R itinerari Pistoia Luca Fabiani C ontinuiamo il nostro viaggio sul tema Pistoia capitale italiana della cultura 2017, raccontando le bellezze e gli spazi culturali di una città spesso poco conosciuta. Ma che mai come quest’anno ha l’opportunità di conquistarsi un posto di primo piano tra le principali città a vocazione culturale e turistica della Toscana. E per fare questo non è possibile non partire dal suo centro storico: piazza del Duomo. Qui si affacciano gli edifici più importanti di Pistoia: la Cattedrale di San Zeno1 con il suo inconfondibile campanile, il Palazzo dei Vescovi2, il Battistero di San Giovanni in corte, il Palazzo comunale, sede del Museo civico e Palazzo Pretorio, sede del tribunale. La Cattedrale di San Zeno rappresenta il più importante luogo religioso cattolico di Pistoia. L’imponente edificio in stile romanico è articolato in tre navate suddivise da colonne, presbiterio rialzato e cripta. Gli affreschi che ne decorano le volte e le pareti sono di Domenico Cresti, detto il Passignano (1602), e di Pietro Sorri (1603), mentre i tre dipinti su tavola che completano il ciclo si devono rispettivamente a Cristofano Allori, Gregorio Pagani e Benedetto Veli. Il portico della Cattedrale, costruito nel XIV secolo e completato verso la metà del XV, risulta sostanzialmente compiuto nel 1505, quando nell’intradosso della volta centrale vengono realizzati i lacunari invetriati di Andrea Della Robbia (1435-1528) e nella lunetta del portale sottostante la terracotta con la Madonna col Bambino e angeli dello stesso artista. Nel cuore del suo centro storico si può già comprendere la spiccata natura artistica della città di Pistoia. Ovunque si posi lo sguardo, è un susseguirsi di monumenti e opere d’arte, che raccontano un passato straordinario. Vicino alla Cattedrale, è presente l’antico Palazzo dei Vescovi, oggi adibito a museo, che consente di usufruire di ben tre tipologie di visita: il percorso religioso (rappresentato dal Museo della Cattedrale), archeologico e il percorso tattile per non vedenti. Il Museo della Cattedrale di San Zeno, che ha trovato la sua collocazione attuale in seguito al restauro del palazzo, offre la possibilità di ammirare alcune opere in ambienti a loro contemporanei e connessi al culto, come nel caso del Reliquiario di S. Jacopo, realizzato nel 1407 da Lorenzo Ghiberti e dalla sua bottega, esposto nella “sagrestia d’i belli arredi”. Fra le altre preziose opere custodite nel museo si ricordano la croce (realizzata intorno al 1280), il calice e la casula di Sant’Atto. Da giugno 2016 ha trovato collocazione nel museo il famoso arazzo Millefiori, prezioso panno opera di maestri fiamminghi del XVI secolo, proveniente dalla Cattedrale. L’arazzo è detto “Millefiori”, perché raffi- 58 gura una grande varietà di piante e fiori, ma anche animali fantastici e non, che compongono un fondale dal gusto gotico e fiabesco di grande suggestione. Nel sottosuolo del Palazzo dei Vescovi è allestito fin dal 1984 anche un interessante percorso archeologico, che propone l’unica testimonianza visibile delle stratificazioni archeologiche della città, dall’epoca romana fino all’età moderna e contemporanea, a cui si aggiungono anche i due cippi funerari etruschi del VI-V secolo a.C. Una rilevanza a se stante è rappresentata dal percorso tattile, che permette ai non vedenti di percepire le dimensioni e le forme architettoniche dei monumenti della città di Pistoia (tra cui ovviamente l’evoluzione storica dello stesso Palazzo dei Vescovi), tramite alcuni modellini appositamente realizzati. Al primo piano del palazzo, in una sala appositamente ricostruita, è esposto inoltre il ciclo di pittura a tempera stesa “a secco” dal pittore ferrarese Giovanni Boldini (1842-1931) originariamente eseguito sulle pareti di una stanza della villa “La Falconiera”. Di recente allestimento è infine la col- lezione Bigongiari, frutto della passione dello studioso che aveva radunato nella propria casa una magnifica collezione di oltre quaranta dipinti antichi, la più importante raccolta privata del mondo per la conoscenza del Seicento fiorentino. Nelle immediate vicinanze, in una rientranza laterale della piazza, si innalza la figura imponente del Battistero di San Giovanni in corte. Il prezioso edificio gotico, scandito con fasce di marmo bianco e verde, fu progettato da Andrea Pisano, venne ultimato nel XIV secolo e conserva al suo interno un fonte battesimale romanico risalente al 1200. Spostandoci verso nord-est di piazza del Duomo troviamo poi la sede del Museo civico, che è sicuramente tra le maggiori istituzioni museali cittadine. Il Museo civico, aperto al pubblico dal 1922 nel trecentesco Palazzo degli Anziani, raccoglie le più significative testimonianze