
Riconosce i colori
Usa i colori in modo appropriato
Usa sempre gli stessi colori
FINE I
QUADR.
FINE II
QUADR.
La valutazione è riferita al comportamento, alle discipline e alle attività svolte sulla
base del PEI e del PDP. Essa terrà inoltre conto dei livelli di partenza, delle
competenze acquisite, dei ritmi di apprendimento e dell’impegno. I criteri di
valutazione sono relativi agli obiettivi e si differenziano in relazione al percorso
didattico svolto e agli obiettivi raggiunti.
• Individuazione di linee progettuali relative alle caratteristiche dell’alunno (PEI,
PDP).
• Selezione degli obiettivi minimi perseguibili adeguati ai bisogni educativi
speciali manifestati.
VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI GRAVI E GRAVISSIMI
Per la valutazione degli alunni con disabilità grave e gravissima si terrà conto
degli Standard Formativi (di seguito riportati) e dei dati raccolti nelle osservazioni
sistematiche condotte con l’ausilio di una griglia di valutazione. Il documento di
valutazione è teso a valorizzare e valutare le potenzialità, i punti di forza ed i
progressi degli alunni in relazione al Piano Educativo Individualizzato i cui
obiettivi, proprio perché personalizzati, devono essere valutati con una
scheda altrettanto individualizzata.
La qualità dell’integrazione si costruirà non solo nell’ambito strettamente
cognitivo, ma anche in quello affettivo-relazionale e psicologico.
STANDARD FORMATIVI SOSTEGNO
HANDICAP GRAVE
Sviluppo delle abilità motorie:
apprendimento, controllo e stabilizzazione
degli schemi riflessi e automatici posturali,
deambulatori, manipolativi e di controllo
della testa e del corpo.
HANDICAP MEDIO E LIEVE
Sviluppo delle abilità motorie: acquisizione
di condotte motorie integrate nell’agire
scolastico con progressiva espressione di
caratteristiche psicomotorie di
coordinazione, di ritmizzazione, equilibrio,
orientamento.
Sviluppo dei processi cognitivi:
interpretazione dei segnali e dei simboli per
le aree della vita quotidiana più prossimi alla
persona.
Sviluppo dei processi cognitivi:
apprendimento di conoscenze con
formazione di reti cognitive e di abilità
procedurali relativamente ai più immediati
campi disciplinari (linguistico-espressivo,
logico-matematico)
Sviluppo di abilità sociali: apprendimento di
catene di comportamenti progressivamente
più autonomi relativi alla sfera personale
(pulizia e igiene personale, abbigliamento,
alimentazione, spostamenti, compiti
nell’ambito familiare) e a quella scolastica
(ordine del posto, spostamenti e
orientamenti nella scuola, rapporti sociali
nel lavoro didattico e nei giochi).
Sviluppo delle competenze espressivocomunicative:di costruzione di codici
simbolici nei vari linguaggi, a partire dalle
espressioni spontanee con progressiva
condivisione interattiva. Competenze verbali
e non verbali con approfondimento della
lettura, della decodificazione dei significati.
Sviluppo delle competenze espressive e
capacità di espressione spontanea del
vissuto in modo globale attraverso i diversi
canali e dove possibile di prime competenze
comunicative nei singoli settori.
Sviluppo delle abilità sociali: dall’autonomia
personale alla acquisizione di iniziative ,
atteggiamenti e criteri di
responsabilizzazione personale nei confronti
dei vari gruppi sociali di cui l’alunno fa parte.
Piano annuale inclusione (PAI)
Il Piano Annuale per l’Inclusione, previsto con la direttiva ministeriale “ Strumenti d’
interventi per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione
territoriale per l’inclusione scolastica 27/12/2012” e alla Circolare N° 86 del
6/3/2013, serve ad individuare annualmente gli aspetti di forza e di debolezza delle
attività inclusive svolte dalla scuola e predisporre un piano delle risorse da offrire e
richiedere a soggetti pubblici e del privato sociale al fine di impostare per l’anno
scolastico seguente una migliore accoglienza degli alunni con particolare attenzione
a quelli con Bisogni Educativi Speciali.
