IL LIBRO CHE HA FATTO INFURIARE SPADOLINI:
“UNA FARSA ALLA MEL BROOKS!”
Foto originale con dedica di Spadolini, 1933
Foto pubblicata senza autorizzazione
A mezzo secolo dalla scomparsa, Alberto Spadolini ha fatto la
sua apparizione in Avenue des Champs-Élysées.
Circondato da un gruppo di giornalisti ha dichiarato:
“Pur di vendere qualche copia in più la Castelvecchi Edizioni ha
falsato la mia vita e quella di artisti come Duilio Cambellotti, Ivo
Pannaggi, Jean Cocteau, Max Jacob, Jean Marais, Joséphine
Baker, Pablo Picasso, Dora Maar, Suzy Solidor, Yvette de
Marguerie … ”
Un cronista gli ha domandato: “Se lei era contrario alla
pubblicazione, perché la Castelvecchi ha utilizzato la fotografia
mentre danza il Prélude à l’Après-Midi d’un faune?”
L’artista chiarisce: “L’hanno adoperata senza il consenso
dell’Atelier ‘Spadolini’ a cui la foto appartiene. E nel tentativo di
renderla irriconoscibile l’hanno capovolta, cancellato la mia
dedica, tagliato le gambe, modificato il colore ... Ci mancavano
solo un bel paio di baffi!”
Quindi Spadolini inizia a sfogliare il libro della Castelvecchi.
1 – L’Archivio ‘Spadolini’ contiene lustrini, ventagli gitani,
boa di struzzo ...
… un vecchio baule in una soffitta …
“Fin dall’inizio lo scrittore Ignazio Gori inventa un cumulo di
falsità. A pag. 12 leggo che il mio Archivio, ritrovato in una
soffitta, conteneva:
‘Lustrini. Ventagli gitani. Boa di struzzo. Uno scialle di volpe bianca.
Foulard … Biglietti da visita con tracce di rossetto di un bacio… E persino
un tubetto spremuto della brillantina preferita.’
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Il mio amico regista Anton Giulio Bragaglia, direbbe:
‘Ce mancheno solo le mutanne de su’ nonna’!
Nel baule c’erano fotografie artistiche degli anni ’30, lettere,
documenti, libri e articoli di giornale in lingua francese, inglese,
tedesca, svedese, danese, fiamminga, vietnamita … disegni,
litografie, manifesti, locandine, brochure degli spettacoli di danza
e delle esposizioni di pittura. Insomma tutto il mio mondo!
Spadolini danzatore, pittore e attore (Archivio Alberto Spadolini)
2 – La fosca discrezione del satiro Duilio Cambellotti
Fra le malignità spiccano a pag. 23 e a pag. 33 quelle relative a
Duilio Cambellotti, uno dei grandi artisti romani:
‘Per il corpo del giovane anconetano, il maestro liberty aveva maturato
in pochissimo tempo un’attrazione quasi selvaggia, ma stranamente
contenuta in una fosca discrezione ...’
‘… davanti al ragazzo persino il satiro Cambellotti si era trasformato in
mansueto pecorone.’
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Duilio Cambellotti in ‘… fosca discrezione’ (coll. M. Cambellotti) e l’allievo Alberto Spadolini
Credo che il giovane autore Ignazio Gori non conosca bene il
grande Duilio Cambellotti, uomo dal cuore genero.
Duilio non solo mi ha insegnato ad amare pittura, disegno,
scultura, scenografia, decorazione, arredamento, grafica, ma è
stato l’artista che all’inizio del secolo ha fondato le prime scuole
per i contadini nella palude laziale, battendosi per i poveri e gli
oppressi della società.
Mi chiedo: ‘Dov’era il poeta Antonio Veneziani, che si vanta
d’appartenere alla Scuola Romana, quando il suo pupillo Ignazio
Gori scriveva malignità prive di fondamento?’
