Capitolo 14
Mercati dei fattori
Robert H. Frank  Microeconomia - 4a Edizione
Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl
A CHE PUNTO SIAMO
¾PARTE SECONDA
¾1) Teoria dell’impresa
¾ Le imprese producono acquistando i fattori
produttivi (K e L) e combinandoli secondo una
funzione di produzione (Q=f(K,L)). Nel fare cio’,
esse massimizzano la produzione dato il vincolo di
costi (o minimizzano i costi dato il vincolo di
produzione).
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¾2) Teoria della struttura dei mercati
¾ Le imprese fanno ciò di cui al punto 1), su mercati:
¾ - perfettamente concorrenziali
¾ - monopolistici
¾ - oligopolistici
¾ - di concorrenza monopolistica
¾ Per concludere la PARTE SECONDA, oggi
studiamo come le imprese acquistano i fattori
produttivi (K e L).
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¾IL LAVORO
¾1) Domanda di lavoro
¾2) Offerta di lavoro
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¾1) DOMANDA DI LAVORO
¾ 1 a) in concorrenza perfetta
¾ 1 b) in concorrenza imperfetta
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1 a) LA DOMANDA DI LAVORO IN
CONCORRENZA PERFETTA
¾ Si è visto in che modo la massimizzazione del profitto
guidi le scelte dell’impresa nella scelta del livello
ottimale di produzione
¾ La produzione richiede l’impiego dei fattori produttivi
¾ La massimizzazione del profitto guida l’impresa anche
nella scelta della quantità ottima di input da impiegare
nella produzione
¾ “La mia Q* è 100. Quanto lavoro devo assumere per
poter produrre 100?”
¾ Si ricordi che nel breve periodo l’altro input (in questo
caso il capitale) è fisso
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NEL BREVE PERIODO (CON K FISSO)
¾ Indichiamo con VMPL = P×MPL il valore del prodotto
marginale del lavoro
¾ La regola per un’impresa concorrenziale che assume
lavoratori è quella di espandere le assunzioni finché
VMPL risulta uguale al suo costo (w), vale a dire:
P×MPL = w
Sul lato sinistro: quanto guadagno dall’assunzione di un
lavoratore addizionale
Sul lato destro: quanto mi costa assumerlo
¾ Questa è una relazione molto importante che definisce,
implicitamente, la curva di domanda del fattore lavoro
per un’impresa concorrenziale.
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Figura 14-1: Curva di domanda di lavoro di breve periodo da parte di
un’impresa concorrenziale
Valore prodotto marginale
(€/unità di lavoro)
Prodotto marginale di lavoro
(unità output/unità di lavoro)
Quantità ottimale di lavoro
quando w = 12
L (ora a persona/
giorno)
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L (ora a persona/
giorno)
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¾ Due cose da ricordare:
¾ 1) Parliamo del caso perfettamente concorrenziale,
perché ogni unità addizionale di output dovuta
all’assunzione di un nuovo lavoratore (MPL) viene
venduta sempre al prezzo P (perché l’impresa
affronta una curva di domanda perf.elastica).
¾ 2) La curva di domanda di lavoro dell’impresa
pef.concorrenziale mette in relazione, come sempre,
prezzo (w) e quantità (L)
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NEL LUNGO PERIODO (CON K VARIABILE)
¾ Nel breve periodo (K fisso), se il salario diminuisce,
l’impresa può impiegare più lavoro a parità di capitale.
¾ Nel lungo periodo invece, se il lavoro costa meno
relativamente al capitale, l’impresa può sostituire capitale
con lavoro, quindi aumentando L di più di quanto non
facesse nel breve periodo.
¾ Quindi:
¾ Nel lungo periodo la curva di domanda di lavoro
dell’impresa è più elastica rispetto al breve periodo
¾ Ciò accade in quanto l’impresa ha la possibilità di sostituire
il lavoro con altri fattori produttivi, segnatamente il capitale
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Figura 14-2: Curva di domanda di lavoro nel breve e nel lungo
periodo
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1b) LA DOMANDA DI LAVORO IN
CONCORRENZA IMPERFETTA
¾ A differenza della concorrenza perfetta, nel caso del monopolio
il valore dell’output aggiuntivo derivante dall’ultimo lavoratore
è pari al ricavo marginale per il prodotto marginale del fattore
¾ Se indichiamo con MRPL = MR×MPL il ricavo marginale del
prodotto del lavoro, la regola per un monopolista che assume
lavoratori è quella di aumentare l’occupazione finché MRPL
risulta uguale a w, ossia:
MR×MPL = w
Ancora una volta, sul lato sinistro quello che guadagno
dall’assunzione di un lavoratore, sul lato destro quello che mi
costa.
