Psichiatria h:15.00-17.00 25/10/2007 h: 15.00-16.00:dott. Pozzi TERAPIA DEI DISTURBI D’ANSIA: prima di decidere il trattamento dei disturbi d’ansia,che non è fatto solo di farmaci,ma anche di interventi di tipo psicologico ed ambientale, si deve inquadrare la condizione clinica del paziente e a valle di ciò agire con una logica procedurale,evitando una somministrazione inappropriata di benzodiazepine che può essere la porta d’ingresso un’automedicazione mal fatta, di una cronicizzazione del disturbo o di un misuse. Il misuse è una categoria concettuale riferita ad uso inappropriato di un farmaco legale, cioè il farmaco viene somministrato a dosi maggiori di quelle terapeutiche o per un periodo più lungo rispetto a quello delle effettive necessità di cura o per indicazioni non opportune rispetto all’effettivo effetto del farmaco; molto spesso è frutto di un’automedicazione. L’abuso è un uso pericoloso e problematico di una sostanza,la dipendenza è un pattern comportamentale in cui la persona ha una limitazione progressiva della propria attività che è condizionata alla ricerca del farmaco in un restringimento del repertorio comportamentale ed associata a sintomi quali intossicazione ed astinenza. ASPETTI PROCEDURALI: Diagnosi differenziale tra: -disturbo d’ansia ‘primario’:cioè non riferibile ad una patologia organica o ad uso di sostanze -disturbo d’ansia ‘secondario’:nel qual caso si deve rimuovere la causa Sintomi d’ansia in patologia ‘sovraordinata’ Ruolo degli eventi stressanti:in tal caso basta aspettare che si risolva il disturbo dell’adattamento senza la necessità di dover medicalizzare il paziente.,mentre va comunque medicalizzato se il disturbo dell’adattamento è particolarmente invalidante. L’importante è individuare la componente di tipo ambientale. Fase della vita:vi sono periodi della vita in cui un disturbo d’ansia è un evento parafisiologico, ad esempio le fobie in età scolare o prescolare ed il periodo menopausale nella donna. VALUTAZIONE DEL LIVELLO DI GRAVITA’: vi sono situazioni in cui non tanto il sintomo induce a far diagnosi,ma la presenza di un’importante disfunzione ANALISI DELLA MOTIVAZIONE:importante per scegliere tra la somministrazione di farmaci e la psicoterapia. Il fatto che il paziente sia in grado di comprendere i propri sintomi consente un approccio terapeutico,l’incapacità all’inside esclude la psicoterapia. Se il paziente non è motivato a quel determinato trattamento la sua compliance sarà bassa nel caso del farmaco e la psicoterapia fallirà. 1 SCELTA DEGLI STRUMENTI TERAPEUTICI: Psicoeducazione(cioè spiegare al paziente qual è l’origine del suo sintomo se c’è una spiegazione abbastanza facile) e modificazione ambientale Psicoterapia professionale: impegnativa a livello di tempo, di coinvolgimento del paziente e del terapeuta. Non è un intervento residuale,ma un intervento elettivo. Farmacoterapia specifica:anche se condotta con farmaci bel tollerati dal punto di vista organico, che non danno complicazioni di livello internistico, non è un atto banale perché a livello psicopatologico può portare a disconoscere una diagnosi più importante,a una cronicizzazione della patologia e ad esporre il paziente a complicazioni derivanti da una terapia inadeguata. PSICOTERAPIA PROFESSIONALE: -sintomi e struttura di personalità -modello della componente non cosciente della disfunzione:gli analisti parlano di coscienza/inconscio, i cognitivisti di libertà e di automatismi di pensiero -breve durata: focale, strategica,, tecniche speciali -media durata:cognitivo comportamentale,relazionale -lunga durata:psicodinamica… FARMACOTERAPIA SPECIFICA: i meccanismi biologici sottendono le dimensioni psicopatologiche, quindi i farmaci sono prescritti per aree sintomatiche acuzie e cronicità:vi