Fisiopatologia trauma cranico grave

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Riccardo Francesconi 1973
TRAUMA CRANICO GRAVE
Fisiopatologia
Corso di aggiornamento 2007
Rianimazione – Terapia Intensiva
Presidio Ospedaliero Cremonese
Riccardo Francesconi
CENNI DI ANATOMIA E
FISIOLOGIA
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Volume = 1. 5 L
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80 % = cervello
10 % = L. C. F.
10% = sangue
0. 35 ml/ m’
80 % plessi corioidei
20 % interstizio cerebrale
Metabolismo
cerebrale
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Il proencefalo è formato da telencefalo e diencefalo
Riccardo Francesconi
Il proencefalo: è costituito da
telencefalo (avvolge i ventricoli
laterali) e diencefalo ( avvolge il terzo
ventricolo )
Il telencefalo: comprende la
corteccia cerebrale, il sistema limbico
e i gangli della base
La corteccia cerebrale: è
suddivisa nei lobi frontali
(movimento, piani d’azione e
recupero di tracce mnestiche deboli)
come anche nei lobi parietale,
temporale e occipitale ( percezione e
memoria )
Il sistema limbico:
comprende la corteccia limbica,
l’ippocampo e l’amigdala (emozione,
motivazione e apprendimento )
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Il diencefalo e’ formato da
talamo e ipotalamo
Riccardo Francesconi
Il diencefalo: comprende il talamo e
l’ipotalamo
Il talamo: distribuisce e regola la
maggior parte del flusso
d’informazione da e alla corteccia. E’
diviso da parecchi nuclei. I nuclei
sensoriali proiettano in corteccia
segnali sensoriali dalla periferia, i
nuclei motori segnali motori
provenienti da cervelletto, gangli della
base e aree cerebrali motorie. Altri
nuclei (reticolari) proiettano
diffusamente a tutta la corteccia e
sono implicati nei ritmi sonno-veglia e
nella vigilanza.
L’ipotalamo: regola il sistema
nervoso autonomo e diverse funzioni
vegetative. Controlla il sistema
endocrino mediante la regolazione
dell’ipofisi e modula i comportamenti
istintuali specie-specifici
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ADH
Ormoni Neuroipofisi
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Ossitocina
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I gangli della base ( telencefalo )
svolgono funzioni cognitivo-motorie in
cooperazione con la corteccia frontale
I gangli della base:
sono strutture sottocorticali. Si
distinguono il nucleo caudato, il
globo pallido e il putamen
Funzione: in stretta
cooperazione con regioni
frontali corticali sono
responsabili della fluidità del
movimento e della transizione
tra diversi piani motori
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Il mesencefalo è formato da
tetto e tegmento
Riccardo Francesconi
Il mesencefalo: avvolge
l’acquedotto cerebrale ed
è composto da tetto (parte
dorsale) e tegmento
(parte ventrale)
Tetto: comprende i
collicoli superiori e
inferiori. I collicoli
superiori svolgono
funzioni di integrazione
visuo-motoria per attività
automatiche. I collicoli
inferiori svolgono simili
funzioni di integrazione
audio-motoria. Tali
funzioni includono il
controllo dei riflessi
audio-visivi e reazioni
automatiche agli stimoli
in movimento
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Il tegmento: è costituito da formazione
reticolare, sostanza grigia periacqueduttale,
nucleo rosso e sostanza nera
formazione reticolare: estesa rete di
tessuto neurale localizzato nelle regioni
centrali del tronco dell’encefalo, dal bulbo
al diencefalo. E’ implicata nel ritmo sonnoveglia, negli stati della veglia, nel
movimento
La sostanza grigia periacqueduttale: la
regione del mesencefalo che circonda
l’acquedotto cerebrale. Contiene i circuiti
neurali coinvolti nei comportamenti speciespecifici e in fenomeni di anestesia
endogena.
