Simone de Beauvoir

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Simone de Beauvoir -Il Secondo Sesso: Esiste la Donna?- A cura di Renate
Zahar (Il Saggiatore, 1981)
Mentre mi ascolto "Don't Need" delle Bikini Kill :D riporterò alcuni stralci di
questo libro, iniziando dalla prefazione, per cercare di dare un'idea di
Simone de Beauvoir, e del suo Femminismo. Per prima cosa, partiamo un po'
dall'ambiente dentro il quale si muove Simone: l'Esistenzialismo.
Mentre il Femminismo Borghese aveva fatto delle battaglie per il diritto di
voto e di istruzione e il Femminismo Socialista aveva puntato
sull'integrazione della Donna nel processo produttivo, ovvero,
semplificando, muovendosi in una direzione concreta, d'azione, ma non
"globalmente culturale", andando a scovare anche i motivi
"religiosi/culturali" alla base della sottomissione della Donna all'uomo, nei
secoli; questo insieme di motivi possiamo chiamarli "disuguaglianza
ontologica" ("ontologico" è in Filosofia tutto ciò che si riferisce allo studio
dell'essere), ovvero la disuguaglianza che divide il mondo in "maschi" e
"femmine", e la conseguente "matrice esistenziale", ovvero i ruoli che
l'uomo ha imposto alla Donna: moglie (puttana) madre.
Una segregazione sessista basata sul diktat (specialmente foraggiato dal
cristianesimo patriarcale) della riproduzione e della famiglia.
Quindi, con Simone de Beauvoir si va costruendo un Femminismo visto
anche come Filosofia, che studi la condizione esistenziale, tutto ciò che
caratterizza l'esistenza della Donna, il suo esserci, in questo mondo. Inizio
riportando questo stralcio, per dare un'idea basilare di questo tipo di
Esistenzialismo (in cui la nostra Simone si va formando: l'Esistenzialismo
Ateo di Sartre) :
Pagina 10
1
"L'assenza di Dio è però ben lungi dall'autorizzare ogni licenza: viceversa
proprio perchè l'uomo è abbandonato sulla terra, i suoi atti sono impegni
definitivi, assoluti. Egli porta la responsabilità di un mondo che non è opera
di una potenza estranea, bensì la sua stessa opera, un mondo in cui si
iscrivono tanto le sue sue sconfitte quanto le sue vittorie. Un Dio può
perdonare, cancellare, ricompensare; ma se Dio non esiste, gli errori degli
uomini sono inespiabili" ("Per una morale dell'ambiguità"). Punto di
partenza e punto di arrivo per poter affrontare responsabilmente le proprie
scelte è la consapevolezza di essere soli."
(Chi volesse approfondire o avere qualche informazione in più, a livello
basilare, sui vari tipi di Esistenzialismo, può consultare i miei schemini al
riguardo)
Pagina 18
"è così che Simone dà molto peso a quello che chiama "la matrice
esistenziale", l'analisi dell'esistenza alienata della donna: storicamente si è
sviluppata una struttura sociale di subordinazione che ogni donna
soggettivamente subisce e assume allo stesso tempo.
(Nota di Lunaria: facciamo un parallelo con la storia di Amina, una delle
Attiviste Arabe delle Femen!
"Nella nostra cultura il valore della donna è legato all'uomo e il vero disastro
è che anche le donne ci credono." e "Quello che mi ferisce di più non è il
sessismo degli uomini nei confronti delle donne ma è il sessismo delle donne
contro se stesse")
"Il "Femminile" non è altro che il mito della donna, creato dagli uomini, la
"femmina" è un prodotto maschile." (Nota di Lunaria: chi volesse
approfondire i motivi culturali e religiosi che hanno imposto la sottomissione
della Donna, può leggere il mio scritto "Misoginia e morale cattolica")
"Le donne, però, lo vivono come realtà loro, rivendicano addirittura la loro
subordinazione come "destino naturale" e glorificano la propria prigionia
come missione nel mondo" (Nota di Lunaria: l'esempio dei nostri giorni sono
le Christian women against Femen, vere e proprie donne col cazzo, che
ragionano peggio di un uomo!)
2
"Le prospettive liberatorie passano necessariamente attraverso la
distruzione della femmina, "quel prodotto intermedio tra il maschio e il
castrato che chiamiamo donna".
Ma che cosa è allora l'"autenticità della donna"? Non sarà identica a quella
dell'uomo, anche se Simone propone la "Trascendenza" come principio
liberatorio."
Pagina 19
"La questione della sessualità femminile ci pone il problema dell'attivitàpassività."
Anche questo è un punto da tenere presente, e il discorso sarebbe
sterminato; dobbiamo però partire dalla consapevolezza che "i gusti
sessuali" (donne che si fanno schiavizzare e umiliare sessualmente)
dipendono soprattutto dall'educazione che si è ricevuta in famiglia, e dal
rapporto col modello di padre "toccato in sorte" (è basilare sapere che non è
detto di riuscire a ricordare esattamente tutto).
Chi volesse approfondire i motivi che portano alla sottomissione sessuale a
causa del transfert paterno, consulti questi miei scritti: "L'Amore, tra
Maestro e schiava" e le riflessioni in "Appunti".
Ripeto nuovamente che il libro fondamentale da consultare è "Voglia di
padre" di Victoria Secunda, che è il libro più completo sull'argomento. Se si è
schiave sessuali di un uomo, e per quanti sforzi si facciano, non si riesce a
sottrarsi, bisogna perlomeno capire che motivi ci sono alla base "di questa
scelta" (che scelta NON è, è indole acquisita, è educazione patriarcale
ricevuta nell'inconscio! Non è una scelta libera e ponderata, consapevole e
dignitosa!) ovvero: "lo faccio per godere anch'io, in quanto donna completa
e sullo stesso piano dell'uomo oppure mi interessa farmi del male attraverso
gli uomini?", "Mio padre si arrabbiava con me, e se sì, per quali motivi?",
"Sento di essere colpevole per qualcosa, ma non so bene che cosa...però se
succede qualcosa, mi sento sempre io la colpevole!", "Mi propongo come
schiava sessuale perchè ho paura di non essere voluta", "Mi propongo come
schiava sessuale perchè mi sembra che in quel modo, l'uomo mi amerà e
starà con me", "Mi faccio maltrattare dagli uomini perchè non voglio
accanto a me un uomo che invece mi tratti bene", "Non riesco a farmi
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piacere i miei coetanei: perchè? Sono attratta dagli uomini adulti: perchè?" e
così via.
Pagina 19-20
"La Donna è l'Altro, o meglio, la donna è diventata l'Altro nel corso della
storia, da intendersi pertanto come storia della sua oppressione. La
categoria di "Altro" proviene da Hegel ed è diventata centrale per la Filosofia
Esistenzialista. Ogni coscienza, affermando la sua soggettività, la sua
essenza, si contrappone ad altre coscienze che tende necessariamente ad
oggettivare, a rendere inessenziali. Siccome anche ogni altra coscienza ha il
bisogno di affermarsi in quanto soggetto, oggettivando a sua volta gli altri,
esiste una fondamentale ostilità fra un soggetto-oggetto e l'altro." (e questo
porta all'Incomunicabilità, a mio parere, il tratto fondamentale
dell'esistenza).
