Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca DIREZIONE DIDATTICA STATALE VI CIRCOLO DI SALERNO – MEDAGLIE D’ORO Via Paolo Vocca, 12, Tel 089/79.26.60 - Fax 089/79.96.17 Cod. meccanografico C.F 80020070654 email [email protected] PEC [email protected] Web:www.sestocircolodidatticosalerno.gov. Un bambino può insegnare almeno tre cose agli adulti: essere strafelice di vivere, stare sempre in attività e volere con tutta la forza possibile ciò che si desidera. Paulo Coelho Premessa La scuola deve definire le sue finalità partendo dai processi di apprendimento dell’alunno, tenendo presente l’originalità del suo percorso individuale e le possibilità offerte dalla rete di relazione che lo legano alla famigli a e alle varie agenzie educative. La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche deve considerare che ogni alunno è portatore di una propria identità e cultura, di esperienze affettive, emotive e cognitive. In questa prospettiva i docenti devono realizzare i loro progetti educativi non per un alunno astratto ma cuciti “su misura” per l’alunno. Il bisogno di sentirsi valorizzato, di poter sviluppare il proprio progetto di vita, di sentirsi ascoltato, amato e rispettato è di tutti gli allievi, dotati, anche se in modo diverso, di capacità da promuovere per il successo formativo. Il tema dell’inclusione non riguarda solo determinate categorie di alunni, ma riguarda tutti perché ognuno di noi è “speciale”, pertanto la scuola-inclusione deve offrire la possibilità a ciascuno di lavorare nella comunità scolastica secondo le proprie possibilità personali. Il gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI) ha elaborato il P.A.I. che raccoglie tutte le azioni poste in atto nella scuola per realizzare la piena integrazione di tutti gli alunni con bisogni educativi speciali (BES) sottolineando sia i punti di forza che quelli di debolezza, al fine di migliorare in itinere la propria azione educativa didattica. INTRODUZIONE: IL BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE La scuola italiana ha mostrato sempre grande attenzione al tema dell’accoglienza e delle pari opportunità di studio muovendosi anche in anticipo rispetto alle altre nazioni europee con la legge 104/1992 e norme susseguenti o collegate, rivolte all’handicap oggi disabilità. L’attenzione verso questo tema, inizialmente ampia e generalizzata, si è successivamente ristretta ad un ambito tecnico e medicalizzato. Solo in un secondo momento ed in modo improprio è stato utilizzato il termine “svantaggio” per indicare un insieme di situazioni che necessitano invece di un’attenta classificazione. Oggi la direttiva del 27/12/2012 e la C.M. 8/2013 hanno introdotto la nozione di BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE (BES), ampliando il campo di azione aggiungendo ulteriori profili. In sintesi rientrano nella definizione di BES tre grandi sottocategorie: • disabilità; • disturbi evolutivi specifici; • svantaggio socio-economico-linguistico-culturale. DISABILITA’ Gli alunni disabili sono coloro che presentano una minorazione fisica, psichica o sensoriale stabilizzata o progressiva che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale e di emarginazione. La normativa di riferimento è la legge 104/92 (da ricordare per l’ambito sanitario il DPR 24/2/1994 che riprende la 104). In queste situazioni il percorso da seguire è standardizzato per legge e prevede diverse fasi: • il SSN formula la Diagnosi Funzionale (DF) • la Commissione INPS convalida la certificazione medico-legale • la famiglia consegna la documentazione alla scuola e la fa protocollare • assegnazione dell’insegnante di sostegno in base alle risorse assegnate • Profilo Dinamico-Funzionale (PDF) • Piano Educativo-Didattico Individualizzato (PEI) Disturbi evolutivi specifici I disturbi evolutivi specifici comprendono quelli indicati nella direttiva ministeriale del 27/12/2012 e nella c.m. del 8/3/2013 e gli alunni DSA che, pur dotati di normali capacità cognitive, presentano una difficoltà specifica di apprendimento nella lettura e/o scrittura a livello grafico-motorio e/o ortografico e/o calcolo. La normativa di riferimento è la legge 170 del 2010 più le linee guida del 12/7/2011. In queste situazioni il percorso da seguire è standardizzato per legge e prevede: • Piano Didattico Personalizzato (PDP): documento condiviso tra scuola e famiglia che analizza la situazione di difficoltà e capacità individuando materia per materia le modalità di adattamento dell’apprendimento prevedendo misure compensative e dispensative • Proprio perché il PDP è un atto dovuto se non si desidera è indispensabile che la famiglia firmi una liberatoria Svantaggio socio-economico-linguistico-culturale. L’area dello svantaggio socio-economico-culturale comprende una categoria generica e onnicomprensiva di cui fanno parte alunni con difficoltà di apprendimento non momentanee e alunni le cui difficoltà possono avere origine fisica, biologica, fisiologica, psicologica, socio-economico-culturale. L’ indicazione di riferimento è la nota del MIUR del 27/12/2012 e le C.M. 6/3/2013 e 22/11/2013; per questi alunni può esistere o meno l’attestazione diagnostica e si può adottare la procedura indicata nella legge 170 per i DSA. Considerando che nella nostra realtà scolastica, a differenza delle precedenti esperienze, si è avuto un incremento della presenza di alunni stranieri adottati e non, si è ritenuto opportuno un lavoro di approfondimento sulle “Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni stranieri adottati” emanate con nota MIUR del 18/12/2016 e C.M . n.2 dell’8/1/2010 recante “Indicazioni e raccomandazioni per l’integrazione di alunni con cittadinanza non italiana”. Alunni stranieri adottati e non Per gli alunni stranieri in riferimento a quanto raccomandato dal documento del MIUR sopra richiamato, si è provveduto all’individuazione di un docente referente sulle tematiche in oggetto al fine di garantire il successo formativo e favorire la collaborazione tra le famiglie, le istituzioni scolastiche e gli altri soggetti coinvolti nel processo di adozione e integrazione. Per le schede di raccolta informazioni che la famiglia deve compilare in occasione del primo incontro con l’istituzione scolastica si rimanda ai documenti richiamati. Scheda di rilevazione dei BES Bisogni Educativi Speciali NON certificati Scuola Primaria Plesso …………………………………………….......... Classe ……. Sezione …… Alunno/a ………………………………………………………………………………... Docenti di classe: …............................................................................................. ………………………………………………………………………………………………………...………. Data rilevazione: ……………………………………… Segnare con una o più crocette Tipologia BES Svantaggio socio-economico Difficoltà linguistiche e/o culturali Disagio comportamentale/relazionale Sospetto DSA Sospetto ADHD Sospetto borderline cognitivo (ritardo mentale lieve) Altro (specificare/descrivere) ASPETTI DESCRITTIVI (Segnare con crocette le aree deficitarie. Ove necessario specificare.) Area Funzionale deficit motorio-prassici deambulazione motricità globale motricità fine coordinazione motoria movimenti finalizzati orientamento deficit neuropsicologici : organizzazione spaziale temporale attenzione concentrazione memoria altro: deficit sensoriali: vista udito altro: Area dell'Autonomia deficit nell'autonomia personale: cura di sé uso e organizzazione di oggetti e materiali propri e comuni orientamento nello spazio e nel tempo deficit nell'autonomia sociale: comportamenti nel gruppo comportamenti inadeguati alle situazioni e ai contesti altro: Corporea condizioni fisiche difficili: ospedalizzazioni malattie acute o croniche lesioni fragilità anomalie cromosomiche anomalie nella struttura del corpo altro: Cognitiva deficit dell'apprendimento del linguaggio della letto-scrittura delle abilità artimetiche del ragionamento logico della memoria degli Apprendimenti Difficoltà in una o più specifiche aree disciplinari / competenze previste dai piani studi dei singoli ordini di scuola (specificare quali): Affettivo - area del sé (vissuti, emozioni, identità, immagine di sé) relazione con i pari e gli adulti relazionale integrazione nel gruppo motivazioni nei rapporti motivazione rispetto all'apprendimento