2015.11.14 Criteri di giudizio, logica

CRITERI DI GIUDIZIO, LOGICA, ERRORI - di Roberto VACCA
"Perchè dovrei imparare più cose, se poi ne dimentico tante?" - mi scrive
un mio giovane amico. E chiede: "Che cosa è la cultura? Forse quel che resta
quando uno ha dimenticato tutto?"
Gli rispondo: "No: sei colto se ti sei formato buoni criteri di giudizio. Se
sai distinguere i discorsi seri da quelli sciocchi o falsi. Se sai come imparare cose
che magari avevi già appreso in passato. Se sai evitare i tranelli e sai trovare
scorciatoie buone."
Per raggiungere questo livello devi aver confrontato tante descrizioni di
fatti fra loro e con la realtà. Devi ricordare almeno alcuni principi generali, fatti,
nozioni e classificazioni. Devi saper usare alcuni strumenti vitali. Fra questi,
anche prima della matematica, c'è la logica. Ai tempi antichi questa disciplina si
insegnava nelle scuole superiori. Poi Giovanni Gentile fece la sua riforma e fu
eliminata, sebbene fosse anche più importante della teoria dell'evoluzione
biologica. La filosofia fu sostituita dalla storia della filosofia. Viene ancora
insegnata spesso in modo discorsivo, sfocato, idealistico - anche ripetendo il
pensiero screditato di autori sorpassati. Così ai nostri liceali nessuno insegna
bene il principio di non contraddizione di Aristotele (una proposizione logica allo
stesso tempo e nello stesso senso non può essere vera e falsa), nè quali siano le
19 forme di sillogismo ammissibili, fra le 64 combinazioni possibili di
proposizioni affermative (universali e particolari) e negative (universali e
particolari). Per ricordarle i logici medioevali associavano la lettera A alle
proposizioni affermative universali, I alle affermative particolari, E alle negative
universali e I alle negative particolari. Poi usavano 19 parole le cui vocali
ricordano il tipo delle 3 proposizioni che formano un sillogismo valido. Sono:
Barbara, Celarent, Darii, Ferio, Baralipton, Celantes, Dabitis, Fapesmo,
Frisesmo, Cesare, Camestres, Festino, Baroco, Darapti, Felapton. Disami, Datisi,
Bocardo, Ferison.
Per ragionare bene conviene anche conoscere i 13 tipi di fallacie, cioè di
argomenti irrilevanti che portano a conclusioni errate. Fra questi la petizione di
principio che consiste nel prendere come ipotesi (assunta come vera) la tesi da
dimostrare. Esempio: dimostrazione che Moravia è uno scrittore migliore di
Tamaro. Proposizione principale: le persone di buon gusto sanno decidere quali
scrittori siano i migliori. Media: le persone di buon gusto preferiscono Moravia a
Tamaro. Conclusione: Moravia è migliore di Tamaro. E come definire le persone
di buon gusto? Qualcuno può dire che si riconoscono perchè preferiscono
Moravia a Tamaro. Così la petizione di principio, oltre a non dimostrare nulla,
torna anche su se stessa con un argomento circolare.
L'argomento "ad ignorantiam" consiste nel sostenere che un'opinione è
vera perchè nessuno ancora ha dimostrato che è falsa. Il "non sequitur" - o
fallacia della falsa causa - consiste nell'affermare che un evento è causato da un
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altro solo perchè lo ha seguito nel tempo. Esempio: avevo un forte raffreddore ho bevuto 10 gocce di una medicina omeopatica - dunque: quella medicina
omeopatica è una cura infallibile del raffreddore. Una trattazione completa si
trova nel libro di Irving Copi "Introduzione alla logica" (Il Mulino, 1961).
Poi corriamo il rischio di accettare per vere asserzioni che sentiamo
ripetere più spesso. Il rischio è maggiore se le ripetono persone note o competenti
in altri campi. Attenti qui! Alcuni famosi medici sostengono sciocche opinioni in
psicologia e in economia. Alcuni famosi economisti dicono sciocchezze se
parlano di informatica. Alcuni fisici ripetono teorie filosofiche di valore nullo.
Così si viene creando un insieme confuso di principi, idee, pregiudizi,
proposizioni che possiamo chiamare "saggezza convenzionale" e che, in effetti, è
costituita da slogan. Questi sono spesso privi di senso oppure hanno una certa
validità in contesti particolari, in certi periodi di tempo o in certe discipline.
Abbiamo sentito tutti ripetere come verità assolute o almeno comunemente
accettate:
"La psicanalisi sostiene che ogni azione umana è dettata da istinti sessuali". "Le
aziende private sono sempre più efficienti di quelle pubbliche, dunque conviene
privatizzare tutte quelle statali o a partecipazione statale."
"Non bisogna
contrastare le inclinazioni naturali di ciascuno di noi: la disposizione verso certe
abilità o interessi è innata." Sono frasi vaghe tutt'al più vere parzialmente e
contengono anche affermazioni false.
Poi ci sono le frasi a effetto ripetute degli oratori che propugnano
ideologie, religioni o partiti politici. Ricordo una vignetta che mostrava un
oratore davanti a un folto pubblico. Leggeva un testo di cui non si distinguevano
i caratteri. Si leggevano solo i suoi appunti in stampatello: uno a margine di un
passo evidenziato in rosso, diceva: ARGOMENTO DEBOLE: ALZARE LA
VOCE E BATTERE IL PUGNO SUL LEGGIO!.
Confucio aveva ragione a dire "Guardatevi dai buoni parlatori." Con la
ripetizione di argomenti falsi, accoppiati ad altri veri e con la modulazione di toni
di voce autorevoli o suadenti, sono capaci di trascinare le folle. Consiglio di
rivedere le cassette video dei discorsi di Mussolini. Trascinava all'applauso
piazze di migliaia di persone ripetendo frasette roboanti prive di riferimento con
la realtà
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