sono farmaci adatti a spegnere l’ansia acuta perché agiscono subito, altri che sono più adatti a prevenire la cronicizzazione dei disturbi perché hanno un’azione più patogenetica e meno sintomatica induzione,mantenimento, sospensione:non viene dato lo stesso farmaco per tutta la durata del trattamento,ma si utilizzano farmaci diversi a seconda della fase in cui ci si trova, il disturbo va visto in una sua evoluzione profilo ed effetti collaterali compatibilità con interventi psicologici:ad esempio le benzodiazepine mal si associano con la psicoterapia perché rendono il paziente piuttosto apatico, incapace di percepire l’aspetto conflittuale del sintomo e dunque impermeabile al trattamento terapeutico. Utilizzando altre classi di farmaci si può avere un’attenuazione del sintomo senza per questo avere quell’effetto di ottundimento corticale che le benzodiazepine comportano. Tuttavia in alcune situazioni, come il disturbo acuto da stress, l’uso delle benzodiazepine è fondamentale soprattutto in fase acuta: se c’è dunque una forte componente di ansia anticipatoria l’uso della benzodiazepina nelle prime fasi di trattamento è capace di spegnerla,gli altri farmaci non ne sono ne sono in grado perché non agiscono a livello corticale e proprio per questo sono compatibili con la psicoterapia. 2 FARMACOTERAPIA SPECIFICA: BENZODIAZEPINE: funzionano molto bene quando si deve spegnere un’ansia acuta,soprattutto nel soggetto giovane non presentano effetti collaterali preoccupanti a meno che non sia alcolista. Le benzodiazepine hanno tutte la stessa specificità recettoriale, non hanno un’efficacia differenziale nei vari disturbi ma tutte inducono ansiolisi e induzioni del sonno, vanno dunque scelte in base all’emivita. Vi sono benzodiazepine che hanno un importante metabolismo epatico e possiedono un’emivita lunga perché anche gli intermedi metabolici sono farmacologicamente attivi,quindi possono essere somministrate anche 1 volta ogni 2 giorni ed il paziente rimane virtualmente coperto:il vantaggio è che il paziente si decondiziona ,nel senso che sta meglio e non deve ricorrere continuamente all’uso del farmaco .Nel farmaco con emivita breve vi è il massimo rischio di condizionamento all’uso del farmaco perché il paziente più volte al giorno si sente scoperto,sente l’ansia che torna e riprende il farmaco: questo è un rafforzatore comportamentale all’uso del farmaco. Le benzodiazepine ad emivita breve dunque sono le meno adatte al trattamento dei disturbi d’ansia a meno che non vi siano delle ragioni di tipo organico per le quali non si può somministrare la benzodiazepina ad emivita lunga. IL TAVOR ha soltanto una glucoconiugazione e poi viene eliminato a livello renale, il vantaggio è che può essere somministrato anche in caso di insufficienza epatica e che non vi sono interazioni con altri farmaci a livello dei citocromi in pazienti polimedicati dal punto di vista internistico, lo svantaggio dal punto di vista comportamentale è che il paziente deve assumerlo tre volte al giorno per coprire un disturbo d’ansia severo. SSRI: SERTRALINA;PAROXETINA(farmaco potente,ma con una serie di effetti recettoriali spuri che gli conferiscono una maggiore efficacia antidepressiva e capacità di coprire quasi tutte le sindromi, però poiché non agisce solo sul meccanismo di ricaptazione della serotonina, ma ha una serie di azioni spurie una sua sospensione non graduale può portare ad una sindrome da sospensione con vertigini e nausea;CITALOPRAM ( il più specifico dal punto di vista recettoriali) Sono farmaci che vanno prescritti con cautela nel paziente con l’ansia perché vi può essere l’effetto paradosso iniziale(bisogna iniziare il trattamento con dosaggi bassi e generalmente con una co-somministrazione di benzodiazepine infatti, poiché