Aprile 2008
EDAB INFOS
SOMMARIO «DIPENDENZE»
> Introduzione ...2
> Concetti filosofici attorno al
piacere ...3
> Une breve storia delle droghe ...3
> Desiderio, piacere e dipendenza ...4
> Dipendenza e addiction: cosa ci
insegna la ricerca ? ...6
> Rischi connessi al consumo di
droga ...8
> Rischi psichiatrici connessi
all’abuso di droga ...9
Bollettino informativo sulle neuroscienze
Seconda edizione: Dipendenze
Il bollettino « EDAB Info» è nato dal desiderio di proporre al
corpo insegnante un piccolo fascicolo di risorse ed idee sulle neuroscienze. La «European Dana Alliance for the Brain» (EDAB)
desidera offrire alcuni spunti che possono suscitare in classe un
dibattito non solo in biologia, ma anche in fisica, italiano, francese,
storia o altre materie. Potrete inoltre trovare numerosi altre idee
nelle referenze tratte dalle riviste, libri, siti internet, ecc. Ulteriori
informazioni completeranno quest’opuscolo con pubblicazioni e
eventi di attualità.
L’EDAB si vallegra di presentarvi il secondo numero di « EDAB Info »
dedicato alle «Dipendenze», sperando in questo modo di rispondere all’interesse per le neuroscienze di molti insegnanti.
> Attualità ...10
> Altri ...11
L’obiettivo del progetto dell’EDAB è quello di mettere a disposizione del pubblico le informazioni sulle recenti scoperte nell’ambito delle neuroscienze, sia sul cervello sano sia sulle malattie che
lo colpiscono.
Fondata nel 1997 la European Dana Alliance for the Brain (EDAB)
coinvolge oltre 180 eminenti specialisti nelle neuroscienze di 27
paesi, tra i quali 5 premi Nobel. Gli scienziati hanno sottoscritto
una dichiarazione che definisce gli obiettivi per la ricerca sia sul
cervello sano, sia sulle cause, la diagnosi e la prevenzione delle
patologie neurologiche e psichiatriche. I neuroscienziati si occupano anche della comunicazione con il pubblico.
Editore:
European Dana Alliance for the Brain
(EDAB)
Département de Psychiatrie / CHUV
Centre de Neurosciences Psychiatriques
Site de Cery
1008 Prilly / Lausanne
Fax : 021 643 69 50
e-mail : [email protected]
Internet: www.edab.net
La manifestazione più importante organizzata annualmente
in collaborazione con le società nazionali di neuroscienze è la
Settimana internazionale del cervello che ha luogo in oltre 65
paesi nel mondo intero. Attraverso conferenze, forum pubblici,
esposizioni, porte aperte nei laboratori di ricerca, interventi nelle
scuole da parte dei ricercatori, il pubblico ha accesso ad un ventaglio diversificato di informazioni sulle neuroscienze (edab.dana.
org/welcome_it.cfm).
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Introduzione
C on il termine inglese addiction si intende un disturbo psichiatrico
Ref. http://kidslink.bo.cnr.it/besta
fumo/aznico.html
Ref. www.iltuopsicologo.it/dipendenza
%20da%20gioco.asp
cronico caratterizzato da frequenti ricadute alternate a periodi di astinenza. Secondo le ultime conoscenze le droghe alterano il normale
funzionamento del circuito cerebrale detto “della ricompensa”, in questo
modo l’ideazione connessa alla droga diviene l’unica fonte d’interesse e
di motivazione. La ricerca e il consumo di droga passano gradualmente
da un desiderio incontenibile al bisogno compulsivo, malgrado le conseguenze dannose sulla salute e sull’integrazione sociale. La nozione di
dipendenza è strettamente associata alla definizione di addiction e si
riferisce a uno stato d’intossicazione cronica. La dipendenza rimane nascosta da un consumo regolare, ma appare in modo flagrante quando
l’organismo è deprivato della sostanza assunta regolarmente. L’improvvisa interruzione del consumo provoca la sindrome di astinenza, composta da un insieme di sintomi più o meno gravi con conseguenze sulla
salute mentale (dipendenza psicologica) e talvolta anche sulla salute
dell’organismo (dipendenza fisica). La disintossicazione è un periodo
transitorio che non oltrepassa la durata di alcuni giorni, il tempo necessario affinché l’organismo ritrovi l’adeguato funzionamento in assenza
della sostanza consumata. Tuttavia il processo di disintossicazione non
chiude il ciclo di dipendenza. Una ricaduta può avvenire anche dopo
diverse settimane, mesi o anni di astinenza. La dipendenza fisica rappresenta quindi solo un elemento dell’addiction. L’addiction non si riferisce
unicamente alle sostanze, essa può riguardare una determinata attività
che diventa l’unico interesse di un individuo, la cui realizzazione compulsiva persiste al punto da rappresentare una fonte di conflitti, che
possono mettere in pericolo la persona e la isolano dal mondo. È il caso
per esempio di un’eccessiva attività sportiva, del gioco patologico, del
sesso patologico o della dipendenza da internet.
