LA FORZA ED I PRINCIPI DELLA DINAMICA Concetto di forza Principi della Dinamica: 1) Principio d’inerzia 2) F=ma 3) Principio di azione e reazione Forza gravitazionale e forza peso Accelerazione di gravità Massa, peso, densità IL MOVIMENTO: DAL COME AL PERCHE’ Per mettere in moto un corpo fermo Per fermare un corpo in moto Per variare un moto bisogna intervenire dall’esterno Variazione di moto Causa esterna Solo l’intervento di una causa esterna può far iniziare un moto far cessare un moto far variare un moto (variando la velocità) Una causa esterna non può essere altro che una interazione con un “altro corpo” es. interaz. a contatto Æ sforzo muscolare, attrito, ecc. interaz. a distanza Æ gravità, attraz.magnetica, ecc. FORZA Forza = qualunque causa esterna che produce una variazione dello stato di moto o di quiete di un corpo Alcuni fatti sperimentali dall’esperienza quotidiana: Con una forza muscolare si riesce a spostare un corpo “leggero” ma non un corpo troppo “pesante”. Per rallentare un corpo in moto bisogna trattenerlo a forza o farlo muovere su una superficie ruvida. Una superficie riesce a sostenere un corpo “pesante” se è molto solida e se il peso è ben distribuito su di essa. Se un corpo viene tirato o spinto da parti opposte può deformarsi, rompersi o muoversi in una delle due direzioni a seconda del materiale di cui è composto e della forza trainante. 3 principi della Dinamica Es. PRINCIPIO D’INERZIA (1°) In assenza di forze esterne, un corpo mantiene il suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme Un corpo “naturalmente” è fermo o si sta muovendo di moto rettilineo uniforme ( v = costante) Questo non è intuitivo! Esperienza: un corpo in moto dopo un po’ si ferma. Ma sulla Terra nessun corpo è isolato: c’è sempre attrito. Riducendo l’attrito si prolunga il moto. Se non ci fosse attrito il moto continuerebbe all’infinito. No forza Æ No variazione stato di moto Æ No variazione di velocità Æ No accelerazione Æ Quiete o moto rettilineo uniforme Es. 2° PRINCIPIO DELLA DINAMICA Forza e accelerazione sono grandezze vettoriali direttamente proporzionali. Il loro rapporto è la massa, costante dipendente dal corpo in esame. F = ma equazione fondamentale della Dinamica F/a = costante MASSA dipendente dal tipo (natura, forma, dimensioni) di corpo PROPRIETA’ INTRINSECA DEL CORPO GRANDEZZA SCALARE FONDAMENTALE Kg (SI), g (cgs) PRINCIPIO DI AZIONE E REAZIONE (3°) Se un corpo A esercita una forza su un corpo B, a sua volta B esercita su A una forza uguale e contraria. FAB = - FBA Es. Esempi quotidiani: - sostegno pavimento/sedia - spinta “all’indietro” - rinculo - camminare, correre - mezzi di trasporto UNITÀ DI MISURA DELLE FORZE forza = massa • accelerazione SI: Newton Æ 1 N dina N = 1 kg • 1 m/s2 100000 cgs: F= ma 1000 100 Æ 1 dina = 1 g • 1 cm/s2 1 N = forza che, applicata a un corpo di massa 1 kg, produce un’accelerazione di 1 m/s2 1 dina = forza che, applicata a un corpo di massa 1 g, produce un’accelerazione di 1 cm/s2 1 N = 1 kg • 1 m/s2 = 103 g • 102 cm/s2 = 105 dine 1 dina = 1 g • 1 cm/s2 = 10-3 kg • 10-2 m/s2 = 10-5 N Es. TIPI DI FORZE Forze gravitazionali Forze di attrito Forze esercitate da vincoli Forze di inerzia Forze di contatto Forze elettromagnetiche ... FORZA GRAVITAZIONALE Tra due corpi di massa m1 e m2, posti a distanza r, si esercita sempre non solo sulla Terra! una forza di attrazione m1 → r -diretta lungo la congiungente tra i due corpi -proporzionale alle due masse -inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza