madre teresa di calcutta

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madre teresa di calcutta
LA PICCOLA MATITA NELLE MANI DI DIO
Aurora Bendotti,
Rebecca Bona,
Giulia Odracci.
Vita:
Nacque il 26 agosto 1910 a Skopje (ex Jugoslavia) da una famiglia di cittadinanza
albanese.
Attratta dalla vita religiosa, venne accolta a Dublino dalle suore di Nostra Signora di Loreto,
ispirate al tipo di spiritualità indicato negli «Esercizi spirituali» di Sant’Ignazio di Loyola.
La superiora la mandò in India nel 1929 dove ebbe inizio il suo noviziato.
Nel maggio del 1931 assunse il nome di Suor Teresa e nel 1935 venne mandata a Calcutta
dove si trovò a confronto con la realtà della miseria più nera, ad un punto tale che la lasciò
sconvolta.
Nel 1946 lasciò il convento per consacrarsi al servizio dei poveri.
Nel 1947, a 37 anni, Suor Teresa indossò per la prima volta un «sari», la veste tradizionale
delle donne indiane.
Nel 1950 Papa Pio XII autorizzò la nuova istituzione denominata «Congregazione delle
Missionarie della Carità.»
Chiese poi all’amministrazione comunale un locale disponibile per accogliervi gli
abbandonati. Gli venne proposta la casa che serviva un tempo ai pellegrini del tempio indù
«Kalì la nera» e lei accettò.
Morì il 5 settembre 1997 suscitando commozione in tutto il mondo.
Fu beata nel 2003 da Giovanni Paolo II quando ormai aveva già concluso la sua vita.
Fondazioni:
Le missionarie della carità:
Sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio fondato da Madre Teresa nel 1950.
Lo scopo è assistere moralmente e materialmente i poveri e quelle persone che si sentono
escluse dalla società e che fuggono da tutto e da tutti.
Stabilì come divisa un sari bianco a strisce azzurre poiché fu il più economico.
Il numero di persone crebbe rapidamente tanto che nel 1953 le suore si spostarono in nuova
sede, messa a disposizione dall’arcidiocesi di Calcutta.
Oltre ai tre voti comuni a tutti i religiosi (povertà, obbedienza e castità), le Missionarie
emettono un quarto voto: offrire se stesse per il servizio dei più poveri dei poveri.
Sono presenti in numerosi paesi d’Europa, Africa, Asia, Oceania e delle Americhe; la sede è a
Calcutta.
Nel 2008 la congregazione contava 5194 religiose in 762 case.
La casa di Khaligat per i morenti:
Khaligat è situata vicino ad un tempio dedicato alla dea Khali, da cui prende spunto il nome.
Venne inaugurata nel 1952 per offrire cure e assistenza ai numerosi malati rifiutati dagli ospedali
citadini.
Le persone venivano assistite e avevano la possibilità di morire secondo la propria fede: ai
musulmani si leggeva il Corano, agli Indù si dava acqua del Gange e i cattolici ricevevano l’estrema
unzione.
All’inizio fu difficile a causa delle accuse da parte dei sacerdoti induisti: madre Teresa fu accusata di
battezzare i malati in punto di morte, senza chiedere il loro parere.
Negli anni queste attività missionarie si ampliarono inserendo l’assistenza ai bambini abbandonati o
rimasti orfani.
Una delle baraccopoli nel cuore del quartiere di Calcutta
che porta il nome della dea
I lebbrosi di Santhi Nagar:
Si dedicò anche alla lebbra che a quel tempo era molto diffusa.
Nel 1957, con aiuto di un medico, cominciò ad accogliere e assistere alcuni lebbrosi.
Poco dopo realizzò delle cliniche mobili per contenere i focolai di infezione, seguendo un modello di
un medico belga per curare i malati a domicilio.
Nel 1958 aprì un centro per i lebbrosi a Tigarah, nella periferia di Calcutta.
Si ricordò che anche Gandhi curò i lebbrosi quindi volle dedicargli la struttura chiamandola «dono
d’amore di gandhi».
Nel 1961 il governatore del Bengala affidò alle missionarie della carità un terreno a 300 km da
Calcutta, presso il confine Bihar. Qui realizzò il villaggio ‘Santhi Nagar’ (città della pace) dove i malati
di lebbra potevano vivere e lavorare.
I lebbrosi di Tigarah.
Citazioni:
• «Io sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient’altro. È Lui che
pensa, è Lui che scrive. La matita non ha nulla a che fare con tutto
questo. La matita deve solo poter essere usata».
È da questa bellissima metafora da cui è partita la nostra riflessione.
La matita che può sembrare un semplice bastoncino di legno con un’anima di
legno chiamatasi grafite, in realtà nelle mani di Dio ha tutto un altro sapore:
disegnare un mondo migliore, scrivere la storia degli uomini e lasciare un
segno del Suo amore all’umanità intera.
• «Quello che facciamo è soltanto una goccia nell’oceano. Ma se non ci
fosse quella goccia all’oceano mancherebbe.»
Madre Teresa associava spesso i doni della natura alle azioni dell’uomo.
La goccia della frase è l’esempio più significativo che poteva scegliere perché
è la volontà ed il desiderio di aiutare il prossimo.
• «Non ci sono lebbrosi, solo la lebbra, e si può curare»
Questa frase era spesso ripetuta da madre teresa durante la cura e l’assistenza ai
lebbrosi.
Il suo scopo era di eliminare la lebbra attraverso cure e aiuti da parte delle missionarie.
Madre Teresa a
contatto con dei
bambini.
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