“Fumo” 2005 “Fumo” cortometraggio (17’) per la Regia di Ippolito Chiarello Lecce-Taranto Manifesto Trama (italiano) La storia è ambientata ai giorni nostri ed è un viaggio nella memoria compiuto da un gruppo di 4 musicisti, capitati per errore, mentre viaggiano per raggiungere una località per un loro concerto, in una masseria ormai abbandonata nei pressi di Vinosa (TA). Qui si addormentano in preda all'alcool e dopo essere usciti fuori strada. Attraverso una visita alla masseria, che uno di loro immagina di fare in sogno, rivivono suggestioni sonore e visive del tempo in cui quella masseria era stata abituata e incontrano due figure sfuggenti: un bambino e una bambina che però non riescono a fermare, a raggiungere, a interrogare e che inseguono per tutta la masseria. Accortisi che i due si fanno vivi ogni qualvolta sentono suonare, decidono di allestire lì il concerto, in serata, con tutta l'attrezzatura che hanno, fonica e luci. Durante il concerto il bambino e la bambina vengono fuori, si prendono per mano e ascoltano la musica. Si vede di nuovo il furgone all’alba. Hanno sognato? Si riorganizzano . Accendono il furgone e ripartono. Mentre si vede il furgone allontanarsi, si scorgono nitide, di spalle, due sagome che guardano il mezzo allontanarsi e si riconosce che sono i corpi delle due figure misteriose nel sogno. I due si girano e si riavviano verso la masseria abbandonata. Trama (inglese) The tale of this short film, settle in these days, is a journey through the memory that a group of four musicians have done. While they are going to a place for their concert by van, for a mistake they find themselves in a farm, which was forsaken and it was near a place called Ginosa. When they are near this place, since they were drunk, they had a road accident and so they remain there and sleep in the van. During the visit of this farm, one of them images to have a dream and lives again the sound and visual suggestions of the period in which people lived in the farm. While they are there, they see two elusive characters, two children, a boy and a girl and begin to persue them for the whole farm, but they are not able to stop, to join and question them. Every time they play the two children appeared suddenly, so, in the evening, they decide to put the concert on there with all their musical equipment. During the concert the boy and the girl come out and hold hands with themselves listen to the music. It is dawn, we see the van again, the four boys who have had a dream, who, after having organized all their things, leave again. While the van are going away, we see the two figures of children who are looking at it. We recognize that they are the boy and the girl of the dream, who they come back to the farm at the end. Cast artistico Gli Psycho Sun Antonino De Blasi Cesare Liaci Osvaldo Piliego Stefano Todisco aka Tobia Lamare I bambini Alberto Mariano Valeria Mariano Fiore Rosa Fondamentalmente Gigi Colaci Voce narrante Ippolito Chiarello soggetto Ippolito Chiarello sceneggiatura Ippolito Chiarello Tommaso Didimo Direttore della Fotografia Alessio Valori Montaggio Cristian Sabatelli GECO Produzioni Audiovisive - LECCE Scenografia Fabrizio Brigante Aiuto Scenografo Stefano Protopapa Trucco e costumi Nicoletta Sinatti Direttore di produzione Silene Mosticchio Ispettore di produzione Marta Vignola Segretario di produzione Biagino Bleve Aiuto regia Gianni De Blasi Operatore Alessio Valori Assistente operatore Cristian Alberini Fonico di presa diretta Marco Parollo Microfonista Alessandro Bònoli Segretaria di edizione Simona Toma Foto di scena Backstage Alice Pedroletti Alice Pedroletti Biagino Bleve Capo Elettricista Luca Scaffidi Capo Macchinista Danilo Roversi Aiuto macchinista Giorgio Leoni Montaggio del suono Mirko Perri Mixage Gabriele Gubbini SOUND ON STUDIOS - ROMA Correzione colore ZOOMWORX VIDEO - BOLOGNA Runner Michele Pierri Catering Fernando Natale - San Cesario (Le) Musiche PSYCHO SUN “About your man” (Stefano Todisco) “Room of sweetness” (Stefano Todisco) “Lovers” (Stefano Todisco) “Corvette” (Stefano