provenienti dalle chie- se e dai conventi soppressi della città, da acquisti e da donazioni. Alle sale dedicate all’arte più antica (dal XIII al XVI secolo) si affiancano quelle in cui sono ospitate opere d’arte dal Seicento all’Ottocento. La disposizione è cronologica e per raggruppamenti di scuola (fiorentina, pistoiese). Fa eccezione la collezione Puccini (all’ultimo piano), la cui presentazione separata dal resto riflette l’appartenenza ad un nucleo originario unitario, pervenuto al museo nel 1914. La pittura delle origini, quella trecentesca, la nutrita serie di “Sacre conversazioni” del XVI secolo, il notevole nucleo di tele del Seicento fiorentino, la collezione ottocentesca di quadri di soggetto storico costituiscono i principali motivi di interesse del museo. La sezione più consistente è quella cinquecentesca, dove appunto il tema della “Sacra conversazione”, la composizione che vede la Madonna con Bambino in trono circondata da santi, è ricorrente in più opere. Le mu- tate condizioni storiche e politiche di Pistoia e l’assunzione delle maggiori cariche istituzionali da parte di Firenze, determinarono la committenza di importanti lavori di pittura e scultura a maestri fiorentini come Verrocchio, Lorenzo di Credi, Ridolfo del Ghirlandaio. Accanto a loro, sorse comunque una scuola locale che si espresse in uno stile eclettico. A questo secondo ambito appartengono le opere di Bernardino del Signoraccio, dello Scalabrino, di Gerino Gerini, di Fra’ Paolino e la Madonna della Pergola di Bernardino Detti. Un’altra sala molto importante presente al primo piano ammezzato è dedicata invece alla figura di Giovanni Michelucci (Pistoia 1891- Fiesole 1990), grande architetto pistoiese. Stiamo parlando del Centro di documentazione Michelucci, in cui si trovano numerosi disegni realizzati dall’architetto per i vari progetti, a cui lavorò. Il nucleo fondamentale della raccolta è costituito da 932 disegni (frutto della donazione da parte dell’architetto), tutti schizzi a penna, penna e pennarello e lapis, eseguiti su carta da disegno, carta gialla e cartoncino. In alcuni casi i disegni sono arricchiti da annotazioni, dalle quali emerge il messaggio del grande architetto. Nel 1996 la Fondazione Giovanni Michelucci di Fiesole ha consegnato al Centro di documentazione altri 1155 disegni, eseguiti in gran parte negli ultimi suoi anni di attività. Nell’anno di Pistoia capitale della cultura, la città omaggerà il “suo” architetto con la mostra “Le città di Michelucci”, che sarà ospitata dal 25 marzo al 21 maggio nelle Sale affrescate al piano terra del Palazzo comunale con l’esposizione di disegni, progetti, opere d’arte, modelli, piccole sculture, plastici, bozzetti e altri oggetti, accompagnati da testi esplicativi, materiali multimediali e riproduzioni di immagini. Oltre a questo, sono in 59 programma anche un convegno internazionale nel giorno dell’inaugurazione della mostra, seminari, workshop, visite guidate, laboratori scolastici e iniziative di diffusione dell’opera del maestro. Piazza del Duomo, delimitata da edifici medievali che formano un suggestivo quadro architettonico, è dunque il centro storico, artistico e religioso di Pistoia. Insieme ai luoghi vicini, piazza del Duomo diventa la cornice da alcuni anni di un importante festival. Stiamo parlando dei “Dialoghi sull’uomo”, il festival dell’antropologia contemporanea che nella scorsa edizione ha trattato il tema del gioco e che quest’anno verterà su “La cultura ci rende umani. Movimenti, diversità, scambi”. Questa edizione speciale del festival, che nel corso degli anni ha riscosso sempre più successo e al quale partecipano grandi intellettuali italiani e stranieri, si terrà dal 26 al 28 maggio. NOTA Il Duomo di San Zeno è menzionato per la prima volta in un atto notarile stilato nel settembre del 923, ma una chiesa cattedrale doveva esistere a Pistoia almeno fin dal V secolo. Vero fiore all’occhiello della Cattedrale è il campanile, che nel XIII secolo fu ricavato da una torre d’epoca longobarda a cui furono aggiunti tre piani. Si veda Cristina Acidini Luchinat, 2003, La Cattedrale di San Zeno a Pistoia, Silvana Editoriale, Milano e www. turismo.intoscana.it. 1 2 Le origini dell’edificio risalgono alla fine dell’XI secolo, quando il vescovo pistoiese si fece costruire un palazzo fortificato. La residenza ha subito nel corso dei secoli numerosi lavori di abbellimento e di restauro. Dopo l’acquisto dell’edificio da parte della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, negli anni Sessanta del XX secolo, fu impostato un progetto di restauro che ha permesso di recuperare la struttura. Si veda Natale Rauty, 1981, L’antico Palazzo dei Vescovi a Pistoia. Storia e restauro, Olschki, Firenze.