3 – Ivo Pannaggi gelosissimo
A proposito dell’amico Ivo Pannaggi, coautore del ‘Manifesto
dell’Arte Meccanica Futurista’, che negli anni ’20 mi ha
accompagnato al Teatro degli Indipendenti di Bragaglia, quelli
della Castelvecchi s’inventano a pag. 25:
Una risata del ‘gelosissimo’ Ivo Pannaggi
“Pannaggi sembra pentirsi immediatamente di aver dato a Spadolini una
simile opportunità. E’ molto geloso. Non vuole rinunciare all’amico e
nemmeno vuole rinunciare all’ipotesi di superarlo nelle considerazioni di
Bragaglia. L’intensa e fugace amicizia fra i due è terminata.”
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Tutti coloro che hanno conosciuto il ‘moscovita marchigiano’,
come era soprannominato negli anni ’20 Ivo Pannaggi, lo
ricordano sorridente e pronto allo scherzo. Dire che potesse
covare sentimenti di gelosia è una cattiveria che non si merita.
Ma io mi chiedo: non c’era proprio nessuno nella Redazione
Castelvecchi in grado di controllare le assurdità che andava
scrivendo il signor Ignazio Gori?
Ivo Pannaggi: “Bragaglia” 1923 (Index)
4 – Negli anni ’20 Giuseppe Capogrossi è astrattista
A pag. 25 si avverte l’incompetenza della Redazione
Castelvecchi in Storia dell’Arte quando sostiene che nel 1924
frequento al Teatro degli Indipendenti:
“… il pittore futurista Enrico Prampolini, il metafisico Giorgio de Chirico,
l’astrattista Giuseppe Capogrossi e il futuro regista del Neorealismo
Roberto Rossellini.”
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Spadolini: “Piazza S. Pietro”
Primo errore: Giuseppe Capogrossi abbandona il figurativo per
approdare all’astrattismo solo nel 1947, ossia vent’anni dopo.
Secondo errore: ho conosciuto Capogrossi due anni prima di
quanto affermato da Ignazio Gori, ossia nel 1922 da Giambattista
Conti, docente di disegno e pittura presso ‘La Fabbrica e scuola
degli arazzi in Vaticano.”
Giambattista Conti: “Storia della Chiesa”, U.G.C. anni ’20
5 – Mussolini urla come un matto …
per una commedia mai andata in scena
Anton Giulio Bragaglia avrebbe definito il libro della Scuderia
Castelvecchi un vero ‘Codalavoro’ (il contrario di un
‘Capolavoro’). A pag. 30 l’intera Redazione cade clamorosamente
in una delle sue burle:
“Nel 1927 viene allestita al Teatro degli Indipendenti la quinta commedia
di Sternberg, intitolata ‘L’Imperatore’. Per Spadolini, aiuto scenografo,
non è il debutto assoluto, ma è comunque destinato a lasciare una
traccia indelebile nella sua memoria …”
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Negli anni ’20 sono in gran voga i Balletti Russi ed il teatro
slavo. Ecco perché nel giro di pochi anni portiamo in scena agli
Indipendenti ben cinque commedie dell’autore russo Wassili
Cetoff Sternberg, tutte tradotte in italiano da uno sconosciuto
reduce di guerra a nome Luigi Bonelli. Nel 1927, a seguito del
grande successo riscosso dalla rappresentazione “L’Imperatore”,
Bragaglia decise che era giunto il momento di dire la verità e
stappando una bottiglia di ‘buon frascati’ rivelò ai critici teatrali
ammutoliti:
‘Wassili Cetoff Sternberg non è mai esistito, le commedie sono
tutte del nostro italianissimo Bonelli!’
Così Luigi Bonelli, che per camminare si sorreggeva ad un
bastone, venne all’istante soprannominato l’Asso di Bastoni!
Bonelli, Bragaglia ed il misterioso Sternberg (Comoedia 1927)
‘Solo un ‘fallocefalo’ non comprende le mie burle!’ , amava
ripetere Bragaglia.
Nell’agosto del 2015, a quasi un secolo di distanza, quelli della
Castelvecchi non comprendono la burla bragagliesca tanto da
inventare a pag. 38 una sesta commedia: ‘LA BEFFA DELL’ASSO DI
BASTONI’. Una commedia talmente nuova che non è mai stata
rappresentata.
