c - Regione Sicilia

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SOMMARIO
1
Sommario ................................................................................................................................ 1
2
Premessa ................................................................................................................................. 4
3
Criteri generali ........................................................................................................................ 4
3.1
Riferimenti a Norme Tecniche, Leggi e Regolamenti ............................................................... 5
3.2
Caratteristiche delle alimentazioni ............................................................................................ 8
4
3.2.1
Coefficienti di utilizzazione ..................................................................................................... 8
3.2.2
Dimensionamento dei circuiti ................................................................................................. 9
3.2.3
Metodo di calcolo delle Correnti di Corto Circuito .................................................................. 9
3.2.4
Calcolo delle correnti di corto circuito in una rete BT ........................................................... 12
Concetti generali sulle protezioni delle condutture e dei circuiti dai contatti diretti,
indiretti e dai sovraccarichi ................................................................................................. 14
4.1
Contatti diretti .......................................................................................................................... 14
4.2
Contatti indiretti ....................................................................................................................... 15
4.3
Sovracorrenti .......................................................................................................................... 19
5
Norme di carattere generale sulla scelta e sul dimensionamento dei componenti
elettrici ................................................................................................................................... 20
5.1
Condutture elettriche .............................................................................................................. 20
5.2
Quadri elettrici......................................................................................................................... 20
6
Corpi illuminanti e inquinamento luminoso ...................................................................... 23
7
Designazione delle opere da eseguire ............................................................................... 26
7.1
Descrizione e consistenza delle opere da eseguire ............................................................... 26
7.2
Alimentazione dell’energia ...................................................................................................... 27
7.3
Riferimenti di marchi ............................................................................................................... 27
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8
Illuminazione facciata Galleria Regionale di Palazzo Abatellis........................................ 28
9
Illuminazione facciata Oratorio dei Bianchi ....................................................................... 30
10
Illuminazione facciata Museo Archeologico Salinas ........................................................ 31
11
Illuminazione facciata Reale Albergo delle Povere ........................................................... 34
12
Illuminazione Portale Palazzo Mirto.................................................................................... 35
13
Impianto di terra.................................................................................................................... 36
14
Prescrizioni di carattere generale ....................................................................................... 36
14.1
Circuiti – Cavi e conduttori ...................................................................................................... 36
14.2
Canalizzazioni ......................................................................................................................... 38
14.3
Tubi protettivi, percorso tubazioni, cassette di derivazione .................................................... 38
14.4
Canalette porta cavi ................................................................................................................ 39
14.5
Posa di cavi elettrici, isolati, sotto guaina, in cunicoli praticabili ............................................. 40
14.6
Posa di cavi elettrici, isolati, sotto guaina, in tubazioni interrate ............................................. 40
14.7
Protezione contro i contatti indiretti ......................................................................................... 41
14.8
Coordinamento dell'impianto di terra con dispositivi di interruzione ....................................... 42
14.9
Protezione mediante doppio isolamento ................................................................................. 42
14.10
Protezione delle condutture elettriche .................................................................................... 43
14.11
Apparecchi di illuminazione .................................................................................................... 44
14.12
Ubicazione e disposizione delle sorgenti ................................................................................ 44
15
Qualità e caratteristiche dei materiali, verifiche e prove degli impianti .......................... 44
15.1
Accettazione dei materiali ....................................................................................................... 45
15.2
Modo di esecuzione ed ordine dei lavori................................................................................. 45
15.3
Verifiche e prove degli impianti ............................................................................................... 45
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15.4
Collaudo definitivo degli impianti............................................................................................. 46
15.5
Verifica del tipo e dimensionamento dei componenti dell'impianto e dell'apposizione dei
contrassegni di identificazione ................................................................................................ 47
15.6
Verifica della sfilabilità dei cavi ............................................................................................... 47
15.7
Misura della resistenza di isolamento ..................................................................................... 47
15.8
Misura delle cadute di tensione .............................................................................................. 48
15.9
Verifica delle protezioni contro i corto circuiti e i sovraccarichi ............................................... 48
15.10
Verifica delle protezioni contro i contatti indiretti. .................................................................... 48
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PREMESSA
Scopo del presente intervento sarà quello di fornire in opera tutti i materiali e le
apparecchiature necessarie per l'esecuzione degli impianti elettrici per realizzare
l’illuminazione artistico-monumentale delle facciate costituenti il Polo Museale di
Palermo.
In particolare fanno parte dell’appalto le opere elettriche necessarie all’alimentazione
dei corpi illuminanti e la fornitura stessa dei corpi illuminanti.
Sono di seguito riportati i dati generali di progettazione, le descrizioni e la consistenza
degli impianti elettrici dell’illuminazione artistico-monumentale.
Tutti i principali elementi ed indicazioni riguardanti la realizzazione del progetto, sono
rappresentati e descritti nella presente relazione tecnica e negli elaborati grafici che
illustrano le principali caratteristiche tecniche e la consistenza degli impianti da
realizzare.
3
CRITERI GENERALI
Scopo del presente documento denominato “Relazione Tecnica degli Impianti Elettrici
di Illuminazione Artistico Monumentale del Polo Museale di Palermo” è quello di definire
le linee guida e le caratteristiche principali, atte a regolamentare la redazione del
progetto definitivo/esecutivo ed in seguito l’esecuzione dei lavori cui trattasi da
realizzare. I criteri e le scelte progettuali adottate sono state suggerite sia dalle
esigenze tecniche specifiche derivanti dalla tipologia dei singoli corpi di fabbrica, che
dalle esigenze e prestazioni richieste ad impianti a servizio di strutture museali. Ci si è
comunque attenuti alle prescrizioni tecniche generali dettate dal Capitolato Tecnico, e
si farà sempre riferimento alla normativa ufficiale italiana in materia quale Leggi,
Decreti, Norme CEI, Norme UNI, Raccomandazioni degli Enti locali più Norme IEC (per
la parte delle Norme CEI non ancora armonizzate). In tal modo gli impianti di
illuminazione risulteranno rispondenti nel loro complesso e nelle loro parti, oltre che alle
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norme nazionali anche alla normativa europea.
Gli impianti presenteranno criteri di assoluta affidabilità in tutte le condizioni operative,
di facilità di manutenzione e di gestione; i materiali e i componenti da utilizzare
dovranno pertanto, possedere precise caratteristiche tecniche al fine di soddisfare le
esigenze di impiego e di affidabilità richieste. Per ridurre al minimo l’impatto visivo degli
impianti sugli edifici di notevole rilevanza architettonica, saranno utilizzati cavi minerali
ricoperti in rame dal ridotto diametro. La posa dei cavi avverrà negli spazi nascosti dei
cornicioni e delle modanature nonché nelle nicchie di alloggiamento degli attuali
pluviali. In sostanza l’impianto dovrà risultare pressoché occultato. Qualora in alcuni
tratti ciò non fosse possibile, previa autorizzazione della sovrintendenza, il cavo
minerale potrà essere incassato nelle fughe della muratura a faccia vista.
3.1
Riferimenti a Norme Tecniche, Leggi e Regolamenti
Gli impianti ed i componenti devono rispondere alla regola dell'arte (Legge 186 del
1.3.68).
Le caratteristiche degli impianti stessi, nonché dei loro componenti, devono
corrispondere alle norme di Legge e dei regolamenti vigenti alla data del contratto ed in
particolare, anche se nello specifico non riferibili al presente progetto, devono essere
conformi:
• alle prescrizioni dei VV.F. e delle Autorità locali;
• alle prescrizioni ed indicazioni dell'Enel o dell'Azienda Distributrice di energia
elettrica, per quanto di loro competenza nei punti di consegna;
• alle prescrizioni e indicazioni della società telefonica (es. Telecom);
• alle prescrizioni del Capitolato del Ministero LL.PP.;
• alle seguenti disposizioni di Legge e Norme CEI:
• CEI 14-6: Trasformatori d’isolamento e trasformatori di sicurezza;
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• CEI 11-1: Impianti elettrici con tensione superiore a 1KV in corrente alternata,
fasc. 5025;
• CEI 11-17: Impianti di produzione, trasporto, distribuzione energia elettrica. Linea
in cavo;
• CEI 11-25: Calcolo delle correnti di cortocircuito nelle reti trifasi a corrente
alternata;
• CEI 12-15: Impianti centralizzati d'antenna;
• CEI 17-13/1: Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per basse
tensioni (quadri BT) Parte 1: Prescrizioni per apparecchiature di serie (AS) e non
di serie (ANS);
• CEI 17-13/3: Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per basse
tensioni (quadri BT) Parte 3: Prescrizioni particolari per apparecchiature
assiemate di protezione e di manovra destinate ad essere installate in luoghi
dove personale non addestrato ha accesso al loro uso Quadri di distribuzione
(ASD);
• CEI 20-13: Cavi isolati con gomma butilica con grado di isolamento superiore a 3
(per sistemi elettrici con tensione nominale da 1 a 20 kV);
• CEI 20-22: Cavi non propaganti l'incendio;
• CEI 20-27: Cavi per energia e per segnalamento. Sistema di designazione;
• CEI 20-37: Cavi elettrici. Prove sui gas emessi durante la combustione;
• CEI 23-49: Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi
domestici e similari - Parte 2: Prescrizioni particolari per involucri destinati a
contenere dispositivi di protezione ed apparecchi che nell'uso ordinario dissipano
una potenza non trascurabile;
• CEI 23-51: Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di
distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare;
• CEI 34-22: Apparecchi di illuminazione. Parte 2°: Requisiti particolari. Apparecchi
di illuminazione di emergenza;
• CEI 64-2 Nov.1990: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione;
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• CEI 64-7: Impianti elettrici di illuminazione pubblica e similari;
• CEI 64-8 1998-01: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale superiore a
1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua - Norme Generali;
• CEI 64-12: Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso
residenziale e terziario;
• CEI 81-1: Protezione delle strutture contro i fulmini;
• CEI 81-4: Protezione delle strutture contro i fulmini; Valutazione del rischio
dovuto al fulmine;
• CEI 103-1: Impianti telefonici interni;
• CEI EN 60439-1: Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa
tensione (Quadri BT) - Parte 1: Apparecchiature di serie soggette a prove di tipo
(AS) e apparecchiature non di serie parzialmente soggette a prove di tipo (ANS);
• CEI EN 60947-2: Apparecchiature a bassa tensione (interruttori industriali)
• CEI EN 60947-3: Interruttori di manovra-sezionatori
• CEI EN 60947-4: Contattori fino a 1000 V
• UNI 9795: Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione d'incendio;
• UNI 10380: Illuminazione di interni con luce artificiale;
• Legge 791 del 18.10.77: Attuazione della direttiva del consiglio delle Comunità
Europee (n.73/23/CEE) relativa alle garanzie di sicurezza che deve possedere il
materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione;
• Legge 186 del 1.3.68: Disposizioni concernenti la produzione dei materiali,
apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrotecnici e elettronici.
