7 CAPITOLO 2 Misure di corrente elettrica Abbiamo studiato il comportamento della corrente elettrica facendo alcuni semplici circuiti. Per misurare la corrente elettrica ci siamo serviti della luminosità delle lampadine. Questo metodo è poco preciso perché ci permette di giudicare solo ad occhio se circola più o meno corrente in due diversi circuiti,ma non ci consente di affermare con certezza se la corrente è doppia,tripla,ecc.. Per fare misure precise bisogna costruire una bilancia con la quale pesare le correnti. Come realizzarla? Si può utilizzare per esempio l'effetto che osserverai nel seguente esperimento: Esperimento N. 2.1 Attrazione e repulsione fra una calamita ed una matassa di filo percorsa da corrente elettrica: • Prendi la matassa di filo di rame e prova ad avvicinarla alla calamita del pacchetto. Si attraggono o no? • Prova ora a collegare i due estremi della matassa con i poli di una pila (attenzione a togliere bene la vernice isolante che ricopre i fili della matassa nei punti dove fai il contatto con la pila). • Avvicina la matassa di filo percorsa da corrente alla calamita (o magnete) come in fig.13. Cosa succede? • Rovescia i poli della calamita mettendo S al posto di N (i due poli sono le facce larghe del magnete). Cosa succede? • Inverti i poli della pila tenendo ferma la posizione della bobina. Cosa succede? • Gira la bobina di 180° Cosa succede? Si tratta ora di misurare la forza di attrazione o repulsione fra la matassa e la calamita. Realizza con il materiale del pacchetto la bilancia descritta qui di seguito ed avrai uno strumento per pesare le correnti. Esperimento n° 2.2 Bilancia per misurare le correnti Seguendo la fig. 14 e, utilizzando il materiale indicato nella figura o un’asticciola di legno leggera, costruisci la bilancia "elettromagnetica" che misura la forza di attrazione fra la matassa di rame (bobina) percorsa da corrente e la calamita ( o magnete). 8 Esperimento n° 2.3 Uso della bilancia e misure elettriche Polarità della bilancia Per provare il funzionamento della bilancia collega i due poli della pila alle viti mediante due fili conduttori ben attorcigliati intorno alle viti stesse. Indichiamo la bilancia col simbolo di fig. 15. Il circuito sarà quindi quello di fig. 16. Se hai lavorato con cura vedrai che la bilancia viene attratta o respinta dalla calamita con una certa forza. Prova ad invertire i poli della pila lasciando invariata la posizione della calamita. Cosa succede? Prova a invertire i poli della calamita. Cosa succede? Per "pesare" la corrente , cioè misurarla, utilizza una rondella metallica o un altro contrappeso adatto ed appoggialo sull'asticciola di legno dalla parte opposta alla bobina in modo da equilibrare la bilancia. Perché ciò sia possibile la forza fra calamita e bobina deve essere attrattiva o repulsiva? Accertalo facendo alcune prove se non riesci ad intuirlo. Stabilita la polarità della bilancia che consente di fare delle misure, e fissata la calamita in una certa posizione, segnala con due pezzetti di nastro adesivo incrociati il polo positivo (+) in modo da ricordartene negli esperimenti successivi. Esperimento N. 2.4 Taratura della bilancia Avrai notato che collegando la pila direttamente alla bilancia si potrà equilibrare la forza di attrazione tra bobina e calamita mettendo il contrappeso metallico fin quasi ad un certo punto dell'asticciola. Spostando il contrappeso anche di poco verso l'esterno non riuscirai a mantenere l'equilibrio della bilancia (accertatene ponendo la bobina bene a contatto con la calamita e lasciando poi libera la bilancia con cautela). Se la posizione del contrappeso che produce l’equilibrio è troppo vicina allo zero della scala graduata, il contrappeso è troppo 9 grosso. Modificalo in modo da ottenere una posizione d’equilibrio ad almeno 7 – 8 cm dall’origine. Se invece il contrappeso non riesce ad equilibrare la bilancia nemmeno all’estremo dell’asta, occorre aumentarlo abbastanza da farlo rientrare nell’asta della bilancia. Segna con un pennarello sul braccio della bilancia la posizione dell'anello metallico che realizza l'equilibrio. Si tratta ora di ridurre la corrente che circola nel1a bilancia aumentando la resistenza dei circuito ( I V : R) . Per fare questo, • costruisci una resistenza variabile con il filo resistivo contenuto nel pacchetto avvolgendolo, per esempio, sopra un pezzo di cartone rigido rettangolare. • Facendo uso di una pinzetta a coccodrillo potrai inserire nel circuito pezzi di filo di lunghezza variabile a tua scelta (vedi fig. 17 ) La resistenza variabile si indicherà col simbolo di fig. 18. • Con il circuito di fig. 19 prova a sperimentare e a rispondere alle seguenti domande : -che lunghezza di filo resistivo è necessaria per ridurre a metà la forza tra bobina e calamita rispetto al circuito di fig. 16 realizzato in precedenza? -a