inducono delle trasformazioni che portano a modificazioni di tipo genomico, l’effetto terapeutico non è immediato, ma compare a partire dalla II/III settimana così come gli altri antidepressivi,però in questo caso non si può aspettare la risposta perché vi è l’effetto paradosso che,come nel caso del disturbo dell’attacco di panico,si scompensa ulteriormente) 3 SNRI e NASSA:VENLAFAXINA,MIRTAZAPINA… Gli inibitori della doppia ricaptazione adrenalina/noradrenalina (SNRI) sono più efficaci degli SSRI nel trattamento dell’ansia generalizzata perché il secondo meccanismo noradrenergico da’ un potenziamento. I NASSA hanno un meccanismo di inibizione della ricaptazione e di agonista dell’autorecettore noradrenergico che è un meccanismo meno potente rispetto alla doppia inibizione della ricaptazione quindi sono in effetti meno potenti. La MIRTAZAPINA è molto efficace nel trattamento dei disturbi dell’adattamento perché avendo una componente sedativa antistaminica aiuta a sincronizzare il ciclo sonno-veglia. TRICICLICI: IMIPRAMINA,AMITRIPTILINA,CLOMIPRAMINA Sono farmaci antidepressivi molto validi pur avendo una serie di effetti collaterali importanti quali: disturbi del ritmo cardiaco,induzione di stati confusionali negli anziani a seguito di un meccanismo anticolinergico corticale. IMAOa/RIMA: FENELZINA,TRANILCICPROMINA;MOCLOBEMIDE Gli inibitori dell’ossidazione delle monoammine (IMAOa),il sottotipo di interesse psichiatrico non quello di interesse Neurologico che serve per il Parkinson, e gli inibitori reversibili (RIMA), che sono costituiti quasi esclusivamente dalla MOCLOBEMIDE(farmaco poco tossico e poco efficace),sono farmaci poco maneggevoli. In Italia è in commercio soltanto la TRANILCIPROMINA in combinazione con un neurolettico,mentre il farmaco di riferimento nei paesi anglosassoni è la FENELZINA che però non è in commercio in Italia. I pazienti che assumono IMAO devono attenersi rigidamente ad attenzioni di tipo dietetico,astenendosi dall’assunzione di vino rosso,formaggi fermentati,frutta secca,etc. STABILIZZANTI: GABAPETIN;PREGABALIN Il PREGABALIN è utilizzato nel trattamento dell’ansia generalizzata,un disturbo in cui facilmente si ha cronicizzazione all’uso delle benzodiazepine. ANTIPSICOTICI ATIPICI:QUETIAPINA è utilizzata nel trattamento dell’ansia generalizzata e a basse dosi anche nel disturbo da stress posttraumatico per controllare sia l’ansia cronica,sia ad alcune forme di flash-back che rispondono in parte a dei meccanismi bersaglio degli antipsicotici ALTRI FARMACI: β-bloccanti, che erano importanti nel trattamento dell’attacco di panico prima che uscissero gli SSRI perché erano il gradino intermedio tra le benzodiazepine e l’uso dei triciclici. In genere in psichiatria si utilizza il propanololo a basso dosaggio perché passa la barriera ematoencefalica, tuttavia anche i β-bloccanti soltanto periferici a volte sono utili perché essendoci dei loop psicosomatici il fatto di prevenire la tachicardia riflessa in risposta all’esposizione ad un determinato stimolo può aiutare al decondizionamento, anche se il farmaco non agisce direttamente a livello del 4 locus coerulus. In pazienti con ansia e con ipertensione labile l’uso del βbloccante può risolvere entrambe le situazioni senza dover polimedicare il paziente. h: 16.00-17.00 dott.ssa Frustaci LE PSICOTERAPIE PER I DISTURBI D’ANSIA Psicoanalisi:è un trattamento che serve a produrre una ristrutturazione della personalità. L’idea alla base della psicoanalisi è che all’origine dei disturbi ci sono dei conflitti inconsci della personalità che si esprimono con il sintomo. La psicoanalisi non si focalizza sui sintomi,ma si propone di manifestare il conflitto inconscio per tentare di risolverlo. È una terapia a lungo termine che dura dai 5 