scolastico motivazione rispetto alla frequenza alle lezioni GRIGLIA DI RILEVAZIONE DEL DISAGIO SEGNALATO LEGENDA (segnare con una crocetta) 0 L’elemento descritto problematicità dal criterio non mette in evidenza particolari 1 L’elemento descritto mette in evidenza problematicità lievi e/o occasionali 2 L’elemento descritto mette in evidenza problematicità non gravi ma reiterate 3 L’elemento descritto mette in evidenza problematicità rilevanti e reiterate 4 L’elemento descritto mette in evidenza problematicità molto rilevanti e osservabili continuativamente * in presenza di asterisco, ove necessario specificare mancanza di autonomia nel movimento e nell’uso del proprio corpo 0 1 2 3 4 difficoltà nell’uso di oggetti personali e di materiali scolastici 0 1 2 3 4 mancanza di autonomia negli spazi scolastici 0 1 2 3 4 mancanza di autonomia negli spazi esterni alla scuola 0 1 2 3 4 difficoltà di gestione del tempo 0 1 2 3 4 necessità di tempi lunghi 0 1 2 3 4 difficoltà nella pianificazione delle azioni 0 1 2 3 4 difficoltà di attenzione 0 1 2 3 4 difficoltà di concentrazione 0 1 2 3 4 difficoltà di memorizzazione 0 1 2 3 4 difficoltà di ricezione - decifrazione di informazioni verbali 0 1 2 3 4 difficoltà di ricezione - decifrazione di informazioni scritte 0 1 2 3 4 difficoltà di espressione - restituzione di informazioni verbali 0 1 2 3 4 difficoltà di espressione – restituzione di informazioni scritte 0 1 2 3 4 difficoltà nell’applicare conoscenze 0 1 2 3 4 difficoltà di lettura/scrittura 0 1 2 3 4 difficoltà logico/matematiche 0 1 2 3 4 Difficoltà in altre discipline* 0 1 2 3 4 difficoltà nel rispetto delle regole 0 1 2 3 4 svolgimento irregolare dei compiti a casa 0 1 2 3 4 mancata esecuzione delle attività in classe 0 1 2 3 4 domande e interventi non pertinenti 0 1 2 3 4 disturbo delle lezioni (distrae i compagni, ecc.) 0 1 2 3 4 facile distraibilità 0 1 2 3 4 difficoltà nello stare fermo al proprio posto 0 1 2 3 4 mancanza dei materiali necessari alle attività scolastiche 0 1 2 3 4 scarsa cura dei materiali 0 1 2 3 4 difficoltà di autoregolazione, autocontrollo 0 1 2 3 4 problemi comportamentali* 0 1 2 3 4 problemi emozionali (aggressività, timidezza, ansia, ostilità, tristezza, ritiro)* 0 1 2 3 4 scarsa autostima/fiducia nelle proprie capacità 0 1 2 3 4 scarsa motivazione 0 1 2 3 4 scarsa curiosità 0 1 2 3 4 difficoltà nella relazione con i compagni 0 1 2 3 4 difficoltà nella relazione con gli insegnanti 0 1 2 3 4 difficoltà nella relazione con gli adulti 0 1 2 3 4 atteggiamenti oppositivi 0 1 2 3 4 ignoramento dei rimproveri 0 1 2 3 4 Fattori del contesto familiare scolastico ed extrascolastico carenza/eccesso nel senso del pericolo 0 1 2 3 4 instabilità psico-motoria (eccesso nel movimento/iperattività) 0 1 2 3 4 Altro* 0 1 2 3 4 famiglia problematica 0 1 2 3 4 pregiudizi ed ostilità culturali 0 1 2 3 4 difficoltà socioeconomiche 0 1 2 3 4 ambienti deprivati/devianti 0 1 2 3 4 mancanza di mezzi o risorse nella scuola*: difficoltà di comunicazione e o collaborazione tra le agenzie (scuola, servizi, enti, operatori….) che intervengono nell’educazione e nella formazione*: Bisogni espressi dal team degli insegnanti relativamente alle problematiche evidenziate (strumenti, informazioni, sussidi ….) * LA SCUOLA DELL’INFANZIA Il ruolo della scuola dell'infanzia è di fondamentale importanza nell'identificare precocemente le possibili difficoltà di apprendimento per cui è necessario osservare eventuali difficoltà grafomotorie, spaziotemporali, percettive, di memorizzazione, di linguaggio e socio-ambientali. COSA FARE: Osservare Identificare i segnali di rischio Rafforzare l'identità personale, l'autonomia e le competenze dei bambini Consolidare le capacità sensoriali, percettive, motorie, sociali, linguistiche ed intellettive del bambino. 5. Supportare con attività personalizzate o individualizzate i bambini di 5 anni che mostrano ancora un’espressione linguistica non adeguata. 1. 2. 3. 4. Scheda di rilevazione dei BES Bisogni Educativi Speciali NON certificati Scuola dell’Infanzia 6. Plesso …………………………………………….......... Sezione …… 7. Alunno/a ………………………………………………………………………………... 8. Docenti di sezione: …............................................................................................. 9. ………………………………………………………………………………………………………...………. 10. Data rilevazione: ……………………………………… SFERA RELAZIONALE/COMPORTAMENTALE Si mostra irrequieto e iperattivo Dimostra opposizione ai richiami Non stabilisce buoni rapporti con i compagni E’ poco accettato/ ricercato dai compagni Trasgredisce regole condivise Ha reazioni aggressive con i compagni Si isola dagli altri per lunghi periodi Distrugge oggetti e cose Compie gesti di autolesionismo SFERA DELLO SVILUPPO Non si esprime verbalmente Parla in continuazione Ha difficoltà fonologiche balbetta Si esprime con frasi poco chiare/poco strutturate Ha una rapida caduta dell’attenzione Ha difficoltà a comprendere le regole 0 1 2 3 4 Ha difficoltà di concentrazione Ha difficoltà logiche Ha difficoltà a memorizzare Rifiuta qualsiasi attività proposta Ha difficoltà di comprensione verbale SFERA EMOZIONALE Presenta ritardi nel linguaggio Ha difficoltà di apprendimento Ha improvvisi e significativi cambiamenti dell’umore Ha comportamenti bizzarri Manifesta fissità nelle produzioni Lamenta malesseri fisici Attribuisce i propri successi/insuccessi a cause esterne Ha difficoltà ad esprimersi di fronte al gruppo SFERA SOCIALE Lamenta rifiuto da parte dei compagni ( disagio affettivo –relazionale ) Rinuncia di fronte all’impegno, alle prime difficoltà Dimostra scarsa autonomia personale Ha difficoltà di organizzazione spazio/temporale Ha difficoltà di coordinazione grosso/motoria Ha difficoltà di coordinazione fine SFERA AMBIENTALE Presenta segni fisici di maltrattamento Ha materiale scolastico/didattico insufficiente Famiglia problematica * Difficoltà socio-culturali - comunicative ( famiglia di altra nazionalità) * Difficoltà socio- economiche Ambienti deprivati/devianti Quali interventi? Quali strumenti? Quali modalità? Linee guida per una didattica inclusiva Finalità Definire pratiche condivise all’interno del Circolo Didattico in tema di accoglienza e integrazione/inclusione; Facilitare l’ingresso degli alunni con BES nel sistema scolastico e sociale nel quale saranno inseriti; Realizzare l’inclusione, sviluppando le abilità sociali e comunicative dell’alunno; Promuovere iniziative di collaborazione tra scuola, reti di scuole, Comune, Enti territoriali, ASL, Associazioni; Favorire un clima d’accoglienza nella scuola e rimuovere gli ostacoli; Entrare in relazione con le famiglie. Obiettivi ed azioni positive Mettere l'allievo al centro dell’azione didattica, cioè accogliere ed accettare l’altro come persona, per conoscere l’alunno anche dal punto di vista socio-affettivo, oltre che cognitivo; Includere, anziché escludere, anche gli studenti più problematici, cioè riconoscerne i bisogni educativi speciali e cercare strategie idonee a sollecitare l’attenzione e la partecipazione, per creare apprendimento significativo, per non creare dispersione scolastica; Considerare fondamentale la relazione educativa, base indispensabile dell’apprendimento, al di là della disciplina e dei programmi da svolgere; Promuovere la dimensione comunitaria e sociale dell’apprendimento; Praticare in classe strategie più coinvolgenti di quelle tradizionali; Condividere le linee metodologie e i presupposti pedagogici con tutto il personale educativo; Riconoscere i diversi bisogni e le differenze individuali, dando risposte diverse a domande diverse, cioè curare la personalizzazione dell’insegnamento e adeguare in itinere la programmazione. PERSONALE COMPITI Dirigente scolastico Promuove attività di formazione e di aggiornamento al fine di garantire a tutti gli insegnanti il conseguimento di competenze e di strumenti operativo-concettuali Individua tra gli insegnanti curricolari dell’Istituto una figura referente per i BES Provvede alla composizione del Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI), coordina il Gruppo, prevedendo modalità di riconoscimento dell’impegno dei docenti Attraverso il GLI promuove la riflessione e assicura le azioni dell’intera comunità scolastica in riferimento