m2 LEGGE DI GRAVITAZIONE UNIVERSALE F = - G m 1 m2 r 2 r r attrazione G = 6.67•10–11 N•m2/kg2 costante di gravitazione universale ... troppo piccola per essere osservata tra corpi “normali” ... ACCELERAZIONE DI GRAVITA’ Quanto vale la forza gravitazionale tra la Terra e un corpo di massa m= 1 kg posto alla superficie della Terra? m Es. F R Dati Terra: M = 5.98 •1024 kg, R = 6.38 •106 m mM F=G 2 r M 2 2 24 − 11 −24 (6 .67 • 10 Nm kg )• (1 kg ) • (5 .98 • 10 kg ) = (6 .38 • 10 6 m )2 Risultato: 9.8 N = 9 . 799 N M m F=G 2 r g = 9.8 m/s2 nelle vicinanze della superficie della Terra F = mg forza peso g è un’accelerazione! FORZA PESO L’atmosfera terrestre Æ regione di spazio vicina alla superficie della Terra è sede di un campo di forza gravitazionale: ogni corpo di massa m che si trova in quella regione risente di una forza peso diretta verticalmente verso il basso. F = mg = p modulo |p| = m g direzione verticale verso basso MOTO DI CADUTA sempre uniformemente accelerato con accelerazione g = 9.8 m/s2 v = g t h = ½ g t2 forza peso linee di forza h → p Tempo di arrivo al suolo: t = √ 2h/g Velocità di arrivo al suolo: v = √ 2gh 90° suolo MASSA, PESO, DENSITA’ MASSA m grandezza fondamentale proprietà intrinseca dei corpi kg PESO p = mg N forza con cui ogni corpo dotato di massa viene attirato dalla Terra Unità di misura pratica: kgpeso = kgmassa•9.8 m/s2 = 9.8 N DENSITA’ relazione tra massa e dimensioni dei corpi utile soprattutto per liquidi e gas massa densità = volume d= m/V kg/m3 Def. simile: concentrazione Æ v. Chimica MISURE DI DENSITA’ d= m/V kg/m3 g/cm3 kg/l g/l Es. Densità dell’acqua: 1 g/cm3 = (10-3 kg)/(10-6 m3) = 103 kg/m3 = (10-3 kg)/(10-3 dm3) = (10-3 kg)/(10-3 l) = 1 kg/l = (1 g)/(10-3 dm3) = (1 g)/(10-3 l) = 103 g/l ... e altri multipli e sottomultipli... Equivalenze con densità (di uso comune in Medicina): 1 mg/dl = (10-3 g)/(10-1 dm3) = (10-3 g)/(102 cm3) = 10-5 g/cm3 1 µg/mm3 = (10-6 g)/(10-3 cm3) = 10-3 g/cm3 Es. ecc... (fantasia!) MISURA DELLE FORZE Misura delle forze con metodo diretto e metodo indiretto bilancia dinamometro FORZE DI ATTRITO (1) La forza di attrito si sviluppa quando due superfici ruvide slittano l’una sull’altra. È parallela alle superfici a contatto e si oppone al loro movimento relativo. Essa dipende dallo stato di rugosità delle superfici a contatto. Dal punto di vista microscopico l’attrito è causato da tanti piccoli legami temporanei fra i punti di contatto fra le due superfici. Per ridurre l’attrito: rotolamento o interposizione di liquidi FORZE DI ATTRITO (2) L’attrito è un fenomeno non completamente compreso e quindi non compiutamente descritto. FORZE DI ATTRITO (3) Alcune osservazioni empiriche: r N r T r P 2) FS_max=µ µSN adimensionale r Fs _ max 1) FS_max è indipendente dall’area di contatto µS coefficiente di attrito statico 0.5 - 1.0 metallo/metallo; 0.04 teflon/metallo; >1 adesione 3) La forza per mantenere in moto un oggetto a velocità costante Fd<FS_max Fd = µ d N ⇒ µd < µS LE FORZE forza gravitazionale: ha la propria sorgente nella massa forza vincolare: ha la propria sorgente nelle interazioni fra gli atomi che compongono il vincolo forza d’attrito: ha la propria sorgente nelle interazioni fra due superfici forza costante: non cambia nel tempo e nello spazio modulo, direzione e verso forza centripeta: permette ai corpi di compiere moti circolari MOTO CIRCOLARE UNIFORME Ricordando il moto circolare uniforme, supponiamo di avere un corpo che si muova su di