Nucleo rosso: è un grande nucleo del
mesencefalo. Riceve afferenze dal
cervelletto e della corteccia motoria
(movimento). Invia fibre nervose ai
motoneuroni del midollo spinale
Sostanza nera: regione nerastra che
contiene neuroni connessi con i gangli della
base (caudato e putamen)
Strutture e funzioni
del tegmento
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Il romboencefalo è formato da
cervelletto, ponte e bulbo
Riccardo Francesconi
Il
romboencefalo: avvolge il
quarto ventricolo.e comprende
cervelletto, ponte, e bulbo
Il cervelletto: contiene due
emisferi cerebellari coperti dalla
corteccia cerebellare. Si
riconoscono i lobi anteriore,
posteriore , il lobo
flocculonodulare e il verme
Nuclei profondi: sono
localizzati all’interno degli
emisferi cerebellari. Ricevono
fibre dalla corteccia cerebellare e
inviano fibre al ponte. gioca un
ruolo importante nell’integrazione
e nella coordinazione dei
movimenti. Elabora aspetti
temporali dell’azione e del feedback ambientale
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Struttura e funzioni di ponte e bulbo
Riccardo Francesconi
Il
ponte: è rostrale al bulbo,
caudale al mesencefalo e ventrale al
cervelletto. Contiene numerosi nuclei
della formazione reticolare e vie per e
dal cervelletto. Invia anche fibre alla
corteccia cerebrale
Funzioni
del ponte:
sonno, regolazione del livello globale di
attivazione cerebrale
Il bulbo:
è la porzione più
caudale del cervello, che confina
con il midollo spinale. Contiene
numerosi nuclei della formazione
reticolare
Funzioni
del bulbo:
sonno, regolazione di
respirazione, frequenza cardiaca
e pressione sanguigna
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Il SNP: i nervi cranici
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Nervi cranici: 12
paia di nervi sono connessi alla
superficie ventrale del cervello.
La maggior parte di essi svolge
funzioni sensoriali e motorie
per la regione della testa e del
collo. Uno di essi (n. vago)
regola le funzioni degli organi
della cavità toracica e
addominale
Informazioni
sensoriali: i nervi cranici
ricevono Informazioni
somatosensoriali dalla testa e
dal collo, informazioni gustative
dalla lingua, informazioni
uditive e vestibolari (relative
all’equilibrio) dalle orecchie,
informazioni visive dagli occhi e
informazioni olfattive dal naso
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Il midollo spinale
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Colonna vertebrale:
protegge il
midollo spinale. E’ composta da 24 singole
vertebre poste nella regione cervicale (collo),
toracica, lombare (fondoschiena) e sacrale
coccigea
La parte esterna del midollo
spinale: consiste di sostanza bianca, vale
a dire le fibre assonali ricoperte di mielina
che trasportano l’informazione verso l’alto
(parti caudali del midollo o al cervello) o
verso il basso
La porzione centrale del
midollo spinale: consiste di sostanza
grigia, vale a dire i corpi cellulari dei
neuroni spinali
Le meningi: sostanza bianca e
sostanza grigia sono avvolte dalle meningi,
analogamente a quanto accade nel cervello
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Il sistema nervoso periferico
( SNP ): i nervi spinali
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Nervi spinali e cranici:
permettono la comunicazione
in ingresso (informazione
afferente-sensitiva) e in
uscita (informazione
efferente-effettrice) tra
cervello/midollo spinale e il
resto del corpo (muscoli,
sensori, ghiandole)
Nervi spinali:
spediscono fibre sensitive nel
sistema nervoso centrale e
fibre motorie fuori da esso. I
nervi spinali sono formati
dall’unione delle radici
dorsali del midollo spinale,
che contengono i corpi
cellulari degli assoni entranti
(afferenze sensoriali), con le
radici ventrali, che
contengono gli assoni uscenti
(efferenze motorie)
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Generalità sul sistema nervoso
autonomo
Il sistema nervoso
autonomo è un sistema efferente che
regola, fuori dal controllo della volontà, il
funzionamento di muscoli cardiaci e lisci
( vasi sanguinei, peli, occhi, cuore, bronchi,
s. digerente, vescica, genitali, etc.) come
anche di ghiandole endocrine (midollare
surrenale) ed esocrine (salivari, lacrimali e
sudoripare)
Variabili regolate: esso regola
le variazioni termiche, cardiovascolari,
bronchiali, metaboliche ed endocrine che
accompagnano gli stati emozionali ( ansia,
paura, rabbia, stupore, amore ed eccitazione
sessuale, etc.) e adattano l’organismo ai
contesti di esplorazione, interazione sociale,
concentrazione, sforzo fisico, dolore,
freddo/caldo, attacco, difesa, fuga, riposo,
riproduzione etc.
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Chi comanda il sistema nervoso autonomo?
