Oratorio è… Marzo 2016 Ciclostilato in proprio New oratorio news N. 21 anno 5 Marzo 2016 1 Oratorio è… #News! Marzo 2016 La redazione Alessandro Granata Andrea Carenzi Andrea Coldani Carlo Maestroni (Coach) Corinne Cipolla Cristian Di Cosimo Don Paolo Elena Malaraggia Emma Coldani Federica Arensi Giada Mainardi Giovanni Pasquali Gruppo 2003 Gruppo ‘98 Jessica Maiocchi Laura Bosoni Luca Ferrari Luca Fontana Matteo Carenzi Matteo Micheli Matteo Panzeri Mattia Maniezzo Mattia Mazzara Paola Fulghieri Sara Pasetti Stefano Poggi In questo numero… Pag. 3 - Pace a voi! Pag. 5 - Archeologi “trollati”! Pag. 7 - Colomba o uovo? Pag. 9 - Artemisia Gentileschi Pag. 11 - Un carillon gigante! Pag. 12 - In fondo al mar! Pag. 16 - Lo sapevi che..? Pag. 17 - Nicole Orlando Pag. 18 - Un magico sospiro Pag. 20 - Ricetta: salame di cioccolato! Pag. 21 - Motociclismo Pag. 22 - Colpa delle stelle Pag. 23 - L’ultima riga delle favole Pag. 25 - Donne e videogiochi www.oratoriosancolombano.com 2 #Pasqua! “Pace a voi” con queste parole Gesù–Risorto appare nel cenacolo il giorno di Pasqua. Gesù ha davanti Pietro, che lo aveva rinnegato e ora combatte con il senso di colpa; Giovanni, che lo aveva seguito fin sotto la croce e ora affronta il dolore della perdita; Maria, che lo piange e affronta il dubbio della fede pensando alle parole dell’Angelo 33 anni prima; gli altri discepoli che si sono nascosti nel momento della prova e ora fanno i conti con la vergogna e lo smarrimento pensando al loro futuro. È questo il mosaico delle emozioni che Gesù si trova davanti: tessere cupe e tristi che nascono dal dolore, dallo sconforto, dalla disperazione, dalla delusione, dal senso di fallimento. Ci sono anche i colori forti della rabbia, dell’odio, della voglia di vendetta, del rancore verso tutti (dai romani ai sacerdoti fino ai compagni). Gesù, la vittima innocente, l’abbandonato, il tradito, il maltrattato, l’ucciso… porta il colore della luce, della pace: nel buio dell’animo umano che fa i conti con le proprie bruttezze “sfolgora il sole di Pasqua” (inno di Pasqua). Quella luce, quella pace, trasforma ciò che illumina: porta la vita dove c’è la morte, la gioia dove c’è il dolore, l’amicizia dove c’è l’odio, la speranza dove c’è lo sconforto. I cuori che sono raggiunti da Cristo si ricolorano e la vita risplende. Nel Cenacolo, la mattina di Pasqua di 2000 anni fa, c’è tutta la Chiesa di allora e di oggi con il suo amore per Cristo-Salvatore, con il suo impegno, sacrificio, ma anche con le sue difficoltà e piccolezze. Nel Cenacolo, la mattina di Pasqua di ogni tempo, c’è ogni cristiano che incontra Gesù-Maestro, con il desiderio di seguire il Vangelo, ma alle prese con le difficoltà di essere testimone credibile ed efficace nel mondo spesso lontano dalla Via del Vangelo in cui è sempre più difficile costruire una vera comunione tra le persone. Nel Cenacolo, la mattina di Pasqua, c’è il cuore di ognuno di noi bisognoso di essere illuminato dalla luce di Gesù-Amico e Fratello. Ad ognuno di noi il Signore rivolge il suo annuncio “Pace a te”. È questa presenza benefica del Suo Amore in noi che ci dona la forza di Oratorio è… di Don Paolo Marzo 2016 Pace a voi! 3 Marzo 2016 #Pasqua! Oratorio è… 4 spezzare le catene e i gioghi che intrappolano la nostra vita: rancore, delusione, dubbi, egoismo, senso di abbandono, povertà. La pace di Cristo viene dalla vittoria dell’Amore onnipotente del Signore su tutti i mali che colpiscono l’uomo (o che spesso albergano nel suo cuore). Nella sua passione c’è ogni passione umana, nel dolore di Maria c’è il dolore di ogni figlio di Dio, nel silenzio del sepolcro c’è il dubbio e lo smarrimento di ogni cuore, ma celebrare la Pasqua ci ricordi che nella Risurrezione di Cristo c’è la risurrezione di ogni uomo. Il riscatto dei poveri, le lacrime asciugate dei sofferenti, lo sguardo alzato di chi torna a sperare, le ferite rimarginate di chi ha sperimentato il dolore fisico e spirituale. “Pace a voi” dice il Signore e ogni domenica lo sentiamo nella Messa pronunciato a nome di Cristo dal sacerdote. “La pace sia con te” a cui segue lo scambio della pace, così come nel Cenacolo il dono divino della pace è un tesoro che il Signore affida a voi per essere scambiato – facendosi dono reciproco – con ogni fratello, con ogni uomo. La Chiesa, i cristiani, ciascheduno di noi, faccia suo tesoro la pace di Cristo, lasciandosi illuminare dalla sua luce e diventandone strumento efficace per il mondo. Archeologi “trollati”! “Pesce d’Aprile! Dai, Non prendertela. È solo uno scherzo!” Questa frase risuona diverse volte per le strade, le case, le scuole, il 1°Aprile, il giorno dello scherzo per eccellenza. Marzo 2016 