Todisco) “Silly things” (Stefano Todisco) “Time” (Stefano Todisco) Edizioni URTOVOX Proiezione video tratta da The Great Rock ‘n’ roll Swindle - Sex Pistols “My Way” (Frank Sinatra) cantata da Syd vicious Un ringraziamento particolare a Giacinto Serini e alla sua famiglia per aver messo a disposizione la masseria dell'Osso Inoltre si ringrazia Cool club Emiliano Murrone - Service Concerto Lorenzo dell’Hotel Ristorante da Michele - Ginosa Marina - TA Protezione Civile - Corsano Vigili urbani - Corsano Capitaneria di Porto - Taranto Maria Cristina e Giuseppe Mariano Rosa De Giovanni e Fiore Chiarello Fulvio Rossi, Franco Farina Il corto è stato girato con Panasonic Agdvx 100AE con sistema PS tecnique mini 35 Mezzi tecnici Davide Sorlini - Bologna Technovision - Roma Muviland - Bologna Editing - Apple Final Cut HD Si ringrazia link MAURO CIMAGLIA Via Gregotio VII – Roma HAUSMANT srl – Roma Comune di Tricase Comune di Ginosa Comune di Corsano Dopo le anteprime al Laifa di Los Angeles ed al Bellaria Film Festival, La Prometeo Video di Silene Mosticchio, IL 30 AGOSTO 2005 ha presentato ufficialmente all'Acait di Tricase il cortometraggio Fumo di Ippolito Chiarello. Nella stessa occasione è stata annunciata la prossima realizzazione del lungometraggio Fumo. La band salentina PsychoSun è andata in Fumo. I quattro musicisti leccesi (Stefano “Tobia” Todisco, Cesare “Cicci” Liaci, Antonio “Antonino” De Blasi e Osvaldo “Osvaldino” Piliego) sono infatti protagonisti del cortometraggio, appena finito di girare, diretto da Ippolito Chiarello e prodotto da Prometeo Video di Silene Mosticchio con il patrocinio dei Comuni di Ginosa, in provincia di Taranto, di Corsano e di Tricase, in provincia di Lecce. Anime del progetto cinematografico Fumo sono il regista Ippolito Chiarello, che firma anche il soggetto e la sceneggiatura scritta a più mani con Tommaso Didimo, e la produttrice Silene Mosticchio della Prometeo Video, che hanno messo insieme una troupe di professionisti capeggiati dal direttore della fotografia Alessio Valori e che si è formata con un lungo lavoro sul campo nel cinema indipendente. Un corto girato in digitale con tecnica cinematografica grazie al sistema P+S tecnique che permette l’utilizzo di ottiche cinematografiche 35mm. Fumo è l’esordio alla regia dell’attore Ippolito Chiarello che negli ultimi anni è stato protagonista di alcune fortunate produzioni della compagnia Koreja come Acido Fenico, Brecht’s Dance, Giardini di plastica; Molto Rumore per nulla e dello spettacolo Oggi Sposi. Fumo si sostanzia di memoria e di percorsi di vita concreti e attraversa un periodo che si concentra negli anni ’70. Una scoperta parallela di strade e luoghi con gli occhi diversi. Famiglie felici che migrano per lavoro e musicisti di un gruppo punk rock che scoprono un mondo che forse li ha creati. Coltivare tabacco e fumarlo. Il fumo come sostentamento e come “respiro” quotidiano che crea. L’amore ipotesi eterna e sconvolgente e unica vera “favola”. Rimanere bambini per non perdere la gioia di vivere. Rievocare il passato attraverso lo stesso percorso di viaggio, che le famiglie facevano negli anni ’70 per andare a coltivare il tabacco nel tarantino in piccole masserie villaggio, e in particolare nella masseria di Ginosa, e la musica scassata dei quattro protagonisti. Le famiglie andavano a coltivare il tabacco nei mesi estivi, gli Psycho Sun “fumano quel tabacco e producono musica”. “Siamo sempre figlie dei nostri padri, nipoti dei nostri nonni e quando troviamo in un vecchio baule in cantine o nel cortile di una masseria diroccata le loro tracce concrete o immaginari, delle loro vite, ci coglie un tuffo al cuore. Ci riconosciamo in loro, in una parte di loro, in brandelli della loro vita o forse invece vogliamo seguirne le tracce per capire meglio chi erano annusare l’odore di quel tempo e insieme capire qualcosa di più di noi stessi. Quello che vedono sognano sentono percepiscono gli Psycho Sun e l’ombra del passato che all’inizio non capiscono e da cui sembrano ormai perdutamente sradicati ma che poi li