• DECRETO 22 gennaio 2008, n. 37: Regolamento concernente l'attuazione
dell'articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2
dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attivita' di
installazione degli impianti all'interno degli edifici.
• D.P.R. 547 del 15.4.55: Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro;
• Legge 13 del 09.01.89: Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione
delle barriere architettoniche negli edifici privati.
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• D.P.R. 503 del 24.07.96: Regolamento recante norme per l’eliminazione delle
barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici.
• D.M. 236 del 14.06.89: Regolamento d’attuazione dell’art. 1 della legge 13 del
09.01.89.
• D.P.R. 302 del 19.3.56: Prevenzioni infortuni sul lavoro. Norme integrative.
• CIRCOLARE 526 del 12.3.58: Norme di prevenzione infortuni e igiene del lavoro.
• CIRCOLARE 31 del 31.08.1978: Norme di sicurezza per installazione di motori a
combustione interna accoppiati a macchina generatrice elettrica o a macchina
operatrice;
• D.M. del 15.12.78: Designazione del Comitato Elettrotecnico Italiano quali
organismo italiano di normalizzazione elettrotecnico ed elettronico.
• D.M. del 23.07.79: Designazione degli organismi incaricati di rilasciare certificati
e marchi ai sensi della Legge 18.10.77 n.791.
• D.L. del 19.09.94 n.626: Attuazione delle direttive CEE riguardanti il
miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.
Gli elaborati grafici esecutivi saranno redatti con i segni grafici delle Norme CEI in
vigore.
Sono state considerate, inoltre, le prescrizioni della norma CEI 64-15 “Impianti elettrici
negli edifici pregevoli per rilevanza storica e/o artistica.
3.2
Caratteristiche delle alimentazioni
L'energia elettrica per il funzionamento degli impianti di illuminazione artisticomonumentale delle facciate degli edifici costituenti il Polo Museale di Palermo, saranno
prelevate direttamente a valle degli esistenti quadri elettrici di protezione e comando dei
singoli interventi in Bassa Tensione a 380 V + N e frequenza 50 Hz.
3.2.1 Coefficienti di utilizzazione
I coefficienti di utilizzazione applicati alle potenze nominali di targa delle utenze, per il
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calcolo della potenza media utilizzata, sono qui di seguito enunciati:
• Corpi Illuminanti: Ku = 1 da applicarsi alla potenza nominale di targa del corpo
illuminante, comprensivo della potenza assorbita dall'eventuale alimentatore,
con un cosϕ=0,9.
Per eventuali alimentazioni elettriche di utenze specifiche si prevederà un coefficiente
di utilizzazione uguale a Ku = 1, pari quindi alla potenza nominale di targa della
apparecchiature.
3.2.2 Dimensionamento dei circuiti
Le sezioni dei conduttori e dei cavi sono state determinate in base ai seguenti criteri:
- portata nominale della corrente del cavo o del conduttore “Iz”
- corrente assorbita dal carico del circuito “Ib”
- energia specifica passante nel cavo o nel conduttore
- caduta di tensione
- caratteristiche di posa della linea.
I circuiti che alimentano le linee luce, in uscita dai Quadri secondari di zona, sono stati
dimensionati in maniera che per ogni circuito luce, al quale viene applicato il
corrispondente coefficiente di contemporaneità, non sarà mai superiore a 1.000 W.
3.2.3 Metodo di calcolo delle Correnti di Corto Circuito
Il calcolo delle correnti di corto circuito, trifase, bifase e monofase è indispensabile per
un corretto dimensionamento dell'impianto ed in particolare modo per la scelta dei
quadri elettrici, dei loro componenti ed del potere d'interruzione da adottare per gli
interruttori.
Il calcolo completo delle correnti di corto circuito deve fornire le curve delle correnti in
funzione del tempo nel punto di guasto dal momento di manifestazione del corto
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circuito fino al suo termine, ma nella maggior parte dei casi tale determinazione non è
necessaria, mentre è importante conoscere il valore efficace della componente
simmetrica in c.a. ed il valore di cresta Ip al manifestarsi del corto circuito.
Il calcolo teorico, effettuato in accordo alle prescrizioni norma CEI 11-25 che determina
le correnti relative ai diversi tipi di corto circuito risulta del tutto analoga per reti
AT,MT,BT, anche se chiaramente i parametri assumono importanze differenti alle
differenti tensioni.
Il calcolo delle correnti di corto circuito è possibile realizzarlo, qualsiasi sia la
complessità della rete in esame, applicando il metodo dei componenti simmetrici, che
permette di ricondurre qualsiasi terna di vettori tra di loro squilibrati e dissimmetrici, in
modulo e fase, a dei valori tra di loro simmetrici.
Data pertanto una terna di vettori Za,Zb,Zc, valgono per questi, le seguenti relazioni:
Z a0 =
1
∗ (Z a + Z b + Z c )
3
sequenza omopolare
1
Z a 1 = ∗ ( Z a + a∗ Z b + a 2 ∗ Z c )
3
sequenza diretta
1
Z a 2 = ∗( Z a + a 2 ∗ Z b + a∗ Z c )
3
sequenza inversa
inoltre:
Z a = Z a1 + Z a 2 + Z a 0
Z b = a 2 ∗ Z a1 + a∗ Z a 2 + Z a 0
Z c = a∗ Z a1 + a 2 ∗ Z a 2 + Z a 0
E' possibile allora, ricavarsi gli schemi dei circuiti equivalenti, alla sequenza diretta,
inversa, ed omopolare.
Si ricorda che la rete alla sequenza diretta è indicata nelle normali reti considerate
usualmente simmetriche, in esse le resistenze e le reattanze dei componenti hanno i
valori normalmente noti e ogni macchina sincrona, viene considerata come una
sorgente di f.e.m.; la rete alla sequenza inversa è molto simile a quella della sorgente
positiva: è identica per quanto riguarda il numero di rami e i valori delle impedenze, ma
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non comprende sorgenti di f.e.m., in quanto nelle macchine sincrone si generano
soltanto tensioni alla sequenza positiva; la rete alla sequenza omopolare è anch'essa
priva di generatori di f.e.m., ma le sue impedenze sono differenti da quelle delle reti alle
sequenze diretta ed inversa, infatti in questo caso le impedenze dei componenti
dipendono dal tipo di collegamento dei loro avvolgimenti interni.
E’ necessario inoltre riferire tutte le tensioni della rete ad una tensione base “U”, che
rappresenta la tensione nominale concatenata di riferimento e che normalmente viene
scelta con quella che l’impianto assume nel punto per il quale è calcolato il guasto ed
alla quale faranno riferimento nei calcoli, tutti i componenti, con l’inverso del quadrato
del rapporto di trasformazione “tr”. Pertanto si ha:
tr =
Un
U
dove:
tr
: rapporto di trasformazione nominale tra la tensione base di riferimento e quella
relativa alla tensione nel punto in esame
Un
: è la tensione nominale concatenata di esercizio nel punto in esame della
rete(kV)
U
: è la tensione nominale concatenata di riferimento (kV)
Le formule che ci permettono di calcolare le correnti di corto circuito nei vari tipi di
guasto da considerare in un sistema trifase sono:
corto circuito monofase:
IccM =
3 *U
Z 1 + Z 2 + Z 0 + 3Z
dove:
IccM : corrente di corto circuito di guasto su una fase (A)
U
: tensione nominale concatenata nel punto di guasto (V)
Z1
: impedenza alla sequenza diretta (ohm)
Z2
: impedenza alla sequenza inversa (ohm)
Z0
: impedenza alla sequenza omopolare (ohm)
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Z
: impedenza che eventualmente si interpone tra il punto di guasto e la terra
(ohm)
corto circuito bifase isolato:
IccBI =
− jU
Z1+Z 2+Z
dove:
j
: operatore che ruota di 90° il vettore in senso antiorario (in forma trigonometrica
vale (cos 90°+j sen 90°))
corto circuito bifase con terra:
IccBT =
− jU * ( 3 Z + Z 0 − aZ 2 )
3Z ( Z 1 + Z 2 ) + Z 1 * Z 2 + Z 1 * Z 0 + Z 2 * Z 0
dove:
a
: operatore che ruota di 120° il vettore in senso antiorario
(in forma
trigonometrica vale (cos 120° + jsen 120°)= -0,5+j0,866)
corto circuito trifase:
Icc =
U
3 *( Z 1 + Z )
Come già detto per poter impostare il calcolo è necessario per prima cosa, ricavare gli
schemi dei circuiti equivalenti e calcolare le impedenze dei componenti nelle varie
sequenze che lo compongono; quindi una volta impostate le impedenze delle reti di
sequenza, ridurle a dei valori equivalenti.
3.2.4 Calcolo delle correnti di corto circuito in una rete BT
E' possibile mediante le formule ricavate in precedenza calcolare la corrente di corto
circuito presunta trifase, bifase e monofase in un qualsiasi punto dell’impianto in bassa
tensione, tenendo presente che in questo caso, è possibile assumere il contributo dato
alla sequenza omopolare, ai fini del calcolo, pari a quella della sequenza diretta ed
inversa.
La corrente di corto circuito trifase presunta è pari a:
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U
I cc =
3*
(R
2
q
+ R t + R c 1 + R c 2 +..+ R cn
) +(X
q
+ X t + X c 1 + X c 2 +..+ X cn
)
2
+ I km
U
: tensione nominale concatenata nel punto di guasto (V)
Rq
: resistenza equivalente del generatore ideale all’ origine dell’impianto (ohm)
Rt
: resistenza del trasformatore (ohm)
Rc
: resistenza del tratto di linea (ohm)
Xq
: reattanza equivalente del generatore ideale all’ origine dell’impianto
Xt
: reattanza del trasformatore (ohm)
Xc
: reattanza del tratto di linea (ohm)
cos ϕ cc =
R q + R t + R c 1 + R c 2 +..+ R cn
X q + X t + X c 1 + X c 2 +..+ X cn
Il valore di cresta Ip della corrente di corto circuito si ha:
I
p
= k * 2 * I cc
dove:
k ≅ 1,02 + 0,98 * l
−3*
R
X
ed inoltre:
R
X
=
R q + R t + R c 1 + R c 2 +..+ R cn
X q + X t + X c 1 + X c 2 +..+ X cn
*
fc
fn
dove:
fc
: frequenza della sorgente equivalente pari a 20Hz
fn
: frequenza della rete pari a 50Hz
per la corrente di corto circuito bifase isolato si ha:
U
I ccB =
2*
ovvero:
(R
2
q
+ R t + R c 1 + R c 2 +..+ R cn
) +(X
q
+ X t + X c 1 + X c 2 +..+ X cn
)
2
(ohm)
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I ccB = I cc *
3
2
per la corrente di corto circuito monofase in un sistema TN si ha:
U
I ccM =
3*
(R
2
q
+ R t + R c 1 + R c 2 +..+ R cn + R PE
) +(X
q
+ X t + X c 1 + X c 2 +..+ X cn + X PE
)
2
dove:
Rpe
: resistenza del conduttore di protezione
Xpe
: reattanza del conduttore di protezione
Per il calcolo della corrente minime di guasto di corto circuito si ha:
U
I cc ( MIN ) =
3*
(R
2
qm
+ R t + 1,5R c 1 + 1,5R c 2 +..+1,5R cn
) +(X
qm
+ X t + X c 1 + X c 2 +..+ X cn
)
2
dove: Rqm, Xqm vanno calcolati assumendo il valore di "c" pari a 0,95 per valori di
tensione fino a 400V, da 400V a 1000V vale 1,00, per valori compresi tra 1 kV e 35 kV
vale 1,00 e per valori compresi da 35 kV a 380 kV vale 1,00.
