APPARATI-RTX FT-897D - Come regolare la potenza di uscita Ovvero come ottenere meno di 5 W di Pietro Blasi I0YLI no essere troppi e c’è il rischio che nella/e valvola/e scorra troppa corrente in G1 (griglia controllo); ciò comporta un andamento non del tutto “lineare” dell’amplificatore producendo “splatter”, distorsioni, larghezza di banda eccessiva e comunque disturbi e fastidi per chi si trova ad operare su frequenze anche non vicinissime alla nostra emissione; mi riferisco alla famiglia di amplificatori più diffusa cioè quelli che utilizzano valvole di tiPremessa Fig. 1 Torno ancora a parlare dell’FT897D della Yaesu che è ritenuto al momento tra i più diffusi RTX Multi-banda e certamente tra quelli che presentano le migliori performances anche sulle frequenze “alte” (VHF e UHF). Come da specifiche, la potenza di uscita proprio sulle VHF, arriva a circa 50W (25W in UHF)… ed è vero. Ma il problema è la potenza minima …settabile dal menu a 5W. Perché è un problema? L’utilizzo dell’apparato abbinato ad un amplificatore lineare (detto anche P.A. cioè Power Amplifier) è tranquilla ed “indolore” quando quest’ultimo è del tipo a “transistor” in quanto, specie quelli più moderni, accettano potenze di pilotaggio dell’ordine di 7W … 15W o più, spesso addirittura programmabile. Quando invece l’amplificatore è a valvola/e e non recentissimo, i 5W minimi dell’apparato possoRke 7-8/2013 65 sione regolabile NEGATIVA variabile da -3.5V a -5.5V circa: quando detta tensione è a –3V la potenza di uscita sarà quella settata nel menù; quando questa è circa -5.5V la potenza di uscita è prossima a ZERO. Con questa soluzione, settando nel menu la potenza di uscita a 5W, abbiamo raggiunto il nostro scopo: regolazione della P-out da 0 a 5W. N.B. non inserire tensioni più negative di -6V all’ingresso ALC: Il display indicherebbe un eccessivo S.W.R. Realizzazione del circuito Fig. 2 po 4CX250 e simili, pertanto la potenza di pilotaggio dovrebbe essere contenuta entro i 2W... 3W max. In molti casi gli “autocostruttori” (e talvolta anche le ditte costruttrici di tali amplificatori) per far fronte al problema, hanno installato un buon attenuatore (di tipo a “T”, a “P-greco”, etc.) sul circuito di ingresso della/e valvola/e che riduce il pilotaggio di diversi dB. Facciamo un esempio: se l’attenuatore riduce il segnale di 6 dB, a fronte di una potenza in uscita di 10W dall’apparato avremo all’ingresso del P.A. circa 2,5 W; regolando quindi l’uscita dell’FT897D, mediante l’apposito menu, possiamo settare l‘ingresso alla/e valvola/e da poco più di 1W fino a oltre 10…15W e comunque ad un valore tale che l’amplificatore si comporti “bene”. C’è solo il problema di dimensionare le celle dell’attenuatore: le relative resistenze devono essere “di precisione”, anti-induttive e sopportare potenze di diversi watt. In fig.1 c’è un esempio di tale soluzione: il posizionamento dell’attenuatore (che deve essere schermato) nel circuito di ingresso del P.A. e lo schema dell’attenuatore stesso… A me sembra un po’ macchinoso; tuttavia, per chi se la sente… 66 Rke 7-8/2013 Personalmente ho adottato un sistema alternativo che è comunque indirizzato a chi si cimenta nella realizzazione di semplici circuiti e non intende mettere mani all’interno del lineare e tantomeno dentro l’apparato. Regolazione potenza di uscita Sul pannello posteriore dell’apparato è presente un connettore (jack stereo 3,5mm) chiamato ACC (Accessory): su questo connettore viene collegato il segnale ALC (Automatic Level Control) proveniente da un Amplificatore Lineare esterno quando questi ne è provvisto ed in genere è presente su molti “Lineari” tra i più recenti in commercio ma per lo più destinati ad uso in HF; in questi casi il circuito presentato in queste pagine NON E’ NECESSARIO! In VHF/UHF, gli amplificatori tradizionali, ed ovviamente quelli auto-costruiti, non dispongono di tale segnale che, se presente, andrebbe a regolare “automaticamente” il pilotaggio. Leggendo a fondo