Milano 26 ottobre 2012 Il ruolo delle tecnologie assistive nel progetto di vita di persone con disturbo dello spettro autistico e disabilità intellettiva Francesca Brunero, Psicologa ricercatrice Centro Autismo e Sindrome di Asperger, A.S.L. CN1, Mondovì, Cuneo Programma della mattinata Progetto Touch for Autism Pianificazione dell’intervento Strutturazione spaziale, rinforzi, aiuti Storie sociali Task analysis Video Modeling Progetto Touch for Autism Progetto Touch for Autism Il progetto Touch for Autism nasce da una collaborazione tra: Fondazione ASPHI, CSP, Centro CASA, Asl CN1, con il sostegno delle fondazioni CRC e CRT e La Stampa (Specchio dei Tempi). Si è estesa la rete a livello locale (ITIS Vallauri Fossano, CIO Cuneo), con l’obiettivo di estenderlo a livello nazionale ed europeo Progetto Touch for Autism: Obiettivi Utilizzo di strumenti touch per: Favorire: - Apprendimento - Comunicazione - Abilità personali - Abilità sociali Gestire programmi educativi ed abilitativi al servizio di: - Soggetti autistici - Delle loro famiglie - Della rete di operatori sociosanitari - Della scuola Progetto Touch for Autism I sei pilastri fondamentali su cui poggia il progetto: 1. Fornire un intervento pervasivo in tutti i contesti di vita, in base all’età e al tipo di autismo 2. Fornire un intervento per tutto l’arco di vita della persona con diagnosi di disturbo dello spettro autistico 3. Utilizzare metodiche di trattamento di cui è stata dimostrata l’efficacia 4. Consentire che il Programma educativo-abilitativo, sia conosciuto e condiviso da tutti gli operatori coinvolti 5. Utilizzare procedure di verifica obiettiva dell’efficacia degli interventi abilitativi ed educativi attuati 6. Fornire corsi di formazione per i genitori e gli insegnanti Progetto Touch for Autism Programma della mattinata Progetto Touch for Autism Pianificazione dell’intervento Strutturazione spaziale, rinforzi, aiuti Storie sociali Task analysis Video Modeling Pianificazione dell’intervento Sono state individuate le aree di intervento Per ogni area, sono stati individuati degli obiettivi, ordinati in base all’età di sviluppo dei bambini normotipici da 0 a 72 mesi di vita Per ogni obiettivo sono state ipotizzate alcune attività, compiti o fornite delle indicazioni per lavorare direttamente con il bambino, con l’obiettivo di migliorare le performances emergenti ricavate dalla valutazione funzionale del soggetto autistico Per la costruzione del catalogo delle attività ci si è avvalsi di un precedente Progetto elaborato con il contributo di Fondazione Giovanni Goria Progetto Master dei Talenti della Società Civile Pianificazione dell’intervento Linee Guida per Design dei Software Modalità di apprendimento individualizzata La variabilità nell’apprendimento meglio descrive le caratteristiche degli studenti con autismo (R.L. Koegel, L.K. Koegel, 1995) Risposta indipendente Il rispondere in modo indipendente è direttamente collegato alla motivazione nel rispondere per bambini con autismo (R.L.Koegel, L.K. Koegel, Frea, Smith, 1995). La mancanza di risposta ripetuta dello studente potrebbe determinare un’eccessiva dipendenza dagli altri nell’ambiente. Questo per dire che uno studente potrebbe non apprendere che la conseguenza non è collegata alla sua risposta. Interazione sociale La presenza di coetanei migliora l’interazione sociale in bambini con disabilità (Goldstein, Kaczmarek, Pennington, Shafer, 1992; Odom, Hoyson, Jamieson, Strain, 1985; Odom, Strain, 1986) Higgins, Boone (1996). Creating Individualized computer-assisted instruction for students with autism using multimedia authoring software. Focus on Autism and Other Developmental Disabilities Summer, 11: 69-78 Linee