fa sentire figli o nipoti di Fiore e Rosa”. La musica e il tabacco sono due fili che in qualche modo li mettono in contatto, li avvicinano; il passato e il presente si scrutano, si rincorrono e per fortuna si incontrano. Poi bisogna continuare il proprio viaggio senza dimenticare mai di guardarsi indietro e ogni tanto accennare un saluto a chi ci ha preceduto. Fumo rappresenta anche l’esordio alla produzione per la Prometeo che prosegue e rinsalda il suo rapporto di collaborazione con il Comune di Tricase e con il sindaco Antonio Coppola dopo l’esperienza di Silene Mosticchio nella produzione della Fiction “Il giudice” di Enrico Oldoini interamente girata nel Salento. “Questo corto”, sottolinea Silene, “è una palestra per tutte le creatività che si sono formate lontane dal Salento e che hanno svolto importanti esperienze lavorative in Italia. Il supporto da parte della produzione rappresenta un investimento sul territorio salentino e insieme lo strumento per creare grazie a questo primo progetto una rete di esperti nel settore audiovisivo. La produzione investirà non solo in risorse umane ma nella creatività e nella crescita di queste persone. La promozione partirà a livello nazionale e internazionale per poi tornare nel Salento. Un Salento che considero”, conclude Silene Mosticchio, “crocevia di culture e di creatività”. Gran parte del corto è stato girato in una masseria abbandonata di Ginosa dove per anni le famiglie si radunavano per coltivare e lavorare il tabacco. Una vera comunità che il tempo ha eliminato senza però scalfire il ricordo di quello che è stato. “È importante dare un contributo per non perdere i valori di queste realtà lavorative”, ha sottolineato il sindaco di Ginosa Luigi Montanaro. “Dal basso salento molte famiglie erano chiamate dagli imprenditori locali a lavorare il tabacco qui a Ginosa. Dagli anni 50 partì questa fusione di persone che giungevano nelle nostre comunità. Ma non si trattava di sfruttamento ma di un lavoro sereno e felice”. “Non a caso molte delle famiglie” rincalza l’assessore al turismo Vincenzo Brunone, “pur abbandonato il lavoro del tabacco in seguito alle crisi, sono rimaste a vivere qui. Penso che si debba investire nel ricordo e del rinnovamento di quei valori di cultura e di società”. Psycho Sun La storia degli Psychosun comincia nell’ormai lontano 1994 nel Salento. Quattro ragazzi, tantissima voglia, tantissima attitudine, pochissima tecnica. Pochi mesi, pochi accordi, tantissime canzoni, due demo. Extra Sugar Coffee (1995) e Sugar Candy (1996) sono un misto di punk, noise e pop. I due lavori vengono recensiti dalla stampa specializzata (Mucchio Selvaggio), Rockstar, Fare Musica, Musica!) e il brano “Mary has left my hand” viene inserito nella programmazione di Rai Stereo notte per tutta l’estate del 1996. Nel 97 gli Psychosun incidono per la neonata etichetta salentina Magenta Records l’album Ever Ready. Il cd riceve ottime recensioni, la band suona a supporto di Uzeda, Santo niente, After Hours, promuove il disco con un mini tour in Italia, partecipa alla trasmissione telivisiva di Odeon “il Muro”. Nel 98 la Mgenta Records chiude i battenti e gli Psychosun imboccano la strada dell’auto produzione. Nel 2000 esce il singolo “Psychosun” esperimento in quattro episodi in cui la band mette da parte l’inglese per scrivere in italiano. Il cd è sold out in pochi mesi ed è accompagnato da un’intensa attività live, interviste radio, ottime recensioni. Nel 2001 la musica degli Psychosun arriva in Inghilterra. La “Nophaseintime”, nuova etichetta londinese, vuole inserire “Come Tu Mi Vuoi” nella sua prima compilation. Un nuovo mini-cd “Super Vixen”, edito da CoolClub (link CoolClub) e distribuito solo in Inghilterra, testimonia l’avvicinarsi della band alle sonorità di gruppi come Hives, International Noise Conspiracy. Il cd è seguito da un mini tour in Inghilterra che vede gli Psychosun suonare su palchi storici come quello del Metro Club di Londra. Chitarre in evidenza, melodia e un’attitudine punk: questo è lo spirito della band. La musica degli Psychosun