una circonferenza di raggio R con modulo della velocità costante R accelerazione centripeta 2 v aR = R La velocità (come vettore v) non è costante FORZA CENTRIPETA L’accelerazione centripeta aR ha la direzione ed il verso di ∆v, cioè è diretta verso il centro della circonferenza. Dal IIo Principio della Dinamica possiamo quindi dedurre che affinchè un corpo si muova di moto circolare uniforme deve esistere una forza centripeta diretta verso il centro della circonferenza e il cui modulo vale 2 r v F =m R FORZA CENTRIPETA: esempi Supponiamo di avere una astronave che ruota lungo una orbita stazionaria circolare di raggio R: quanto vale il modulo della sua velocità di rotazione? R Terra L’unica forza agente sull’astronave è la forza di attrazione gravitazionale fra le mM T terra e l’astronave stessa F =G R2 Poiché l’astronave descrive un moto circolare uniforme la forza F deve essere centripeta e quindi 2 mM T v F = G 2 = ma = m R R ⇒ MT v= G R FORZA CENTRIPETA: esempi Supponiamo di avere un’auto che percorre una curva piana circolare di raggio R: quanto vale il modulo della velocità massima con la quale può percorrere la curva senza slittare? R L’unica forza capace di produrre una accelerazione Y centripeta è la forza d’attrito r fra le ruote e la strada. Quindi F la massima forza d’attrito X producibile pone un limite alla velocità con cui l’auto può percorrere la curva senza slittare. A L’attrito in questione è quello statico (µ µS) perché, nel punto di contatto, il pneumatico è momentaneamente fermo, lungo il raggio della curva, rispetto alla strada. Se si supera vmax l’auto inizia a slittare e la forza d’attrito µS) e quindi la macchina non si controlla. diminuisce (µ µd<µ r r FA = Fcentripeta r FA (µ S mg ;0 ) v2 FA = µ S mg = ma = m R r Fcentripeta (Fcentripeta ;0 ) Senza attrito non si può fare ⇒ vmax = Rµ S g la curva FORZA CENTRIPETA: esempi Supponiamo di avere un’auto che percorre una curva rialzata circolare di raggio R: quanto vale il modulo della velocità massima con la quale può percorrere la curva senza slittare? r N r P La somma delle forze agenti deve produrre una r r r r forza centripeta Y r FA θ X µ S N + mg sin θ + 0 = Fcentripeta 0 − mg cosθ + N = 0 r FA (µ S N ;0 ) r N (0; N ) FA + P + N = Fcentripeta r P (mg sin θ ;− mg cosθ ) r Fcentripeta (Fcentripeta ;0 ) N = mg cosθ Fcentripeta = mg (µ S cosθ + sin θ ) µ S = 0 ⇒ Fcentripeta = mg sin θ θ = 0 o ⇒ Fcentripeta = µ S mg Senza attrito si può fare la curva Curva piana FORZE ELASTICHE: LE MOLLE Consideriamo una molla ideale di costante elastica k. Queste molle esercitano forze elastiche del tipo r r F = − kx {[k ] = Nm } −1 dove x è l’elongazione della molla ed il segno meno indica che la forza si oppone allo spostamento. dinamometro Poiché il dinamometro è in equilibrio deve valere, per il Io Principio della Dinamica r r P+F =0 mg − kx = 0 ⇒ mg x= k FORZE DI REAZIONE VINCOLARE Sono le forze esercitate dai vincoli cui è soggetto il corpo. L’azione del vincolo è rappresentata da una forza detta reazione vincolare. Il corpo è in equilibrio sotto l’azione della forza peso w e della reazione vincolare N (normale alla superficie di contatto). TENSIONE DEI FILI Un filo inestensibile in tensione sviluppa forze uguali ed opposte ai suoi capi. La forza T si chiama tensione del filo. La tensione del filo è sempre parallela al filo e può cambiare direzione mediante l’uso di carrucole. TIPI DI EQUILIBRIO 1)stabile , se il corpo, allontanato dalla posizione di equilibrio, vi