Sabato 28 nov

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Festival Mediterraneo dell’incontro
2^ EDIZIONE
Auditorium Santa Chiara
via Caterina Troiani 90/91 (Eur Torrino)
Sabato 28 novembre alle ore 21:00 Stefano Saletti e la Piccola Banda Ikona Folkpolitik: i canti di libertà del Mediterraneo Mollare gli ormeggi e partire per un viaggio affascinante accompagnati dal Sabir, l’antica lingua del Mediterraneo. Questo lo spettacolo che propongono Stefano Saletti & la Piccola Banda Ikona in una suggestiva notte mediterranea. La Piccola Banda Ikona canta in Sabir, l’antica lingua franca che marinai, pirati, pescatori, commercianti, parlavano nei porti del Mediterraneo: da Genova a Tangeri, da Salonicco a Istanbul, da Marsiglia ad Algeri, da Valencia a Palermo. Saletti ha ripreso questa sorta di esperanto marinaro, formatosi poco a poco con termini presi dallo spagnolo, dall’italiano, dal francese, dall’arabo, e l’ha fatto rivivere scrivendo intensi brani che percorrono le atmosfere sonore della tradizione popolare del Mediterraneo, che va dalle melodie sefardite ai canti del Sud d’Italia, dai temi arabo‐andalusi alla polifonia balcanica. Nel 2012 è uscito l’ultimo lavoro discografico di Saletti e della Piccola Banda Ikona intitolato “Folkpolitik”, nel quale sono stati riarrangiati brani di autori del Mediterraneo che hanno raccontato in musica la lotta contro il potere, subendo persecuzioni, arresti, violenze. Una lotta per la libertà che oggi unisce idealmente le due sponde del Mediterraneo: dalla resistenza ai regimi di Spagna, Portogallo, Grecia negli anni ’70, alle nuove battaglie per la libertà nel mondo arabo. Un percorso di conoscenza di autori e di musiche che dimostra ancora una volta la forza della musica popolare come voce del popolo. Stefano Saletti: bouzouki, oud, chitarre, voce Barbara Eramo: voce Gabriele Coen: clarinetto, sax, flauti Carlo Cossu: violino, voce Mario Rivera: basso acustico Leo Cesari: batteria e percussioni Sabato 19 dicembre alle ore 21:00
Primo tempo Algeciras Flamenco “De vez en cuando” Flamenco Lo spettacolo prende il titolo da una canzone del Maestro Joan Manuel Serrat: “De vez en cuando la vida”. La canzone dipinge un'atmosfera leggera, gioiosa, inaspettata: “De vez en cuando la vida toma conmigo café y está tan bonita que da gusto verla. Se suelta el pelo y me invita a salir con ella a escena” E' questa l'atmosfera all'interno della quale si muove lo spettacolo. La musica trascina lo spettatore in uno spazio immaginario e colorato, attraverso “cuadros flamencos”, chitarra, cante, baile. La musica e’ un veicolo culturale molto più antico della scrittura, nasce probabilmente insieme alla parola o forse anche prima. A causa della sua particolare origine, il flamenco e’ un genere musicale emblematico, veicolo e memoria della cultura e della tradizione. E’ la musica del popolo nomade dei gitani che durante le loro migrazioni hanno attraversato tutto il Medio Oriente e il Mediterraneo, lasciando tracce ma anche arricchendo la propria cultura e conferendo alla loro musica un carattere di universalità comune a pochi altri generi. Il termine flamenco deriva probabilmente dall’unione delle parole arabe “felag“(contadino) e “mengu” (errante, fuggitivo), ed entro’ nell’uso linguistico come sinonimo di Gitano nel secolo XVIII. E` insita nella tradizione flamenca la tendenza ad assorbire continuamente generi e tendenze nuove, caratteristiche del luogo e del momento. Il flamenco contiene radici culturali comuni almeno a tutti i popoli del Mediterraneo e a quelli dell’America Latina, e a questo e’ dovuta la sua “universalità’”. Eppure, nonostante tutto, il flamenco mantiene particolari caratteristiche che lo rendono unico e riconoscibile in tutti i tempi e in tutti i luoghi: la simbiosi unica tra musica e danza. Il baile non solo interpreta la musica, ma ne è parte integrante perché le palmas e lo zapateado sono contemporaneamente elementi coreografici e ritmici. Lo spettacolo “De vez en Cuando Flamenco”, descrive la apparente casualità della performance di flamenco, la spontaneità, mista alla ricercatezza musicale e alla coreografia, mettendo in evidenza gli elementi fondamentali di questa straordinaria forma d’arte che è il Flamenco, un viaggio unico ed inarrivabile nel sentimento umano. Sergio Varcasia: chitarra Rosarillo: cante Carlo Cossu: violino Paolo Monaldi: cajón e percussioni Baile e Coreografie: Francisca Berton e corpo di ballo della Compagnia Secondo tempo
