COMUNE DI SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA
(Provincia di Teramo)
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VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE
Seduta del 21/03/2003
Verbale numero 25
Oggetto: MOZIONE SULL’ATTACCO UNILATERALE ANGLO-AMERICANO IN IRAQ.
L'anno duemilatre il giorno ventuno del mese di marzo alle ore 21.00, ed in continuazione,
nella sala delle adunanze del Comune, in prima convocazione, in sessione straordinaria
d’urgenzaed in seduta pubblica che è stata partecipata ai Signori Consiglieri, a norma di legge,
su numero 17, assegnati e in carica, risultano presenti alla trattazione dell'argomento in oggetto:
BENUCCI FILIPPO
Sindaco
Presente
FERRI STEFANIA
Vice Sindaco
Presente
NERLA LUIGI
Consigliere
CAPOFERRI CLAUDIO
Consigliere
Presente
SETTIMI TARCISIO
Consigliere
Presente
DI FABIO BRUNA
Consigliere
Presente
DI BONAVENTURA GABRIELE
Consigliere
ALFONZI PIERGIACOMO
Consigliere
Presente
GIOVANNINI SIMONA
Consigliere
Presente
FABRIZI CARLO
Consigliere
DI MATTEO GIUSEPPE
Consigliere
Presente
REGINELLI ROBERTO
Consigliere
Presente
ROMANDINI FRANCO
Consigliere
Presente
CIAMPINI VITO
Consigliere
Presente
DE SIMPLICIO BERARDO
Consigliere
Presente
LUCIDI NICO
Consigliere
Presente
FANINI VINCENT
Consigliere
Assente
Assente
Assente
Assente
Totale presenti n.13 e assenti n. 4
Il Presidente Sig.BENUCCI FILIPPO , nella sua qualità di Sindaco, constatato il numero
legale degli intervenuti, dichiara aperta la seduta.
Assiste il Segretario Comunale Dr.ssa MARINI DANIELA, incaricato della redazione del
verbale.
Vengono nominati scrutatori i Signori:
Immediatamente eseguibile
N
Il Sindaco, dopo aver specificato che la seduta odierna si è resa opportuna per dare voce
a questa situazione che ha scosso l'opinione pubblica e che coinvolge tutti, invita
l'assessore Di Matteo a leggere la mozione predisposta dai capigruppo di maggioranza
Reginelli Roberto e Di Matteo Giuseppe:
MOZIONE SULL'ATTACCO UNILATERLAE ANGLO-AMERICANO IN
IRAQ
"L'Amministrazione Comunale di Sant'Egidio alla Vibrata nel prendere atto dell'ormai
avvenuto inizio dell'azione militare in Iraq, vuole esprimere, con la presente mozione,
da inoltrare agli organi istituzionali, una forte posizione contro l'attacco Unilaterale da
parte del Governo degli Stati Uniti d'America e contro la proposta di risoluzione n.2 che
avalla l'attacco degli Stati Uniti, presentata purtroppo dal Governo Italiano.
In coerenza con il valore programmatico dell'articolo 11 della Costituzione e
dell'articolo 1 del Patto atlantico, che escludono esplicitamente la partecipazione o la
collaborazione italiana alla guerra, la guerra non può essere strumento di risoluzione
delle controversie internazionali, salvo nel caso di una legittimazione di organismi
internazionali. D'altra parte la non condivisione dell'intervento degli Stati Uniti non può
essere considerato come un appoggio indiretto al criminale regime di Saddam Hussein.
