La Linea Maginot © Walter Bugnano Torre corazzata a scomparsa

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La Linea Maginot
© Walter Bugnano
Torre corazzata a scomparsa mod. 1905 modificata per armi miste della piccola opera di Villy-laFerté. L'installazione venne danneggiata dalle cariche esplosive applicate dal Genio pionieri
tedesco durante i combattimenti della campagna di Francia del maggio 1940.
GENESI DELLA LINEA MAGINOT
La Francia, negli anni immediatamente successivi al primo conflitto mondiale, si trovò a doversi
dotare di un nuovo sistema difensivo delle sue frontiere soprattutto con i confini con la Germania e
l'Italia.
La Germania sebbene fosse indebolita dalle clausole del trattato di Versailles, tra cui ricordiamo
l'occupazione della riva destra del Reno e l'economia stritolata da un debito di guerra colossale (132
milioni di marchi oro), aveva il potenziale industriale e territoriale intatto, infatti il territorio
metropolitano non aveva conosciuto ne la guerra, né l'occupazione; inoltre il suo potenziale
demografico, a dispetto dei due milioni di morti, era ancora relativamente alto (due milioni di morti
rappresentava solo il 9,8% della popolazione maschile).
L'Italia in seguito delle disillusioni del trattato di pace in cui fu sicuramente trattata come un alleato
di seconda serie e con la nascita del fascismo di Mussolini, si era sempre più allontanata dai vecchi
alleati per riavvicinarsi alla Germania.
Inoltre l'Alsazia e la Mosella, regioni francesi al confine con la Germania, furono per secoli contese
dai due paesi, passando dall'uno all'altro, finché con la fine della Prima Guerra Mondiale, non
rimasero definitivamente alla Francia. Avvenne così che queste terre, teatro di sanguinose e alterne
vicende, venissero di volta in volta fortificate dagli occupanti del momento, nei punti che,
nell'occasione, erano ritenuti maggiormente strategici.
Nel 1914 all'inizio della grande guerra, la Francia aveva un grande numero di fortificazioni poste a
difesa della frontiera che si estendeva dal Mare del Nord al Mediterraneo. Un considerevole numero
di forti furono costruiti, a partire dal 1875 (1), secondo i dettami del generale Serè de Rivieres (2) e
modernizzati sino a tutto il 1917. I più conosciuti formano le cinture fortificate di Verdun, Toul,
Epinal e Belfort; anche nelle Alpi si fortificò, seguendo i dettami del generale, sorsero quindi i forti
attorno a Bourg Saint Maurice, Albertville, Modane, Briancon, Barcellonette, Sospel e Nizza.
Nel 1918, alla fine della guerra, le fortificazioni sul confine con la Germania erano per la maggior
parte obsolete e semidistrutte, inoltre erano troppo distanti dalla nuova frontiera per avere un ruolo
dissuasivo determinante. Gli alti comandi cominciarono quindi nel 1920 lo studio di un nuovo
sistema di difesa, più moderno costruito ai nuovi confini con la Germania e alcuni anni dopo, con la
salita al governo di Mussolini, si cominciò a pensare di sostituire le fortificazioni ottocentesche del
confine italiano.
Le esperienze acquisite nella prima guerra mondiale a Verdun con il suo complesso fortificato,
fecero nascere nuove teorie sulla condotta della guerra. L'idea era: fermare l'attacco improvviso e la
conseguente invasione, permettendo all'esercito di effettuare la mobilitazione e di organizzare
quindi la controffensiva. Vivaci discussioni scoppiarono tra i marescialli Foch, Petain e Jofre sino a
che, con la supervisione del ministro della guerra Painlevè, si pervenne a dei compromessi.
Vennero create due commissioni: la prima denominata "COMMISSIONE DI DIFESA DELLE
FRONTIERE" (CDF), istituita nel dicembre del 1925, il cui scopo era: stabilire il tracciato della
linea fortificata, la sua organizzazione, le forme generali e una prima stima dei costi. La seconda,
denominata "COMMISSIONE DELL'ORGANIZZAZIONE DELLE REGIONI FORTICATE"
(CORF), venne istituita nel dicembre 1927. Lo scopo era la realizzazione tecnica e pratica di tre
grandi regioni fortificate: Metz, Lauter, Alpes comprendenti la difesa del Nord e del Reno.
Il 7 gennaio 1929 Painlevè fece approvare durante il consiglio dei ministri il sistema difensivo
proposto dalla CORF e il 1 Novembre del 1929, cedette il suo ministero ad ANDREE' MAGINOT
(3). Fu Maginot a presentare il programma alla camera dei deputati e poi al senato. Il senato approvò
la legge con una maggioranza superiore al 90% dei voti e venne accordato il finanziamento
necessario al primo lotto di lavori (200 milioni di franchi).