viaggia veloce verso le atmosfere del garage. Le canzoni sono piccole schegge di rabbia e melodia, la loro attitudine sul palco decisamente punk. Si sente, nella loro musica, quella tendenza a giocare con il rock’n’roll, a guardarsi indietro attingendo qua e là tra generi e periodi musicali. Ma c’è anche l’altra faccia degli Psychosun, quella più intimista e romantica. Canzoni lente intrise di pop d’oltremanica e indie d’oltreoceano. Un’alternanza di toni e di atmosfere musicali saranno gli ingredienti del nuovo lavoro in studio della band che ha in preparazione anche un video e un nuovo tour in Italia e all’estero. Gli Psychosun sono Stefano “Tobia” Todisco (chitarra e voce), Cesare “Cicci” Liaci (chitarra), Antonio “Antonino” De Blasi (basso), Osvaldo “Osvaldino” Piliego (Batteria). Di Franco Farina La memoria è come un anello di fumo. Basta un soffio di vento a dissolverla. In FUMO, però, il ricordo si sovrappone al presente e torna a ricomporsi senza restare imprigionato nella logica o nelle leggi del tempo. Anzi, assume le sembianze di piccoli fantasmi che restano ad abitare luoghi proprio come una vecchia fotografia abita immagini che non esistono più. Nel doppio percorso della memoria (l’andata e ritorno dei ricordi), FUMO è una vecchia fotografia capitata nelle mani di chi non può più riconoscerne le coordinate ma è in grado comunque di percepirne la suggestione delle immagini. Il presente e il passato, quindi, si rincorrono senza riuscire a connettersi e tuttavia comunicano, sia pure in una dimensione che deve trascendere la realtà per potersi riconoscere. Ognuno è padrone della propria memoria, è in grado di identificarla e declinarla. Ma se questa stessa memoria si concede un guizzo di emancipazione e si manifesta ad altri che non sanno riconoscerla, quel patrimonio di ricordi continua a vagare fino a che non trova orecchi e occhi che possono accoglierlo. FUMO è un brandello di ricordi sfuggiti al legittimo proprietario che ha deciso di condividerli con chi vuole ripercorrere un pezzo della storia di una terra, il Salento, che è attraversata da contraddizioni ed incoerenze, pur mantenendo un impulso di curiosità verso svolte culturali e mete di rinnovamento. Il contesto attuale e quello precedente. FUMO si svolge ai giorni nostri ma il suo doppio percorso allude continuamente ad un passato che, sebbene recente, è già sbiadito nella memoria collettiva. Il presente è quello di una band punk rock locale che vive nella contemporaneità della musica in cui si riconosce. La loro quotidianità assomiglia a quella delle formazioni musicali che li hanno preceduti nel tempo: poche regole, molte sigarette, tanta voglia di esprimere un disagio che da sempre trova conforto nella musica. Il gruppo si mette in viaggio per un concerto. Lo spostamento è breve: meno di cento chilometri, e tuttavia aziona il primo dei meccanismi della memoria di confronto perché quello stesso viaggio è stato compiuto da altri, per altri motivi, fino ad una trentina d’anni prima. Il Salento è un luogo che, come molti altri in Italia, ha vissuto sulla propria pelle condizioni di sfruttamento e disagio sociale legati al lavoro della terra. Condizioni che hanno favorito l’emigrazione nel momento in cui l’agricoltura non è stata più in grado di garantire neppure la precarietà di un lavoro già tanto sofferto. Anche la lavorazione del tabacco non è sfuggita a questa sorte e, tuttavia, per un certo periodo che si è protratto fino alla metà degli anni Settanta circa, questa particolare occupazione ha sperimentato situazioni ben diverse. Molti contadini, infatti, ottennero di coltivare il tabacco su terreni altrui che venivano concessi dal proprietario per un periodo di tempo che poteva anche superare i sei mesi nell’arco di un anno. A loro veniva data la possibilità di alloggiare nelle masserie che sorgevano all’interno di questi appezzamenti, per il tempo necessario alla coltivazione del tabacco i cui proventi venivano poi divisi esattamente a metà tra chi aveva lavorato ed i proprietari della terra: intere comunità di famiglie si