••12salute e benessere 11-06-2010 15:11 Pagina 52 salute e benessere Filippo Medina Quando il sonno è troppo L’ipersonnia: tra i sintomi la sonnolenza diurna, tra le cause un riposo notturno disturbato. Come “svegliarsi”? e si parla di disturbi del sonno, il pensiero corre subito all’insonnia, al fatto cioè di non riuscire a dormire, allo svegliarsi all’improvviso in piena notte e a non riuscire a riprendere più sonno. Raramente, invece, si pensa al problema inverso, che pur esiste e coinvolge centinaia di migliaia di persone: l’ipersonnia, ossia il dormire troppo di notte, oppure l’essere colpiti da un’eccessiva sonnolenza durante il giorno. S Filippo Medina è medico internista. Esercita come specialista di medicina interna presso il Centro diagnostico italiano di Milano. Svolge attività di giornalista medico come responsabile di riviste specialistiche ed è collaboratore di numerosi quotidiani e riviste. 52 䡵 DIRIGENTE 6|2010 Le cause Esistono diversi motivi per cui una persona, apparentemente sana, ha sempre sonno durante il giorno e magari si addormenta di colpo. In linea di massima, comunque, si può risalire a tre cause principali, escludendo quelle derivanti da malattie vere e proprie (deficit cerebrali, narcolessia, esiti di ictus ecc.). La prima, e di gran lunga la più frequente (70-80% dei casi), è quella legata a problemi respiratori (russamento con apnee) che disturbano il sonno notturno. L’altra ragione degli improvvisi attacchi di sonno (il colpo di sonno) va ricercata, il più delle volte, nella privazione del sonno stesso o in un cattivo sonno notturno. Infine, anche un problema psichico come la depressione può avere come conseguenza l’ipersonnia. Sfatiamo, invece, un luogo comune, quello della sonnolenza pomeridiana post pranzo. Non si tratta di un disturbo legato a problemi di digestione, ma di un fatto naturalissimo. Nelle prime ore del pomeriggio, infatti, si apre, per così dire, una piccola finestra al sonno. E questo avviene indipendentemente dal fatto che si sia mangiato più o meno pesante. È evidente, comunque, che un pasto abbondante, accompagnato magari da un paio di bicchieri di vino, sicuramente non ci farà saltare come grilli durante il pomeriggio e renderà difficoltosa la concentrazione. Il russamento e le apnee L’ipersonnia colpisce di giorno le persone che di notte abitualmente russano e soprattutto coloro che soffrono delle cosiddette apnee ostruttive notturne. In entrambi i casi, infatti, il sonno è disturbato da moltissimi microrisvegli che incidono sulla qualità del sonno. Queste persone, cioè, hanno sonno di giorno perché dormono male di notte, anche se non se ne rendono conto. Ogni apnea, infatti, comporta una minore concentrazione di ossigeno nel sangue che, a sua volta, provoca un risveglio dei centri della veglia. Questi ultimi, facendo appunto risvegliare la persona, le permettono di riprendere a respirare. Altrimenti rischierebbe di asfissiare. La conseguenza di questi frequen- ti “arousal” (microrisvegli che interessano la corteccia cerebrale e che possono susseguirsi anche due o trecento volte in una notte sola) è un sonno frammentatissimo: la persona ha sì “dormito”, ma non si è “riposata” e perciò continua ad avere sonno durante il giorno. Anche se è stata a letto otto ore, in realtà è come se ne avesse dormite due. Chi colpisce di più Quello delle apnee è un disturbo che interessa più gli uomini delle donne e, tra questi, coloro che sono in sovrappeso oppure le persone che per costituzione hanno il collo corto e tozzo. Le donne, tuttavia, non ne sono immuni, specialmente dopo i 50 anni, quando, a causa del mutamento ormonale legato alla menopausa, cominciano a russare e ad avere apnea. Esiste tuttavia una differenza tra uomini e donne che va a scapito di queste ultime. Mentre, infatti, in genere un uomo che russa impiega molti anni prima di passare alle apnee notturne, nella donna il passaggio tra questi due fenomeni è molto più breve. In ogni caso, questi disturbi non devono essere sottovalutati perché possono avere ripercussioni molto importanti sulla salute. Diversi studi hanno dimostrato, infatti, che il russamento e le apnee notturne condizionano il funzionamento del sistema cardiocircolatorio. Il che significa che chi russa in maniera abituale e chi ha apnea durante la notte corre rischi maggiori di andare incontro a un infarto cardiaco o a ictus. Come si curano Visto che spesso il problema è legato all’obesità o comunque al so- ••12salute e benessere 11-06-2010 vrappeso, è buona norma perdere i chili in eccesso. A volte, infatti, basta dimagrire per tornare a respirare normalmente di notte, risolvendo il problema delle apnee notturne e della sonnolenza diurna. Spesso però la sola perdita di peso non basta. A questo punto, si possono seguire due strade: quella degli interventi chirurgici e quella della Cpap (Continuous positive air pressure, ossia pressione positiva continua d’aria). È una cura che funziona molto spesso. Si tratta di un apparecchio composto da una mascherina da applicare al naso collegata, attraverso un tubo, a un compressore che immette nel naso aria forzata (cioè positiva), impedendo alle prime vie respiratorie di chiudersi. Gli interventi chirurgici vanno riservati a quei casi particolari in cui occorre correggere il setto nasale o i turbinati, oppure quando va tolto un po’ di grasso a livello della faringe, facilitando così l’afflusso di aria. 15:11 Pagina 53 L’alterato ritmo sonno-veglia Sembra un paradosso, ma l’altra faccia dell’insonnia è proprio l’ipersonnia. Infatti, chi non dorme di notte finisce col soffrire di un’eccessiva sonnolenza di giorno. Purtroppo non sempre si ha la possibilità di rispettare il proprio ritmo sonno-veglia. E questo vale soprattutto per i giovani che giocano pericolosamente con il proprio sonno: una notte vanno a letto alle quattro del mattino, un’altra a mezzanotte e così via. Ma anche le persone che lavorano secondo turni variabili possono avere lo stesso problema. Infatti, continuare a variare il ritmo sonno-veglia finisce, alla lunga, per mandarlo del tutto in tilt. Questo aspetto del problema non va sottovalutato, perché proprio queste persone finiscono con l’essere vittime “privilegiate” del cosiddetto colpo di sonno che, in certe circostanze (per esempio se è necessario guidare), può essere molto pericoloso. Come combattere i colpi di sonno? La cura consiste essenzialmente nel cercare di dormire un numero sufficiente di ore e soprattutto, se è possibile, di andare a dormire più o meno sempre alla stessa ora. La depressione In genere, le persone depresse soffrono di insonnia. Tuttavia non sono rari i casi in cui la depressione si accompagna a ipersonnia. Questo eccessivo bisogno di dormire può comparire sia durante il giorno, e manifestarsi quindi con un’eccessiva sonnolenza, sia durante la notte. Le persone riescono a dormire anche più di dieci ore per notte, una quantità che supera decisamente il normale fabbisogno. Poiché, in questo caso, l’ipersonnia è secondaria a un problema psichico, è necessario curare prima quest’ultimo. Sono molti i farmaci antidepressivi a disposizione e, in genere, bastano tre o quattro settimane di cura per vedere sparire gradualmente anche i sintomi dell’ipersonnia, quindi l’eccessiva sonnolenza. DIRIGENTE 6|2010 䡵 53