4
CONCETTI GENERALI SULLE PROTEZIONI DELLE CONDUTTURE E DEI
CIRCUITI DAI CONTATTI DIRETTI, INDIRETTI E DAI SOVRACCARICHI
I conduttori che costituiscono l'impianto devono essere protetti contro le sovracorrenti
causate dai sovraccarichi e dai contatti diretti e indiretti (corto circuiti).
I concetti che qui di seguito si espongono sono in accordo alla Norma CEI 64-8.
4.1
Contatti diretti
La protezione contro i contatti diretti consiste nelle misure intese a proteggere le
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persone contro i pericoli risultanti dal contatto con parti attive del sistema. I componenti
accessibili, salvo quelli che si trovano in locali o luoghi riservati esclusivamente a
personale addestrato, devono avere una protezione totale dai contatti diretti.
Gli isolamenti impiegati devono essere idonei alle tensioni del sistema elettrico e in
grado di sopportare gli sforzi meccanici derivanti dal normale impiego. Le parti attive
devono essere poste entro contenitori in grado di garantire la protezione in tutte le
direzioni o dietro barriere interposte lungo la direzione di accessibilità. In entrambi i casi
deve essere assicurato un grado di protezione minimo IP2X nel caso che le parti attive
non siano a portata di mano, mentre dovranno avere un grado di protezione minimo
IP4X nel caso queste siano a portata di mano come da Norma CEI 70-1, o con un
isolamento capace di sopportare una tensione di prova pari a 500V in corrente
alternata per un minuto.
In condizioni ambientali ordinarie, la protezione contro i contatti diretti si ritiene
assicurata, anche se le parti attive sono nude, soltanto se la tensione nominale non
supera i 25V valore efficace in corrente alternata o 60V in corrente continua.
Gli involucri o le barriere poste a protezione dai contatti diretti potranno essere rimosse
soltanto con una delle seguenti disposizioni:
- mediante l' uso di una chiave o di un attrezzo;
- mediante l'apertura con interblocco e sezionamento delle parti attive oggetto della
protezione;
- mediante l'interposizione di una barriere intermedia con grado di protezione IP2X.
L'impiego degli interruttori differenziali, con correnti differenziali nominali non superiori a
30mA, sono da considerarsi come protezioni addizionali.
4.2
Contatti indiretti
La protezione contro i contatti indiretti, consiste nel prendere le misure intese a
proteggere le persone contro i pericoli risultanti dal contatto con parti conduttrici che
normalmente non sono in tensione ma che lo possono essere in caso di cedimento
dell’isolamento principale.
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I sistemi di protezione da assumersi in questo caso possono dividersi in due categorie:
- Protezioni senza interruzioni automatica del circuito;
- Protezioni con interruzione automatica del circuito.
La prima categoria può a sua volta suddividersi nei seguenti tipi di protezioni:
• Protezioni con l'impiego di componenti di Classe II o con un isolamento
equivalente.
• Protezioni a bassissima tensione di sicurezza SELV: la tensione in questo caso
non supera il valore di 50V in corrente alternata e di 120V in corrente continua.
La separazione elettrica è ottenuta mediante un trasformatore di isolamento o di
una sorgente equivalente;
• Protezioni per separazione elettrica: si realizza mediante l'utilizzo di un
trasformatore di isolamento o di una sorgente equivalente. La tensione del
circuito separato non dovrà superare i 500V ed il prodotto della tensione
nominale del circuito separato, in volt, per la lunghezza del circuito in metri non
dovrà essere superiore a 100.000 e la lunghezza del circuito stesso a 500m.
Le parti attive del circuito separato non dovranno in nessun caso avere alcun punto
collegato a terra anche in caso di guasto. Inoltre si dovrà prevedere un conduttore
equipotenziale al quale verranno collegate tutte le masse del circuito.
• Protezioni per mezzo di locali isolati: è il caso nel quale vengono utilizzati dei
locali nei quali il pavimento e le pareti sono di materiale isolante e presentano
stabilmente nel tempo ed in ogni punto una resistenza verso terra non inferiore a
50.000 ohm, per tensioni nominali non superiori a 500V e 100.000 ohm per
tensioni nominali superiori a 500V. In questo locale non dovrà essere introdotto
alcun conduttore di protezione e le masse estranee uscenti dal locale dovranno
essere interrotte con elementi isolanti. Inoltre non dovrà essere possibile, nel
locale, il contatto simultaneo di due masse o di una massa e una massa
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estranea ed è vietato l'uso di prese a spina.
• Protezioni per mezzo di locali resi equipotenziali e non connessi a terra: tutte le
masse e le masse estranee saranno tra loro collegate da un conduttore
equipotenziale non connesso a terra nè direttamente nè indirettamente.
La protezione con interruzione automatica del circuito è di gran lunga la più usata negli
impianti utilizzatori in bassa tensione.
Per la sua realizzazione si adottano organi di protezione (quali interruttori automatici di
massima corrente a tempo inverso, differenziali o fusibili) e di impianti equipotenziali di
terra.
Questo mezzo è sicuro però soltanto se realizzato con corretti criteri di scelta dei
materiali e del loro dimensionamento, altrimenti non soltanto perde la sua efficacia ma
può diventare fonte di pericolo.
Protezioni in sistemi di I Categoria con propria Cabina di trasformazione, sistema TN.
Per questi sistemi con propria cabina di trasformazione nei quali il neutro è connesso a
terra e fa parte del medesimo impianto di terra al quale saranno collegate tutte le
masse e le masse estranee dell'impianto si ha dall'analisi del circuito equivalente di
guasto per il rapporto Uo/Vcu quanto segue:
Uo/Vcu = 1 + (Zf/Zpe)
dove Zf è l'impedenza del conduttore di fase e Zpe è l'impedenza del conduttore di
protezione.
Il circuito di guasto in questo caso si comporta come un generatore ideale di tensione: il
contatto della persona non altera la tensione preesistente sulla massa.
Il rapporto Uo/Vcu cresce e quindi il pericolo diminuisce al diminuire della resistenza del
conduttore di protezione PE.
Anche in questo caso pur potendo nella migliore delle ipotesi dimensionare un
conduttore di protezione con un valore di impedenza pari a quella del conduttore di fase
non potrà realizzarsi la condizione che assicuri una limitazione alla tensione di
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sicurezza.
Nei sistemi TN è indispensabile l'installazione di dispositivi automatici atti ad
interrompere le correnti di guasto.
La condizione che deve essere verificata e che nasce dalla relazione sopra vista è data
da:
Zs * Ia(t) ≤ Uo
dove:
Uo
: è la tensione nominale in c.a. valore efficace tra fase e terra;
Zs
: è l' impedenza dell'anello di guasto che comprende la sorgente, il conduttore
attivo fino al punto di guasto ed il conduttore di protezione tra il punto di guasto e la
sorgente;
Ia(t):è la corrente di intervento, entro il tempo definito dalla tabella che segue secondo
la Norma CEI 64-8 (nel caso Uo=220 V t=0,4 s) del dispositivo di protezione; tempi di
interruzione pari a 5 s sono ammessi per i circuiti di distribuzione.
Tempo
Uo(V)
di
interruzione
(sec)
120
0,8
230
0,4
400
0,2
>400
0,1
Ne consegue che indipendentemente dall'impedenza di terra, la protezione contro le
tensioni di contatto può essere effettuata con la installazione di dispositivi di massima
corrente a tempo inverso.
Questo finora visto è il caso di un guasto franco a terra, senza interposizioni di ulteriori
resistenze tra la fase e il conduttore di protezione. Nel caso si frapponga una
resistenza, il guasto potrebbe determinare una corrente di sovraccarico insufficiente a
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far intervenire tempestivamente l'interruttore magnetotermico.
Anche in questo caso può risultare necessario lo utilizzazione degli interruttori
differenziali, tenendo presente che ciò è possibile solo nel caso di sistema TN-S.
4.3
Sovracorrenti
I conduttori sono stati scelti in modo tale che le loro portate Iz siano superiori alle
correnti di impiego.
Le apparecchiature di protezione da installare hanno correnti nominali In comprese fra
le correnti di impiego dei conduttori Ib e le loro portate nominali Iz e correnti funzionali If
minori o uguali a 1,45 volte le portate Iz.
Risultano pertanto soddisfatte le due relazioni:
Ib ≤ In ≤ Iz ; If ≤ 1,45 Iz
Le apparecchiature di protezione, inoltre, saranno in grado di interrompere le correnti di
corto circuito che possono verificarsi nell'impianto, in tempi sufficientemente brevi, al
massimo 5 secondi, per garantire che nel conduttore protetto non si raggiungano
temperature pericolose secondo la relazione:
I 2 *t ≤ K 2 * S
2
dove:
2
It
: è l’integrale di Joule per la durata del corto circuito
K2S2 : è l’energia specifica passante nel cavo.
I
: valore efficace della corrente di corto circuito (A)
t
: tempo d’intervento del dispositivo di protezione (sec)
K
: fattore che tiene conto delle caratteristiche del conduttore
S
: sezione del conduttore (mm2)
Inoltre i dispositivi di protezione avranno un potere d'interruzione almeno uguale alla
corrente di corto circuito presunta nel punto d'installazione o una protezione del tipo di
back-up.
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5
NORME
DI
CARATTERE
GENERALE
SULLA
SCELTA
E
SUL
DIMENSIONAMENTO DEI COMPONENTI ELETTRICI
5.1
Condutture elettriche
I conduttori e i cavi sono in genere del tipo non propagante l'incendio a ridotta
emissione di gas tossici e corrosivi.
I conduttori sono posati in tubazioni rigide o flessibili pesanti di PVC autoestinguente o
in canaline di PVC autoestinguente o di acciaio zincato chiuse o forate. Nel caso di
conduttori unipolari sprovvisti di guaina esterna posati entro canale metalliche sono
necessari i relativi collegamenti equipotenziali.
Il riempimento delle tubazioni e canaline rispetterà i valori previsti dalla normativa CEI
64-8.
5.2
Quadri elettrici
I quadri elettrici, sono stati dimensionati in accordo alle prescrizioni date dalle Norme
CEI 17-13/1 e 17-13/3.
