Alternativa Libertaria

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FOGLIO
TELEMATICO
DELLA
FEDERAZIONE
DEI
COMUNISTI
ANARCHICI
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Alternativa Libertaria
Saint’Imier, 140 anni dopo
Notizie da Coketown
Dopo cinque giorni di discussioni in cui
ci si è sforzati di difendere la voce di un
anarchismo sociale aperto, innovativo e
ambizioso di fronte al mondo e alla sua
complessità, dove siamo in grado di
raccogliere l a sfida di difendere una politica senza dogmatismi che parte dai
desideri e dalle esigenze delle persone,
ecco la dichiarazione finale proposta
alla rete Anarkismo.
Grazie al lavoro e allo sforzo dei numerosi volontari e alla calda accoglienza
degli abitanti di-St-Imier, abbiamo potuto, in intensi dibattiti, conferenze, incontri e altri eventi culturali spontanee,
affermare l’anarchismo come una proposta politica viva, aperta e innovativa.
E diciamo: non resteremo ai margini!
Prima notizia: a Coketown,
nell’Italia del ventunesimo
secolo, si muore di carbone
come nell’Inghilterra di Dickens. E si muore di più nei
quartieri più poveri. Perchè i padroni di oggi
come quelli di allora scelgono, se appena possono, di essere competitivi risparmiando non
solo sui salari, ma anche sulla salute, sull’ambiente, sugli impianti, sui cicli, sui controlli,
a parte qualche parcella ogni tanto.
E di fronte a una strage silenziosa ormai
scientificamente assordante lo Stato corre
come sempre (loro) in soccorso, prima rivendicando un ruolo di indirizzo dell’attività industriale in Italia (ma quando mai si
è fatta, negli ultimi decenni, in Italia, una
politica industriale che non fosse un prono
asservimento ai desiderata - miopi, per lo
più, oltre che egoisti- dei padroni?), poi proponendosi garante di quando non è mai riuscito a far rispettare in questi anni, ovvero il
rispetto almeno nominale delle norme ambientali. Questo anche di fronte all’evidenza
di scelte industriali, statali prima e private
poi, di continuare le attività inquinante con
coscienza e volontà per la logica del profitto,
calpestando le più elementari regole di sicurezza, violando sistematicamente le prescrizioni concordate con gli Enti di controllo,
anche in presenza di accordi di programma che pongono le spese, come al solito, in
larghissima misura a carico della collettività,
che continua e continuerà a pagarne i prezzi sanitari e ambientali. Grazie alle scelte di
compatibilità fatte finora dalle istituzioni e
dai sindacati, si è permesso all’ILVA di rendere indisponibili km di territorio a ogni
attività agricola e alimentare, pur in presenza
di dati epidemiologici che stimano incrementi a due cifre della mortalità correlata
all’acciaieria. E così monitoraggi, AIA, prescrizioni: tutto questo per decenni è stato
bypassato, eluso, taroccato, non sono state
applicate leggi, per favorire il padron Riva
ma oggi sì oggi è la volta buona [sic!] tutto
funzionerà! E lasciamo stare il resto di Taranto, tutto quello che non è il siderurgico,
l’ Eni e non solo la raffineria, il Cementir,
l’apparato militare a cui le leggi direttamente
non si applicano.
Il tutto condito dal solito ruolo dei media
che dosano le informazioni che dalle problematiche ambientali via via si sono arricchite di particolari in base agli andamenti
delle trattative tra azienda e governo sul da
farsi con un unico preciso scopo, di volta in
volta accentuando un argomento piuttosto
che un altro, per salvare il padrone o meglio
padron RIVA, anche considerando che prima di lui era lo Stato, e questo basta. Uno
scontro tra poteri dello Stato a tutela, come
sempre, dei più forti.