“Il P.A.I., infatti, non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico, bensì
come uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza
dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi
in relazione alla qualità dei “risultati” educativi, per creare un contesto educante
dove realizzare concretamente la scuola “per tutti e per ciascuno”.
Nota prot n° 1551 del 27 Giugno 2013
La Nota precisa che quindi esso non è un piano per i soli alunni con BES, ma
invece riguarda la programmazione generale della didattica della scuola, al fine
di favorirne la crescita nella qualità dell’offerta formativa. Il PAI non è un
documento dissociato dal POF, ma è parte integrante di esso e definisce il percorso
di inclusione da sviluppare in un processo responsabile e attivo di crescita e
partecipazione.
OBIETTIVI DEL PIANO ANNUALE DI INCLUSIVITA'
Con il Piano Annuale di Inclusività ci si propone di:
• Analizzare le criticità e i punti di forza degli interventi di inclusione scolastica
degli Istituti;
• Articolare la progettazione nel rispetto dell’identità degli Istituti e della
specificità del territorio;
• Innalzare il livello di successo scolastico;
• Integrare l'azione educativa e didattica della scuola con quella delle istituzioni
e associazioni locali;
• Offrire agli alunni un servizio scolastico capace di rispondere ai loro specifici
bisogni speciali;
• Documentare obiettivi e percorsi di apprendimento;
• Dare un’adeguata e corretta informazione alle famiglie
• Definire le modalità di una corretta valutazione dei risultati.
Il PAI utilizza la programmazione dell’attività didattica come strumento idoneo a
rendere efficaci e
concreti gli obiettivi del progetto stesso.
Costituisce:
-per gli operatori scolastici il quadro di riferimento, ai fini dell’impostazione
dell’attività
didattica e dei Piani Personalizzati;
-per gli utenti una garanzia di assolvimento delle funzioni istituzionali della scuola e
di
perseguimento di una efficace azione di formazione e di istruzione volta
all'inclusività;
- per i soggetti esterni alla scuola, istituzioni, enti pubblici e privati, una opportunità
di sinergie
su obiettivi culturali ed educativi condivisi.
Il PAI ha le seguenti caratteristiche:
• è un atto interno della scuola autonoma, finalizzato all’autoconoscenza e alla
pianificazione della propria offerta formativa in senso inclusivo, sfondo e
fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai diversi bisogni;
• è conosciuto e condiviso da tutti gli organismi interagenti;
• risponde a criteri di fattibilità e gradualità tenendo conto di vincoli e risorse;
• ha validità annuale ed è elaborato dal GLI.
PUNTI DI CRITICITA’ PUNTI DI FORZA
Per attuare una concreta politica inclusiva è necessario rilevare i punti di forza e i
punti di criticità presenti della scuola .
Punti di forza
Punti di criticità
Collaborazione tra i docenti e lavoro
in team con condivisione delle
problematiche e di nuove
metodologie e conoscenze con
ricaduta nella quotidianità del lavoro
scolastico.
Mancanza di personale ATA formato
per l’assistenza agli alunni disabili.
Collaborazione tra i docenti e i
professionisti della ASL / privati e
famiglie
Mancanza di una figura di riferimento
preposta all’inclusione degli alunni
stranieri adottati e non
Assegnazione di educatori e
facilitatori alla comunicazione da
parte del Comune a integrazione
delle risorse disponibili
Mancanza di figure specifiche per
agevolare il processo inclusivo di
alunni stranieri.