che lunghezza di filo resistivo corrisponde la resistenza interna della bilancia? (resistenza interna Ri = resistenza della bobina di filo di rame + resistenza dei contatti) • Tenendo conto della resistenza interna Ri della bilancia prova a variare la resistenza totale del circuito (Ri + Re ) e a misurare le posizioni del contrappeso che equilibrano le forze ottenute. Riporta i dati nella tabella e disegna il grafico dei dati su un foglio di carta millimetrata o anche nel tuo quaderno a quadretti. Assumendo che la forza tra bobina e calamita misuri direttamente l'intensità di corrente del circuito e applicando la legge di Ohm V = R I (dove V = voltaggio della pila, R = resistenza totale e I = corrente misurata ) che relazione dovresti verificare fra i dati della tabella? • Prova ora a ripetere l'esperimento con due pile in serie. Se un contrappeso metallico non ti basta a equilibrare la bilancia, prova con due contrappesi uguali ravvicinati. • Confronta i risultati ottenuti con quelli dell'esperimento precedente. La tua"bilancia" per misurare le correnti adesso è pronta all'uso. Potrai usarla per misurare la corrente che circola nei circuiti che di volta in volta hai costruito o costruirai, purché in essi la "tensione " sia generata da pila. Ricordati sempre, 10 però, che la bilancia ha una resistenza interna Ri. La bilancia per pesare le correnti è simile agli"amperometri" che vengono comunemente usati negli apparecchi degli elettrotecnici. Lo strumento più comune e di più largo uso è il "tester" o strumento universale" nel quale un "amperometro a bobina e magnete" viene utilizzato per misurare sia correnti, sia tensioni, sia resistenza elettrica (vedi fig. sotto). 11 5)Unità pratiche di misure elettriche Negli esperimenti fin qui fatti abbiamo misurato la resistenza elettrica esprimendola in cm di filo resistivo oppure in numero di lampadine accese, senza definire una unità di misura della resistenza. Lo stesso è stato fatto per la corrente la cui intensità è stata solo paragonata all'intensità luminosa delle lampadine o al peso dell'anello metallico senza definire una unità di misura della corrente. Per quello che riguarda invece il voltaggio delle pile abbiamo fin dall'inizio parlato di Volt (che si indica con il simbolo V ) che è l'unità di misura della "tensione" elettrica. Le unità pratiche che si incontrano sempre sono per la resistenza elettrica l'Ohm (simbolo Ω) (per esempio:1 cm. di filo resistivo del pacchetto ha una resistenza R=1,7 Ω.) Per la corrente l'unità è l'Ampère (simbolo A.). Nella legge di Ohm: V=RI se si misura V in volt e R in ohm,l'intensità di corrente I viene espressa in Ampère. Facendo uso dei tuoi dati calcola quanti A. circolano nella bilancia collegata direttamente con la pila da 4,5 V. Energia elettrica-Fonti di energia L'elettricità viene usata per azionare motori, fornire luce e per riscaldare, costituisce perciò una fonte di energia particolarmente comoda. Con che metodi viene prodotta l'elettricità? Esistono altre fonti di energia? Cosa vuol dire crisi energetica? Discutine con il tuo insegnante e cerca di procurarti le informazioni necessarie a capire ciò che sta succedendo al giorno d'oggi. Nelle misure elettriche, l'energia consumata in un circuito per ogni secondo di tempo è il watt (simbolo W). (La bolletta della luce è calcolata in base ai chilowattora consumati: un chilowattora (Kwh ) uguale a 1000 W usati per 1 h). Per trovare i watt di consumo bisogna moltiplicare i volt usati per gli ampère corrente che circolano nel circuito : W=IV o anche, usando la relazione V= R I, W = R I2 W = V2/R Nei negozi di elettricità spesso si confondono i watt di una lampadina con il. numero di “candele” di luminosità. Sapendo che la lampadina "consuma" 40 W a 220 V , sei in grado di calcolare gli A che vi circolano? Quanti Ω vale la resistenza della lampadina accesa ? Prova a misurare la resistenza di una lampadina da 40 W di casa tua con la bilancia elettromagnetica e confronta il risultato con quello calcolato. Qualcosa non funziona? Chiedi all'insegnante e discutine con i tuoi compagni. Sapresti ora calcolare quanti W consuma una lampadina di quelle che hai usato negli esperimenti? 