Clima: le fonti di finanziamento attuali

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Scheda 2 Dialogo di Ginevra sul clima
Mercoledì 1º settembre 2010
Clima: le fonti di finanziamento attuali
Per far fronte ai cambiamenti climatici è necessaria un‘inversione di rotta nell’ambito
degli investimenti globali e dei flussi finanziari. Il Programma delle Nazioni Unite per lo
sviluppo (UNDP) stima, ad esempio, a 86 miliardi di dollari l’anno i fondi aggiuntivi
necessari a partire dal 2015 per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Secondo il
Segretariato della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici,
nel 2030 l’investimento complessivo necessario per mantenere le emissioni di gas
serra ai livelli del 2005 sarà pari a 200-210 miliardi di dollari.
Attualmente, il finanziamento nel settore del clima proviene sia da fonti pubbliche che private.
I fondi stanziati nel quadro della Convenzione sul clima sono messi a disposizione attraverso
il Fondo globale per l’ambiente (GEF), il Fondo delle Nazioni Unite per il clima e il Fondo per i
Paesi in via di sviluppo. Nel quadro del Protocollo di Kyoto è inoltre previsto un fondo per
l’adattamento ai cambiamenti climatici.
Oltre alla Convenzione sul clima, le più importanti fonti multilaterali di finanziamento sono
costituite dai Fondi di investimento per il clima della Banca mondiale. Il finanziamento per la
riduzione delle emissioni dovute alla deforestazione e al degrado delle foreste nei Paesi in
via di sviluppo proviene, tra l’altro, dal programma UN-REDD creato ad hoc dalle Nazioni
Unite e dalla Forest Carbon Partnership Facility della Banca mondiale. Anche l’aiuto allo
sviluppo da parte degli Stati e le iniziative bilaterali hanno un ruolo importante nella lotta e
nell’adattamento ai cambiamenti climatici. Negli ultimi anni, vari Paesi donatori hanno inoltre
promosso iniziative di finanziamento volte a incentivare misure di mitigazione e di
adattamento ai cambiamenti climatici.
Per i Paesi beneficiari un aspetto centrale nell’ambito dei negoziati sul finanziamento è
costituito dalla condizione che i fondi stanziati per il clima siano “nuovi e supplementari” e
non provengano dai fondi destinati all’aiuto allo sviluppo.
Oltre ai fondi provenienti dal finanziamento pubblico, un’altra importante fonte di investimento
nell’ambito climatico nei Paesi emergenti e in via di sviluppo è rappresentata dal settore
privato. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) l’investimento
globale nelle energie rinnovabili, come l’energia eolica, solare, i biocarburanti, la biomassa e
la valorizzazione dei rifiuti, è aumentato ogni anno fino a raggiungere 155 miliardi di dollari
nel 2008. La maggior parte del finanziamento privato si concentra tuttavia in un numero
limitato di Paesi e ciò dimostra che al momento lo sviluppo di sistemi di energia pulita
finanziato da privati non avviene su base globale.
Il finanziamento privato può affluire nei Paesi emergenti e in via di sviluppo attraverso il
mercato delle quote di emissioni e le attività di investimento. Il Clean Development
Mechanism (CDM), un meccanismo basato sul mercato creato sotto l’egida del Protocollo di
Kyoto, permette ai Paesi emergenti e in via di sviluppo di accedere al mercato delle quote di
emissioni. Secondo la Banca mondiale, nel 2009 le transazioni del CDM erano pari a 2678
milioni di dollari, una cifra di molto inferiore ai 6511 milioni di dollari del 2008. Gli investimenti
CDM più consistenti sono andati a beneficio dei Paesi emergenti più grandi, come la Cina e
l’India.
Informazioni supplementari
 Franz Perrez, capo della divisione Affari internazionali, Ufficio federale
dell’ambiente (UFAM), tel. + 41 (0)79 251 90 15
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