Di Giovanni Pasquali Se siete della categoria dei permalosi che ci rimangono male per essere cascati ingenuamente nella burla, consolatevi: gli scherzi sono vecchi come il mondo. Per dimostrarlo vi dirò uomini, scienziati, che si occupano davvero di cose vecchie come il mondo: gli archeologi. L’archeologia è tutt’altro che una scienza esatta e non è raro prendere lucciole per lanterne, quando si tratta di lucciole di #News! di alcuni “troll” di cui furono vittime duemila e passa anni fa. Lo sa bene il povero professor Beringer che stesso insieme ai suoi studenti vicino a Würzburg (Germania). Il rinomato professore descrive i fossili nel dettaglio, li rappresenta graficamente, esalta la propria scoperta alla faccia dei rivali… Finché non si scoprì che era tutto uno scherzo accuratamente preparato dagli stessi scolari che si erano preoccupati di preparare le “fossilizzazioni” e di nasconderle dove sapevano che il prof avrebbe scavato. Oratorio è… nel 1726 pubblica un libro in cui racconta dei fossili trovati da lui Penserete che solo un pollo possa cascare in uno scherzo simile. Ebbene persino il grandissimo Winckelmann, padre dell’archeologia come scienza, è stato vittima di una beffa simile ad opera del 5 fratello di Casanova. Questi realizzò tre dipinti e li mandò a Marzo 2016 Winckelmann, dicendogli senza vergogna che erano stati staccati da delle pareti di Pompei. Casanova arricchì la sua storia con dettagli romanzeschi e drammatici e l’archeologo ci cascò in pieno! Winckelmann dichiarò che l’opera era una meraviglia “di cui nessuno aveva visto l’uguale” (e in effetti era vero!) ed arrivò a dire che si trattava di “una delle più belle figure che ci siano rimaste dall’antichità”. Colpito e affondato, anzi “trollato”. Se state pensando di provare a ingannare un archeologo, mi dispiace dirvi che oggi non è più possibile; l’archeologia ha fatto grandi passi avanti e ha raggiunto un livello tale di tecnologia che verreste scoperti in due minuti. Non ci resta che consolarci pensando che #News! anche i grandissimi dotti cascano negli scherzi più banali. Ultimo assolutamente da raccontare, anche se un pochino fuori tema, è il filosofo Nietzsche (per gli amici “Nice”) al quale dei teppistelli in erba riempivano l’ombrello di sassi mentre lui vagava nei propri pensieri, ignaro di tutto. Appena iniziava a piovere Oratorio è… Nietzsche apriva l’ombrello e si stupiva nel trovarci sassi che gli rimbalzavano sulla testa. E ciò gli accadde diverse volte. Insomma non prendiamocela… Se ci cascano i grandi della cultura possiamo accettare di essere trollati anche noi. Buon Pesce d’Aprile! P.S. Le storie di Beringer e Winckelmann sono tratte dal libro 6 “Civiltà sepolte” di C.W.Ceram. Quest’opera racconta le storie degli archeologi e delle loro scoperte; è un libro interessante, ve lo consiglio! Colomba o uovo? #News! Oratorio è… La colomba è, insieme all’uovo di cioccolato, uno dei dolci tipici della tradizione di Pasqua: diffusa su tutto lo Stivale, la ricetta originaria è di provenienza lombarda, sebbene negli anni si siano sviluppate le più creative varianti da regione a regione. Quando nasce e quali sono i significati di questa prelibatezza? La storia della colomba pasquale è da sempre circondata da miti e leggende: sono infatti moltissime le interpretazioni sulla sua nascita. Ufficialmente si fa risalire la nascita della colomba nei primi decenni del Novecento, grazie a un’intuizione industriale rivelatasi un successo. Il tutto accade a Milano negli anni ’30 presso le strutture della ditta Motta, quando il direttore della pubblicità Dino Villani avanzò una proposta vincente. L’azienda, già conosciuta per i suoi famosi panettoni, decise di trovare una strategia per riutilizzare macchinari e ingredienti natalizi anche nei mesi successivi. Nacque così la colomba: un dolce che sfrutta le medesime procedure di preparazione, rifinito da uno strato superficiale di mandorle. La preparazione classica prevede farina, burro, uova, zucchero, buccia d’arancia candita e le già citate mandorle. In brevissimo tempo, la colomba si diffuse rapidamente tra i consumatori, diventando il dolce irrinunciabile per la domenica di Pasqua. La forma tipica sembra riferirsi alla tradizione cristiana: il volatile è infatti un animale che ricorre frequentemente nelle scritture, sia Marzo 2016 di Giada Mainardi 7 Marzo 2016 #News! Oratorio è… 8 del Vecchio che del Nuovo Testamento. Dall’Arca di Noè alla Risurrezione di Cristo, la colomba nella religione è rappresentazione dello Spirito Santo, della speranza e della salvezza. Oltre ai significati connessi al culto, in moltissime culture mondiali la colomba è universalmente