all’inclusività, verifica la documentazione prodotta Definisce la modalità di documentazione, in accordo con gli altri Istituti della rete CTI, perseguendo l’uniformità a livello territoriale Soprintende all’ elaborazione del Piano Annuale per l’Inclusività (PAI,) osservando che vengano definite metodologie, pratiche didattiche ed organizzative Stimola e promuove ogni utile iniziativa finalizzata a rendere operative le indicazioni condivise con Organi collegiali e famiglie Si pone come facilitatore nei rapporti con le altre Istituzioni affinchè vengano svolti compiutamente compiti e ruoli; in particolare cura i rapporti con l’USLL per la condivisione delle azioni Cura le relazioni con gli istituti della rete CTS Effettua un periodico monitoraggio delle azioni, al fine di favorire l’individuazione e la diffusione delle “buone prassi”, e di valutazione del grado di inclusività della scuola Collegio docenti Approva il PTOF e il PAI e ha l’incarico di verificare la realizzazione degli obiettivi in essi contenuti Consiglio di classe Il Consiglio di classe collabora alla progettazione e verifica del PEI ed elabora il PDP. Per particolari esigenze è possibile richiedere al dirigente scolastico di convocare Consigli di Gruppo di lavoro handicap (GLH) Referente BES classe straordinari. Il GLH è un gruppo di lavoro composto da una componente variabile ,cioè gli operatori dei servizi e una componente fissa composta dal dirigente scolastico, dagli insegnanti di sostegno , dal referente , in base alle esigenze contingenti che: -esamina i casi dei singoli alunni in situazione di handicap inseriti o da inserire nella scuola , -formula proposte al dirigente scolastico per la richiesta degli insegnanti di sostegno -ripartisce con criteri logici le ore complessive di sostegno, assegnate all’inizio dell’anno scolastico alla scuola , agli alunni con disabilità -formula richieste per il fabbisogno di attrezzature particolari, sussidi scolastici, con ASL -concorda i criteri per la valutazione degli alunni in situazione di handicap. -Collabora con il dirigente scolastico inviando comunicazioni e verbalizzando ciò che viene stabilito dal GLH -Comunica al dirigente scolastico l’andamento dei progetti relativi agli alunni e collabora alla realizzazione del PEI e del PDP nei tempi previsti -Coordina gli incontri con l’ASL e le famiglie -Organizza eventuali progetti con le realtà scolastiche e territoriali esterne alla scuola -Tiene i contatti con gli operatori dell’ ASL e dei Servizi sociali del territorio -Collabora a curare il passaggio di informazioni tra i diversi gradi di scuole Referente BES: bambini stranieri adottati e La funzione del referente di circolo si esplica non principalmente nel supporto ai colleghi che hanno alunni adottati nelle loro classi, nella sensibilizzazione del Collegio dei docenti sulle tematiche dell’adozione, sull’accoglienza dei genitori. Nello specifico: • informa gli insegnanti • accoglie i genitori • raccoglie informazioni • collabora a monitorare l’andamento dell’inserimento e del percorso formativo dell’alunno • collabora a curare il passaggio di informazioni tra i diversi gradi di scuole Insegnante curriculare Ogni insegnante ha piena responsabilità didattica ed educativa verso tutti gli alunni delle sue classi, compresi quindi quelli con disabilità. Dovrà contribuire alla programmazione e al conseguimento degli obiettivi prefissati, didattici e/o educativi, e sarà chiamato di conseguenza a valutare i risultati del suo insegnamento. Poiché l’alunno con disabilità segue dei percorsi di apprendimento personalizzati e/o individualizzati, i reali compiti del docente di classe vanno necessariamente definiti nel quadro di un Piano Educativo Individualizzato. La precisa formulazione degli obiettivi da parte di ciascun insegnante garantisce la chiara definizione delle attività anche per l’alunno con disabilità e nei confronti della famiglia e degli altri soggetti coinvolti in eventuali forme di supporto logistico/organizzativo. L’insegnante per le attività di sostegno è un insegnante specializzato assegnato alla classe dell’alunno con disabilità per favorirne il processo di integrazione. Non è pertanto l’insegnante dell’alunno con disabilità ma una risorsa professionale assegnata alla classe per rispondere alle maggiori necessità educative che la sua presenza comporta. Le modalità di impiego di questa importante (ma certamente non unica) risorsa per l’inclusione, vengono condivise tra tutti i soggetti coinvolti (scuola, servizi, famiglia) e definite nel Piano Educativo Individualizzato. Collaboratori scolastici Ai collaboratori scolastici è affidata la cosiddetta "assistenza di base" degli alunni con disabilità. Per assistenza di base si intende l'ausilio materiale agli alunni con disabilità all’interno della scuola, nell'accesso dalle aree esterne alle strutture scolastiche e nell'uscita da esse. Sono comprese anche le attività di cura alla persona, uso dei servizi igienici e igiene personale dell'alunno con disabilità. Ma non è solo questione di “accompagnarlo in bagno”. In una scuola inclusiva l’assistenza di base è parte fondamentale del processo di integrazione scolastica e attività interconnessa con quella educativa e didattica. Se coinvolto in questo modo, il collaboratore scolastico partecipa al progetto educativo e collabora con gli insegnanti e la famiglia per favorire l’integrazione scolastica (CM 3390/2001). Figure professionali L'integrazione scolastica si avvale anche di altre figure professionali fornite dagli Enti Locali (Comune o Provincia di residenza dell’alunno). Le modalità di applicazione possono variare in base a diverse disposizioni regionali. Gli "operatori di assistenza" e "addetti alla comunicazione" sono figure professionali, nominate dagli Eni Locali, presenti a scuola, a supporto dell’alunno con disabilità, per consentirgli di frequentare le lezioni in modo adeguato. Esperti ASL Partecipano agli incontri periodici, verificano il livello e la qualità dell’ integrazione nelle classi del Circolo e svolgono attività di consulenza per gli insegnanti e le famiglie. La famiglia La famiglia deve essere coinvolta attivamente nel processo educativo dell’alunno e nel percorso di integrazione scolastica e sociale. Essa, infatti, rappresenta un punto di riferimento essenziale per la corretta inclusione scolastica dell’alunno con disabilità, sia come fonte di informazioni sia come luogo in cui avviene la continuità fra educazione formale ed educazione informale. GRUPPO DI LAVORO PER L'INCLUSIONE (GLI) Fanno parte del GLI tutti componenti dei GLHI (fermo restando quanto previsto dall’art. 15 comma 2 della L. 104/92, i compiti del Gruppo di lavoro e di studio si estendono alle problematiche relative a tutti i BES), i referenti, gli insegnanti per il sostegno, gli AEC [assistenti educativi culturali], i docenti, gli assistenti alla comunicazione/specializzati, i genitori e gli esperti istituzionali o esterni (in regime di convenzionamento con la scuola). Il GLI assicura all’interno del corpo docente il trasferimento capillare delle azioni di miglioramento intraprese e un’efficace capacità di rilevazione e intervento sulle criticità all’interno delle classi. Il GLI svolge le seguenti funzioni: - rilevazione dei BES presenti nella scuola; raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere, anche in funzione di azioni di apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto con azioni strategiche dell’Amministrazione; - focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie e metodologie di gestione delle classi; rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola; raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLH Operativi sulla base delle effettive esigenze, ai sensi dell’art. 1, c. 605, lettera b, della legge 296/2006, tradotte in sede di definizione del PEI [Piano Educativo Individualizzato] come stabilito dall’art. 10 comma 5 della Legge 30 luglio 2010 n. 122; - elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività (PAI) riferito a tutti gli alunni con BES. A tale scopo il Gruppo procederà ad un’analisi delle criticità e dei punti di forza degli interventi di inclusione scolastica operati nell’anno appena trascorso e formulerà un’ipotesi globale