Traumi dentali: prevenzione e fattori di predisposizione
dott. Umberto Ghiddi (Peschiera Borromeo - [email protected])
dott. Fabio Colombelli (Casirate d'Adda - [email protected]
Una cifra intorno al 15-30 per cento della popolazione è vittima di un trauma dentale nel
corso della propria vita; si tratta per la maggior parte di soggetti in età evolutiva.
Sulla base del meccanismo d’azione, possiamo differenziare i traumi in diretti e indiretti.
Si possono definire traumi diretti, quelli in cui si riceve un colpo direttamente sul dente (ad
esempio una caduta al suolo o contro un tavolo) e traumi indiretti quelli in cui il danno
dentale si realizza per effetto di una lesione da trasferimento (ad esempio un colpo al
mento che per contraccolpo si trasmette alle arcate dentali con frattura degli incisivi).
Nel tipo di danno occorre sempre considerare la massa e la velocità; un trauma ad alta
velocità e piccola massa favorirà una frattura ai tessuti duri mineralizzati del dente (smalto,
dentina, cemento radicolare e polpa dentaria), mentre un colpo a bassa velocità e grande
massa è più probabile che provochi una lesione ai tessuti di sostegno dell’elemento dentale
(tessuto osseo, legamento, gengiva).
Benché i traumi in generale possano considerarsi eventi improvvisi e non prevedibili a
seguito di incidenti fortuiti, va detto che esistono dei fattori predisponenti ai traumi dentali.
Innanzitutto esistono fattori comportamentali che nascono prevalentemente dal praticare
attività o attività sportive a maggior rischio di traumi dentali senza adeguate protezioni.
Anche se risulta difficile stabilire quali siano gli sport più pericolosi dal punto di vista della
traumatologia dentale, alcuni indicano come maggiormente a rischio il baseball ed il
basket, seguiti da altri sport quali hockey, rugby, pallamano, judo e karate, calcio ma anche
ginnastica, sci, e pattinaggio. Negli Stati Uniti persino il golf è indicato tra gli sport ad alto
rischio di trauma dentale.
La National Youth Sports Foundation stima che negli Stati Uniti ogni anno oltre 5 milioni
di denti subiscano danni da trauma a seguito di attività sportive.
Esistono poi fattori anatomici di rischio per i soggetti con accentuata protrusione dentale
superiore, con incompetenza labiale ed in generale con abitudini viziate.
La protrusione dentale superiore o più tecnicamente overjet, ovvero i "denti in fuori",
raddoppia il rischio di lesioni traumatiche dei denti anteriori quando supera il valore-soglia
di 3 mm; tale rischio aumenta progressivamente con l’aumentare di questo valore.
L'incompetenza labiale, ovvero il labbro superiore che "non copre bene" i denti incisivi,
aumenta il rischio di trauma per la mancanza della protezione naturale che il labbro stesso
offre come paradenti naturale!
Se come già detto, i traumi dentali sono eventi accidentali ed imprevedibili, può comunque
essere messa in atto una sorta di prevenzione.
Per quel che riguarda i fattori anatomici predisponenti legati alla protrusione
(avanzamento) dei denti superiori, è indicata come prevenzione una terapia ortodontica di
corretto allineamento dentario che riporti i rischi a livelli ridotti.
In caso di pratica di sport o attività a rischio è consigliato invece l'utilizzo di protezioni
esterne come caschetti integrali o paradenti.
Il paradenti altro non è che un apparecchio che coprendo e appoggiandosi sui denti, li tiene
bloccati in una posizione fissa, proteggendoli sia dal trauma con agenti esterni, che dal
trauma conseguente al contatto improvviso e violento tra l'arcata superiore e quella
inferiore. Esistono vari tipi di paradenti.
Le protezioni più semplici sono rappresentate dai cosiddetti paradenti preformati "Boil &
Bite", ovvero letteralmente "Scalda e Mordi"! Si tratta di apparecchi in gomma disponibili
in varie misure, che dopo essere stati scaldati in acqua calda (Boil) entrano in una fase
plastica modificabile per cui introdotti in bocca assumono la forma dei denti quando questa
viene chiusa (Bite); le zone in eccesso possono poi essere ridotte con una semplice forbice.
Questi dispositivi offrono una protezione media, in quanto non sono precisissimi e
soprattutto la loro protezione dipende molto dall'accuratezza con cui si riesce a scaldare
alla temperatura giusta e soprattutto a stringere tra i denti correttamente quando
l'apparecchio si trova nella fase plastica.
Molto più precisi e validi nella protezione sono invece i paradenti sportivi realizzati su
misura sulla base di una impronta della bocca dalla quale il tecnico ottiene in laboratorio
un modello sul quale fabbrica il dispositivo. Tali protezioni possono essere a più strati e
con materiali di diversa durezza e morbidezza a seconda del tipo di protezione che si cerca
e vengono prodotti con una certificazione di vero e proprio "paradenti sportivo".
Possiamo quindi riassumere che la prevenzione della traumatologia dentale si articola in
due livelli: quella rivolta ai giovanissimi, che mira a correggere eventuali fattori anatomici
predisponenti e quella rivolta a ragazzi e adulti, che punta a proteggere la dentatura con
apposite apparecchiature protettive.
Quando un dente subisce un trauma, la terapia dipende molto dal danno subito.
Se il trauma interessa solo i tessuti duri del dente e il risultato è la frattura di una parte più
o meno estesa del dente, la terapia consiste nella riparazione della frattura mediante
applicazione e "incollaggio" del frammento separato, nel caso sia stato recuperato e
conservato correttamente, oppure nella ricostruzione con materiale composito se il
frammento è andato perso. Se la frattura coinvolge anche la polpa dentaria, il dente andrà
devitalizzato prima della ricostruzione. La conservazione del frammento di dente è
fondamentale per poterlo recuperare; si consiglia di conservare il pezzetto di dente in
soluzione fisiologica sterile, che però può essere difficile da reperire a seconda di dove ci si
trova al momento del trauma. Una valida alternativa può essere la conservazione con
immersione nel latte, più facilmente reperibile, oppure il frammento può essere, in caso di
impossibilità a reperire contenitori e liquidi di mantenimento, tenuto direttamente in bocca,
dove rimane immerso nella saliva. Nel caso di bambini il frammento può essere conservato
anche nel cavo orale della mamma.
Quando invece il trauma si esercita sui tessuti di sostegno del dente, il dente può essere
addirittura "estratto" dal suo alveolo, ovvero dall'osso dove è situato; anche in quel caso è
fondamentale conservare con le modalità precedenti l'intero elemento dentale, per
permettere al dentista di valutare un vero e proprio "reimpianto" del dente nella sua sede,
anche se la prognosi in questo caso è piuttosto grave per la durata a lungo termine del
dente stesso.
Quando poi i traumi si esercitano a livello facciale con importante compromissione ossea e
dei tessuti molli, come ad esempio in un incidente stradale, la competenza primaria è più
da pronto soccorso che da studio dentistico, che viene coinvolto solo in una fase
secondaria.
In ogni caso la rapidità di intervento è fondamentale per il successo nel recupero del danno
subito.