ECONOMIA ED ORGANIZZAZIONE AZIENDALE Dott. Alessandro Bacci [email protected] Ricevimento: Lunedi ore 13.30-15.00 su appuntamento 1 Testi consigliati: • Catturi (2003), L’azienda universale, Cedam, Padova (tutto escluso lez. 1-2-5-6-8-9-1728-29-30) • M. Magliacani, L’interpretazione delle dinamiche gestionali mediante l’analisi di bilancio di esercizio, Quaderni senesi di Economia Aziendale e di Ragioneria, Serie Didattica n°14 (Solo paragrafi 1, 2, 3). • Materiale presentato a lezione 2 Cosa è un azienda “Organismo che a somiglianza degli organismi naturali (uomo, animale e pianta) ha organi destinati a singole funzioni che, armonicamente coordinate e svolte, ne assicurano la sopravvivenza ed il perfezionamento” 3 L’azienda “Comunità di individui che si organizzano per creare valore da destinare al soddisfacimento dei bisogni umani” Da cui Se il Fine Aziendale è il soddisfacimento dei bisogni umani Allora L’Organizzazione Aziendale è uno strumento necessario alla realizzazione del fine aziendale 4 L’Organizzazione è: Il complesso delle modalità secondo le quali è effettuata la divisione del lavoro in compiti distinti e di conseguenza il coordinamento di tali compiti finalizzato al raggiungimento degli obiettivi prefissati Quindi si può affermare che qualsiasi attività umana organizzata fa nascere, immediatamente, due esigenze fondamentali: La divisione del lavoro in compiti Il coordinamento dei compiti 5 6 7 L’Organizzazione Aziendale può essere intesa Dal punto di vista Metodologico: come la parte dell’Economia Aziendale che studia la composizione più efficiente delle forze materiali, immateriali e personali che operano nell’azienda. Dal punto di vista Concreto: come l’insieme degli organi, uffici e servizi in cui si struttura l’azienda. Si può distinguere tra Organizzazione Tecnica e Organizzazione Umana 8 L’Organizzazione Tecnica Si focalizza sugli elementi fisici connessi all’attività aziendale e si concretizza in: organizzazione degli impianti, dei macchinari, delle attrezzature, della produzione, della distribuzione, del magazzino, dei processi logistici, ecc. L’Organizzazione Umana Si focalizza sui rapporti che si vengono a creare tra gli individui facenti parte di un determinato contesto aziendale e si concretizza nel sistema di comunicazione e di circolazione delle informazioni. 9 Compito dell’Organizzazione è: Identificare i comportamenti per raggiungere gli obiettivi Suddividere i compiti, le funzioni, le responsabilità, con l’attribuzione delle autorità tra le persone che operano nell’azienda Istituire i collegamenti tra le persone e i gruppi di persone, costituenti gli organi aziendali in relazione alle loro funzioni Stabilire i sistemi di comunicazione tra i veri organi per quanto riguarda gli ordini e le informazioni Dimensione Interna Adeguare le strutture ai cambiamenti che intervengono nell’ambiente in cui l’azienda opera Dimensione esterna 10 L’Assetto Organizzativo Le decisioni organizzative dell’assetto organizzativo. portano alla configurazione L’Assetto Organizzativo è dato dalla combinazione de: Struttura Organizzativa Meccanismi Operativi 11 L’Assetto Organizzativo Struttura Organizzativa Carattere Statico Assetto Organizzativo Carattere Dinamico Meccanismi Operativi 12 La Struttura Organizzativa La Struttura Organizzativa di un’azienda può essere definita come la configurazione unitaria e coordinata degli organi aziendali e degli insiemi dei compiti e responsabilità loro assegnate. È possibile distinguere tra: Macrostruttura e Microstruttura 13 La Macrostruttura e la Microstruttura • La Macrostruttura – attiene all’assetto dell’azienda nel suo insieme e definisce: gli elementi quali le Unità Organizzative e le funzioni, intesi come mandati con ampia discrezionalità e conseguente responsabilità attribuite alle UO. • La Microstruttura - attiene all’organizzazione delle singole posizioni di lavoro ed analizza: le mansioni mandati interni alle funzioni, privi di alcuna discrezionalità nell’azione i compiti mandati con discrezionalità ancora più ristretta. 14 Si può affermare che: La scomposizione degli obiettivi generali in obiettivi particolari (macro-organizzazione) che si traducono in compiti e mansioni per i singoli operatori e/o gruppi di Operatori (micro-organizzazione) Ha come risultato La Struttura Organizzativa 15 Obiettivo Generale Ob. Particolare Compiti Mansioni Compiti Mansioni Ob. Particolare Compiti Mansioni Compiti Mansioni Ob. Particolare Macro-organizzativo Compiti Mansioni Micro-organizzativo Compiti Mansioni 16 I Meccanismi Operativi I Meccanismi Operativi sono l’insieme dei processi che fanno funzionare “operativamente” l’organizzazione, inducendo adeguati stimoli al comportamento. I Meccanismi Operativi, quindi, attengono sia all’adattamento operativo della struttura alle esigenze dinamiche dei processi di produzione e consumo, sia al collegamento fra i ruoli organizzativi e le persone che li occupano. 