"L'Inferno sono gli Altri", nel linguaggio di Sartre. "Se c'è un Altro, chiunque
esso sia, ovunque sia, e quali che siano i suoi rapporti con me, anche se non
agisce su di me in altro modo che con la semplice comparsa del suo essere,
io ho un di fuori, una natura; il mio peccato originale è l'esistenza dell'altro."
(Sartre, "L'Essere e il Nulla").
(Nota di Lunaria: è lo Sguardo dell'Altro, il modo che il nostro prossimo
(uomo e società) ha di guardarci, per etichettarci, farci indossare una
maschera che sia adegui alle sue esigenze: un burqa piuttosto che un
completino in latex, sono la stessa cosa! Chi volesse ulteriori spunti al
riguardo dello Sguardo dell'Altro - non solo sessuale, ma anche razziale - può
leggere questo scritto: "Léopold Sédar Senghor: il Rifiuto di assimilarsi")
"La donna, storicamente, è diventata l'Altro per definizione; ha potuto,
originalmente, essere relegata a livello di oggetto, perchè la sua costituzione
fisiologica, la sua funzione riproduttiva, la rinchiudevano nell'immanenza. Lo
specifico dell'essere umano è la sua capacità di trascendersi, ad andare oltre
la pura riproduzione animalesca. La trascendenza presuppone l'affermazione
del soggetto e, quindi, l'oggettivazione, l'alienazione, nelle altre coscienze; è
un principio aggressivo che domina il rapporto dell'uomo con la natura e i
rapporti fra gli uomini. Le donne - il sesso che rigenera la vita - sono state
inizialmente escluse dalla trascendenza (nota di Lunaria: in realtà, nelle
primissime società matriarcali primitive era la Donna a detenere il potere),
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dalla creazione di valori umani e sociali."
Pagina 21
"Il peccato originale consiste nell'esclusione della donna dalla trascendenza"
secondo Simone de Beauvoir, principio fondamentale per tutto il processo
storico. La storia dell'umanità è fatta dalla lotta costante contro la natura:
trasformandola, l'uomo la domina. L'uomo si trascende, e ciò vuol dire
supera la sua mera esistenza naturale, animalesca, creando valori nuovi,
trasformando legami naturali in rapporti sociali. L'uomo è artefice della sua
storia, anche se fino ad oggi il processo storico assume ancora spesso un
carattere quasi naturale; vale a dire che gli avvenimenti storici vengono
subiti con la stessa impotenza, con la stessa rassegnazione, come le
catastrofi naturali. Perciò parliamo dell'alienazione dell'uomo, da se stesso e
dalla sua oggettivazione nella storia. Il rapporto con se stesso e con la storia
- finora almeno - varia però a seconda del sesso: << L'uomo partorisce idee,
la donna bambini>>. La donna, inizialmente discriminata dalla sua
costituzione fisica, è stata esclusa dal processo storico; solo minimamente
ha saputo liberarsi dall'immanenza della riproduzione. Ma l'uomo non solo si
è appropriato della trascendenza, costringendo la donna all'immanenza;
l'inessenzialità della donna, che la blocca a metà strada tra essere naturale e
essere umano, facilita ulteriormente l'identità maschile: l'uomo si
contrappone alla donna, la riduce in un "Altro", incapace, per definizione, di
contrastarlo seriamente.
<< La donna appariva in tal modo come l'inessenziale che non ritorna mai
all'essenziale, come l'Altro in assoluto, senza reciprocità...è la natura
innalzata alla lucidità della coscienza, è una coscienza naturalmente
sottomessa. Ed è questa la meravigliosa speranza che l'uomo spesso pone
nella donna: egli spera di compiersi come essere nel possesso carnale di un
essere, facendosi nel contempo confermare nella propria libertà da una
docile libertà altrui. Nessun uomo acconsentirebbe ad essere un donna; ma
tutti si rallegrano che vi siano delle donne>> ("Secondo sesso")
(Nota di Lunaria: in realtà, qui dissento totalmente da Simone: esistono
perversioni maschili come il travestitismo, e la Dominazione Femminile, il
FemDom, che prevede anche, nei casi estremi, non solo la Femminilizzazione
dello schiavo - che verrà educato a vivere come una donna; esempio: urinare
seduto, indossare l'assorbente ecc. - ma anche la castrazione - ovviamente,
con lo schiavo ben felice di essere castrato.)
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Pagina 22-23
"Donna non si nasce, lo si diventa" ... Ma donna non si diventa soltanto per
condizionamento sociale, donna si diventa individualmente, facendo delle
scelte per la propria vita. Non esiste nessuna fatalità alla quale bisognerebbe
rassegnarsi, nessuna differenza naturale fra i sessi. Simone de Beauvoir non
nega le differenze biologiche tra uomo e donna, ma nega la necessità che
queste differenze abbiano le conseguenze sociali e psicologiche che
conosciamo." (ovvero, l'immensa eredità "culturale" religiosa che ha posto
al vertice il dio padre creatore!, distruggendo tutto ciò che si riferiva - in
armonia con la Natura - al Femminile. Nota di Lunaria).
Pagina 25
"Non è la natura che definisce la donna: è lei che si definisce rielaborando in
sé la natura, secondo i propri moti affettivi"
è più che evidente che una donna nata e cresciuta in una fallocrazia
religiosa, non può che rielaborare e introiettare dentro di sé i "modelli
culturali" che la escludono dalla sfera del Divino: nei culti patriarcali non
esiste la figura della Sacerdotessa. Non solo escluse, ma anche considerate
impure e immonde.
Un'altra cosa che vorrei riportare, è anche il "merito" della psicanalisi e della
psicologia, che riducendo tutto l'esistere umano all'"invidia del pene", ha
portato un disastro culturale quasi pari a quello del cristianesimo più
misogino. (alla figura cristiana della "donna ianua diaboli", la porta che
permette al demonio di agire nel mondo, secondo un tema caro agli "illustri"
Tertulliano e Sant'Agostino, la concezione della donna vista come concubina
di satana/che induce l'uomo santo e pio a peccare, la psicanalisi ha sostituito
la figura - altrettanto falsa e deleteria - della donna isterica, in costante
invidia per un pene!).
Pagina 27:
"Non è l'inferiorità delle donne che ha determinato la loro insignificanza
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storica: è la loro insignificanza storica che le ha condannate all'inferiorità."