Per essi devono essere definite le caratteristiche elettriche e meccaniche al fine di
stabilirne i limiti per un corretto e sicuro impiego e precisamente:
• Ue
tensione nominale di funzionamento: definita come la tensione tra le fasi
per la quale bisogna indicarne i limiti (massimo e minimo di impiego);
• f
frequenza di esercizio della rete
• Ui
tensione nominale d'isolamento: definita come la tensione alla quale si fa
riferimento ai fini delle distanze di isolamento e delle prove di rigidità dielettrica;
• In
correnti nominali: sono le correnti fissate per il funzionamento corretto di
ciascun circuito, senza che le sovratemperature delle diverse parti superino i
seguenti valori:
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morsetti 70 °C
organi di comando manuali 15 °C se metallici
organi di comando manuali 25 °C se isolati
involucri e coperture 30 °C se metallici
involucri e coperture 40 °C se isolati
In particolare è di fondamentale importanza indicare la corrente nominale per la quale
sono dimensionati i conduttori principali e di distribuzione del quadro.
• Ine
corrente nominale in entrata: si intende la corrente la corrente nominale
del dispositivo di protezione o di manovra in entrata In moltiplicato per il fattore di
utilizzo pari a 0,85; si ha: Ine=In*0,85;
• Inu
corrente nominale in uscita: si intende la somma delle correnti nominali
dei dispositivi di protezione e di manovra dei circuiti in uscita, destinati ad essere
utilizzati contemporaneamente;
• Inq
corrente nominale del quadro: si assume il valore più basso tra la corrente
nominale in entrata e la corrente nominale in uscita; nel caso particolare che non
esista un dispositivo di protezione o di manovra in entrata, si assume Inq=Inu;
• Icw
corrente di breve durata ammissibile: sono le correnti transitorie massime
(valore efficace) che ciascun circuito può sopportare, per brevi tempi definiti (1
sec); nel caso non che il circuito non è munito di dispositivo di protezione è
necessario verificare ed indicare l'intensità e la durata della corrente;
• Icm
corrente nominale di picco ammissibile: sono le correnti transitorie
massime di picco che ciascun circuito può sopportare, a questa grandezza
corrisponde per i componenti il potere di chiusura nominale in corto circuito
(valore di cresta);
• Icu
corrente di corto circuito nominale ammissibili: sono le correnti presunte di
corto circuito massime ammissibili dall'apparecchiatura assiemata; a questa
corrisponde per le apparecchiature il potere di interruzione nominale limite in
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corto circuito;
• Ics
corrente di corto circuito nominale condizionata: sono le correnti presunte
di corto circuito che possono stabilirsi in un circuito protetto da dispositivo che
interrompono in tempi e modi tali da assicurare la tenuta agli sforzi termici ed
elettrodinamici; a tale grandezza corrisponde il potere di interruzione nominale di
servizio in corto circuito;
• Tipo e numero di identificazione dei circuiti;
• TN-S,TN-C,TT,IT: sistema di messa a terra
• Forma tipo di segregazione in base alla norma CEI 17-13/1
• Misure di protezione per le persone dai contatti diretti e indiretti
• IPXX Grado di protezione del quadro
• Verifica dei limiti di sovratemperatura
• Dimensioni e peso del quadro elettrico
• Le caratteristiche viste sopra sono quelle che vanno riportate sul quadro come
"DATI DI TARGA" insieme al nome del costruttore.
I circuiti che alimentano le utenze luce, saranno protetti contro i sovraccarichi e i
contatti indiretti da interruttori magnetotermici, mentre i circuiti FM, ove necessari,
saranno protetti da interruttori magnetotermici differenziali, correttamente dimensionati
per la corrente di corto circuito Ics nel punto in analisi dell'impianto e coordinati con
l'impedenza dell'anello di guasto di terra.
Le utenze di Classe II, ove esistenti, saranno protette con interruttori magnetotermici.
Gli interruttori che proteggono circuiti luce di sicurezza, se presenti, saranno
sovradimensionati del 50% riguardo ai sovraccarichi.
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Tutti gli interruttori saranno dimensionati in modo tale da sopportare la corrente di corto
circuito Ics, nel punto preso in analisi, così come previsto dalle Normative CEI e IEC.
Gli interruttori inoltre, saranno dimensionati in modo da realizzare una protezione di tipo
selettivo; nel caso ciò non sia possibile, dovrà in ogni caso verificarsi una protezione di
back-up.
6
CORPI ILLUMINANTI E INQUINAMENTO LUMINOSO
Sarà compito della progettazione esecutiva effettuare tutte ricerche e le verifiche
necessarie per rispettare i contenuti delle Leggi e dei Regolamenti Nazionali e
Regionali al fine di eliminare o ridurre al minimo l’emissione luminosa inquinante. In
particolare la Norma UNI10819 prescrive i requisiti degli impianti di illuminazione
esterna, per la limitazione della dispersione verso l'alto di flusso luminoso proveniente
da sorgenti di luce artificiale. Essa non considera la limitazione della luminanza
notturna del cielo, dovuta alla riflessione delle superfici illuminate o a particolari
condizioni locali, tra le quali l'inquinamento atmosferico. La norma si applica
esclusivamente agli impianti di nuova realizzazione
La UNI10819 affronta problematiche inerenti la limitazione della dispersione verso il
cielo della luce artificiale, argomento oggetto di diversi interventi legislativi a livello
nazionale e regionale. Non si applica agli impianti di gallerie e sottopassi, ad ambienti
paesaggistici soggetti a particolari prescrizioni locali.
I fattori considerati risultano quindi:
• la luminanza notturna del cielo (risultante dalla riflessione della radiazione di luce
artificiale, emessa verso l'alto o riflessa dalle superfici illuminate ad opera dei
componenti dell'atmosfera);
• il flusso luminoso disperso (flusso non utilizzato);
• la zona (superficie territoriale su cui si intende limitare la dispersione di flusso
luminoso).
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Lo scopo della UNI 10819 è quindi quello di proteggere gli osservatori astronomici
professionali e non professionali, vietando o limitando l'uso di illuminazione, in un'area
di 25 km di raggio per i primi, e di 10 km per i secondi. Per gli osservatori professionali,
entro il raggio di un chilometro, sono vietati fasci luminosi fissi o rotanti, che diano
qualsiasi emissione verso l'alto o che possano essere riflessi verso il cielo. Pertanto
l'esistente apparecchio dovrà essere sostituito o schermato ed essere orientato almeno
90 gradi dall'osservatorio.
Classificazione degli impianti
Tipo A: Impianti dove la sicurezza è a carattere prioritario, per esempio illuminazione
pubblica di strade, aree verdi, ecc.
Tipo B: Impianti sportivi, impianti di centri commerciali e ricreativi, impianti di giardini.
Tipo C: Impianti di interesse ambientale.
Tipo D: Impianti pubblicitari.
Tipo E: Impianti a carattere temporaneo ornamentale (luci natalizie).
Classificazione delle zone di installazione
Zona 1: zona altamente protetta, ad illuminazione limitata (per esempio, osservatori
astronomici). Raggio dal centro di osservazione R= 5Km.
Zona 2: zona protetta intorno alla zona 1 o intorno ad osservatori a carattere nazionale.
Raggio dal centro di osservazione R=5/10/15Km in funzione dell'importanza del centro.
Zona 3: territorio nazionale non classificato nelle zone ½.
Sulla base della distanza dai centri di osservazione ufficialmente riconosciuti, il territorio
comunale è classificato idealmente in una delle zone sopra indicate, qualora lo stesso
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territorio fosse suddiviso in più parti dai cerchi di influenza, a ciascuna parte deve
essere assegnata la rispettiva zona di appartenenza o la zona maggiormente protetta è
estesa a tutto il territorio comunale.
Tipologie degli apparecchi
Le tipologie degli apparecchi destinati a ciascun impianto sono definite dal PRIC (piano
regolatore dell’illuminazione comunale), il quale fissa per ognuno di essi il massimo
valore di Rn (rapporto medio di emissione superiore) in modo che complessivamente
sull'intero territorio comunale non siano superati i valori prescritti dalla tabella o da
regolamenti comunali qualora esistenti. Per essere rispondente alla norma un impianto
(o semplicemente un apparecchio) deve rispondere al requisito indicato nella tabella
seguente
Tipo di impianto A*
Tipo di impianto A**
(stradale) Rn%
(non stradale) B, C, D Rn%
1
<1
<1
2
<3
<9
3
<3
<23
Zona
Ogni Regione ha realizzato una legge nella quale sono riportati i valori in percentuale
del flusso luminoso nell'emisfero superiore ammessi nella singola regione, tenendo
comunque sempre ben presente la suddivisione per zone.
La norma UNI 10819, inoltre, fissa:
- i criteri di valutazione degli impianti;
- le regole per le verifiche illuminotecniche;
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- angoli di orientamento, schermature, inclinazioni, che il costruttore deve rispettare
nella realizzazione di una armatura;
- considera importante il PRCIP.
Piano regolatore comunale dell’illuminazione
L'elaborazione di un Piano Regolatore Comunale dell'Illuminazione Pubblica, offre
l'opportunità di dare uno sviluppo organico agli interventi di illuminazione in aree
comunali. La normativa attuale disciplina soltanto l'illuminazione delle strade a traffico
motorizzato.
Il PRCIP ottimizza e omogeneizza sia gli interventi immediati, sia quelli futuri in aree
pubbliche. Il Piano offre indicazioni per i soggetti preposti alla programmazione e alla
disciplina degli interventi, ed è uno strumento che efficace sotto due aspetti:
A - sul piano tecnico, tutti gli interventi che vengono eseguiti dovranno seguire un'unica
logica e risultare armonizzati con le scelte urbanistiche
B - sul piano economico, la previsione di spesa consentirà di valutare i costi di
intervento e di gestione, con anticipo e di programmare le risorse evitando sprechi.
7
DESIGNAZIONE DELLE OPERE DA ESEGUIRE
Per il presente appalto, sono designati gli impianti da eseguire alle condizioni della
presente relazione tecnica descrittiva, che prevede la realizzazione dell’illuminazione
artistico-monumentale del Polo Museale di Palermo.
7.1
Descrizione e consistenza delle opere da eseguire
Come già accennato in precedenza il presente intervento si occuperà della sola
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illuminazione artistico-monumentale delle facciate di alcuni edifici costituenti il Polo
Museale della città di Palermo.
Di seguito si descrivono puntualmente le lavorazioni e le forniture necessarie per ogni
singolo impianto di illuminazione.
Il presente progetto si occupa in definitiva della realizzazione dell’illuminazione artisticomonumentale delle facciate di alcuni edifici museali costituenti il Polo Museale della
città di Palermo e riguarda principalmente:
Galleria Regionale di Palazzo Abatellis;
Oratorio dei Bianchi;
Museo Archeologico Salinas;
Reale Albergo delle Povere;
Palazzo Mirto;
7.2
Alimentazione dell’energia
Come accennato in precedenza tutti gli impianti elettrici a servizio delle singole
illuminazioni, oggetto del presente appalto, saranno alimentati in Bassa Tensione a 380
V + N tramite allacciamenti alle esistenti reti di distribuzione.