I centri autonomici superiori
Regolatori del sistema
nervoso autonomo: il sistema
nervoso autonomo agisce sia in via
“riflessa” dopo stimoli adeguati ( es.
costrizione della pupilla alla luce )
sia su comandi di centri integratori
troncoencefalici, ipotalamici, limbici
e neocorticali che sono responsabili
del comportamento finalizzato e
della regolazione della temperatura,
della sete, della fame, della
minzione, del respiro, delle funzioni
cardiorespiratorie e della
riproduzione
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Il sistema nervoso autonomo è formato dal s.
simpatico, dal s. parasimpatico e dal s. mesenterico
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Simpatico e
parasimpatico: si
compone di una divisione simpatica
e una divisione parasimpatica che
hanno effetti tipicamente
contrapposti sugli organi innervati.
Si compone, inoltre, di un sistema
mesenterico per la regolazione dei
muscoli lisci del tubo digerente
Fibre gangliari: le
divisioni simpatica e parasimpatica
sono formate da due fibre effettrici
in serie, una fibra pre-gangliare
colinergica nel sistema nervoso
centrale (midollo, troncoencefalo) e
una fibra post-gangliare colinergica
o noradrenergica nel sistema
nervoso periferico
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Origine e bersagli del sistema
nervoso autonomo
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Le fibre simpatiche: le fibre
pre-gangliari colinergiche originano nel
midollo toracico e lombare e si connettono a
fibre post-gangliari colinergiche ( solo
ghiandole sudoripare e muscoli lisci dei vasi
dei muscoli scheletrici ) o noradrenergiche,
localizzate nei gangli paravertebrali o nei
plessi celiaco e mesenterico. La midollare
surrenale è un ganglio simpatico
specializzato che riversa nel circolo
adrenalina ( 80%) e noradrenalina con
effetti generalizzati
Le fibre parasimpatiche:
le fibre pre-gangliari colinergiche originano
nei nuclei dei nervi cranici troncoencefalici
( III oculomotore, VII facciale, IX
glossofaringeo, X vago ) o nel midollo
sacrale e si connettono a fibre post-gangliari
colinergiche localizzate in gangli vicini o
dentro l’organo innervato
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Azione del sistema neurovegetativo - Schematizzazione
Organi
Simpatico
Parasimpatico
Cuore
eccita, aumenta il
polso
paralizza,
diminuisce il polso
Pressione sanguigna
ipertensione
ipotensione
Vasi
costrizione (non sui
vasi del cuore)
dilatazione
4)
Bronchi
dilatazione
costrizione
5)
Esofago
rilassamento
costrizione
6)
Peristalsi gastrica e intestinale
inibizione
eccitamento
7)
Attività secretiva gastrica
diminuzione
aumento
8)
Vescica1
ritenzione urina
emissione urina
Genitali
vasocostrizione
vasodilatazione
(erezione)
Pupille
dilatazione,
midriasi
restringimento,
miosi
11)
Rima palpebrale
dilatazione
restringimento
12)
Gh. salivari
scarsa e densa
abbondante e fluida
Gh. sudoripare
scarsa e densa,
sudore freddo
abbondante e fluida
Fattori Eccitanti
adrenalina, efedrina
colina,
istamina,
muscarina,
pilocarpina
Fattori Paralizzanti
ergotossina,
ergotamina
atropina
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1)
2)
3)
9)
10)
13)
14)
15)
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Coordinamento del simpatico e del
parasimpatico
Funzioni del simpatico: induce l’ammiccamento e l’allargamento della pupilla, l’incremento
della frequenza cardiaca e della pressione sanguinea, la broncodilatazione, il riempimento della vescica,
l’eiaculazione, il blocco della digestione e la mobilitazione di riserve energetiche in situazioni
stressanti/emozionanti di interazione sociale, concentrazione, sforzo fisico, freddo, dolore, attacco, difesa,
fuga e riproduzione
Funzioni del parasimpatico (opposte a quelle simpatiche): induce la costrizione
della pupilla, la riduzione della frequenza cardiaca e della pressione sanguinea, la broncocostrizione, lo
svuotamento della vescica, l’erezione, lo svolgimento della digestione e il deposito di riserve energetiche
in situazioni di riposo, recupero e riproduzione
Un esempio di coordinamento: il riempimento della vescica si basa sul rilasciamento del
rivestimento muscolare e sulla contrazione dello sfintere interno (simpatico), mentre lo svuotamento
della vescica si basa sulla contrazione del rivestimento muscolare e sul rilascio dello sfintere interno