E direi, che è il trionfo del cristianesimo che ha fatto regredire ulteriormente
le donne: non solo nei popoli pagani, pur essendoci comunque una
sottomissione legata alla riproduzione, famiglia ecc., c'era comunque più
libertà (le donne celte; Ipazia, Donna Scienziata, le Donne
Erboriste/Chimiche del Medioevo, ovviamente perseguitate come
streghe...), ma tutto il cristianesimo che si va formando dai padri apologisti
in poi, c'entra davvero poco col messaggio originale di Gesù. Ben dice la
Teologa Uta Ranke-Heinemann quando sostiene che tutto il cristianesimo,
come lo conosciamo, è venuto a formarsi sulle defecazioni teologiche di
menti malate di repressione, paranoia, fallocentrismo, senso di inferiorità,
schizofrenia, allucinazioni deliranti, assunte al rango di "colonne del
pensiero occidentale" (usando un termine che si usa spesso, sventolando i
libri di Sant'Agostino al vento, "le radici cristiane dell'occidente").
Pagina 28
"Nel Secondo volume - L'esperienza vissuta -, Simone de Beauvoir analizza i
vari momenti della condizione della donna: l'infanzia, la pubertà, la
sessualità femminile, la situazione della donna sposata, della madre, della
prostituta, il rapporto della donna con la vita pubblica, i problemi che pone
la vecchiaia. L'esame di tutti questi momenti conferma che la donna è
perennemente confinata nell'immanenza, nell'inessenzialità. Ma non solo
questo, non si tratta di una semplice costrizione, più o meno violenta. In
ogni donna, come eredità culturale, come struttura psichica che via via si sta
formando nella bambina, nella ragazza, esiste una complicità con
l'oppressore che fa sì che la donna tenda ad assumersi la propria
subordinazione come valore positivo. I capricci della donna narcisista, la
dedizione della donna innamorata e di quella mistica vengono analizzati da
Simone de Beauvoir come giustificazioni della propria impotenza. Non c'è da
rassegnarsi, però. Si diventa donna, non lo si nasce. Non esiste un destino
fatale che predispone la donna all'inessenzialità, anzi. La maggiore
integrazione nella sfera produttiva e pubblica e la possibile
regolamentazione delle nascite nella società di oggi costituiscono una base
reale perchè le donne prendano la loro vita nelle proprie mani. Ma
l'oppressione più forte, più durevole, più difficile da combattere è quella
dentro, quella che denuncia Kierkegaard nella citazione che Simone de
Beauvoir ha scelto come motto per il secondo volume:
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"Che disgrazia essere donna! tuttavia, il male peggiore per una donna
consiste nel non capire che è un male."
(Nota di Lunaria: cosa fare per debellare la piaga del sessismo interiorizzato
dentro di sé? Fare come facevano Senghor e gli Intellettuali Neri che a
partire dagli anni '50 cercarono di spezzare la schiavitù più difficile che
l'uomo bianco aveva imposto loro: avergli inculcato il senso di inferiorità nel
profondo di se stessi, di generazione in generazione, tanto che da se stessi
erano razzisti nei confronti di se stessi, perchè si vergognavano di se stessi.
Siamo schiave degli uomini, perchè noi stesse ci poniamo come tali, dopo
aver preso consapevolezza che comunque, è soprattutto l'educazione
famigliare o il rapporto col padre, che ci hanno programmato come schiave.
Si deve cercare di sottrarsi, per esempio, stringendo amicizia con altre
Donne, o riscoprendo religioni che santificano l'Elemento Femminile: tutto il
Neo-Paganesimo, per esempio. Attingere da fonti pure il Vero Modello di
Femminile, e non bere alle pozze fetide e putride nelle quali gli uomini ci
fanno bere, per inculcarci la loro visione abominevole del femminile: o
santa, o puttana, sempre colpevole).
Pagina 30:
"Mentre il ragazzo accetta con gioia ogni manifestazione del suo corpo e
della sua sessualità come segno di potenza, la ragazza la subisce come
disagio. La schiavitù mensile la terrorizza, e l'orrore che le mestruazioni le
ispirano tende ad accrescere i dolori. Fenomeni normali le sembrano
anomalie, segno di malattie. I sensi di colpa, principio portante della cultura
cristiana, condizionano notevolmente di più la donna che l'uomo. La
fanciulla impara sistematicamente a non avere fiducia in se stessa.
Proiettata verso un futuro in cui la soluzione sarà gestita da un uomo, la
ragazza tende a modellarsi sull'ideale che lui ha di lei."
(Nota di Lunaria: Che fare, di fronte a questa sterminata eredità cristiana che
ci ha affossate escludendoci dal Divino? CASTRARE I TEOLOGI: CASTRARE I
SAN TOMMASO D'AQUINO, I TERTULLIANO, I SANT'AGOSTINO. Boicottare la
chiesa, iniziare scioperi di massa, ideologici, ma questa è una cosa che
dovrebbe partire dalle stesse cristiane, in primis).
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Pagina 31
"L'erotismo della donna è molto più complesso di quello dell'uomo e
rispecchia la complessità della situazione femminile; lei ha addirittura due
organi sessuali, dei quali uno non ha nessuna parte nella procreazione. Nella
società patriarcale il piacere sessuale, perfino la sessualità stessa, sono stati
negati alla donna: <<L'atto sessuale, per essa, se non è santificato dalle legge
e dal sacramento, è colpa, rovina, sconfitta, debolezza...>>. La paura, il
disgusto, la frigidità, la rassegnazione, il cinismo sono reazioni frequenti alla
sopraffazione che subiscono nel rapporto sessuale con un uomo; spesso solo
un rapporto lesbico le fa scoprire la propria sessualità."
(Nota di Lunaria: la frigidità, il disgusto verso il fallo, devono essere il
tentativo di rivolta contro gli uomini; godere tra donne, psicologicamente e
/o fisicamente, ed escludere gli uomini dalle proprie fantasie sessuali o dalla
propria idea di godimento. Offrirsi ai rapporti sessuali come cadaveri, in
attesa del patibolo. Utilizzare - e farsene vanto - strumenti come vibratori,
per poi disprezzare l'inutilità del pene, non necessario a niente, nella vita
sessuale di una Donna che trova più soddisfazione in altre cose e oggetti.
Bisogna castrare gli uomini ideologicamente facendoli sentire inutili, non
necessari a niente. Noi Donne siamo state colpevoli di aver supportato i loro
deliri di "Io faccio godere le donne col Mio Pene", assecondandoli, per
amore o affetto. è ora di demolire questa fandonia, per sostenere a voce
alta che il godimento femminile passa per ben altre vie, che non sono quelle
falliche.)
Pagina 32
"La penetrazione, o meglio, la riduzione della sessualità al rapporto genitale,
è ancestralmente associata alla violenza, al dolore e alla minaccia di un
figlio."
"Non è sorprendente che molte donne vivano l'omosessualità come
liberatoria."
(Cosa che in effetti è, nel caso di sottomissione sessuale causata dal
transfert paterno, perchè non cade sotto il binomio angoscia-rancore, o
colpa-espiazione, che sono alla base dell' "attrazione sessuale" per gli
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uomini-cloni del padre. Il Lesbismo sarebbe la soluzione al problema, perchè
rancore/violenza/angoscia li si percepisce solo nell'uomo - per il ricordo
inconscio del padre - e non in una Donna, con la quale ci si sente paritarie.
