I CIBI TRANSGENICI I cibi transgenici sono cibi manipolati geneticamente allo scopo di modificare alcune caratteristiche, per esempio renderli resistenti a certi virus o funghi, migliorarne qualità e sapore, accelerarne o ritardarne la maturazione, adattarli a situazioni climatiche diverse come siccità e gelo. Le modifiche attuate consistono nell’inserire geni con particolari caratteristiche nel patrimonio genetico degli organismi destinati all’alimentazione, conferendo loro nuove proprietà. Per esempio ci sono fragole coltivate nel Nord del Canada a 10°C perché contengono un gene proveniente dal D.N.A. di un pesce che vive nell’Artico e resiste alle basse temperature. Un esempio interessante, che illustra anche la procedura di manipolazione, è quello del mais, soggetto a essere aggredito quasi esclusivamente da un bruco, la larva della piralide. In laboratorio si preparano due geni specifici, il primo tossico per la piralide (con la scopo di uccidere la larva) ed il secondo resistente ad un antibiotico. Questi due geni vengono poi trasferiti in batteri che, così modificati, prenderanno il nome di “agribatteri”. Questi batteri vengono poi messi in un liquido di coltura che contiene l’antibiotico. Solo i batteri nei quali il trasferimento dei due geni sopra citati è riuscito sopravvivranno. Questi batteri, così modificati, saranno disseminati poi sulla pianta del mais, dove il gene tossico per la piralide, ucciderà la larva dell’insetto. In questo modo il mais diventa resistente alla distruzione da parte di questa larva. Se da un lato si comprende il beneficio in termini produttivi ed economici che tali tecniche producono, dall’altro esistono riserve nei confronti degli OGM (Organismi Geneticamente Modificati). Il timore è quello che, in mancanza di seri e completi controlli da parte dei governi, possano essere generate nuove piante con effetti tossici per l’uomo, specie su tempi lunghi non ancora sperimentati. Proprio la mancanza di dati scientifici sicuri su queste manipolazioni ha creato una serie di giusti allarmi tra le popolazioni e la richiesta di una maggiore precauzione nell’uso di tali tecniche. La Comunità Europea ha emesso una Direttiva che, oltre a più rigorosi controlli per le concessioni a operare sui genomi degli organismi destinati al consumo, prevede che il cibo transgenico venga segnalato al pubblico con una specifica etichetta in modo che chi non è d’accordo con queste manipolazioni possa non acquistare le relative confezioni. I problemi di questa nuova tecnologia sono quindi: • ambientali: aspetti di tossicità non accertati sul medio/lungo termine; • informativi: corretta informazione ai consumatori; • etici: evitare che solo alcune grandi multinazionali, in grado di investire ingenti capitali in questi campi di ricerca, possano partecipare al “business” penalizzando le tecniche tradizionali e i paesi poveri del terzo mondo.