Abbiamo ricordato la nostra storia, per preparare le nostre battaglie future e concentrare i nostri sforzi, riaffermiamo il valore
delle posizioni e risoluzioni del Congresso
di St. Imier, alla base dell’anarchismo sociale, per favorire i futuri sviluppi e assicurare le basi di una vera unità di azione tra
tutti i settori combattivi e anti-burocratici
della lotta sociale.
Nel 1872 il Congresso di St-Imier si è
voluto aperto alla diversità e alla pluralità
di idee e pratiche del movimento operaio
anti-burocratico e federalista che costituiva
il nascente movimento libertario.
Ha rifiutato la forma-partito, gerarchica,
istituzionale ed elettorale, difesa dalla corrente socialista autoritaria. Ha combattuto
la concezione statalista del cambiamento
che intendeva, e intende ancora oggi, fare
della conquista e dell’occupazione dello
Stato lo strumento della trasformazione
sociale.
Il Congresso a suo tempo ha ugualmente dichiarato la sua volontà di combattere
ogni tipo di organizzazione, gerarchica, burocratica istituita per esercitare il comando
e creare la delega, la sottomissione e l’obbedienza.
A tutto questo, il Congresso ha opposto
la federazione delle organizzazioni sindacali
e delle lotte, la libera iniziativa, il progetto
socialista di autogestione e di cambia-
Non entriamo nel cappello del mago
Ancora una volta alcuni compagni anarchici vengono arrestati con accuse deliranti, un fatto
che si ripete con cadenza periodica. Ora nelle patrie galere è finito Massimo Passamani e la
compagna Daniela Battisti è sottoposta agli arresti domiciliari.
Le accuse sono ridicole, il nome dato all’operazione di polizia puzza di fascista,”Ixodidae” che significa zecca, è esemplare e non nasconde l’utilizzo simbolico di una operazione di polizia diretta
a discriminare gli arrestati ed il loro ruolo nelle lotte sociali, dall’antifascismo all’opposizione alla
costruzione della Tav ed alla solidarietà espressa e dimostrata al movimento in Val Susa.
Scontato il grande risalto mediatico all’operazione, sventolati come risolutori alla riuscita
delle indagini una mole impressionante di controlli telefonici, mail e gps, che dimostrano un
controllo sociale da fare impallidire il vecchio KGB, per arrivare ad un reato associativo che da
solo, anche senza riscontri oggettivi a carico degli imputati, fa rischiare anni di galera.
Questi arresti sono la conferma di una tendenza del controllo sociale a prevenire ogni ruolo nel
prossimo futuro assunto dal movimento rivoluzionario, i comunicati di sostegno alla operazione della DIGOS, in primis quello del partito democratico, sono rivolti alla pura criminalizzazione di attività e comportamenti non controllabili, e quindi da additare come illegali e
da criminalizzare nel più classico degli schemi di propaganda di regime, per cercare di togliere
ogni possibile supporto e condivisione alle forme di opposizione radicali, agli anarchici ed al
movimento rivoluzionario, per cacciare in galera il dissenso a “furor di popolo”.
Noi anarchici e libertari non cadiamo in questa trappola, continuiamo ad affermare la nostra indisponibilità al compromesso politico e sociale basato sulla distruzione ambientale e
sulla macelleria sociale imposti dalla dittatura dell’accumulazione capitalista, per una
società comunista e libertaria, dove siano i
lavoratori, i ceti popolari a scegliere il proprio
destino e non i consigli di amministrazione
delle aziende ed i loro servitori di Stato.
Agli arrestati la nostra solidarietà umana e
politica, siamo stufi di vedere compagn* essere
tirati fuori dal cappello dei maghi dello Stato
e le loro vite gettate al vento per rinvigorire lo
show di fronte ad un pubblico in mano agli
illusionisti di un sistema di potere che sempre
più usa metodi repressivi contro ogni pratica
di dissenso che sia fuori e contro le logiche del
dominio capitalista.
Stampato in proprio
c/o piazza Capuana 4 61032 Fano
per contattare la redazione
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mento sociale, ha
proposto la pluralità delle forme
di organizzazione
non gerarchica nel
movimento operaio, nelle sue lotte
e nel progetto del
socialismo libertario.
