Coralli e clima WWF Svizzera www.wwf.ch/scuola [email protected] Unità didattica La barriera corallina Tema Coralli e clima © Frédéric Monnot / WWF-Canon Livello Secondo ciclo delle scuole elementari e primo ciclo delle scuole medie Materiale Informazioni per il docente e fasi della lezione Foglio di lavoro A Fogli informativi Lavoro preparatorio Spiegare il fenomeno dell’effetto serra Svolgimento Lavoro individuale Lavoro di gruppo Lavoro di classe Durata 2 lezioni da 45 minuti Obiettivi: Luogo In classe Gli allievi… … scelgono degli animali interessanti che vivono nella barriera corallina e motivano la loro scelta scrivendo alcune frasi. … conoscono il significato della barriera corallina nell’ambito dello spazio vitale dell’oceano. … riconoscono la molteplicità delle specie nella barriera corallina. … conoscono l’importanza e le minacce della barriera corallina. … sanno elencare diverse forme di simbiosi presenti nella barriera corallina. Nozioni preliminari: La classe… … conosce il fenomeno dell’effetto serra. © WWF Svizzera, 30.10.2009 1/8 Coralli e clima WWF Svizzera www.wwf.ch/scuola [email protected] Informazioni per il docente Fasi della lezione L’importanza e le minacce della barriera corallina Lavoro individuale: lettura di un testo (foglio di lavoro A) sull’importanza della barriera corallina per i mari e per le persone e sulle loro minacce. Per approfondire viene svolta una discussione in classe. In aggiunta si può fare riferimento alla simbiosi tra i coralli e le alghe. Gli abitanti della barriera corallina Lavoro di coppia: sulla base dei fogli informativi (vedi fogli seguenti) e attraverso una ricerca sugli abitanti della barriera corallina, gli allievi acquisiscono conoscenze in merito a differenti animali della barriera corallina. Ogni coppia dovrà presentare alla classe l’animale scelto. Mettere in pratica/approfondire Convivere nella barriera corallina I differenti abitanti della barriera corallina vengono affissi alla lavagna. Dopo di che gli animali che dipendono tra di loro vengono collegati con dei pezzi di corda (mangiare ed essere mangiati, simbiosi). © WWF Svizzera, 30.10.2009 Informazioni sulle barriere coralline: www.pandaclub.ch www.animalieanim ali.it www.wwf.ch 2/8 Coralli e clima WWF Svizzera www.wwf.ch/scuola [email protected] La barriera corallina Foglio di lavoro A – Lavoro Individuale Scheda per gli allievi Dove si trovano i coralli? Esistono coralli dei mari caldi che possiamo trovare soprattutto attorno all’equatore in acque calde e limpide fino a una profondità di 100 metri. Ci sono però anche coralli dei mari freddi, creatori di barriere coralline. Questi coralli possono trovarsi ad una profondità che va dai 200 fino ai 2000 metri, soprattutto alle latitudini sud e nord. I coralli dei mari freddi non sono così ricchi di specie come i loro parenti tropicali. Cosa sono i coralli? Sembrano delle piante, ma sono animali. Un ramo di corallo è composto da innumerevoli polipi. Questi ultimi sono minuscoli celenterati costituiti da uno stomaco e da sei a otto braccia attorno alla bocca. Queste braccia si chiamano “tentacoli”. I coralli dei mari caldi dipendono da piccole alghe (zooxantelle). Ciò significa che vivono in simbiosi. Le alghe si posizionano sull’epidermide dei coralli esposta alla luce e svolgono la fotosintesi. Le alghe forniscono ai coralli fino al 95% dell’energia di cui necessitano. Siccome la struttura dello scheletro di calcare necessita di molta energia, i coralli hanno bisogno della collaborazione delle alghe. In cambio, da parte dei coralli, l’alga riceve una piacevole casa. Come si forma una barriera corallina? Quando un polipo muore, rimane il suo scheletro duro. Da questo scheletro crescono nuovi polipi. In questo modo, nell’arco di migliaia di anni si crea una grande barriera grazie alla simbiosi tra coralli e zooxantelle. Chi vive nella barriera corallina? Le barriere offrono uno spazio vitale a numerosi organismi. Si parla di un habitat per 1 – 9 milioni di specie. Questo rende la barriera corallina molto preziosa. Molte specie di pesci diverse si riproducono nella barriera. Per la continuità di queste specie la barriera è dunque di importanza vitale. © WWF Svizzera, 30.10.2009 3/8 Coralli e clima WWF Svizzera www.wwf.ch/scuola [email protected] Le minacce dei coralli Il riscaldamento climatico causa lo sbiadimento dei coralli La temperatura dell’acqua dei mari aumenta a causa dell’effetto serra, ma anche del fenomeno climatico El Niño. Un’altra minaccia per i coralli è l’acidità degli oceani. La concentrazione di anidride carbonica dell’atmosfera