Mercoledì 9 Maggio 2012 ore 10.00- 14.30 Fondazione Culturale Giuditta Pasta presenta Associazione MUSICAORFOSI in MUSICLAB MUSICA DAL VIVO, STORIE FAVOLOSE, ANIMAZIONE, DANZA E GIOCHI “DIDJERIDOO“DIDJERIDOO- le rumorose avventure di Bambilla” LA DANZA DEL CANGURO IL MASSAGGIO MASSAGGIO SONORO LA DANZA DEGLI ABORIGENI ABORIGENI IL RILASSAMENTO E IL SONNO DELLE TERMITI Età: dai 4 anni Durata: 60 minuti Tecnica utilizzata: partecipazione attiva dei bambini CONOSCERE E GIOCARE Con esempi e storie, aiutati dal movimento e dai giochi, animatrice e musicista conducono alla scoperta dei segreti degli strumenti musicali di volta in volta presentati. MOMENTO MUSICALE Dopo aver scoperto alcuni segreti e tecniche musicali, i piccoli e le piccole vengono introdotti all’ascolto di alcuni brani del repertorio dello strumento, anche con la partecipazione attiva dei bambini e delle bambine. FIABE MUSICALI Piccolo racconto da musicare, colorare, disegnare e cantare insieme al musicista. IL DIDJERIDOO Il didjeridoo didjeridoo è uno strumento musicale "naturale", non costruito dall'uomo ma scavato dalle termiti. E' originario dei territori del Nord dell'Australia, luogo ricco di termitai ed è lo strumento sacro degli aborigeni australiani . Si pensa abbia circa 2.000 anni, visto che esistono dei graffiti di tale età che lo raffigurano, ma potrebbe essere anche più antico. I didjeridoo tradizionali sono in eucalipto decorati con motivi totemici aborigeni, anche se oggi si trovano strumenti di diversi materiali: dal teak alla plastica e dal metallo alla ceramica. Il nome "didjeridoo" è un'interpretazione onomatopeica data dai colonizzatori inglesi che, sbarcati sul nuovo continente, sentirono il suono ritmato "did-je-ridoo" provenire da dei rami di eucalipto cavi suonati dagli aborigeni. Lo strumento è originario dell'Arnhem Land e viene chiamato in almeno cinquanta modi diversi a seconda del luogo e delle etnie: da djalupu, djubini, ganbag, gamalag, maluk, a yidaki, yirago, yiraki, yigi yigi. Le dimensione del didjeridoo possono variare: Può avere una lunghezza che varia da meno di un metro a 4 metri, e un diametro interno che va da un minimo di 3 centimetri (all'imboccatura) fino a 30 cm o più (nella parte finale). Fondazione Culturale Giuditta Pasta Via I Maggio, snc 21047 Saronno – VA tel. 02.96701990 – fax 02.96702009 www.teatrogiudittapasta.it È classificato negli aerofoni ad ancia labiale e la sua nota fondamentale è data principalmente dalla lunghezza. Per suonare il didjeridoo si utilizza la tecnica della respirazione circolare (o del soffio continuo). Tale tecnica permette al suonatore di prendere aria dal naso mentre espira quella contenuta nella bocca generando un suono continuo. Il suono che produce questo strumento è profondo e ipnotico. Esistono diversi stili tradizionali in cui viene suonato il didjeridoo che si differenziano in modo impercettibile per noi. Nelle varie zone il modo di suonare si differenzia nell' uso degli accenti, nell' uso del toot (Effetto tromba) come chiamata ritmica e nell'uso della voce. In ogni stile si riconoscono comunque tratti comuni, come l'imitazione del verso degli animali, la presenza di armonici, il pronunciare parole al suo interno e l'utilizzo di bastoncini (bilma) o boomerang che colpendo il didjeridoo fanno da accompagnamento ritmico. Il didjeridoo è usato sia nei riti sacri che nella vita di tutti i giorni. Per le popolazione dove questo strumento è tradizionale le donne non possono suonarlo nei riti sacri, essendo usato principalmente nel rito di iniziazione maschile. Per alcune etnie è assolutamente vietato l'uso del didjeridoo da parte delle donne ma, ironicamente, questo avviene nel sud dell'Australia dove non è uno strumento tradizionale. Il didjeridoo viene anche usato a scopo terapeutico. Nonostante la musicoterapia accademica non abbia ancora riconosciuto integralmente le sue proprietà terapeutiche, è dimostrato che il massaggio sonoro aiuta il rilassamento di mente e corpo, condizione necessaria a qualsiasi tipo di guarigione. DUE ANTICHE LEGGENDE Territori del nord Molto tempo fa, quando gli uomini della tribù, erano in cerca di cibo, scoprirono