MALATTIE PSICHICHE E MENTALI

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MALATTIE PSICHICHE E MENTALI
210. Alla psora si ricollegano quasi tutte quelle malattie che ho precedentemente
chiamato defettive (par. 173) e che sembrano più difficili a guarirsi, poiché tutte le altre
manifestazioni della malattia in qualche modo sfumano di fronte ad un solo grande
sintomo predominante, quello che le distingue dagli altri processi morbosi.
In questo gruppo si classificano quelle che comunemente vengono classificate malattie
psichiche e mentali. Queste affezioni, tuttavia,non costituiscono affatto una classe a
parte e separata dalle altre.
Non esiste infatti nessuna malattia detta somatica nella quale non sia possibile scoprire
delle modificazioni costanti dello stato psichico del malato (a) — (un'idea, questa,
condivisa anche da Rudolf Steiner — P. Schmidt).
Nella terapia di un qualsiasi caso patologico si deve dare molta importanza al morale
del malato come a uno degli elementi essenziali nell'ambito della totalità dei sintomi.
Senza di esso non si possiede un quadro fedele della malattia che possa poi permettere
di combatterla omeopaticamente con successo.
a) Quante volte, per esempio, si incontrano malati che, sebbene siano stati per parecchi
anni vittime di affezioni molto dolorose, hanno tuttavia conservato un umore così dolce
e pacato da farci sentire pieni di rispetto e di compassione di fronte a loro! Ma una volta
che la malattia sia stata sconfitta ed il malato si sia ristabilito in salute — cosa spesso
possibile grazie al metodo omoeopatico — non capita forse di veder ricomparire, con
stupore e spavento, l’ingratitudine, la durezza di cuore, la cattiveria sottile, l'umore più
astioso, insomma tutti gli atteggiamenti spregevoli e indegni che rappresentavano le
caratteristiche della personalità del soggetto, prima che venisse colpito da quest' ultima
malattia?
Spesso individui pazienti, quando stavano bene, diventano impazienti, agitati, violenti,
insopportabili, ostinati e prepotenti, o addirittura disperati quando si ammalano. Quelli
che erano pudichi e casti diventano improvvisamente licenziosi e depravati. Non è raro
che una malattia renda stupido un individuo intelligente, che renda più forte uno spirito
debole, e trasformi un esse apatico e indeciso in un uomo pieno di presenza di spirito e
di risolutezza, ecc.
SINTOMI MENTALI
211. Tutto ciò è così importante che lo stato morale del malato diventa spesso, nella
scelta del rimedio omeopatico, l'elemento più determinante, poiché rappresenta una
delle manifestazioni più caratterizzanti ed essenziali fra tutte quelle che dovrebbero
essere prese in considerazione da ogni medico abituato ad un'osservazione accurata.
212. Il Creatore delle possibilità terapeutiche ha posto grande attenzione anche in
questo elemento fondamentale della malattia: il cambiamento nello stato morale e
mentale. Non esiste, infatti, nemmeno un solo medicamento energico che non provochi
una modificazione notevole, e facilmente identificabile, nella disposizione di spirito e
nel temperamento del soggetto sano. Tale modificazione varia a seconda delle diverse
sostanze medicinali.
213. Non si guarirà mai, dunque, in modo conforme alla natura cioè in modo
omeopatico, se per ogni caso individuale di malattia, anche acuta, non si presterà
simultaneamente la dovuta attenzione anche alle modificazioni dello stato psichico e
mentale del malato.
Inoltre sarà impossibile ottenere una guarigione se non si sceglierà, fra i medicamenti,
una potenza patogenetica che sia suscettibile di provocare di per sé non soltanto dei
sintomi uguali a quelli della
malattia, ma anche una disposizione del carattere, ed uno stato mentale, simili a quelli
del malato (a).
a) Aconito non produce che raramente, o forse mai, una guarigione rapi da e duratura
su individui dal carattere tranquillo, calmo e paziente; né la produce la Noce vomica
quando il carattere è docile e flemmatico; né la Pulsatilla quando il carattere è testardo,
gioviale e ottimista, o la fava di Sant'Ignazio su un uomo di umore stabile, che non si
spaventa di nulla e che sopporta con calma le contrarietà.