Il rifiuto della guerra trova motivazioni anche nel timore di un suo allargamento, nelle
ripercussioni incontrollabili in una zona molto delicata e nel rischio di uno scontro con
il mondo islamico, ma soprattutto perché un intervento unilaterale indebolisce gli
organismi dell'ordinamento internazionale e rischia di determinare l'isolamento degli
Stati Uniti. Per invertire questa tendenza è necessaria una forte ripresa politica
dell'Europa, a partire dai suoi Paesi fondatori, che devono assumere un'iniziativa
coraggiosa per una nuova comune politica estera e di sicurezza. Con l'irruenta iniziativa
intrapresa dagli Stati Uniti d'America si è smarrito l'apparente recupero di sintonia
all'interno dell'Unione europea e, nonostante l'obiettivo della Convenzione
Internazionale di costituzionalizzare la politica estera e di sicurezza comune, si
registrano laceranti divisioni. Anche l'immagine e il prestigio dell'ONU appaiono
compromessi, con il concorso purtroppo del Governo italiano. Suscita poi molta
perplessità l'obiettivo dichiarato di punire Saddam Hussein e l'Iraq quale Stato canaglia,
dopo il lungo sostegno assicurato proprio da molti dei Paesi ora coalizzati
nell'operazione di guerra, così come rischia di trasformarsi in un suicidio collettivo la
ricerca da parte del Governo americano del controllo delle risorse petrolifere irachene.
Gli Stati Uniti, che a lungo hanno rappresentato un modello di libertà e di diritto, in
nome della filosofia del presidente Bush stanno riscrivendo le regole della convivenza
civile, minando alla base i principi democratici e per farlo si avvalgono della
cooperazione di Stati ugualmente non democratici come quello che dichiarano di voler
abbattere.
La situazione politica internazionale oggi è drammaticamente inedita, in quanto il
conflitto è stato pianificato ed è stato condotto senza alcuna legittimità ed il Governo
italiano avrebbe avuto il dovere di impedire lo sbaglio che gli amici ed alleati
statunitensi stanno compiendo. Invece i comportamenti del Governo sono stati
caratterizzati da ambiguità e irresponsabilità istituzionale. Questa Amministrazione
ripudia e quindi condanna moralmente e giuridicamente la guerra condotta contro l'Iraq,
avvenendo espressamente al di fuori delle Nazioni Unite, che non possiede alcuna delle
caratteristiche ammesse dalla Costituzione, che vieta anche l'utilizzo dello spazio aereo
e delle basi in territorio nazionale in una situazione che comporta, secondo il diritto
internazionale, lo stato di cobelligeranza."
Terminata la lettura chiede la parola il Consigliere De Simplicio il quale dichiara di non
condividere alcuni passaggi della mozione in quanto non corrispondono a verità.
Prosegue dando lettura della mozione proposta dal Consigliere De Simplicio,
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appartenente al gruppo dell'UDC:
"Al contrario di quanto possiate pensare, il sottoscritto, ha un immenso piacere quando
vengono portati certi argomenti in consiglio comunale e sente certe mozioni: la sinistra
italiana e l'ulivo credendo che con tale ritrovata unità su questo argomento stia
risorgendo: sta in realtà perpetrando un altro clamoroso autogol. Gli italiani ragionano,
l'italiano riesce a capire da quale parte ci avrebbe portato la sinistra italiana se fosse
stata al governo, non fatevi ingannare dalle piazze, all'interno delle piazze vi sono vari
distingui, l'italiano medio e di maggioranza ragiona. Mi spiego meglio: L'Europa al
fatto pratico di fronte alla guerra si è divisa in due blocchi e dico solo in due blocchi:
quello anglo-spagnolo interventista e quello di cui fanno parte la Francia, la Germania e
l'Italia, che al di là di come si sono posti nei confronti della guerra e, di cui parlerò
successivamente, hanno alla fina assunto la medesima posizione, cioè hanno deciso di
non partecipare alla guerra ma di concedere basi e spazi aerei. Si carissimi, l'Italia non
si è impegnata nella guerra con doveroso rispetto per la costituzione, ma ha concesso
basi e spazi aerei non più né meno come la Germania, solo l'Ulivo italiano avrebbe
voluto che l' Europa non concedesse basi e spazi aerei, è una posizione singolare e
pericolosa che se adottata avrebbe portato l'Italia all'Isolamento in Europa, e nel mondo
l'avrebbe posta non a fianco delle grandi democrazie Europee Inglese,tedesca, francese,
spagnola e americana bensì a fianco della Cina e dei paesi arabi integralisti. Si sarebbe
stati dalla parte giusta? Credo proprio di no, e gli italiani questo, credeteci, lo capiscono.