Nota di Lunaria)
"In un mondo maschile, dove le donne, più o meno, sono costrette a
recitarsi, dove la loro sessualità è negata, è mutilata, per adeguarla a quella
maschile, l'omosessualità può essere la ricerca della propria femminilità,
oltre a significare il rifiuto di farsi oggetto. << Tra donne l'amore è
contemplazione; le carezze sono destinate meno ad impadronirsi dell'altra
che a ricrearsi lentamente attraverso l'altra; il distacco è abolito, non c'è né
lotta, né vittoria, né disfatta; in un'esatta reciprocità ognuna è nello stesso
tempo soggetto e oggetto, padrona e schiava: la dualità è complicità.>>."
Pagina 35
"Si veste per mostrarsi; si mostra per farsi essere. Con ciò si sottomette ad
una dolorosa dipendenza. Anche la prostituzione è da analizzare come
correlativo al matrimonio. << Occorrono le fogne per garantire la salubrità
del palazzo>> dicevano i padri della chiesa."
("Occorrono i falli immondi, per garantire il persistere del Male, ché
altrimenti, in un mondo popolato solo da Vagine, a Immagine e Somiglianza
della Dea Madre, non ci sarebbero né violenze né sopraffazioni", nota di
Lunaria Lady Femme Fatale, Dottoressa in Scolastica Misandrica).
"Con la vecchiaia la situazione della donna muta: si libera della necessità di
farsi oggetto, spesso diventa più serena ed allegra. Ma ella scopre questa
libertà in un momento in cui non può più farne uso."
"La donna innamorata, invece, opera una completa rinuncia di sé a
vantaggio di un padrone. Il suo amore è insieme un sogno di annientamento
e una avida volontà di essere. La donna innamorata trova la giustificazione
della propria esistenza nel mettersi totalmente al servizio di un altro. Sono
soprattutto gli uomini che hanno proclamato da sempre che l'amore è il
supremo compimento per la donna."
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Pagina 36
"Rivolgendo il suo amore ad un uomo, la donna vi cerca Dio. Se le
circostanze le proibiscono l'amore umano, si rifugia nell'amore mistico,
sceglie di adorare la divinità di Dio stesso."
(Nota di Lunaria: riporto qui una cosa che ebbi già modo di scrivere, e che
merita di essere conosciuta:
In “Lacrime Amare”, di Elizabeth E.Green, un libro che analizza la violenza e i
crimini storici del cristianesimo contro le Donne, a pagina 41 e successive, si
ha una lunga e dettagliata analisi agghiacciante – con testimonianze di
Donne - su come figlie o mogli picchiate e violentate a più riprese da padri,
mariti, fratelli, sopportassero il tutto in silenzio, oppure fossero (proprio dal
confessore!) esortate “a sopportare con remissività” perchè “L’autorità di
Dio Padre non si limita al padre della famiglia ma opera anche attraverso il
marito, Così, donne vittime di ogni tipo di violenza domestica spesso
interpretano la loro sofferenza come la punizione di un Dio Padre che si
identifica col marito”. Le studiose concordano che l’immagine di un Dio
Padre, date le nostre strutture, sia della società sia della famiglia, è di
legittimare il dominio e le violenze maschili e di inibire la rabbia e protesta
legittime delle donne contro tale aggressione.”
Molti casi di incesto compiuti nelle famiglie fortemente religiose, venivano
visti, dalla bambine, come la volontà stessa di Dio, perchè nella loro mente
ancora incapace di razioncinio, tendevano a collegare la figura del Padre - il
loro papà, magari fervente cristiano - con il Dio-Padre.)
Ma cosa intende Simone de Beauvoir con "Trascendenza"?
Pagina 37
"La trascendenza è la capacità dell'uomo di andare oltre il suo vegetare
nell'inessenzialità; l'uomo si trascende proiettandosi nell'essere,
affermandosi con aggressività contro le altre coscienze, creando dei valori."
"L'appello che Simone fa alle donne è quello di conquistarsi, anche loro, la
trascendenza."
Come?
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Attraverso l'Arte, L'Espressione di Sé. è questo il Tentativo di Rivolta che
dobbiamo tentare.
Da questo scritto si capisce bene che le principali paludi nelle quali ci
areniamo, la maggior parte tra Noi, sono due:
1) Innamorarsi dell'uomo, e quindi, annullarsi per i suoi capricci (diciamo,
che possiamo essere fortunate, nell'innamorarci di qualcuno che per quanto
potere avrebbe su di Noi, sceglie di rispettarci)
2) Le più sfortunate tra Noi pagano l'aver avuto un padre che ci ha educato
alla sottomissione, e quindi, tendiamo a metterci da Noi stesse in una
posizione di sottomissione (pure senza amore, tra l'altro!)
Tentiamo quindi di trascenderci non rinnegando Noi Stesse:
nel primo caso, sacrifichiamoci pure per l'amato, ma conserviamo un briciolo
di volontà di sacrificarci anche per Noi Stesse, facendo ciò che ci piace,
facendo ciò che amiamo culturalmente e che ci distacchi da lui.
Nel secondo caso, è arduo, davvero arduo, rinnegare questa indole malsana,
ma possiamo tentare di tenerla a bada con l'Autoconsapevolezza. Cerchiamo
di ripeterci che non siamo colpevoli di nulla, paghiamo le colpe dei padri.
Cerchiamo di ripeterci che se l'uomo tirannico ci fa male, lo fa solo perchè
Noi non siamo capaci di sottrarci.Che se fossimo state altre donne, con dei
vissuti famigliari diversi, non saremmo lì; Che non è amore, né devozione,
sopportare. è solo masochismo, è solo disprezzo di se stesse. Riserviamo i
nostri lati positivi, la gioia nelle piccole cose, un sorriso mentre si osservano i
bambini giocare, o le farfalle volare, qualsiasi cosa ci faccia sorridere, per
quanto raramente, non al carnefice che ci vessa, ma alle Nostre Amiche, alle
altre Donne.
Iniziare a scrivere, da Noi Stesse, una Nuova Teologia, basandoci su questo
assunto:
Dalla teologa Rosemary Ruether:
"La morte del dio padre diventa allora la distruzione dell'immagine alienata
dell'egoismo maschile nel Cielo."
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"E così Benda afferma nel "Rapport d'Uriel": "Il corpo dell'uomo ha di per sé
un senso, a prescindere da quello della donna, mentre quest'ultimo ne
sembra privo se non si richiama al maschio...L'uomo può pensarsi senza la
donna: (nota di Lunaria: no, in realtà la forma corretta è: "L'uomo può
pensarsi in una posizione di violenza contro la donna, che gli appare come
una cosa") lei non può pensarsi senza l'uomo" (nota di Lunaria: questa stessa
cosa la si ritrova in "Ave Mary" di Michela Murgia: la donna - Maria, unico
modello femminile giusto e lecito agli occhi del cristianesimo - vista come
mezzo: non un essere in sé, bensì un essere in vista di un chi, ovvero, il
piccolo maschio).