17 Struttura Organizzativa Operativi Elemento Statico La Struttura Meccanismi Elemento Dinamico I Meccanismi Operativi L’Organizzazione L’Organizzazione viene rappresentata nel suo aspetto statico attraverso la Struttura, nel suo aspetto dinamico attraverso i meccanismi operativi 18 Le Relazioni tra le variabili Struttura, meccanismi e sistema dei valori sono interconnessi tra loro, pertanto: La struttura organizzativa deve essere stabile, nel senso che deve essere sempre presente ma deve essere in grado di modificarsi per esigenze interne e esterne. Le variabili organizzative devono essere fra loro coerenti. Devono presentare adeguati livelli di congruenza con le finalità istituzionali dell’azienda e con l’ambiente di riferimento. Non è possibile identificare una combinazione tra le variabili valida in assoluto ma è necessario correlare le scelte alle finalità da raggiungere 19 L’Approccio Sistemico Afferma che non esiste un modello organizzativo unico, migliore in assoluto Il modello organizzativo, i meccanismi di controllo e coordinamento, vengono influenzati dai cambiamenti ambientali (interni e esterni) L’organizzazione, adattandosi ai cambiamenti ambientali, permette all’azienda di rispondere alle nuove esigenze e di raggiungere elevati livelli di efficienza L’azienda efficiente si adatta all’ambiente rispondendo con la propria organizzazione 20 Le 3 Dimensioni della Struttura Organizzativa Dimensione Verticale le modalità di sovra/subordinazione e quindi i vari livelli in cui si articola la struttura Dimensione Orizzontale le modalità di specializzazione della struttura organizzativa Dimensione Temporale grado di permanenza e continuità delle Unità Organizzative 21 I Principali Modelli di Strutture Organizzative: Struttura Struttura Struttura Struttura Struttura Gerarchica Funzionale Divisionale Reticolare a Matrice 22 La struttura Organizzativa Singola Posizione Azienda Macro-struttura Singola Posizione Micro-struttura 23 Ordinamento Gerarchico Principali caratteristiche: • Le linee di trasmissione di potere sono verticali • Tutte le posizioni che si trovano allo stesso livello gerarchico sono reciprocamente indipendenti • Le direttive vengono, quindi, trasmesse secondo una linea univoca che va dal vertice fino alla base aziendale • Per le proprie caratteristiche si riscontra solo in aziende di piccole dimensioni 24 Ordinamento Gerarchico Direzione Generale Direz. Dipartimenti Funzionali Unità Operative 25 Ordinamento Gerarchico Pro: • Rapidità nella trasmissione degli ordini e delle informazioni • Possibilità di mantenere in modo semplice la disciplina e di avere controllo ben definiti • Chiara ed univoca definizione dei compiti Contro: • Difficoltà di reperimento di capi con specifiche competenze in diversi settori, muniti di capacità vaste e ben integrate • Creazione di uomini “chiave” il cui venir meno potrebbe provocare difficoltà all’azienda 26 Ordinamento Funzionale (Taylor 1865-1915) Principali caratteristiche: • Scambi di informazioni non gerarchici • Ogni livello può ricevere ordini anche da più persone in relazione alle esigenze funzionali dell’azienda • Responsabilità del livello superiore prendere decisioni da attuare nel proprio ambito funzionale e seguirne l’applicazione • La responsabilità del livello inferiore è di realizzare le decisioni formulate dal livello superiore con cui ha un contatto funzionale piena responsabilità del proprio operato e dovere di informare il livello superiore del modo di realizzazione delle decisioni prese 27 Ordinamento Funzionale Direzione Generale Direz. Dipartimenti Funzionali Unità Operative 28 Ordinamento Funzionale (Taylor 1865-1915) I livelli organizzativi: • Direzione Generale amministra l’azienda come un sistema unitario, definisce decisioni strategiche, coordina le varie aree funzionali • Direzione dei dipartimenti funzionali specializzate nella gestione delle singole aree funzionali, definizione di obiettivi particolari • Unità Operative organi facenti capo ai singoli dipartimenti, traducono in pratica le decisioni assunte dai singoli responsabili di dipartimento (compiti esecutivi: stabilimenti, uffici