TRATTAMENTO DELLE MALATTIE MENTALI
214. Quello che ho da insegnare, a proposito del trattamento delle malattie mentali e
delle affezioni morali, si riduce dunque a ben poco in quanto esse non possono venire
guarite che in modo assolutamente identico a quello delle altre malattie. Questo
significa che in ogni singolo caso, bisogna opporre un medicamento che rappresenti,
dal punto di vista dei sintomi che provoca nel corpo e nell’anima delle persone sane,
una potenza patogenetica il più possibile simile.
215. Quasi tutti gli stati morbosi, che. chiamiamo malattie psichiche, non sono in realtà
che malattie somatiche nelle quali la discordanza delle facoltà intellettuali e morali,
specifica per ciascuna di esse, è divenuta (in modo più o meno rapido) predominante in
rapporto ai sintomi puramente fisici. Così esse finiscono per assumere il carattere di
una malattia defettiva (par. 173) che si manifesta sotto forma di una malattia locale che
ha la sua sede nei delicati ed invisibili organi del pensiero (malattia psicosomatica degli
autori moderni par. 201 — P. Schmidt).
216. Nelle malattie organiche evolutive che mettono in pericolo la vita stessa, per
esempio un ascesso purulento del tessuto polmonare, o l’alterazione anatomica di
qualche altro organo interno fondamentale, o certe malattie acutissime come l'infezione
puerperale, ecc. non è raro che, aumentando rapidamente l'intensità dei sintomi mentali,
la malattia degeneri in una specie di demenza, melanconica o maniacale, il che devia, e
fa momentaneamente scomparire, la situazione pericolosa derivante dai sintomi
puramente fisici. Questi diminuiscono fino a dare l'impressione che lo stato di salute sia
stato recuperato quasi completamente, o al punto che non è più possibile percepire la
loro presenza (sintomi velati, latenti) a meno che non ci si impegni in un'osservazione
prolungata, paziente e minuziosa.
In questo modo si instaura una malattia defettiva. Si potrebbe chiamarla col nome di
malattia locale; in essa la discordanza morale, precedentemente molto leggera, ha
assunto una tale preponderanza da essere diventata il sintomo principale. Questo
disturbo morale occupa allora, in gran parte, il posto dei sintomi organici di cui riduce
la violenza e il pericolo, agendo su di essi come un palliativo.
Tutto avviene come se il male degli organi più grossolani si trasferisse e venisse in
qualche modo deviato (sostituzione morbosa – P. Schmidt) sui centri che potremmo
chiamare « spirituali », i quali rappresentano la sede dei processi mentali e morali:
centri, questi, che nessun medico anatomico ha potuto ne potrà mai raggiungere con il
suo bisturi.
217. Nelle affezioni psichiche bisogna procedere con una cura tutta particolare nella
ricerca dell'insieme delle manifestazioni morbose, non solo dei sintomi organici ma
anche e soprattutto, con esattezza e precisione, dei sintomi principali e caratteristici
dello stato mentale e morale di ogni singolo caso. È questo il solo mezzo per poter poi
arrivare a trovare, fra tutti i medicamenti di cui sono noti gli effetti specifici, una
potenza patogenetica omeopatica capace di porre fine alla malattia nella sua totalità. Di
conseguenza questo rimedio dovrà presentare, nella sua patogenesi, non soltanto i sintomi somatici del caso che si deve trattate, ma anche e soprattutto sintomi emotivi e
mentali il più possibile simili a quelli della malattia in questione.