ai 7 anni. Vi sono psicoterapie che funzionano in tempi brevi(6 mesi /1 anno), ma che agiscono solo sui sintomi e terapie più lunghe che durano anni le quali producono un ristrutturamento globale della personalità; la scelta dunque dipende dai tempi,dai costi e dalla volontà. CENNI SUI PROBEMI METODOLOGICI DELLA RICERCA IN PSICOTERAPIA: il problema della ricerca in psicoterapia dipende dalla difficoltà di dover conciliare la validità interna(cioè il rigore scientifico) con la validità esterna (vale a dire la generalizzabilità dei risultati ottenuti) PROBLEMI METODOLOGICI DELLA RICERXCA IN PSICOTERAPIA: Impiego di tecniche manualizzate:la psicoterapia va eseguita secondo dei manuali Problemi impiegati al trattamento ‘placebo’:qual è il placebo in psicoterapia? Spesso si usa un trattamento che simula quello che si sta studiando però in realtà si ha sempre l’intervento del terapeuta,un rapporto interpersonale che comunque può portare a degli effetti, a differenza del placebo che in quanto tale dovrebbe simulare gli effetti,ma in realtà non produrli. Problemi impiegati alla remissione spontanea:dopo molti anni di terapia è difficile stabilire se la remissione del sintomo clinico è ad essa secondaria o se sarebbe avvenuta comunque. Follow-up ed abbandoni Potenza statistica e dimensioni del campione 5 METODI RIASSUNTIVI PER LO STUDIO DELLE EVIDENZE: Revisione degli studi sperimentali( RCT: trial clinici randomizzati cioè si prende un gruppo di pazienti che viene sottoposto al trattamento che si vuole studiare e un gruppo di pazienti di controllo,i quali sono scelti a caso e poi si vede chi sta meglio o chi sta peggio;serie di casi; casi singoli). Revisioni sistematiche degli studi sperimentali: devono essere considerati tutti gli studi sperimentali che ci sono su un dato argomento,compresi quelli non pubblicati che in genere sono quelli che affermano che un trattamento non è efficace Meta-analisi degli studi sperimentali:oltre a prendere tutti gli studi,come nelle revisioni sistematiche,si fa anche un’analisi statistica. Studi osservazionali:studi non sperimentali in cui non c’è un controllo Meta-analisi sugli studi osservazionali. I criteri per giudicare una psicoterapia validata empiricamente sono quelli dell’evidence based medicine. Secondo Chambless per definire un trattamento ben consolidato per un disturbo si devono avere almeno due disegni sperimentali, tra gruppi diversi di pazienti, che dimostrano l’efficacia in almeno uno dei seguenti modi: IA il trattamento è superiore, in modo statisticamente significativo, ai farmaci o al placebo psicologico o alla psicoterapia o equivalente ad una terapia già convalidata. IB almeno nove studi sperimentali su caso singolo che dimostrano efficacia Tutttte le sprimentazioni devono essere condotte utilizzando un manuale di psicoterapia,devono essere specificate le caratteristiche del campione e gli effetti devono essere stati dimostrati da almeno due gruppi di ricerca indipendenti. I trattamenti sono probabilmente efficaci quando ci sono almeno due sperimentazioni che dimostrano che l’efficacia nei pazienti sottoposti a trattamento è migliore di quella dei pazienti che sono in lista d’attesa; per poter affermare invece che il trattamento è sicuramente efficace si deve dimostrare che questo trattamento è superiore o almeno uguale in efficacia ad un’altra psicoterapia di cui si riconosce chiaramente la validità. Quali psicoterapie sono state sottoposte a verifica sperimentale?sicuramente non quelle psicodinamiche, ma quelle di impronta cognitivo-comportamentale. La psicoterapia cognitiva si basa sul fatto che i disturbi psichici derivano da dei costrutti cognitivi sbagliati, si ha una strutturazione comportamentale tale per cui a reazioni fisiologiche il paziente attribuisce significati patologici, quindi le terapie comportamentali cercano di andare a modificare questi schemi cognitivi alterati. Al paziente viene spiegato che è la sua mente a produrre questi significati patologici per instaurare un circolo virtuoso. 