Migala World’n’folk music Un viaggio musicale tra Sonorità Etniche e del Sud Italia Migala nasce nel 2008 da un’idea di Davide Roberto ed Emilio Quaglieri. Inizialmente, la band è nata con l’intento di riproporre il repertorio tradizionale popolare del Sud Italia; difatti, il nome “Migala” deriva dal cognome di Giuseppe Mighali, famoso portavoce della cultura musicale popolare salentina, conosciuto da tutti come “ Pino Zimba”. Il gruppo ha poi intrapreso un viaggio musicale in cui trovano incontro sonorità etniche (afro‐mediterranee, balcaniche, latin e irlandesi) con le sonorità popolari del sud Italia, coniugando insieme i vari background musicali dei componenti della band, cercando una personale interpretazione della folk music e world music, in un Mondo che è sempre più considerato “Villaggio Globale”. Migala punta – così ‐ a stabilire un ponte culturale tra diversi stili musicali, per esprimere una “Cultura della Pace e Incontro tra i Popoli”. Il repertorio proposto è composto perlopiù di composizioni originali, e di arrangiamenti originali sul repertorio tradizionale del Sud Italia. Nel 2014 esce il cd “Migala – World’n’Folk Music” che rappresenta a pieno il viaggio e percorso musicale del gruppo. La traccia “Rotta a Levante Suite” vince nell'Aprile 2014 il Contest “The Battle of The Bands” indetto dall'importantissima etichetta discografica “World Music Network” nel Regno Unito. Davide Roberto ‐ voce, percussioni varie Emilio Quaglieri ‐ chitarra, saz baglama Emanuele Lituri ‐ basso Mario Peperoni ‐ violino Pasqualino Ubaldini ‐ chitarra, bouzouki, saz baglama, oud, basso fretless Con interventi e coreografie degli allievi del corso di danze popolari di Etnochoreia Sabato 9 gennaio 2016 alle ore 21:00
NUOVE TRIBU’ ZULU cross world music musica in viaggio senza confini La nostra storia nasce all’inizio degli anni novanta nelle piazze e nei vicoli di Roma. La scelta fu quella di andare a suonare sul teatro della strada per cercare amore, gioia, libertà, poesia e soprattutto verità. Così nacquero le Nuove Tribù Zulu, con i primi concerti tra Campo de Fiori e Piazza Navona. Nel nostro stile confluiscono rock, folk, gipsy, punk, ska, classica, polke e tarante. Ascoltiamo musica a 360°. La parola africana Zulu significa letteralmente “Gente del Cielo”. Siamo partiti con questo nome guerriero con la voglia di cercare, comunicare, sognare e soprattutto trasformare qualcosa dentro di noi attraverso la grande energia della musica. La musica è vibrazione, incontro con gli altri, scambio, possibilità di crescita, evoluzione. La musica abbatte i muri creati dalle religioni, dalle ideologie, dalle differenze etniche, la razza è una, l’Umanità. Per questo continuiamo a suonare insieme musica sempre in viaggio e ci lasciamo contaminare dai suoni che si librano nell’aria. Movimento è vita, ricchezza, conoscenza, condivisione. Le NTZ hanno da sempre mostrato interesse per l’impegno sociale e negli anni, anche grazie ai tanti viaggi in India, è cresciuta la spinta alla ricerca della spiritualità. Musica e arte vengono vissute come strumenti creativi di trasformazione dell’individuo e della società. Dal gennaio 2007 è nata la collaborazione con CHINH INDIA ITALIA per il progetto NOW Nomadic Orchestra of the World che vede la band impegnata in concerti in Italia e in India insieme a diversi musicisti e danzatrici appartenenti alle tribù nomadi del Rajasthan. Questo progetto artistico, nato in collaborazione con l’organizzazione Chinh India (Nuova Delhi), si propone di promuovere i diritti dei nomadi del mondo e di portare un messaggio di pace e di superamento dei confine. Andrea Camerini: voce, flauto Paolo Camerini: Contrabbasso e basso Ludovica Valori: fisarmonica, trombone, tastiere Roberto Berini: Batteria Massimiliano Diotallevi: Sassofono Contralto Fabrizio Guarino: Chitarra Special Guests: Pejman Tadajon: setar Sanjay Kansa Banik: Tabla 
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