di vario tipo…) 29 Ordinamento Funzionale Pro: • Circolazione delle informazioni più efficiente • Struttura meno rigida • Decisioni più rapide Contro: • Conflitti di competenza • Difficoltà nel mantenimento della disciplina • Ritardi dovuti al frazionamento del controllo 30 L’Ordinamento Divisionale Tipica di aziende che operano in più aree territoriali, con più stabilimenti di produzione e più linee di prodotto. Caratteri principali: Primo livello articolato per divisioni (linee di prodotto o aree geografiche differenti) Secondo livello in cui ogni divisione è organizzata per funzioni aziendali Del resto, ci sono funzioni aziendali comuni a più divisioni Ogni divisione ha una propria struttura operativa che: fa investimenti, realizza attività di ricerca, manutenzione, commercializza. 31 Ordinamento Divisionale Consiglio di Amministrazione Consiglio di Amministrazione Comitato per le politiche Divisione Prodotto “A” Direzione Generale Divisione Prodotto “B” Comitato per la Finanza Divisione Prodotto “C” 32 L’Ordinamento Divisionale I livelli organizzativi corrispondono ai seguenti organi: • Direzione Generale amministrazione complessiva di tutto il business aziendale, prendendo le decisioni strategiche e distribuendo le risorse tra le divisioni • Staff Centrali sono specializzati in una pluralità di funzioni: marketing, finanza, personale, ecc. e svolgono compiti di: assistenza alla direzione generale nella formulazione delle strategie e nel coordinamento controllo delle divisioni assistenza alle divisioni 33 L’Ordinamento Divisionale • Le Divisioni sono le unità caratteristiche di tale modello, i responsabili ricevono la delega di condurre ciascuna divisione come se fosse un’azienda, dotata di completa autonomia per quanto concerne l’approvvigionamento, la produzione, le vendite, ecc. • Dipartimenti funzionali di divisione specializzati nelle varie funzioni in cui può articolarsi la gestione della divisione di cui fanno parte. • Unità Operative sono stabilimenti, uffici, laboratori, presenti all’interno dei dipartimenti funzionali. 34 Ordinamento Divisionale Pro: • Favorisce il decentramento e la specializzazione Contro: • Duplicazione di uffici che svolgono le stesse funzioni nelle differenti divisioni • Ciscun responsabile può essere portato a privilegiare il proprio settore a danno della unitarietà dell’azienda 35 Ordinamento Reticolare o ad Anelli Caratteristiche: • Modello di ordinamento poco gerarchico, molto partecipativo e quindi basato su visioni condivise • Caratterizzato da processi decisionali di tipo consensuale • Orientato alla missione e caratterizzato da collegamenti orizzontali di collaborazione • Gli anelli, caratterizzano i gruppi multidisciplinari di cui si compone la struttura • I vari anelli fanno capo ad un anello di coordinamento eventualmente tramite degli anelli leader di grado intermedio. 36 Ordinamento Reticolare o ad Anelli 37 Ordinamento Reticolare o ad Anelli Caratteristiche: • Tipicamente adatto per realizzare uno stile manageriale avanzato e gratificante • Adatto per gestire quei processi manageriali che tagliano trasversalmente le diverse aree per vitalizzare le funzioni e liberare le creatività • Adatto al settore della ricerca delle grandi imprese o a quello della pubblicità o a organizzazioni operanti nel settore dell’informatica, della consulenza, ecc. 38 Ordinamento a Matrice • In tale modello convivono il criterio divisionale e quello funzionale. • È un modello che rende la struttura particolarmente elastica • Adatto ad aziende di costruzioni che realizzano contemporaneamente grossi progetti, attività di respiro internazionale e di tecnologia avanzata • Continua ripartizione del personale specializzato tra le fasi di esecuzione dei vari progetti • Fra i responsabili dei singoli progetti ed i responsabili delle singoli funzioni si realizzano riunioni collegiali al fine di coordinare ed eliminare possibili conflitti di competenza e di utilizzare al meglio le risorse distribuite • La distribuzione delle risorse varia nel tempo man mano che si raggiungono i diversi stadi di realizzazione dei progetti stessi 39 Ordinamento a Matrice Direzione Generale Ricerca e Sviluppo Progettazione Produzione Marketing Progetto 1 Progetto 2 Progetto 3 40 Verso una nuova concezione di organizzazione Passaggio da forme organizzative verticalizzate e gerarchicamente formalizzate a forme organizzative altamente flessibili, decentrate e deverticalizzate Sistema decisionale: dal Top down (decisioni imposte dall’alto) – al misto