di utilizzo funzionale delle risorse specifiche, istituzionali e non, per incrementare il livello di inclusività generale della scuola nell’anno successivo. Il Piano sarà quindi discusso e deliberato in Collegio dei Docenti e inviato ai competenti Uffici degli UUSSRR, nonché ai GLIP e al GLIR [rispettivamente Uffici Scolastici Regionali, Gruppi di Lavoro per l’Inclusione Scolastica degli Alunni con Disabilità Provinciali e Gruppi di Lavoro per l’Inclusione Scolastica degli Alunni con Disabilità Regionali], per la richiesta di organico di sostegno, e alle altre istituzioni territoriali come proposta di assegnazione delle risorse di competenza, considerando anche gli Accordi di Programma in vigore o altre specifiche intese sull’integrazione scolastica sottoscritte con gli Enti Locali. A seguito di ciò, gli Uffici Scolastici regionali assegnano alle singole scuole globalmente le risorse di sostegno, secondo quanto stabilito dall’art 19 comma 11 della Legge n. 11/2011. Nel mese di settembre, in relazione alle risorse effettivamente assegnate alla scuola ovvero, secondo la previsione dell’art. 50 della L.35/2012, alle reti di scuole, il Gruppo provvederà ad un adattamento del Piano, sulla base del quale il Dirigente scolastico procederà all’assegnazione definitiva delle risorse, sempre in termini “funzionali”. All’inizio di ogni anno scolastico il Gruppo propone al Collegio dei Docenti una programmazione degli obiettivi da perseguire e delle attività da porre in essere, che confluisce nel Piano annuale per l’Inclusività (PAI); al termine dell’anno scolastico, il Collegio procede alla verifica dei risultati raggiunti. Successivamente vengono fornite indicazioni per il PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa ) delle singole scuole. Nel P. T.O.F. della scuola occorre che trovino esplicitazione: -un concreto impegno programmatico per l’inclusione, basato su una attenta lettura del grado di inclusività della scuola e su obiettivi di miglioramento, da perseguire nel senso della trasversalità delle prassi di inclusione negli ambiti dell’insegnamento curricolare, della gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie; - criteri e procedure di utilizzo “funzionale” delle risorse professionali presenti, privilegiando, rispetto a una logica meramente quantitativa di distribuzione degli organici, una logica “qualitativa”, sulla base di un progetto di inclusione condiviso con famiglie e servizi sociosanitari, che recuperi l’aspetto “pedagogico” del percorso di apprendimento e l’ambito specifico di competenza della scuola; - l’impegno a partecipare ad azioni di formazione e/o di prevenzione concordate a livello territoriale. L’inclusione fra scuola e territorio Per lavorare assieme è necessario conoscersi e conoscere • I RISPETTIVI RUOLI • LE RISORSE PRESENTI SUL TERRITORIO (servizi socio educativi, Parrocchia, societa’ sportive, Comune) è necessario sapersi ascoltare e confrontarsi tra scuola e territorio: SCAMBIARSI INFORMAZIONI CONDIVIDERE ASPETTATIVE DEFINIRE OBIETTIVI COMUNI PROGETTARE PERCORSI COERENTI E INTEGRATI MONITORARE LE AZIONI VERIFICARE E VALUTARE ASSIEME MODALITA’ DI VERIFICA E VALUTAZIONE PER GLI ALUNNI BES Le modalità di verifica e valutazione hanno come riferimento normativo il regolamento di valutazione DPR 22 giugno 2009 n.122 DPR 12 luglio 2011 n.5669 e relative Linee Guida. Accogliere gli alunni con bisogni educativi speciali significa fare in modo che essi siano parte integrante del contesto scolastico, senza alcuna discriminazione. L’accoglienza significa riconoscere il valore della persona che va accolta per le sue possibilità, per i potenziali valori umani di cui è portatrice. E’ in quest’ ottica che la scuola deve mettere in atto un’ organizzazione educativa e didattica che sia differenziata, individualizzata, personalizzata, perché una scuola è accogliente se permette a ciascun alunno di procedere secondo i suoi ritmi ed i suoi stili di apprendimento, muovendo dai suoi livelli di sviluppo. L’ inclusione degli alunni che hanno bisogni educativi speciali può essere realizzata solo in una scuola che si fa a misura di tutti. Gli alunni che mostrano di avere Bisogni Educativi Speciali non sono solo quelli in possesso di una certificazione (il 2-3%), ma sono molti di più (10-15%), ed in particolare tutti quelli che necessitano come i primi di attenzione e spesso di interventi mirati. Nelle scuole ci sono sia alunni con Bisogni Educativi Speciali con diagnosi psicologica e/o medica e alunni con Bisogni Educativi Speciali senza diagnosi. Nel primo caso le categorie diagnostiche fanno riferimento al DSM-IV e all’ICD-10. Vi rientrano il ritardo mentale, i disturbi generalizzati dello sviluppo, il disturbo autistico, i disturbi dell’apprendimento, i disturbi di sviluppo della lettura, i disturbi di sviluppo del calcolo, i disturbi di sviluppo dell’espressione scritta, i disturbi di sviluppo dell’articolazione della parola, i disturbi di sviluppo del linguaggio espressivo, i disturbi di sviluppo nella comprensione del linguaggio, i disturbi del comportamento, i disturbi da deficit di attenzione e iperattività, i disturbi della condotta, il disturbo oppositivo-provocatorio e infine vi sono le patologie che riguardano la motricità, quelle sensoriali, neurologiche o riferibili ad altri disturbi organici. Nel secondo caso, invece, rientrano tutti quegli alunni che non corrispondono perfettamente ai parametri appena citati, perché la loro situazione pare meno netta e più sfumata. Questa tipologia di alunni è però presente nella scuola anche in modo piuttosto considerevole. Tra questi alunni troviamo quelli che, pur non presentando deficit nell’apprendimento, risultano non possedere competenze cognitive adeguate nell’area metacognitiva, linguistica e sociale, altri invece vivono situazioni famigliari difficili (genitori con patologie psichiatriche, condotte antisociali…), altri ancora invece sono figli di migranti e bambini giunti in Italia in seguito ad adozione internazionale e presentano una serie di problematiche che vanno da una incapacità di comunicare a causa del linguaggio e di una cultura molto differente dalla nostra, a difficoltà legate principalmente alle situazioni spesso precarie e transitorie in cui si trovano a vivere. I principali strumenti di verifica saranno le osservazioni sistematiche e gli elaborati degli alunni. Le scelte adottate saranno sottoposte a continua verifica: ciascun insegnante curriculare o di sostegno presterà attenzione ai feedback che riceverà dall’alunno, dalla famiglia e dall’équipe. Considerando che il processo di apprendimento negli alunni BES è reversibile, l’iter per la verifica sarà così articolato: • Raccolta di informazioni utilizzando griglie per individuare le caratteristiche del processo di apprendimento dell’alunno; • Intervento per il raggiungimento della competenza; • Se la competenza non è stata acquisita, riproposta dell’intervento con l’utilizzo di strategie diverse. All’inizio dell’anno scolastico vengono effettuate osservazioni sistematiche e verifiche dettagliate allo scopo di valutare le abilità dei singoli bambini: • In ingresso, per verificare: conoscenza dell’alunno, autonomia, cura personale, autonomia sociale, socializzazione, area della comunicazione, area logico-matematica, organizzazione spazio-temporale, organizzazione percettiva, espressione grafica, motricità. • In itinere, come funzione di controllo degli apprendimenti. • Finali, per valutare le competenze apprese. CONOSCENZA DELL’ALUNNO ESPERIENZE, CONOSCENZE, ABILITA’ D’APPRENDIMENTO INIZIO AN FINE I QUADR. FINE II QUADR. NO Ha vissuto l’esperienza della classe precedente Uso del linguaggio Interesse e disponibilità Ritmo di apprendimento regolare Autonomia RELAZIONALITÀ E PARTECIPAZIONE Inserimento nel gruppo Collaborazione attiva Coerenza rispetto agli impegni Intervento nella conversazione Rispetto delle regole INIZIO ANNO FINE I QUADR. FINE II QUADR. ATTEGGIAMENTO NEI CONFRONTI DELL’ESPERIENZA SCOLASTICA Capacità di attenzione e concentrazione Ritmo di lavoro regolare Impegno a casa Impegno a scuola Organizzazione nel lavoro e studio INIZIO ANNO FINE I QUADR. FINE II QUADR. AUTONOMIA INIZIO ANNO a) Attività spontanea Prende iniziativa Sa occuparsi senza