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PROGETTI ATTIVITA’ SCUOLA PRIMARIA
MERIGGIO EQUITAZIONE A.S.D.
TITOLO :
IL CAVALLO “EDUCATORE “
DURATA (PERIODO): 10 SETTIMANE
ORE SETTIMANALI (NUMERO APPROSSIMATIVO DI ORE A SETTIMANA): 2
A QUALI CLASSI E’ RIVOLTO: PRIMARIE E SECONDARIE
ZONA( ALTA-MEDIA-BASSA VALTELLINA. INDICARE ANCHE LE SCUOLE DOVE SI
PRATICA GIA’ ATTIVITA’): MEDIA VALTELLINA ( SONDRIO E COMUNI LIMITROFI)
COSTO TOTALE COMPRENSIVO DI ASSICURAZIONE COLLETTIVA SCOLASTICA
€. 1.000,00( MILLE) PER LA DURATA DELLE 10 LEZIONI X UNA CLASSE DI CIRCA 20
ALUNNI
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“MERIGGIO EQUITAZIONE” ASS. SPORTIVA DILETTANTISTICA VIA GERONE, 13 – 23010 ALBOSAGGIA – SOC.F. 93010520141 - CELL. 347/8089140-mail: [email protected]
- AFFILIATA F.I.S.E N° 0480787 – CONI N° 6322
DESCRIZIONE PROGETTO
PREMESSE TEORICHE:
IL RAPPORTO UOMO-ANIMALE COME POSSIBILITA’ EDUCATIVA E TERAPEUTICA
Ormai da diversi anni, gli addetti ai lavori (psicologi, medici, pedagogisti), condividono
l’idea che il rapportouomo-animale possa determinare effetti positivi sulla salute e
sull’equilibrio psico-fisico dell’uomo, compreso il soggetto in età evolutiva.
Il contatto uomo-animale coinvolge entrambi gli attori in un rapporto carico di emozioni e
sensazioni nuove ed è stimolante per molte persone, soprattutto quelle con difficoltà. Gli
interventi educativi-terapeutici con gli animali sono basati sull’affetto e la comunicazione
che si realizza con gesti, sguardi e contatti. Questo tipo di rapporto, naturale, spontaneo e
genuino, come non sempre è possibile nelle convivenze tra gli esseri umani, determina
una sorta di tranquillità e di sicurezza. Gli animali possono rappresentare un mezzo per
riattivare contatti sociali, per esprimere le emozioni, per uno scambio affettivo, nonché
un’occasione ludica, che nel caso del cavallo diviene anche una vera e propria attività
sportiva.
In particolare il cavallo, per le sue caratteristiche può espletare il ruolo di "mediatore di
relazioni", in quanto rappresenta nella dinamica di scambio un protagonista disponibile ma
attivo: si lascia carezzare, stringere, toccare, ma pone anche dei limiti, chiedendo di
essere rispettato, accudito. E' un animale grande, imponente, che tuttavia si lascia
conquistare e comandare.
Il rapporto con il cavallo risulta quindi ricco di valenze affettive, finalizzato a costruire delle
competenze, in un ambiente in cui le regole sono chiare, ma in cui non vi è né rigidità, né
ambiguità, ma reciproco rispetto ed ascolto.
Un’attività equestre può essere proposta quando i bisogni prevalenti sono rappresentati
dalla maturazione di condotte adeguate nel rapporto con l'altro e con l'ambiente o
dall’evoluzione sul piano delle autonomie personali. Queste attività, infatti, possono essere
rivolte a bambini che presentano psicopatologie dell’infanzia, della fanciullezza e
dell’adolescenza, disturbi dell’apprendimento, delle capacità motorie, della comunicazione,
disturbi generalizzati dello sviluppo, deficit d’attenzione, disturbi della condotta.
PRESUPPOSTI DEL PROGETTO
Questo progetto si basa su dei presupposti irrinunciabili
che lo rendono in parte
innovativo:
- l’attività è rivolta all’intero gruppo-classe, in contesto integrato, allo scopo di creare
un'occasione di confronto, di dialogo e di integrazione tra il bambino in situazione di
handicap o svantaggio e i suoi compagni.