Il programma diventò legge il 14 Gennaio 1930, quindi si poteva procedere nella costruzione. In
realtà le opere preliminari erano già iniziate, infatti l'avvio dei lavori avvenne negli ultimi mesi del
1929 su entrambe le rive della Mosella, nei dintorni di Thionville, nella regione di Bitche,
nell'Alsazia del Nord. Nel periodo tra il 1930 e il 1931 fu la volta di numerosi cantieri secondari, i
lavori fervevano a Longuyon e lungo il Reno sino ai sobborghi di Basilea: venne iniziata la Maginot
Alpina lungo la frontiera italiana.
La regione denominata TROUEE DE LA SARRE (letteralmente varco del fiume Sarre) tra Saint
Avold e Rohrbach non venne ancora fortificata: solo in seguito verrà predisposta una difesa,
inondando vaste porzioni di terreno rendendola quindi impraticabile (ZONA DELLE
INONDAZIONI).
L'ossatura della Linea Maginot fu quindi realizzata a partire dal 1930, nel 1933 i grossi forti erano
finiti, dal 1933 al 1935 vennero istallati gli impianti elettromeccanici, gli armamenti e l'arredo
interno. Si può quindi affermare che nel Nord-Est da LONGUYON (dipartimento Meurthe e
Moselle) a BASILEA (ai confini con la Svizzera) la "Linea", nelle sue parti essenziali fu finita entro
il 1935.
Nelle Alpi le condizioni orografiche e climatiche allungarono i tempi per l'esecuzione dei lavori,
tanto che numerosi forti erano ancora allo stato di cantiere nel 1940 (Plan Caval, Granges
Communes, Restefond). Lungo la frontiera del Nord Est, la CORF costruì una catena di
fortificazioni che, nel 1935, assommava a 20 grossi forti, misti artiglieria e fanteria, 26 piccoli forti
per la fanteria, di cui cinque dotati di artiglieria, 293 tra casematte per la fanteria e blockhaus, 78
ricoveri di intervallo, 14 osservatori d'artiglieria corazzati. Per contro, a causa della continua
diminuzione degli stanziamenti, la CORF dovette ridimensionare i suoi piani, per cui alcuni forti si
trasformarono in singole casematte o peggio ancora sparirono del tutto. Secondo una stima
ragionevole si può affermare che nel Nord - Est la Linea Maginot esistente è solo il 50% di quanto
progettato inizialmente.
Nel 1936 il Belgio proclamò la stretta neutralità (4) pertanto occorse rinforzare questa frontiera e
dare più continuità alla Linea ove necessario. Dal 1934 al 1938 vennero costruiti alcuni
rafforzamenti detti "NOUVEAUX FRONTS" (Nuovi fronti), tra la valle della Sarre e Bitche, tra
Montmedy e Sedan e al Nord davanti a Maubeuge e Valenciennes. Questo prolungamento non
aveva più la solidità, né la potenza delle prime realizzazioni, era inoltre dotato di pochissima
artiglieria di medio calibro.
I fatti dimostreranno che questa fortificazione economica non poteva opporsi efficacemente
all'attacco nemico; il nuovo fronte realizzò solo due opere di artiglieria, 10 piccole opere e 55
casematte d'intervallo.
La Linea Maginot a partire dal Mare del Nord sino a giungere al confine Svizzero conta ora:
22 grossi forti
36 piccoli forti
348 casematte e blockhaus (311 secondo un autore)
78 ricoveri corazzati
14 osservatori
Quanto al fronte delle Alpi assomma a:
23 forti dotati di artiglieria
34 piccoli forti
29 casematte di intervallo + 8 di seconda linea
22 avamposti
3 osservatori
A sostegno di questo assieme poderoso vanno aggiunte decine di caserme, decine di depositi per
materiali e munizioni, ferrovie e strade militari.
Un capitolo a parte fu la fortificazione di complemento o fortificazione di campagna permanente,
costruita negli anni compresi tra il 1935 e il 1940. Migliaia di blockhaus di diverso tipo vennero
costruiti sia negli intervalli della fortificazione CORF sia davanti sia dietro la linea principale. La
maggior parte furono fabbricati dalla manodopera militare (MOM) (5) se la quantità era enorme, la
qualità scarseggiava, la serietà ed il rigore della fortificazione CORF non si troverà più.