Anzi il sottoscritto benevolmente crede che se fosse stato al governo l'Ulivo, la parte
moderata di esso avrebbe assunto la medesima posizione insieme all'opposizione ed in
contrasto con la sinistra più intransigente: Rifondazione Comunista, PCI ed il
correntone DS esattamente come è successo con il Kossovo, l'Albania e l'Afganistan.
Ecco perché la sinistra in Italia perde le elezioni, non cercate capri espiatori, la gente
italiana ha ancora paura delle scelte che un governo della sinistra italiana può fare
soprattutto a livello di politica internazionale: è per questo che all'inizio dicevo che ho
un immenso piacere di questa ritrovata unità dell'ulivo perché smaschera ancora una
volta le reali radici della sinistra italiana. Gli italiani non si sono fidati e per fortuna, 50
anni fa del PCI di Togliatti mentre si fidarono delle scelte allora coraggiose di De
Gasperi, poi il PCI con la caduta del muro di Berlino è diventato PDS poi DS per
volersi dare un'apparente alea di moderna socialdemocrazia ma continua a fare scelte
diverse della fino a ieri tanto esaltata politica laburista di Blair, della stessa
socialdemocrazia tedesca: sì carissimi perché sotto l'aspetto concreto Germania ed Italia
hanno fatto la medesima scelta anche se diverso può apparire l'atteggiamento verso la
guerra e di questo ripeto parlerò successivamente. Gli italiani non si sono fidati 50 anni
fa e continua a non fidarsi ancora: dovranno passare altri anni fin quando l'ulivo non
avrà buttato via la zavorra della sinistra intrisa di antiamericanismo, di
antioccidentalismo con punte di nostalgie per il passato. Ora la sinistra si maschera di
pacifismo ma fino a ieri gli stessi uomini non hanno avuto piglio contro l'invasione
sovietica in Cecoslovacchia, in Polonia, contro le attuali sanguinarie guerre del Sudan
dove ogni giorno sono morti centinaia di cristiani, contro regimi dittatoriali e
sanguinari. Mi sarei contentato che sulla mozione vi fosse quantomeno scritto:
-solidarietà verso il popolo iracheno ma solidarietà anche verso il popolo americano;
-solidarietà verso le grandi democrazie occidentali e dura condanna verso Saddam e
verso tutti i totalitarismi compresi quelli della Corea e di Cuba ecc. Credetemi, il
pacifismo della sinistra è un pacifismo strumentale dettato da ragioni di politica interna
e da ragioni ataviche di antiamericanismo poiché è stata costretta dalla politica
americana ai margini della storia e smascherati al ridicolo dei popoli democratici.
Ripeto, questo la gente lo sa, lo capisce: provino i DS e le altre forze più a sinistra a
candidare un proprio premier alle prossime elezioni senza ricorrere ai vari Prodi che si
ricorda ha un'estrazione cattolica democristiana, provasse con i vari Fassino, D'Alema,
Mussi e più in là fino a Diliberto, Cossutta, Bertinotti, Moretti. Anche a livello locale i
DS provino a candidare a sindaco, la prossima volta, visto che Benucci non può
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ripresentarsi, un proprio tesserato ad esempio un Di Bonaventura o alcuni di voi
consiglieri, senza ricorrere ad esperienze moderate che si sono succedute nel tempo sui
banchi di questa stessa maggioranza e che ora, a ragion veduta, non ci sono più, senza
nascondersi dietro agli altri anche per evitare di dover inghiottire rospi velenosi sia a
livello nazionale (ricordavo le vicende di politiche internazionale quando l'Ulivo è stato
al governo) rospi spesso dettati dalle lobby del grande capitalismo italiano, sia a livello
locale dove avete dovuto inghiottire un piano regolatore speculativo e lo avete
inghiottito senza avere coraggio di opporvi mentre tutti i vostri tesserati fuori da questo
palazzo vi criticano, a volte si vergognano anche. Non eravate i paladini della città a
misura d'uomo? Ricordate con quale spirito nominaste Cervellati?