Guida per Design dei Software Responsivity I bambini con autismo tendono a non rispondere all’iniziativa verbale degli altri. Ricerche recenti sulle abilità di rispondere alla presenza di stimoli conversazionali hanno evidenziato esiti positivi (L.K. Koegel, R.L. Koegel, Hurley, Frea, 1992) Appropriati all’età Qualsiasi istruzione per gli studenti con autismo potrebbe essere “tradotta” con immagini appropriate all’età, oggetti concreti o item educativi Overlearning La pratica migliora l’apprendimento (Mulligan, Lacy, Guess, 1982; Shover, Newsom, 1976) Ambiente naturale L’uso dell’ambiente naturale-rinforzi naturali che sono direttamente collegati alla risposta dello studente-sembra aumentare la motivazione e la responsività così come la generalizzazione (Saunders, Sailor, 1979; Williams, Koegel, Egel, 1981) Higgins, Boone (1996). Creating Individualized computer-assisted instruction for students with autism using multimedia authoring software. Focus on Autism and Other Developmental Disabilities Summer, 11: 69-78 Linee Guida per Design dei Software Generalizzazione La generalizzazione potrebbe verificarsi solo se noi lavoriamo per questo. I software, come mezzo per presentare le istruzioni, potrebbe essere programmato per rinforzare l’istruzione o l’apprendimento che si è verificato nel mondo reale. Così, il progetto del software dovrebbe considerare i compiti e i comportamenti che sono come quelli usati nell’ambiente naturale del bambino Tentativo comunicativo Gli studenti hanno mostrato che quando tentano di comunicare sono rinforzati, le risposte aumentano rapidamente Scelta da parte dello studente del materiale stimolo L’istruzione potrebbe essere basata sull’interesse del bambino. Gli studenti con autismo hanno maggior successo nell’apprendimento del linguaggio quando i loro interessi sono considerati (R.L. Koegel, O’Dell, L.K. Koegel, 1987;Yoder, Kaiser, Alpert, Fischer, 1993) Higgins, Boone (1996). Creating Individualized computer-assisted instruction for students with autism using multimedia authoring software. Focus on Autism and Other Developmental Disabilities Summer, 11: 69-78 Linee Guida per Design dei Software Abilità cognitive Le abilità cognitive dello studente dovrebbero essere valutate adeguatamente. L’aspetto accademico dovrebbe prevedere compiti affinché il bambino apprenda nuove cose piuttosto che compiti che consentono solo di mantenere l’apprendimento precedente (R.L. Koegel et. Al, 1995).Valutare l’effetto che la carenza di stimoli a livello accademico hanno sullo sviluppo a lungo termine degli studenti (L.K. Koegel, Valdez-Menchaca, R.L. Koegel, 1994) Variazione del compito Gli studenti con autismo apprendono molto velocemente se un insieme di stimoli è selezionato e variato da processo a processo in accordo con l’interesse del bambino (R.L. Koegel, L.K. Koegel, 1995). I compiti che lo studente padroneggia in un nuovo compito determinano maggiori risposte, miglior comportamento e maggiore interesse (R.L. Koegel. Dyer, Bell, 1987) Higgins, Boone (1996). Creating Individualized computer-assisted instruction for students with autism using multimedia authoring software. Focus on Autism and Other Developmental Disabilities Summer, 11: 69-78 Linee Guida per Design dei Software Overselectivity Alcuni studenti con autismo rispondono a porzioni ristrette di stimoli presenti nell’ambiente (Rincover, Koegel, 1975). Lo studente risponde ad uno stimolo minore o irrilevante come gli occhiali o gli orecchini di una persona Varietà dei rinforzi I rinforzi potrebbero essere vari così che lo studente non si annoi o non si sazi del rinforzo (Ayllon, Azrin, 1968) Multiple cues Gli studenti con autismo imparano a rispondere a