7.3
Riferimenti di marchi
Gli eventuali riferimenti a case costruttrici e disegni tipologici delle stesse, riferiti alle
apparecchiature ed ai materiali degli impianti elettrici di illuminazione presenti nelle
planimetrie di progetto e nei documenti tecnici allegati, sono inseriti solo per mero
riferimento di calcolo e/o di rappresentazione installativa. L’impresa appaltatrice sarà
dunque libera di proporre soluzioni diverse, da quelle effettuate nel presente progetto
definitivo, da sottoporre comunque al superiore parere della Direzione Lavori alla quale
spetterà la scelta dei materiali e delle apparecchiature da installare, previa
presentazione di campionatura.
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8
ILLUMINAZIONE FACCIATA GALLERIA REGIONALE DI PALAZZO ABATELLIS
L’illuminazione esterna del palazzo Abatellis ha origine dal nuovo quadro elettrico
(Q.EXT.) posto nelle immediate vicinanze dell’esistente quadro generale del museo
ubicato al piano terra. Dal quadro generale del museo, nel quale sarà installato un
nuovo interruttore automatico magnetotermico modulare da 4x25 A, partirà la nuova
linea elettrica in cavo FG7 da 5x6 mmq, posizionata all’interno di idonea tubazione in
PVC da 40 mm posta in vista fino al Q.EXT. Il nuovo quadro sarà realizzato in materiale
plastico con grado di protezione pari a IP 55 in grado di contenere fino a 24 moduli. Nel
quadro troveranno posto un interruttore automatico magnetotermico generale da 4x25
A, n. 8 interruttori automatici magnetotermici differenziali da 2x10 A, dei quali n. 2 di
riserva, ed un orologio programmatore. L’impianto sarà corredato anche da interruttore
crepuscolare in grado di intervenire all’abbassarsi della luminosità diurna.
Dal nuovo quadro partiranno le nuove linee in FG7 a servizio dell’illuminazione artistica
posizionate all’interno della esistente canalina metallica da 100x70mm e si attesteranno
ad una scatola di derivazione in rame/ottone IP67 da 110x80x60 mm, per
l’illuminazione dei corpi illuminanti posti sui merli del Vicolo della Salvezza, e ad una
scatola di derivazione stagna in PVC IP65 da 190x140x70 mm, per l’illuminazione dei
corpi illuminanti posizionati sui merli della Torre e per l’alimentazione delle linee
elettriche dell’illuminazione delle facciate attestate a n. tre scatole di derivazione stagna
IP65 da 190x140x70 mm poste nel sottotetto. Entrambe sono posizionate sul terrazzo.
Dalla scatola di derivazione in rame/ottone IP67 da 110x80x60 mm partiranno le nuove
linee elettriche in cavo minerale per l’alimentazione dei corpi illuminanti posti sui merli di
Vicolo della Salvezza. Dalla scatola di derivazione in PVC da 190x140x70 mm, tramite
cavi minerali in rame saranno alimentati i nuovi corpi illuminanti posti sulle merlature
della Torre. Dalla stessa scatola, con cavi FG7 saranno alimentate le scatole di
derivazione da 190x140x70 mm poste nel sottotetto ed a servizio dell’illuminazione
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delle merlature aggettanti su Vicolo della Salvezza.
Sono state quindi previste le seguenti tipologie di illuminazione:
• Illuminazione merlature Torre e merlature Vicolo della Salvezza – tali tipologie di
illuminazione saranno realizzate con corpi illuminanti denominati LED GlimCube
da 3x1W Warm White con ottica longitudinale posti in basso all’interno di ogni
merlo. La distribuzione dell’alimentazione, a partire dalla scatola di derivazione
anzidetta, sarà realizzata con cavi minerali in rame posti a vista. Per facilitare le
operazioni di manutenzione sono state previste scatole di derivazione in rame
IP65 poste in vista una ogni due corpi illuminanti. Le planimetrie di progetto
rendono l’idea di tali soluzioni effettuate sia sui merli della Torre che su quelli su
Vicolo della Salvezza.
• illuminazione finestrature lato Via Alloro e lato Via Vicolo della Salvezza,
realizzate con apparecchi LED GlimCube da 3x1W Warm White con ottica
longitudinale posti sui davanzali delle finestre del piano Terra, lato Via Alloro e
Via Vicolo della Salvezza; apparecchi Linealuce LED 28x1W Warm Withe ottica
ellittica posizionati sui davanzali delle finestre del piano primo e del piano
secondo di Via Alloro e di Via Vicolo della Salvezza;
• Illuminazione Portone di ingresso, per valorizzare ed illuminare l’ingresso del
museo Abatellis è stata prevista un’illuminazione dal basso del portale di
ingresso realizzata con due fari incassati a pavimento, del tipo Light UP a LED
da 12x1 Watt – Warm White con Ottica Spot orientabile, in modo da illuminare e
valorizzare gli elementi portanti del portale stesso.
La distribuzione dell’alimentazione dei suddetti nuovi corpi illuminanti avviene a partire
come di seguito descritto.
Come già accennato in precedenza dalla scatola di attestazione in PVC 190x140x70
mm, posizionata sul terrazzo, partiranno le linee FG7 all’interno di tubazioni in PVC
attestate a tre scatole di derivazione in PVC da 190x140x70 mm IP65 posizionate
all’interno del sottotetto. Dalle suddette scatole partiranno le dorsali in rame per
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l’alimentazione dei nuovi corpi illuminanti. E’ quindi prevista l’installazione di due
scatole di derivazione in rame IP65 110x80x60 mm posizionate sul cornicione del piano
primo aggettante su
Via Alloro. Le dorsali saranno poste sopra i cornicioni, per
l’alimentazione dei corpi illuminanti del piano secondo, ed all’interno degli esistenti tagli
dei discendenti dei pluviali per l’alimentazione dei corpi illuminanti dei piani primo e
terra.
L’alimentazione dei Light Up sarà realizzata con cavi incassati negli interspazi della
muratura, cosi come pure i cavi di alimentazione dei Glim Cube delle finestre del piano
terra di Via Alloro e Via Vicolo della Salvezza. All’uopo deve essere posta particolare
cura nel posizionare i suddetti cavi negli interspazi delle murature in maniera da evitare
nel modo più assolto inestetismi.
Il sistema di accensione sarà realizzato con apparecchiatura crepuscolare, orologio
interruttori e By-pass.
9
ILLUMINAZIONE FACCIATA ORATORIO DEI BIANCHI
La nuova illuminazione artistico-monumentale della facciata dell’Oratorio dei Bianchi ha
origine a valle dell’esistente quadro elettrico del piano terzo. E’ stato quindi previsto un
nuovo quadretto elettrico (Q.EXT.) per l’illuminazione dei nuovi corpi illuminanti
completo
delle
apparecchiature
necessarie
per
il
comando
e
la
gestione
dell’illuminazione. Dal quadro elettrico del terzo piano, nel quale sarà installato un
nuovo interruttore automatico magnetotermico modulare da 4x20 A, partirà la nuova
linea elettrica in cavo FG7 da 5x6 mmq, posizionata all’interno di idonea tubazione in
PVC da 40 mm posta in vista fino al Q.EXT. Il nuovo quadro sarà realizzato in materiale
plastico con grado di protezione pari a IP 55 in grado di contenere fino a 24 moduli. Nel
quadro troveranno posto un interruttore automatico magnetotermico generale da 4x20
A, n. 6 interruttori automatici magnetotermici differenziali da 2x10 A, dei quali n. 2 di
riserva, ed un orologio programmatore. L’impianto sarà corredato anche di interruttore
crepuscolare in grado di intervenire all’abbassarsi della luminosità diurna.
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Le nuove linee elettriche realizzate in cavo FG7, poste all’interno di tubazioni in PVC 40
mm, in partenza dal nuovo quadro elettrico saranno attestate ad una scatola di
derivazione IP65 da 190x140x70 mm installata a parete all’interno dell’adiacente locale
del piano terzo. Dalla suddetta scatola partono le due dorsali in cavi minerali in rame
attestate ad altrettante scatole di derivazione in rame/ottone da 110x80x60 mm IP67
per l’alimentazione dei nuovi corpi illuminanti posti sulla facciata di Piazza Vittoria dello
Spasimo, Piazza C. M. Ventimiglia e dei nuovi corpi illuminanti della facciata della
chiesa.
In particolare sono state previste le seguenti tipologie di illuminazione:
• L’illuminazione della facciata della chiesa, posti sul marcapiano del secondo
piano e le facciate del primo piano angolo Piazza della Vittoria allo Spasimo e
Piazza C. M. Ventimiglia, posizionati a mezza altezza delle colonne, sarà
realizzata con apparecchi iRoll 65 2x(6x0,8W) LED ottica spot;
• L’illuminazione del Portale della chiesa e l’interno del porticato angolo Piazza
Vittoria allo Spasimo e Piazza C. M. Ventimiglia sarà realizzata con apparecchi a
ioduri metallici mini woody da 20 W HIT PGJ5 Ottica Flood.
Deve essere posta particolare cura nel posizionare i cavi minerali in rame in maniera da
evitare nel modo più assolto inestetismi.
Il sistema di accensione sarà realizzato con apparecchiatura crepuscolare, orologio
interruttori e By-pass.
Le planimetrie di progetto rendono l’idea delle scelte effettuate.
10 ILLUMINAZIONE FACCIATA MUSEO ARCHEOLOGICO SALINAS
La nuova illuminazione esterna del palazzo Museo Archeologico Salinas ha origine da
un nuovo quadro elettrico (Q.EXT) posto nelle immediate vicinanze dell’esistente
quadro elettrico generale del museo ubicato al piano interrato. E’ quindi previsto un
nuovo quadretto elettrico (Q.EXT.) per l’illuminazione dei nuovi corpi illuminanti
completo
delle
apparecchiature
necessarie
per
il
comando
e
la
gestione
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dell’illuminazione. Dal quadro elettrico generale del piano interrato, nel quale sarà
installato un nuovo interruttore automatico magnetotermico modulare generale da 4x32
A, partirà la nuova linea elettrica in cavo FG7 da 4x10 mmq + T, posizionata all’interno
di idonea tubazione in PVC da 63 mm posta in vista ed interrata fino al Q.EXT. Il nuovo
quadro sarà realizzato in materiale plastico con grado di protezione pari a IP 55 in
grado di contenere fino a 24 moduli. Nel quadro troveranno posto un interruttore
automatico magnetotermico da 4x25 A, n. 7 interruttori automatici magnetotermici
differenziali da 2x10 A, dei quali n. 2 di riserva, ed un orologio programmatore.
L’impianto sarà corredato anche di interruttore crepuscolare in grado di intervenire
all’abbassarsi della luminosità diurna.
Dal nuovo quadro quadro partiranno due tubazioni in PVC da 63 mm fino ad un
pozzetto carrabile IP65 400x400 mm posto all’esterno dell’edificio sul marciapiede la
Via Bara all’Olivella. Dal pozzetto di Via Bara all’Olivella, tramite tubazioni PVC da 40
mm si raggiungono gli altri due pozzetti carrabili IP65 400x400 mm posizionati sul
marciapiede di via Roma, e davanti all’ingresso principale di Piazza dell’Olivella per
l’alimentazione dei corpi illuminanti del portale.