torna; 2) instabile, se si allontana ulteriormente 3)Indifferente, se resta nella nuova posizione stabile indifferente Attenzione, in più dimensioni,: ex ai punti di sella! instabile LA STATICA Momento di una forza (M): Il momento rispetto al punto arbitrario O di una forza F che agisce in un punto P di un corpo rigido (cioe’ indeformabile) e’ data dal prodotto vettoriale fra r (distanza di P da O) ed F. M=rxF LA STATICA Momento di una coppia di forze F2 F1 F2 F1 d d CM Le due forze agenti sul corpo sono uguali in modulo ma di verso opposto, ciononostante il corpo non è in equilibrio In questo caso il corpo ruota in senso antiorario (verso del momento verso dentro piano). Il modulo del momento risultante delle forze rispetto al centro di massa è |M|=2 Fd Il centro di massa CM di un corpo omogeneo e simmetrico si deve trovare su un asse di simmetria LA STATICA Condizione di equilibrio: nel caso di un sistema rigido devono essere nulle: •la somma vettoriale di tutte le forze ad esso applicate (equilibrio traslazionale) •la somma vettoriale dei momenti di tali forze (equilibrio rotazionale) LE LEVE Leva: asta rigida che puo’ ruotare attorno ad un asse ad essa perpendicolare detto fulcro sottoposta a 2 forze di cui una e’ detta potenza e l’altra resistenza. La condizione di equilibrio e’: 1) r r r P+R+N =0 2) Pa = Rb = b a Guadagno G r N : R P = a b F r P r R TIPI DI LEVE Leva di 1o genere: Fulcro intermedio fra potenza e resistenza. Puo’ avere guadagno maggiore, minore o uguale ad 1. Esempio: pinza Leva di 2o genere: Resistenza intermedia fra fulcro e potenza. Ha sempre guadagno maggiore di 1 (vantaggiosa). Esempio: schiaccianoci Leva di 3o genere: Potenza intermedia fra fulcro e resistenza. Ha sempre guadagno minore di 1 (svantaggiosa). Esempio: pinzette ESEMPI DI LEVE DI 1o GENERE Asse per sollevare oggetti pesanti Barca a remi P Bilancia F R Altalena a bilico F LEVE DEL CORPO UMANO Leva 1o genere Leva di 2o genere Leva di 3o genere LEVE DEL CORPO UMANO Articolazione di appoggio della testa: Leva di 1o genere, in questo caso svantaggiosa. Fulcro = articolazione Resistenza = peso (applicato nel baricentro) Potenza = muscoli splenici Massa della testa = 8 kg. Forza peso della testa: circa 80 N Distanza fra il fulcro ed i muscoli splenici: 2 cm Distanza fra il fulcro e il baricentro della testa: 8 cm E’ una leva svantaggiosa La forza che deve essere esercitata dai muscoli splenici per tenere la testa in posizione eretta si ricava da: Fsplenici x 2cm = 80 N x 8 cm Fsplenici = 320 N, corrispondente a una massa di circa 32 kg LEVE DEL CORPO UMANO Articolazione del piede in elevazione sulle punte: Leva di 2o genere, quindi vantaggiosa. Fulcro = dita. Resistenza = peso che grava sulla caviglia. Potenza: muscoli del polpaccio, che esercitano una trazione sul tendine d’Achille. LEVE DEL CORPO UMANO Articolazione del gomito: Leva di 3o genere, quindi svantaggiosa. Fulcro = articolazione. Resistenza = forza peso dell’avambraccio e dell’eventuale massa sostenuta dalla mano. Potenza: Forza esercitata dal bicipite brachiale LEVE DEL CORPO UMANO L’articolazione del gomito col braccio disteso e’ piu’ svantaggiosa dell’articolazione del gomito col braccio raccolto vicino al tronco poiche’ in questo caso si puo’ aumentare il braccio della potenza (bm) e diminuire quello della resistenza. LEVE DEL CORPO UMANO Mandibola: Leva di 3o genere, quindi svantaggiosa. Fulcro = articolazione. Resistenza = forza esercitata dal cibo sui denti. Potenza: forza esercitata