Le politiche per l’occupazione giovanile in Spagna Jordi García Viña Pepa Burriel Rodríguez Universitat de Barcelona INDICE Situazione Economica Riferimenti storici Situazione attuale Soluzioni concrete Situazione economica dell’Unione Europea 1. Tasso di disoccupazione UE 2. Dati sulla disoccupazione Tasso di disoccupazione EU15, nell’agosto del 2011: 10,0 % Tasso di disoccupazione EU27 nell’agosto del 2011: 9,5 % (un incremento di oltre 7 milioni, rispetto a marzo 2008, ed un aumento di più del 45%) Totale di disoccupati: 22,785 milioni in EU 27, 15,739 milioni in EA Il tasso più basso: Austria (3,7 %), Paesi Bassi (4,4 %) e Lussemburgo (4,9 %) e la più alta in Spagna(21,2 %), Grecia (16,7 %) e Lettonia (16,2 5%) Rispetto allo scorso anno (2010), la disoccupazione è diminuita in 16 Stati Membri, è aumentata in 10 ed è rimasta stabile in uno (Romania) Nel corso di quest’anno, nell’EU27, la disoccupazione maschile si è abbassata dal 9,6 al 9,3% e la disoccupazione femminile è rimasta stabile al 9,7%. Nell’agosto del 2011 il tasso di disoccupazione era del 9,1% in USA e 4,7% in Giappone. 3. Percentuali di disoccupazione 25 20 15 10 5 ES EL LV LT IE SK EE PT BG HU E A 17 FR E U 27 PL UK IT FI SI SE RO CY DK BE CZ MT DE LU NL AT 0 Tasso di disoccupazione giovanile nell’Ue 4. 5. Dati sulla disoccupazione giovanile Nell’agosto del 2011, 5,139 milioni di giovani (minori di 25 anni) erano disoccupati nella EU27 (3,129 milioni nella EU15). Il tasso di disoccupazione era del 20,9% nella EU27 e del 20,4% nella EU15 Rispetto ad agosto del 2010, nella EU27 la disoccupazione giovanile è diminuita di 107,000 persone. Il tasso più basso si osserva nei Paesi Bassi (7,5%), in Austria (7,9%) e in Germania (8,9%) e la più alta in Spagna (46,2%), in Grecia (42,9%) e in Lituania (33,2). 6.Percentuale di disoccupazione giovanile 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 ES EL LT IE SK LV IT PT PL FR SE RO EE UK EU 27 EA17 CY FI CZ U SA LU BE MT SI DK DE AT NL 0 Questo livello di disoccupazione costituisce un costo personale e sociale per molti lavoratori, inoltre, suppone un freno non accettabile per la crescita dell’economia e del lavoro Il costo della disoccupazione in Spagna nel 2010 ammonta a 40.000 milioni di euro, 3,9% del PIL. Riferimenti storici Legge 51/1980, dell’ 8 di ottobre, sull’occupazione e lavoro Legge 32/1984, del 2 di agosto, di protezione per la disoccupazione Real Decreto 625/1985, del 2 di aprile Istituto Nazionale per l’Occupazione e Lavoro (Instituto Nacional de Empleo INEM) Situazione attuale 1. Disoccupazione giovanile Il problema più importante non è il livello attuale di disoccupazione giovanile, ma le sue ripercussioni future Questa disoccupazione aumenta più velocemente quando l’economia siferma Qualità della formazione Il tasso di disoccupazione giovanile è solitamente il doppio rispetto al tasso di dicsoccupazione generale (UE: 20,9 – 9,9 %) Corrispondenza con le esigenze del mercato del lavoro Il tasso di disoccupazione non diminuisce nella misura in cui aumenta la formazione Comportamento dei soggetti formati 2. Relazione tra la disoccupazione giovanile e le carenze del sistema scolastico Abbandono scolastico prematuro. Disorganizzazione didattica. Segmentazione del mercato del lavoro. Scarsa efficacia delle politiche attive per l’occupazione e lavoro. Partecipazione al lavoro e effetto “scoraggiamento”. 3. Abbandono scolastico prematuro. Relativamente elevato in comparazione con gli altri Stati membri: Malta 38,0 % Portogallo 34,3 % Spagna 30,6 % UE15 UE27 19,5 % 18,3 % La cosa più importante non è la quantità, ma la sua persistenza e la scarsa relazione con il ciclo economico degli ultimi 15 anni. L’abbandono scolastico rende difficile il passaggio al mondo del lavoro e si ripercuote negativemente sulla carriera professionale, dal momento che non dispongono delle giuste conoscenze per accedere al mercato del lavoro. Cause principali dell’abbandono scolastico prematuro: 70,4 % 8.7 % Mancanza di volontà nella continuazione degli studi. Realizzare differenti studi. 