accettata come il simbolo della pace e della prosperità. Per quanto riguarda le leggende, una tra le più interessanti vede come protagonista il nostro patrono San Colombano. Si narra infatti che il nome del dolce derivi da quello del Santo. Nel ’600, San Colombano venne invitato con i suoi monaci alla corte della regina longobarda Teodolinda. Questi rifiutarono un banchetto ricco di carni e selvaggina, pur non essendo un venerdì di quaresima. Il santo, allora abate, per evitare che la regina potesse offendersi, avrebbe quindi trasformato le pietanze servite in pani bianchi e candidi, dalle tipiche forme della colomba. L'uovo di Pasqua ha origini molto antiche che si rifanno a riti legati all'inizio del periodo primaverile visto come rinnovamento della natura e quindi legato alla fecondità. Durante i secoli si sono poi aggiunte altre tradizioni e leggende legate a questo strano prodotto della natura. Per quanto riguarda la tradizione di donare uova, si hanno documentazioni dai tempi degli antichi Persiani, che erano soliti scambiarsi le uova di gallina (a volte sommariamente decorate a mano) al principio della primavera. Durante il periodo di Quaresima, in virtù del digiuno, le uova vengono spesso non consumate ed Marzo 2016 accumulate per il periodo successivo. Nella tradizione balcanica l'uovo di gallina cucinato sodo viene colorato tradizionalmente di rosso, simbolo della Passione, in genere durante il Giovedì Santo, giorno dell'Ultima Cena, e consumato a Pasqua e nei giorni successivi. L’uovo di cioccolata ha avuto la sua maggiore diffusione soprattutto a partire dal XX secolo e vanta il maggior consumo durante il periodo pasquale. E l’aggiunta al suo interno di un regalo è stata probabilmente la molla che ha fatto incrementare la sua popolarità in ambito commerciale, in particolar modo tra i più piccoli. Artemisia Gentileschi Artemisia nacque a Roma l’8 luglio 1593, perdendo a soli 12 anni la madre. Visse col padre Orazio anch’esso pittore e, da unica femmina di 6 figli, sembrava decisamente improbabile che intraprendesse la carriera artistica. Nella grande casa frequentata assiduamente da artisti colleghi del padre, il genio precoce di Artemisia cominciò a manifestarsi già all’età di 3 anni, quando giocava tra pennelli e tavolozze . L’aiuto e l’esempio paterni furono la prima guida, ma ben presto ella riuscì a trovare un proprio stile artistico: intraprese uno studio diretto sul maestro Caravaggio e sui suoi seguaci, ma diede altrettanta importanza a correnti opposte quali quelle di Tommaso Salini e Giovanni Baglione. A soli 17 anni dipinse una delle sue opere più significative: “Susanna e i vecchioni”, iconografia ripresa dall’Antico Testamento (più precisamente da un racconto del Libro di Daniele). Oratorio è… Ricordando l’8 marzo, la festa dedicata alla donna, perché non farlo valutando in ambito artistico l’importanza della grande Artemisia Gentileschi? In un’epoca dove il mestiere del pittore era prerogativa maschile, seppe imporsi con il realismo delle sue opere e il particolare uso della luce che riprese dal maestro Caravaggio, al punto di essere una delle poche pittrici a mantenersi economicamente con la propria arte. #Arte! di Emma Coldani 9 Marzo 2016 #Arte! Oratorio è… 10 In quegli anni frequentava la sua casa Agostino Tassi, maestro di prospettiva e pittore di talento che, dietro richiesta di Orazio, divenne guida artistica della giovane e bellissima Artemisia. Il Tassi, uomo violento e sanguigno, si infatuò ben presto della ragazza arrivando a violentarla ripetutamente. Né riuscì a preservarla da tale orrendo destino l’amica d’infanzia Tuzia che, benché al corrente, le voltò le spalle lasciandola in balia del violentatore. Questo importante fatto farà della solidarietà femminile uno dei capisaldi delle sue opere, quali “Giuditta e la fantesca” e “Giuditta decapita Oloferne”. Suo padre piuttosto denunciò il Tassi che, a seguito di mesi di processo, venne condannato ad una breve pena mentre Artemisia dovette subire continue umiliazioni pubbliche e finanche torture perché ritrattasse. Nonostante tutto ella perseverò nell’affermare la verità, maturando il desiderio di allontanarsi da Roma per slegarsi da tale passato tormentato. Si recò a Firenze dallo zio e lì riuscì a ritrovare e perfezionare il proprio percorso artistico. Da qui cominciò il vero viaggio della Gentileschi, che girò per l’Italia per svolgere numerose commissioni. Durante il soggiorno a Roma (1620-22) dipinse cicli sulle due figure femminili di Lucrezia e Cleopatra, nuovo e ulteriore riferimento alla tradizione storica ed iconografica, imperniata sulla traduzione in tela del carico emotivo di sguardi e