(parasimpatico) ed esterno (volontà su muscolo scheletrico)
Eccezione al coordinamento: vi è un’esclusiva innervazione simpatica per ghiandole
sudoripare, muscolatura liscia dei vasi sanguinei, muscoli piloerettori, cellule epatiche (mobilizzazione di
glucosio: gluconeogenesi e gliconeogenesi), cellule adipose (mobilizzazione di grassi: lipolisi) e renali
(secrezione di renina per il riassorbimento di acqua e sodio)
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La trasmissione colinergica
Riccardo Francesconi
I recettori colinergici muscarinici:
attivano tramite la proteina G l’enzima fosfolipasi C,
producendo secondi messaggeri (IP3 e DIAG) che mediano gli effetti fisiologici. Alternativamente, la proteina G attiva
direttamente canali ionici di membrana (effetto iperpolarizzante dell’apertura del canale K+ sulle cellule del nodo
senoatriale del cuore). Gli effetti dei recettori muscarinici sono molto piu’ amplificati e generalizzati rispetto a quelli
della trasmissione colinergica basata sui recettori nicotinici (collegati direttamente a specifici canali per K+ e Na+)
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La trasmissione noradrenergica (simpatico
post-gangliare)
I recettori (simpatici) noradrenergici sono 4 ( agiscono tramite proteina G ). I recettori α 1 attivano
l’enzima fosfolipasi C producendo secondi messaggeri ( IP3 e DIAG ) che mediano la contrazione dei muscoli lisci di vasi cutanei e
della regione splancnica, di sfinteri gastrointestinali/vescicali, e dell’iride. I recettori β attivano l’enzima adenilciclasi producendo
secondi messaggeri ( AMP ciclico ) che mediano la contrazione dei muscoli cardiaci ( β 1 ) e il rilasciamento di muscoli lisci di vasi
del muscolo scheletrico, di bronchioli e di pareti gastrointestinali/vescicali ( β 2 ). I recettori α 2 inibiscono l’adenilciclasi riducendo
i livelli di AMP ciclico con effetti di rilasciamento della parete gastrointestinale.
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Recettori del sistema nervoso
autonomo
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Fisiopatologia del Trauma
Cranico Grave
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Ec = 1 / 2 * m * v2
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1,700 Kg
47 Kg
0,300 gr
8 Kg
0,300 Kg
8 Kg
1,5 Kg
42 Kg
0,150 Kg
4 Kg
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Il capo colpisce o viene colpito un / da un
oggetto diffondendo la forza lesiva su tutta
la volta cranica
Diretto
Il movimento del capo viene arrestato
bruscamente: il contenuto intracranico
subisce un’ accelerazione ed una
decelerazione rapida creando movimenti
differenziali e compressioni del / sullo stesso
Indiretto
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PUNTEGGIO GCS E GRAVITÀ
DEL TRAUMA
Gravissimo : GCS 3 – 5
Grave
: GCS 6 – 8
Medio
: GCS 9 – 12
Lieve
: GCS 13 – 15
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A. Monro:
Monro:
Observations on the structure and function of the nervous system.
Edinburgh,
Edinburgh, Creech & Johnson 1823, page 5.
Riccardo Francesconi
G. Kellie:
Kellie:
An account of the appearances observed in the dissection of two of the three individuals
presumed to have perished in the storm of the 3rd, and whose bodie were discovered in
the vicinity of Leith on the morning of the 4th November 1821 with some reflections on
the pathology of the brain.
brain.
The Transactions of the MedicoMedico-Chirurgical Society of Edinburgh,
Edinburgh, 1824, 1: 8484-169
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L’ autoregolazione cerebrale è attiva per valori di P. P. C.
compresi tra 50 e 150 mm Hg
Al di fuori di questo range il flusso ematico cerebrale
dipende passivamente dalla P. P. C.
P. P. C. < 50 mm Hg
P. P. C. > 150 mm Hg
Danno di barriera
C. B. F. ridotto
Edema e petecchie
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C. B. F. = 750 ml/ m’
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C. B. F. sostanza grigia = 75 - 80 ml/ m’ · 100 g
C. B. F. sostanza bianca = 25 ml/ m’ · 100 g
Legge di Poiseuille
∆P • π • r 4
C. B. F. =
________________
P. P. C. = M. A. P. - P. I. C.
80 - 90 mm. Hg
8•η•l
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Zona di penombra
Normale
70
Insufficienza
elettrica
50
30
20
15
Insufficienza
di membrana
10
Morte
cellulare
5
CBF ( ml/ 100g/ min )