stimoli multipli attraverso un insegnamento sistematico che si concentra sull’aumentare il numero di stimoli rilevanti aumentando la probabilità che essi apprenderanno maggiormente nella discriminazione (R.L. Koegel, Schreibman, 1977) e che generalizzeranno le capacità (Burke, Cerniglia, 1990) Higgins, Boone (1996). Creating Individualized computer-assisted instruction for students with autism using multimedia authoring software. Focus on Autism and Other Developmental Disabilities Summer, 11: 69-78 Linee Guida per Design dei Software Aiuti L’organizzazione degli aiuti può diminuire gli errori e aumentare le risposte corrette di studenti con gravi disabilità (R.L. Koegel, Russo, Rincover, 1977) Utilizzo massimale della tecnologia La tecnologia e i programmi hanno la capacità di incorporare la voce, la musica, i suoni, l’animazione, video, testo, grafica, foto, ecc (Boone et al., 1993) Raccolta di dati per ricerche future Raccolta di dati sull’interazione dello studente con il software è importante nel pianificare interventi educativi per gli studenti (Higgins, Boone, 1991) Higgins, Boone (1996). Creating Individualized computer-assisted instruction for students with autism using multimedia authoring software. Focus on Autism and Other Developmental Disabilities Summer, 11: 69-78 Linee Guida Autismo “Dai dati prodotti dalla stessa revisione sistematica emergono effetti positivi e risultati statisticamente significativi a favore di interventi riabilitativi erogati attraverso software (in assenza di un’interazione diretta con l’operatore), attraverso i quali il bambino apprende in modo interattivo informazioni sul riconoscimento delle emozioni, sulle capacita di generalizzare le abilità apprese, sul QI verbale, sull’attenzione e sulla motivazione”. Monitoraggio Monitoraggio Programma della mattinata Progetto Touch for Autism Pianificazione dell’intervento Strutturazione spaziale, rinforzi, aiuti Storie sociali Task analysis Video Modeling Tecniche di intervento: Struttura fisica e indicazioni visive AMBIENTE DI APPRENDIMENTO ATTIVITA’ strutturato precise, chiare prevedibile comprensibili oltre le indicazioni verbali La strutturazione deve riguardare sia gli spazi sia i tempi di lavoro Tecniche di intervento: Rinforzo Il Rinforzo è un processo mediante il quale le conseguenze di un’azione hanno effetto sul comportamento, determinando un aumento della probabilità che il comportamento venga riproposto Tecniche di intervento: Rinforzo RINFORZO PUNIZIONE POSITIVO Presentazione di uno stimolo, incrementa il comportamento Presentazione di uno stimolo, riduce il comportamento NEGATIVO Riduzione dello stimolo, incrementa il comportamento Riduzione dello stimolo, riduce il comportamento Tecniche di intervento: Rinforzo COMMESTIBILI SENSORIALI SOCIALI • i cibi che lo studente predilige e per i quali è disposto a emettere il comportamento richiesto • sensazioni che lo studente mostra di gradire o prediligere, sono quindi legati alle sensazioni piacevoli che coinvolgono la vista, l’udito, l’odorato e il tatto • svolgono un ruolo fondamentale nella vita della persona, ma non sono innati nell’individuo Tecniche di intervento: Schemi di rinforzamento RINFORZO CONTINGENTE RINFORZO CONTINGENTE CONTINUO RINFORZO CONTINGENTE INTERMITTENTE A RAPPORTO FISSO A RAPPORTO VARIABILE Programma della mattinata Progetto Touch for Autism Pianificazione dell’intervento Strutturazione spaziale, rinforzi, aiuti Storie sociali Task analysis Video Modeling Storie Sociali: che cosa sono? strumento di insegnamento diretto: istruzioni come ci si comporta in una data situazione strumento di apprendimento indiretto: anche il partner riceve informazioni su quali sono i comportamenti