La differenza è che stavolta l’unità addizionale di output (MPL )
viene venduta a MR, e non più a P.
E come sappiamo MR<P !!!!
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CONFRONTO TRA LE DUE
¾ CONCORRENZA PERFETTA
¾ La legge dei rendimenti marginali decrescenti
(MPL) fa sì che la curva di domanda di lavoro sia
decrescente. Però MPL viene moltiplicato per una
costante, P.
¾ CONCORRENZA IMPERFETTA.
¾ Oltre a questo effetto, ce n’è uno in più: MPL (di per
sé decrescente) viene moltiplicato per una qualcosa
di esso stesso decrescente (MR). E che, in più, è
minore del prezzo.
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¾ Quindi la curva di domanda di lavoro di concorrenza
imperfetta giace, nel piano w-L, più in basso rispetto a quella
di concorrenza imperfetta.
¾ Vale a dire:
¾ A parità di salario, in concorrenza perfetta lavorano più
persone.
¾ Oppure:
¾ A parità di occupazione, in concorrenza perfetta c’è un
salario più alto.
¾ IL TUTTO DERIVA SEMPRE DALLA STESSA COSA:
IN CONCORRENZA IMPERFETTA, VI E’ UN COSTO
NELL’ESPANSIONE DELL’OUTPUT (MR<P).
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¾2) L’OFFERTA DI LAVORO
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L’OFFERTA DI LAVORO
¾ Si supponga che ciascun individuo possa scegliere
quanto tempo dedicare al lavoro per ogni periodo di
tempo preso in considerazione
¾ L’alternativa al lavoro è il tempo libero che comprende
tutte le attività diverse dal lavoro
¾ In questo contesto il tempo libero si valuta in base al suo
costo opportunità, ossia al reddito da lavoro a cui
l’individuo rinuncia per poter godere del tempo libero
¾ Oltre che lavorare e godere del tempo libero ciascun
individuo acquista un insieme di beni e servizi attraverso
il reddito che ottiene dal lavoro
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L’OFFERTA DI LAVORO
¾Il problema dell’individuo è dunque quello
di scegliere tra reddito e tempo libero
¾La scelta per l’individuo è simile a quella
tra due beni già vista in relazione al
comportamento del consumatore
¾Il punto di ottimo, quindi, si avrà quando la
curva di indifferenza tra reddito e tempo
libero risulta tangente al vincolo di bilancio
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Figura 14-4: Scelta ottima tra tempo libero e reddito
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QUAL’E’ IL CONCETTO FONDAMENTALE
QUI?
¾ Il salario è il costo-opportunità (o il prezzo) del
tempo libero.
¾ A cosa rinuncio io per avere tempo libero? Al
salario. Cioè a quello che riceverei se mi offrissi sul
mercato del lavoro invece di godere del tempo
libero.
¾ Ricordate la prima lezione? Il costo che state
pagando nel frequentare l’università non è solo
tasse, affitto, libri, ecc. E’ anche il salario che
avreste guadagnato se invece di impiegare tre anni
nello studio, foste andati a lavorare.
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¾ Variazioni del salario w conducono a variazioni nelle
scelte ottime dell’individuo
¾ Variazioni di w comportano una variazione della
pendenza del vincolo di bilancio; con un nuovo vincolo,
ci sarà una nuova scelta ottimale.
¾ Se w sale si lavora di più o di meno?
¾ Se il prezzo del tempo libero (=w) sale, si domanda
meno tempo libero (= si lavora di più).
¾ SEMPRE? TORNIAMOCI TRA UN MOMENTO
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Figura 14-5: Scelta ottima del livello di tempo libero in corrispondenza di
differenti saggi salariali
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¾Come abbiamo fatto per costruire la curva di
domanda individuale di un bene, si può
costruire in questo caso la curva di domanda
individuale di tempo libero.
¾CIOE’
¾La curva di offerta individuale di lavoro.
¾ Per farlo, occorre semplicemente unire le varie
scelte ottimali in corrispondenza degli aumenti di
salario, e riportarli su un piano w-L.