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0
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Metaboliti
Riccardo Francesconi
C. B. F.
Pa O2
Pa CO2
Ipercapnia - ipossiemia
Ipocapnia - iperossiemia
Vasodilatazione
cerebrale
Vasocostrizione
cerebrale
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∆ a - j O2 = 6. 2 ml/ 100 ml
Relazione tra C. B. F. e
fabbisogno metabolico
Riccardo Francesconi
C. E. O2 = Sa O2 - Sj O2 = 25 - 45 %
Ischemia
∆ a - j O2
9
Normale
6
CMRO2
Iperemia
1 8
1. 2
3
0. 6
Infarto
0. 4
0. 8
1. 2
C. B. F. ( ml/ gr/ m’ )
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Riccardo Francesconi
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Riccardo Francesconi
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Riccardo Francesconi
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CONSEGUENZE
Riccardo Francesconi
fratture
DIRETTI
contusioni
ematomi intra - assiali
ematomi extra - assiali
stiramento dei tessuti
lacerazione vasi superficiali
INDIRETTI
commozione cerebrale
ematomi subdurali
D. A. D.
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CLASSIFICAZIONE PATOLOGICA DELLE LESIONI CENTRALI
TRAUMATICHE E MECCANISMI DEL COMA
Riccardo Francesconi
Adams J. H. - Graham D. I. - Gennarelli T. A. : “ Central Nervous System Trauma Status
Report “ Bethesda MD, National Institutes of Health,
Health, 1985
LESIONI
TIPOLOGIA
DIFFUSE
FOCALI
COMA
D. A. D.
Danno ipossico
Tumefazione
Petecchie
Danno in sedi multiple
della corteccia e del
tronco
Contusione
Ematoma
Emorragia
Infarto
Compressione,
spostamento od
erniazione del cervello
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Riccardo Francesconi
PRIMARIO
Quello iniziale provocato dal
meccanismo lesionale
DANNO
SECONDARIO
Quel processo dinamico che
deriva dalla perpetuazione
della lesione primaria e dalla
sua estensione aggravata da
fattori sia locali che sistemici
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DANNO CEREBRALE
Riccardo Francesconi
Tipo di lesione
Evoluzione della lesione
Primario
Secondario
Diffuse
Focali
ipossia
contusione
ematoma
emorragia
edema
D. A. D.
D. A. D.
danno ischemico
danno ipossico
Contusione
ematoma
frattura
ipercapnia
ipotensione
iponatremia
> P. I. C.
espansione
vasospasmo
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traumi medio – gravi
Riccardo Francesconi
Emorragie
dimensioni variabili
Fratture
Volta
Depresse
Lineari
Semplici
Composte
Semplici
Composte
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Riccardo Francesconi
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Ematoma intraparenchimale con E. S. A.
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Ematoma subdurale
Riccardo Francesconi
• Subacuto: compare 2 - 7 gg.
dopo traumi meno gravi;
progressiva alterazione
stato di coscienza
• Acuto: secondario a
lacerazione delle vene della
superficie cerebrale; indice
di grave trauma cerebrale; si
può accompagnare a volte a
D. A. D.
• Cronico: compare 1 - 6
settimane dopo il trauma;
traumi banali in persone
anziane
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Riccardo Francesconi
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Ematoma epidurale
Riccardo Francesconi
Tipico delle fratture
temporali per
lacerazione dell’ a.
meningea media
Lacerazione seni
venosi principali
Traumi minori
Perdita transitoria di
coscienza seguita da
intervallo lucido e
successivo
peggioramento del
quadro neurologico
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Brain Swelling
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Costante
Pi > Pc
σ
Pi < Pc
Pi = Pc
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Classificazione Edema Cerebrale
Klatzo 1967 – Betz, Iannotti, Hoff 1989
Riccardo Francesconi
Vasogenico o a
barriera aperta
Citotossico o a
barriera chiusa
Interstiziale
Patogenesi
Aumento della
permeabilità
capillare
Alterazione pompa
Na+ / K+
Blocco assorbimento
liquorale
Localizzazione
Principalmente
sostanza bianca
Sostanza bianca e
grigia
Sostanza bianca
periventricolare
Composizione
Filtrato del plasma
contenente proteine
Aumento dell’
acqua e del sodio
intracellulari
Liquor
Volume
extracellulare
Aumentato
Diminuito
Aumentato
Permeabilità
capillare
Aumentata
Normale
Normale
Danno diretto
Ipossia
Idrocefalo ostruttivo
Rallentamenti focali
Rallentamenti
generalizzati
Spesso normale
Eziologia
Alterazioni EEG
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Riccardo Francesconi
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Danno Assonale Diffuso
Riccardo Francesconi
Grado I : sostanza bianca ;
Grado II: sostanza bianca + una lesione focale corpo calloso;
Grado III: sostanza bianca + lesioni quadrante dorso – laterale
tronco dell’ encefalo rostrale adiacente ai peduncoli cerebellari
superiori
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Riccardo Francesconi
a)
d)
Subfalcial (cingulate) herniation ; b) uncal herniation ; c) downward (central, transtentorial) herniation ;
external herniation ; e) tonsillar herniation.