In particolare sono state previste le seguenti tipologie di illuminazione:
• L’illuminazione da terra delle facciate di Via Bara all’Olivella, Via Roma, Piazza
dell’Olivella e la traversa interna (lato Poste), sarà realizzata con apparecchi da
incasso Light Up LED 12x1 Watt con Ottica orientabile;
• L’illuminazione della facciata aggettante su Via Roma sarà realizzata con
apparecchi LED iRoll 65 2(6x08) Watt con Ottica Spot installati all’altezza del
secondo piano;
• L’illuminazione del Portale dell’ingresso principale da Piazza dell’Olivella sarà
realizzata con apparecchio a ioduri metallici iRoll 65 35 Watt con Ottica Flood
posizionato in alto sopra il rosone;
• L’illuminazione del balcone sovrastante il Portale di ingresso principale di Piazza
dell’Olivella sarà effettuata con apparecchio LED Glim Cube da 1 Watt – Warm
White con ottica Spot;
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• Il Porticato aggettante su Via Roma secondo piano sarà illuminato, dall’interno,
tramite apparecchi a ioduri metallici Mini Woody da 20 Watt HIT con ottica
Flood;
• Tutte le balconate aggettanti su Via Roma e sulla traversa interna (lato Poste)
saranno illuminate con apparecchi LED Mini Woody da 3x1 Watt Warm White
con Ottica Spot;
• L’illuminazione delle finestre della torre di Via Roma e di Via Bara all’Olivella
sarà realizzata con apparecchi LED a lama di luce Glim Cube da 3x1 Watt.
Dal pozzetto di Via Bara all’Olivella, tramite ulteriore scatola in PVC IP65 20x20 posta
all’interno dello stesso, partiranno le tubazioni in PVC da 25mm e cavo FG7 per
l’alimentazione dei Light UP a LED da 12x1 Watt – Warm White con Ottica Spot
orientabile con sistema entra/esci, posizionati lungo il marciapiede di Via Bara
all’Olivella, Piazza Olivella, Via Roma e traversa interna (lato Poste). Per
l’alimentazione dei copri illuminanti dei piani superiori della facciata di Via Roma, Via
Bara dell’Olivella e traversa interna, sarà realizzata una montante cavo minerale in
rame da 7x2,5 mmq, dal pozzetto posizionato su via Roma, con percorso verticale
all’interno del marcapiano. Detta montante sarà attestata ad una scatola di derivazione
in rame IP67 da 110x80x60 mm posta all’interno del loggiato aggettante su Via Roma.
Dalla scatola di rame, tramite cavi in rame saranno alimentati i GlimCube LED da 3x1W
Warm White con ottica longitudinale posti sulle finestre del piano copertura, i due iRoll
65 2x(6x0,8W) LED ottica spot, posti in facciata su Via Roma, i mimiwoody da 20 W
HIT PGJ5 Ottica Flood, posizionati all’interno del loggiato aggettante su Via Roma, e i
mimiwoody Led da 3x1 W Warm White Ottica Spot per l’illuminazione delle N°2
balconate poste su Via Roma e delle N°3 balconate della traversa interna, per ogni
balconata sono previste l’installazione di N°2 miniWoody
Da una scatola di derivazione in PVC IP67 200x200 posta all’interno del pozzetto di
Piazza dell’Olivella partiranno le linee in rame per l’alimentazione del corpo illuminante
iRoll 65 35W HIT G8,5 ottica flood posto all’interno del portale principale e
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l’alimentazione del corpo illuminante Glim Cube LED 1W Warm White ottica spot posto
al di sopra dello stesso portale per l’illuminazione della balconata sovrastante.
11 ILLUMINAZIONE FACCIATA REALE ALBERGO DELLE POVERE
La nuova illuminazione artistica esterna del palazzo Reale Albergo delle Povere ha
origine da un nuovo quadro elettrico (Q.EXT.) ubicato all’interno del locale al piano
terra, adiacente alla portineria, nelle immediate vicinanze del quadro generale del
museo. E’ quindi previsto un nuovo quadretto elettrico (Q.EXT.) per l’illuminazione dei
nuovi corpi illuminanti completo delle apparecchiature necessarie per il comando e la
gestione dell’illuminazione. Dal quadro elettrico generale del piano terra, nel quale sarà
installato un nuovo interruttore automatico magnetotermico modulare generale da 4x40
A, partirà la nuova linea elettrica in cavo FG7 da 4x10 mmq + T, posizionata all’interno
di idonea tubazione in PVC da 40 mm posta in vista fino al Q.EXT. Il nuovo quadro sarà
realizzato in materiale plastico con grado di protezione pari a IP 55 in grado di
contenere fino a 24 moduli. Nel quadro troveranno posto un interruttore automatico
magnetotermico da 4x25 A, n. 8 interruttori automatici magnetotermici differenziali da
2x10 A, dei quali n. 2 di riserva, ed un orologio programmatore. L’impianto sarà
corredato anche di interruttore crepuscolare in grado di intervenire all’abbassarsi della
luminosità diurna.
Rilevata la presenza di n. 5 tubazioni in PVC Ø 32 mm esistenti che arrivano fino al
secondo piano saranno attestate ad una nuova scatola di derivazione in PVC
190x140x70 mm tramite nuovi cavi FG7 6(3x2,5) mmq.
Dalla suddetta scatola partiranno le nuove dorsali in cavo FG7 da 3x2,5 mmq per
l’alimentazione della nuova illuminazione della facciata della chiesa e della statua posta
al centro del piazzale interno di fronte l’ingresso della chiesa e le dorsali in rame per
l’alimentazione nuovi dei corpi illuminanti posizionati sul fronte del fabbricato aggettante
su Via Calatafimi.
In particolare sono state previste le seguenti tipologie di illuminazione:
• L’illuminazione dall’alto della facciata di Via Calatafimi sarà realizzata con corpi
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illuminanti a scarica alogenuri metallici iPro 70 W HIT G12 Ottica Asimmetrica
Longitudinale posti sotto il cornicione in alto e lungo tutto il fronte;
• La scritta “R. ALBERGO DELLE POVERE” sarà valorizzata tramite corpi
illuminanti a fluorescenza Linealuce da 28 W G5 T16 ottica flood posti sopra il
cornicione delle coperture di via Calatafini;
• L’illuminazione delle arcate centrali sopra il Portale d’ingresso e della balconata
sovrastante sarà effettuata con corpi illuminanti LED da 3x1W Warm White con
ottica longitudinale posti due sul fregio triangolare del finestrone centrale
(balcone) e due agli angoli sul portone principale;
• Il Portale di ingresso sarà valorizzato tramite l’illuminazione delle due colonne
laterali realizzata tramite corpi illuminanti a ioduri metallici iPRO 20W HIT PGJ5
Ottica Super spot installati il alto delle colonne sulle parti piane. La stessa
tipologia di corpo illuminante, uno posto sul cornicione in alto, sarà prevista
anche per l’illuminazione della statua al centro del piazzale della chiesa;
• L’illuminazione della facciata della chiesa sarà realizzata con apparecchi a
alogenuri metallici Maxi Woody da 70 W HIT G12 Ottica Medium posti sul
cornicione in alto rispettivamente a destra ed a sinistra.
12 ILLUMINAZIONE PORTALE PALAZZO MIRTO
L’intervento consiste nella sostituzione degli attuali corpi illuminanti (fari alogeni da
400W) installati sul fronte principale posti ad un’altezza da terra pari a 4 metri. I nuovi
corpi illuminanti saranno alimentati dall’esistente quadro elettrico della portineria. Sul
quadro elettrico sono già predisposti gli interruttori necessari per l’alimentazione dei
nuovi corpi illuminanti. Sul quadro, a servizio dell’illuminazione artistica, sono presenti
quindi un interruttore automatico magnetotermico differenziale da 2x20A (ABB C20),
generale, e n. due interruttori automatici magnetotermici da 2x10A (ABB C10) a servizio
di n. 2 circuiti luce. Dal suddetto quadro partono le tubazioni da 25 mm e le linee di
collegamento in cavo FG7 da 3x2,5 mmq. che si attestano all’interno di una scatola di
derivazione stagna IP 55 20x20 cm , le linee risultano di nuova installazione e pertanto
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saranno riadoperate. Il sistema di illuminazione esistente è regolato da crepuscolare,
posto all’esterno, e da un contattore (ABB 1166 2x16A) completo di comando by-pass
manuale posizionato nel quadro.
Dall’esistente cassetta di derivazione IP55 da 20x20cm, posta in alto sul muro esterno,
partono quindi le nuove linee terminali realizzate con cavi elettrici minerali in rame fino
alla nuova scatola di derivazione stagna IP67 in rame/ottone da 110x80x60 mm posta
sopra il cornicione in posizione nascosta. Da quest’ultima partiranno le nuove linee in
cavo minerale in rame da 2x1,5 mmq fino ai nuovi corpi illuminanti con posa esterna
celata alla vista.
L’illuminazione del Portale d’ingresso sarà quindi realizzata tramite due corpi illuminanti
LED Mini Woody da 20 Watt con Ottica Flood posti in in alto in posizione ottimale per
valorizzare ulteriormente il Portale stesso.
13 IMPIANTO DI TERRA
Il presente progetto si limiterà alla verifica dell’idoneità dell’esistente impianto di terra
ed alla realizzazione dei collegamenti di terra delle nuove linee elettriche a servizio
della nuova illuminazione artistico-monumentale.
14 PRESCRIZIONI DI CARATTERE GENERALE
14.1 Circuiti – Cavi e conduttori
a) Isolamento dei cavi:
Nel caso ricorra l’uso i cavi da adoperare all’interno degli edifici dovranno essere di tipo
flessibile FTG10(O)M1, conformi alle Norme CEI 20-45, a bassissima emissione di fumi
e gas tossici conformi a CEI 20-37 e 20-38, isolati con mescola elastomerica reticolata
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con sottoguaina di speciale mescola termoplastica, tensione nominale 0,6/1KV, non
propaganti l’incendio conforme CEI 20-22 III.
I cavi per la distribuzione delle linee dorsali in cavidotto dovranno essere del tipo
flessibile conformi a CEI 20-13, tipo FG7(O)R 0,6/1KV, isolati con gomma
etilenpropilenica ad alto modulo con sottoguaina in PVC, non propaganti l’incendio
conforme CEI 20-22 II.
b) colori distintivi dei cavi:
i conduttori impiegati nell'esecuzione degli impianti devono essere contraddistinti dalle
colorazioni previste dalle vigenti tabelle di unificazione CEI-UNEL. In particolare, i
conduttori di neutro e protezione devono essere contraddistinti rispettivamente ed
esclusivamente con il colore blu chiaro e con il bicolore giallo-verde. Per quanto
riguarda i conduttori di fase, devono essere contraddistinti in modo univoco per tutto
l'impianto dai colori: nero, grigio (cenere) e marrone;
c) sezioni minime e cadute di tensioni massime ammesse:
le sezioni dei conduttori calcolate in funzione della potenza impegnata e della
lunghezza dei circuiti (affinché la caduta di tensioni non superi il valore del 4% della
tensione a vuoto) devono essere scelte tra quelle unificate. In ogni caso non devono
essere superati i valori delle portate di corrente ammesse, per i diversi tipi di conduttori,
dalle tabelle di unificazione CEI-UNEL.