L'ATTACCO ALLA LINEA MAGINOT
L'ora della verità, per la Linea Maginot, scocca con l'attacco lanciato dai Tedeschi il 10 maggio
1940; eccone la cronistoria: da Mauberge a Sedan dove la linea era composta da fortificazioni di
scarso valore difensivo, lo sfondamento fu repentino (13-25 maggio 1940).
Nel settore di Montmedy il piccolo forte de "La Ferte" venne preso, benché il suo equipaggio non si
fosse arreso, abbandonati al loro destino 107 uomini vi trovano la morte (19 maggio 1940). Nella
Sarre, dopo una prima battaglia difensiva vittoriosa, il ripiegare delle truppe di complemento,
permise ai Tedeschi di infiltrarsi (14-15 giugno 1940) e di attaccare dal dietro i piccoli forti di
Kerfent, di Bambesch, di Haut Poirer e di Welschhof; sprovvisti di artiglieria pesante queste
fortificazioni si arresero una dopo l'altra tra il 20 e il 24 giugno.
Nei bassi Vosgi i Tedeschi attaccarono nei punti deboli e sfondarono la Linea facilmente (19 giugno
1940), il 15 giugno sul Reno, le truppe germaniche lanciarono un attacco su vasta scala, le
casematte costruite sulla riva vennero attaccate con artiglieria appostata nei boschi della spiaggia
opposta (cannoni a tiro teso di piccolo e medio calibro), vennero quindi rapidamente distrutte.
Le casematte della seconda linea (linea dei villaggi) prive di artiglieria e ormai abbandonate a se
stesse dalle truppe di intervallo, vennero a loro volta assaltate, prese e distrutte. L'attacco fu sferrato
dalle truppe d'assalto e dai guastatori tedeschi che operarono di concerto con l'aviazione. Questa
supplì egregiamente, con i bombardieri in picchiata, all'impossibilità dell'artiglieria tedesca a
supportare efficacemente gli assaltatori.
Per contro, l'opera di Fermont potentemente armata da artiglieria, riuscì a respingere gli attacchi
nemici; nel settore di Thionville, Michelsberg resistette vittoriosamente appoggiato dal tiro delle
artiglierie di Anzeling, Mont De Welches e Hackenberg.
Nel settore di Haguenau, Four a Chaux, Hochwald e Schoenenbourg congiunsero le loro forze e
respinsero ogni attacco (19-25 giugno 1940).
Nelle Alpi l'attacco sferrato dagli Italiani viene ovunque respinto prima di giungere alla linea di
resistenza offerta dai grossi forti. Si può quindi trarre la seguente conclusione, ove la Linea Maginot
fu costruita secondo gli schemi originali e quindi potentemente armata di artiglieria, ebbe modo di
resistere efficacemente a ogni attacco, sia esso frontale che proveniente dalle retrovie.
Schema tipo dell'organizzazione di un settore fortificato
NOTE
1. Nel 1870 scoppia la guerra franco prussiana che vede la Francia sconfitta, di conseguenza la
caduta dell'impero di Napoleone III e la perdita dei territori dell'Alsazia e della Lorena. [torna su]
2. SERE DE RIVIERES era un generale del genio militare laureatosi al politecnico e che fu
incaricato dal ministro della guerra della 2ª Repubblica di studiare un nuovo sistema difensivo per
le frontiere. [torna su]
3. Uomo politico nato a Parigi nel 1877, reduce della guerra 1914 - 1918 in cui fu ferito, diventa
ministro della guerra nel 1922-24 e nel 1929-32 succedendo a Painlevè. [torna su]
4. Su questa questione sono nate alcune nuove teorie, il vecchio concetto era che non era possibile
costruire una fortificazione permanente poderosa ai confini con un alleato e quindi solo dopo la
dichiarazione di neutralità, si pensò di fortificare il confine, la nuova teoria, sostenuta da storici
inglesi è che, non costruendo alla frontiera con il Belgio, si invoglia il nemico ad attaccare nel punto
più debole, quindi la Germania si troverà tre nemici in più (Belgio, Olanda, Lussemburgo). Per il
trattato di mutuo soccorso gli inglesi e i francesi, portando soccorso, contrattaccheranno in territorio
Belga, evitando così l'invasione del territorio nazionale. I fatti smentirono clamorosamente questa
strategia. [torna su]
5. Nelle Alpi la manodopera militare fu impiegata proficuamente riducendo così i costi e l'impiego
di imprese civili, essa agì secondo le regole imposte dalla Corf, solo nelle seconde e terze linee la
fortificazione scade di potenza. [torna su]
Settori fortificati e difensivi a difesa delle frontiere.
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