218. Per arrivare ad avere il quadro sintomatico completo di un malato mentale
bisogna, in primo luogo, fare una descrizione accurata di tutte le fasi dell'affezione
precedente, chiamata malattia somatica, e questo fino al momento in cui essa, in
seguito alla predominanza della sindrome psichica, è degenerata in disturbi
emotivi o in malattia mentale propriamente detta.
Queste informazioni saranno raccolte soprattutto dalle persone più vicine al
malato.
219. Il confronto di questi precedenti sintomi somatici con ciò che di essi ancora
rimane, anche se in forma molto meno facilmente percepibile, servirà a
confermarne la presenza che, seppure velata, non è tuttavia mai cessata e che
addirittura talvolta si rivela ancora in modo abbastanza sensibile, quando
interviene un attimo di lucidità, e l'affezione psichica subisce una diminuzione
passeggera.
220. Se a tutto questo si aggiunge lo stato psichico oggettivo (a) che le persone
vicine al malato, e lo stesso medico, hanno osservato con grande attenzione, si avrà
finalmente il quadro completo della malattia.
Si potrà successivamente procedere, per giungere alla guarigione per via
omoeopatica, alla ricerca del rimedio, tenendo conto, nel caso in cui l'affezione
mentale duri già da qualche tempo, fra i mezzi terapeutici, di quello (antipsorico,
ansisifilitico o antisicotico), dotato della proprietà di produrre dei sintomi
esattamente simili, e soprattutto un disordine analogo nelle facoltà psichiche del
soggetto considerato.
a) Sappiamo benissimo che abbastanza di frequente lo stato mentale e psichico
procede a fasi alterne, per esempio nel caso degli accessi periodici di follia furiosa,
degli stati maniacali che si alternano alla melanconia apatica e profonda, (°) ecc. Queste
variazioni talvolta ricompaiono soltanto in certi mesi dell'anno.
221. Tuttavia, se lo stato normale di calma e di tranquillità ha improvvisamente ceduto
il posto (sotto l'influenza di imo shock emotivo, di una grave offesa, dell'alcool, ecc.) ad
uno stato demenziale o maniacale, presentando così il carattere di una malattia acuta
(un'esacerbazione, come l'improvviso innalzarsi d'una fiammata da un fuoco che
covava sotto la cenere) non. si deve, sebbene l'affezione provenga quasi senza eccezioni
da uno stato diatesico (psora interna), cercare di combattere questa psora in modo
diretto, e in questa forma acuta, mediante somministrazione di rimedi antipsorici.
Bisogna soprattutto contrapporle i medicamenti indicati da questo stato acuto,
somministrati:
secondo i principi omoeopatici,
altamente dinamizzati,
in dosi minime
e selezionati fra i medicamenti
antipsorici (a),
patogenetici non appartenenti alla classe degli
di modo da stroncare queste manifestazioni acute quanto basta perché la psora ritrovi
provvisoriamente il suo stato anteriore: in cui non era quasi per nulla visibile e in cui il
soggetto sembrava normale.
a) Per esempio Aconito, Belladonna, Giusquiamo, Stramonio, Mercurio, ecc. chiamati
rimedi apsorici. (Disgiunzione sintomatica nella prescrizione — P. Schmidt).
222. Ma ci si guardi bene dal considerare guarito il soggetto, liberato da un'affezione
psichica acuta, mediante i rimedi apsorici di cui abbiamo fatto cenno nel paragrafo
precedente. Bisogna invece affrettarsi a sottoporlo ad un trattamento antipsorico
prolungato (a)
(•) La ciclotimia degli autori moderni (P. Schmidt). [Più nota oggi come psicosi
maniaco-depressiva, N.rf.T] e forse anche ad uno antisifilitico per liberarlo
completamente della diatesi psorica, ritornata latente, ma divenuta, da questo momento,
molto incline a scoppiare di nuovo sotto forma di crisi psichiche simili a quelle
precedenti.