Molte lotte, azioni militanti e tentativi rivoluzionari hanno preceduto e seguito il
Congresso Internazionale del 1872.
L’anarchismo è nel solco di questa storia.
Oggi è un movimento politico che coinvolge molte esperienze e le realizzazioni
comuni a un gran numero di collettivi,
di organizzazioni specifiche e sindacali, di
lotta sociale e popolare. L’anarchismo contribuisce alla costruzione di un movimento
coerente capace di intervento efficace e forte, che cerca la coerenza tra mezzi e fini e
ha per fine quello di cambiare radicalmente la società. Per noi, l’anarchismo alimenta
le lotte sociali e si nutre di queste stesse
lotte. Porta il suo contributo al movimento
popolare di auto-emancipazione e di autoorganizzazione.
Ogni resistenza, ogni lotta, ogni dissenso,
ogni alternativa pone la questione della libertà e dell’uguaglianza. Ogni lotta sociale
apre prospettive che dobbiamo accompagnare verso la liberazione sociale e politica.
La trasformazione sociale radicale che noi
portiamo nelle nostre speranze e che prepariamo con le nostre azioni non può risultare che dalla volontà, dall’autodeterminazione e dall’impegno consapevole delle
classi popolari, degli individui, degli uomini e delle donne di oggi, dominat* da
questo sistema ingiusto.
Siamo coinvolti in una vera e propria guerra sociale ed economica, di varia intensità
ma sempre più cruda, più viva, più brutale. Una situazione di insicurezza sociale e
di insicurezza si generalizza, saccheggiando
i beni comuni, distruggendo i servizi pubblici, cercando di instillare la paura, la rassegnazione e la sottomissione, imponendo
ovunque il capitalismo. E questa guerra è
condotta dal capitalismo e dai governi statali, come sempre al suo servizio.
Governi che cercano di imporre una colonizzazione totale delle nostre condizioni,
cercando di mettere al servizio del sistema
di produzione capitalistica tutte le nostre
attività. Nel frattempo, vi è una recrudescenza di vecchi elementi di dominio: il
patriarcato, la discriminazione di sesso e di
genere, la xenofobia, il razzismo, la schiavi-
tù, lo sfruttamento. Queste disuguaglianze
servono a rafforzare la valorizzazione del
capitalismo e a garantire la riproduzione
generale del sistema.
L’anarchismo critica un sistema unitario di
controllo e di dominio che obbedisce ogni
giorno di più a una logica oligarchica.
L’anarchismo non sottovaluta in alcun
modo gli spazi e le libertà civili, i servizi
pubblici, i beni comuni, quelle residue politiche di ridistribuzione della ricchezza, e di
solidarietà sociale, che restano. Gli anarchici cercano di difendere ed estendere queste
conquiste. Tutti questi progressi sono stati
conquistate in passato da lotte sociali. Chi
sperava di cambiare la società attraverso la
conquista del potere statale è stato smentito. La conquista del potere istituzionale, l’integrazione nel potere dello Stato e
l’azione di governo, la partecipazione alle
elezioni non ha contribuito in niente al
miglioramento delle condizioni comuni di
vita, ai diritti politici e sociali. Al contrario,
è rifiutando di delegare allo Stato il governo e la definizione del bene comune che le
persone possono effettivamente difendere
i propri interessi e aspirazioni. E’ agendo
direttamente, moltiplicando e rafforzando
le proprie organizzazioni, impadronendosi
della ricchezza sociale e dei mezzi di produzione e di distribuzione, imponendo le
proprie esigenze, creando le proprie forme
di organizzazione e conducendo battaglie
sul terreno culturale che le classi popolari
possono opporsi alla barbarie del sistema
attuale, emanciparsi e migliorare le proprie
condizioni di esistenza.