Oggi l’addiction è considerata una malattia a tutti gli effetti, non un
vizio. I progressi della neurobiologia e dell’imaging cerebrale, della
genetica e della neuropsicologia, hanno evidenziato una vulnerabilità
personale differente nei confronti delle droghe, l’addiction è infatti il
frutto dell’interazione tra il patrimonio genetico e l’ambiente o il vissuto di un individuo. Il tasso di ricadute molto elevato dopo un periodo
di astinenza e/o di disintossicazione, evidenzia i limiti delle conoscenze e
dei mezzi terapeutici. L’identificazione dei fattori genetici e ambientali,
così come una migliore conoscenza delle strutture cerebrali responsabili
della vulnerabilità alle ricadute è cruciale per lo sviluppo di nuovi trattamenti in grado di arrestare il ciclo infernale dell’addiction.
Per saperne di più:
Ref. www.osservatoriodroga.it/article.
php3?id_article=166
www.dronet.org/
http://addiction.blogosfere.it/
www.camh.net/About_Addiction_Mental_Health/Multilingual_
Resources/italian_understand_addiction.pdf
www.primary-care.ch/pdf/2003/2003-03/2003-03-259.PDF (in francese)
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Concetti filosofici attorno al piacere
L ’addiction non è un disturbo del piacere ma una determinata pato-
John Locke
Ref. http://it.wikiquote.org/wiki/
John_Locke
logia del desiderio. Senza ricerca del piacere però, non ci sarebbero né
motivazione né desiderio. Il motore di tutte le motivazioni è, infatti,
il soddisfacimento di una voglia o di un desiderio, che si traduce con
la manifestazione soggettiva della sensazione di piacere. Numerosi filosofi hanno studiato il concetto di piacere e di sofferenza. La ricerca del
piacere e l’evitamento della sofferenza era considerata da Aristippo di
Cirene (435-366 a. C) o da Epicuro (342-270 a.C.), come un valore essenziale che dà significato alla vita. La filosofia del piacere è stata respinta
durante il Medio Evo a causa della sua incompatibilità con le interpretazioni religiose dell’epoca, per riapparire a partire dal XVII e XVIII secolo
sostenuta da filosofi del calibro di Locke, Hume e Diderot. Le loro idee
hanno dato luce a una visione nuova che definisce la ricerca del piacere
come un valore utile, che porta benessere all’individuo e alla collettività
in generale.
Per saperne di più (Internet):
www.epicuro.org/
www.linguaggioglobale.com/filosofia/txt/epicuro.htm
www.filosofico.net/aristippo.htm
www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaL/locker7.htm
www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaL/locker8.htm
Per saperne di più (libri):
Domenico Pesce (2005) Introduzione a Epicuro. Editore Laterza.
Walter Otto (2001) Epicuro. Editore All’insegna del Veltro.
Howard Jones (1999) La tradizione Epicurea. Editore ECIG.
Ref. www.osservatoriodroga.it/article.
php3?id_article=177
Jean Brun (1996) Epicuro. Editore Xenia.