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-La relazione: si tratta infatti, diversamente dagli usuali interventi di ippoterapia intesi come
interventi medici, di un percorso prevalentemente educativo, che vede nella relazione sia il
mezzo sia il fine. Infatti, alla base di ogni intervento terapeutico o educativo, che utilizzi un
animale vi è l’emozione comunicativa che l’animale esprime, e quanto più forte riesce ad
essere il legame emozionale tanto più intensi saranno i risultati positivi. Il presupposto di
partenza è che il rapporto con l’animale possa migliorare le competenze relazionali e che
tali competenze possano poi essere trasferite agli altri contesti relazionali.
SCUOLA-EQUITAZIONE: UN PROGETTO EDUCATIVO SPECIFICO PER IL
BAMBINO
La finalità della scuola, e dell’azione educativa in generale, è quella di favorire il pieno
sviluppo della personalità umana.
L’idea di proporre a scuola un’attività equestre deriva infatti dalla consapevolezza che, per
tutti i bambini, il rapporto con il cavallo può rappresentare una significativa esperienza
dove vengono coinvolti molteplici aspetti: la motricità, l’affettività, la capacità di relazione e
comunicazione, l’accettazione e il rispetto delle regole.
Il bambino compie un percorso che, attraverso il cavallo e l'equitazione, porta alla
acquisizione di sicurezza, fiducia nelle proprie capacità, ampliamento dell’orizzonte
esperienziale, superamento delle paure, tolleranza del limite e della regola, conquista di
autonomia. Le attività di pulizia e preparazione dell'animale e degli ambienti
rappresentano un campo di azione in cui il bambino si confronta con la tolleranza allo
sforzo ed alla frustrazione, con l'imparare ad attendere il proprio momento, con il
riconoscere che la relazione con l'altro è necessariamente bidirezionale.
Frustrazioni e gratificazioni sono egualmente presenti, ma equilibrate dalla presenza
dell'operatore, cui spetta il ruolo di mediatore fra bambino, cavallo e ambiente. In
maneggio, l’operatore rappresenta il punto di riferimento, il detentore delle regole e delle
chiavi d'accesso al mondo del cavallo, una presenza ferma e contenitiva, ma al tempo
stesso capace di rispettare gli spazi e i tempi dell'altro. Egli non propone soluzioni
preformate, ma, al contrario, crea piccole situazioni problematiche in cui il soggetto può
proporre soluzioni e scegliere come usare gli strumenti a disposizione.
I meccanismi sui quali intervengono le attività con gli animali e gli obiettivi che si
prefiggono riguardano la sfera cognitiva, comportamentale, psicologica e sociale.
ASPETTI COGNITIVI: Il cavallo suscita naturalmente nel bambino interesse, curiosità e
attrazione.
L’attrattiva di un animale così affascinante e simbolico, a volte lontano e fatato riesce ad
arrivare nel profondo dell’attenzione dei bambini stimolando il desiderio di conoscenza e
può quindi essere sfruttata a scopo educativo.
Il maneggio è uno spazio che offre molte occasioni di fare scoperte e toccare materiali e
strumenti nuovi. Il cavallo è compagno di mille avventure, ma altresì un riferimento per
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importanti acquisizioni. Il rapporto con gli animali in un luogo ricco di stimoli e a contatto
con la natura stimola la curiosità e l’interesse per nuove scoperte e può contribuire
all’equilibrio psico-fisico.
I bambini con disturbi dell’attenzione e con difficoltà di apprendimento, possono migliorare
i processi cognitivi, grazie alla capacità dell’animale di incrementare l’attenzione e la
capacità di concentrazione; al bambino è richiesto di memorizzare brevi percorsi e
imparare piccole sequenze di comandi da impartire al cavallo.