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¾Nel nostro esempio, questa è la
curva di offerta individuale che salta
fuori:
¾Crescente (=più mi pagate più
lavoro) per certi livelli di salario
¾Decrescente (=più mi pagate meno
lavoro) oltre una certa soglia di w
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Figura 14-6: Curva di offerta di lavoro di un lavoratore
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DOMANDONA
¾ Quando la curva di offerta è negativamente
inclinata, vuol dire che:
¾ Quando il salario aumenta, lavoro meno.
¾ Cioè
¾ Quando il prezzo del tempo libero aumenta,
domando più tempo libero.
¾ Come si chiama un bene per cui quando il suo
prezzo aumenta io ne domando di più?
¾ Bene di Giffen.
¾ IL TEMPO LIBERO E’ UN BENE DI GIFFEN?
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Un passo alla volta
¾ Un bene di Giffen è anche un bene inferiore.
¾ Dai, ricordami il perché….
¾ 1) Effetto-sostituzione: sostituisco il consumo di un bene il
cui prezzo è aumento con l’altro bene (in virtù del
cambiamento dei prezzi relativi)
¾ 2) Effetto-reddito: il mio reddito reale (=potere di acquisto)
si riduce in conseguenza dell’aumento del prezzo di un bene.
¾ 1) è sempre negativo.
¾ 2) è negativo per i beni normali (sono più povero, consumo
meno), positivo per i beni inferiori (sono più povero,
consumo di più).
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¾ Affinchè la sua domanda aumenti quando il prezzo
aumenta, occorre che l’effetto-reddito si muova in
senso opposto all’effetto-sostituzione (quindi che il
bene sia inferiore), e che addirittura lo sovrasti.
¾ 2) deve essere più forte di 1).
¾ Quindi:
¾ Se il tempo libero è un bene di Giffen, deve
essere anche inferiore. Lo è?
Qui sta il trucco.
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¾ Il fatto che L diminuisca quando w aumenti non è
il risultato del fatto che il tempo libero sia un bene
inferiore o tantomeno di Giffen. E’ il risultato di
un’altra cosa.
¾ Ricordate l’esempio delle case e del patrimonio?
¾ Stavolta, l’aumento del prezzo relativo (w, che è il
prezzo del tempo libero) e’ anche un aumento di
reddito. Perché il reddito dell’individuo e’ il
salario.
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¾ Quando w aumenta ci sono due effetti:
¾ 1) effetto-sostituzione: il tempo libero costa di più, lo
sostituisco col lavoro (a rigore, col reddito….ma posso avere
reddito solo lavorando di più! Il lavoro è il “complemento a
24” del tempo libero). w aumenta, L aumenta.
¾ 2) effetto-reddito: sono più ricco.
¾
2 a) se il tempo libero è normale: domando più
tempo libero e quindi meno lavoro (L diminuisce)
¾
2b) se il tempo libero è inferiore, domando meno
tempo libero e quindi più lavoro (L aumenta)
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ALLORA: LA CONCLUSIONE DEL
RAGIONAMENTO
¾ Se il tempo libero è un bene inferiore (=più sono
ricco e meno ne domando, quindi lavoro di più),
l’effetto-reddito si somma all’effetto-sostituzione, e
la curva di offerta di lavoro è inclinata
positivamente, come da “tradizione”.
¾ Se il tempo libero è un bene normale (=più sono
ricco e più ne domando, quindi lavoro meno),
l’effetto-reddito contrasta l’effetto sostituzione.
¾ - se è più forte, la curva di offerta è negativa.
¾ - se è più debole, la curva di offerta è positiva.
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¾Quindi una curva di offerta “tradizionale”,
cioè inclinata positivamente (=più alto è il
salario più lavoro) può sorgere in due casi:
¾- il tempo libero è un bene inferiore (=più
sono ricco e meno mi piace oziare)
¾- il tempo libero è un bene normale (=più
sono ricco e più mi piace oziare), ma
l’effetto-reddito non compensa l’effettosostituzione.
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¾ Invece, una curva di offerta di lavoro “strana”, cioè
inclinata negativamente (=più alto è il salario meno
lavoro) può sorgere solo in un caso:
¾ - quello in cui il tempo libero è un bene normale e
l’effetto-reddito è più forte dell’effetto-sostituzione
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¾ SUL LIBRO SEGUONO (DAL PARAGRAFO 148 AL PAR.14-14) ALTRE INTERESSANTI
ASPETTI.
¾ LEGGETEVI SOLO QUELLI RELATIVI AL
RUOLO DEI SINDACATI NEL MERCATO DEL
LAVORO.
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