Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni DATEC Ufficio federale dell'ambiente UFAM Sezione Media Tel.: 031 322 90 00 Fax: 031 322 70 54 [email protected] http://www.ambiente-svizzera.ch Scheda 2 Dialogo di Ginevra sul clima Mercoledì 1º settembre 2010 Clima: le fonti di finanziamento attuali Per far fronte ai cambiamenti climatici è necessaria un‘inversione di rotta nell’ambito degli investimenti globali e dei flussi finanziari. Il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) stima, ad esempio, a 86 miliardi di dollari l’anno i fondi aggiuntivi necessari a partire dal 2015 per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Secondo il Segretariato della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, nel 2030 l’investimento complessivo necessario per mantenere le emissioni di gas serra ai livelli del 2005 sarà pari a 200-210 miliardi di dollari. Attualmente, il finanziamento nel settore del clima proviene sia da fonti pubbliche che private. I fondi stanziati nel quadro della Convenzione sul clima sono messi a disposizione attraverso il Fondo globale per l’ambiente (GEF), il Fondo delle Nazioni Unite per il clima e il Fondo per i Paesi in via di sviluppo. Nel quadro del Protocollo di Kyoto è inoltre previsto un fondo per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Oltre alla Convenzione sul clima, le più importanti fonti multilaterali di finanziamento sono costituite dai Fondi di investimento per il clima della Banca mondiale. Il finanziamento per la riduzione delle emissioni dovute alla deforestazione e al degrado delle foreste nei Paesi in via di sviluppo proviene, tra l’altro, dal programma UN-REDD creato ad hoc dalle Nazioni Unite e dalla Forest Carbon Partnership Facility della Banca mondiale. Anche l’aiuto allo sviluppo da parte degli Stati e le iniziative bilaterali hanno un ruolo importante nella lotta e nell’adattamento ai cambiamenti climatici. Negli ultimi anni, vari Paesi donatori hanno inoltre promosso iniziative di finanziamento volte a incentivare misure di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici. Per i Paesi beneficiari un aspetto centrale nell’ambito dei negoziati sul finanziamento è costituito dalla condizione che i fondi stanziati per il clima siano “nuovi e supplementari” e non provengano dai fondi destinati all’aiuto allo sviluppo. Oltre ai fondi provenienti dal finanziamento pubblico, un’altra importante fonte di investimento nell’ambito climatico nei Paesi emergenti e in via di sviluppo è rappresentata dal settore privato. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) l’investimento globale nelle energie rinnovabili, come l’energia eolica, solare, i biocarburanti, la biomassa e la valorizzazione dei rifiuti, è aumentato ogni anno fino a raggiungere 155 miliardi di dollari nel 2008. La maggior parte del finanziamento privato si concentra tuttavia in un numero limitato di Paesi e ciò dimostra che al momento lo sviluppo di sistemi di energia pulita finanziato da privati non avviene su base globale. Il finanziamento privato può affluire nei Paesi emergenti e in via di sviluppo attraverso il mercato delle quote di emissioni e le attività di investimento. Il Clean Development Mechanism (CDM), un meccanismo basato sul mercato creato sotto l’egida del Protocollo di Kyoto, permette ai Paesi emergenti e in via di sviluppo di accedere al mercato delle quote di emissioni. Secondo la Banca mondiale, nel 2009 le transazioni del CDM erano pari a 2678 milioni di dollari, una cifra di molto inferiore ai 6511 milioni di dollari del 2008. Gli investimenti CDM più consistenti sono andati a beneficio dei Paesi emergenti più grandi, come la Cina e l’India. Informazioni supplementari Franz Perrez, capo della divisione Affari internazionali, Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), tel. + 41 (0)79 251 90 15 2/2