posture che conferiscono alle rappresentazioni il titolo di unicum. Artemisia si spense nel 1652 a Napoli dove, nonostante il successo in gioventù, morì sola e dimenticata da tutti. Chissà se presto verrà organizzata una mostra a lei dedicata così da stupirci e perderci nella bellezza delle sue opere. #Musica! La “Wintergatan Murble Machine” è un strumento musicale simile ad un carillon che comprende una cassa, un basso, un vibrafono e altri strumenti che utilizzano una manovella e 2000 biglie di metallo. La macchina è costituita da parti in legno tagliate con accuratezza, piste e imbuti adibiti alla raccolta e al reindirizzamento delle biglie appena utilizzate. È necessario pecisare che questa non è la prima volta che vengono realizzati strumenti a biglie, ma nell’ambito musicale questo è il progetto migliore. Il musicista svedese di nome Martin Molin, componente di un gruppo musicale chiamato Wintergatan (che in italiano significa “Via Lattea”), è il creatore di tale strumento ed ha impiegato ben 2 anni a realizzarlo. L’idea è nata da un particolare interesse di Molin per macchine concon ingranaggi funzionanti attraverso l’uso di biglie, in questo modo ha notato che ognuno di questi congegni inevitabilmente produce dei suoni, provocati dallo spostamento di biglie e dal loro scontro con un’altra superficie, e tale rumore risulta spesso caotico; allo ha deciso di provare a controllare tale caos. Inizialmente Molin aveva messo in programma 2 mesi per la realizzazione pratica, ma ce ne sono voluti 14. Oltre agli schizzi carta e penna, il musicista ha utilizzato un software del computer per calcolare al meglio le dimensioni partendo da un cubo di 80 centimetri. In seguito ogni pezzo è stato modellato e adattato gradualmente fino a raggiungere la sua forma finale. La macchina è provvista di una ruota centrale che dirige la programmazione uguale a quella dei campanili inoltre la chiave del Oratorio è… di Federica Arensi Marzo 2016 Un Carillon gigante! 11 Marzo 2016 In fondo al mar.. le stelle marine come non le avete mai viste #Animali! di Paola Fulghieri Oratorio è… e brano può essere regolata durante la produzione. Il 29 febbraio di quest’anno sul profilo YouTube di nome “Wintergatan” è stato ufficialmente pubblicato il primo video in cui si vede l’opera d’arte finalmente in atto. (È possibile ascoltare il brano riprodotto dalla macchina non solo su YouTube, ma anche sul sito ufficiale www.wintergatan.net e se si vuole scoprire la realizzazione passo per passo esiste il profilo Instagram wintergatan2000). 12 E splash! e ciffff! e ciafff! L'estate è ancora lontana, ma molti segretamente sognano di fare un tuffo nel mare... forse a Pasqua i più fortunati saranno su una spiaggia bianca e soleggiata ad ascoltare le onde che si infrangono a riva, respirando l'odore salmastro del mare, ammirando la liquida coperta blu che ineguale e tremolante abbraccia la costa. Che pace, che bellezza. Uno spettacolo del genere certo appaga i sensi, ma voi non siate superficiali! Immergetevi senza paura nelle acque da cui miliardi di anni fa ha avuto origine la vita, curiosate in profondità (non preoccupatevi, l'acqua non vi farà bruciare gli occhi perché la nostra immersione è speciale) e scoprirete un fondale brulicante, vario, popolato. Splashhh! Blublublublub.... Uhmm, sembra immobile. Forse sta dormendo. Beh, normale, la sua vita è principalmente notturna. No, invece si sta muovendo lentamente. Se prendete un punto di riferimento ve ne accorgete. E' lei! E' davvero un animale interessante! Avviciniamoci per conoscerla. Marzo 2016 #Animali! Le stelle marine sono conosciute in termini scientifici come Asteroidea e insieme a ricci di mare, gigli di mare, cetrioli di mare (non ridete, si mangiano, sono buonissimi!) e stelle serpentine (sì, esistono anche loro) appartengono al phylum degli Echinodermi. Potremmo dirle “Dammi il cinque, stella marina!” perché il suo corpo ha una simmetria pentaraggiata, vale a dire che generalmente presenta cinque braccia fuse in un disco centrale. Non sono braccia qualunque, perché le riveste un dermascheletro, uno scheletro calcareo davvero particolare formato da ossicoli e spicole, che è una via di mezzo tra lo scheletro interno di tutti i vertebrati e l'esoscheletro tipico degli insetti. Questa struttura di sostegno è immersa in un tipo speciale di collagene, l'MCT (mutable collagene tissue, il “collagene mutevole a scatto”) che si rivela molto vantaggioso per la stella marina, perché, irrigidendosi o diventando lasso, le permette di mantenere varie posture senza sforzo muscolare. Oltre allo scheletro dermico e al collagene mutevole, la terza caratteristica che rende unici