annoiarsi Sceglie attività adatte al tempo e spazio che ha a disposizione Importuna gli altri Giocherella in modo ripetitivo Cambia spesso attività Si guarda intorno e rimane passivo FINE I QUADR. FINE II QUADR. Ha attività ossessive b) Attività strutturate Segue l’attività proposta Porta a termine autonomamente ciò che ha iniziato Necessita di continua stimolazione ed incoraggiamento Presta una buona attenzione Ha tempi brevissimi di concentrazione c) Gioco Preferisce il gioco di movimento Preferisce il gioco tranquillo Fa prevalentemente gioco di: Manipolazione funzionale (battere, lanciare) Di costruzione (incastri) Simbolico Di ruolo Di gruppo d) Cura delle cose Tiene in ordine il materiale scolastico Ha cura delle sue cose È affezionato ad alcune sue cose Controlla gli oggetti prima di buttarli via Perde, dimentica le cose E) Uso delle cose Utilizza gli oggetti secondo il loro uso Usa gli oggetti per costruire Gioca con gli oggetti Esplora gli oggetti con le mani Esplora gli oggetti con la bocca Utilizza gli oggetti in attività ripetitive Ignora la pericolosità di alcune cose CURA PERSONALE INIZIO ANNO FINE I QUADR. FINE II QUADR. A) Nel vestirsi e svestirsi Sa vestirsi da solo Sa vestirsi ma bisogna dirglielo Necessita di aiuto nell’abbottonare e sbottonare Sa vestirsi Sa vestirsi ma bisogna dirglielo Allaccia le scarpe senza aiuto Slaccia le scarpe senza aiuto Infila le scarpe nel piede giusto B) Pulizia personale Si lava le mani da solo Sa asciugarsi Si soffia il naso senza aiuto Ha il controllo sfinterico Va da solo ai servizi Va sollecitato a recarsi ai servizi Va aiutato ai servizi C) Mangiare Sa mangiare / beve da solo Va incoraggiato a mangiare Ingoia il cibo voracemente Lascia cadere il cibo Mangia in modo adeguato AUTONOMIA SOCIALE INIZIO ANNO A) Indipendenza negli spazi e negli spostamenti Viene a scuola da solo Conosce il percorso per venire a scuola Per strada sta in fila e sul marciapiede Per strada va tenuto per mano Per strada conosce il pericolo Sa dire in che città abita Sa dire in che via abita FINE I QUADR. FINE II QUADR. Si reca in qualsiasi luogo della scuola Sa trovare i servizi Sa trovare la sua aula Sa trovare la palestra Sa trovare l’uscita Ritrova il suo posto in classe È perduto appena lascia la sua classe B ) Orientamento nel tempo Tiene conto del tempo Conosce alcuni orari legati ad abitudini quotidiane Si rende conto se è mattino, pomeriggio, sera, notte Distingue ieri, oggi, domani Conosce le ore sull’orologio C) Conoscenza del denaro Ha il senso del denaro Ha cura del denaro in suo possesso Sa fare i conti Ignora completamente l’uso del denaro D) comprensione di un ordine, di una domanda, di un racconto Risponde a semplici domande Comprende ordini semplici Comprende ordini che comportano più azioni Comprende ordini che richiedono un impegno verbale Sa riferire un avvenimento semplice Segue una semplice storia Sa ripetere una semplice storia negli elementi fondamentali Sa ripetere una storia nei dettagli SOCIALIZZAZIONE INIZIO ANNO A) capacità di contatto C’è contatto oculare spontaneo C’è contatto oculare su richiesta Si rende conto della presenza degli altri Accetta il contatto fisico Cerca il contatto fisico con manifestazioni d’affetto Rifiuta il contatto fisico Parla con l’altro di sua iniziativa Ascolta l’altro che parla Risponde ad una semplice domanda Si accorge se viene ascoltato B) Capacità di risposta emotivo-affettiva Ha reazioni emotive adeguate alla situazione (pianto, sorriso) Esprime reazioni emotive parallele a quelle degli altri Riconosce espressioni emotive di felicità, rabbia, ecc. Reagisce ad una lode Reagisce alla punizione Riesce a contenere l’aggressività C) Riconoscimento di sé e degli altri Reagisce alla sua immagine riflessa sullo specchio Reagisce ad una fotografia Reagisce al suo nome Risponde e conosce il suo nome Riconosce i suoi compagni Riconosce gli insegnanti Conosce altre persone della scuola Distingue alcuni ruoli fondamentali (dirigente, bidella) D) Adeguamento alle norme di comportamento interpersonale Sceglie il momento adatto per intervenire L’intervento verbale è adeguato alla situazione Attende il suo turno Rispetta il ruolo assegnatogli Rispetta le regole del gioco Divide le cose con gli altri FINE I QUADR. FINE II QUADR. Chiede in prestito le cose Interviene a proposito Si appropria di ciò che non è suo Non dà nulla agli altri Maltratta le cose degli altri Si adira, ignora se viene ripreso quando usa del materiale in modo improprio E) Rapporto con i compagni È socievole e bene accetto dagli altri Collabora solo con alcuni compagni Preferisce giocare con i più piccoli Preferisce giocare con i più grandi Prende iniziative di rapporto Si mette in contatto attraverso il dispetto, la provocazione F) Modalità difensive È aggressivo a livello gestuale È aggressivo a livello verbale Sa difendersi verbalmente Sa ignorare le provocazioni Subisce passivamente l’altro Piange Chiede aiuto all’adulto G) nel gruppo Propone le attività Partecipa e collabora Cerca aiuto dai compagni Partecipa marginalmente nel gruppo Nel gruppo è indipendente Si isola È respinto Rifiuta l’aiuto H) Rapporto con l’insegnante Interagisce positivamente con l’insegnante di sostegno Interagisce positivamente con le insegnanti della classe Va stimolato a mettersi in contatto con l’insegnante Ricerca la vicinanza dell’insegnante Cerca di attirare l’attenzione dell’insegnante Dimostra disinteresse verso l’insegnante Evita ogni contatto con l’insegnante È aggressivo Ha timore dell’insegnante I) Rispetto le attività Collabora volentieri Chiede spiegazioni Cerca aiuto Accetta di essere aiutato Rifiuta l’aiuto Risponde, se interpellato Reagisce attivamente AREA DELLA COMUNICAZIONE INIZIO ANNO COMUNICAZIONE NON VERBALE Usa il linguaggio non verbale Accompagna la parola con il gesto È inibito nella mimica Il volto è espressivo Il tono della voce è modulato al contenuto Il tono della voce è chiaro Parla troppo velocemente COMUNICAZIONE VERBALE A) Imitazione verbale Vocalizza Usa la parola frase Usa frasi semplici grammaticalmente scorrette Usa frasi grammaticalmente corrette Usa frasi complesse B) Linguaggio funzionale FINE I QUADR. FINE II QUADR. Nomina oggetti di uso comune Nomina le persone note Chiede le cose che vuole Usa il linguaggio per chiedere informazioni Identifica e descrive ciò che vede e sente Risponde a semplici domande Risponde al saluto Usa adeguatamente le espressioni verbali (prima-ora-dopo) C) Uso del vocabolario Interpreta un disegno o un’immagine Racconta una storia con un inizio ed una fine Descrive ciò che avviene su un disegno o immagine Nomina solo gli oggetti che gli vengono richiesti Parla sempre D) Articolazione Parla debolmente a bassa voce È difficile capirlo Parla lentamente e con fatica Parla velocemente in modo rapido Parla con interruzioni, arresti, pause E) Scrittura Associa grafemi uguali, di dimensione diversa Copie forme semplici e lettere Scrive il suo nome Scrive, sotto dettatura, lettere Scrive, sotto dettatura, sillabe Scrive, sotto dettatura, parole semplici Scrive, autonomamente, sillabe Scrive, autonomamente, parole semplici Scrive, autonomamente, frasi minime Scrive brevi testi sensati Scrive in stampatello Scrive in corsivo F) Comprensione Esegue gli ordini verbali semplici Esegue gli ordini verbali complessi Esegue gli ordini verbali esigenti una decisione Comprende un racconto Comprende, senza ulteriori spiegazioni, ciò che gli viene chiesto G) Lettura Riconosce i grafemi Sa dire più parole che iniziano con un determinato suono Riconosce il suo nome Riconosce alcune parole Legge sillabe semplici Legge parole semplici Legge parole con digrammi Legge sillabando Ha una lettura scorrevole Legge e comprende una frase Legge e comprende un racconto Legge immagini H) Sviluppo del linguaggio sociale Usa spontaneamente formule di cortesia Imposta una semplice conversazione È socievole e chiacchierone con gli altri Parla con gli altri di diversi argomenti Chiede spiegazioni in caso di bisogno I) Diversi aspetti dello sviluppo del linguaggio Si può discutere con lui Risponde facilmente quando gli si parla Dice cose sensate Racconta un fatto che gli è accaduto Ripete una storia senza difficoltà AREA LOGICO-MATEMATICA INIZIO ANNO