"Si spiegano invece se si scopre, con Hegel, nella coscienza stessa una
fondamentale ostilità di fronte ad ogni altra coscienza; il soggetto - in questo
caso, il maschio - si pone - si afferma - solo opponendosi - ovvero,
rivaleggiando contro la donna -."
Nota di Lunaria:
Il libro cita non a caso altre due categorie di "altro" soggiogate: ebrei e neri.
Pensiamo al giorno d'oggi: chi è il nostro "altro"? In tempi dove formalmente
la donna ha raggiunto la parità... "lo spirito di ostilità" verso "l'altro" è
trasmigrato contro "l'extracomunitario" (l'albanese, lo zingaro, il
marocchino, il filippino e così via).
Se ci pensiamo, dobbiamo riconoscere che ciascun periodo storico ha avuto
"i suoi capri espiatori": nel Medioevo, la donna vista come concubina di
Satana; nella Germania nazista l'altro/il capro espiatorio diventano gli ebrei;
in Alabama negli anni '50 "l'altro" erano i neri. E oggi? Negli anni '70 al Nord
"gli altri" erano i meridionali, e con il cambiamento socio-etnico iniziato
ormai dagli anni '90, ecco che "magicamente" si sposta "l'odio" dai
meridionali agli extracomunitari. Questo, lungi dall'essere una spiegazione,
cosa ci porta a comprendere? Che forse, è insito proprio nell'uomo maschio
il dover trovare di volta in volta "capri espiatori" da controllare e sui quali
scaricare i propri lati inconsci e le proprie fobie: ecco che al "diverso" si
addita tutto il negativo o le proprie pulsioni incontrollabili: secoli orsono, la
fobia inconscia di cedere al sesso "la si risolveva" additando le donne come
"ianua diaboli: porte attraverso il quale il Demonio tentava gli uomini pii",
oggi nel 2013 essendo di gran lunga tramontata la moralità bigotta, con uno
sfogo animalesco del bisogno di "copulare", ecco che non ci si accusa di
stupro e violenza contro le donne, ma la si carica sulle spalle dell'"albanese",
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del "romeno".
"Romeni, tutti stupratori" e così via, diventa affermare "Noi Italiani non lo
siamo, sono loro ad esserlo".
"Il fatto è che le donne non hanno i mezzi concreti per raccogliersi in
un'unità in grado di porsi, opponendosi. Le donne non hanno un passato,
una storia, una religione."
FALSO. Le Donne l'hanno avuta, ma è stata spazzata via dal cristianesimo.
Avevamo un passato di Matriarcato, di Dee, persino Guerriere (si veda
l'esercito persiano che arruolava donne: si può farsene un'idea in questo sito
che mi ha segnalato Vanessa: http://www.persepolis.nu/ )
Dobbiamo ripartire da qui. Non rischiamo più né roghi né torture. è ora di
organizzare, diffondere, supportare il nostro Passato, e dove manchino
tasselli, crearli.
Riprendiamoci l'eredità delle Antiche Dee (abbiamo innumerevoli esempi,
sia pagani occidentali, sia orientali!), riprendiamoci le Donne Scienziate,
Sciamane: le Ipazia, le Guglielma. La Donna, Incarnazione dello Spirito Santo.
Ovunque vedo cristiane, col capo chino di fronte ad una gerarchia
vistosamente fallocentrica; eppure, non è lo stesso Stato Italiano (e non
viviamo in una Teocrazia!) che dovrebbe proibire organizzazioni che
promuovano le discriminazioni legate al sesso?
La chiesa cattolica non è appunto un ente che ancora discrimina le donne?
Sì. Totalmente. Perchè nessuna Donna, nessun Pensatore Laico lo grida a
gran voce? Negli ultimi mesi si è scatenata una vera e propria isteria di
massa, un culto della personalità per "Papa Francesco"; basta sfogliare una
qualsiasi "Famiglia Cristiana" per rendersene conto; ebbene, "dov'è il
cambiamento"? Ha forse "enciclato" sulla condizione femminile? A me non
sembra affatto. Cosa sarebbe l'evento miracoloso? Che si chiama Francesco
e viaggiava sul metrò? Sarebbero queste le "rivoluzioni ecclesiali"?
Cito ancora, dal libro:
"Legislatori, preti, filosofi, scrittori, dotti, si sono accaniti a dimostrare che la
condizione subordinata della donna era voluta dal cielo" (Nota di Lunaria:
appunto. La concezione del Divino come "dio padre"...) "e utile per la terra.
Le religioni foggiate dagli uomini riflettono tale volontà di dominio [...]
Hanno messo la filosofia, la teologia al loro servizio (nota di Lunaria:
CASTRIAMO SAN TOMMASO dovrebbe essere il primo punto per ripartire,
per ricostruire/epurare la società occidentale dai deliri di un paranoico
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schizofrenico represso sul quale si è fondato l'intero occidente e che ancora!
viene considerato una delle colonne portanti del pensiero occidentalcristiano!) come risulta dalle proposizioni citate di Aristotele e di San
Tommaso."
Un altro esempio?
San Agostino, altro represso schizzato assunto al rango di "gran esempio di
cristiano!"; si legga questo passaggio:
"è degno di nota che nel secolo XVI per tenere la donna maritata sotto
tutela, si facesse appello all'autorità di Sant'Agostino, dichiarando che << La
donna è una bestia, né salda né costante >>"
Ebbene? Dove sono i papi francesco intenti a rivoluzionare la chiesa?
Quando sentiremo (?) un papa proclamare, fare un mea culpa, estirpare
definitivamente dalla dottrina cristiana questi deliri?
(tra parentesi, di tutti i deliri a sfondo sessuale dei padri della chiesa non vi è
quasi praticamente traccia nelle parole di Gesù! Ma quanti cristiani/e lo
sanno? Basta vedere, al giorno d'oggi, le deliranti prescrizioni vestimentarie
dei Testimoni di Geova - no ai jeans, no alle donne con pantaloni, no alle
minigonne, no alla camicie di flanella -, come se Gesù avesse incentrato
tutto il suo messaggio sulle prescrizioni di un look!)
Noi "bestie né salde né costanti" e - come ci ricorda il buon San Tommaso,
"maschi malriusciti",- stiamo ancora aspettando che dal vero messaggio
cristiano siano strappate tutte le erbacce piantate dai Tommaso e dai
Tertulliano...
Riprendo il discorso che facevo più su, riportando queste altre frasi:
"Per provare l'inferiorità della donna, gli anti-femministi hanno allora messo
in campo non solo la religione, la filosofia e la teologia, ma anche la scienza:
biologia, psicologia."