Une breve storia delle droghe
In tutte le culture e in ogni epoca, l’uomo ha fatto uso di sostanze psi-
cotrope, delle molecole capaci di modificare l’umore o il funzionamento
del pensiero. L’uso di sostanze come le foglie di coca, l’hashish o le bevande alcoliche a scopo terapeutico, per cerimonie religiose o riti iniziatici o anche più semplicemente come tradizione, accompagna la storia
dell’umanità e rispecchia gli albori delle conoscenze umane di alchimia
e botanica. I progressi della chimica del XIX secolo e la possibilità di estrarre i principi attivi contenuti in certe piante (come la cocaina e la
morfina), associati all’opportunità di sintetizzare nuove sostanze (come
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Vero o
Falso?
Le tracce di
alcune droghe
possono essere
trovate nei
capelli.
(Risposta pagina 12)
l’eroina tratta dalla morfina o le anfetamine) ha radicalmente trasformato la clinica medica. A questo occorre aggiungere l’invenzione della
siringa ipodermica che ha trasformato la chirurgia sui campi di battaglia
americani (guerra di secessione) e in Europa (guerra del 1870). La manifestazione del male del soldato si è estesa alla vita civile di numerosi
pazienti, che soffrendo a causa di mutilazioni o di amputazioni, consumavano dosi massicce di morfina o eroina. L’uso terapeutico si è trasformato in consumo abusivo con conseguenze drammatiche. Freud stesso
ha vantato i meriti della cocaina prima di rendersi conto dei pericoli di
un consumo eccessivo e le anfetamine all’inizio del XX secolo erano il
solo rimedio efficace contro le crisi d’asma spesso mortali all’epoca.
Oggi è difficile motivare la proibizione di una sostanza psicotropa unicamente a causa del rischio di dipendenza indotto dal suo consumo. Il
commercio di alcool e di tabacco per esempio non è proibito malgrado
queste sostanze possano condurre a una certa forma di alienazione (tabagismo eccessivo e alcolismo) con gravi complicazioni di salute, anche
letali a lungo termine.
Per saperne di più (Internet):
www.stefanocanali.com/PUBalterSD.htm
www.medicinatossicodipendenze.it/numspec.htm
Per saperne di più (libri):
Antonio Eschotado (1997) Piccola storia delle droghe dall’antichità
ai nostri giorni. Editore Donzelli.
Claudio Cappuccino (2004) Felicità chimica. Storia delle droghe.
Editore Nuovi Equilibri.
Desiderio, piacere e dipendenza
Se il motore di ogni motivazione è la soddisfazione di una voglia o di
Ref. www.brainconnection.com/topics/
printindex.php3?main=fa/pleasureprinciple
un desiderio, si può ipotizzare che il cervello anticipi la manifestazione
soggettiva della sensazione del piacere. Nell’encefalo esiste, infatti, un
insieme di strutture che integrano i bisogni dell’organismo. Il sistema di
regolazione della fame, della sete, della temperatura corporea, porta a
dei comportamenti che rispondono ai bisogni vitali dell’organismo. A
metà degli anni ’50, Olds e Milner hanno scoperto che dei ratti erano
disposti a degli sforzi considerevoli per stimolare elettricamente certe
parti del loro cervello. Questa esperienza, riprodotta anche nell’uomo,
ha permesso di sviluppare il concetto di rete neuronale alla base della
ricompensa cerebrale. È questa funzione che spinge alla realizzazione
di un determinato obiettivo. Essa può essere paragonata al correlato
neurobiologico della ricerca di gratificazione, cioè la volontà di ottenere
o appagarsi di un oggetto di soddisfazione, uno stato d’animo spesso
legato a una certa forma di esaltazione, e anche di eccitazione.
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Dopamina
Ref. www.3dchem.com/molecules.
asp?ID=289#
Ref. www.nida.nih.gov/pubs/teaching/
Teaching2/Teaching2.html
Storicamente, la dopamina (DA) è il neurotrasmettitore associato alla
funzione della ricompensa cerebrale e alla motivazione; pur non essendo il solo neurotrasmettitore implicato nella regolazione di questa funzione, ne rappresenta comunque un elemento importante. Numerosi
autori hanno confermato la stretta correlazione tra la liberazione di dopamina e i comportamenti motivati (ricerca di acqua, cibo, partner sessuale). Oggi si ritiene che la dopamina non sia il neurotrasmettitore del
piacere, ma che essa conferisce particolare valore a uno stimolo sensoriale, emotivo o affettivo, riconosciuto come pertinente per il benessere
dell’individuo. La funzione della ricompensa rinforza l’interesse verso
tutto quello che porta piacere e migliora le strategie per ottenere maggiore soddisfazione, condiziona il comportamento volontario e la presa
di decisioni in funzione della bilancia tra i benefici e i rischi di un’azione
e infine rafforza la sensazione di benessere e le emozioni positive.