Detto questo veniamo all'atteggiamento da avere di fronte alla guerra per dimostrare che
l'UDC come la DC non ha paura di porsi sempre molto problematicamente di fronte a
tutte le opzioni. Da un lato si ha il sacrosanto, giusto, condiviso da tutti anche dalla
sinistra appello del Papa alla pace, ma ricordo che il Papa non è un politico, esso è un
uomo di religione e specificatamente cattolica e quindi missionario di pace, dall'altro
lato vi è la solidarietà atlantica (che piaccia o non piaccia alla sinistra) iscritta nella
storia dell'Italia e quindi la sintesi può essere fatta esattamente con le parole di grandi
statisti italiani del cinquantennio democristiano quale Aldo Moro e riprese da Follini
rivolto agli Americani: "vi comprendiamo, siamo con voi, anche se non condividiamo:
anche nelle circostanze più difficili ci devono essere gli spazi per la diplomazia come è
impegno della diplomazia non erodere i rapporti fra Europa ed Usa." Ripeto: "Spazi per
la diplomazia anche nelle circostanze più difficili come è impegno della diplomazia non
erodere i rapporti fra Europa ed Usa"; tali parole solo da un'alta statura di uomini di
Stato possono arrivare non dagli uomini della sinistra italiana. E' ovvio che se la
Germania socialdemocratica, che ha vincoli costituzionali stretti quanto o più di noi,
concede le sue basi è logico che l'Italia faccia la stessa cosa. Insomma: sì all'alleato
americano manifestando comprensione nella vicenda irachena no invece ad offrirgli un
più convinto sostegno politico nelle operazioni militari.
Per poter governare occorre saper prendere le grandi decisioni giuste al momento giusto
come hanno fatto nel passato Don Sturzo, De Gasperi, Moro hanno saputo coniugare
l'essere cristiano con la laicità, con l'essere uomini politici e di stato.
Respingo
pertanto in toto la mozione della maggioranza faziosa, antieuropea, antiamericana,
dettata solo da un pacifismo qualunquista intento a strumentalizzare la vicenda a soli
fini di politica interna, pericolosa per l'Italia e per il bene del mondo mentre, sintetizzo
di nuovo l'atteggiamento giusto da tenere di fronte alla vicenda:
-Sì all'alleato Americano manifestando comprensione nella vicenda irachena no invece
ad offrirgli un più convinto sostegno politico nelle operazioni militari;
-spazi per la diplomazia anche nelle circostanze più difficili come è impegno della
diplomazia non erodere i rapporti fra Europa ed Usa;
-solidarietà verso il popolo iracheno ma solidarietà anche verso il popolo americano,
solidarietà verso le grandi democrazie occidentali e dura condanna verso Saddam e
verso tutti i totalitarismi compresi quelli della Corea del Nord e di Cuba.
Politicamente credo che il suddetto atteggiamento sia il più equilibrato possibile ed è in
linea con la soluzione adottata a livello concreta dal governo Italiano, Tedesco ed
europeo ad eccezione dell'Inghilterra, e credo che con tale atteggiamento si ritrovi il
70% degli italiani e ne sono sicuro, nella loro intimità, anche dai moderati del Centro
Sinistra, il resto è demagogia."