Ritardo e inadeguatazza delle
risorse finanziarie annuali per i
progetti di assistenza
Presenza di figure di riferimento per
gli alunni BES e gruppi di lavoro
Mancanza di prove oggettive definite
utili a prevedere eventuali DSA per
l’anno scolastico successivo
Partecipazione di tutto il personale
presente nella scuola, ognuno
secondo i suoi ruoli e funzioni, a
migliorare e garantire l’inclusività
della scuola
Problematiche relative all’
organizzazione: inadeguatezza
dell’organico di sostegno assegnato
alla scuola rispetto alle reali esigenze
degli alunni;
Collaborazione tra scuola primaria e
scuola dell’ infanzia nell’ ottica della
continuità per prevenire il disagio nel
passaggio tra i vari ordini di scuola e
agevolare il processo di inserimento
degli alunni BES in entrata e in
uscita.
Piano Annuale per l’Inclusione
Parte I – analisi dei punti di forza e di criticità
A. Rilevazione dei BES presenti:
n°
11
1. disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3)
minorati vista
minorati udito
Psicofisici
2. disturbi evolutivi specifici
+1 (disabilità
certificata non
cognitiva)
0
0
10
1
DSA
1
ADHD/DOP
0
Borderline cognitivo
0
Altro
0
3. svantaggio (indicare il disagio prevalente)
0
Socio-economico
0
Linguistico-culturale
3
Disagio comportamentale/relazionale
0
Altro
Possibile DSA
1
Totali
1,4% su popolazione scolastica
692
N° PEI redatti dai GLHO
11
N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitaria
2
N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria
0
B. Risorse professionali specifiche
Insegnanti di sostegno
Prevalentemente utilizzate in…
Sì / No
Attività individualizzate e di piccolo
gruppo.
SI
Attività
laboratoriali
integrate
(classi aperte, laboratori protetti,
ecc.).
NO
Attività individualizzate e di piccolo
gruppo.
SI
Attività
laboratoriali
integrate
(classi aperte, laboratori protetti,
ecc.).
NO
Attività individualizzate e di piccolo
gruppo.
SI
Attività
laboratoriali
integrate
(classi aperte, laboratori protetti,
ecc.).
NO
Funzioni strumentali / coordinamento
funzioni strumentali; collaboratori
D.S.: attività di rilevazione,
monitoraggio
verifica
e
valutazione,
coordinamento
interno ed esterno a livello di
intero circolo.
SI
Referenti di Istituto (disabilità, DSA, BES)
referente di circolo: attività di
coordinamento
didattico
e
organizzativo, supporto ai colleghi,
rapporti
servizi socio- sanitari,
rapporti associazioni del territorio,
rapporti con le famiglie, raccolta e
monitoraggio
della
documentazione.
SI
Psicopedagogisti e affini esterni/interni
specialista
esterno
in
neuropsichiatria
infantile
Asl:
incontri per condivisione e stesura
documentazione
relativa
a
disabilità certificati.
SI
AEC
L’operatore AEC ha il compito di realizzare
nella quotidianità il piano d’intervento
predisposto, contribuendo ad una migliore
qualità della vita dell’utente, attraverso lo
sviluppo dell’autosufficienza e la crescita delle
potenzialità individuali.
ASSISTENTI ALLA COMUNICAZIONE
Gli assistenti alla comunicazione hanno il
compito di mediare e facilitare l’alunno
disabile nella comunicazione fornendogli la
possibilità di utilizzare anche linguaggi
alternativi.