(nota di Lunaria: difatti, dopo il cristianesimo, l'altra cazzata infame assunta
a colonna di pensiero occidentale è stata l'invidia del pene, del nostro
simpatico amante di sigari Freud...; riguardo alla biologia, fu tirata in ballo
anche per sostenere l'inferiorità di questa o quella razza rispetto a quella
"ariana"...)
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"Ciò che al massimo si accordava "all'altro" sesso era "l'uguaglianza nell
sofferenza". Questa formula ha avuto fortuna ed è molto significativa: è
esattamente quella che usano le leggi Jim Crow (provvedimenti razzisti) a
proposito dei Negri d'America [...] L'Eterno Femminino equivale all' "anima
negra" e al "carattere ebraico" [...] ma ci sono analogie profonde tra la
situazione delle donne e quella dei Negri: un medesimo paternalismo
emancipa oggi le une e gli altri, e la casta in passato dominante vuole tenerli
al loro posto, cioè al posto che essa ha scelto per loro."
"è noto il paradosso di Bernard Shaw: l'americano bianco, in sostanza relega
il Negro al rango di lustrascarpe: e ne conclude che è capace solo di lustrare
le scarpe."
"Un povero bianco del Sud degli USA ha la consolazione di dire a se stesso
che non è uno sporco negro" e "Così il maschio più mediocre si sente di
fronte alle donne un semi-dio." Come si vede, il "cosidetto gruppo
dominante al potere in quel dato momento" per affermarsi, ha bisogno di
abbassare l'altro. E per far questo, ha bisogno di instillare la vergogna del
proprio essere al gruppo soggiogato:
"Ma non ti vergogni di essere uno sporco negro, non ti fai schifo da solo?"
"Ma non ti vergogni di essere una donna, che ha fatto peccare Adamo, il
semi-dio?"
Questo è lo stesso ragionamento che faceva Lèopold Senghor, quando
analizzava la schiavitù dei Neri e l'educazione che i bianchi avevano
impartito: la vergogna di essere quello che erano, guarda un po', come al
solito!, giustificata nuovamente sui precetti biblici: "Siete dei selvaggi
peccatori adoratori di idoli satanici, Noi Uomini Bianchi siamo stati scelti da
Dio per evangelizzarvi e donarvi la civiltà."
Da qui, parte la prima consapevolezza. CASTRARE L'EDUCAZIONE
FALLOCENTRICA CHE HA INSTILLATO LA VERGOGNA DI ESSERE DONNE (DI
ESSERE IMPURE, INFERIORI, MALRIUSCITE...) DENTRO TUTTE NOI, IN MODO
CONTINUO E SUBLIMINALE.
CASTRARE VUOL DIRE LEGGERE, VUOL DIRE RIPESCARSI DAGLI SCAFFALI I
LIBRI DI SCOLASTICA ED ESEGESI CRISTIANA, E AVERE IL CORAGGIO DI
AFFERMARE CHE L'INTERA CULTURA OCCIDENTALE POGGIA, è STATA
FORAGGIATA, SUI DELIRI DI PAZZI PARANOICI E REPRESSI!
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Questo dovrebbero urlare le occidentali, le cristiane, in primis. Ma anche le
atee, perchè non sono affatto esenti dall'eredità ingombrante che ancora si
respira ovunque.
Questo è uno dei primi passi, da fare TUTTE INSIEME.
Pagina 71
"Tra tutte le femmine mammifere la donna è la più profondamente alienata,
e quella che rifiuta più violentemente codesta alienazione; in nessun'altra
l'asservimento dell'organismo alla funzione riproduttrice è più imperioso e
più difficilmente accettato: crisi della pubertà e della menopausa,
"maledizione" mensile, gravidanza lunga e spesso difficile, parto doloroso
pieno di rischi, malattie, guai, sono caratteri propri della femmina umana: si
direbbe che il suo destino si faccia tanto più pesante quanto più ella gli si
ribella affermandosi come individuo.[...] La donna è più debole dell'uomo,
possiede minor forza muscolare [...] non c'è quasi sport in cui possa entrare
in competizione col maschio; non può affrontarlo nella lotta."
Pagina 73
"Chi è più necessario alla specie, il maschio o la femmina? Al livello dei
gameti, delle funzioni biologiche del coito e della gestazione, il principio
maschile crea per conservare, il principio femminile conserva per creare."
Pagina 80
"In realtà le donne non hanno mai opposto ai valori maschili dei valori
femminili: sono stati gli uomini desiderosi di mantenere le prerogative
maschili a inventare questa divisione; hanno voluto creare un regno
femminile - regno della vita, dell'immanenza - solo per rinchiudervi la
donna."
(Nota di Lunaria: tutte - soprattutte le nostre cristiane, che si credono libere
solo perchè le loro sbarre, al contrario di quelle delle islamiche, sono
trasparenti - dovrebbero chiedersi perchè nei riti pagani antichissimi, quello
che viene definito con disprezzo "stregoneria", il circolo di fedeli è
prettamente femminile. Non solo nel Paganesimo "Wicca" non esistono
concetti come dogmi religiosi rigidi, non esiste "intolleranza" al modo che la
conosciamo noi, ma anche, l'elemento femminile è importantissimo. Perchè
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il cristianesimo ha distrutto con violenza, ha compiuto eccidi proprio sul
Paganesimo? Perchè non sopportava di vedere una Dea Madre, oltre che un
circolo matriarcale? Dire che non esistono o non sono mai esistiti valori
femminili è una menzogna; non solo sono esistiti, ma sono stati cancellati
con violenza e furia distruttiva che avevano lo scopo preciso di sradicarli
dalla società. Si vedano le Dee Pre-Islamiche, (Al Lat, Manat, Al Uzza)
brutalmente cancellate quando si è voluto imporre allah... Ma sotto questo
punto di vista, il cristianesimo ha fallito. Non solo alcuni di questi valori
matriarcali sono sopravvissuti, ma oggi vengono anche riscoperti e praticati
alla luce del sole. Noi Donne del 2013 non dobbiamo credere a Iside
piuttosto che Astarte, Kali, Cibele o Ecate viste come divinità in sé realmente
esistenti, ma è importante credere a questi simboli come alternative e modi
di essere del Femminile. è importante riscoprire questi simboli,
riappropriarsi di questi concezioni culturali. Il cristianesimo così come è stato
tradizionalizzato, ha avuto il grave crimine di troncare, di escludere
totalmente l'Elemento Femminile Creatore. Non a caso a pagina 85, Simone
scrive: "Le donne non hanno una religione o una poesia che appartengano
loro in proprio [...] Adorano gli dèi fabbricati dai maschi" e a pagina 82 "La
storia ci ha mostrato che gli uomini detengono da sempre i poteri concreti;
dai primi tempi del patriarcato hanno giudicato conveniente tenere la donna
in stato di minorità; i loro codici le sono ostili." Si picchia una donna perchè,
culturalmente, a livello endemico, subliminale, non la si riconosce "divina",
portatrice del Divino. Certo, violenze contro le donne avvenivano anche
nelle ere pagane; ma a cambiare era la consapevolezza, più o meno latente,