gli echinodermi è la presenza di un sistema particolare, che non ritroviamo in nessun altro essere vivente: il sistema acquifero, utile per la respirazione, l'alimentazione e la locomozione. Come si muovono le stelle marine? Ogni stella è dotata di minuscoli pedicelli a forma di ampolla, che sono estroflessioni del sistema acquifero e si trovano al centro di ogni braccio a ridosso di un solco. Funzionano come tante ventose e il loro movimento coordinato permette un lento avanzamento. Che cosa mangiano? Possono limitarsi a filtrare piccole particelle disciolte in acqua (la loro bocca è rivolta verso il basso, mentre l'ano è dorsale) oppure darsi alla predazione di piccoli crostacei, pesci e molluschi. Oratorio è… Adesso non ci resta che vedere una stella marina in azione. 13 Marzo 2016 #Animali! Sono pericolose? Questa sì che è una domanda interessante! Per noi fortunatamente no. Fra le vittime delle stelle marine ci sono tanti molluschi bivalvi: la stella circonda e abbraccia la loro conchiglia per aprirla (grazie al collagene mutevole non fa nessuno sforzo) e quando il mollusco spossato cede, riversa all'interno il proprio stomaco estroflettibile per digerire la preda! Le stelle marine infatti sono una vera piaga per intere popolazioni di ostriche e bivalvi di grande importanza economica, per eliminarle si ricorre perfino alla calce viva! In questo modo il sottile strato di epidermide si danneggia irreparabilmente, le branchie si otturano e la stella collassa. Come si riproducono? Negli echinodermi la riproduzione è sessuata Oratorio è… con fecondazione esterna: i gameti prodotti 14 vengono rilasciati in acqua; la loro unione porterà alla nascita di una prima larva detta bipinnaria e successivamente- di una seconda larva chiamata branchiolaria che metamorfoserà in stella marina. Curiosamente le stelle marine praticano anche la riproduzione asessuata: da un singolo braccio può formarsi un intero organismo! Inoltre rigenerano con facilità le parti perdute e possono liberarsi di quelle danneggiate staccandole dal proprio corpo #Animali! Blublublublublub...la nostra immersione é terminata, abbiamo fatto la conoscenza di stelle che non brillano affatto, pur esistendo nei colori più diversi. Mi raccomando non consideratele vegetali o rocce e fate attenzione se decidete di metterle nel vostro acquario! Spashh...cifff...ciafff cifff...ciafff...splashh Marzo 2016 (autotomia). A questo proposito pensate com'era dannosa l'abitudine di tagliare a metà con l'accetta le stelle marine, prassi comune per gli allevatori di ostriche che desideravano liberarsene: invece, come in un film dell'orrore, le stelle tornavano in mare raddoppiate! POSTO PER TUTTI...ANCHE PER TE ! Se leggendo il nostro giornale ti sono venute in mente nuove idee o desideri far parte della redazione manda una mail all’indirizzo: [email protected] ospitiamo volentieri anche manifesti e pubblicità di iniziative proposte dalle associazioni di volontariato della nostra comunità. Oratorio è… C’È 15 Marzo 2016 Lo sapevi che..? di Stefano Poggi 1. Walt Disney fu licenziato da un editore per mancanza di creatività. 2. Il cioccolato migliore la circolazione sanguigna ed aumenta il buonumore. Alcuni psicologi utilizzano anche la cioccolato-terapia. 3. Gli scoiattoli fanno le fusa proprio come i gatti. #Curiosità! 4. Se un’amicizia dura più di otto anni, secondo gli psicologi durerà tutta la vita. 5. Ad Amsterdam ci sono 1539 ponti, a Venezia invece solamente 426. 6. I minion sono diventati così popolari che è stato introdotto il colore giallo minion nel pantone (sistema di codifica dei colori). Oratorio è… 7. LOL è una parola di origine olandese che significa divertimento. 16 8. In Windows non è possibile chiamare una cartella “con” 9. I gatti spendono il 70% della loro vita dormendo. 10. Ogni sabato in Islanda è la giornata in cui le caramelle vengono vendute a metà prezzo #Sport! Nicole Orlando: a molti di voi questo nome non dirà molto, ma chi segue lo sport avrà già sentito parlare di questa ragazza di Biella che, a soli 22 anni, è già entrata nella storia. Si è portata infatti recentemente a casa ben cinque medaglie dal Sud Africa, dove ha partecipato ai campionati mondiali di atletica leggera dedicati a ragazzi con la sindrome di Down. La sua passione per lo sport è nata quando era ancora piccolissima e la mamma l’ha portata alla palestra nella sua città per fare ginnastica artistica, dove è stata accolta da Anna Miglietta, ex allenatrice della nazionale di ginnastica ritmica, e da Franco Ruffa, presidente della Società Ginnastica La Marmora. Qui ha avuto l’opportunità di mettersi alla prova al fianco delle altre bambine normodotate