La Magia e il Potere del Sangue «Ricorda bene queste parole

La Magia e il Potere del Sangue
«Ricorda bene queste parole, ragazzo: la magia di cui noi mortali ci vantiamo tanto è solo
un’ombra del Fuoco di Kurash. Sulla Vetta delle Anime brucia la Fiamma Segreta. Dalla sua
infinita energia noi attingiamo il nostro grande potere. Se il Fuoco di Kurash venisse spento, le
nostre anime seguirebbero lo stesso destino. Per questo nessun mago deve mai fare parola del
Fuoco di Kurash. Questo è l’ultimo insegnamento.»
– Wonderrod, Maestro della Scuola delle Parole che Uccidono
Su Neir il dono della magia è considerato in due modi: come un dono o come una condanna. Il
Regno di Nü è uscito quasi del tutto incolume dalla catastrofe della Notte Eterna grazie, oltre alla
propria posizione geografica privilegiata, alla magia.
Le scuole di magia sono molto rare e i costi per ricevere l’insegnamento troppo alti per la gente
comune. Inoltre le scuole di magia spesso si insediano solo laddove esistono mura e milizie in grado
di difenderle dai mostri, dai non morti e dai banditi. Quelle scuole che si ergono in terre desolate
costituiscono una importante eccezione.
Nelle terre selvagge, infatti, lo studio della magia è quasi del tutto inesistente. La magia scorre nel
sangue di un prescelto della tribù, che crescendo assume spesso il ruolo di stregone o sciamano del
villaggio. Gli stregoni che vagano solitari per il mondo sono reietti, dei folli che gli anziani hanno
preferito esiliare per salvaguardare la comunità oppure degli spiriti liberi che sono fuggiti da un
villaggio che sentivano troppo stretto.
La magia di Neir deriva dal Fuoco di Kurash. Non se ne conoscono le origini, e la sua esistenza è
nota unicamente a quegli adepti che hanno la possibilità di compiere degli studi arcani, oppure da
pochissimi eletti cui il fuoco appare in una visione, splendente su una vetta innevata, al
raggiungimento del decimo anno di età (variabile a seconda dell’età media della razza).
Un antico arcimago di Nü, Kurash, scoprì l’esistenza del Fuoco Segreto migliaia di anni prima
dell’avvento della Notte Eterna. In vita, Kurash non rivelò a nessuno la locazione del fuoco, ma
trascrisse il risultato dei suoi infaticabili studi sulle Rivelazioni di Kurash (di cui non è noto il
numero esatto di copie), un libro che viene mostrato solennemente ad un allievo solo al termine dei
suoi studi. Nel corso dei secoli, nessuna di queste copie riuscì indenne all’usura del tempo: un libro
potrebbe contenere informazioni di cui un altro manca e viceversa. Esistono casi di famosi falsi
spacciati per autentici e tutt’oggi è molto difficile, anche per un bibliotecario esperto, distinguere
quale copia sia autentica e quale non lo sia.
All’interno del libro, Kurash proclamò le sue teorie riguardo al Fuoco Segreto, alimentando la
leggenda secondo cui l’incantatore che sarà in grado di trovare il Fuoco di Kurash e sottometterlo al
proprio volere ascenderà al rango divino.
Kurash sospettava che il Fuoco Segreto fosse opera della dea della magia Lanie, ma si sbagliava: in
realtà, per ragioni inspiegabili, nessuna divinità può avvicinarsi al Fuoco Segreto. Il Fuoco respinge
gli dei così come la luce scaccia le tenebre. Quando era ancora in vita, Lanie teorizzò che un potere
più grande degli stessi dei avesse originato e plasmato il Fuoco in modo tale da respingere e
distruggere la Stirpe Immortale. Il Fuoco di Kurash, seppure per via indiretta, risulta estremamente
dannoso per gli dei. Questi preferiscono tenersene alla larga, e affidare alla saggezza e alla potenza
dei draghi il compito di custodire il Fuoco. A conti fatti, le origini del Fuoco costituiscono un
mistero irrisolto per gli stessi dei…
Quel che è certo è che se il mondo di Neir non si è finora trasformato in un corpo celeste congelato
e privo di vita, lo deve soprattutto alla sconfinata potenza magica irradiata dal Fuoco Segreto. Per
qualche inspiegabile ragione, così come il Fuoco repelle le divinità, i fumi invisibili delle sue
fiamme arcane aleggiano in ogni dove del mondo portandovi un po’ di calore. Calore che, se pure
non sia paragonabile all’energia emanata dalla Grande Stella, costituisce comunque la salvezza del
mondo di Neir rendendo possibile la vita di draghi, mortali, piante e animali.
Ma Nebvarasa e il mondo di Neir non sono dominate da una sola magia. Oltre alla magia scaturita
dal Fuoco Segreto e alla magia divina esiste una fonte di potere nota come “vera magia”.
La magia che in principio plasmò Nebvarasa, il sistema solare di cui fa parte Neir, era una magia
ben più potente e antica di quella attuale. La vera magia era nota solo ad alcuni dragoni dell’antica
Mazak’hra. Nella loro grande saggezza, i draghi preferirono perdere la guerra finale contro le razze
umanoidi, consci che scatenare la potenza della vera magia avrebbe recato una rovina immane sul
mondo.
Oggi i draghi in grado di utilizzare alcuni poteri di vera magia si contano sulla punta delle dita. I
mortali ignorano l’esistenza della vera magia, ad eccezione di potentissimi maghi e stregoni, quali
la Strega di Nü e la Matrona di Sangue.
La vera magia in sé contiene il potere di creare e di distruggere, della vita e della morte, della luce e
dell’ombra ai loro stadi più puri. I draghi credono che gli Spiriti Divini si siano generati dalla vera
magia.
In quelle regioni di Neir dove anticamente dimoravano grandi dragoni, gli effetti della vera magia
permangono: è il caso della Verde Foresta, protetta dal potere preservare vita (lo stesso che le 3
sorelle dragone di Larass’hra hanno utilizzato per salvare le loro foreste dall’avvento della Notte
Eterna).
Fra gli eruditi si mormora che Namass’rya, la potentissima strega hjilaki, abbia sperimentato il
potere annienta vita sulla Foresta di Pietra, trasformandola in un luogo sinistro e pericoloso.