che i rami d'albero, cavi all'interno, erano rifugio per molti piccoli animali, e scuotendo i suddetti rami potevano ricavare il nutrimento necessario. Un giorno successe che uno degli uomini della tribù soffio all'interno di questo ramo d'albero, per ricavare del cibo, e sorpreso dal suono che si creò, continuo a soffiare. Quando si voltò, notò che gli altri membri della tribù stavano battendo le mani e ballando al suono ed al ritmo che lui stesso aveva creato con quel ramo. Da quel giorno, questo tronco, detto didjeridoo venne usato per le loro danze e canzoni. Queensland Settentrionale Le donne della tribù stavano raccogliendo legna per il fuoco. Uno dei tronchi, nella catasta di legna, era internamente cavo, ma essi non lo sapevano. Così, durante il giorno, quando il vento inizio a soffiare, si udì uno strano suono, e dopo una lunga ricerca i membri della tribù realizzarono che il suono proveniva da quel tronco vuoto, situato nella catasta di legna. Essi pensavano che, se il vento soffiando nel tubo di legno riusciva a creare un suono come quello, per quale motivo essi non potevano farlo? Fondazione Culturale Giuditta Pasta Via I Maggio, snc 21047 Saronno – VA tel. 02.96701990 – fax 02.96702009 www.teatrogiudittapasta.it L’AUSTRALIA L’Australia è una grande isola bagnata dall’Oceano Pacifico, dall’Oceano Indiano e dal Mare dei Coralli. Da molti è definita “il continente fossile” perché le sue rocce si sono formate nell’era archeozoica cioè ben 4,894 miliardi di anni fa. L’Australia è grande e ha dentro di sé tante cose: rocce magiche, deserti e barriere coralline, specie animali particolari, quattro tipi diversi di flora, leggende e storie di tempi antichi. Australia il mondo Fondazione Culturale Giuditta Pasta Via I Maggio, snc 21047 Saronno – VA tel. 02.96701990 – fax 02.96702009 www.teatrogiudittapasta.it LE LEGGENDE DEGLI ABORIGENI ABORIGENI: ORIGENI: IL MONDO DELSOGNO Prima della comparsa dell'uomo, prima che ogni cosa fosse creata, esisteva l'Altierjinga, ovvero il “Mondo del Sogno”: un luogo misterioso che esiste fisicamente su questa terra ma che nessuno, esclusi gli Aborigeni australiani, è in grado di vedere. Secondo la ricchissima mitologia indigena, in un'epoca remotissima i Kundingas, strani esseri metà uomini e metà animali, e in particolare i Pitjantjarjiara (Uomini-lepre) e gli Yankuntjtjara (Uomini-lumaca) avevano sognato (questo verbo non ha il significato che noi gli attribuiamo ma è una via di mezzo tra creare e cantare) tutto il territorio australiano alla ricerca di fonti, di rocce, di percorsi che si sarebbero rivelati utili ai loro discendenti, che facevano nascere a migliaia dall'argilla, uno per ogni essere totemico. Mentre percorrevano il paese, lasciavano dietro di sé una scia di parole e di note musicali. Poi i Kundingas erano ripartiti, o, in alternativa, si erano addormentati all'interno di alberi e rocce, lasciando il ricordo del sogno nelle menti dei loro figli, gli Aborigeni. Il mondo del sogno si materializzò. I sogni presero la forma di oggetti naturali e di concetti astratti, esiste così il “sogno dell'acqua”, una roccia che esprime l'essenza dell'acqua, e il sogno dell'aria, il sogno del cielo, il sogno della forza, il sogno della giustizia, ... Gli Aborigeni che hanno superato un rito magico chiamato Kadajingera sono in grado di vedere questo mondo, cioè, ad esempio, di distinguere una semplice roccia da una roccia del tutto identica che è invece il sogno dell'acqua, e così via. Tutti gli Aborigeni, e persino qualche “bianco”, da loro chiamati Cumbo, sono in grado di sognare, e tutti sono legati da particolari vincoli di parentela, completamente diversi da quelli che noi concepiamo: un Aborigeno (e quindi anche un Cumbo) può avere infatti molti “padri” e molte “madri”. Fondazione Culturale Giuditta Pasta Via I Maggio, snc 21047 Saronno – VA tel. 02.96701990 – fax 02.96702009 www.teatrogiudittapasta.it GLI ANIMALI In questo paese gli animali sono molto particolari… diciamo pure speciali: sono tutte specie endemiche che si trovano solo qui. Ci sono l’ornitorinco, il koala, i vombati, l’emù, il dingo, i coccodrilli, le termiti, tante