più o meno velata, che esistessero anche Dee, oltre che Dèi. Nelle tribù
primitive, la donna saggia, anziana, sciamana, è guida dell'intera comunità. A
lei si ricorre per scacciare gli spiriti maligni, per guarire le malattie, per
mettersi in contatto con il Divino. Tutto questo era anche presente nella
nostra Europa, e venne ostracizzato e poi perseguitato. Le donne anziane
diventano streghe maligne, concubine del demonio, perfide avvelenatrici;
erano le donne, nel Medioevo, a conoscere le virtù curative delle erbe: ecco
che l'uomo-cristiano sentendosi a immagine di dio, vede in loro le stregheagenti del demonio. Non sopportando di vedere che la capacità medicacurativa fosse prerogativa delle donne, ecco che l'uomo-adamo, convinto di
dover detenere lui il potere sulla Natura, di essere lui a dover denominare le
cose, ad utilizzarle, condanna le donne medico, le donne guaritrici; le
stermina, e si appropria dell'appellativo di "medico", appropriandosi quindi
anche del corpo della donna, dei suoi meccanismi, del suo funzionamente
biologico, stabilendo lui quando e quanti figli dovesse avere, senza poter
abortire. Come sostenevo in altri scritti, ancora nel 1970, esistevano silenzio
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e omertà, al riguardo della ginecologia, e ancora molte donne ignoravano
nozioni elementari di ginecologia, al riguardo del loro corpo. Probabilmente
a questa cosa noi ragazze del 2013 non ci abbiamo mai pensato, eppure il
riappropriarci del nostro corpo, passando anche per una conoscenza del
funzionamento basilare del ciclo e della vagina, ci hanno permesso di
svincolarci da gravidanze indesiderate, e più ampliamente, dal controllo
totalitario degli uomini nella questione della riproduzione; fateci caso che è
proprio la chiesa cattolica ad essere contro l'educazione sessuale nelle
scuole...perchè? Perchè insegnare ad una piccola donna in crescita i
meccanismi biologici del suo corpo, gli anticoncezionali ecc. vuol dire
liberarla dall'ignoranza che le farebbe accettare passivamente la gravidanza.
Fortunatamente, nell'era di internet, tali nostalgici del patriarcato, non
possono imporre il loro oscurantismo!)
Pagina 148
"L'omosessualità può essere per la donna tanto un modo di respingere
quanto di assumere la propria condizione. [...] La donna è un esistente cui
vien chiesto di farsi oggetto; [...] Si considera normale il sistema che
assegnandola come preda a un maschio le restituisce la sua sovranità
mettendole in braccio un figlio."
Pagina 149
"Ogni fanciulla paventa la penetrazione, il dominio del maschio, e prova una
certa ripugnanza del corpo maschile; viceversa, il corpo della donna è per lei
come per l'uomo un oggetto di desiderio. [...] Non è sempre il rifiuto a farsi
oggetto che porta la donna all'omosessualità; la maggior parte delle lesbiche
cerca al contrario di impadronirsi dei tesori della propria femminilità."
Pagina 150
"Tra donne l'amore è contemplazione; le carezze sono destinate meno ad
impadronirsi dell'altra che a ricrearsi lentamente attraverso l'altra; il
distacco è abolito, non c'è né lotta, né vittoria, né disfatta; in un'esatta
reciprocità ognuna è nello stesso tempo soggetto ed oggetto, padrona e
schiava: la dualità è complicità."
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Pagina 152
"D'altra parte, una donna che vuole godere la propria femminilità in braccia
di donna ha l'orgoglio di non obbedire a nessun padrone [...] L'uomo e la
donna - anche da sposati - recitano un poco l'uno con l'altra; soprattutto la
donna cui l'uomo impone sempre una parte: virtù esemplare, fascino,
civetteria, infantilità, austerità [...] vicino a un'amica invece la donna non è in
posa, non deve fingere, poichè esse sono troppo simili per non doversi
mostrare allo scoperto (aggiungo come nota personale: vicino a un'amica,
una donna non deve neppure temere di essere violentata o ricattata per
accettare il sesso, nota di Lunaria)"
Pagina 218
"Bisogna che la donna dimentichi la propria personalità quando ama - scrive
Cécile Sauvage - è una legge di natura. Una donna non esiste senza un
padrone. Senza padrone, è come un mazzo di fiori sparpagliato."
"In realtà non si tratta di una legge di natura. Nel concetto che l'uomo e la
donna si fanno dell'amore, si riflette la diversità della loro situazione.
L'individuo che è soggetto, che è se stesso, se ha il gusto generoso della
trascendenza, si sforza di ampliare la sua presa sul mondo: è ambizioso,
agisce. Ma un essere inessenziale non può scoprire l'assoluto in seno alla
propria soggettività; un essere votato all'immanenza non potrebbe
realizzarsi per mezzo di atti. Chiusa nella sfera del relativo, destinata al
maschio fin dall'infanzia, abituata a vedere in lui un sovrano con cui non le è
permesso di mettersi a pari, la donna che non ha rinunciato alla propria
rivendicazione di essere umano, sognerà di superare il proprio essere verso
uno di quegli esseri superiori, di unirsi, di confondersi col soggetto sovrano;
non c'è altra via d'uscita per lei che perdersi corpo e anima in colui che le è
additato come l'assoluto, l'essenziale. [...] Vuole così ardentemente la
propria schiavitù che questa le appare come l'espressione della sua libertà."
(da se stessa perchè il suo vero nemico è la sua voce interiore - l'eco di
quella del padre -. Riporto qui una spiegazione alla sottomissione femminile,
attraverso l'analisi dei sogni, se dovesse capitare di sognare il padre, e la
madre: "Sogno tipicamente edipico, dispiega la "scena primaria"
(triangolazione figlio-padre-madre) con tutte le sue caratteristiche e
ambiguità. Il padre di cui la bimba s'innamora, in rivalità con la madre, è un
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padre ammirato per la sua potenza, autorità, un padre temibile e padrone: la
bimba lo ammira e lo teme, è un amore ambivalente: lo ammira perchè lui
ha quella forza, potenza, che lei non ha, lo teme perchè è il suo padrone,
può fare di lei ciò che vuole. E poi il senso di colpa, che la bimba non si sa
spiegare per cosa; ma che è autoreferenziale (attribuisce la colpa a se stessa)
proprio perchè idealizza il padre: se infatti il padre è Dio, onnipotente, divino
e perfetto, non va mai messo in discussione, non ha colpa, allora la colpa è
assunta su di sé, sulla bambina stessa (ecco perchè non arriverà mai a capire
perchè si sente in colpa). E' una scena classica del Complesso di Elettra, e che
spinge a tutte quelle traslazioni che si vivono nei rapporti d'amore
(specialmente donne che accettino una sottomissione sessuale; nota di
Lunaria.)