sociali attesi in quella situazione Aumento la probabilità che nell’ambiente preparato, la persona preparata possa emettere comportamenti socialmente appropriati. Storie sociali: abilità da considerare Destinatari delle storie sociali: persone con spettro autistico ad alto funzionamento, fino a persone con ritardo mentale medio. Abilità che devono essere possedute dalle persone a cui sono destinate le storie sociali: Abilità linguistiche Abilità di comprensione delle immagini Abilità di letto – scrittura Abilità di comprensione, capire semplici storie Abilità di attenzione Storie sociali: Tematiche 1. In risposta ad una situazione problematica, fornendo informazioni sociali (situazioni sociali) 2. Abilità di un curriculum scolastico o sociale 3. Apprendere regole scolastiche 4. Personalizzare competenze che fanno parte di un programma di training di abilità sociali 5. Tradurre un obiettivo di lavoro in singoli passi più comprensibili 6. Descrivere routine quotidiane o variazioni di semplici routine Storie sociali La storia sociale è caratterizzata da quattro tipi di frasi di base e da una proporzione fra queste frasi che definisce la loro frequenza. LINEE GUIDA PER LE STORIE SOCIALI Il libro delle Storie Sociali, C. Gray,Vannini. Storie sociali: linee guida Frasi obiettive che descrivono i fatti senza dare un’opinione o fare delle supposizioni. Sono: - l’ossatura della storia - l’aspetto peculiare dell’argomento Per queste ragioni, sono l’unico tipo di frase obbligatoria Rispondono alle domande: -Chi -Dove -Quando -Cosa sta succedendo -Perché “Molti bambini giocano in giardino durante l’intervallo” Storie sociali: linee guida Sono delle asserzioni che descrivono lo stato interno di una persona: Pensieri Motivazioni Emozioni Salute Quello a cui crede Condizione fisica Opinioni Raramente si utilizzano frasi soggettive che si riferiscono allo stato interno della persona con problemi dello spettro autistico. Più spesso questo tipo di frase viene usata per descrivere lo stato interno degli altri. “Generalmente le persone sono contente quando ricevono un regalo” Storie sociali: linee guida Individuano una risposta possibile o una scelta fra le modalità di risposta a una situazione o a un concetto, suggerendo un comportamento, o alcuni comportamenti, alla persona con problemi dello spettro autistico. Storie sociali: linee guida Aiutano a potenziare il significato delle frasi che le precedono e spesso esprimono un valore o un’opinione comune in una cultura. Questo tipo di frase serve a: - accentuare un’idea importante, - riferirsi ad una legge o ad una regola, - rassicurare la persona con problemi dello spettro autistico. “Questa è una buona idea” Storie sociali: linee guida 0-1 FRASI DIRETTIVE PROPORZIONE DI BASE 2-5 FRASI DESCRITTIVE, SOGGETTIVE E/O AFFERMATIVE Storie sociali: linee guida Frasi “incomplete” che devono essere completate dalla persona con disturbo dello spettro autistico. Dovendo completare la frase, lo studente deve ricordarsi l’informazione importante. Storie sociali: linee guida Sono asserzioni scritte da una persona con problemi dello spettro autistico per individuare strategie personali da usare per ricordarsi e mettere in pratica le informazioni apprese. Storie sociali: linee guida Individuano quello che gli altri possono fare per aiutare lo studente. In questo modo, le frasi cooperative aiutano i genitori, i compagni, gli educatori e/o i terapeuti a ricordare il loro ruolo. Storie sociali: linee guida PASSI FONDAMENTALI PER LA STESURA DI UNA STORIA SOCIALE 1. VISUALIZZARE L’OBIETTIVO 2. RACCOGLIERE LE INFORMAZIONI (SITUAZIONE E ABILITA’ DEL SOGGETTO) 3. PERSONALIZZARE IL TESTO 4. DARE UN TITOLO Storie sociali: applicazione PRESENTARE LA STORIA SOCIALE 1. In un ambiente rilassato 2. Non presentarla durante un evento difficile 3. Non presentarla quando la persona è agitata 4. Non utilizzare la lettura della storia sociale come conseguenza punitiva per un comportamento negativo Storie sociali: applicazione ATTENUAZIONE DELLA PRESENTAZIONE DELLA STORIA SOCIALE Strategie per aumentare l’indipendenza di una persona con problemi dello spettro autistico e la sua padronanza dell’informazione presente in una storia sociale. 