Terminata la lettura il Presidente chiarisce che il Consiglio è stato convocato per
riflettere sulla guerra in atto in Iraq e non per rivolgere accuse alla sinistra. Dichiara che
la mozione presentata dai capigruppo di maggioranza è stata ripresa da alcuni discorsi
tenuti in parlamento da illustri personaggi della politica italiana che hanno fatto la storia
democratica del nostro Paese, quali Cossiga, Emilio Colombo, Andreotti e Scalfaro, i
quali, sicuramente non sono comunisti. Ritiene che la mozione del Consigliere De
Simplicio sia strumentale e demagogica, in quanto il movimento di opinione che vuole
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la pace è mondiale. Conclude affermando che oggi ad azione militare iniziata,
l'opinione è cambiata, perché ci si augura che l'America riesca a sconfiggere Saddam.
Conclude ritenendo che lo spirito della seduta odierna sia quello di arrivare ad una
mozione comune, e quindi la mozione presentata dalla maggioranza può essere anche
cambiata.
Chiede la parola l'assessore Reginelli il quale esprime preoccupazione per la situazione
che si è creata. Non condivide la guerra che è stata iniziata in quanto non ritiene che le
motivazioni addotte sembrino adeguate allo scopo che si intende raggiungere. In
relazione al possesso delle armi di distruzione di massa da parte dell'Iraq, ritiene che gli
ispettori dell'ONU stessero raggiungendo risultati positivi e considera strano il fatto che
si sia iniziata egualmente la guerra. Prosegue dichiarando che non condivide, altresì,
una guerra motivata dall'intenzione di instaurare la democrazia in Iraq, in quanto ci
sono altri modi per raggiungere questo scopo. Ribadisce che il Consiglio è stato
convocato per esprimere un giudizio negativo sulla guerra e questo è il motivo della
mozione, che si può cambiare per arrivare ad un documento comune. Conclude
affermando che l'adesione alla mozione da parte del gruppo che rappresenta è piena e
condivisa ed aperta al contributo dell'opposizione.
Chiede la parola il Consigliere Ciampini il quale spera che vi sia stato da parte
dell'Amministrazione un invito alla riflessione all'analisi della situazione politica, e non
per dire semplicemente no alla guerra e per fare un attacco inaudito verso il Governo
della Repubblica Italiana. Credo che nessuno possa pensare di inneggiare alla guerra sia
essa giusta, o sbagliata. Si rivolge ai Consiglieri per chiedere se esista una guerra giusta
e una guerra sbagliata dichiarando di odiare la guerra quanto i pacifisti in buona o in
cattiva fede. Però non accetta il fariseo principio di coloro che dicono che tutte le guerre
sono ingiuste, tutte le guerre sono illegittime. Si riferisce alla guerra contro Hitler, ai
partigiani, alle guerre risorgimentali. Crede che, e lo dice con amarezza, possa esserci a
volte la necessità di ricorrere alla forza per evitare mali più grandi (la storia insegna)
basti ricordare la società delle nazioni, Chamberlain e tutto quello che ne è conseguito.
Non vuole che questa triste situazione possa essere strumentalizzata a scopi di politica
interna.
Dire no alla guerra, a qualsiasi guerra non significa, far trionfare l'italietta di sempre,
godereccia furbetta, volgare, vigliacca, girotondina, l'Italia che non sa vincere ma
neanche perdere. Esorta ad essere italiani seri, coraggiosi, dignitosi, che in un momento
come questo, pur coi distinguo, con i se ed i ma, si schierano con gli alleati di sempre, a
fianco di quegli stessi uomini che morirono per la liberazione dell'Italia. Continua
invitando ad essere, una volta tanto dignitosi ed a fare una mozione contro un feroce,
atroce dittatore, riconoscendo al Governo il merito di essersi schierato a fianco
dell'alleato di sempre, pur ricercando una soluzione non militare del problema Saddam.