influisce sull’acidità dei mari. Maggiore è l’anidride carbonica nell’atmosfera, maggiore è dunque il tenore di anidride carbonica dell’acqua marina. Di conseguenza in un ambiente acido lo scheletro dei coralli, composto da calcare, si rovina. Se l’acqua marina si scalda anche solo di poco, il corallo scaccia l’alga (zooxantelle) e così diventa pallido e muore, perché senza alghe ha troppo poco nutrimento e conseguentemente troppa poca energia. Quello che ne rimane è dunque solo il bianco scheletro morto. Pesca Le barriere coralline vengono rovinate anche a causa della pesca che utilizza gli esplosivi. L’onda di compressione sott’acqua distrugge i rami dei coralli e dunque l’intero spazio vitale. Sono necessari molti decenni finché una barriera corallina si ricrea, ammesso che si ricrei. Un’ulteriore problematica è la pesca a base di veleno: i pescatori utilizzano cianuro o un insetticida per stordire i pesci. Il veleno disturba lo svolgimento della fotosintesi dei coralli, causandone uno sbiadimento. Anche le grandi barche da pesca con le loro reti da strascico possono rovinare i coralli. Se una rete si incastra in una barriera, strappa rami di corallo per grandi distanze; in pochi minuti viene distrutto lo spazio vitale dei pesci, che ha impiegato migliaia di anni per formarsi. © WWF Svizzera, 30.10.2009 - Le barriere coralline offrono uno spazio vitale a più del 25% delle specie di pesci conosciute - Le barriere coralline coprono meno dell’1% degli spazi vitali marini - Le barriere coralline proteggono le coste dall’erosione dovuta alle tempeste tropicali e dalle maree sizigiali (Terra, Luna e Sole sono allineati) - Le barriere coralline si trovano nelle regioni di grande povertà e di forte crescita demografica e dunque sono esposte a forte sfruttamento 4/8 Coralli e clima WWF Svizzera www.wwf.ch/scuola [email protected] Sclerattinia Foglio informativo – Scheda per gli allievi – Lavoro di coppia Caratteristiche Le sclerattinie creano uno scheletro calcareo e sono in grado di creare un’intera barriera corallina. Solitamente si tratta di colonie di numerose migliaia di singoli polipi. Ogni polipo costituisce un singolo animale. Questi coralli sono celenterati, come le meduse. Nella maggior parte dei coralli, i polipi sono collegati da un tessuto che ricopre tutto lo scheletro del corallo. Questo tessuto comprende anche le alghe. Distribuzione geografica e riproduzione Le sclerattinie si trovano prevalentemente nelle acque costiere tropicali basse e luminose. L’acqua torbida ostacola la loro crescita, siccome viene a mancare la luce per la fotosintesi. Necessitano di una temperatura dell’acqua da 20° a 29° Celsius. Biologia I coralli entrano in simbiosi con un’alga (zooxantelle). L’alga fornisce al corallo i carboidrati che ha ottenuto tramite la fotosintesi; in cambio il corallo offre all’alga uno spazio vitale sicuro. Questi coralli non avrebbero bisogno di cibarsi, ma si riforniscono di sostanze nutritive dalla loro simbiosi con l’alga. In questo modo negli acquari possono sopravvivere senza cibo per anni. In natura, invece, di notte catturano piccoli organismi di plancton con i loro tentacoli abitati da nematocisti. Durante il giorno i polipi si contraggono e dunque non sono visibili. Le sclerattinie vengono mangiate da pesci come il pesce pappagallo, il pesce farfalla o il pesce lima. Il pesce pappagallo divora grandi parti del corallo, addirittura la parte calcarea, mentre gli altri pesci estraggono i singoli polipi. Le lumache, le stelle marine e i ricci di mare fanno parte anch’essi dei nemici delle sclerattinie. I vermi marini perforano i coralli, rendendone instabili i rami. Di notte questi coralli crescono tra 1,5 e 35 centesimi di millimetro all’ora a causa dell’eliminazione di calcare. © WWF Svizzera, 30.10.2009 Roger Leguen/WWF Canon 5/8 Coralli e clima WWF Svizzera www.wwf.ch/scuola [email protected] Tartaruga marina Foglio informativo – Scheda per gli allievi – Lavoro di coppia Caratteristiche Le tartarughe marine possono arrivare fino a 2 metri di grandezza e pesare oltre 500 chilogrammi. Hanno un guscio a forma di corazza e zampe forti a forma di pinna. Distribuzione geografica e riproduzione Esistono tartarughe marine nei mari più caldi. Possono percorrere diverse migliaia di chilometri e immergersi fino a una profondità di 1500 metri. Le tartarughe marine sono in pericolo di estinzione. I loro gusci vengono usati per il materiale, mentre la carne e le uova vengono mangiate. Biologia Le tartarughe marine depongono le uova circa ogni due anni. Solitamente la femmina depone le