Top down Bottom up (dall’alto vengono fornite le linee guida che poi si perfezionano attraverso i contributi provenienti da chi si occupa degli aspetti operativi) 41 Definizione Obiettivi secondo una logica «Top down» Gli obiettivi sono definiti dal responsabile gerarchico superiore e attribuiti in maniera impositiva al responsabile gerarchico di livello inferiore senza nessuna contrattazione. Definizione Obiettivi secondo una logica «Bottom up» Gli obiettivi sono definiti dagli stessi soggetti che li devono conseguire. Non c’è nessuna influenza da parte del superiore gerarchico. Definizione degli obiettivi secondo una logica mista «Top down» – «Bottom up» Il superiore gerarchico definisce le linee guida (le linee strategiche da seguire). Il livello gerarchico inferiore definisce gli obiettivi sulla base della loro esperienza operativa. Gli obiettivi finali sono il risultato della 42 contrattazione fra i due. Vantaggi dell’utilizzo della logica mista «Top down» – «Bottom up» Gli obiettivi risultanti dalla contrattazione provengono contemporaneamente da: l’esperienza di chi ha una visione complessiva dell’unità operativa di riferimento e la conoscenza delle linee guida, a sua volta ricevute, dall’unità organizzativa di livello superiore; la conoscenza operativa (punti di forza e di debolezza dell’unità operativa) da parte di chi deve raggiungere gli obiettivi. La collaborazione di chi deve conseguire gli obiettivi facilita la condivisione e la diffusione delle strategie aziendali all’interno dell’azienda. 43 I Meccanismi Operativi Due classi: 1. Sistemi di Gestione degli Obiettivi e delle Informazioni: – – – 2. Sistema di Pianificazione strategica Sistema di Programmazione e Controllo Sistema Informativo Sistemi di Gestione del personale: – – – – – Sistema di ricerca, selezione, accoglimento del personale Sistemi di dimensionamento degli organici Sistemi di addestramento o formazione Sistema di carriera Sistema retributivo e connesso sistema di valutazione delle prestazioni 44 I Meccanismi Operativi Due classi: 1. Sistemi di Gestione degli Obiettivi e delle Informazioni: – Sistema di Pianificazione strategica – Sistema di Programmazione e Controllo – Sistema Informativo 45 Sistemi di pianificazione strategica Piano industriale: contenente obiettivi strategici sia di tipo qualitativo, quantitativo che economico finanziario. Contiene maggiore dettaglio del Bilancio di previsione (documento obbligatorio di previsione valido per l’esterno) in quanto contiene un maggiore dettaglio e oltre agli obiettivi tecnici ed economico finanziari contiene le strategie per la loro realizzazione. È un documento che viene utilizzato per l’interno. È di competenza dei vertici aziendali: Amministratore Delegato, Direttore Generale, Direttore Amministrativo Contiene obiettivi di medio lungo periodo e si riferisce a tutta l’azienda. 46 Sistemi di programmazione e controllo Strumenti e tecniche del Controllo di Gestione che hanno come finalità quella di indurre i responsabili aziendali al raggiungimento degli obiettivi di fondo dell’organizzazione. Alla base degli strumenti del controllo di gestione c’è il meccanismo di delega, ovvero il Decentramento del potere decisionale e della responsabilità a questo collegata. 47 Sistemi di programmazione e controllo Comprende: gli strumenti di pianificazione operativa (Sistema budgettario) mediante i quali vengono individuati gli obiettivi aziendali da attribuire ai singoli responsabili aziendali. Gli strumenti per il controllo dei risultati e la verifica degli scostamenti da quanto stabilito. Gli obiettivi sono riferiti all’azienda nel suo complesso e alle singole funzioni aziendali e sono contrattati secondo una logica top down bottom up con i singoli responsabili 48 Sistemi informativi Sono l’insieme degli strumenti che consentono la circolazione delle informazioni ai diversi livelli organizzativi. Tutti devono poter disporre delle informazioni necessarie. Non tutti hanno bisogno delle stesse informazioni. Tali sistemi devono garantire che le informazioni circolino nella modalità definita e che le grandezze determinanti siano definite con criteri omogenei. 49 I sistemi di gestione e controllo Devono garantire la presenza di un processo di pianificazione e controllo unitario conosciuto e condiviso da tutti i soggetti coinvolti che assicuri contemporaneamente: La coerenza della programmazione con la pianificazione strategica (la programmazione deve essere funzionale al raggiungimento degli obiettivi strategici) La diffusione degli obiettivi strategici all’interno dell’organizzazione e la traduzione di questi in obiettivi operativi Il controllo attraverso l’analisi dello scostamento tra preventivo e consuntivo degli obiettivi raggiunti L’effettivo utilizzo da parte dei soggetti interessati delle informazioni derivanti dal sistema. 