1 - G. MARCONI"

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IL SISTEMA HEGELIANO: CHIARIMENTI SULLA LOGICA
Va detto anzi tutto che la logica hegeliana non ha le caratteristiche che oggi si attribiuirebbero a
questa disciplina, vale a dire non è semplicemente l’enucleazione delle regole di calcolo di un
sistema simbolico (un po’ come un gioco come gli scacchi: stabilisco un sistema di regole di base di
tipo convenzionale e ne calcolo poi le possibili combinazioni).
La logica hegeliana pretende di essere l’articolazione della STRUTTURA RAZIONALE DELLA
REALTA’. In tal senso si presenta come un’ONTOLOGIA FORMALE (= articolazione delle
STRUTTURE DELLA REALTA’ IN GENERALE: domande del tipo “che cos’è una cosa?”,
“quale rapporto c’è tra una cosa e le sue proprietà?”.
Ritorniamo allora un attimo sull’ASPETTO CENTRALE DELLA FILOSOFIA HEGELIANA,
ossia l’affermazione dell’IDENTITA’ DI RAZIONALE E REALE.
La ragione, per Hegel, lo si è già più volte ripetuto, non è semplicemente una facoltà conoscitiva
umana, accanto alla facoltà conoscitiva costituita dall’apparato sensoriale, non è soltanto un
MEZZO DI ELABORAZIONE della RAPPRESENTAZIONE DELLA REALTA’, che si pone di
fronte alla realtà per comprenderla e giudicarla (essempio: la storia procede per conto suo, poi la
ragione sopraggiunge a giudicarne aspetti positivi e negativi, dall’esterno di quanto è accaduto).
La ragione è per Hegel il PRINCIPIO INFINITO CHE ANIMA ED ORDINA LA REALTA’.
Ma questo ordinamento razionale della realtà non è qualcosa di statico ed immobile.
La realtà razionale è dinamismo, sviluppo, progresso.
In effetti Hegel vede benissimo, come tutti, che la realtà è piena di cose insignificanti, assurde,
casuali, inutili, ma ciò che intende sostenere è che ciò appare solo perché si assume un punto di
vista parziale ed inadeuguato a comprende il SIGNIFICATO di ciò che è apparentemente
insignificante, assurdo, casuale, ecc..
Al contrario, se si conquista un punto di vista adeguato, quello superiore costituito dalla
comprensione filosofica, si vede come tutto concorre in un PIANO INFINITO che è appunto la
RAGIONE AUTOCOSCIENTE, pienamente realizzato dapprima nella esteriorità del mondo
naturale ( = l’ordinamento della complessità delle cose secondo leggi) e poi nel mondo storico (= la
capacità attiva dello spirito umano di plasmare attraverso il tempo la continuità delle istituzioni, dei
prodotti culturali ecc.).
Sbagliano allora, per Hegel, i filosofi che pretendono di GIUDICARE LA REALTA’, come se
esistesse un tribunale più alto della realtà stessa (questo tribunale, ovviamente, potrebbe essere
costituito da un DIO TRASCENDENTE, ma Hegel nega questa soluzione: la sua filosofia è un
ASSOLUTO IMMANENTISMO).
Compito della filosofia è GIUSTIFICARE OGNI REALTA’ PARTICOLARE, comprendendone
l’intrinseca necessità razionale: le cose apparentemente “prove di senso” o “sbagliate” che ci apre di
vedere nella realtà, soprattutto in quello che hanno fatto gli uomini nel corso della storia, ci
appaiono così perché non ne abbiamo una comprensione adeguata. Dal punto di vista della
TOTALITA’ ogni cosa ha un senso, tutto è razionale.
La totalità si sviluppa STORICAMENTE verso la piena comprensione del proprio senso totale, cioè
lo sviluppo della STORIA culmina nella piena comprensione del SENSO DELLA STORIA.
La filosofia hegeliana si presenta con questa pretesa (che potrebbe anche apparire come una
presunzione) di essere questa piena comprensione del significato razionale della totalità.
Hegel trava significativo che la sua filosofia sorga dopo il maggiore sconvolgimento della storia
moderna, quell’evento – agli occhi di tanti suoi contemporanei semplicemente catastrofico – che
pare mettere in discussione ogni ordine precedente della storia: la RIVOLUZIONE FRANCESE.
