Atlante digitale del '900 letterario www.anovecento.net Mistero Buffo Mistero Buffo è indubbiamente la raccolta di storie più bella e nota di Dario Fo. Va in scena il primo ottobre del 1969 a Sestri Levante riscuotendo immediatamente un enorme successo, con Fo unico attore in scena. Lo spettacolo consiste nel racconto da parte dell’attore di storie e vicende popolari facendo frequente uso del grammelot, una lingua comica inventata che unisce vari dialetti e ricorre spesso all’utilizzo di parole prive di significato. L’autore stesso spiega il titolo della sua opera: il termine mistero veniva utilizzato nella tradizione Medioevale per far riferimento alle rappresentazioni sacre e l’aggettivo buffo deriva dal fatto che questi episodi sacri vengono rielaborati in chiave grottesca e satirica. Con il passare degli anni l’opera ha subìto rimaneggiamenti e molti tagli, in linea con l’idea di Fo di voler riprodurre al meglio il teatro Medioevale che, essendo tramandato oralmente, era soggetto a continui aggiornamenti e trasformazioni. L’opera è costituita da una serie di monologhi giullareschi, ognuno introdotto da un prologo nel quale viene spiegata la storia messa in scena, descrivendone il tema, le fonti e facendone un breve riassunto che contribuisce a creare un rapporto stretto tra pubblico e autore. Tale rapporto si mantiene vivo durante l’intero spettacolo mediante inserzioni con funzione di commento rivolte direttamente agli ascoltatori rendendoli partecipi e tenendo alto il livello della loro attenzione. Mistero Buffo è costituito da più storie quali Rosa Fresca Aulentissima, Strage degli Innocenti, Le nozze di Cana (dove viene spiegato un miracolo dall’Arcangelo Gabriele, continuamente interrotto da un ubriaco che alla fine riesce a cacciare l’Angelo raccontando l’avvenimento secondo il suo punto di vista), Nascita del giullare, Bonifacio VIII (inizialmente viene presentato durante la sua vestizione e in un secondo momento viene descritto il Papa in processione e contemporaneamente la processione di Gesù alla quale tutti accorrono lasciando Bonifacio VIII solo), Resurrezione di Lazzaro (è la descrizione parodistica del miracolo dove si intrecciano comicità e drammaticità), La Fame dello Zanni (viene descritta la vicenda, ambientata nel Cinquecento, del contadino veneto Zanni che si addormenta in preda alla fame e inizia a sognare di mangiare tutto ciò che gli è vicino fino a mangiare se stesso; alla fine, quando si sveglia, si nutre di una mosca che lo infastidiva); Il Primo Miracolo di Gesù Bambino (racconta come il piccolo Gesù reagisce alla prepotenza degli altri), Grammelot di Scapino (viene rappresentata la tragica vicenda di un giovane nobile abbandonato ai piaceri al quale muore il padre; questo avvenimento lo costringe a cambiare stile di vita e Scapino, il servo del padre, gli insegna come comportarsi), Grammelot dell’avvocato inglese (Dario Fo impersona un avvocato inglese che si trova a dover difendere un giovane ragazzo che ha violentato una fanciulla; affermando l’esatto contrario di come sono andati gli eventi riesce ad assolverlo da ogni colpa e farlo considerare innocente), Caino e Abele, Il matto e la morte e molte altre ancora. I temi, all’interno della raccolta, sono molteplici ma è possibile riconoscerne alcuni ricorrenti come i drammi religiosi, la cultura degli oppressi e delle classi subalterne contro la repressione delle classi potenti e le rappresentazioni di figure fisse come www.anovecento.net disgraziati, ubriachi, emarginati e folli. Nello scrivere, l’autore è stato molto influenzato dalla cultura popolare rintracciabile nel tema religioso, che diventa un esempio utilizzato per denunciare l’ineguaglianza e le ingiustizie subìte dal popolo, senza lasciare che l’attore sbeffeggi le figure sacre, ma piuttosto preoccupandosi di smascherare coloro che approfittano della religione per favorire gli affari propri. La figura stessa del giullare appartiene alla cultura popolare, poiché nel passato era questa l’unica fonte alla quale la gente appartenente ai ceti sociali bassi poteva accedere per sapere cosa stesse accadendo a corte, e che quindi rappresentava l’elemento di unione tra la letteratura colta e quella popolare. Contributo Adriano Puglisi, V I (L.C. Virgilio, Roma) Fonti • • • • • • • Le commedie di Dario Fo, Torino, Einaudi C.Bologna-P.Rocchi, Rosa Fresca Aulentissima, Torino, Loescher 2010 www.wikipedia.it www.teatroletterario.it www.criticaletteraria.org L’influenza della cultura popolare -HAL archives-ouverts.fr www.classicitaliani.it www.anovecento.net