8.1 % Trovare un’opportunità di lavoro. 3.4% Motivi economici. 2.2 % Preferenza di educazione professionale per adulti. Disorganizzazione didattica La crescita della formazione è stata incline a favorire l’istruzione universitaria Anche se esiste un miglioramento intergenerazionale del livello di educazione, la Spagna è in coda in quanto a studi secondari (40,1 % - 61,1 % UE), principalmente in formazione professionale. Mancanza di coordinazione tra la domanda di lavoro qualificata e l’ offerta. Ciò provoca che i laureati spagnoli subiscano in comparaazione con i laureati europei: Disoccupazione Sottoccupazione Stipendi bassi Segmentazione del mercato del lavoro Elevato numero di contratti a tempo determinato per le persone con età compresa tra i 5 e i 24 anni: Spagna Francia, Germania, Portogallo y Svezia UE27 58,6 % 50% o più 41,2 % Mentre nell’ UE l’istruzione riduce la probabilità di avere un contratto a tempo determinato, in Spagna questo solo si ha tra coloro che hanno più di 25 anni. L’85% dei giovani che accede al mondo del lavoro (18 anni) è attraverso un contratto a tempo determinato e, 10 anni dopo, il 35% degli stessi cotinua a non aver un contratto a tempo indeterminato. Scarsa efficenza delle politiche attive per l’occupazione e il lavoro (en España PAE) La Spagna è il Paese in cui più persone partecipano alle politiche occupazionali rispetto alla popolazione attiva Totale Minori di 25 anni Spagna 15 % 30 % UE 4,5 % 10 % La spesa spagnola per le politiche occupazionali attive rispetto al PIL si è collocata al di sopra della media europea, ma la quantità per ciascuna persona in cerca di lavoro è rimasta minore (12,5 % inferior a UE). La Spagna dedica quasi la metà delle risorse per incentivare l’assunzione e il mantenimento dei posti di lavoro (riduzione della cuota aziendale alla Previdenza Sociale), mentre l’UE dedica solo il 25 %; la spesa per la formazione (Spagna, 24,5 % - UE, 40 %), inserimento e riqualificazione professionale (Spagna, 3,8 % - UE, 14,1 %) sono ridotti. I disoccupati que partecipano in attività formative si concentrano in compiti poco qualificati, con basso livello di formazione specifica e una durata insufficiente dei corsi Partecipazione al lavoro ed effetto “scoraggiamento” Generale diminuzione della propensione a entrare nel mercato del lavoro per i minori di 25 anni. La perdita del lavoro e l’aumento del tempo trascorso in stato di disoccupazione provoca un declino progeressivo dell’intensità di ricerca del lavoro dei giovani disoccupati. Soluzioni concrete Accordi dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro ratificati in Spagna. Accordo sui servizi per l’occupazione, numero 88, 1948. Accordo sulle politiche occupazionali, numero 122, 1964. Accordo sulla cessazione del rapporto di lavoro, numero 158, 1982. Accordo sulle agenzie di collocamento private, numero 181, 1997. Nell’Unione Europea, la Strategia Europea 2020, propone fondamentalmente: 1. Misure di miglioramento per la protezione dei disoccupati. 2. Rafforzamento dei servizi pubblici di collocamento, 3. Programmi di lavoro pubblico o appoggio a misure di flessibilità e 4. Misure per la formazione e la specializzazione dei lavoratori e rafforzamento della ricerca del lavoro e la collocazione dei disoccupati. Decisione del Consiglio, del 19 di maggio del 2011, relativa all’orientamento per le politiche occupazionali e del lavoro negli Stati Membri. Aumentare la participazione di donne e uomini al mercato del lavoro, ridurre la disoccupazione struttrale e fomentare il lavoro qualificato Decisione del Consiglio, del 21 di ottobre del 2010, relativa all’orientamento per le politiche occupazionali e del lavoro negli Stati Membri Ottenere una popolazione attiva qualificata, che risponda alle esigenze del mercato del lavoro e promuovere