AMBIENTE

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Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
Ambasciata d’Italia
CANBERRA
Aprile 2009
AMBIENTE
9 Gli Aerosol e il loro ruolo nelle precipitazioni piovose
Gli aerosol potrebbero avere un impatto molto maggiore sulle precipitazioni piovose in Australia e i futuri
cambiamenti climatici rispetto a quanto si pensava in precedenza, in base alle ricerche svolte dal Dr Leon
Rotstayn del CSIRO.
Si è giunti, infatti, alla conclusione che l’inquinamento atmosferico intenso che proviene dall’Asia potrebbe
contribuire a modificare gli andamenti delle piogge nel nord Australia, ma ciò che ci si chiede è quale tipo di
impatto generino gli aerosol sia di origine naturale che rilasciati da attività umane nel resto del paese.
Gli aerosol sono fini particelle sospese in atmosfera; le fonti antropiche di aerosol possono essere facilmente
individuate nelle attività industriali, nei veicoli a motore e nei processi di combustione vegetale. Le fonti
naturali includono i vulcani, tempeste di polvere e plankton oceanico.
Si attribuisce da tempo agli aerosol prodotti da attività umane una capacità di raffreddamento sul clima.
Questo fenomeno ha in parte “mascherato” e tamponato il surriscaldamento legato invece all’aumento dei
gas serra. Dal momento che si prevede una diminuzione dell’inquinamento legato agli aerosol nelle prossime
decadi, di conseguenza anche l’effetto “tampone” esercitato sui gas serra diminuirà andando ad accelerare il
processo di riscaldamento globale.
In ogni caso, come evidenziato dal Dr Rotstayn nel corso della “International Conference on Southern
Hemisphere Meteorology and Oceanography” tenutasi a Melbourne, gli aerosol sono ancora più pericolosi di
un gas serra perché possono determinare attivamente cambiamenti nei venti e nelle correnti oceaniche
alterando la distribuzione dell’energia solare sulla superficie terrestre. Come mostrano, ad esempio, alcuni
modelli climatici elaborati del CSIRO, l’inquinamento da aerosol proveniente dall’emisfero settentrionale può
avere effetti notevoli sul clima australiano, quali un incremento di precipitazioni piovose nella zona nordoccidentale del continente australiano e un corrispettivo aumento della pressione dell’aria nell’Australia
meridionale che porta a una diminuzione delle precipitazioni in questa area.
A detta del Dr Rotsayn, è di cruciale importanza cercare di quantificare i ruoli dei diversi elementi che hanno
determinato cambiamenti nelle precipitazioni in Australia. Una diminuzione nelle piogge legata a variazioni
naturali può essere un fenomeno di passaggio; così come i cambiamenti determinati da aerosol generati da
attività umane sembrano essere più a breve termine rispetto a quelli legati all’incremento di gas serra in
atmosfera. I provvedimenti a cui si dovrà ricorrere dipenderanno anche dai requisiti di breve o lungo termine
degli effetti determinati dai diversi elementi che concorrono ai cambiamenti climatici.
http://www.csiro.au/news/Aerosols.html
9 Greenhouse 09
Le nuove direzioni nel campo della ricerca sul clima in Australia, le strategie per adattarsi ai cambiamenti
climatici e le tecnologie più innovative nell’ambito energetico saranno i temi principali della più importante
conferenza sui cambiamenti climatici australiana che si terrà a Perth tra il 23 e il 26 Marzo.
Alla Conferenza prenderanno parte i principali ricercatori del settore, politici e rappresentanti del governo e
del mondo industriale. Il programma della Conferenza coprirà un ampio range di problematiche e argomenti;
dalle ultime scoperte australiane e internazionali nell’ambito dei cambiamenti climatici ad esempi di come le
industrie e il governo stanno cercando di affrontare il problema.
Una parte della Conferenza sarà anche dedicata alle modalità per ridurre le emissioni di gas serra e al
“Carbon Pollution Reduction Scheme”.
Il successo della conferenza sta nell’aver capito l’enorme valore che ha lo scambio di conoscenze nell’ambito
di problematiche ambientali di considerevoli dimensioni e importanza tra i maggiori esponenti del mondo
della ricerca, dell’industria, della Comunità e i capi del Governo.
GREENHOUSE 09 è organizzata dal CSIRO e dall’Australian Climate Change Science Program. Diversi e
numerosi sono gli sponsor;
http://www.csiro.au/news/New-climate-change-challenges.html
9 Nuove scoperte sulla vita sottomarina australiana
Grazie ad una spedizione durata quattro settimane lungo le coste dell’Australia meridionale sono state
scoperte nuove specie animali e trovate nuove prove dell’impatto del biossido di carbonio sui coralli nelle
profondità oceaniche.
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Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
Ambasciata d’Italia
CANBERRA
Aprile 2009
La spedizione scientifica effettuata da un team di ricerca composto da studiosi sia australiani che americani
ha esplorato una porzione verticale di crosta terrestre conosciuta come la “Tasman Fracture Zone” che
scende da circa 2 a più di 4 Km di profondità. Secondo quanto dichiarato dal Dr Thresher del CSIRO, ci si è
organizzati in modo tale che la spedizione andasse alla ricerca di forme di vita in zone più profonde rispetto a
quanto sia mai stato fatto in precedenza.
Il programma di campionamento documenta la più profonda fauna australiana che si sia mai conosciuta,
incluso uno strano organismo carnivoro, ragni marini, spugne giganti e nuove e in precedenza sconosciute
comunità marine. Al di sotto dei 1400 metri sono state scoperte vaste distese di coralli fossili che risalgono a
più di 10,000 anni fa.
Allo scopo di raccogliere campioni, fotografare e filmare aree profonde anche fino a 6 Km di profondità è
stato usato un sottomarino, Jason, di proprietà del Woods Hole Oceanographic Institution degli Stati Uniti,
in grado di raggiungere una profondità massima di 4 Km.
Un aspetto importante emerso dalla ricerca riguarda i coralli di ambienti profondi, parte dei quali è stata
trovata morta, fenomeno con ogni probabilità legato alla crescente acidificazione degli oceani e ai
cambiamenti climatici.
Ovviamente risulta indispensabile un’analisi accurata dei campioni raccolti prima che si possa determinare
con precisione le cause di tale fenomeno, e si tratta con ogni probabilità del risultato di diversi fattori, come il
riscaldamento degli oceani, una malattia o l’aumento di acidità. Certo è che la CO2 prodotta dalle fabbriche,
macchine e centrali elettriche non contribuisce solo all’innalzamento delle temperature, ma è responsabile
anche dell’acidificazione degli oceani, dal momento che circa il 25% dell’eccesso di anidride carbonica viene
assorbito dai mari.
Alcuni scienziati australiani hanno già lanciato l’allarme: i crescenti livelli di biossido di carbonio negli oceani
legati ai cambiamenti climatici, combinati con le crescenti temperature del mare, potrebbero accelerare il
processo di sbiancamento dei coralli, distruggendo alcune barriere prima del 2050.
http://www.csiro.au/news/Deep-Sea-Expedition.html
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