Indipendentemente dai valori ricavati con le precedenti indicazioni, le sezioni minime
ammesse per i conduttori di rame sono:
•
0,75mm per i circuiti di segnalazione e telecomando;
•
1,5mm per illuminazione di base, derivazione per prese a spina per altri
apparecchi di illuminazione e per apparecchi con potenza unitaria inferiore o uguale a
2,2 kW;
•
2,5mm per derivazione con o senza prese a spina per utilizzatori con potenza
unitaria superiore a 2,2 kW e inferiore o uguale a 3,6 kW;
•
4mm per montanti singoli o linee alimentanti singoli apparecchi utilizzatori con
potenza nominale superiore a 3,6 kW;
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d) sezione minima dei conduttori neutri:
la sezione dei conduttori neutri non deve essere inferiore a quella dei corrispondenti
conduttori di fase. Per conduttori in circuiti polifasi, con sezione superiore a 16 mmq la
sezione dei conduttori neutri può essere ridotta alla metà di quella dei conduttori di
fase, con il minimo tuttavia di 16 mm (per conduttori in rame).
e) sezione dei conduttori di terra e protezione:
la sezione dei conduttori di terra e di protezione, cioè dei conduttori che collegano
all'impianto di terra le parti da proteggere contro i contatti indiretti, non deve essere
inferiore a quella indicata nella tabella seguente, in accordo alle norme CEI 64-8.
Sezione minima dei conduttori di protezione
14.2 Canalizzazioni
I conduttori, a meno che non si tratti di installazioni volanti, devono essere sempre
protetti e salvaguardati meccanicamente.
Dette protezioni possono essere costituite da: tubazioni, canalette porta cavi,
passerelle, condotti o cunicoli ricavati nella struttura edile, ecc. In ogni caso devono
essere rispettare le seguenti prescrizioni.
14.3 Tubi protettivi, percorso tubazioni, cassette di derivazione
• Nell'impianto previsto per la realizzazione sotto traccia, i tubi protettivi devono essere
in materiale termoplastico serie pesante flessibili o rigidi, resistenza alla compressione
750N, posati sotto intonaco o sotto il pavimento.
• il diametro interno dei tubi deve essere pari ad almeno 1,3 volte il diametro del
cerchio circoscritto al fascio dei cavi in esso contenuti. Il diametro dei tubi deve essere
sufficientemente grande da permettere di sfilare e reinfilare i cavi in esso contenuti con
facilità e senza che ne risultino danneggiati i cavi stessi o i tubi. Comunque il diametro
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interno non deve essere inferiore a 16 mm;
• il tracciato dei tubi protettivi deve consentire un andamento rettilineo orizzontale (con
minima pendenza per favorire lo scarico di eventuale condensa) o verticale. Le curve
devono essere effettuate con raccordi o piegature che non danneggino il tubo e non
pregiudichino la sfilabilità dei cavi;
• a ogni brusca deviazione resa necessaria dalla struttura muraria dei locali, a ogni
derivazione secondaria dalla linea principale e in ogni locale servito, la tubazione deve
essere interrotta con cassette di derivazione;
• le giunzioni dei conduttori devono essere eseguite esclusivamente nelle cassette di
derivazione impiegando opportuni morsetti. Dette cassette devono essere costruite in
modo che nelle condizioni ordinarie di installazione non sia possibile introdurvi corpi
estranei e risulti agevole la dispersione di calore in esse prodotta. Il coperchio delle
cassette deve offrire buone garanzie di fissaggio ed essere apribile solo con attrezzo;
• qualora si preveda l'esistenza, nello stesso locale, di circuiti appartenenti a sistemi
elettrici diversi, questi devono essere protetti da tubi diversi e far capo a cassette
separate. Tuttavia è ammesso collocare i cavi nello stesso tubo e far capo alle stesse
cassette, purché essi siano isolati per la tensione più elevata e le singole cassette
siano internamente munite di diaframmi, non amovibili se non a mezzo di attrezzo, tra i
morsetti destinati a serrare conduttori appartenenti a sistemi diversi.
I tubi protettivi dei conduttori elettrici collocati in cunicoli che ospitano altre
canalizzazioni devono essere disposti in modo da non essere soggetti a influenze
dannose in relazione a sovrariscaldamenti, sgocciolamenti, formazione di condensa,
ecc. Nel vano degli ascensori o montacarichi non è consentita la messa in opera di
conduttori o tubazioni di qualsiasi genere che non appartengano all'impianto
dell'ascensore o del montacarichi stesso.
14.4 Canalette porta cavi
Il numero dei cavi installati deve essere tale da consentire un'occupazione non
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superiore al 50% della sezione utile dei canali, secondo quanto prescritto dalle norme
CEI 64-8.
Per il grado di protezione contro i contatti diretti, si applica quanto richiesto dalle norme
CEI 64-8 utilizzando i necessari accessori (angoli, derivazioni ecc.); in particolare,
opportune barriere devono separare cavi a tensioni nominali differenti.
Devono essere previsti per canali metallici i necessari collegamenti di terra ed
equipotenziali secondo quanto previsto dalle norme CEI 64-8.
Nei passaggi di pareti di locali appartenenti a comparti antincendio devono essere
previste opportune barriere tagliafiamma che non degradino i livelli di segregazione
assicurati dalle pareti stesse.
Le caratteristiche di resistenza al calore e al fuoco dei materiali utilizzati devono
garantire lo stesso valore previsto per le pareti dei locali.
14.5 Posa di cavi elettrici, isolati, sotto guaina, in cunicoli praticabili
Dovendo disporre i cavi in più strati, dovrà essere assicurato un distanziamento tra
strato e strato pari ad almeno una volta e mezzo il diametro del cavo maggiore nello
strato sottostante, con un minimo di 3 cm, onde assicurare la libera circolazione
dell'aria.
Per il dimensionamento e mezzi di fissaggio in opera (grappe murate, chiodi sparati
ecc.) dovrà essere tenuto conto del peso dei cavi da sostenere in rapporto al
distanziamento dei supporti, che dovrà essere stabilito di massima intorno a 70 cm.
I cavi, ogni 50m di percorso e quando necessario, dovranno essere provvisti di idonea
fascetta distintiva in materiale inossidabile.
14.6 Posa di cavi elettrici, isolati, sotto guaina, in tubazioni interrate
Al contrario, per la posa interrata delle tubazioni, valgono le prescrizioni precedenti per
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l'interramento dei cavi elettrici circa le modalità di scavo, la preparazione del fondo di
posa (naturalmente senza la sabbia e senza la fila di mattoni), il rinterro ecc.
Le tubazioni dovranno risultare coi singoli tratti uniti tra loro o stretti da collari o flange,
onde evitare discontinuità nella loro superficie interna.
Il diametro interno della tubazione dovrà essere in rapporto non inferiore a 1,3 rispetto
al diametro del cavo o del cerchio circoscrivente i cavi, sistemati a fascia.
Per l'infilaggio dei cavi, si dovranno prevedere adeguati pozzetti di transito e/o di
derivazione.
Il distanziamento fra tali pozzetti verrà stabilito in rapporto alla natura e alla grandezza
dei cavi da infilare.
Tuttavia, per i cavi in condizioni medie di scorrimento e grandezza, il distanziamento
resta stabilito di massima ogni 30 m circa.
I cavi non dovranno subire curvature di raggio inferiore rispetto a quello stabilito dal
costruttore.
14.7 Protezione contro i contatti indiretti
Devono essere protette contro i contatti indiretti tutte le parti metalliche accessibili
dell'impianto elettrico e degli apparecchi utilizzatori, normalmente non in tensione ma
che, per cedimento dell'isolamento principale o per altre cause accidentali, potrebbero
trovarsi sotto tensione (masse).
Per la protezione contro i contatti indiretti ogni impianto elettrico utilizzatore o
raggruppamento di impianti, contenuti in uno stesso edificio e nelle sue dipendenze
deve avere un proprio impianto di terra.
A tale impianto di terra devono essere collegati tutti i sistemi di tubazioni metalliche
accessibili destinati ad adduzione, distribuzione e scarico delle acque, nonché tutte le
masse metalliche accessibili di notevole estensione esistenti nell'area dell'impianto
elettrico utilizzatore stesso.
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14.8 Coordinamento dell'impianto di terra con dispositivi di interruzione
Una volta verifica l’esistente impianto di messa a terra, la protezione contro i contatti
indiretti può essere realizzata con uno dei seguenti sistemi:
a) coordinamento fra impianto di messa a terra e dispositivi di protezione di massima
corrente. Questo tipo di protezione richiede l'installazione di un impianto di terra
coordinato con un interruttore con relè magnetotermico, in modo che risulti soddisfatta
la seguente relazione:
R <50 / Is
dove I è il valore in ampere della corrente di intervento in 5 secondi del dispositivo di
protezione; se l'impianto comprende più derivazioni protette da dispositivi con correnti
di intervento diverse, deve essere considerata la corrente di intervento più elevata;
b) coordinamento di impianto di messa a terra e interruttori differenziali. Questo tipo di
protezione richiede l'installazione di un impianto di terra coordinato con un interruttore
con relè differenziale che assicuri l'apertura dei circuiti da proteggere non appena
eventuali correnti di guasto creino situazioni di pericolo. Affinché detto coordinamento
sia efficiente deve essere osservata la seguente relazione:
R < 50/Id
dove I è il valore della corrente nominale di intervento differenziale del dispositivo di
protezione.
14.9 Protezione mediante doppio isolamento
In alternativa al coordinamento fra impianto di messa a terra e dispositivi di protezione
attiva, la protezione contro i contatti indiretti può essere realizzata adottando macchine
e apparecchi con isolamento doppio o rinforzato per costruzione o installazione:
apparecchi di Classe II.
In uno stesso impianto la protezione con apparecchi di Classe II può coesistere con la
protezione mediante messa a terra; tuttavia è vietato collegare intenzionalmente a terra
le parti metalliche accessibili delle macchine, degli apparecchi e delle altre parti
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dell'impianto di Classe II.
14.10 Protezione delle condutture elettriche
I conduttori che costituiscono gli impianti devono essere protetti contro le sovracorrenti
causate da sovraccarichi o da corto circuiti.
La protezione contro i sovraccarichi deve essere effettuata in ottemperanza alle
prescrizioni delle norme CEI 64-8.
In particolare, i conduttori devono essere scelti in modo che la loro portata (Iz) sia
superiore o almeno uguale alla corrente di impiego (Ib) (valore di corrente calcolato in
funzione della massima potenza da trasmettere in regime permanente).