ASPETTI PSICOLOGICI: In un attività educativa o terapeutica, l’animale è un soggetto
attivo che crea tra sé e il bambino uno scambio reciproco, fatto di emozioni e stimoli che
provocano cambiamenti ed effetti positivi in entrambi. Con persone in situazione di
svantaggio, gli animali trovano un canale di accesso facilitato, di cui l’elemento
fondamentale è il contatto fisico.
La sensazione tattile conduce alla coscienza della propria corporeità e alla formulazione di
un’identità personale e psicologica. La carenza di stimoli corporei durante l’infanzia è uno
dei fattori prioritari del ritardo fisico e psichico, delle sindromi da deprivazione e delle
difficoltà relazionali; mentre la soddisfazione del bisogno d’affetto e di relazione crea le
condizioni di un buon equilibrio psico-fisico. Infatti i bambini traumatizzati a livello emotivo,
chiusi in sé stessi e incapaci di interessarsi spontaneamente agli altri o di stabilire legami
affettivi, in seguito agli incontri con gli animali possono mostrare aumento della
motivazione a comunicare, prima con l’animale e poi con gli esseri umani.
La responsabilizzazione si realizza perché accudire un animale richiede delle attenzioni e
obbliga a svolgere mansioni che possono essere importanti per la crescita e lo sviluppo; il
momento di cura e pulizia del cavallo rappresenta un dovere e contemporaneamente
un’opportunità di sviluppare piacere per la cura delle proprie cose.
La capacità di controllare un animale decisamente grande, ma anche la capacità di
curarlo, nutrirlo, pulirlo, dopo la seduta, alimentano lo sviluppo dell’autostima permettendo
al soggetto non solo di acquisire coscienza di se stesso come realtà individuale, ma di
appropriarsi di un’immagine valida e positiva della propria persona e del proprio valore
individuale.
Queste attività richiedono al bambino la capacità di risolvere situazioni problematiche
contribuendo a sviluppare l’autonomia. Il cavallo grazie al linguaggio non verbale che
utilizza consente un’interazione diretta e immediata: non c’è mamma che fa
raccomandazioni, non c’è la maestra che aiuta; con il cavallo il bambino si deve imporre e
lo deve fare da solo, e quando lo farà avrà superato un gradino in più nella conoscenza di
se stesso e delle proprie capacità.
La relativa semplicità delle operazioni necessarie a raggiungere un discreto grado di
autonomia a cavallo (attraverso una tecnica equestre semplificata) fa sì che il bambino
possa abbastanza presto conquistare la padronanza dell'animale e spostarsi
autonomamente in condizioni di sicurezza. Il rilassamento, la disciplina, l’osservanza di
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regole, la coerenza nel comportamento sono aspetti essenziali per la conduzione
autonoma del cavallo da parte del soggetto.
Ad esempio bambini chiusi, passivi, inibiti, scarsamente consapevoli delle proprie abilità,
possono trovare nel maneggio un luogo in cui si svolge una attività così organizzata da
risultare rassicurante, ma al tempo stesso abbastanza poco predeterminata da lasciare
sufficiente spazio alla possibilità di sperimentarsi con il cavallo.
Per contro, bambini con caratteristiche di impulsività ed instabilità motoria che faticano a
modulare la loro condotta trovano nel cavallo un punto di attrazione ma anche di controllo,
poiché tutti i comportamenti inadeguati ottengono risposte univoche, coerenti ed
inequivocabili.
ASPETTI SOCIALI E RELAZIONALI: Diversamente dall’ippoterapia, da considerarsi
un intervento medico, la Rieducazione Equestre è anche equitazione pedagogica e quindi
un intervento educativo che, in quanto tale, si basa sulla relazione. Assume un ruolo
essenziale la motivazione che il cavallo riesce a suscitare e la precisione delle risposte
che richiede per essere cavalcato.
L’animale si pone nei confronti dell’essere umano con molta naturalezza ed immediatezza
ed è scevro da atteggiamenti giudicanti. Tale comportamento agevola una forma di
comunicazione più immediata rispetto al linguaggio verbale. L’animale, infatti, è in grado di
interagire con soggetti in situazione di handicap fisici o psichici o con ridotta autonomia
fisica, cognitiva e relazionale, senza variazioni nella comunicazione. Da qui il suo ruolo di
lubrificante sociale.
