LA PRIMA FANCIULLEZZA LO SVILUPPO SOCIALE 1 La teoria dei sistemi ecologici Nella prima fanciullezza si amplia lo spazio di vita (Lewin: luoghi, situazioni accessibili alla persona) grazie a linguaggio, motricità, scuola dell’infanzia Bronfenbrenner: lo sviluppo è funzione della persona e dell’ambiente Nicchie ecologiche = regioni dell’ambiente più o meno favorevoli allo sviluppo in relazione alle caratteristiche del bambino Ambiente ecologico • Microsistema: pattern organizzato di relazioni dirette (es. famiglia) • Mesosistema: sistema di microsistemi connessi (es. famiglia + nido) • Esosistema: connessione tra microsistema e ambiente esterno (es. famiglia + lavoro paterno) • Macrosistema: istituzioni sociali, cultura (es. politiche scolastiche) 2 I fratelli • Ampliamento del microsistema familiare Æ due sottosistemi: genitori + sottosistema fraterno • Transizione non sempre indolore per il primogenito – Fattori facilitanti: vicinanza di età, affinità temperamentali, rapporto di ciascuno con genitori – Le interazioni tra fratelli sono una palestra relazionale e una occasione di apprendimento • I genitori tendono a comportarsi diversamente con i figli per specificità temperamentali ed età diverse • L’ordine di genitura può avere effetti sulla personalità • La relazione tra fratelli può essere caratterizzata anche da coinvolgimento ambivalente – deidentificazione – “branching off” • Con il crescere dell’età i rapporti diventano sempre più ugualitari 3 La genetica del comportamento Studia in che misura eredità biologica e ambiente contribuiscono a somiglianze e differenze tra gli individui Il DNA si duplica nella mitosi, per cui ogni cellula ha sempre 46 cromosomi; solo nella meiosi i gameti hanno 23 cromosomi (46 nello zigote): pari condivisione genetica del figlio con ciascun genitore, ma non fotocopia di essi Nella meiosi intervengono processi di variabilità individuale di cui per ora abbiamo solo evidenze indirette • Maggiore è la condivisione genetica, minori le differenze • Per separare gli effetti genetici da quelli dell’ambiente si studiano figli adottivi e gemelli monozigoti o dizigoti • Il peso dei fattori genetici viene stimato rispetto a quello dell’ambiente distinguendo tra influenze ambientali condivise e non condivise: solo queste sono chiaramente imputabili all’ambiente 4 Essere figlio unico Ricerche fin dall’800 Intensificate negli anni ’30: ISTAT (2000) su famiglie italiane • 45% figlio unico • 43% due figli • 12% tre o + figli – essere figli unici era considerato un handicap sociale Lo stereotipo negativo è stato ridimensionato – la possibilità di usufruire in pieno delle risorse familiari può compensare la restrizione di esperienze relazionali Sulle condizioni dei bambini nella famiglia incidono molti fattori di tipo intra-familiare e sociale Æ esistono diverse tipologie di figli unici, proprio come esistono diverse tipologie di relazioni tra fratelli 5 I nonni • Non in tutte le culture i nonni sono coinvolti nella vita dei bambini • In Italia, alto coinvolgimento anche se è rara la convivenza (17%) • Salienza elevata dei nonni in età prescolare: – dimensione affiliativa – preferenza per i nonni materni – preferenza per le nonne • La figura dei nonni mantiene un carattere positivo al crescere dell’età anche se in adolescenza perdono importanza – marginalità come rappresentanti di valori ed esperienze del passato 6 Che cos’è un gruppo? • In senso ampio è una categoria sociale • In senso più circoscritto è un insieme di persone che si conoscono direttamente – 2 persone = diade – da 3 a 30 persone = piccolo gruppo • Diversamente dalla diade nel gruppo possono esserci – sottogruppi o coalizioni – dissensi e conflitti • Il gruppo si distingue da aggregazioni casuali per – obiettivi condivisi – norme di comportamento – strutture (affettive, di potere, di ruolo) 7 Il gruppo dei coetanei Contesto delle relazioni tra bambini è la scuola dell’infanzia; quasi tutti i bambini italiani la frequentano se non dai 2-3 anni almeno dai 4-5 Studi anni ’30 e anni ’70: i prescolari non formano veri gruppi, si aggregano in modo epidermico Ricerche etnografiche: i