Types a, b, & e are usually caused by focal, ipsilateral space occupying lesions, ie., tumor or axial or extraaxial hemorrhage.
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Riccardo Francesconi
Idrocefalo
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RISPOSTE ORGANICHE ALLE LESIONI CEREBRALI
Riccardo Francesconi
1) Risposte extra - cerebrali a) Risposte circolatorie
sistemiche
Elevati livelli di adrenalina e noradrenalina
( inversamente proporzionali a G. C. S. )
Ipertensione,
tachicardia,
aumento C. O.
Aumento P. I. C.
Insufficienza midollare
ipotensione
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RISPOSTE ORGANICHE ALLE LESIONI CEREBRALI
Riccardo Francesconi
1) Risposte extra - cerebrali b) Risposte metaboliche generali
Iperglicemia da stress
Aumento sintesi proteine
fase acuta
Proteolisi ( BCAA )
Lesioni cellule endotelio
Leucocitosi
Iperpiressia, ipoalbuminemia
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Riccardo Francesconi
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RISPOSTE ORGANICHE ALLE LESIONI CEREBRALI
Riccardo Francesconi
1) Risposte extra - cerebrali c) Ripercussioni polmonari
alterazioni dinamica respiratoria
Coma
ostruzione vie aeree superiori
5 P. I. C.
Ipossia - ipercapnia
Edema polmonare neurogenico
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RISPOSTE ORGANICHE ALLE LESIONI CEREBRALI
Riccardo Francesconi
1) Risposte extra - cerebrali d) disturbi coagulazione
Liberazione di tromboplastina
abbondante a livello del tessuto
cerebrale
C. I. D.
Elevati livelli di prodotti di
degradazione della fibrina in
rapporto all’ entità del danno
cerebrale
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Riccardo Francesconi
Poliuria > 3000 ml/ die
UOsm < 300 mOsm
Ipotensione
Johann Peter Franck – PV 1792
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Riccardo Francesconi
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RISPOSTE ORGANICHE ALLE LESIONI CEREBRALI
Riccardo Francesconi
2) Risposte circolatorie cerebrali
Nel 90 % dei casi segni di danno ischemico che, in genere, si risolve entro
le prime 24 ore e che, nel 18 - 39 % dei casi ( angiografia ), è secondario a
vasospasmo cerebrale.
Compromissione della capacità del tessuto cerebrale traumatizzato ad
utilizzare substrati metabolici.
Marcata depressione del consumo di O2 e ridotta reattività alle variazioni
di PaO2 e PaCO2.
Perdita della capacità di autoregolazione cerebrale della pressione
arteriosa.
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Influenza delle cause curabili di lesione secondaria sull’ esito
finale dopo trauma cranico
Riccardo Francesconi
Miller JD, Butterworth JF, Gudeman SK: Neurosurgery 1981, 54: 289
Lesione secondaria
Definizione
Esito negativo
%
Ipossiemia
PaO2 < 60 mm Hg
59
Ipotensione
PAS < 90 mm Hg
65
Anemia
Hct < 30 %
62
Ipercapnia
PaCO2 > 45 mm Hg
78
Aumento P. I. C.
P. I. C. > 20 riducibile
P. I. C. > 20 non riducibile
45
95
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Correlazione tra P. P. C. e risultati clinici
Riccardo Francesconi
McGraw C. P. : “ A cerebral perfusion pressure greater than 80 mm Hg is more
beneficial “ in Hoff J. T. , Betz A. L. ( eds ) : Intracranial Pressure : Springer &
Verlag Berlin 1989, 839 - 841
Valore P. P. C.
mm Hg
Mortalità %
> 80
35 – 40
< 80
+ 20 ogni 10 mm Hg
di riduzione
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