‘All’inizio del 1928 Spadolini collabora con Bragaglia alla
rappresentazione di uno spettacolo che risulterà oltremodo scomodo. Si
tratta della Beffa dell’Asso di Bastoni, opera ricca di colpi di scena,
irriverente e provocatoria …’
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Mi è tornato in mente un appropriato ‘sfottetto’ apparso sugli
‘Index – Rerum Virorumque Prohibitorum’
“Consiglio d’amico a Ignazio Gori:
torna al tuo paesello
ch’è tanto bello
e fuggi da Bragaglia
ch’è gran canaglia …”
Anton Giulio Bragaglia ed il suo Teatro degli Indipendenti, anni ‘20
Un giornalista italiano presente alla conferenza stampa
domanda a Spadolini: “Dunque quanto scritto nel libro di Gori:
‘Si vocifera che Benito Mussolini, dopo aver visto la commedia a teatro,
abbia urlato come un matto, ingiuriando gli autori di una simile oscenità
contro il governo.’ ”
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
“E’ solo una delle mille frottole architettate per aumentare le
vendite del libro!”, conclude sconsolato Spadò.
6 – Balanchine fonda all’età di 7 anni
i Balletti Russi e poi il New York City Ballet
Spadolini con la ballerina Liane Daydé nello studio del maestro Volinine, anni ‘50
Spadolini è come un fiume in piena, inarrestabile:
“E’ impossibile raccontare una vicenda ambientata nel mondo
dello spettacolo senza conoscere la Storia della Danza.
A pag. 59 lo scrittore frusinate sostiene che il mio maestro
Volinine
‘era stato allievo di Georgij Melitonovic Balancivadze, coreografo russo
dall’impatto rivoluzionario, fondatore nel 1911 dei Ballets Russes …’
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
George Balanchine, come era soprannominato, nel 1911 aveva
appena 7 anni, e difficilmente poteva fondare una compagnia di
danza o essere il maestro di Volinine.
Spadolini pittore della danza, anni ‘50
7 – A causa di un servizio fotografico di Dora Maar,
il geloso Picasso pedina Spadolini per accoltellarlo
A pag. 62, a proposito di Dora Maar, musa di Pablo Picasso, il
libro della Castelvecchi sostiene che nel 1937:
‘… Rostand ha in mente di farle fotografare Spadolini per il manifesto di
presentazione del suo spettacolo Catherine Empereur. La fotografa
accetta senza esitazione. La sua fantasia si scatena …’
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Qui a scatenarsi è la fantasia dell’intera Redazione Castelvecchi.
La foto è stata scattata da Dora Maar due anni prima, e
pubblicata per la prima volta nella brochure de l’Alcazar MusicHall de Paris nel 1935.
La scenata di gelosia di Picasso è da collegarsi alla pubblicazione
sui dépliant di ‘Catherine empereur’ (1937) della stupenda foto a
firma Dora Maar, in cui appaio nudo e con una sfera in mano.
A sinistra Picasso (coll. Oger) – Al centro litografia Picasso: “Dora Maar” – A destra “Spadolini” visto da Dora Maar
A pag. 64, ‘lo scrittore dai sogni pruriginosi’, come lo avrebbero
soprannominato agli Indipendenti, s’inventa che:
‘Spadolini è costretto a barricarsi in casa, minacciato dalle ire di Picasso.
Esce il meno possibile. Picasso lo pedina … Si dice addirittura che il
pittore spagnolo lo voglia uccidere con un coltello da scavezzacollo …’
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Chi mi conosce sa che ho praticato parecchio sport fra cui nuoto,
calcio, tennis e box. Io non mi sarei mai sognato di chiudermi in
casa, ma avrei preso a calci nel sedere tutti i cialtroni che si
fossero permessi di calunniarmi!
8 – Nel Boléro di Ravel il danzatore Spadolini
si esibisce con un ventaglio in mano
Nell’originale coreografia del Boléro di Ravel, curata da
Bronislava Nijinska, una ballerina gitana danza in piedi su di un
tavolo in un’osteria provocando i frequentatori con la sua
sensualità.