Un esempio: quando una persona mangia del cibo che gli piace, il suo
cervello interpreta una moltitudine di segnali interni ed esterni. Considererà l’appetito ma anche il contesto della situazione (il ristorante, i
commensali, l’occasione del pasto), il sapore del cibo, la qualità del servizio, il prezzo del pasto, … Tutto è integrato e ricordato dal cervello
così da ripetere oppure evitare l’esperienza. Vale anche per il neonato
che trovando conforto e sazietà alla presenza del seno materno, sarà indotto a riprodurre quel concatenamento di azioni che hanno condotto
alla presenza della madre.
Il cervello si adatta a una moltitudine di situazioni e può ricordare innumerevoli fonti di piacere o di benessere (alimenti, bevande, attività professionali, sportive, ludiche, musicali, spettacoli, letture, relazioni affettive, sentimentali, sessuali, amicizie…) Le difficoltà insorgono quando
la fonte di piacere che attira l’attenzione del pensiero è una sola. Man
mano che la soddisfazione dell’individuo dipende da un’unica fonte (sia
essa un’attività o una sostanza) e che egli tronca i legami con l’esterno,
il normale diventa patologico e l’addiction s’infiltra nella vita della persona.
All’origine di questa deriva c’è, come noto, una risposta esagerata della
funzione della ricompensa cerebrale che conferisce un valore esageratamente importante alla sostanza o all’attività. Nel caso delle droghe, sopraggiunge un drammatico cortocircuito delle strutture cerebrali implicate nel trattamento della funzione della ricompensa. La lenta alchimia
cerebrale che normalmente porta ad apprezzare e a non dimenticare
una situazione, una relazione o un consumo, è sottomessa a un’esplosione folgorante e strepitosa quando il cervello è sotto l’influenza della
sostanza che provoca tossicomania. Come un colpo di fulmine, l’attenzione diventa sempre più focalizzata e tutto quel che può ricordare la
droga ossessiona in continuazione la mente del tossicodipendente.
Per saperne di più (Internet):
Ref. www.nida.nih.gov/pubs/teaching/
Teaching2/Teaching3.html
www.altopotenziale.it/ricercheFelicita.htm
www.addictions.tv/documenti/Cervello_e_Dipendenze.pdf
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Per saperne di più (riviste):
Olds J, Milner P. Positive reinforcement produced by electrical
stimulation of septal area and other regions of rat brain.
J Comp Physiol Psychol (1954) ;47 : 419-27.
Wise RA. Dopamine, learning and motivation.
Nat Rev Neurosci (2004) ; 5 : 483-494.
Ref. www.nida.nih.gov/pubs/teaching/
Teaching2/Teaching2.html
Dipendenza e addiction: cosa ci insegna la ricerca ?
Il cervello è composto di circa cento miliardi di cellule nervose, ognuno
Ref. www.nida.nih.gov/pubs/teaching/
Teaching2/Teaching3.html
di questi neuroni può avere fino a 10 000 contatti con altri neuroni.
Queste cellule integrano le informazioni che ricevono e le comunicano
agli altri neuroni. La morfologia del neurone è particolare: ogni cellula è
composta da un corpo cellulare dove si trova il DNA e di prolungamenti
periferici che ospitano le numerose connessioni. Si definiscono arborizzazioni dendritiche e reti neuronali.
L’informazione transita nelle reti neuronali in due forme distinte: la forma elettrica (nei neuroni) e la forma chimica nella sinapsi, il punto di
contatto tra un neurone e l’altro. Nella sinapsi, il neurone presinaptico
libera i neurotrasmettitori che interagiscono col neurone postsinaptico
attraverso dei recettori sulla membrana cellulare.