50 I sistemi di gestione e controllo La pianificazione e il controllo non devono essere visti esclusivamente come strumenti per la determinazione della retribuzione nella parte variabile, ma come vera guida per la gestione. La pianificazione e il controllo non devono essere visti come strumenti per il controllo ispettivo delle attività ma come strumenti per la guida della gestione. Il controllo deve fornire informazioni utili per mettere in atto azioni correttive. A tale scopo deve essere tempestivo, deve, cioè, prevedere controlli intermedi. Il controllo deve inoltre fornire informazioni per orientare la pianificazione futura (strategica e operativa). 51 Programmazione e controllo di gestione Obiettivi aziendali a breve e lungo termine Sviluppo strategia a lungo termine e piani a breve termine Feedback Pianificazione (ex-ante) Redazione del budget aziendale Misurazione ed analisi delle performance Riformulazione degli obiettivi, della strategia e dei piani Controllo (ex-post) 52 Comportamenti distorsivi Dal momento che i risultati evidenziati dal processo di pianificazione e controllo costituiscono la base per la valutazione dei risultati conseguiti dai singoli individui e di conseguenza per la determinazione della parte di retribuzione variabile possono far sorgere comportamenti distorsivi da parte dei soggetti interessati: Strategie orientate solo al breve termine (a vantaggio del singolo ma non dell’intera organizzazione) Manipolazione dei risultati Eccessiva competitività, non soggetti collaborazione con altri 53 Al fine di evitare Comportamenti distorsivi Gli obiettivi devono essere: chiari, misurabili, condivisi dai soggetti interessati. Gli obiettivi vengono decisi ai diversi livelli organizzativi secondo la logica TOP DOWN - BOTTOM UP. Le linee guida di un determinato livello organizzativo si traducono in obiettivi per quello sottostante. Devono esserci validi strumenti di controllo (tempestivi e affidabili) 54 I Meccanismi Operativi 2. Sistemi di Gestione del personale: – Sistema di ricerca, selezione, accoglimento del personale – Sistemi di dimensionamento degli organici – Sistemi di addestramento o formazione – Sistema di carriera – Sistema retributivo e connesso sistema di valutazione delle prestazioni 55 La Gestione del personale assume un ruolo determinante nell’efficacia dei sistemi di gestione degli obiettivi e delle informazioni. Errori in tal senso possono pregiudicare l’efficacia dell’intero sistema. Il personale deve essere correttamente selezionato, formato e informato. Deve essere diffusa la condivisione dello strumento e la finalità dello stesso, in modo che esso possa diventare un vero e proprio strumento di gestione. Il personale deve vedere nel superiore un soggetto titolare di autorità, autorevolezza e stima. Il superiore deve essere in grado di evitare ed eventualmente gestire gli eventuali conflitti che possono sorgere tra i membri del team di lavoro. 56 Ci deve inoltre essere un chiaro collegamento tra: Obiettivi Azioni Posizione organizzativa Responsabile Sistema di valutazione In sintesi Deve esserci coerenza fra: Pianificazione strategica: obiettivi strategici (riferiti all’intera azienda – definiti dai vertici); Controllo di gestione (Programmazione e controllo): obiettivi operativi (assegnati ai singoli responsabili. 57 Deve esserci coerenza fra: Obiettivi assegnati alle singole funzioni aziendali Capacità operativa delle singole funzioni aziendali (risorse finanziarie e umane) Funzioni e Responsabilità assegnate al responsabile delle singole funzioni aziendali Deve esserci coerenza fra: Criteri di valutazione dei risultati Sistemi di retribuzione variabile Mentre le singole unità operative devono essere valutate nel loro complesso sia considerando gli aspetti dalle stesse controllabili che quelle che sfuggono dal loro controllo; il singolo soggetto deve essere valutato ai fini delle retribuzione variabili soltanto 58 relativamente a quello che può effettivamente controllare. In sintesi L’Assetto Organizzativo può considerarsi come: Le risultante di un processo, azioni ed interventi, orientato ad individuare un equilibrio tra le variabili organizzative, al fine di definire un valido ed adeguato funzionamento dell’azienda. 59