in varie discipline della ginnastica già a tre anni. Si è appassionata cosi allo sport in generale, arrivando a praticarne molti e arrivando così al mondiale di atletica leggera, nel quale è riuscita a conquistare 5 medaglie in discipline diverse: oro nei 100 metri, salto in lungo, triathlon (con record del mondo) e staffetta 4x100 e argento nella 200 m. È riuscita quindi ad entrare nella storia e a portare alto il nome dell’Italia in Sud Africa. Avrà l’opportunità di far valere il suo nome anche qui in Italia. Parteciperà infatti a Luglio ai Trisome Games, ovvero la prima edizione delle olimpiadi riservate ad atleti con la sindrome di down, che si terranno a Firenze e in Toscana tra il 15 e il 22 luglio e ospiteranno circa 900 tra atleti e tecnici provenienti dai 5 continenti. Non ci resta quindi che aspettare questo evento e tifare un po’ anche per questi ragazzi speciali. Oratorio è… di Jessica Maiocchi Marzo 2016 Nicole Orlando 17 Un magico sospiro Marzo 2016 di Sara Tedeschi ECCOLA LA’,COME UNA STATUINA QUELLA PICCOLINA, CHE GUARDA DA LONTANO IL SUO PICCOLO PAESINO. LEI SOSPIRA,E,MENTRE SOGNA AD OCCHI APERTI, PERDE NELLA BREZZA Oratorio è… #Poesia! DEL VENTO, E I SUOI CAPELLI GHE. ONDEGGIANO COME SPI- LAGGIU’,DOVE NON C’ E’ DESTINAZIONE E NON SAI DOVE FINISCI, LEI PENSA E FA UN SOSPIRO,MA QUELLO NON E’ UN NORMALE SOSPIRO, E’ UN SOSPIRO MAGICO SENZA LIMITI,CHE SENZA NON SI PUO’ ATTIVARE. GIOIA E AMICIZIA INSOMMA, IL SOSPIRO MAGICO E’ SOLO DEI BAMBINI, E’ QUELLO CHE GLI PERMETTE DI SOGNARE AD OCCHI APERTI O CHIUSI,SEMPRE E IN OGNI MOMENTO, PER POI ESSERE CONTENTI QUANTO TU NON SAI, ECCO PERCHE’ NON RIESCI MAI. 18 SI SI RENDONO CONTO DELLA FORTUNA CHE AVEVANO E CHE ADESSO L’HANNO PERSA. SCOPRENDO IL MONDO M’ ACCORGO DI QUESTA FORTUNA CHE HANNO ANCORA ALCUNI. Marzo 2016 IL SOSPIRO MAGICO I BAMBINI LO CHIAMANO SOLTANTO SOSPIRO MA DA ADULTI IL CORPO DA PICCOLI CE LO REGALA E SE SIAMO CAPACI DI CREDERCI ANCORA AUTRICE:SARA TEDESCHI ANNI:9 ANNO:2016 GIORNO:SABATO MESE: FEBBRAIO Oratorio è… CHI COME NOI CREDE IN QUESTA ESPERIENZA. #Poesia! E INSIEME FACCIAMO FORZA, POTREMO CONTINUARE A VIVERE SCOPRENDO 19 Oratorio è… #Cucina! Marzo 2016 Ricetta: Salame di cioccolato! 20 di Camilla Bagatta Il salame di cioccolato è un dolce gustoso e facile da fare, che si prepara solitamente per Pasqua in molte regioni d’Italia. Ingredienti 100gr Burro 250gr Biscotti secchi 100gr Zucchero 100gr Cacao Amaro in polvere 2 Uova Preparazione Sciogliere il burro a bagnomaria. Sbriciolare grossolanamente i biscotti secchi. In una ciotola sbattere le uova con lo zucchero fino ad ottenere ucomposto omogeneo e aggiungere il burro. Aggiungere il cacao e mescolare. Unire i biscotti. Versare l’impasto su di un foglio di carta forno e dare la forma di un salame. Avvolgerlo in un foglio di carta stagnola e metterlo in freezer per almeno 2 ore. Toglierlo dal freezer e tagliarlo a fette. Servire a temperatura ambiente. Consiglio: se volete rendere il vostro salame di cioccolato ancora più goloso aggiungete all’impasto 3 cucchiai di Nutella! più famoso è stato l’inglese Carl Fogarty che ha vinto 4 titoli. La Superbike si corre su due manche. Anche per lo sterrato vi sono due categorie: la prima è il motocross che ha il suo cannibale, il nostro Antonio “Tony” Cairoli vincitore di 9 titoli. La seconda è l’En- #Sport! Il motociclismo è la massima espressione degli sport motoristici. Si corre con moto che sfrecciano a 300 km all’ora in circuiti o su sterrato. Sui circuiti vengono corse due categorie gestite da due diverse organizzazioni: la Dorna organizza il motomondiale, mentre la Superbike viene gestita dalla Fgsport. Il motomondiale è composto da tre categorie: la Moto 3 (la vecchia 125) che si corre con moto da 125cc, la Moto 2 (la vecchia 250), corsa con moto con motori da 250cc e la classe “regina” ovvero la MotoGP (la vecchia 500) che oggi si corre con moto da 1000cc. Ora parliamo dei piloti più vincenti di tutti i tempi: il primo è il nostro Giacomo Agostini che tra la metà degli anni ’60 e la fine degli anni ’70 ha vinto 15 mondiali. Successivamente i piloti di lingua inglese hanno dominato per 20 anni da 1978 al 1998: Eddie Lawson ha vinto 4 mondiali, Mick Doohan ne ha vinti 5 di cui l’ultimo 18 anni fa, mentre con 3 mondiali vinti c’è Kennet Lory Roberts detto Kenny. Tra gli altri Wayne Raney ha vinto 3 campionati mondiali. Come non dimenticare Freddie Spencer che ne ha vinti 2 e Kevin Schwantz che ne ha vinto 1 soltanto. La Superbike è un’altra categoria del motociclismo: il suo campione Oratorio è… di Carlo Maestroni Marzo 2016 Motoclicismo duro, che si corre su strade sterrate e mulattiere. Esiste anche una gara bella ma pericolosa che si corre tra marciapiedi e alberi e si svolge sull’isola inglese di Man: il famoso Tourist Trophy. Il più vincente è l’inglese Joey Dunlop con 26 titoli. 