Associa due oggetti uguali Associa due figure uguali Associa due segni uguali Sa classificare oggetti per colore forma grandezza Sa raggruppare secondo l’uso Sa raggruppare per categoria Esegue corretti abbinamenti tra due oggetti Riconosce il grande dal piccolo tra due oggetti Dispone in ordine di grandezza più oggetti Sa riconoscere parti mancanti in oggetti o figure Confrontando due insiemi distingue: uno-tanti uno-pochi uno-niente Confrontando due file di oggetti distingue la serie più numerosa, la serie meno numerosa Forma insiemi secondo un criterio Riconosce l’insieme maggiore, minore, uguale Riconosce e sa scrivere i simboli numerici Riconosce i numeri da 0 a 5 Riconosce i numeri da 0 a 10 Riconosce i numeri fino a 15 Riconosce i numeri oltre il 20 Associa la quantità al simbolo numerico e viceversa Conta gli oggetti mediante attività manipolativa Ha acquisito i concetti e sa usare i simboli +, -, = Compone e scompone la quantità entro il 30 Compone e scompone la quantità entro il 50 Compone e scompone la quantità entro il 100 Riconosce il valore posizionale delle cifre (h, da, u) Sa scrivere e leggere un numero di più cifre Esegue numerazioni progressive e regressive Ha il concetto fondamentale di aggiungere e togliere Esegue concretamente (con materiale strutturato) addizioni Esegue concretamente (con materiale strutturato) sottrazioni Somma e sottrae due quantità di oggetti Sa usare correttamente i segni +, Ha il concetto fondamentale di moltiplicazione e divisione Esegue moltiplicazioni e divisioni per schieramenti e raggruppamenti Sa usare correttamente i segni x, : Applica una delle quattro operazioni nella FINE I QUADR. FINE II QUADR. soluzione di situazioni concrete Applica una delle quattro operazioni nella soluzione di situazioni concrete Applica una delle quattro operazioni nella soluzione di problemi Conosce le tabelline Geometria Riconosce alcune figure geometriche piane Disegna alcune figure geometriche Calcola superfici o perimetri ORGANIZZAZIONE SPAZIO-TEMPORALE INIZIO ANNO SPAZIO Si muove nella direzione indicata Riconosce i concetti topologici: sopra e sotto Dentro-fuori Davanti-dietro Vicino-lontano Aperto-chiuso In alto-in basso Primo – ultimo A destra – a sinistra Sa porre oggetti in posizioni diverse Si pone in posizione diversa Riconosce la destra dalla sinistra Riproduce una figura rispettando l’orientamento spaziale TEMPO Avverte la presenza o l’assenza di un compagno Sa organizzare ed eseguire due azioni successive Sa dire quello che sta facendo ora Sa dire quello che ha fatto prima Sa dire quello che farà dopo Sa riferire cronologicamente un avvenimento Sa usare correttamente i termini: prima-ora-dopo Abbina azioni quotidiane a momenti della giornata FINE I QUADR. FINE II QUADR. Sa usare correttamente i termini: giorno -notte Sa distinguere mattino-pomeriggio-sera-notte Sa ordinare nel tempo le principali azioni della giornata Sa distinguere ieri-oggi-domani Sa distinguere i giorni della settimana Associa determinati avvenimenti ai vari giorni della settimana Sa il nome dei mesi Conosce le stagioni Conosce le caratteristiche principali delle stagioni Riesce a ricostruire una storia figurata ORGANIZZAZIONE PERCETTIVA INIZIO ANNO a) Tattile Distingue caldo-freddo Distingue duro-molle Distingue bagnato-asciutto Distingue liscio-ruvido Distingue pesante-leggero Riconosce un oggetto sol toccandolo Identifica un compagno ad occhi chiusi B) visiva Associa colori uguali Associa forme uguali Sa denominare i colori Sa denominare le forme principali (quadrato, tondo, rettangolo, triangolo) Sa ricostruire un puzzle semplice C) uditiva Si gira ad un suono Risponde alla chiamata del proprio nome Distingue i suoni dai rumori Riconosce la fonte sonora Distingue piano-forte Distingue i suoni lunghi da quelli corti D) Gustativa Distingue dolce-amaro Distingue dolce-salato Riconosce due gusti E) Olfattiva Discrimina gli odori Distingue un odore gradevole da uno sgradevole FINE I QUADR. FINE II QUADR. MOTRICITA’ INIZIO ANNO A) Motricità globale Riesce a mantenere il capo eretto Riesce a mantenere la posizione seduta Sta in piedi senza difficoltà Sta in piedi senza perdere l’equilibrio Sa gattonare Sa rialzarsi Cammina da solo Corre senza inciampare Salta sul posto Salta un piccolo ostacolo Sa scendere e salire le scale da solo Si mantiene in equilibrio su un piede Sa percorrere un tracciato Sa camminare a ritmo Si ferma ad un segnale Lancia la palla Afferra la palla Calcia la palla Ha una buona coordinazione globale È rigido nei movimenti B) Motricità fine e coordinazione oculo-manuale Riesce ad afferrare un oggetto Lancia un oggetto per prenderne un altro Muove oggetti da una mano all’altra Costruisce una torre coi cubetti Sa infilare, autonomamente, perle in un filo Sa fare, autonomamente, una pallina con il pongo Sa strappare, autonomamente, un foglio Sa eseguire, autonomamente, facili piegature Impugna le forbici correttamente Sa ritagliare Necessita di aiuto nel ritagliare Sa incollare Necessita di aiuto nell’incollare C) Schema corporeo Riconosce la figura umana Riconosce le parti del corpo: su di sé Sugli altri Su un’immagine FINE I QUADR. FINE II QUADR. È in grado di imitare, a specchio, dei gesti Sa ricostruire la figura umana D) Lateralità dominante Distingue la destra dalla sinistra su di sé Nello scrivere usa la mano destra Nelle attività spontanee usa la mano destra Nel calciare usa il piede destro Nel saltare su di un piede usa quello destro ESPRESSIONE GRAFICA INIZIO ANNO C’è lo scarabocchio spontaneo Imita un tratto Esegue tratti verticali ed orizzontali Sa eseguire i contorni esterni ed interni di una figura geometrica Traccia una linea chiusa Traccia una linea aperta Traccia una linea retta Traccia una linea curva Ricalca figure semplici Completa una figura Nel colorare rimane nella figura Impugna correttamente la matita Disegna forme chiuse cui attribuisce un significato non evidente ad altri Crea un disegno attinente alla realtà Rispetta i rapporti di grandezza Tende a fare disegni ripetitivi Rappresenta attraverso il disegno un racconto Riconosce i colori Usa i colori in modo appropriato Usa sempre gli stessi colori FINE I QUADR. FINE II QUADR. La valutazione è riferita al comportamento, alle discipline e alle attività svolte sulla base del PEI e del PDP. Essa terrà inoltre conto dei livelli di partenza, delle competenze acquisite, dei ritmi di apprendimento e dell’impegno. I criteri di valutazione sono relativi agli obiettivi e si differenziano in relazione al percorso didattico svolto e agli obiettivi raggiunti. • Individuazione di linee progettuali relative alle caratteristiche dell’alunno (PEI, PDP). • Selezione degli obiettivi minimi perseguibili adeguati ai bisogni educativi speciali manifestati. VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI GRAVI E GRAVISSIMI Per la valutazione degli alunni con disabilità grave e gravissima si terrà conto degli Standard Formativi (di seguito riportati) e dei dati raccolti nelle osservazioni sistematiche condotte con l’ausilio di una griglia di valutazione. Il documento di valutazione è teso a valorizzare e valutare le potenzialità, i punti di forza ed i progressi degli alunni in relazione al Piano Educativo Individualizzato i cui obiettivi, proprio perché personalizzati, devono essere valutati con una scheda altrettanto individualizzata. La qualità dell’integrazione si costruirà non solo nell’ambito strettamente cognitivo, ma anche in quello affettivo-relazionale e psicologico. STANDARD FORMATIVI SOSTEGNO HANDICAP GRAVE Sviluppo delle abilità motorie: apprendimento, controllo e stabilizzazione degli schemi riflessi e automatici posturali, deambulatori, manipolativi e di controllo della testa e del corpo. HANDICAP MEDIO E LIEVE Sviluppo delle abilità motorie: acquisizione di condotte motorie integrate nell’agire scolastico con progressiva espressione di caratteristiche psicomotorie di coordinazione, di ritmizzazione, equilibrio, orientamento. Sviluppo dei processi cognitivi: interpretazione dei segnali e dei simboli per le aree della vita quotidiana più prossimi alla persona. Sviluppo dei processi cognitivi: apprendimento di conoscenze con formazione di reti cognitive e di abilità procedurali relativamente ai più