In questo modo, se il malato si attiene fedelmente al regime dietetico ed al genere di
vita che gli sarà prescritto, non dovrebbe ripresentarsi più nessun accesso simile a
quello che si è fatto cessare.
a) Capita talvolta, anche se rarissimamente, che un'affezione psichica, già un po’
vecchia, cessi spontaneamente per sostituzione morbosa, come se la discrasia interna
rifluisse di nuovo sugli organi meno nobili che aveva precedentemente abbandonato. È
in questi casi poco comuni che si vedono degli psicopatici, apparentemente guariti,
lasciare la clinica psichiatrica in cui erano ricoverati. Ma esclusi questi casi, i manicomi
sono gremiti e la folla di alienati mentali, che attende di venire ammessa, spesso trova
un posto soltanto se altri ricoverati muoiono lasciando così dei letti vacanti.
La vecchia Scuola nei suoi manicomi non guarisce, nel vero senso della parola, ossia, in
modo reale e duraturo, nessun malato colpito da disturbi mentali (°). Prova evidente (fra
tante altre) dell'assoluta nullità della medicina nefasta praticata fino ad oggi, alla quale
la millanteria allopatica ha ridicolmente dato l’epiteto di razionale. Quante volte, al
contrario, la vera arte di guarire (l’ omeopatia nella sua forma più vera e pura) è riuscita
a restituire ai poveri psicopatici il possesso della salute del corpo e dello spirito, a
reintegrarli nella società e a restituirli guariti ai propri familiari felici!
223. Ma se non si ricorre al trattamento antipsorico (o antisifilitico, nei casi indicati) si
può essere quasi sicuri che basterà una causa, ancora più banale di quella che aveva
provocato la prima comparsa dell'accesso psicopatico, per fame comparire un secondo
più grave e più prolungato, durante il quale si vedrà quasi sempre la diatesi psorica
svilupparsi al massimo. Molto spesso questa si trasformerà m una malattia mentale
periodica o continua, dalla quale sarà poi molto più difficile ottenere la scomparsa o la
guarigione mediante gli antipsorici.
224. Nel caso in cui l'affezione psichica non sia ancora completamente sviluppata e in
cui permanga il dubbio se essa derivi realmente da una malattia organica, o
semplicemente da un'igiene mentale difettosa, dovuta per esempio a:
cattiva educazione,
cattive abitudini,
moralità perversa,
ozio e indisciplina,
superstizione o ignoranza,
i mezzi psicoterapeutici che elencheremo ci permetteranno di compierne la diagnosi.
(°) Le cure più moderne ottenete mediante narcoanalisi a base di penthotal, la
piretoterapia. lo shock con insulina, con cardiazol o con elettroshock, non sono il più
delle volte dei palliativi che svolgono un ruolo molto superficiale, spesso apprezzabile,
è vero, ma non tale da meritare il nome di guarigione vera e definitiva, nel senso di un
ritorno all’armonioso equilibrio fisico e psichico della salute (P. Schmidt).
Si sarà prodighi con il malato di esortazioni benevole, sensate e giudiziose, si cercherà
di consolarlo, gli si ricorderà seriamente qual è il suo dovere, gli si proporranno
ragionamenti convincenti.
Se il disturbo psichico non deriva da una malattia organica si affretterà a cedere, ma se
è vero il contrario, il male (proveniente dalla malattia somatica) subirà un rapido
peggioramento: il melanconico diventerà ancor più depresso, triste, inconsolabile
ritirato in se stesso, il maniaco aggressivo diventerà ancor più esasperato, e coloro che
nutrono propositi insensati si mostreranno ancor più stravaganti (a).
a) Nei casi di malattie mentali propriamente dette, che non rispondono alla
psicoterapia, sembra che l'animo del malato senta a malincuore, e con indignazione. la
verità di questi suggerimenti pieni di buon senso. Tuttavia l'anima, grazie, alla sua
influenza sul soma, sembra voler intervenire come mediatrice per ristabilire l'armonia
turbata; ma il corpo fisico sopraffa, con le sue reazioni nel corso della malattia, gli
effetti prodotti sui centri psichici, e questa sopraffazione aumenta il disordine già
regnante rigettando, su questi centri, i disturbi morbosi di cui soffre il paziente.