bambini mostrano segni di appartenenza a un gruppo sociale diverso da quello degli adulti F. Strayer: studi osservativi delle interazioni • a 2-3 anni forme embrionali di articolazione in gruppi • verso i 5 anni: vere e proprie strutture – affiliative (cricche) – di dominanza (gerarchie) 8 Comportamenti affiliativi, altruistici e aggressivi Affiliativi 1. Prossimità 2. Orientamento sociale 3. Contatto fisico 4. Gesti posturali Altruistici 1. Attività relative a oggetti 2. Attività cooperative 3. Attività di aiuto Aggressivi 1. Attacco fisico 2. Gesti di minaccia 3. Conflitto competitivo 4. Gesti di sottomissione 5. Assenza di risposta Rivolti verso compagni particolari; le preferenze, se contraccambiate, possono dare origine a cricche Rivolti a bambini superiori gerarchicamente, servono a inibire l’aggressività dei più forti Danno origine a una struttura di dominanza che ha un effetto regolatore dell’aggressività 9 Gradi di coinvolgimento sociale Parten: classificazione delle attività infantili in base al grado di partecipazione sociale implicato attività non sociali non far nulla, giocare da soli, guardare 1. gioco parallelo giocare presso altri ma indipendentemente 2. gioco associativo fare come gli altri ma indipendentemente 3. gioco cooperativo fare ciascuno una parte specifica Ricerca recente: • le forme di gioco emergono nell’ordine indicato da Parten, ma non sono stadi • gioco parallelo, un tempo considerato egocentrico, ha invece la funzione di facilitare l’inizio di giochi tipo 2. e 3. • giocare da soli è negativo solo se il bambino cerca di inserirsi nel gruppo senza riuscire o fa giochi ripetitivi 10 Relazioni diadiche Nella scuola dell’infanzia si osservano nel gruppo più ampio coppie preferenziali di bambini, con – – – – più interazioni positive scambi reciproci cooperazione giochi più complessi amicizia? I bambini di scuola dell’infanzia (4-5 anni) • sul piano pratico – manifestano preferenze unilaterali o scelte reciproche – differenziano gli amici dai semplici conoscenti • nelle idee sull’amicizia Æ scarto tra competenze tacite e esplicite – differenziano amici e “nemici” – non colgono il carattere permanente dell’amicizia 11 Il compagno immaginario E’ un compagno visibile solo al suo inventore che vi interagisce come fosse reale • Considerato a lungo come indice di insicurezza sociale • Studi psicoanalitici: funzione difensiva positiva, allontanare da sé caratteristiche inaccettabili assegnandole al compagno immaginario • Piaget: compagno immaginario come “banco di prova” per affinare le competenze relazionali • Studi su popolazioni non cliniche dimostrano che fa parte del normale sviluppo psichico – forse oltre 70% dei bambini – più diffuso tra i figli unici, ma non per carenze relazionali – può dare benefici: creatività e perseveranza nel gioco; collaborazione e intimità con amici reali 12 Gioco e socializzazione Il gioco non è una classe di comportamenti a sé, ma una disposizione applicabile a qualunque azione – – – – divertimento prevalenza di assimilazione su accomodamento esercizio di abilità Interazionismo simbolico: controllo sulla realtà gli scambi sociali sono possibili per la condivisione di significati Mead: il gioco è anche costruita nello sviluppo fattore di sviluppo Le interazioni efficaci implicano sociale uno scambio di prospettive che L’assunzione del punto di si basa su un altro vista altrui o role taking generalizzato, spettatore interno delle nostre azioni e è favorito da: rappresentante astratto della – scambi interpersonali società in cui viviamo – gioco di finzione 13 Gioco sociodrammatico Nella prima infanzia i giochi simbolici sono semplici e il carattere fittizio delle azioni si manifesta per • esagerazione, sorriso • imitazione di azioni dell’adulto I giochi simbolici sono facilitati dall’interazione con adulti Dai 3 anni nasce il gioco sociodrammatico con ruoli coordinati tra bambini Æ abilità metacognitive Differenze di genere nel gioco Erikson: osservazione di giochi di costruzione • bambini: edifici a torre (simboli fallici) • bambine: strutture basse e ampie (accogliere dentro di sé) Ricerca recente: nella scuola