L’intenso rapporto affettivo che si instaura con il cavallo, insieme alla gratificazione
ottenuta nello svolgere un’attività stimolante e divertente costituisce una forte spinta
motivazionale alla relazione. In questa ottica potremmo affermare che tale contatto facilita
la capacità relazionali del bambino. La presenza partecipata dell’animale induce ad
interessarsi ad esso e, attraverso questo rapporto, estendere l’interesse anche agli altri.
La natura sempre concreta dell'esperienza di maneggio consente al bambino di operare
nel reale, attraverso esperienze da condividere, legate alla manutenzione o al nutrimento
del cavallo. Queste consentono al bambino di porre maggior attenzione al mondo che lo
circonda e alle persone; di sviluppare una maggiore capacità di aderire all’ambiente; di
migliorare la qualità della relazione con l'altro, di educarsi all’ascolto, all’attenzione,
all’aiuto reciproco.
L'essere a contatto con un animale che reagisce soprattutto ai segnali inconsci di chi lo sta
guidando, stimola un serie di attività intellettive come concentrazione, memoria, stabilità
emotiva, tranquillità e fermezza di carattere; ed è proprio attraverso la scoperta e lo
sviluppo di tali doti che il soggetto riesce ad acquisire maggiore autonomia e a migliorare il
rapporto con se stesso e con gli altri.
Il bambino per poter cavalcare dovrà migliorare tutte queste capacità e poi potrà trasferirle
anche nelle relazioni con i compagni, i genitori, gli insegnanti.
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ASPETTO LUDICO E SPORTIVO. Un aspetto importante che spesso si instaura nel
rapporto uomo-animale è il gioco, il divertimento e, non raramente, la risata. Il gioco e
l’attività fisica, oltre a aumentare il buonumore, predispongono alla socializzazione. Questo
a maggior ragione nell’attività con il cavallo dove l’aspetto educativo e ludico possono
diventare parte integrante di una vera e propria attività sportiva, praticabile all’aria aperta e
senza limitazioni, anche da chi presenta un deficit. Questo può contribuire ad aumentare
l’autostima e le competenze sociali.
L’equitazione, in quanto sport, può essere un mezzo efficace per intervenire in
senso anche preventivo ai fenomeni di estraniazione e mancata integrazione
sociale. Mettere lo sport al servizio della società significa attribuirgli un ruolo
nuovo, diverso dallo sport inteso unicamente come spettacolo o competitività
agonistica, e che consiste nel rivalutare i valori che sono da sempre alla base dello
sport, quali l’aggregazione e socializzazione, l’educazione civile, la solidarietà, il
miglioramento della qualità di vita, il benessere psico-fisico dell’uomo.
OBIETTIVI GENERALI DELL’EDUCAZIONE ATTRAVERSO IL CAVALLO
Tale progetto, coerentemente con le caratteristiche dell’alunno, e tenendo presenti le
potenzialità insite nell’equitazione e nella rieducazione equestre, si pone i seguenti
obiettivi:
-agire sul tatto e la percezione (attraverso il contatto fisico e il rapporto diretto con
l’animale e con il suomodo di muoversi);
-migliorare la motricità grossolana e fine (nelle operazioni di pulizia e di insellaggio);
-migliorare la stabilità motoria, la sequenzialità e coordinazione dei movimenti (il cavallo si
muove in modo diverso in conseguenza di ordini impartiti con movimenti del corpo);
-agire sull’autostima (la capacità di controllare un animale decisamente grande favorisce
un ritorno d’immagine positivo);
-rafforzare l’affettività e migliorare le competenze relazionali attraverso l’interattività con
l’animale grazie al tipo di comunicazione basato su gesti, sguardi, contatto fisico, ma
anche su regole e controllo del comportamento e dell’emotività;
-aumentare la tolleranza alla frustrazione;
-migliorare la socializzazione: il maneggio è luogo pubblico, sede di svolgimento di attività
ludico ricreative, in cui è possibile ritagliare momenti di gioco e di interazione;
-favorire la responsabilizzazione attraverso l’accudimento dell’animale
-finalità ludiche e ricreative essenziali al corretto sviluppo del bambino
-migliorare le capacità di adattamento, affrontare positivamente situazioni nuove,
sviluppare la propria autonomia, per imparare a poco a poco a generalizzare tali
acquisizioni e "trasferirle" anche nella vita quotidiana;
-offrire ai bambini, ma anche agli insegnanti e educatori alcuni stimolanti spunti di
integrazione, coinvolgendo tutta la classe in un'attività educativo-esperenziale (tra l'altro
molto ambita) nella quale il bambino si senta protagonista attivo.