spostavano dal basso Salento fino alle campagne intorno a Taranto, per tempi variabili ma mai troppo brevi. Il che dava a molti di loro la possibilità di guadagnare abbastanza denaro per avere di che vivere per il resto dell’anno, dopo aver fatto ritorno a casa. Questi lavoratori non erano considerati emigranti (il loro spostamento era, infatti, decisamente breve) e socialmente erano guardati più come imprenditori che come contadini, anche se di fatto lavoravano la terra. Insomma, la loro era una condizione privilegiata pur passando attraverso un’occupazione generalmente foriera di sfruttamenti e prevaricazioni. Questo tipo di attività si è diradata fino a scomparire del tutto con la cessazione della coltivazione del tabacco nel Salento. Negli anni Settanta, appunto. I simboli La musica è il primo degli elementi comuni ad entrambi i contesti di FUMO. Quella del gruppo musicale che si mette in viaggio da Lecce per raggiungere una destinazione in provincia di Taranto, ed esibirsi in un concerto, ha le sonorità contemporanee del garage punk. I quattro musicisti sono figli del loro tempo ed affrontano il proprio percorso (che sconfinerà in quello della memoria) con l’incertezza di chi non ha ben presente la meta: infatti si perdono, indugiano e quasi sognano di vivere un’esperienza che li mette a confronto con una realtà passata che non possono riconoscere perché non appartiene al loro vissuto quotidiano. La musica, con sonorità molto diverse, accompagnava anche il soggiorno dei contadini salentini che lavoravano la terra: erano canzoni cantate in gruppo e senza strumenti musicali, durante le ore di lavoro o nel corso degli spostamenti, e servivano ad alleviare la fatica o a far trascorrere spensieratamente il viaggio. Il tabacco è l’altro elemento comune. In tempi di caccia alle streghe contro il tabagismo, i quattro protagonisti di FUMO consumano continuamente sigarette il cui contenuto costituiva la principale fonte di lavoro dei tanti contadini che nel Salento erano dediti alla coltivazione ed alla raccolta del tabacco, ormai abbandonate in tutta la Puglia. E tuttavia, quell’occupazione agricola svolta per molti anni attraverso la coltivazione dei fondi altrui ha rappresentato una possibilità di lavoro equa e remunerativa per numerosi contadini salentini, molti dei quali hanno finito col trasferirsi definitivamente nelle campagne del tarantino, continuando a lavorare la terra anche dopo la scomparsa delle coltivazioni di tabacco e, in alcuni casi, riuscendo anche ad acquistare modesti appezzamenti di terreno nei quali stabilirsi, vivere e lavorare. Un piccolo fiore giallo, infine, è il testimone che passa dalle vecchie alle nuove generazioni di FUMO. Questo fiore è il fragile depositario della memoria, cui è consentito attraversare spazio e tempo (dimensioni che si rincorrono, apparentemente, senza mai incontrarsi), ed è anche l’unico oggetto che resterà nelle mani di uno dei musicisti, alla fine del loro breve viaggio, quando torneranno a casa con la convinzione di aver vissuto una singolare esperienza. O forse di averla soltanto sognata. Fumo FUMO segna il debutto alla regia di Ippolito Chiarello, attore di cinema e teatro, che è anche autore della sceneggiatura di questo cortometraggio, insieme a Tommaso Didimo. FUMO è stato girato nell’ottobre 2004 in location nel Salento (tra Corsano e Ginosa) col nuovo sistema P+S tecnique che consente di utilizzare ottiche cinematografiche a 35 mm, con una resa d’immagini molto più “calda” rispetto a tutte le altre tecniche digitali. Il lavoro è prodotto da Silene Mosticchio, per l’esordiente Prometeo Video, con il patrocinio dei Comuni di Ginosa, Corsano e Tricase. Al cast tecnico hanno provveduto Marta Vignola e Gianni De Blasi, che hanno riunito una troupe di ottimo livello con una lunga esperienza nel cinema indipendente, tra cui Alessio Valori, direttore della fotografia di FUMO. Interpreti principali sono i musicisti del gruppo salentino Psychosun (Stefano todisco, Cesare Liaci, Antonio De Blasi ed Osvaldo Piliego), che firmano anche le musiche del corto