Gli interruttori automatici magnetotermici da installare a loro protezione devono avere
una corrente nominale (In) compresa fra la corrente di impiego del conduttore (Ib) e la
sua portata nominale (Iz) e una corrente in funzionamento (If) minore o uguale a 1,45
volte la portata (Iz).
In tutti i casi devono essere soddisfatte le seguenti relazioni:
I < I < Iz
I < 1,45 Iz
Gli interruttori automatici magnetotermici devono interrompere le correnti di corto
circuito che possono verificarsi nell'impianto per garantire che nel conduttore protetto
2
non si raggiungano temperature pericolose secondo la relazione I2t ≤ K S2 in accordo
alle CEI 64-8.
Essi devono avere un potere di interruzione almeno uguale alla corrente di corto
circuito presunta nel punto di installazione.
È tuttavia ammesso l'impiego di un dispositivo di protezione con potere di interruzione
inferiore a condizione che a monte vi sia un altro dispositivo avente il necessario potere
di interruzione.
In questo caso le caratteristiche dei 2 dispositivi devono essere coordinate in modo che
l'energia specifica passante, I2t, lasciata passare dal dispositivo a monte, non risulti
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superiore a quella che può essere sopportata senza danno dal dispositivo a valle e
dalle condutture protette.
14.11 Apparecchi di illuminazione
Gli apparecchi saranno dotati di schermi che possono avere compito di protezione e
chiusura e/o di controllo ottico del flusso luminoso emesso dalla lampada.
Gli apparecchi saranno in genere a flusso luminoso diretto/indiretto secondo il luogo di
installazione e per un miglior sfruttamento della luce emessa dalle lampade; nel caso
specifico gli apparecchi saranno a flusso luminoso indiretto con elevato grado di
limitazione dell’abbagliamento.
14.12 Ubicazione e disposizione delle sorgenti
Ribadendo anche quanto già detto al precedente punto 2.3. particolare cura si dovrà
porre nello alla scegliere il posizionamento di installazione per eliminare qualsiasi
pericolo di abbagliamento diretto e indiretto.
15 QUALITÀ E CARATTERISTICHE DEI MATERIALI, VERIFICHE E PROVE DEGLI
IMPIANTI
Tutti i materiali e gli apparecchi impiegati negli impianti elettrici devono essere adatti
all'ambiente in cui sono installati e devono avere caratteristiche tali da resistere alle
azioni meccaniche, corrosive, termiche o dovute all'umidità alle quali possono essere
esposti durante l'esercizio.
Tutti i materiali e gli apparecchi devono essere rispondenti alle relative norme CEI e alle
tabelle di unificazione CEI-UNEL, ove queste esistano.
Nella scelta dei materiali è raccomandata la preferenza ai prodotti nazionali o
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comunque a quelli dei Paesi della CE.
Tutti gli apparecchi devono riportare dati di targa ed eventuali indicazioni d'uso
utilizzando la simbologia del CEI e la lingua italiana.
15.1 Accettazione dei materiali
I materiali dei quali sono stati richiesti i campioni potranno essere posti in opera solo
dopo l'accettazione da parte della Direzione Lavori..
La Ditta appaltatrice non dovrà porre in opera materiali rifiutati dalla Direzione Lavori,
provvedendo quindi ad allontanarli dal cantiere.
15.2 Modo di esecuzione ed ordine dei lavori
Tutti i lavori devono essere eseguiti secondo le migliori regole dell'arte e le prescrizioni
impartire al riguardo dalla Direzione dei Lavori, in modo che gli impianti rispondano
perfettamente a tutte le condizioni stabilite nella presente relazione ed al progetto
esecutivo approvato.
L'esecuzione dei lavori deve essere coordinata secondo le esigenze che possono
sorgere dalla contemporanea esecuzione di tutte le altre opere affidate ad altre Ditte.
La Ditta appaltatrice è pienamente responsabile degli eventuali danni arrecati, per fatto
proprio e dei propri dipendenti, alle opere dell'edificio e/o a terzi.
Salvo preventive prescrizioni dell'Amministrazione appaltante, la Ditta appaltatrice ha
facoltà di svolgere l'esecuzione dei lavori nel modo che riterrà più opportuno per darli
finiti nel termine contrattuale secondo le regole dell'arte.
La Direzione dei Lavori potrà, però, prescrivere un diverso ordine nell'esecuzione dei
lavori, salvo la facoltà della Ditta appaltatrice di far presenti le proprie osservazioni e
riserve nei modi e nei termini prescritti.
15.3 Verifiche e prove degli impianti
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Durante il corso dei lavori, la Direzione Lavori potrà eseguire verifiche e prove
preliminari sugli impianti o parti degli stessi, in modo da poter tempestivamente
intervenire qualora non fossero rispettate le condizioni del presente disciplinare e del
progetto approvato.
Le verifiche potranno consistere nell'accertamento della rispondenza dei materiali
impiegati con quelli stabiliti, nel controllo delle installazioni secondo le disposizioni
convenute (posizioni, percorsi ecc.), nonché in prove parziali di isolamento e di
funzionamento e in tutto quello che può essere utile allo scopo sopra accennato.
Dei risultati delle verifiche e delle prove preliminari di cui sopra, si dovrà compilare
regolare verbale.
15.4 Collaudo definitivo degli impianti
Il collaudo definitivo comprenderà tutte le prove e verifiche previste dalle norme CEI e
tutte quelle che saranno ritenute necessarie dalla Direzione Lavori, in particolare
includerà anche un esame a vista con esecuzione di un'ispezione visiva per accertarsi
che gli impianti siano realizzati a perfetta regola d’arte nel rispetto delle prescrizioni
delle Norme generali, delle Norme degli impianti di terra e delle Norme particolari riferite
all'impianto installato ed al progetto appaltato. Il controllo deve accertare che il
materiale elettrico, che costituisce l'impianto fisso, sia conforme alle relative Norme, e
sia installato in modo conforme alle prescrizioni normative e non presenti danni visibili
che ne possano compromettere la sicurezza.
Tra i controlli a vista devono essere effettuati i controlli relativi a:
– protezioni, misura di distanze nel caso di protezione con barriere;
– presenza di adeguati dispositivi di sezionamento e interruzione, polarità, scelta del
tipo di apparecchi e misure di protezione adeguate alle influenze esterne,
identificazione dei conduttori di neutro e protezione, fornitura di schemi, cartelli
monitori, identificazione di comandi e protezioni, collegamenti dei conduttori.
È opportuno che tali esami inizino durante il corso dei lavori.
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15.5 Verifica
del
tipo
e
dimensionamento
dei
componenti
dell'impianto
e
dell'apposizione dei contrassegni di identificazione
Si deve verificare che tutti i componenti dei circuiti messi in opera nell'impianto
utilizzatore siano del tipo adatto alle condizioni di posa e alle caratteristiche
dell'ambiente, nonché correttamente dimensionati in relazione ai carichi reali in
funzionamento contemporaneo, o, in mancanza di questi, in relazione a quelli
convenzionali.
Per cavi e conduttori si deve controllare che il dimensionamento sia fatto in base alle
portate indicate nelle tabelle CEI-UNEL; inoltre si deve verificare che i componenti
siano dotati dei debiti contrassegni di identificazione, ove prescritti.
15.6 Verifica della sfilabilità dei cavi
Si deve estrarre, ove possibile, uno o più cavi dal tratto di tubo o condotto compreso tra
due cassette o scatole successive e controllare che questa operazione non abbia
provocato danneggiamenti agli stessi. La verifica va eseguita su tratti di tubo o condotto
per una lunghezza pari complessivamente a una percentuale compresa tra l'1% e il 5%
della lunghezza totale.
15.7 Misura della resistenza di isolamento
Si deve eseguire con l'impiego di un idoneo strumento avente le caratteristiche indicate
nella norma CEI 64-8.
La misura si deve effettuare tra l'impianto (collegando insieme tutti i conduttori attivi) e il
circuito di terra, e fra ogni coppia di conduttori tra loro e, durante lo svolgimento della
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stessa, gli apparecchi utilizzatori devono essere disinseriti. La misura è relativa a ogni
circuito, intendendosi per circuito la parte di impianto elettrico protetto dallo stesso
dispositivo di protezione.
I valori misurati non devono essere inferiore a quelli minimi indicati dalla norma CEI 648.
15.8 Misura delle cadute di tensione
La misura delle cadute di tensione deve essere eseguita tra il punto di inizio
dell'impianto e il punto scelto per la prova; si inseriscono un voltmetro nel punto iniziale
ed un altro nel secondo punto (i due strumenti devono avere la stessa classe di
precisione).
Devono essere alimentati tutti gli apparecchi utilizzatori che possono funzionare
contemporaneamente: nel caso di apparecchiature con assorbimento di corrente
istantaneo si fa riferimento al carico convenzionale scelto come base per la
determinazione delle sezioni delle condutture.
Le letture dei due voltmetri si devono eseguire contemporaneamente e si deve
procedere poi alla determinazione della caduta di tensione percentuale.
15.9 Verifica delle protezioni contro i corto circuiti e i sovraccarichi
Si deve controllare che:
– il potere di interruzione degli apparecchi di protezione contro i cortocircuiti sia
adeguato alle condizioni dell'impianto e della sua alimentazione;
– la taratura degli apparecchi di protezione contro i sovraccarichi sia correlata alla
portata dei conduttori protetti dagli stessi.
15.10 Verifica delle protezioni contro i contatti indiretti.
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Si devono effettuare le seguenti verifiche:
a) esame a vista dei conduttori di terra e di protezione. Si intende che andranno
controllate sezioni, materiali e modalità di posa nonché lo stato di conservazione sia dei
conduttori che delle giunzioni. Occorre inoltre controllare che i conduttori di protezione
assicurino il collegamento tra i conduttori di terra e il morsetto di terra degli utilizzatori
fissi e il contatto di terra delle prese a spina;
b) misura del valore di resistenza di terra dell'impianto, che andrà effettuata con
appositi strumenti di misura o con il metodo voltamperometrico utilizzando un
dispersore ausiliario e una sonda di tensione, che vanno posti a una sufficiente
distanza dall'impianto di terra e tra loro. Si possono ritenere ubicati in modo corretto
quando siano sistemati a una distanza dal suo contorno pari a 5 volte la dimensione
massima dell'impianto stesso; quest'ultima, nel caso di semplice dispersore a picchetto,
può assumersi pari alla sua lunghezza. Una pari distanza deve essere mantenuta tra la
sonda di tensione e il dispositivo ausiliario;
c) controllo, in base ai valori misurati, del coordinamento degli stessi con l'intervento nei
tempi previsti dei dispositivi di massima corrente o differenziale. Per gli impianti con
fornitura in media tensione, detto valore va controllato in base a quello della corrente
convenzionale di terra, da richiedersi al distributore di energia elettrica;
e) verifica della continuità dei collegamenti equipotenziali.
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