il lifelong learning Migliorare la qualità e il risultato dei sistemi didattici e di formazione a tutti i livelli e incentivare la partecipazione all’istruzione superiore o a questa equivalente. Promuovere l’inserimento sociale e lottare contro la povertà Dinanzi alla crisi, la maggior parte dei Paesi hanno messo in pratica un’ampia serie di politiche attive di protezione di carattere strutturale, per contrastare gli effetti sociali sia nel lavoro, che nella recessione economica. La tendenza generale è, a differenza di crisi anteriori, di incentivare lo sforzo in politiche attive nel mercato del lavoro. Situazione in Spagna Legge 56/2003, del 16 di dicembre sull’occupazione e lavoro Politiche ATTIVE Real Decreto 1796/2010, del 30 di dicembre, che regola le agenzie di collocamento Organismi delle diverse Comunità Autonome Prestazioni contributive per la disoccupazione Politiche PASSIVE Prestazioni assistenziali per la disoccupazione Protezione in caso di cessata attività Soluzioni proposte RILANCIO ECONOMICO RIFORMA DELLA LEGISLAZIONE DEL LAVORO MIGLIORAMENTO NEL CAMPO DELL’ISTRUZIONE MIGLIORAMENTO DELLE POLITICHE ATTIVE PER L’OCCUPAZIONE E IL LAVORO Miglioramenti nel campo dell’istruzione Ridurre l’abbandono scolastico prematuro: – Maggior controllo e appoggio agli studienti a rischio. – Facilitare il reinserimento nel sistema educativo di coloro che lo hanno abbandonato prematuramente. Migliorare le possibilità di inserimento lavorativo dei giovani facilitando il passaggio dal sistema educativco al mondo del lavoro. Creare un doppio sistema di formazione professionale (3 anni, realizzati simultaneamente negli istituti scolastici di formazione professionale e nelle imprese che aderiscono al programma). Riforma del numero dei corsi universitari in base alla durata e al contenuto. Miglioramento delle politiche attive per l’occupazione e lavoro (I). Questioni generali Le politiche occupazionali attive sono un elemento complementare al mercato del lavoro; ciò che importa è avere un posto di lavoro. Non esiste un concetto unitario di politiche attive per occupazione e lavoro. Quattro funzioni fondamentali: – – – – Informazione: conoscere il mercato del lavoro. Intermediazione: contatto tra domanda e offerta Orientamento: guida per la persona che cerca un impiego. Assistenza. Tre modelli in Europa: – Modello di cooperazione: gli ambiti di informazione e di servizi base di intermediazione e gestione tra offerta e domanda sono di competenza essenziale ma non esclusiva dei servizi pubblici. – Modello di integrazione: esistono spazi concreti per l’attività pubblica e altri per i servizi privati, però i servizi publici svolgono un ruolo di pianificazione, coordinamento e controllo. – Modello competitivo: soggetti privati e pubblici interagiscono a parità di condizioni, senza quote riservate e con uguali sovvenzioni e finanziamenti Miglioramento delle politiche attive per l’occupazione e lavoro (II). Soluzioni concrete Abbandono di una posizione rigida e creazione di misure flessibili e più personalizzate che possano adattarsi alle esigenze e necessità di ogni utente. Attenzione al cittadino da parte degli uffici pubblici per l’inserimento Necessità di migliorare e incrementare le azioni relative alle fasi di intermediazione, informazione e consulenza. Chiarire la relazione tra Stato e Comunità Autonome. Specializzazione e diversificazione dei servizi offerti dagli operatori pubblici e privati. Incremento dell’attenzione dedicata alle imprese. Miglioramneto del percorso personale di inserimento. Neccesità di aumentare, da un punto di vista quantitativo e qualitativo, gli operatori tecnici (più autonomia e responsabilità delle attività e dei risultati). Necessitá di valutare in modo sistematico i risultati dei diversi programmi, mettendo in risalto i risultati ottenuti dai singoli gestori, secondo quanto stabilito dagli standard nazionali. Grazie per la Vostra attenzione