"Gli psicanalisti pretendono che la donna persegue nell'amante l'immagine
del padre; ma è perchè è uomo, non perchè è padre che questi seduce la
bambina." (più semplicemente, la figlia di un padre violento cresce con l'idea
- l'unica che vive - che sia normale essere picchiate, così come i figli maschi,
vedendo che il padre picchia la moglie, cresceranno con la convizione che
tutto questo sia normale. Del resto la ribellione vera e propria si realizza solo
nell'età adolescenziale, quando si rifugge dalla famiglia per creare cerchie e
alleanze di amicizie nel mondo esterno. Nota di Lunaria)
Pagina 220
"L'abbandono diventa estasi sacra. Quando riceve l'uomo amato, la donna è
visitata come la Vergine dallo Spirito Santo, come il credente dall'ostia;
questo spiega l'oscena analogia dei canti religiosi e delle canzoni licenziose;
non che l'amore mistico abbia sempre un carattere sessuale; ma la sessualità
della donna innamorata ha un'apparenza mistica. "Mio Dio, mio adorato,
mio maestro..." le stesse parole sfuggono dalle labbra della santa
inginocchiata e dell'innamorata sdraiata su un letto; l'una offre la propria
carne all'immagine di Cristo, tende le mani per ricevere le stimmate, invoca
il fuoco dell'Amore divino; anche l'altra è offerta e attesa: strali, dardi, frecce
si incarnano nel sesso maschile. [...] è stato talora affermato che questo
desiderio di annientamento conduce al masochismo." (qui Simone però non
spiega che è vero che il puro Misticismo è sessualità, in fondo, per quanto
mascherata o inconscia: i calici diventano peni eretti o vagine cave, l'acqua
benedetta è simulacro di liquidi corporei e via dicendo; ma il Cristianesimo
ha desessualizzato il Sacro, mentre altre religioni -che pure vedevano
un'Intesa Mistica con questo o quel Dio/Dea- riconoscevano l'unione
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sessuale tra Dio/Dea con l'essere umano: lo Hieros gamos o la prostituzione
sacra- Nota di Lunaria)
Pagina 221:
"Ora la donna innamorata [...] prima si abbandona all'amore per salvare se
stessa; ma il paradosso dell'amore idolatra è che, per salvarsi, il soggetto
finisce per rinnegarsi completamente. Il suo sentimento prende una
dimensione mistica; non chiede più al Dio di ammirarla, di approvarla; vuole
fondersi in lui, dimenticarsi nelle sue braccia. << Avrei voluto essere una
santa dell'amore>> scrive Mme d'Agoult, <<Invidiavo il martirio in tali
momenti di esaltazione e di furore ascetico>>. Quel che è chiaro in queste
parole, è il desiderio di una radicale distruzione di se stessa abolendo le
frontiere che la dividono dall'amato: non si tratta di masochismo da di un
sogno di unione estatica." (Questo passo, assolutamente vero, andrebbe
integrato con l'altro lato della medaglia - un lato, ahimè, mostruoso - che si
accompagna a questo sentimento mistico tanto elevato quanto irresistibile e
irrazionale: la disperazione, il non sapersi sottrarre, l'orrore di fronte al
Sublime, nel caso più estremo, pensieri di squartamento, di condanna, di
abisso senza fondo, senza contare che il corpo diventa assolutamente
ingestibile. Inoltre, si viene in automatico condannate alla schiavitù dopo
aver provato "il trasporto" dell'Estasi Mistica: tutto il resto perde "sapore",
tutto sbiadisce all'istante, niente è paragonabile al Dio che ispira tale Estasi,
nel bene e nel male. Per questo, dopo aver provato questa cosa non sarà più
possibile tornare indietro, non è più possibile vivere al modo delle altre
donne comuni e felici; un qualsiasi altro uomo sarebbe insapore; ora mi
spiego con quale furia demolitrice questo o quel santo ingiuriava gli dei dei
pagani, dopo aver visto "la Visione del proprio Signore". Nota di Lunaria)
Pagina 223
"Ciò che la donna desidera innanzi tutto, per realizzare questa unione, è di
servire: rispondendo alle esigenze dell'amante, si sentirà necessaria; sarà
integrata alla sua esistenza, parteciperà al suo valore, sarà giustificata; anche
i mistici amano credere, come dice Angelus Silesius, che Dio ha bisogno
dell'uomo; altrimenti il dono che fanno di se stessi, sarebbe vano [...] Benchè
la reclusione imposta da Hugo a Juliette Drouet pesi alla giovane donna, si
sente che è felice di obbedirgli: stare seduta nell'angolo del focolare,
significa fare qualcosa per la felicità del padrone. [...] è questa certezza che
22
le dà gioie così grandi; si sente elevata alla Destra del Dio [...] i rapporti che
la donna mistica ha con la Divina Essenza dipendono unicamente dal suo
fervore" (Nota di Lunaria: ahimè, lo so molto bene; in senso razionale tutto
questo prende nome di "disturbi di personalità": una personalità col
disturbo di dipendenza si legherà/cercherà la personalità che ha il disturbo
di egocentrismo/megalomania: si completano a vicenda!)
Pagina 232
"Gli uomini a gara hanno proclamato che l'amore è il supremo compimento
per la donna <<Una donna che ami come donna non diventa più
profondamente donna>> dice Nietzsche; [...] il giorno in cui sarà possibile
alla donna di amare nella sua forza, non nella sua debolezza, non per fuggire
ma per trovare se stessa, non per rinunciare a se stessa ma per affermarsi,
quel giorno l'amore diventerà per lei come per l'uomo fonte di vita e non
mortale pericolo. Nell'attesa, esso riassume nella forma più patetica la
maledizione che pesa sulla donna prigioniera nell'universo femminile, la
donna mutilata, incapace di bastare a se stessa. Le innumerevoli martiri
dell'amore hanno testimoniato contro l'ingiustizia di un destino che offre
loro come estrema salvezza uno sterile inferno." (Nota di Lunaria: ben lo
sanno le donne innamorate che cedono liberamente, felicemente, al sesso
con un uomo che le inganna e poi le abbandona.)
Pagina 252
"La donna deve continuamente conquistare una fiducia che non le è
accordata subito: in principio è sospetta; bisogna che dia delle prove. Se
vale, le dà, si afferma."
Pagina 257
"La donna libera sta nascendo solo ora; quando avrà conquistato se stessa,
forse giustificherà la profezia di Rimbaud << Le poetesse saranno! Quando
l'infinita schiavitù della donna sarà spezzata, quando vivrà per sé e
attraverso sé, quando l'uomo - finora abominevole - le avrà dato la libertà,
sarà poeta anch'essa!La donna troverà l'ignoto! I suoi mondi di idee
differiranno dai nostri? Essa troverà cose strane, insondabili, ributtanti,
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deliziose, noi le prenderemo, noi le comprenderemo>>. [...] Finora le
capacità della donna sono state soffocate e disperse per l'umanità e che è
veramente tempo, nel suo interesse e in quello di tutti, che le sia concesso
finalmente di sfruttare tutte le sue possibilità."
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