La mozione che il suo gruppo propone vuol riaffermare le ragioni della pace associate
alle ragioni di un popolo, di quel popolo che fino a ieri nel congresso della sinistra era
ammirato tanto da parafrasare una loro celebre frase "I CARE". Conclude dichiarando
che gli importa che il suo Paese non sia la solita italietta, ma quell'Italia che sognava da
ragazzo, ingenuo ma traboccante di illusione, un'Italia laica e non imbelle che ha
memoria, che per una volta tanto cerca di stare dalla parte ove sempre è stata: a fianco
degli americani, quelli senza la k e contro un feroce sadico spietato dittatore. Propone,
quindi una mozione di appoggio al governo italiano ed uno sprono per riattivare quei
legami con la Francia, troppo interessata ai pozzi di petrolio ed alla grandezza del suo
premier ed alla Germania; una mozione di feroce, dura, pesante condanna verso il
governo iracheno e verso il suo crudele leader.
Interviene il Sindaco il quale chiede ai Consiglieri di opposizione se ritengono di
condannare l'attacco unilaterale degli USA e se ritengono che sia sbagliato. Prosegue
dichiarando la disponibilità ad eliminare dal testo della mozione i riferimenti al
Governo italiano.
Chiede la parola il Consigliere Romandini il quale ritiene che la mozione dovesse essere
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preparata dai capigruppo e propone, quindi di rivedere la mozione riscrivendola,
considerando il fatto che l'intervento militare è già in atto. Prosegue affermando che il
Capo del Governo italiano si è adoperato per una soluzione pacifica e ricorda che
Saddam non è stato eletto democraticamente. Inoltre ritiene che, se il mondo si è mosso
per eliminare Milosevic, altrettanto vada fatto per Saddam. Conclude ritenendo che sia
possibile arrivare ad una mozione unitaria del Consiglio, valutando la situazione
mondiale attuale, a conflitto iniziato.
Chiede la parola il Consigliere Lucidi il quale concorda sul fatto che l'attacco degli
USA sia unilaterale e che sia un'azione non voluta da tutti gli Stati. Spera che sia
l'ultima guerra e che provochi il minor numero di vittime possibili, senza intaccare
equilibri già precari in quella parte del mondo. Prosegue affermando di non condividere
l'insinuazione che l'attacco all'Iraq sia motivato da interessi economici, di spartizione
dei pozzi di petrolio fra le nazioni vincitrici.
Chiede la parola in Consigliere De Simplicio il quale concorda sul fare una mozione
unitaria, mediando le varie posizioni dei gruppi di maggioranza e di opposizione.
Propone, quindi che i capigruppo stilino una mozione unitaria da votare.
Interviene l'assessore Reginelli il quale ritiene che per poter stilare una mozione
comune occorre definire se si è a favore o contro la guerra.
Chiede la parola il Consigliere Settimi il quale condanna l'attacco unilaterale degli
americani e ritiene che presupposto per una mozione congiunta sia quello di trovarsi
d'accordo sul fatto che l'America ha invaso illegittimamente l'Iraq contro la volontà
dell'ONU. Conclude auspicando che la guerra sia breve e con poche vittime.
Interviene il Consigliere De Simplicio il quale ritiene che la mozione vada riscritta
interamente, in quanto la guerra è già iniziata.
Interviene l'assessore Reginelli che propone che alla mozione sia aggiunta la seguente
frase: "chiedendo che tutti i canali diplomatici si attivino per far cessare i
bombardamenti."
Interviene il Sindaco il quale ribadisce il proprio giudizio di condanna dell'attacco
unilaterale.
Chiede la parola il Consigliere Ciampini il quale chiarisce il proprio intervento
precedente dichiarando che per fermare un feroce dittatore come Saddam l'intervento
militare sia necessario.
Interviene il Sindaco, il quale, preso atto delle dichiarazioni dei Consiglieri di
opposizione, ritiene che non ci siano punti di incontro.
Interviene l'assessore Reginelli il quale constata che non ci sono punti d'incontro con
l'opposizione e, quindi, propone di approvare la mozione così come è stata presentata.
