2.2 CHIESA DI SAN GIUSEPPE CENNI STORICI Sorge come Oratorio eretto dalla Ven. Compagnia di San Giuseppe nella seconda metà del ‘600. Il piccolo edificio dell’Oratorio è destinato a una breve sopravvivenza a causa delle elevate spese sostenute per la riparazione delle lesioni verificatesi nei muri perimetrali. Così nel 1736 ha inizio la costruzione della nuova Chiesa con il progetto di inglobare provvisoriamente nel suo interno il cadente Oratorio che verrà poi demolito, quasi trent’anni dopo, nel 1760 a completamento dei lavori di edificazione. Miglioramenti vengono apportati alla Chiesa negli anni successivi, sia all’interno che nel prospetto principale, fino al 1801. Nel 1934 si riforma la torre del Campanile che viene ampliata ed innalzata per dar posto a una terza campana che viene benedetta il 30 maggio del 1935. DESCRIZIONE La Chiesa ubicata in Piazza Umberto I, in prossimità del Castello Chiaramonte, ha un ingresso principale, di fronte al monumento dei caduti, arricchito dall’intaglio di pietra della porta e dall’ornato della medesima. Ha anche un’entrata laterale e una terza che immette in sacrestia. E’ di media grandezza e molto bella. L’altare maggiore ha in alto delle nicchie dove sono le immagini di alcuni Santi Martiri. Gli altari, in numero di sette sono: l’altare Maggiore dedicato a San Giuseppe, gli altri intitolati alla Madonna di Fatima, al Sacratissimo Cuore di Gesù, al Buon Pastore, al SS. Crocifisso, al SS, Ecce Homo e a Santa Rita. Tra le testimonianze artistiche, al suo interno, si ammirano sei medaglioni dipinti ad olio su tela, di autore non identificato, rappresentanti: l’angelo che compare in sogno a San Giuseppe; la natività di Gesù Bambino; la circoncisione di Gesù Bambino; la sua presentazione al Tempio; la fuga in Egitto; Gesù in mezzo ai dottori. Il quadretto dell’Addolorata, posto ai piedi del Crocifisso, è opera del pittore racalmutese Vincenzo Lipani (1761). CURIOSITA’ La caratteristica principale della festa di San Giuseppe consiste nella scena dal vivo della Sacra Famiglia. La vigilia si prepara e si da fuoco a un enorme falò, in cui si depositano vecchi mobili e legna, in cima al quale si colloca una botte che simboleggia la fertilità e abbondanza. Nella mattinata del 19 marzo, la processione percorre la via principale del paese fino a Piazza Umberto I dove sul palco è imbandita una ricca mensa in cui i pasti sono offerti per devozione e voto.