1. Riscrivere la storia: alcune frasi vengono omesse o rielaborate. Quando si omettono o si rielaborano delle frasi, si cambia il formato della storia. Questo cambiamento può essere causa di ansia per alcune persone con problemi dello spettro autistico. 2. Ridurre la frequenza di presentazione della storia, lasciando passare gradualmente sempre più tempo tra ogni seduta Storie sociali e letteratura GLI STUDI PRESENTI IN LETTERATURA EVIDENZIANO CHE: 1. 2. 3. Le storie sociali sono pratiche, non sono intrusive e si basano sull’aderenza a regole e routine (punto di forza per la maggior parte delle persone con disturbo dello spettro) In confronto ad altre forme di trattamento progettate per migliorare il comportamento sociale (ad esempio, discrete trial instruction), sono meno intensive in termini di tempo e di lavoro spesi Indicano che le storie sociali possono essere efficaci in alcune circostanze Storie sociali e letteratura Ma esistono molte variabili non ancora esplorate che possono incrementare o limitare l’efficacia di questo intervento per alcuni bambini o per alcuni comportamenti. Storie sociali: ricerca e computer Studio progettato per analizzare gli effetti dell’utilizzo di una storia sociale tramite Power-Point sui comportamenti problema ed è stata analizzata la differenza fra gli effetti di un formato cartaceo e il formato computer. Storie sociali: ricerca e computer RISULTATI 1. 2. Riduzione del comportamento problema in tutti i partecipanti Risultati leggermente migliori per le storie sociali che sono state presentate tramite Power-Point rispetto al formato cartaceo Il formato al computer fornisce anche aiuti visivi per leggere e ascoltare la storia. Questa strategia può aver fornito sostegno per mantenere l’attenzione mentre sfrutta i punti di forza visiva dello studente. Storie sociali: ricerca e computer RISULTATI DEGNI DI NOTA PERCHE’: 1. 2. 3. Lo studio convalida empiricamente gli effetti di una storia sociale su comportamenti osservabili e misurabili Ha confrontato due forme di storie sociali (cartaceo e computer) Lo studio ha valutato la generalizzazione in un altro ambiente Storie Sociali: Bibliografia Smith C., 2006, Storie sociali per l’autismo, Trento, Erickson La formula per scrivere una storia sociale di base (Fonte: Rowe, 1998) Giuberti V. et al., L’utilizzo delle storie sociali in soggetti con disturbo dello spettro autistico, n 3/2004, Erickson Gray C., 2004, Il libro delle storie sociali, Vannini Schopler E. et al., 2004, Sindrome di Asperger e Autismo HighFunctioning, Erickson Steven E., Gutstein e Rachelle K. Sheely, Sviluppare le relazioni nei disturbi autistici. Le attività di base: prestare attenzione, riferimento sociale e collaborazione. Vol.1, Erickson Storie Sociali: Sitografia http://www.freewebs.com/kidscandream/page12.htm http://tarheelreader.org/tag/italian http://www.storiesociali.it/ http://www.storiesocialiautismo.com/Storie-sociali.html http://www.aspergerssocialstories.com/ http://www.diversamenteonlus.org Programma della mattinata Progetto Touch for Autism Pianificazione dell’intervento Strutturazione spaziale, rinforzi, aiuti Storie sociali Task analysis Video Modeling Task Analysis