Nella simpatica coreografia del Boléro, inventata a pag. 66
dalla Editrice Castelvecchi, lo stile è ancora quello di Mel Brooks:
“… A centro della scena, un tavolo. Sul tavolo una bellissima donna finge
di non accorgersi dell’entrata in scena del fascinoso gitano. Allora
Spadolini si avvicina al tavolo in punta di piedi. Sventola un ventaglio di
sottile cotone trasparente, ricamato in pizzo nero. La donna lo guarda,
battendo le lunghe ciglia, uno, due, tre volte. Poi incrocia le gambe, con
un movimento veloce sensuale e arriccia le labbra lucide di rossetto … la
donna finirà per cadere tra le sue braccia forti, man mano che il palco si
riempirà di altri fatali danzatori …”
Posso assicurare che il Boléro di Ravel, che ho eseguito per
migliaia di volte in tutti i continenti, non ha niente a che fare con
questa farsa.
Come ricorda Bragaglia ‘io danzo in maniera maschia non da
femello’. E lo stesso Ravel riconosce che “…la mia coreografia è
in armonia con la partitura della musica” .
Spadolini danza circondato da ballerine spagnole, nel Boléro di Ravel
“Spadolini fa il suo ingresso nel momento in cui il ritmo
seducente e infido del Boléro si è già insinuato in noi e, come una
droga, fa pulsare il suo furore. In mezzo al semicerchio colorato
delle ballerine andaluse appare Spadolini ...”
9 – Jean Cocteau fa una corte spietata a Spadolini
tanto da far ingelosire il povero Jean Marais
Nel tentativo di ridicolizzare Jean Marais, ben noto per le sue
interpretazioni teatrali e cinematografiche, e per il suo amore
con Jean Cocteau, l’Editrice Castelvecchi s’inventa a pag. 68:
‘Marais pare subito geloso del danzatore italiano. Cocteau aveva già
adocchiato Spadolini e gli aveva fatto una corte spietata, appena celata
dal velo dell’interesse artistico. Marais glielo rinfaccerà tutta la vita,
costringendo il poeta a non affidare nessun ruolo a ‘quella checca
italiana’.
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Jean Cocteau (coll. Oger) e i Principi Azzurri di Francia
Nonostante le sciocchezze scritte dalla Castelvecchi collaboro nel
1945 con Jean Cocteau al mio primo documentario dal titolo ‘La
dance à travers les âges’ .
E’ grazie all’aiuto di Cocteau, e ai suoi giudizi lusinghieri, se ho
iniziato la mia carriera di pittore:
“La ricerca pittorica di Spadolini è la trasfigurazione dell’anima
della danza. Questa testimonianza psicologica ci trasmette la
profonda vibrazione dei suoi personaggi, ma essenzialmente con
la sua emotiva ispirazione di corpi in movimento. Perché
veramente questo artista lavora sopra questa materia essendo
ispirato dall’universo sensitivo e lo traspone con il suo genio che
sprizza dal suo cuore e dalla sua anima.”
(Jean Cocteau)
10 - Mistinguett, Maurice Chevalier ed i nazisti
nella 1° Guerra Mondiale
A proposito della mia amica Mistinguett, con cui ho più volte
danzato, a pag. 73 leggo che:
‘Durante la Prima Guerra Mondiale, entra nei servizi segreti francesi,
dopo aver saputo che il suo amato Maurice Chevalier è stato ferito al
fronte e fatto prigioniero dai nazisti!’
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Come può l’Editrice Castelvecchi pubblicare simili baggianate?
Cosa diavolo ci facevano i nazisti nella 1° Guerra Mondiale?
Ma, evidentemente, si tratta di una sceneggiatura creata per il
regista di ‘Per favore, non toccate le vecchiette’!
Foto e spartiti musicali di Spadolini – Mistinguett e Maurice Chevalier
11 – Una patetica guerra fra Jean Cocteau e Max Jacob
Con estrema facilità la Redazione Castelvecchi mette alla
berlina i poeti francesi Jean Cocteau e Max Jacob, morto nel
campo di concentramento di Drancy dove era stato rinchiuso dai
nazisti.