sue uova con l’alta marea sulle spiagge, dove anch’essa è venuta al mondo. Si presume che si orienti in base agli odori e al sale nel mare. Riescono a percepire anche i campi magnetici. Le femmine strisciano fino al livello massimo dell’acqua e poi scavano una conca. Con le loro pinne posteriori costruiscono una buca e depongono 50 - 150 uova avvolte da un guscio di pelle. Dopo di che ricoprono la buca di sabbia e ritornano in mare. Il sole cova le uova. Con una temperatura superiore a 29.9° nascono femmine, con una temperatura inferiore nascono maschi. Roger Leguen/WWF Canon Dopo 6 - 8 settimane nascono i piccoli, che strisciano verso il mare. Solitamente nascono nell’oscurità, in modo da essere protetti meglio dai predatori. I piccoli di tartaruga marina si orientano in base alla luminosità. La spiaggia e il mare aperto sono più chiari della vegetazione che li circonda. I piccoli nuotano determinati verso il mare aperto. Le tartarughe marine mangiano alghe, erba marina, meduse, spugne, coralli molli, granchi, seppie e pesci. Spesso sono accompagnate da pesci remora, sul loro guscio crescono cirripedi, mentre dei granchiolini, chiamati Planes minutus, popolano le cavità tra la coda e le zampe delle tartarughe Caretta. Questi granchi mangiano lo strato biologico dal guscio delle tartarughe, riducendo così la resistenza dell’acqua. © WWF Svizzera, 30.10.2009 6/8 Coralli e clima WWF Svizzera www.wwf.ch/scuola [email protected] Stella marina Foglio informativo – Scheda per gli allievi – Lavoro di coppia Caratteristiche Il corpo è a forma di stella e solitamente è costituita da cinque braccia o un suo multiplo. Esistono anche alcune stelle marine con 6 o 7 braccia. Sulla parte inferiore delle braccia ci sono tanti piedini che la stella ha bisogno per muoversi. Sulla parte inferiore del centro del corpo si trova l’apertura della bocca. La stella marina è in grado di rovesciare il suo stomaco, così facendo la digestione ha luogo all’esterno del corpo. Distribuzione geografica e riproduzione La stella marina è presente in tutte le barriere coralline e anche sulla sabbia e sui detriti. Possono essere attive sia di giorno sia di notte. Biologia Le stelle marine sono onnivore e vivono da predatrici. Mangiano spugne, briozoi, ascidie e molluschi. Altre consumano residui. Alcune sono specializzate in animali ben precisi (per esempio la stella corona di spine si nutre di polipo corallino). Jürgen Freund/WWF Canon Le stelle marine hanno una mandibola dura. Digeriscono il cibo al di fuori del loro corpo, rovesciando lo stomaco sulla loro preda. Succhi digestivi elaborati decompongono il tessuto della vittima. La massa digerita viene poi risucchiata nel corpo insieme allo stomaco. Le stelle marine hanno un’incredibile capacità di rigenerazione. Da un piccolo frammento, come per esempio un braccio, può ricrearsi un animale completamente nuovo. Alcune specie si riproducono “bloccando” un braccio, dal quale, in seguito, cresce una nuova stella. In altre specie il corpo si divide in due e queste due parti rigenerano poi gli arti mancanti. I nemici delle stelle marine sono le lumache, i gamberetti e i granchi. © WWF Svizzera, 30.10.2009 7/8 Coralli e clima WWF Svizzera www.wwf.ch/scuola [email protected] Pesce pagliaccio Foglio informativo – Scheda per gli allievi – Lavoro di coppia Caratteristiche Pesci gialli, rossi, arancioni o neri con una fino a tre strisce bianche trasversali. Distribuzione geografica e riproduzione Il pesce pagliaccio è presente nell’Oceano Indiano e nel Pacifico fino a una profondità di 15 metri. Ha bisogno di acqua calda e un anemone con cui vivere in simbiosi. Biologia I pesci pagliaccio vivono in stretta simbiosi con gli anemoni di mare. Singole specie si sono specializzate in specie di anemoni di mare ben precise ed entrano in simbiosi solo con queste. Grazie agli anemoni di mare il pesce pagliaccio è protetto dai nemici. Siccome non è un bravo nuotatore è sempre in svantaggio nei confronti dei suoi nemici. L’ipotesi che il pesce pagliaccio nutra il suo compagno di simbiosi non è mai stata confermata. Tuttavia se i pesci pagliaccio vengono tolti dai loro anemoni, questi vengono mangiati dai pesci farfalla o dai pesci lima. I pesci pagliaccio nascono maschi. L’animale più grande in un anemone è la femmina dominante. Se questa muore, nell’arco di una settimana il maschio più forte si trasforma in femmina. Il maschio ha cura della nidiata. Cat HollowayWWF Canon Roger LeguenWWF Canon I pesci pagliaccio si nutrono di alghe e di minuscoli organismi animali (zooplancton). © WWF Svizzera, 30.10.2009 8/8