Interferendo con il processo di liberazione a livello presinaptico o con il
legame dei neurotrasmettitori a livello postsinaptico, le sostanze psicotrope perturbano il sistema di comunicazione tra le cellule nervose e modificano il funzionamento del pensiero. Occorre rilevare però che non
tutti i cambiamenti del funzionamento del pensiero indotti da sostanze
psicoattive si traducono con l’addiction. Gli antidepressivi e i neurolettici
per esempio, non generano mai dipendenza e i sedativi o ansiolitici non
sistematicamente. Affinché si sviluppi un’addiction, occorre un’alterazione del sistema della ricompensa cerebrale. Le ricerche neurofarmacologiche hanno dimostrato che tutte le sostanze che possono portare
ad un abuso (alcool, cocaina, crack, anfetamine, metanfetamine, eroina,
morfina, nicotina, cannabis, funghi allucinogeni, GHB, LSD, ecstasy, solventi inalati, colle e anche la caffeina) direttamente o indirettamente
alterano la funzione della ricompensa cerebrale.
Nella spiegazione dei disturbi neurobiologici associati alla manifestazione della patologia dell’addiction le diverse teorie si completano e
talvolta si contraddicono. Alcuni scienziati mettono l’accento sulla sensibilizzazione della funzione della ricompensa, le strutture cerebrali si cristallizzano attorno a tutto quello che è connesso alla droga così che ogni
consumo accentua l’attrazione per la droga e condiziona una motivazione eccessiva per il consumo seguente attraverso un’esagerata fissazione della ricerca di droga nella memoria. Altri ricercatori sostengono che
la ripetizione regolare dell’uso della droga, induce una forma di automatizzazione gestuale e comportamentale, con la deconessione della
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corteccia prefrontale (luogo della riflessione) che non ostacola più l’abitudine condizionata. È stato evidenziato anche che la funzione della ricompensa tende ad adattarsi agli stimoli eccessivi generati dall’uso delle
droghe e sviluppa un insieme di contro-regolazioni volte ad opporsi agli
effetti della droga. Per certi scienziati, è la formazione di questi scudi
che induce le sofferenze morali e fisiche riscontrate dai tossicodipendenti. Infine, alcuni ricercatori ipotizzano che la funzione della ricompensa
cerebrale è composta da una struttura che codifica per la ricerca della
ricompensa a corto termine e di una struttura che codifica per la ricompensa a lungo termine. Le droghe amplificano il funzionamento a corto
termine trascurando quello a lungo termine, da cui una forma di miopia
sulle conseguenze collegate all’eccessivo consumo di droga.
Per saperne di più (Internet):
http://edab.dana.org/pubarchive/eurobrain/eurobrain0799_it.pdf
Per saperne di più (rivista):
Kalivas PW and Volkov ND. The neural basis of addiction:
a pathology of motivation and choice (2005)
American Journal of Psychiatry. 162 (8) : 1403-13.
Ref. www.nida.nih.gov/pubs/teaching/
Teaching2/Teaching3.html
Citazioni
« Il piacere e il dolore e ciò che li determina,
cioè il bene ed il male, sono i cardini sui
quali girano le nostre passioni. »
[ John Locke ] - Saggio sull’intelletto umano,
Libro II, 20, 1-5
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Rischi connessi al consumo di droga
Il consumo di droga non mette sempre in pericolo di vita le persone, non
Ref. www.csponline.it/prev/consindpresprog.html
tutte le sostanze comportano gli stessi rischi. I rischi dipendono sia dalle
proprietà farmacologiche delle sostanze, sia dal loro modo di consumo.
Le sostanze iniettate per via endovenosa presentano rischi d’infezioni.