Occorre, mette in chiaro Hegel, fornire una filosofia che sappia dar ragione e motivare l’apparente
negatività degli sconvolgimenti a cui pare regolarmente soggetta la storia umana. Che sappia, cioè,
ricucire ogni lacerazione e ricomporre ogni frattura storica, ogni SCISSIONE, in una superiore
TOTALITA’ SPIRITUALE perfettamente CONCILIATA. Occorre insomma, ed è il compito che
affronta anzi tutto la LOGICA HEGELIANA, mostrare e giustificare la POSITIVITA’
DIALETTICA DEL NEGATIVO: la negazione non è semplicemente la soppressione dell’elemento
negato, ma l’avvio di un movimento di sviluppo, di SUPERAMENTO. E’ tipico della FORZA DEL
NEGATIVO produrre una TENSIONE TRA GLI OPPOSTI, senza che però gli opposti possano
fissarsi come tali. L’opposizione stessa si “tende” all’interno di una SUPERIORE SINTESI
CONCILIATIVA. La dialettica, il movimento che produce è la MOLLA DEL DINAMISMO
DELLA REALTA’.
Saper vedere tale dinamismo è compito della RAGIONE SPECULATIVA, e in questo consiste
anche la sua SUPERIORITA’ SULL’INTELLETTO ASTRATTO
sui si basano le scienze
particolari: LA CONOSCENZA FILOSOFICA E’ PERCIO’ SUPERIORE A QUALSIASI
SAPERE PARTICOLARE DELLE SCIENZE MATEMATICHE E NATURALI.
Le scienze procedono in questo modo: concatenamento particolari ragionamenti (ad esempio,
ragionamenti matematici) di cui si può vagliare la correttezza o nella
validità
delle
DIMOSTRAZIONI (è il caso appunto delle scienze geometrico-matematiche) o ricorrendo alla
conferma empirica delle ipotesi attraverso l’OSSERVAZIONE DEI FATTI (è il caso invece delle
scienze naturali).
La scientificità della filosofia, secondo Hegel, è di tutt’altra specie: la ragione è superiore
all’intelletto, è, come dice Hegel, “speculativa”, in quanto sa derivare tutte le determinazioni del
pensiero (i singoli concetti) esposte nel SISTEMA, l’una dall’altra, in un processo di cui si asserisce
la perfetta NECESSITA’ , in quanto, posta l’identità di ragione e pensiero, la costruzione
sistematica del sapere filosofico è anche la perfetta ricostruzione dell’ordinamento dialettico
(dinamico) della realtà stessa, e non soltanto un’astratta elucubrazione sorta nella mente del
filosofo.
La concatenazione dialettica dei concetti che costituisce il SISTEMA HEGELIANO pretende
allora per i motivi che abbiamo detto di essere:
1) UNICA (non è una interpretazione della realtà, ma la VERITA’ UNICA ED ASSOLUTA
DELL’INTERA REALTA’);
2) ASSOLUTA (in essa si rispecchia compiutamente l’ordinamento razionale della realtà);
Il PUNTO DI VISTA SPECULATIVO che Hegel sostiene di aver pienamente conquistato, è come
il vertice (l’unico vertice) da cui si coglie, in tutte le sue articolazioni, il SENSO DELLA
REALTA’.
E’ indubbio che vi sia in questa pretesa un carattere totalizzante: tutte le altre filosofie, gli altri
eventuali “punti di vista”, sono considerati AL DI SOTTO di quello, l’unico, autenticamente
speculativo e razionale. Ma, in quanto parte essi stessi della realtà dello spirito, anch’essi sono
“inverati” (= compresi ed assimilati) nella filosofia superiore.
Di qui il RAPPORTO DELLA FILOSOFIA HEGELIANA CON LA STORIA DELLA
FILOSOFIA, di cui qualcosa si era già accennato.
L’intera storia della filosofia risulta:
a) RICOMPRESA NELLA FILOSOFIA HEGELIANA: in quanto compresione totale della
realtà nella sua necessità razionale, la superiore prospettiva del sistema hegeliano sa
comprendere anche la necessità (ossia: il significato) e allo stesso tempo la parzialità di tutte
le filosofie precedenti, sino ai suoi immediati predecessori rappresentati dai sistemi filosofici
di FICHTE e SCHELLING;
b) ASSIMILATA : nel senso in cui il cibo è assimilato da un organismo. Tale è il movimento
della ERINNERUNG, del ricordo, che è assimilazione-appropriazione del passato.
c) SUPERATA, nell’essere portata alla sua ultima e definitiva espressione.
La ragione che si dispiega dinamicamente nella realtà trova dunque la sua adeguata
PRESENTAZIONE (non “fotografia” statica, ma “ripresa cinematografica” che conserva il
dinamismo di ciò che viene riprodotto) nel SISTEMA HEGELIANO DELLE SCIENZE
FILOSOFICHE.
Come dire: in Hegel la realtà, che è ragione, arriva finalmente alla piena comprensione di se stessa.