225. Come abbiamo appena visto, esistono dunque anche delle affezioni psichiche, sia
pure in numero ridotto, che non provengono unicamente dalla trasposizione di una
malattia somatica, ma che, per un processo inverso rispetto al primo, in persone il cui
stato fisico non presenta apparentemente alcuna anormalità, pur senza essere perfetto,
dipendono da cause emotive, da shock psicologici, cioè del morale.
Esse si sviluppano come conseguenza:
di contrarietà e soprusi,
mortificazioni,
insulti e ingiurie,
una preoccupazione persistente,
occasioni gravi e ripetute di
paura e di spavento.
Queste cause, col passare del tempo, influiscono anche sulla salute fisica e spesso la
compromettono in modo elevato.
226. È solo nei disturbi psichici, così prodottisi e tenuti in vita dal centro stesso
dell’affettività, che si può contare sui mezzi psicoterapeutici, ma soltanto quando queste
affezioni sono ancora recenti e non hanno già alterato troppo gravemente lo stato
somatico.
In questo caso è possibile che la fiducia mostrata al malato, le benevole esortazioni di
cui si è stati con lui prodighi, i discorsi pieni di buon senso che si sono fatti, e spesso
anche qualche trucco usato ad arte, ristabiliscano prontamente l'equilibrio psichico e
rimettano apparentemente, con l'aiuto d'un genere di vita regolato e appropriato, il
corpo fisico in uno stato di benessere.
227. A dire il vero, la causa fondamentale di tutte le affezioni psichiche sta nella diatesi
psorica.
In quelle che dipendono dal morale, non bisogna dimenticare che la psora è latente,
poiché la sua evoluzione definitiva non è ancora completata.
Anche in questi casi, se non si vuole correre rischi di ricadute — il che accade troppo
facilmente — la prudenza richiede che si sotto pongano i soggetti, trattati con
psicoterapie, ad un serio trattamento medicamentoso antipsorico (o, nei casi indicati,
antisifilitico).
228. Nelle malattie psichiche che provengono da un'affezione organica la cui
guarigione, di conseguenza, si ottiene unicamente con un rimedio antipsorico basato sui
principi omeopatici e con l'aiuto di un genere di vita adatto, viene comunque
raccomandato di aggiungere, a questi mezzi indispensabili, certe regole morali alle
quali lo spirito deve assoggettarsi.
Per quanto riguarda quest'aspetto della cura, il medico ed i familiari del malato mentale
devono attenersi scrupolosamente al rispetto della condotta che sarà stata giudicata più
appropriata:
al maniaco furioso si oppone la calma e il sangue freddo di una volontà ferma e
inaccessibile alla paura;
a chi esprime le proprie sofferenze con lamenti e lagnanze si offre la testimonianza di
una compassione silenziosa attraverso l'espressione del viso e gestì significativi;
si ascoltano in silenzio le chiacchiere del dissennato, senza tuttavia dare l'impressione
di non farvi alcuna attenzione,
come si farà nei confronti di colui le cui azioni o i cui discorsi siano repellenti o
ripugnanti.
Per quanto riguarda i danni materiali e i guai che un maniaco potrebbe provocare, d si
deve impegnare a prevenirli e ad impedirli senza mai fargliene rimprovero e soprattutto
senza mai ricorrere a castighi o a tormenti corporali (a). Quest'ultima condizione è
facilissimo rispettarla, in quanto l'uso di mezzi coercitivi non può trovare
giustificazione nemmeno quando il malato si rifiuta di prendere i rimedi prescritti, cosa
che potrebbe anche giustificare il ricorso a tali mezzi. Nel metodo omeopatico infatti, le
dosi sono così deboli che le sostanze medicamentose non hanno mai alcun sapore e si
può dunque farle ingerire al malato, quando si vuole, sciolte nella sua bevanda, senza
che se ne accorga.