specie di serpenti, i più velenosi del mondo e il canguro. IL CANGURO Il Canguro è un marsupiale, che vive in Australia e nelle isole vicine. È un animale molto timido, e vive in branchi a volte molto numerosi nelle pianure erbose. I neonati vengono partoriti molto precocemente e quando nascono sono ancora in stato embrionale, pesano solo poche decine di grammi e misurano pochi centimetri. Crescono protetti nel marsupio, una tasca posta sul ventre materno, li si trovano i capezzoli per l'allattamento e li vivrà per circa dieci mesi, durante i quali uscirà solo per brevi periodo. Dopo 10 mesi uscirà definitivamente ma fino a 18 mesi resterà con la madre e continuerà a succhiare il latte infilando la testa nel marsupio. Caratteristiche fisiche Il corpo dei canguri adulti presenta delle grandi orecchie mobili, la testa assomiglia a quella della pecora, il torace è sottile mentre quella la parte posteriore è più robusta e massiccia. Le zampe anteriori sono molto corte e gli servono per portare alla bocca erbe, frutti, germogli e foglie di eucalipto delle quali è molto goloso. Le zampe posteriori sono lunghe e potenti, sono dotate di tendini che funzionano come molle e gli consentono di muoversi facendo salti che possono raggiungere anche i 9 m di lunghezza. In caso di pericolo, il canguro usa le zampe per difendersi, sferrando pugni con gli arti superiori. La coda è lunga e muscolosa che utilizza come sostegno e bilanciamento durante i salti e mentre cammina. La sua pelle è resistente ed è coperta da una pelliccia soffice e lanosa. Fondazione Culturale Giuditta Pasta Via I Maggio, snc 21047 Saronno – VA tel. 02.96701990 – fax 02.96702009 www.teatrogiudittapasta.it LE TERMITI Le termiti sono insetti che vivono in comunità, in nidi complessi e torreggianti. La regina e il re, suo sottoposto, controllano la colonia per mezzo di sostanze chimiche. All'interno della colonia ci sono termiti operaie che lavorano e nutrono la coppia reale e le termiti soldato che la difendono. I tronchi scavati dalle termiti vengono usati dagli aborigeni australiani come strumento musicale. Proporzionalmente, un termitaio alto 7,5 m corrisponderebbe per l'uomo a un grattacielo di 10 Km di altezza Habitat Questi insetti vivono in Australia. Essendo molto vulnerabili ai raggi solari tropicali, le termiti costruiscono le "torri" dei loro nidi con l'asse maggiore in direzione nord-sud in modo da esporre nelle ore più calde il lato sottile; ma il termitaio non si limita ad un cumulo a forma di cuneo: sottoterra i cunicoli si possono estendere fino ad un raggio di 250 m. Comportamento I termitai sono dei veri e propri prodigi dell'architettura: possono contenere migliaia di individui, controllano le correnti d'aria, lo scambio di gas, la temperatura e l'umidità. Grazie a particolari disposizioni dei tunnel è possibile il continuo ricambio tra biossido di carbonio (prodotto della lavorazione dei funghi di cui si nutrono) e ossigeno. Nutrimento Le termiti mangiano funghi coltivati all'interno del nido; essi crescono su un substrato di feci di ninfe, le quali si nutrono invece di vegetazione in decomposizione. Questi funghi producono strutture spugnose che alla fine danno origine a corpi fruttiferi tondeggianti, le sferule, delle quali si nutrono le termiti adulte. Le spore dei funghi passano inalterate nel loro apparato digerente disseminandosi con le feci. Riproduzione La regina in media depone 10'000-30'000 uova al giorno che vengono trasportate dalle termiti operaie in camere d'incubazione. La maggior parte di queste uova dopo due mute diventano operaie, alcune, dopo 3, 4 o 5 mute diventano soldati e alcune altre raggiungono la maturità sessuale, alla quinta muta, diventando adulti alati. Questi ultimi prendono il volo e si allontanano per un breve tragitto dopo il quale le femmine attraverso a dei ferormoni attirano i maschi: così nasce la neo-coppia che abbandona le ali per stanziarsi nel luogo raggiunto. Per il primo periodo i nuovi sovrani accudiscono le ninfe (i piccoli), circa 20-50, aspettando che sia pronta la prima generazione di termiti operaie mature. 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