Tale dinamismo e movimento della realtà e del sistema che lo comprende è ciò che Hgel indica
sotto la nozione di DIALETTICA.
Abbiamo già detto come per Hegel la filosofia, in quanto SAPERE ASSOLUTO, non è come le
scienze particolari (fisica, matematica, biologia, ecc.) la conoscenza particolare di un certo settore
della realtà. Nemmeno è però da vedersi come una certa interpretazione e visione soggettiva del
mondo.
La filosofia è la realtà stessa compresa nel suo CONCETTO, ossia nella sua STRUTTURA
RAZIONALE. Il che significa che la comprensione filosofica della realtà coglie la verità profonda,
il “telaio razionale” che regge tutto ciò che accade.
Proprio questo è il compito che Hegel assegna alla PRIMA PARTE DEL SISTEMA: la LOGICA.
Il CONCETTO come lo intende Hegel non va inteso come una rappresentazione mentale,
un’immagine che noi possiamo farci della realtà (caso mai un’immagine chiara e distinta, come
pensava Cartesio), come se la realtà fosse separata ed indipendente dal concetto (esempio: il
concetto di cane, rispetto ai cani esistenti) .
Il CONCETTO è L’IMMANENTE VERITA’ del reale, LA SUA STRUTTURA LOGICA.
Per la COSCIENZA COMUNE il prius, cioè il punto di partenza, è la CERTEZZA NATURALE e
irriflessa delle COSE MATERIALI immediatamente date (siamo immediatamente sicuri, senza
pensarci, che ci sono tante cose intorno a noi). Già la “Fenomenologia dello spirito” partiva dalla
demolizione di simile ingenuità: non ci sono “tante cose”, con le loro caratteristiche, prima che la
coscienza le abbia pensate – rivedere questo punto negli appunti sulla “Fenomenologia”.
Nella COSTRUZIONE DEL SISTEMA DEL SAPERE ASSOLUTO Hegel procede diversamente.
Il “cominciamento”, cioè il punto di partenza è la struttura logica della realtà, considerata
astrattamente in sé: la struttura razionale considerata “prima” (in senso logico, non cronologico) del
suo esteriorizzarsi nella NATURA, cioè considerata nel PURO ELEMENTO DEL PENSIERO (=
il cosmo logico, non fisico, dei concetti puri: essere, nulla, parte, intero, essenza, esistenza, ecc.)
L’esposizione più compiuta di questa parte del sistema è svoltain modo molto ampio in un’opera
poderosa intitolata “Scienza della logica”, e poi ripresa in in’esposizione più succinta nella prima
parte dell’ “Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio”.
Ma che cosa intende Hegel per “Logica”?
Meglio ripeterlo: non soltanto la grammatica formale del corretto ragionamento (come ad esempio
la intendeva ARISTOTELE), ma lo studio della STRUTTURA PORTANTE DELLA REALTA’.
D’altro canto tale struttura non è intesa, come la pensava KANT, nella sua LOGICA
TRASCENDENTALE (nella “Critica della ragion pura”) come struttura portante del soggetto.
La parola “IDEA” che in Kant aveva assunto una connotazione negativa (una specie di illusione o
errore in cui cade la ragione umana nel tentativo di oltrepassare i limiti dell’esperienza possibile) è
in Hegel sinonimo di REALTA’ FONDAMENTALE = REALTA’ RAZIONALE = RAGIONE
INFINITA.
Si dovrebbe aver chiaro a questo punto in che senso, come si diceva all’inizio, la LOGICA
HEGELIANA sia in effetti un’ONTOLOGIA.
Ma da quanto si è più volte ribadito, si è anche capito come le strutture razionali della realtà, come
le pensa Hegel, non vanno intese come qualcosa di statico (pilastri robusti che reggono il peso,
proprio perché stabilmente immobile, di ciò che entra ed esce ai piani della casa soprastante).
Le strutture razionali della realtà sono DIALETTICHE, cioè processo e sviluppo di sintesi via via
superiori e “più ricche” di significato di opposizioni reali.
E’ dialettica anzi tutto la triade fondamentale in cui si articola il SISTEMA:
1) Tesi – LOGICA = scienza dell’Idea in sé e per sé (le strutture razionali comprese nella loro
necessità)
2) Antitesi – FILOSOFIA DELLA NATURA = scienza dell’Idea nel suo estraniarsi a sé, nel
suo farsi esteriorità fisica
3) Sintesi – FILOSOFIA DELLO SPIRITO = scienza dell’Idea che dalla sua alienazione
nell’esteriorità torna a sé, si fa produttiva del mondo spirituale
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