Così i i partiti di sinistra non appaiono
più come forze del progresso e della giustizia sociale. Non difendono più neanche le
conquiste già fatte. Al contrario, accellerano la rovina e lo smantellamento delle nostre conquiste sociali. La burocratizzazione
del movimento operaio e sociale, la politica
della delega orientata verso l’integrazione
nelle istituzioni statali, il rifiuto della lotta
e l’imposizione della pace sociale ad ogni
costo, la sottomissione agli obiettivi, alle
strategie, ai valori capitalistici della globalizzazione ci stanno portando a una regressione sociale, politica ed ecologica di grandi
dimensioni.
È per questo che l’efficacia della lotta e la
costruzione dialternative concrete sono
legate all’azione diretta popolare perché
questa si incardina nella convinzione che
i gruppi sociali debbano auto-emanciparsi
e agire su base federalista e solidarista. In
questa società classista, non c’è nè consenso nè compromesso che possa soddisfare
l’interesse comune. Noi rivendichiamo un
chiaro dissenso con l’autorità. L’azione diretta è portatrice di una proposta aperta e
plurale di trasformazione sociale. E si declina in una pluralità di forme di organizzazioni e di azione in grado di federare le
resistenze popolari.
Gli anarchici operano all’interno dei movimenti di lotte per garantire la loro autonomia, la capacità di federarsi in una prospettiva rivoluzionaria e libertaria, per costruire
il potere popolare, per una reale emancipazione economica, politica e sociale.
Il nostro progetto è il comunismo libertario. Noi rivendichiamo la convergenza delle tradizioni e delle esperienze accumulate
in questo senso: intervento sul territorio,
autogoverno municipale, autogestione,
consigli operai e di quartiere, sindacalismo
Notizie da Coketown
Seconda notizia a Coketown: I lavoratori, almeno un pò, non ci stanno. Per fortuna.
Se sulla mancanza o perdita del lavoro i padroni di qualsiasi latitudine ci giocano, la cronica
mancanza di lavoro di molte aree del Sud non può che sfociare nella difesa dell’esistente così
com’ è. E così la struttura di comando dell’azienda, dirigenti, capi, capetti, pseudosindacalisti, questi ultimi particolarmente agguerriti, tutta la struttura di comando di fatto proclama
gli scioperi, blocchi stradali, si schiera contro l’ingerenza esterna che può arrivare sino alla
chiusura. Beninteso sono scioperi che non arrecano danno all’azienda ma nemmeno al salario, sono scioperi pagati dall’azienda.
Totale mancanza di autonomia dei lavoratori, della classe diremmo noi, un punto di caduta
inaccettabile, l’interclassismo azienda/lavoratori/stato.
E invece qualcuno continua a chiedere, a pretendere, di lavorare per vivere e non per morire.
Terza notizia: da Coketown, quella che verrà: la crescita e e il rafforzamento dei comitati
popolari, con la partecipazione dei lavoratori, dei cittadini e dei tecnici.
Occorre una partecipazione diretta e motivata dei lavoratori al percorso decisionale e di
controllo per la definizione dell’adeguamento del ciclo produttivo e alla sua messa in sicurezza, e occorre la partecipazione diretta e motivata della società civile per l’imposizione, qui
e ora, delle misure di bonifica necessarie al risanamento delle aree degradate, per costruire
una vertenza che partendo da dentro il siderurgico si colleghi con l’esterno e che rivendichi
soluzioni precise e tempi di attuazione altrettanto precisi, che costruisca coscienza e partecipazione popolare come forma di controllo e potere nel territorio e sul lavoro.E poichè sono
le donne e gli uomini che abitano e abiteranno Coketown che continueranno a pagare con
la propria vita e la propria salute, che almeno i padroni paghino il resto.