Al rischio di contaminazioni virali (HIV, epatite) si aggiunge il pericolo
di setticemia (l’infezione batterica che si propaga attraverso il sangue),
il rischio di polinevriti (delle infiammazioni dei nervi periferici), di trombosi. Il pericolo maggiore è quello di un arresto cardiocircolatorio in caso
di overdose di eroina. Il consumo per via nasale di cocaina può provocare
un arresto cardiaco nelle persone fragili o in caso di dose eccessiva. La
cocaina può provocare anche delle lesioni locali, alla cartilagine nasale o
ai seni paranasali, con pericolo di emorragie. Il consumo di ecstasy perturba la regolazione della temperatura corporea, può indurre una grave
disidratazione, o provocare la morte in caso di rialzo eccessivo della temperatura cerebrale. Il fumo di tabacco provoca delle complicanze cardiovascolari, aumenta il rischio di sviluppare dei tumori (polmone, laringe,
faringe, lingua). La cannabis oltre ai rischi connessi all’aspirazione del
fumo, rende l’organismo vulnerabile alle bronchiti croniche. Il consumo
eccessivo di alcool può portare al coma etilico, che può essere letale (in
particolare per soffocamento a causa della broncoaspirazione del cibo
nelle vie respiratorie). L’eccessivo consumo cronico aumenta inoltre i
rischi cardiovascolari, può provocare la cirrosi epatica o il carcinoma epatico.
Inoltre, l’arresto del consumo di droghe dopo un uso regolare ed eccessivo genera la sindrome di astinenza (o dipendenza fisica). La più flagrante è l’astinenza da oppiacei, i cui sintomi sono nausea, vomito, dolori articolari e muscolari, diarrea, un aumento delle secrezioni lacrimali,
nasali e salivari, un’importante disidratazione, accompagnata da sudore
eccessivo, piloerezione e febbre. La disintossicazione da alcol perturba il
funzionamento del sistema nervoso vegetativo, induce tremito alle mani,
nausea, vomito, talvolta convulsioni. La disintossicazione dalla cocaina e
dalla nicotina può aumentare l’appetito con conseguente incremento
del peso corporeo e disturbi del ritmo cardiaco (cocaina).
Per saperne di più:
www.cedostar.it/droghe.htm
Ref. www.jellinek.nl/brain/
index.html
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Rischi psichiatrici connessi all’abuso di droga
Il consumo di droghe non è sistematicamente collegato a conseguenze
Ref. http://teens.drugabuse.gov/mom/
mom_meth5.asp
Ref. http://teens.drugabuse.gov/dr
nida/drnida_brain1.asp
gravissime sulla salute mentale. È tuttavia importante notare che l’uso
eccessivo di ogni droga induce una dipendenza psichica con un deterioramento transitorio dell’umore e del pensiero proporzionale alla durata
dell’intossicazione.
La disintossicazione dall’eroina induce una profonda angoscia e un
peggioramento dell’umore (tristezza, depressione), uniti a disturbi del
sonno (insonnia). La disintossicazione da alcol provoca una forte ansia,
insonnia ed unostato depressivo. In casi più drammatici anche uno stato
allucinatorio (delirium tremens). L’arresto del consumo di cocaina può
essere accompagnato da importante fatica, insonnia, incubi, umore
versatile e depressivo, ansia, irritabilità, nervosismo, agitazione e difficoltà di concentrazione. L’arresto del consumo di sigarette e cannabis,
può condurre a uno stato di nervosismo, irritabilità, angoscia, labilità
dell’umore, depressione, insonnia e difficoltà di concentrazione.
Senza dubbio il consumo eccessivo di droga rappresenta un reale pericolo per la salute mentale, infatti, queste sostanze alterano il funzionamento del pensiero. In quest’ambito la vulnerabilità individuale svolge
un ruolo molto importante. Sapere se questi cambiamenti persistono nel
tempo è soggetto a dibattito nella comunità scientifica e medica.
L’eccesso di cocaina induce classicamente uno stato paranoide che talvolta si traduce in caratteristiche psicosi tattili (sensazione di insetti o
parassiti che passeggiano sotto la pelle). L’abuso di cannabis deteriora
l’elaborazione razionale del pensiero (stato confusionale) che può accompagnarsi a crisi di ansia o paranoia, nei casi più drammatici a psicosi
acute. Non è tuttavia dimostrato che il consumo di cannabis sia responsabile della schizofrenia. Secondo la maggior parte degli scienziati il
ricorso alla droga potrebbe essere un tentativo di auto-medicazione, nel
caso per esempio di associazione con patologie mentali come l’iperattività e disturbi dell’attenzione e abuso di cocaina, la schizofrenia e abuso
di tabacco e cannabis. Il consumo di eroina potrebbe tradurre un vissuto
emotivo traumatico (aggressione o maltrattamento nel corso dell’infanzia o dell’adolescenza, traumi da separazione, ferite narcisistiche).