21 Oratorio è… #Cinema! Marzo 2016 Colpa delle stelle 22 di Giulia Arensi, Camilla Seminari e Luca Ferrari “Colpa delle stelle” è un film drammatico del 2014 prodotto negli Stati Uniti da Josh Boone. La storia tratta di una ragazza, Hazel, affetta da cancro alla tiroide e obbligata dai genitori a frequentare un gruppo di supporto. Durante questo incontro si innamora di August, ex giocatore di basket con una gamba amputata per tumore. Conoscendosi scoprono una passione comune, ovvero quella per i romanzi, e decidono di fare un viaggio ad Amsterdam per incontrare l'autore del loro romanzo preferito, Peter Van Houten. Ma al ritorno dal viaggio il destino scritto nelle stelle colpisce August che si ammala nuovamente di cancro e dopo un lungo periodo di sofferenza muore. Nonostante questo enorme dispiacere, Hazel trova la forza di andare avanti e mostrarsi sorridente e allegra di fronte agli altri. Questa storia fa riflettere molto sulla forza di volontà che questi giovani protagonisti hanno sempre avuto, nonostante fossero affetti da una malattia incurabile. Permette di capire che superando questa condizione conducono una vita comune a tutti gli altri adolescenti, ricca di avventure, amore, divertimento e amicizie. Marzo 2016 “L’ultima riga delle favole” parla di Tomàs, un uomo che non crede in se stesso e che subisce passivamente gli avvenimenti della vita. Tomàs deve incontrarsi con Arianna, una ragazza che ha appena conosciuto a una conferenza, ma lei gli telefona e rinuncia all'appuntamento. Deluso, Tomàs si reca al mare, dove sul molo viene aggredito da un balordo e sta per annegare. Al risveglio si ritrova alle Terme dell'Anima, dove viene accolto da Stella Maris e dal Direttore. Con l'aiuto dei Maestri Tomàs inizia un percorso che lo conduce a vincere le sue paure, ad imparare a guardare dentro di sé, a riconoscere e accettare i propri desideri. Tomàs prova rabbia nei confronti dell’ultima frase di ogni fiaba: “e vissero tutti felici e contenti”. Una rabbia apparentemente sciocca e ingiustificata, una riluttanza a vivere la vita, che pretendono di far credere che non esista la possibilità di entrare in intimità con un’altra persona e costruire insieme una vita positiva. Durante il soggiorno alle Terme dell’Anima Tomàs deve ripercorrere le varie fasi della sua vita imparando a considerarle in modo più positivo. Conosce Morena, attrice delusa dai suoi rapporti amorosi, e Polvere, riparatore di windsurf insoddisfatto e cinico. Al termine del percorso Tomàs capisce che il suo vero desiderio è trovare la sua anima gemella, e che questa è Arianna. Accetta per questo di superare la prova della morte, gettandosi in una cascata: anche Morena si è gettata, Polvere non ne ha il coraggio. Grazie a questo Tomàs scopre che solo noi siamo responsabili del no- #Libro! di Elena Malaraggia Oratorio è… L’ultima riga delle favole - Massimo Gramellini 23 Marzo 2016 #Libro! Oratorio è… 24 stro destino ed andiamo incontro alla meta che con le nostre scelte ci riserviamo. Dopo aver affrontato la prova della morte, Tomàs si risveglia ancora nell'acqua ma riprende le forze e riesce a tornare a casa. Su una rivista legge la notizia di una diva che è caduta in acqua durante una crociera ma è stata ritrovata viva (Morena), mentre di un windsurfer disperso (Polvere) non si hanno più notizie. Tomàs ha perso il numero di telefono di Arianna, l'unico contatto che aveva con lei, ma sente che riuscirà a ritrovarla. Nella stessa rivista legge un breve articolo di una filosofa che scrive filastrocche e che racconta, rammaricata, la storia del suo mancato appuntamento con l'uomo nel quale aveva creduto di vedere la propria anima gemella: Tomàs riconosce la vicenda di se stesso e Arianna, la cui foto compare tra quelle dei collaboratori. È un libro molto profondo e significativo. Il ritmo è un po’ lento ma ricco di dialoghi. La lettura necessita di una parte di riflessione personale in quanto la storia racconta di sentimenti che ognuno di noi prova. "Immagina. Sì, immagina che la manifestazione della vita nell'uni- verso sia come la radio della tua automobile: un insieme di frequenze. I cinque sensi ti sintonizzano soltanto su una stazione, per cui sei portato a pensare che le altre non esistano e che la tua sia l'unica possibile. Ogni tanto qualcuno sconfina in quelle accanto, ma capta il segnale in maniera disturbata e lo chiamano matto. Però anche la persona più diffidente riesce a mettersi in collegamento con tutte le stazioni, almeno