A pag. 74 leggiamo che:
Jean Cocteau, Ed. R. Kieffer 1944
‘Le compagnie femminili di Spadò, come viene ormai universalmente
soprannominato, si susseguono nel vanitoso alternarsi di capricci
sentimentali, cronachette scandalistiche – come quella che lo vede
conteso da Jean Cocteau e Max Jacob, che intraprendono una patetica
guerra a distanza – e periodi di ricerca dell’attenzione mediatica.’
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Sono naturalmente falsità che non hanno nessun riscontro.
Cartolina inviata da Spadolini a Max Jacob, anni ‘30 (Archivio Jacob – Prieur)
12 - Joséphine Baker, Dora Maar,
Suzy Solidor, Yvette de Marguerie: tutte lesbiche
Non vi nascondo che mi sono parecchio infuriato quando ho letto
a pag. 75:
‘… Spadolini sembra prediligere donne dichiaratamente o comunemente
considerate lesbiche: Joséphine Baker, Dora Maar, Suzy Solidor e poi
come vedremo, Yvette de Marguerie.’
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Nel corso della mia vita ho avuto molte avventure con donne
belle, intelligenti, amanti dell’arte e della vita.
Ad Ignazio Gori rispondo che nell’elenco da lui redatto è
disprezzabile l’intento del pettegolezzo; è un modo di vedere le
donne avvelenato da pregiudizi e discriminazioni.
I grandi amori di Spadolini: Yvette de Marguerie e Joséphine Baker
E’ scorretto dare giudizi avventati, per cui non mi permetterei
mai di dire che il Direttore di una Redazione che avvalla come
storici dei ridicoli gossip, ha grossi problemi … con le donne!
‘Una sera a cena con Spadolini’, disegno anni ‘30
13 – Tino Rossi e Spadolini nemici
Stanchi di scopiazzare libri ed articoli curati dall’Atelier Spadolini,
quelli della Castelvecchi s’inventano a pag. 79 presunte gelosie
con il cantante Tino Rossi.
‘ … I fascinosi contendenti vissero tutta la seconda metà dei Trenta come
involontari protagonisti di una quieta guerra a distanza che doveva
mandare il pubblico in brodo di giuggiole.
Spadolini: ‘Rossi è solo un buon coltivatore di patate!’
Tino Rossi: ‘Non credo che Spadolini abbia mai saputo danzare. Tutti i
meriti li deve al culo, e non nel senso della fortuna!”
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Io e Tino ci siamo conosciuti nel 1936 sul set del film ‘Marinella’ ,
che riprende, in parte, la storia della mia vita.
Siamo stati come fratelli, più volte l’ho ospitato nel mio
appartamento a Parigi, un mio dipinto era conservato nella sua
casa-museo in Corsica.
Ma io continuo a chiedermi: ‘Perché la Casa Editrice Castelvecchi
non rivela mai le fonti che giustificano le loro asserzioni?’
Nella sua prefazione lo scrittore Ignazio Gori sostiene:
‘… voglio precisare che la ricostruzione della vita di Alberto Spadolini che
mi accingo a fare deve essere letta e interpretata in senso
‘frammentario’, ‘fiabesco’…
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Che la sua ricostruzione sia frammentaria lo si evince da come è
scritta; ma il fiabesco dov’è in tutte queste mascalzonate?
Alberto Spadolini e Tino Rossi diventano amici sul set del film “Marinella” (1936)
14 – “Springtime for Hitler!”
Spadolini impersona il Barone Mirko di fronte ad Adolf Hitler
A pag. 85 una gag in puro stile Gene Wilder e Mel Brooks:
‘Spadolini si esibisce anche a Berlino, e precisamente dal settembre del
1940 al febbraio del 1941. Incarna perfettamente il magnifico Barone
Mirko, nell’Operetta La Vedova Allegra …’
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Brochure de “La Vedova allegra” di Franz Lehar, Berlino ottobre 1940
Nell’Operetta di Franz Lehar il ‘magnifico Barone Mirko’ era
impersonato dal cantante Hubert von Meyerinck. Io mi sono
cimentato in una danza selvaggia con la granduchessa Olga, ossia
la splendida Margit Symo. E’ grazie al successo ottenuto ballando
di fronte ad Hitler e ai maggiori gerarchi nazisti se ho potuto
proseguire indisturbato la mia tournée in Svezia dove ho
trafugato codici segreti che ho fatto pervenire alla Resistenza.