immediati campi disciplinari (linguistico-espressivo, logico-matematico) Sviluppo di abilità sociali: apprendimento di catene di comportamenti progressivamente più autonomi relativi alla sfera personale (pulizia e igiene personale, abbigliamento, alimentazione, spostamenti, compiti nell’ambito familiare) e a quella scolastica (ordine del posto, spostamenti e orientamenti nella scuola, rapporti sociali nel lavoro didattico e nei giochi). Sviluppo delle competenze espressivocomunicative:di costruzione di codici simbolici nei vari linguaggi, a partire dalle espressioni spontanee con progressiva condivisione interattiva. Competenze verbali e non verbali con approfondimento della lettura, della decodificazione dei significati. Sviluppo delle competenze espressive e capacità di espressione spontanea del vissuto in modo globale attraverso i diversi canali e dove possibile di prime competenze comunicative nei singoli settori. Sviluppo delle abilità sociali: dall’autonomia personale alla acquisizione di iniziative , atteggiamenti e criteri di responsabilizzazione personale nei confronti dei vari gruppi sociali di cui l’alunno fa parte. Piano annuale inclusione (PAI) Il Piano Annuale per l’Inclusione, previsto con la direttiva ministeriale “ Strumenti d’ interventi per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica 27/12/2012” e alla Circolare N° 86 del 6/3/2013, serve ad individuare annualmente gli aspetti di forza e di debolezza delle attività inclusive svolte dalla scuola e predisporre un piano delle risorse da offrire e richiedere a soggetti pubblici e del privato sociale al fine di impostare per l’anno scolastico seguente una migliore accoglienza degli alunni con particolare attenzione a quelli con Bisogni Educativi Speciali. “Il P.A.I., infatti, non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico, bensì come uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei “risultati” educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente la scuola “per tutti e per ciascuno”. Nota prot n° 1551 del 27 Giugno 2013 La Nota precisa che quindi esso non è un piano per i soli alunni con BES, ma invece riguarda la programmazione generale della didattica della scuola, al fine di favorirne la crescita nella qualità dell’offerta formativa. Il PAI non è un documento dissociato dal POF, ma è parte integrante di esso e definisce il percorso di inclusione da sviluppare in un processo responsabile e attivo di crescita e partecipazione. OBIETTIVI DEL PIANO ANNUALE DI INCLUSIVITA' Con il Piano Annuale di Inclusività ci si propone di: • Analizzare le criticità e i punti di forza degli interventi di inclusione scolastica degli Istituti; • Articolare la progettazione nel rispetto dell’identità degli Istituti e della specificità del territorio; • Innalzare il livello di successo scolastico; • Integrare l'azione educativa e didattica della scuola con quella delle istituzioni e associazioni locali; • Offrire agli alunni un servizio scolastico capace di rispondere ai loro specifici bisogni speciali; • Documentare obiettivi e percorsi di apprendimento; • Dare un’adeguata e corretta informazione alle famiglie • Definire le modalità di una corretta valutazione dei risultati. Il PAI utilizza la programmazione dell’attività didattica come strumento idoneo a rendere efficaci e concreti gli obiettivi del progetto stesso. Costituisce: -per gli operatori scolastici il quadro di riferimento, ai fini dell’impostazione dell’attività didattica e dei Piani Personalizzati; -per gli utenti una garanzia di assolvimento delle funzioni istituzionali della scuola e di perseguimento di una efficace azione di formazione e di istruzione volta all'inclusività; - per i soggetti esterni alla scuola, istituzioni, enti pubblici e privati, una opportunità di sinergie su obiettivi culturali ed educativi condivisi. Il PAI ha le seguenti caratteristiche: • è un atto interno della scuola autonoma, finalizzato all’autoconoscenza e alla pianificazione della propria offerta formativa in senso inclusivo, sfondo e fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai diversi bisogni; • è conosciuto e condiviso da tutti gli organismi interagenti; • risponde a criteri di fattibilità e gradualità tenendo conto di vincoli e risorse; • ha validità annuale ed è elaborato dal GLI. PUNTI DI CRITICITA’ PUNTI DI FORZA Per attuare una concreta politica inclusiva è necessario rilevare i punti di forza e i punti di criticità presenti della scuola . Punti di forza Punti di criticità Collaborazione tra i docenti e lavoro in team con condivisione delle problematiche e di nuove metodologie e conoscenze con ricaduta nella quotidianità del lavoro scolastico. Mancanza di personale ATA formato per l’assistenza agli alunni disabili. Collaborazione tra i docenti e i professionisti della ASL / privati e famiglie Mancanza di una figura di riferimento preposta all’inclusione degli alunni stranieri adottati e non Assegnazione di educatori e facilitatori alla comunicazione da parte del Comune a integrazione delle risorse disponibili Mancanza di figure specifiche per agevolare il processo inclusivo di alunni stranieri. Ritardo e inadeguatazza delle risorse finanziarie annuali per i progetti di assistenza Presenza di figure di riferimento per gli alunni BES e gruppi di lavoro Mancanza di prove oggettive definite utili a prevedere eventuali DSA per l’anno scolastico successivo Partecipazione di tutto il personale presente nella scuola, ognuno secondo i suoi ruoli e funzioni, a migliorare e garantire l’inclusività della scuola Problematiche relative all’ organizzazione: inadeguatezza dell’organico di sostegno assegnato alla scuola rispetto alle reali esigenze degli alunni; Collaborazione tra scuola primaria e scuola dell’ infanzia nell’ ottica della continuità per prevenire il disagio nel passaggio tra i vari ordini di scuola e agevolare il processo di inserimento degli alunni BES in entrata e in uscita. Piano Annuale per l’Inclusione Parte I – analisi dei punti di forza e di criticità A. Rilevazione dei BES presenti: n° 11 1. disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3) minorati vista minorati udito Psicofisici 2. disturbi evolutivi specifici +1 (disabilità certificata non cognitiva) 0 0 10 1 DSA 1 ADHD/DOP 0 Borderline cognitivo 0 Altro 0 3. svantaggio (indicare il disagio prevalente) 0 Socio-economico 0 Linguistico-culturale 3 Disagio comportamentale/relazionale 0 Altro Possibile DSA 1 Totali 1,4% su popolazione scolastica 692 N° PEI redatti dai GLHO 11 N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitaria 2 N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria 0 B. Risorse professionali specifiche Insegnanti di sostegno Prevalentemente utilizzate in… Sì / No Attività individualizzate e di piccolo gruppo. SI Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.). NO Attività individualizzate e di piccolo gruppo. SI Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.). NO Attività individualizzate e di piccolo gruppo. SI Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.). NO Funzioni strumentali / coordinamento funzioni strumentali; collaboratori D.S.: attività di rilevazione, monitoraggio verifica e valutazione, coordinamento interno ed esterno a livello di intero circolo. SI Referenti di Istituto (disabilità, DSA, BES) referente di circolo: attività di coordinamento didattico e organizzativo, supporto ai colleghi, rapporti servizi socio- sanitari, rapporti associazioni del territorio, rapporti con le famiglie, raccolta e monitoraggio della documentazione. SI Psicopedagogisti e affini esterni/interni specialista esterno in neuropsichiatria infantile Asl: incontri per condivisione e stesura documentazione relativa a disabilità certificati. SI AEC L’operatore AEC ha il compito di realizzare nella quotidianità il piano d’intervento predisposto, contribuendo ad una migliore qualità della vita dell’utente, attraverso lo sviluppo dell’autosufficienza e la crescita delle potenzialità individuali. ASSISTENTI ALLA COMUNICAZIONE Gli assistenti alla comunicazione hanno il compito di mediare e facilitare l’alunno disabile nella comunicazione fornendogli la possibilità di utilizzare anche linguaggi alternativi. Docenti tutor/mentor NO Altro: --------------------------------- Altro: ----------------------------------- C. Coinvolgimento docenti curricolari Insegnanti prevalenti e simili Attraverso… Partecipazione a GLI SI Rapporti con famiglie SI Tutoraggio alunni SI Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva SI Altro: Docenti con specifica formazione ----- Partecipazione a GLI SI Rapporti con famiglie SI Tutoraggio alunni SI Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva SI Altro: Altri docenti Sì / No ---- Partecipazione a GLI SI Rapporti con famiglie SI Tutoraggio alunni SI Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva SI Altro: ---- SI Assistenza alunni disabili NO D. Coinvolgimento personale ATA Progetti di inclusione / laboratori integrati --Altro: Informazione /formazione su genitorialità e psicopedagogia dell’età evolutiva SI NO E. Coinvolgimento famiglie Coinvolgimento in progetti di inclusione Coinvolgimento in attività di promozione NO della comunità educante --Altro: F. Rapporti con servizi sociosanitari territoriali e istituzioni deputate alla sicurezza. Rapporti con CTS / CTI Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati sulla disabilità SI Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati su disagio e simili si Procedure condivise di intervento sulla disabilità SI Procedure condivise di intervento su disagio e simili si NO Progetti territoriali integrati Progetti integrati a livello di singola scuola SI Rapporti con CTS / CTI SI --- Altro: NO Progetti territoriali integrati G. Rapporti con privato sociale e volontariato SI Progetti integrati a livello di singola scuola Progetti a livello di reti di scuole NO Strategie e metodologie educativodidattiche / gestione della classe SI Didattica speciale e progetti educativodidattici a prevalente tematica inclusiva SI Didattica interculturale / italiano L2 SI Psicologia e psicopatologia dell’età evolutiva (compresi DSA, ADHD, ecc.) SI Progetti di formazione su specifiche disabilità (autismo, ADHD, Dis. Intellettive, sensoriali…) Si H. Formazione docenti ---Altro: Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*: 0 1 2 3 4 Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo X Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti x Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive X Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola X Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alla vita scolastica X x Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi X Valorizzazione delle risorse esistenti x Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola Altro: Altro: * = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi scolastici x X Parte II – Obiettivi di incremento dell’inclusività proposti per il prossimo anno Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo (chi fa cosa, livelli di responsabilità nelle pratiche di intervento, ecc.): LA SCUOLA -Elabora una politica di promozione dell’integrazione e dell’inclusione condivisa tra il personale(PAI). -Definisce al proprio interno una struttura di organizzazione e coordinamento degli interventi rivolti alla disabilità e al disagio scolastico. -Sensibilizza le famiglie a farsi carico del problema, elaborando un progetto educativo condiviso e invitandola a farsi aiutare, attraverso l’accesso ai servizi (ASL e/o servizi sociali). RISORSE UMANE: -Dirigente scolastico -referente BES -referente alunni stranieri adottati e non -docenti per le attività di sostegno -docenti prevalenti -Personale ATA -Assistenti all’autonomia e alla comunicazione -Funzioni strumentali: Pof, valutazione-autovalutazione continuità sostegno agli alunni ,orientamento, responsabili di plesso ORGANI COLLEGIALI: consigli di classe, interclasse, intersezione, collegio dei docenti consiglio di circolo, GLI, GLHI. RISORSE ESTERNE: ASL, Accordi con associazioni e/o privati per realizzare progetti integrati a livello di singola scuola.Accordo di rete con il CTS: Calcedonia. Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti: Formazione e aggiornamento su didattica speciale e progetti educativo/didattici a prevalente tematica inclusiva. Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive: Nel rispetto del PEI e del PDP, di pratiche didattiche differenziate, il nostro circolo per tutti gli alunni con particolari problematiche e in particolare per i disabili, utilizza la VALUTAZIONE AUTENTICA che confronta il soggetto con se stesso, con le proprie modalità particolari di crescita, con la strada percorsa rispetto a traguardi prefissati, che possono essere molto distanti da quelli degli altri alunni, ma sempre molto impegnativi e comunque verificabili. Le strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive si basano su: °osservazioni che consistono nell’individuare qual è la situazione di apprendimento iniziale (valutazione iniziale) °osservazioni programmate che definiscono delle valutazioni di verifica ° nuovo assessment per le nuove progettualità. Tra i più condivisi assessment coerenti con prassi inclusive si evidenziano le seguenti proposte di contenuto: °attività di apprendimento e di applicazione delle conoscenze ° attività di comunicazione ° attività motorie °attività relative alla cura della propria persona °attività interpersonali °svolgere compiti ed attività di vita fondamentali. Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola: °Dirigente scolastico °GLHI - gruppo di coordinamento (GLI) °Docenti curriculari °Docenti di sostegno Sulla base delle risorse umane e strutturali presenti nel circolo nell’ottica della pianificazione dei diversi tipi di sostegno: °Elaborazione PAI °Organizzazione scolastica generale °Articolazione degli spazi- ambienti-materiali- strumenti °Pianificazione attività didattiche curriculari ed extracurriculari °Formazione Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti: Rapporti di collaborazione con gli enti territoriali (Comune, ASL), privato sociale, volontariato. CTS:raccordo per formazione e supporto didattico. Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative: Condivisione e pianificazione degli interventi educativo- didattici con assunzione di corresponsabilità, incontri periodici con le famiglie . °Attività di supporto e di sostegno alle famiglie nel rapporto con gli enti territoriali, i servizi socio-sanitari,supporto alla raccolta, cura, aggiornamento documentazione. Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi: Rilevazione iniziale del grado di inclusività del circolo(punti di forza e di criticità);elaborazione di un piano di miglioramento per l’inclusione; elaborazione e condivisione di un curriculo inclusivo privilegiando nelle programmazioni percorsi individualizzati e personalizzati con definizione chiara dei livelli minimi attesi per le competenze in uscita dalle classi/ sezioni come previsto dalle indicazioni nazionali vigenti, articolazione flessibile di tempi e spazi, uso di risorse strutturali, criteri condivisi di valutazione in ingresso e in uscita. Valorizzazione delle risorse esistenti: Valorizzazione delle competenze specifiche di ogni docente Utilizzo dei laboratori con sussidi e programmi specifici Implementare l’utilizzo della LIM Partecipazione a progetti nell’ambito dell’educazione alla salute e all’ambiente Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione: Partecipazione a corsi di formazione nella didattica inclusiva attraverso progetti che verranno selezionati e approvati dal Collegio dei Docenti. “Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo”: La nostra scuola promuove la continuità del processo di sviluppo formativo dell’alunno dall’infanzia alla pre-adolescenza attraverso un’azione educativo – didattica che pur nella differenziazione delle specifiche competenze sia unitaria nel perseguimento degli obiettivi formativi fondamentali: ° Accoglienza degli alunni e delle famiglie ° Orientamento in entrata e in uscita, per la prosecuzione degli studi per individuare le strategie più adeguate °Forme di raccordo e monitoraggio tra i docenti dei vari ordini di scuola. Approvato dal Gruppo di Lavoro per l’Inclusione in data Deliberato dal Collegio dei Docenti in data Allegati: Proposta di assegnazione organico di sostegno e altre risorse specifiche (AEC, Assistenti Comunicazione, ecc.)