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OBIETTIVI SPECIFICI
-possibilita di sperimentare una relazione spontanea e “genuina” (non-strumentale) e di
trasferirla in altri contesti relazionali
-aumento dell’autonomia nelle relazioni: con il cavallo il bambino si DEVE relazionare e lo
deve fare DA SOLO;
-aumento del senso di responsabilità verso gli altri, l’ambiente, gli oggetti, attraverso la
cura dell’animale prima e dopo l’attività
-confronto con le esperienze di accudimento ricevute e possibilità di sperimentare una
relazione in cui il bambino può essere lui fornitore di cure;
-stimolare al rispetto delle regole, dei turni e di sequenze logiche e temporali di azioni
(nell’attività a cavallo ogni gesto ha un tempo pre-stabilito e il bambino impara ben presto
che non può “fare pressioni” e deve necessariamente aspettare il suo momento);
-aumentare l’autostima attraverso un’attività graduale e piacevole in cui il bambino può
sperimentarsi e raggiungere risultati brillanti, favorendo un’immagine valida e positiva della
propria persona e del proprio valore individuale;
-stimolare l’attenzione, la memorizzazione e la concentrazione, attraverso semplici
percorsi o sequenze di comandi da impartire al cavallo;
-impegno in un’attività ludica divertente e piacevole, ma che può anche accrescere la
motivazione verso attività prevalentemente di tipo didattico. Le attività in maneggio,
possono infatti essere accompagnate-seguite da attività didattiche;
TEMPI E MODALITA’
L’attività prevede 10 lezioni a cadenza settimanale, che si sviluppano in due fasi:
1)avvicinamento del bambino al cavallo: accarezzarlo, rispettarne le distanze di sicurezza,
strigliarlo e pulirlo, osservare e partecipare alle manovre di preparazione e vestizione
dell’animale; queste attività preparatorie sono parte integrante dell’intervento per arrivare
alla conoscenza dell’animale e degli strumenti che vengono utilizzati per averne cura e per
prepararlo.
2)messa a cavallo del bambino e esercizi a cavallo
All’attività partecipa metà classe per volta. Ogni gruppo effettuerà 2 h di attività, ad ogni
lezione gli alunni si alterneranno tra lezione teorica e pratica.
Saranno presenti, oltre all' istruttore e collaboratori del maneggio, le insegnanti
L’attività in maneggio può essere seguita-accompagnata da attività svolte in classe: si
possono proporre notizie sulla vita dei cavalli, sulle diverse razze, sulle loro abitudini, sul
cibo che mangiano, ecc, con fotografie, disegni, schede. Inoltre è previsto un momento
dedicato alla rielaborazione grafico-espressiva, nel quale i bambini hanno la possibilità di
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interiorizzare l’esperienza a cavallo, attraverso materiali didattici che possono arricchire e
completare l’esperienza, rendendola un momento di dialogo e di scambio reciproco.
VERIFICA E POTENZIALI SVILUPPI
Si potrebbe prevedere la somministrazione di uno strumento di osservazione per
monitorare l’andamento del progetto, da somministrare in tre momenti (inizio-metà
percorso-conclusione).
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