15 – Serge Lifar accusa Spadolini di collaborazionismo
A pag. 86 la Castelvecchi Editrice prosegue nel tentativo di
stravolgere la mia storia personale sostenendo che:
‘Serge Lifar, per mostrarsi agli occhi del popolo francese un integerrimo
eroe resistente, rifiuta di danzare per i tedeschi e accusa pubblicamente
Spadolini di vigliaccheria e arrendevolezza, e addirittura di velato
collaborazionismo!’
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Alcun articoli dedicati ad Alberto Spadolini, anni ‘40
Il povero Serge Lifar non mi ha mai accusato!
Al termine della guerra è lui ad essere cacciato da Parigi per aver
collaborato con i nazisti.
Io ottengo di danzare al Palais de Chaillot, espongo i miei dipinti
al Circolo dei Francesi e concedo interviste ai giornali nati dalla
Resistenza antinazista.
16 – Carmen Amaya danza nel documentario ‘Nous les Gitans’
Anche se stanco di leggere questo banale pamphlet proseguo
con la caccia agli errori più grossolani. A pag. 93 altra frottola:
‘Dopo Rivage de Paris, nel 1951 Yvette de Marguerie produce il secondo
documentario di Spadolini, Nous les Gitans … protagonista è
l’affascinante, prosperosa danzatrice di fuoco, Carmen Amaya!’
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Dépliant “Nous les gitans”, 1951 (coll. P. Oger)
Mi spiace per l’ennesima ‘bufala’ della Castelvecchi, ma il
documentario restaurato pochi anni fa dalla Cinemateca
Francese, e presentato con successo al Festival di Montepellier
del 2014, non mostra la ‘bellissima danzatrice Carmen Amaya’,
con cui ho più volte collaborato. A danzare in un vortice di
fiamme sono io forse un po’ appesantito per aver superato i 40
anni! Consiglierei di cambiare occhiali, aiuta ad una certa età!
“Nous les gitans”, France 1950 - Réalisation: Spadolini - Scénario: Spadolini – Danseur : Spadolini
17 – Spadolini fugge con lo sceicco arabo
… poi con la principessa kurda
Proseguendo nell’opera di selvaggia scopiazzatura, giunti a
pag. 100 la Banda Castelvecchi commette l’errore fatale: inverte
il contenuto di due paragrafi relativi all’anno 1949, pubblicati
nella Cronologia realizzata dall’Atelier ‘Spadolini’.
1949
A - Giunge in Italia l’eco dell’avventura con lo sceicco arabo
(“Gente di cui si parla: Spadolini”, Stampa Sera 20 aprile 1949)
B - Spettacolo di danza con la principessa kurda Leila
Bederkhan al Théâtre National du Palais de Chaillot
(frammento manifesto; locandina coll. P. Oger).
Cronologia pubblicata nel 2012 dall’Atelier “Alberto Spadolini”
Al punto A , la Castelvecchi Edizioni s’inventa:
“Siamo a Tunisi, in un meraviglioso e suggestivo scenario … Durante la
serata, dopo lo spettacolo, il danzatore conosce un bellissimo e
ricchissimo sceicco arabo, dall’identità misteriosa. La sera è mite,
ventosa e profumata di spezie. Lo sceicco è rapito dalla bellezza del
danzatore … Alberto lo ascolta affascinato. Gli occhi dello sceicco brillano
come due diamanti nella notte. Tra i due sboccia una passione
irrefrenabile. Segue una fuga insieme, e la temporanea sparizione di
Spadolini, alcuni dicono figlia di una vera e propria follia d’amore ...’
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Al punto B , l’insaziabile Casa Editrice Romana esige da me
nuove prodezze amatorie: ‘Già che ci siamo perché non gli
facciamo togliere le mutande anche ad una ballerina?
Magari quelle di una principessa?’
Detto fatto!