La task analisys si riferisce alla descrizione dell’obiettivo comportamentale o meta comportamentale che ci siamo prefissati attraverso l’analisi del compito, sia nelle diverse fasi che lo compongono in sequenza sia nei prerequisiti necessari a evidenziare le diverse abilità basilari per eseguire correttamente il compito. Meazzini, 1997 Descrizione dettagliata del comportamento emesso per il raggiungimento dell’obiettivo comportamentale. Task Analysis: schema per la creazione STEP 1 IDENTIFICARE ABILITA’ TARGET Abilità costituita da una serie di step separati, ma concatenati National Professional Development Center on Autism Spectrum Disorders (Waisman Center, University of Wisconsin) IDENTIFICARE PRE-REQUISITI E MATERIALE STEP 2 STEP 3 Raccogliere informazioni sulle abilità possedute dal soggetto Identificare materiale necessario per la task analysis SCOMPORRE L’ATTIVITA’ NELLE SINGOLE COMPONENTI Segmentazione dell’attività in più componenti semplici da compiere VERIFICARE STEP 4 Verificare che le fasi dell’abilità target siano rappresentate completamente ed accuratamente DEFINIRE COME VERRA’ INSEGNATA STEP 5 STEP 6 Come dovranno essere insegnati i singoli step Valutare quale procedura utilizzare per concatenare il comportamento (totale, anterogrado, retrogrado) In quale forma sarà presentata: scritto, figure, pittogrammi, scritte e figure INTERVENTO E MONITORAGGIO APPRENDIMENTO Monitoraggio attraverso griglie di rilevazione Task Analysis Ambiti di utilizzo 1 ABILITA’ DOMESTICHE preparare un panino, lavare i piatti, ecc. 2 ABILITA’ DI IGIENE PERSONALE lavare le mani, lavare i denti, ecc. 3 ABILITA’ SOCIALI utilizzo del telefono, comprare il giornale, regole di comportamento, ecc. 4 USO DEL DENARO Task Analysis: studi di ricerca 1. Corner & Keilitz, 1975 (lavare i denti) 2. Lowe & Cupo, 1976 (sommare monete) 3. Spooner, Keul & Grossi, 1980 (uso del telefono pubblico) 4. Tauber, Alberto, Hughes & Seltzer, (uso del cellulare) Tali ricerche dimostrano che l’uso di task analysis è una metodologia efficace Task Analysis:Vantaggi 1. È duratura: è possibile ritornare sull’informazione precedente 2. Consente una maggiore comprensione della consegna 3. Consente una maggiore prevedibilità e una minore ansia 4. Aiuta a richiamare l’attenzione 5. Con il tempo viene meno la necessità della presenza del genitore/operatore 6. Guida utile anche per gli operatori e genitori Programma della mattinata Progetto Touch for Autism Pianificazione dell’intervento Strutturazione spaziale, rinforzi, aiuti Storie sociali Task analysis Video Modeling Video Modeling Rappresentazione in video di comportamenti umani atti ad essere riprodotti per imitazione “Prevede interventi erogati attraverso filmati video, che il bambino vede in televisione o al computer, ma che non sono interattivi (a differenza dei software), in assenza di interazione diretta con l’operatore. Il filmato fornisce direttamente al bambino le istruzioni finalizzate allo sviluppo di comportamenti adattativi o abilità scolastiche, sfruttando la capacità imitativa dei bambini: è un processo di apprendimento basato su una trasmissione visiva dell’informazione.” Linee Guida Autismo Video Modeling “Se i soggetti con Disturbo Pervasivo dello Sviluppo hanno difficoltà a mantenere l'attenzione e ad imitare, come può essere funzionale l’utilizzo del Video Modeling?” 1. Rimozione di stimoli irrilevanti permette alla persona di focalizzarsi meglio sugli aspetti essenziali dell’abilità o del comportamento 2. L’interazione umana è minima, in questo modo si riduce lo stress e l’ansia correlate all’interazione sociale Attualmente, in letteratura, non è ancora stato chiarito perché il video modeling risulta efficace nonostante siano presenti questi deficit. Video Modeling: vantaggi 1. 