6 La psicoterapia comportamentale si basa sulle modificazioni dei comportamenti: un esempio è la desensibilizzazione sistematica che si fa per le fobie:si associa cioè l’esposizione allo stimolo fobico con un rilassamento. Vi sono poi delle terapie combinate che utilizzano sia elementi cognitivi,di ristrutturazione dei pensieri,sia strategie comportamentali di modificazione dei comportamenti patologici. Lo psicologo non inquadra la patologia,è un tecnico che sa applicare una determinata psicoterapia che pero’ deve essere stabilita dallo psichiatra. PSICOTERAPIE PER IL DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO TIPOLOGIE DI INTERVENTI VALUTATI: Terapie cognitivo comportamentali Terapie psicodinamica e terapia supportiva: la terapia psicodinamica cerca di ristrutturare la personalità, la terapia supportiva non va ad indagare ma da’ un sostegno al paziente. Cure usuali/ lista d’attesa: sono i confronti utilizzati nello studio TIPOLOGIE DI STUDI VALUTATI Studi controllati, randomizzati o quasi randomizzati condotti con pazienti ambulatoriali, comprendenti adulti di età comprese tra i 18 e i 75 anni con una diagnosi di disturbo d’ansia generalizzato. Nei quali sono state considerate delle misure dicotomiche:guarito/non guarito o la riduzione dei sintomi confrontati su scale sintomatiche. RISULTATI: le terapie cognitivo comportamentali sono risultate più efficaci in rapporto a lista d’attesa/ cure usuali, però il confronto tra la terapia cognitivo-comportamentale e la terapia supportava non ha prodotto differenze. PSICOTERAPIE PER LE FOBIE: le ricadute nella fobia specifica sono molto comuni. La maggior parte delle fobie risponde all’esposizione in vivo o virtuale allo stimolo fobico. Per la Fobia Sociale la terapia cognitivo-comportamentale è più efficace rispetto alla lista d’attesa e alle terapie supportive. PSICOTERAPIE PER IL DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS: tipologie d’intervento: Terapia cognitivo-comportamentale centrata sul trauma nella quale si cerca di farlo rivivere e di rielaborarlo 7 Terapia basata sull’esposizione: il paziente viene ricondotto sui luoghi in cui ha subito il trauma per poterlo rievocare Terapie di gestione dello stress: sono delle tecniche cognitive che servono a gestire lo stress Altre terapie: terapia supportava,counseling,ipnosi Terapia cognitivo comportamentale di gruppo MDR:si chiede al soggetto di rievocare il trauma e nel frattempo si fanno dei movimenti con le dita davanti agli occhi del paziente e gli si chiede di seguirli con gli occhi, ciò indurrebbe dei cambiamenti a livello neuro funzionale che accelererebbero l’elaborazione del trauma,ma ciò non è provato. RISULTATI: la terapia cognitivo-comportamentale centrata sul trauma è migliore rispetto alla lista d’attesa o alle cure usuali,mentre ha la stessa efficacia dell’MDR, della terapia di gestione dello stress;la terapia di gruppo è meno efficace. PSICOTERAPIE PER L’ATTACCO DI PANICO: la terapia cognitivo-comportamentale è risultata efficace più della lista d’attesa e delle cure usuali. Si è stabilito che in fase acuta è meglio l’uso dei farmaci mentre in fase post-acuta è migliore l’uso combinato di farmaci e psicoterapia,ma può bastare anche solo la psicoterapia, anche se in quest’ultimo caso i tempi di guarigione risulteranno essere più lunghi. PSICOTERAPIA PER IL DISTURBO OSSESSIVO CONPULSIVO: la psicoterapia cognitivo-comportamentale è risultata più efficace rispetto alle cure usuali e alla lista d’attesa. Elena Pieroni 8