una volta nella vita." "Succede quando è completamente invasa dall'amore", aggiunse Stella Maris. Oppure Passa attraverso mille strade la verità che cerca il viaggiatore, ma tutte conducono allo stesso luogo: l'amore. Il rapporto tra donne e videogiochi è un argomento le cui discussioni sono in costante crescita all’interno della comunità videoludica. Sin dagli inizi del media, infatti, esso è stato visto come pensato all’esclusivo interesse maschile (così come in altri campi, quali ad esempio l’informatica). Lo stereotipo del videogiocatore radicato in una buona fetta delle persone disinformate è tuttora quello di un maschio, sovrappeso, tendente all’asocialità ed avulso dalla realtà. Fortunatamente il videogioco sta avendo un progressivo sdoganamento: nel corso di una ventina di anni sta lasciando spazio ad una visione più normale delle cose, anche grazie all’introduzione di videogiochi su tablet o smartphone, che ne ha diffuso la fruizione. Tuttavia alcuni preconcetti sono duri a morire, e il media videoludico è ancora classificato come svago maschile. Non è così: molte ricerche sono state svolte in questo campo, e la percentuale di donne videogiocatrici è sempre più in aumento, arrivando alla quasi totale parità. Uno studio del 2007 di ERSB (Entertainment Ratings Software Board, gruppo sulla classificazione dei videogiochi nel Nord America) notava come almeno il 41% dei videogiocatori su pc fosse rappresentato dal pubblico femminile. In un’intervista del 2012, il fu Presidente Nintendo Marzo 2016 #Videogames! di Andrea Coldani Oratorio è… Donne e videogiochi: una realtà incompatibile? 25 Marzo 2016 #Videogames! Oratorio è… 26 Satoru Iwata affermava che i fruitori di loro piattaforme erano in egual modo composti da uomini e donne (contando però anche il Giappone, unico caso al mondo in cui la percentuale femminile è quasi il doppio della maschile); ancora nel 2012 l’ISFE (Interactive Software Federation of Europe, una federazione europea indipendente che rappresenta gli interessi dell’industria dei videogiochi verso il pubblico generale) mostrava come il 43% delle donne in Europa videogiocasse, e che nella stessa Italia il 48% della comunità videoludica fosse rappresentato da donne (interessante notare inoltre come da noi i simboli del PEGI, sistema che etichetta i giochi in base ai contenuti, da quelli per tutti ai 18+, fossero riconosciuti “ben” dal 28% di chi aveva comprato videogiochi: ciò denota una cruciale disinformazione che porta alle accuse sui videogiochi; è però argomento per un altro articolo). L’evidenza parla chiaro: le donne nel mercato videoludico sono una realtà sempre più affermata ed in costante crescita, non solo nei giochi più casual come Candy Crush, ma anche per giochi prima considerati ad uso esclusivo maschile, come Giochi di Ruolo, Action e online. Le donne in ambito videoludico non solo sono importanti come consumatrici, ma anche per i videogiochi stessi: sebbene continui a restare frequente la loro rappresentazione ideale sul piano fisico (anche a causa del bombardamento mediatico delle pubblicità), molte eroine sono entrate nell’immaginario dei videogiochi per il loro carattere forte ed indipendente, alla pari quando non superiore a quello maschile. Basti pensare a nomi come Samus Aran (la saga di Metroid la vede combattere contro orde di alieni), Lara Croft (la risposta femminile ad Indiana Jones), la principessa Zel- O Gesù, re immortale, unisci alla tua vittoria i rinati nel battesimo. Dagli abissi della morte Cristo ascende vittorioso insieme agli antichi padri. Irradia sulla tua Chiesa, pegno d'amore e di pace, la luce della tua Pasqua. Accanto al sepolcro vuoto invano veglia il custode: il Signore è risorto. Sia gloria e onore a Cristo, al Padre e al Santo Spirito ora e nei secoli eterni. Amen. Marzo 2016 #Videogames! Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, esulta di gioia la terra. Oratorio è… da (coprotagonista della saga che porta il suo nome, passata da essere una damigella in pericolo a imbracciare le armi per difendere il suo regno), Ellie (il vero motore della storia di The Last of Us, in cui combatte per la vita in un mondo apocalittico), Yuna (Final Fantasy X, ribalta lo stereotipo del curatore dall’animo mite con la volontà di acciaio di fare la cosa giusta, anche contro la stessa dottrina inculcatale) e tante altre, anche nel ruolo degli antagonisti. Tutto ciò mostra come le donne nei videogiochi non solo non mancano, ma anzi sono e diventeranno sempre di più fulcro di un mercato in costante crescita, a scapito delle idee retrograde di fin troppe persone. 27 Marzo 2016 Oratorio è… 28 Resurrezione, M. Chagall, 1937-1948