le specifiche di questa funzione sull’FT-897D, per regolare adeguatamente la potenza di uscita (limitata al max da quella settata nel menu operativo), è necessario iniettare sul pin del connettore ALC una ten- Per ottenere il risultato ho preferito realizzare un circuito completamente autonomo, svincolato dalle alimentazioni interne dell’apparato (è sempre meglio per evitare guai ed imprevisti) il cui schema è visibile in fig. 2: semplice, no?! Ecco i componenti. Un piccolo trasformatore 220V/ 9V (intorno ai 5W.. 10W); un ponte raddrizzatore di piccola potenza con relativo condensatore di filtro, lo stabilizzatore NEGATIVO a -5V (A7905); sul suo pin di massa è stato messo in serie un diodo (1N4007) per ottenere in uscita –5.5V; poi abbiamo un potenziometro “lineare” da 100 k; sul lato massa del potenziometro c’è una resistenza da 220 kohm per garantire un’escursione da –5.5V (pot.min.) a -3.5V (pot. max); il suo cursore è collegato alla presa ALC dell’apparato mediante una resistenza da 10 kohm. Il diodo LED indica quando il regolatore è in funzione. Sul primario del piccolo trasformatore , oltre l’interruttore di ON/OFF, è stata posta una resistenza da pochi watt con valore compreso tra 1.000 e 2.200 (a secondo della potenza del trasformatore) per evitare che, stando a lungo acceso, esso possa scaldarsi; infatti tale resistenza provoca una caduta di 10V… 20V che non incide sul funzionamento del circuito producendo uno sviluppo di pochi decimi di watt di poten- Fig. 3 za e mantiene sempre bassa la corrente del primario e relativo sviluppo termico. Prima di collegare il dispositivo all’apparato è conveniente verificarne il funzionamento: accendere il circuito; collegare un voltmetro all’uscita e verificare che, ruotando il potenziometro, l’escursione della tensione sia veramente da -3.5V a -5.5V. Per conferirgli un minimo di estetica, il circuito può essere montato all’interno di un piccolo contenitore metallico o plastico (Teko) e, per lo stesso motivo, applicare una scala graduata sulla manopola del potenziometro dove potremo leggere la potenza di settaggio voluta: Tutto a sinistra = Potenza minima, tutto a destra = Potenza max. In fig. 3 c’è un disegno esemplificativo della realizzazione; le misure sono solo indicative in quan- to mi sono ritrovato il contenitore con queste dimensioni, ma ognuno può adattarle a quello di cui dispone… purché ci entri tutto! Non mi è parso il caso di includere il disegno di un eventuale circuito stampato vista l’esiguità dei componenti impiegati che sono stati montati mediante assemblaggio “volante”. Collaudo e prova finale Al termine della verifica possiamo collegare l’uscita del nostro “Regolatore di Potenza” alla presa ALC presente sul connettore ACC dietro l’apparato mediante apposito jack da 3,5mm (vedi particolare in fig. 3). Sull’apparato impostare la gamma VHF (o UHF) settare la Potenza d’uscita a 5W: Menu Nr. 075 RF Power Set; portare l’apparato in tra- smissione in FM o CW e identificare l’indicazione (barra LED sul display) della potenza di uscita; tornare in ricezione. Accendere il “Regolatore di Potenza”, ruotare il potenziometro completamente in senso orario cioè a -3.5V di uscita; portare l’apparato di nuovo in trasmissione: l’indicatore di potenza deve indicare sulla barra-LED lo stesso valore di prima (cioè 5W); ruotando la manopola del “Regolatore” lentamente in senso antiorario vedremo che l’indicazione della potenza scenderà man mano che ci avviciniamo ai –5.5V fino a raggiungere zero watt di uscita. A questo punto possiamo dare “fuoco alle polveri”: mettiamo in funzione l’amplificatore lineare e possiamo permetterci di dosare il pilotaggio per la migliore linearità mediante l’opportuna regolazione della potenza in ingresso proveniente dall’apparato. Con l’auspicio che questo piccolo suggerimento torni utile a quanti ne sentivano l’esigenza, ricordo a tutti il mio recapito email: [email protected] Buoni Dx da I0YLI – Pietro Blasi Rke 7-8/2013 67