a) Sono davvero incredibili la durezza e la mancanza di riguardo mostrati, in molti
istituti psichiatrici, dai medici o dal personale i quali, senza conoscere il solo metodo
che guarisce realmente le malattie psichiche grazie all’uso di rimedi omeopatici
(antipsorici o antimiasmatici), non fanno che torturare e riempire di botte dei poveri
individui che, fra tutti gli sventurati, sono quelli più degni d’essere compatiti. Usando
mezzi così ripugnanti, essi si pongono in una posizione di gran lunga più bassa di
quella delle guardie degli istituti di correzione. Questi ultimi infatti, si comportano in
questo modo per via degli ordini che hanno ricevuto, e lo fanno con dei criminali,
mentre gli altri, la cui coscienza è umiliata dal senso della propria impotenza, ignoranti
o troppo pigri per cercare un metodo adatto a guarire affezioni credute incurabili,
sembrano esprimere la loro crudeltà, verso questi poveri innocenti, soltanto per la
rabbia di non essere capaci di guarirli.
229) La contraddizione, le esortazioni troppo vivaci, i rimproveri troppo aspri, e le
invettive violente sono altrettanto poco consigliabili, nei casi di disturbi psichici, di
quanto lo è una condiscendenza debole e timida. Tutte queste espressioni sono
ugualmente dannose alla condizione mentale e morale dei pazienti nel corso del
trattamento. Ma sono soprattutto l’ironia, i sotterfugi e gli inganni, di cui questi malati
possono accorgersi, a irritarli e ad aggravare il loro stato.
Il medico e gli infermieri devono sempre dare l’impressione di credere che essi sono
nel pieno possesso della loro ragione.
Inoltre bisogna impegnarsi ad allontanare da loro tutte le cose esteriori che potrebbero
provocare un danno agli organi coi quali sono in relazione col mondo ( i cinque sensi) e
al loro spirito. Non vi è distrazione salutare, non vi è raccomandazione o suggerimento
o possibilità di tranquillizzare con parole, letture, o altri mezzi, l’anima che languisce o
si rivolta, prigioniera di un corpo malato. Nulla può procurarle un po’ di pace se non la
guarigione. Questi malati non ritrovano la tranquillità di spirito ed il benessere, se non
quando il soma ha recuperato un migliore stato di salute. (a)
(a) E’ soltanto nelle cliniche specializzate in questo campo, e non all’interno della
cerchia familiare, che si può sperare di guarire degli alienati, dei maniaci e dei
malinconici
230. Se i rimedi scelti per un caso di malattia psichica determinata (affezioni che, come
si sa presentano infinite diversificazioni) sono perfettamente omeopatici rispetto alla
malattia, le dosi più ridotte sono spesso sufficienti a produrre in breve tempo un
miglioramento sensazionale.
Un simile risultato non è possibile ottenerlo con la prescrizione di nessun altro mezzo
improprio (allopatico), nonostante i medicamenti vengano somministrati in dosi
massicce, siano prodotti fortissimi, siano ripetuti di frequente, e persino somministrati
fino agli ultimi istanti di vita.
L’omeopaticità sarà facile da stabilirsi per un ricercatore infaticabile se i rimedi,
dotati di effetti patogenetici, somiglianti allo stato mentale, saranno sufficientemente
numerosi e variati. La massima conformità sarà pertanto più facilmente identificabile se
il sintomo principale, cioè lo stato mentale e morale del malato, si manifesterà in
maniera tipica e assolutamente evidente.
Posso affermare, sulla base di una lunga esperienza, che l’incomparabile superiorità
dell’omeopatia, su tutti gli altri metodi curativi immaginabili, non si dimostra in
nessuna altro campo, con altrettanta evidenza, come in quello delle malattie mentali e
delle affezioni psichiche croniche che devono la loro origine ad affezioni somatiche o
che si sono sviluppate contemporaneamente ad esse.
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