Nocivo per la salute dei siciliani, capace
di interferire con le strumentazioni tecnologiche dell’aeroporto Fontanarossa di
Catania e d'impedire l'entrata in funzione di quello di Comiso , ingombrante ostacolo per il rilancio delle economie
territoriali, il Muos è soprattutto uno strumento di guerra e di morte, l’arma perfetta per i conflitti
del 21° secolo degli Usa, catastrofica rappresentazione dell’opera umana nell’ambiente naturale, a
partire dalla devastazione della riserva naturale SIC Sughereta a Niscemi (habitat di una flora ed
una fauna meravigliose) e dei suoi pericolosissimi effetti sulla vita dell’uomo (incremento malattie
quali tumori e leucemie). Il sistema di antenne che sta per essere installato a Niscemi, attraverso
le sue enormi parabole (che verranno a breve impiantate) permetterà il flusso planetario delle
operazioni militari, in un territorio già gravemente stuprato dal petrolchimico di Gela e dalle 41
antenne NRTF, operanti sempre nella Sughereta da 21 anni, nonostante le onde elettromagnetiche
violino le norme di legge.
A Sigonella la situazione è altrettanto allarmante poiché la base Usa è diventata la capitale mondiale dei micidiali aerei senza pilota (Global Hawk, Predator, Reaper) e del “grande orecchio” con
il sistema di sorveglianza terrestre AGS per le guerre telecomandate, che stanno causando insostenibili pericoli per le popolazioni ed il traffico aereo civile.
A 30 anni dalle grandi mobilitazioni popolari contro l’installazione degli euromissili a Comiso
dobbiamo opporci a chi minaccia le nostre vite e riprendere in mano ora il nostro futuro.
---Vogliamo che si revochi l'installazione del MUOS e si smantellino le 41 antenne NRTF a Niscemi
---Vogliamo che la base di Sigonella sia smilitarizzata e riconvertita in aeroporto civile internazionale
---Vogliamo che si taglino le crescenti spese militari per criminali guerre neocoloniali , mentre chi ci
governa procede con sanguinosi tagli alle spese sociali per salvare il capitale finanziario ed il debito
delle banche
---Impediamo che la nostra isola continui ad essere un avamposto di guerra ed il Mediterraneo un
cimitero marino; Mobilitiamoci per una Sicilia ponte di pace e cooperazione fra i popoli
Coordinamento regionale Comitati NoMuos
di base e conflittuale a gestione diretta, libero accordo per la creazione, la sperimentazione, l’associazione, il federalismo e la costruzione delle alternative.
Vale a dire, la costruzione dalla base di potere popolare diretto, non statale.
Vogliamo la rottura con il capitalismo.
Noi lottiamo per l’autogestione in una società futura basata sulla libertà e l’uguaglianza.
Questo obiettivo comporta forme diverse di organizzazione in tutti i settori della vita
economica e sociale. Questo approccio chiama a una società autogestita, uno sviluppo
sociale ed economico liberamente scelto. La socializzazione delle forze di produzione e di
scambio, e l’autogestione sociale ne costituiscono la forma principale. La parità di accesso alle risorse rinnovabili e la socializzazione dei mezzi di produzione sostengono le
possibilità di libera associazione, di sperimentazione economica e di sperimentazione nel
l’organizzazione delle condizioni di vita.
L’autogestione si basa sulla libera organizzazione di coloro che lavorano, consumano, e
sono membri della società, dopo l’abolizione dello Stato, in un quadro di autodeterminazione politica, di democrazia diretta, di diritti delle minoranze.
L’anarchismo sociale, l’anarco-sindacalismo ed il sindacalismo rivoluzionario, così come
il comunismo libertario, difendono un progetto politico basato sulla coerenza tra fini e
mezzi, tra le azioni quotidiane e le lotte rivoluzionarie, tra movimento crescente di autoemancipazione e e la trasformazione sociale radicale. Dal 1872, il nostro movimento
contribuisce con molti altri uomini e donne liberi ad aprire questo percorso.
Il nostro impegno oggi è di proseguire in questo progetto, tanto a lungo quanto ci porterà l’azione diretta dei popoli.
http://www.rebellion-osl.ch/declfinalanarkismoit.pdf
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