2. 3. 4. 5. 6. È possibile ricreare una serie di ambienti, difficili da riprodurre in vivo È possibile controllare una serie di variabili Consente di fornire al soggetto sempre lo stesso modello (Charlop-Christy, Le e Freeman, 2000) Strategia che può essere utilizzata in qualsiasi ambiente Aumenta l’efficacia di tecniche già utilizzate, è spesso combinato con prompt e altre strategie (task analysis e storie sociali) Offre una grande quantità di esempi per aumentare la generalizzazione delle abilità (Stokes, Bear, 1977) Video Modeling: come si costruisce IDENTIFICARE LE ABILITA’ SPECIFICHE PRODURRE IL VIDEO -Lista delle abilità che si potrebbero insegnare -Valutare abilità emergenti nel patrimonio di competenze -Individuare l’abilità su cui lavorare -Quale strumento tecnologico si utilizzerà -Formare l’attore che riprodurrà il video -Costruire 3-4 video in contesti diversi per ogni abilità -Visti quotidianamente, possibilmente alla METTERE IN ATTO stessa ora L’INTERVENTO CON IL VIDEO -Dopo la visione far riprodurre al MODELING soggetto ciò che ha visto -Monitoraggio e generalizzazione Jennifer B. Ganz, Theresa L. Earles-Vollrath e Katherine E. Cook (2011), Video Modeling: caratteristiche del filmato Durata: da un minimo di 30 secondi ad un massimo di 3 minuti Protagonista: in generale sembra non esserci una preferenza per quanto riguarda l’”attore” del video. Alcuni studi affermano che il Video Self Modeling è utile per migliorare alcuni comportamenti problema, come iperattività e atteggiamenti compulsivi, ( Dowrick 1991; Bray and Kehle, 1996; Bline, 1997), per migliorare l'autostima (Buggey, 2005) e l'attenzione (Coyle e Cole, 2004). Meharing e Woltersdorf (1990) e Simpson-Ayres (2004) hanno evidenziato che i soggetti autistici tendono ad imitare di più i protagonisti simili a loro, di conseguenza ci sarebbe una preferenza per i coetanei o per se stessi. La sessione deve essere registrata e rielaborata al fine di renderla il più adatta possibile al lavoro da svolgere. I comportamenti rappresentati devono essere svolti lentamente e chiaramente. Tesi di Laurea: Nuovi strumenti nella riabilitazione dell’autismo: il videomodeling. Giulia Pappini Video Self Modeling Il protagonista del filmato è la persona stessa che deve ricevere il trattamento Molto efficace per le persone a cui piace guardarsi nei video e mostrano preferenza per gli insegnamenti visivi Criticità: il soggetto può essere meno collaborativo, necessitare di maggiori aiuti poiché deve svolgere delle azioni che risultano ancora emergenti nel suo patrimonio di competenze (Bellini, Akullian, 2007) Video Point of View Filmare una scena secondo il punto di vista di chi dovrà vedere e utilizzare poi la scenetta (Shipley-Benamou et al, 2002; Hine & Wolery, 2006). Video Modeling A seconda della tipologia di modeling utilizzato, si potranno ottenere degli effetti diversi. Video Modeling • Aumentare le interazioni sociali • Migliorare abilità di vita quotidiana • Migliorare abilità di gioco • Ridurre problemi di comportamento Video self modeling Video point of view • Migliorare abilità comunicative • Aumentare l’interazione sociale • Migliorare abilità scolastiche • Migliorare abilità di vita quotidiana • Migliorare abilità di gioco Video Modeling e generalizzazione Strumento efficace per promuovere la generalizzazione Un eccesso di generalizzazione avviene quando la persona lega la sua azione ad un particolare dettaglio, e quindi compie quell’azione in tutte le situazioni in cui coglie la presenza di quel dettaglio, incurante della differenza sostanziale (dal punto di vista sociale) tra una situazione e l’altra.