L’abuso di droghe inasprisce i disturbi psichiatrici subclinici o conclamati,
precipitando il paziente in uno stato critico con conseguente necessità
di trattamento psichiatrico.
Per saperne di più (rivista):
Gilberto Di Petta (2004) Il mondo tossicomane.
Fenomenologie e psicopatologia. Editore Franco Angeli.
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Attualità
Cocaina: sul filo del rasoio
La cocaina è una sostanza psicotropa, il cui consumo è più frequente nei
Ref. www.pendragon.it/libri/Studi_
e_ricerche/libro-549.html
giovani (tra 18 e 35 anni). Questa sostanza agisce a livello del sistema
della ricompensa cerebrale, generando un intenso effetto euforico, ma
gli esiti benefici si accompagnano ad effetti negativi particolarmente
gravi.
La cocaina è una droga che induce rapidamente l’addiction. Questa sostanza agisce sia sull’organismo sia sulla psiche del soggetto che ne fa
uso. Secondo i « medici svizzeri contro la droga », la cocaina ha un effetto vasocostrittore che può provocare delle trombosi con conseguente
rischio d’infarto e un’importante carenza di ossigeno (con rischio di arresto cardiaco). Gli effetti sulla psiche sono devastanti, essi inducono
stati confusionali (allucinazioni e deliri di persecuzione) e stati depressivi, che possono condurre al suicidio.
Per saperne di più:
www.aegd.ch/03ital/pdf_ital/Fatti sulla cocaina.pdf
www.fuoriluogo.it/home/materiali/schede_sulle_sostanze/coca_e_cocaina
Citazioni
« Il culmine del piacere è la pura e semplice
distruzione del dolore »
« Il mio corpo è saturo di piacere quando ho
pane e acqua »
Epicuro
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Altri
« La leggenda di Coca »
«Coca.
Conoscete la tristezza? Ebbene era quello il colore degli occhi di Coca,
una magnifica ragazza indiana che un tempo abitava a Collasuyo, un
villaggio al sud dell’Impero Inca. Il suo volto aveva tratti perfetti, la pelle
era morbida come quella di una pesca e aveva magnifici capelli neri ma
Coca era anche vanitosa ed egoista. Ogni sera si recava su una piccola
collina, dove incontrava numerosi amanti. A Coca non importavano gli
uomini e il loro amore: dopo averli sedotti, li abbandonava regolarmente. La voce si sparse da un capo all’altro dell’impero: Coca seminava
tristezza nei cuori degli uomini e la sua sublime bellezza distruggeva le
famiglie. Una sera i saggi andarono a trovare l’Inca e gli dissero: «abbiamo osservato gli astri e studiato le viscere di molti lama bianchi; tutto
indica che Coca è all’origine di molti dolori che si abbatteranno sull’Impero. La salvezza del nostro popolo esige la morte di Coca, il suo corpo
sarà tagliato in quattro parti, che saranno sotterrate nei giardini dei
tempi ai quattro angoli dell’Impero. Crescerà in questi luoghi una nuova
pianta che procurerà conforto alle persone del nostro popolo». Coca fu
sacrificata, i pezzi del suo corpo furono sepolti ai quattro estremi del
paese. Qualche tempo più tardi, crebbero dalla terra degli arbusti vivaci
con delle belle foglie ovali, che furono chiamate «coca» in ricordo della
ragazza sacrificata ».