Il Sindaco invita i Consiglieri a votare la mozione presentata dai capigruppo di
maggioranza.
Presenti 13. Assenti 4 (Nerla, Di Bonaventura, Fabrizi, Fanini)
Voti favorevoli 9 contrari 4 (Romandini, Ciampini, De Simplicio, Lucidi).
Chiede la parola il Consigliere De Simplicio il quale chiede che sia messa ai voti la
seguente mozione dell'opposizione:
"Nel respingere in toto la mozione della maggioranza in quanto appare demagogica,
faziosa, antieuropea, antiamericana, antioccidentale e dettata solo da un pacifismo
qualunquista intesa solo a strumentalizzare la vicenda a soli fini di politica interna,
pericolosa per l'Italia e pericolosa per il bene del mondo, ritiene giusto tenere di fronte
alla vicenda di che trattasi una posizione chiara e cioè di essere vicino alle posizioni
degli Stati Uniti d'America, alleato dell'Italia e dell'Europa, esprimendo ancora una
volta solidarietà al popolo americano e alle vittime che perirono in conseguenza del
drammatico evento dell'11/09/2001 dove persero la vita tante persone innocenti. Con
la caduta delle Twin Towers si è cercato di sferrare un grave attacco non solo agli Stati
Uniti d'America e alle loro istituzioni ma con esso si è voluto colpire i valori di tutti
quei paesi democratici che amano vivere pacificamente e con regole democratiche.
Pertanto si manifesta comprensione verso la vicenda irachena e tutto ciò non vuole
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essere inteso come sostegno alle operazioni militari in quanto la nostra costituzione
esclude la partecipazione alla guerra ed essa non è intesa come soluzione per attenuare
le controversie internazionali, tant'è che l'Italia non è entrata in guerra, ma ha solo
fornito basi logistiche in piena aderenza agli accordi internazionali vigenti tra l'Italia, la
Nato e gli Stati Uniti d'America. Anche in queste ore difficili esprimiamo un totale
appoggio affinché si possano trovare spazi diplomatici al fine di permettere un
armistizio che consentirebbe al popolo iracheno di avviarsi verso un processo di nazione
democratica e consentire agli iracheni stessi vita democratica con libere elezioni. Quindi
solidarietà verso il popolo americano e solidarietà verso il popolo iracheno. Solidarietà
verso le grandi democrazie occidentali e dura condanna verso i dittatori e verso tutti i
totalitarismi compresi quelli delle nazioni che ancora oggi opprimono in modo non
democratico i loro popoli. Politicamente credo che il suddetto atteggiamento sia il più
equilibrato possibile ed è in linea con la soluzione adottata a livello concreto dal
Governo Italiano, Tedesco ed Europeo e credo che con tale atteggiamento ci si ritrovi il
70% degli italiani e credo che nella loro intimità anche tutti quei moderati del Centro
Sinistra; tutto il resto è solo demagogia."
Il Sindaco invita i Consiglieri a votare la mozione presentata dall'opposizione.
Presenti 13. Assenti 4 (Nerla, Di Bonaventura, Fabrizi, Fanini)
Voti favorevoli 4 contrari 9 (Benucci, Ferri, Capoferri, Settimi, Di Fabio, Alfonzi,
Giovannini, Di Matteo, Reginelli).
Il C.C.
Vista la mozione presentata dai capigruppo di maggioranza Reginelli Roberto e Di
Matteo Giuseppe;
Uditi gli interventi dei Consiglieri;
Udita, altresì, la mozione presentata dall'opposizione;
Con il risultato delle votazioni sopra riportate
DELIBERA
Approvare la mozione presentata dai capigruppo di maggioranza, Reginelli Roberto e
Di Matteo Giuseppe, come riportata in narrativa;
Respingere la mozione presentata dai Consiglieri dell'opposizione, come riportata in
narrativa.
Alle ore 22,40 il Sindaco dichiara sciolta la seduta.
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