dalle masse muscolari. Il guadagno e’ maggiore in corrispondenza dei denti posteriori. La forza necessaria a canini e incisivi per afferrare e lacerare e’ inferiore a quella richiesta ai molari per rompere o triturare. Evoluzione della mandibola Rettile Mammifero Nell’evoluzione della mandibola da rettili a mammiferi le dimensioni dei muscoli sono aumentate mentre quelle delle ossa sono diminuite. Nel caso dei rettili la forza di reazione vincolare che agisce sull’articolazione per garantire l’equilibrio traslazionale costituisce un limite alla forza del morso (e quindi all’entita’ della muscolatura) prima che l’articolazione si spezzi. Nel caso dei mammiferi sono presenti 2 masse muscolari che agiscono lungo direzioni diverse in modo tale che la somma vettoriale fra loro e la resistenza del cibo sia nulla, quindi la forza di reazione vincolare e’ nulla o comunque molto piccola. Mandibola di carnivori ed erbivori Carnivoro La forza esercitata dai muscoli e’ proporzionale alla loro massa. Carnivori: parte temporale (Fm1) = 2/3 del totale. Erbivori: parte temporale (Fm1) = 1/10 del totale. Erbivoro Facendo i calcoli dell’equilibrio rotazionale si ottiene che per i carnivori la forza agente e’ diretta anteriormente (cattura della preda), mentre per gli erbivori e’ diretta posteriormente (triturazione). LEVE DEL CORPO UMANO Statica di un soggetto in posizione eretta Schematizzabile con una leva di 1o genere Fulcro = settima vertebra dorsale Resistenza = peso (applicato nel baricentro) Potenza = muscoli dorsali E’ praticamente sempre svantaggiosa. Nei soggetti obesi, in cui il baricentro e’ spostato in avanti, e’ piu’ svantaggiosa. Dovendo portare uno zaino, l’equilibrio e’ migliore portandolo uno zaino sulle spalle. Condizioni di equilibrio R = Fm + Fp e Fm a = Fp b Per una massa di 60kg si ottiene Fm = 1200 N, R = 1800 N ARTICOLAZIONE DELL’ANCA Soggetto in piedi su un piede solo F=forza di trazione dei muscoli abduttori Pg=forza peso della gamba (1/7 di P) N=reazione vincolare del pavimemto R=forza che agisce sulla testa del femore (dovuta all’effetto del peso del corpo che si scarica sull’articolazione) ARTICOLAZIONE DELL’ANCA Calcoliamo R e il modulo di F supponendo che tutte le forze agiscano sul piano x y. Fx + Pgx + Nx + Rx = 0 Fy + Pgy + Ny + Ry = 0 M(F)z+M(Pg)z+M(N)z+M(R)z=0 F*cos700 - Rx = 0 F*sen700 - Ry - (P/7) + P = 0 F*sen700*7cm+(P/7)*3cm+P*11cm = 0 ARTICOLAZIONE DELL’ANCA Svolgendo i calcoli si ottiene: F = 1.61 P Rx = 0.55 P R = 2.43 P Ry = 2.37 P θ = 76.90 R = 2.43 P: lo sforzo sulle cartilagini di questa articolazione e’ notevole (usura nel tempo, necessita’ di protesi). θ = 76.90: deviazione della testa del femore poiche’ il tessuto osseo tende a crescere nella direzione dello sforzo. ARTICOLAZIONE DELL’ANCA Se, ad esempio a causa della frattura del femore, il soggetto e’ costretto ad un riposo prolungato, la forza dei muscoli abduttori F si indebolisce. Come conseguenza, l’equilibrio nella deambulazione viene garantito da una forza R diretta piu’ verticalmente. La testa del femore tende allora a crescere con un angolo piu’ grande del normale. Ne risulta un allungamento dell’arto il quale produce una rotazione della cintura pelvica e quindi una curvatura della colonna vertebrale (scoliosi). Per ovviare a cio’ e’ necessario usare un bastone che consenta di scaricare una parte del peso del corpo, per cui l’equilibrio viene garantito con un valore di F inferiore al normale senza alterare la corretta direzione di R.