Ref. www2.truman.edu/~marc/webpages/andean2k/cocaine/history.html
Referenza (in francese):
http://tecfa.unige.ch/tecfa/teaching/UVLibre/0001/bin54/mythes.htm
Prevenzione – Documenti pedagogici
Esistono numerosi siti Internet e degli opuscoli sulla prevenzione delle
dipendenze:
www.educationetsante.ch/dyn/78094.asp (in francese e in tedesco)
www.danno.ch/danno/link.asp
www.stop-tabac.ch/it/welcome.html (in francese)
www.ingrado.ch/
Pubblicazioni sul tema della prevenzione dalle dipendenze:
www.scuoladecs.ti.ch/prevenzione_dipendenze/pubblicazioni.htm
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Esiste anche un opuscolo sulla cannabis che potete richiedere all’istituto
svizzero di prevenzione dell’alcolismo e delle altre dipendenze (ISPA),
Case postale 870, 1001 Lausanne (in francese):
Vero o
Falso?
Le tracce di
alcune droghe
possono essere
trovate nei
capelli.
Vero!
CANNABIS – en parler avec les ados.
Giochi, Quiz e Test
www.fumercafaitdumal.ch/topic5650.html
www.nienteansia.it/test/test-dipendenza-da-internet.html
www.iltuopsicologo.it/test_dipendenza_alimentare.php
www.mental-health-today.com/tests/alcotest.htm (in inglese)
Referenza:
www.drogaonline.it/test.html
Se avete delle domande o bisogno di aiuto
Svizzera
www.ciao.ch/ (in francese)
www.toxi.ch/fre/welcome.html
Tox telefono Svizzera 145 (D F I)
Italia
Servizio di consulenza telefonica per le questioni di tossicodipendenza
(tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 19, compresi i giorni festivi):
Numero verde 800-272727
www.locchio.com/modules.php?op=modload&name=
News&file=article&sid=37
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Numerosi dati
Europa
Osservatorio europeo delle Droghe e delle Tossicomanie, OEDT
http://ar2006.emcdda.europa.eu/es/home-es.html
www.emcdda.europa.eu/attachements.cfm/att_42156_IT_TDAC07001ITC.pdf
Svizzera
www.ispa.ch/ (in francese e in tedesco)
www.sfa-ispa.ch/index.php?IDcat=40&IDcat40visible=1&langue=F
(in francese e in tedesco)
Da leggere…
NUOVO : ora disponibile in francese, tedesco, inglese,
spagnolo, italiano, giapponese …
A ognuno il suo cervello
Plasticità neurale e inconscio
François Ansermet,
Pierre Magistretti
Cosa accadrebbe se, secondo quanto gia auspicato da Freud, la psicoanalisi potesse trovare conferma nelle neuroscienze? E se le neuroscienze
stesse si avvantaggiassero dal confronto con il modello psicoanalitico?
Francois Ansermet e Pierre Magistretti propongono in questo saggio
l’incontro originale tra due discipline spesso presentate come antagoniste. E il punto di incontro e rappresentato proprio da quei meccanismi
di plasticità neuronale grazie ai quali il cervello rimane aperto al cambiamento e alle trasformazioni portate dall’esperienza. Viene così finalmente esplorata la possibilità di indagare le basi biologiche dell’inconscio tramite un nuovo paradigma.
ISBN 9788833918471, 01-2008, 176 pagine.
Editore : Bollati Boringhini
Ref. www.lafeltrinelli.it/products/
2552921%7C2.html?cat1=1&cat2=110
1&page=1
Referenze generali (libri)
Nava F (2004) Manuale di neurobiologia e clinica delle dipendenze.
Editore Franco Angeli (in italiano).
Reynaud M (2005) Addictions et psychiatrie. Congrès de psychiatrie et
de neurologie de la langue française. Editeur: Masson (in francese).
Lowinson JH, Ruiz P, Millman RB, Langrod JG (2005) Substance abuse :
a comprehensive textbook. Lippincott Williams Wilkins (in inglese).
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Aprile 2008
Con la gentile collaborazione di Benjamin Boutrel :
Dr Benjamin Boutrel, PD MER
Centre de Neurosciences Psychiatriques (CNP) &
Service Universitaire de Psychiatrie de l’Enfant et de l’Adolescent (SUPEA)
Site de Cery
CH -1008 Prilly-Lausanne
Tél. ++41 (0)21 643 69 47
Fax : ++41 (0)21 643 69 50
E-mail : [email protected]
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che non ha pubblicato lei stessa.
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