dell’infanzia netta separazione tra tipi di giochi scelti da bambine e bambini 14 I giocattoli e l’ambiente di gioco • I giocattoli non sono indispensabili, né per i giochi di esercizio, né per il gioco simbolico • In alcune società il gioco non è incoraggiato • Nella nostra società mettere a disposizione dei giocattoli è un modo per facilitare il gioco – – – – fornire un orsetto come oggetto transizionale dare oggetti a colori vivaci da manipolare tener conto della motricità fine offrire giocattoli “adatti al genere” • Al nido / scuola dell’infanzia, i giocattoli influenzano molto le interazioni tra bambini • Giocattoli molto specifici sono discussi perché stimolano meno la fantasia; tuttavia favoriscono il gioco di ruolo 15 Manifestazioni della tipizzazione sessuale Ambito Conoscenza di Percezione di sé come Preferenza per Comportamenti sesso biol. categ. s. permanenza di genere ♀/♂ essere ♀ / ♂ essere attratti da ♀ /♂ attività e interessi giochi adatti a♀/♂ una/o che ama giochi da ♀/♂ giochi da ♀ /♂ giocare con bambole / macchine attributi tratti di personalità da ♀ / ♂ persona con tratti da ♀ / ♂ avere tratti ♀/♂ riuscire in italiano /matematica relazioni scelte amicali da ♀ / ♂ amica/o di ♀ / amiche o ♂ amici stili modi di parlare /gesti da ♀ / ♂ persona con stile da ♀ / ♂ valori superiorità di persona che valori di ♀ / ♂ vale in quanto ♀/♂ 16 stile da ♀ / ♂ non giocare con pari dell’altro sesso camicetta di pizzo / maglietta della Roma categoria di prendere in giro ♀/♂ femminucce / maschiacci Differenze di genere? Una ricerca su “Science” riportava che i ragazzi andavano delle ragazze meglio in matematica e ne attribuiva la causa anche alle attitudini Le madri che avevano seguito il dibattito sui giornali si aspettavano dalle figlie più difficoltà in matematica rispetto alle madri “ignare” L’accento sulle differenze accentua stereotipi anche nei ricercatori Æaccortezze metodologiche Ricordare che la variabilità individuale è così ampia che anche dove un sesso supera l’altro, le eccezioni sono numerosissime 17 Teorie sulle cause della tipizzazione sessuale Freud Apprendimento sociale 1.Desiderio della madre e paura della vendetta del padre 1. Attaccamento al padre che eroga premi e punizioni 2. Identificazione col padre 2. Identificazione col padre 3.Tipizzazione 3. Tipizzazione Approccio cognitivo evolutivo 1. Permanenza del genere 2. Imitazione del padre 3. Tipizzazione Teoria dello schema sessuale 1. Il bambino/a riconosce presto le differenze tra i due sessi e le organizza in schemi 2. Gli schemi funzionano da filtri per la lettura della realtà e il bambino/a li utilizza per individuare comportamenti appropriati a sé 18 Componenti biologiche delle differenze di genere Al concepimento l’uovo raggiunto da spermatozoo Y Æ maschio (XY), da spermatozoo X Æ femmina (XX) Sesta settimana dal concepimento: prendono forma gli organi sessuali Molti studi per valutare quanto sia determinante sulla personalità la struttura cromosomica – Maschi con sindrome di Klinefelter (XXY) sono meno “mascolini” – Donne con sindrome di Turner (X) sono “ultra-femminili” – Femmine con sindrome adrenogenitale più “mascoline” – Caso di “Brenda” • Nonostante la correlazione non si può asserire che i fattori biologici siano la causa del comportamento • Etologi, sociobiologi e psicologi evoluzionisti considerano le differenze di genere radicate nella dotazione biologica (teoria dell’investimento parentale) • Spiegazioni molto criticate dalla psicologia femminista 19 Ruoli sessuali e cultura Teoria dell’apprendimento e apprendimento sociale: ruolo di scuola, famiglia e società nella tipizzazione sessuale Sociologi e antropologi culturali: esistenza di universali culturali Parsons e Bales (anni ’50): identificavano ruoli complementari nei due generi – paterno “strumentale” – materno “espressivo” Le diversità di ruoli (e superiorità del ruolo maschile) erano poi usate per spiegare differenze di personalità Dagli anni ’80 è stata messa in crisi l’idea degli universali Reverse Gender Stereotypes At The Gym.mp4 Gender Roles.mp4 A Different Perspective on Gender Roles Within the Media.mp4 20