‘Dopo l’esibizione al Théâtre de Chaillot, Spadolini fa perdere ancora le
sue tracce, questa volta fuggendo in compagnia di una donna, la
principessa curda Leila Bederkhan, con la quale aveva danzato …
Secondo il giornale ‘Stampa Sera’ del 20 aprile 1949, in un articolo
intitolato ‘Gente di cui si parla: Spadolini’, le minacce alla principessa
andrebbero ricondotte a un esiguo gruppo di fanatici, che vedrebbero
nella danzatrice una vera e propria incarnazione demoniaca …’
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Spettacolo di danza Spadolini – Bederkhan, 17 aprile 1949
Secondo l’Editrice Castelvecchi la prova delle mie lussuriose
avventure con la principessa Leila Bederkhan (temo che la nipote
Leyla Atac non la prenderà molto bene!), sono tutte nell’articolo:
‘Gente di cui si parla: Spadolini’.
L’articolo è pubblicato dal quotidiano ‘Stampa Sera’ del 20 aprile
1949 (Archivio Storico La Stampa www.lastampa.it ).
Peccato che non si riferisca al punto B (principessa kurda) ma al
punto A (sceicco arabo)!
Secondo il racconta del giornalista della ‘Stampa Sera’ il signor
Alberto Spadolini ha presentato a Parigi una danza orientale dal
titolo ‘Miraggio’ per onorare lo sceicco Sidi bel Agrim, di cui era
ospite in qualche paese dell’Africa … Lo sceicco entusiasta invita
il danzatore a scegliere una delle sue favorite. Spadolini fa la sua
scelta ... Ma lo sceicco si pente … Cambia idea.
L’articolo finisce qui. Nessuna mutanda è stata strappata!
Nulla di erotico o di sconveniente è mai stato pubblicato su ‘La
Stampa’ dell’avv. Agnelli!
Ultime fotografie di Spadolini nel suo Atelier al 78 Champs-Elysées - Parigi, autunno 1972
Insomma la Castelvecchi Editrice, nel tentativo di fare di me
quello che toglie le ‘mutande a tutti’, ha certificato di essere una
copiona maldestra!
18 - “L’ultima follia … della Castelvecchi”
A pag. 93 leggo che quando mi reco in Italia bevo
‘rigorosamente Chinon della Loira’.
Tratto da: “Alberto Spadolini danzatore, pittore, agente segreto”, Castelvecchi Editore 2015
Anche in questo si sbagliano. Io preferisco i nobili vini delle
Marche come il Verdicchio di Jesi, il Rosso Conero e il Rosso
Piceno.
Spadolini ed il suo grande amore Yvette de Marguerie
Saluto tutti voi con un brindisi ‘bragagliesco’ in onore del
frusinate Ignazio Gori e dell’allegra Combriccola Castelvecchi:
“Letterati si nasce, impiegati si diventa!
Impiegati si nasce e purtroppo si diventa letterati!
Letterati si nasce e meno male che si diventa impiegati!”
Fra i fans di Spadò il critico d’arte Philippe Daverio
ATELIER “ALBERTO SPADOLINI”
www.albertospadolini.it
I volumi curati dall’Atelier “Spadolini”, copiosamente utilizzati
dalla Castelvecchi per redigere il loro ‘codalavoro’ non appaiono
nella Bibliografia Essenziale della Castelvecchi.
La ‘Bibliografia Essenziale’, presentata dall’autore Ignazio Gori,
suggerisce una ricerca storiografica e critica difficilmente
rintracciabile nel testo che al contrario abbonda di invenzioni
banali, stucchevoli, degne dei peggiori romanzetti rosa e
scandalistici.
Ecco perché abbiamo deciso di inviare gratuitamente a tutti
coloro che ne faranno richiesta, tramite e-mail, il volume in
formato PDF
“Spadò, il danzatore nudo.
La vita segreta dell’eclettico artista Alberto Spadolini” (2012)
Edizioni curate dall’Atelier ‘A. Spadolini’
I libri curati dall’Atelier Spadolini, apprezzati da Giorgio
Napolitano, Carla Bruni Sarkozy, Caroline di Monaco, François
Hollande, sono frutto di 10 anni di pazienti ricerche condotte
nelle biblioteche e nelle cineteche di tutti i continenti.
A cura di Marco Travaglini
Direttore Atelier “Alberto Spadolini”
[email protected]