Docenti tutor/mentor
NO
Altro:
---------------------------------
Altro:
-----------------------------------
C. Coinvolgimento docenti curricolari
Insegnanti prevalenti e simili
Attraverso…
Partecipazione a GLI
SI
Rapporti con famiglie
SI
Tutoraggio alunni
SI
Progetti didattico-educativi a
prevalente tematica inclusiva
SI
Altro:
Docenti con specifica formazione
-----
Partecipazione a GLI
SI
Rapporti con famiglie
SI
Tutoraggio alunni
SI
Progetti didattico-educativi a
prevalente tematica inclusiva
SI
Altro:
Altri docenti
Sì / No
----
Partecipazione a GLI
SI
Rapporti con famiglie
SI
Tutoraggio alunni
SI
Progetti didattico-educativi a
prevalente tematica inclusiva
SI
Altro:
----
SI
Assistenza alunni disabili
NO
D. Coinvolgimento personale
ATA
Progetti di inclusione / laboratori integrati
--Altro:
Informazione /formazione su genitorialità e
psicopedagogia dell’età evolutiva
SI
NO
E. Coinvolgimento famiglie
Coinvolgimento in progetti di inclusione
Coinvolgimento in attività di promozione
NO
della comunità educante
--Altro:
F. Rapporti con servizi
sociosanitari territoriali e
istituzioni deputate alla
sicurezza. Rapporti con CTS
/ CTI
Accordi di programma / protocolli di intesa
formalizzati sulla disabilità
SI
Accordi di programma / protocolli di intesa
formalizzati su disagio e simili
si
Procedure condivise di intervento sulla
disabilità
SI
Procedure condivise di intervento su
disagio e simili
si
NO
Progetti territoriali integrati
Progetti integrati a livello di singola scuola
SI
Rapporti con CTS / CTI
SI
---
Altro:
NO
Progetti territoriali integrati
G. Rapporti con privato sociale
e volontariato
SI
Progetti integrati a livello di singola scuola
Progetti a livello di reti di scuole
NO
Strategie e metodologie educativodidattiche / gestione della classe
SI
Didattica speciale e progetti educativodidattici a prevalente tematica inclusiva
SI
Didattica interculturale / italiano L2
SI
Psicologia e psicopatologia dell’età
evolutiva (compresi DSA, ADHD, ecc.)
SI
Progetti di formazione su specifiche
disabilità (autismo, ADHD, Dis. Intellettive,
sensoriali…)
Si
H. Formazione docenti
---Altro:
Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*:
0
1
2
3
4
Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo
X
Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento
degli insegnanti
x
Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive
X
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola
X
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola,
in rapporto ai diversi servizi esistenti
Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare
alla vita scolastica
X
x
Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi
formativi inclusivi
X
Valorizzazione delle risorse esistenti
x
Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la
realizzazione dei progetti di inclusione
Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel
sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola
Altro:
Altro:
* = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo
Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività
dei sistemi scolastici
x
X
Parte II – Obiettivi di incremento dell’inclusività proposti per il
prossimo anno
Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo (chi fa cosa, livelli di
responsabilità nelle pratiche di intervento, ecc.):
LA SCUOLA
-Elabora una politica di promozione dell’integrazione e dell’inclusione condivisa tra il
personale(PAI).
-Definisce al proprio interno una struttura di organizzazione e coordinamento degli interventi
rivolti alla disabilità e al disagio scolastico.
-Sensibilizza le famiglie a farsi carico del problema, elaborando un progetto educativo
condiviso e invitandola a farsi aiutare, attraverso l’accesso ai servizi (ASL e/o servizi sociali).
RISORSE UMANE:
-Dirigente scolastico
-referente BES
-referente alunni stranieri adottati e non
-docenti per le attività di sostegno
-docenti prevalenti
-Personale ATA
-Assistenti all’autonomia e alla comunicazione
-Funzioni strumentali: Pof, valutazione-autovalutazione continuità sostegno agli alunni
,orientamento, responsabili di plesso
ORGANI COLLEGIALI:
consigli di classe, interclasse, intersezione, collegio dei docenti consiglio di circolo, GLI, GLHI.
RISORSE ESTERNE:
ASL, Accordi con associazioni e/o privati per realizzare progetti integrati a livello di singola
scuola.Accordo di rete con il CTS: Calcedonia.
Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti:
Formazione e aggiornamento su didattica speciale e progetti educativo/didattici a prevalente
tematica inclusiva.
Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive:
Nel rispetto del PEI e del PDP, di pratiche didattiche differenziate, il nostro circolo per tutti gli alunni
con particolari problematiche e in particolare per i disabili, utilizza la VALUTAZIONE AUTENTICA che
confronta il soggetto con se stesso, con le proprie modalità particolari di crescita, con la strada percorsa
rispetto a traguardi prefissati, che possono essere molto distanti da quelli degli altri alunni, ma sempre
molto impegnativi e comunque verificabili. Le strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive si
basano su:
°osservazioni che consistono nell’individuare qual è la situazione di apprendimento iniziale (valutazione
iniziale)
°osservazioni programmate che definiscono delle valutazioni di verifica
° nuovo assessment per le nuove progettualità.
Tra i più condivisi assessment coerenti con prassi inclusive si evidenziano le seguenti proposte di
contenuto:
°attività di apprendimento e di applicazione delle conoscenze
° attività di comunicazione
° attività motorie
°attività relative alla cura della propria persona
°attività interpersonali
°svolgere compiti ed attività di vita fondamentali.
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola:
°Dirigente scolastico
°GLHI
- gruppo di coordinamento (GLI)
°Docenti curriculari
°Docenti di sostegno
Sulla base delle risorse umane e strutturali presenti nel circolo nell’ottica della pianificazione
dei diversi tipi di sostegno:
°Elaborazione PAI
°Organizzazione scolastica generale
°Articolazione degli spazi- ambienti-materiali- strumenti
°Pianificazione attività didattiche curriculari ed extracurriculari
°Formazione
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in rapporto ai
diversi servizi esistenti:
Rapporti di collaborazione con gli enti territoriali (Comune, ASL), privato sociale, volontariato.
CTS:raccordo per formazione e supporto didattico.
Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che
riguardano l’organizzazione delle attività educative:
Condivisione e pianificazione degli interventi educativo- didattici con assunzione di
corresponsabilità, incontri periodici con le famiglie .
°Attività di supporto e di sostegno alle famiglie nel rapporto con gli enti territoriali, i servizi
socio-sanitari,supporto alla raccolta, cura, aggiornamento documentazione.
Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi:
Rilevazione iniziale del grado di inclusività del circolo(punti di forza e di criticità);elaborazione
di un piano di miglioramento per l’inclusione; elaborazione e condivisione di un curriculo
inclusivo privilegiando nelle programmazioni percorsi individualizzati e personalizzati con
definizione chiara dei livelli minimi attesi per le competenze in uscita dalle classi/ sezioni come
previsto dalle indicazioni nazionali vigenti, articolazione flessibile di tempi e spazi, uso di
risorse strutturali, criteri condivisi di valutazione in ingresso e in uscita.
Valorizzazione delle risorse esistenti:
Valorizzazione delle competenze specifiche di ogni docente
Utilizzo dei laboratori con sussidi e programmi specifici
Implementare l’utilizzo della LIM
Partecipazione a progetti nell’ambito dell’educazione alla salute e all’ambiente
Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di
inclusione:
Partecipazione a corsi di formazione nella didattica inclusiva attraverso progetti che verranno
selezionati e approvati dal Collegio dei Docenti.
“Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico,
la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo”:
La nostra scuola promuove la continuità del processo di sviluppo formativo dell’alunno
dall’infanzia alla pre-adolescenza attraverso un’azione educativo – didattica che pur nella
differenziazione delle specifiche competenze sia unitaria nel perseguimento degli obiettivi
formativi fondamentali:
° Accoglienza degli alunni e delle famiglie
° Orientamento in entrata e in uscita,
per la prosecuzione degli studi
per
individuare le strategie più adeguate
°Forme di raccordo e monitoraggio tra i docenti dei vari ordini di scuola.
Approvato dal Gruppo di Lavoro per l’Inclusione in data
Deliberato dal Collegio dei Docenti in data
Allegati:
Proposta di assegnazione organico di sostegno e altre risorse specifiche (AEC, Assistenti
Comunicazione, ecc.)
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