12 CAPITOLO III Norme per l'utilizzazione dell'energia elettrica domestica con assoluta sicurezza. I circuiti che fanno uso di pile come quelli del pacchetto,non sono pericolosi perché la tensione elettrica che vi si trova è molto bassa. Gli incidenti che purtroppo spesso accadono a causa di un errato impiego dell'energia elettrica ci hanno insegnato che per uccidere un uomo è sufficiente che il suo corpo sia percorso da una corrente di almeno 0,005 A. Poiché la resistenza del corpo umano varia tra 10.000Ω e 40.000Ω a seconda delle condizioni nelle quali si trova; è conveniente calcolare le norme di sicurezza nel caso più sfortunato e, cioè: R = 10.000 Ω e I=0,005A . Usando la legge di Ohm ne consegue che il massimo voltaggio tollerabile si aggira intorno a V=R I = 10.000 0,005= 50 V Si sono verificati casi particolarmente sfortunati in cui la folgorazione è avvenuta con 24 V, però in presenza di acqua. La tensione esistente nelle prese elettriche domestiche è 220 V. Questa tensione non ha un polo positivo ed un polo negativo stabili come le pile ma, per ragioni pratiche che potrai farti spiegare dal tuo insegnante, presenta due poli che variano 50 volte al secondo in modo alternato (cioè 50 volte al secondo un polo diventa positivo e negativo alternativamente). Per questa ragione si parla di tensione alternata e quando vi si collega un circuito si dice che esso è percorso da corrente alternata a 50 Hertz. I circuiti con le pile sono invece percorsi da corrente continua. Gli effetti della corrente alternata sul corpo umano sono leggermente minori rispetto alla corrente continua. E' chiaro comunque che toccare i poli di una presa elettrica domestica può significare morte e che bisogna rispettare regole ben precise per evitare che ciò accada. In questo capitolo proviamo a riassumere le norme da seguire nel caso in cui tu voglia mettere le mani nei circuiti o negli apparecchi domestici. 1) Prima di iniziare qualsiasi lavoro sulla rete elettrica di casa si devono staccare tutti gli interruttori generali dell'impianto che solitamente nelle case sono messi vicino al contatore. Per esempio: "salta il fusibile di piombo di una stanza a causa di un corto circuito". La prima cosa da fare è staccare l’interruttore generale. Mai svitare la copertura del fusibile lasciando la rete attaccata!!! Una volta che la rete è staccata si può in tutta sicurezza cambiare il fusibile. Se, riattaccando gli interruttori generali, il fusibile salta di nuovo, bisogna trovare dove si è verificato il corto circuito e ripararlo (naturalmente dopo aver staccato nuovamente gli interruttori generali). Altro esempio- E' bene staccare la rete anche quando si cambia una lampadina bruciata. Può infatti accadere che avvenga un incidente mortale toccando solo uno dei fili, se il corpo umano non è ben isolato dal terreno. La terra, contrariamente a quello che si può a prima vista credere, è un ottimo conduttore di elettricità e l'impianto domestico è sempre a 220 V di tensione rispetto alla terra. 2) E' buona norma evitare di inserire o staccare spine o azionare interruttori con le mani umide o bagnate perché l'acqua mista al sudore conduce la corrente e può distruggere l'isolamento 13 protettivo delle pelle, non solo, ma può anche penetrare facilmente nelle prese o negli interruttori collegando il corpo umano con la rete (il che può significare morte!). 3) Anche se nei circuiti che hai realizzato hai fatto poco uso degli isolamenti, ricordati che nel caso delle pile non erano necessari, a causa del basso voltaggio impiegato. Non costruire apparecchi o circuiti da utilizzare con la rete domestica senza usare materiali “a norma”, adatti allo scopo, cioè provvisti degli isolamenti opportuni. Se colleghi due fili devi aver cura di legarli fra loro con cura e devi ricoprire il metallo con qualche strato di buon nastro adesivo isolante. Un apparecchio elettrico mal isolato può significare morte ! Nessuno ti impedisce per esempio di costruirti una lampada da tavolo da attaccare alla rete domestica,ma per costruirla in modo sicuro dovrai acquistare il portalampada ed il filo da un elettricista e assicurarti che in nessun punto sporgano parti metalliche o fili scoperti percorsi da corrente. Non dimenticare che i bambini toccano dappertutto e che perciò sono più di ogni altro esposti alle conseguenze mortali dell'elettricità. Se in casa tua ci sono bambini piccoli sarà bene ridurre al minimo il pericolo coprendo le prese di tensione con "copri-prese " di plastica che si trovano nei negozi di elettricità. 4) Gli elettrodomestici spesso danno luogo a dispersioni che in casi gravi possono essere mortali. In Italia si verificano circa tremila incidenti mortali causati da elettrodomestici utilizzati in modo improprio. Per evitare questi casi si ricorre alla "presa di terra " che ormai è obbligatoria per legge. Nonostante questo, nelle case vecchie la presa di terra manca quasi sempre. Come proteggersi? Innanzitutto bisognerà cercare la causa di dispersioni anche se deboli ogni volta che si verificheranno. L’uso dei tubi dell'acqua per realizzare una presa di terra di fortuna è pericoloso e non è consentito dalla legge. La soluzione migliore per dotarsi della presa di terra è costruirne una per tutto il palazzo seguendo le norme di sicurezza stabilite dalla legge. In mancanza della"presa di terra", conviene dotare l’appartamento con un "interruttore differenziale" o "salvavita", di facile montaggio e reperibile in commercio. Il salvavita interrompendo l'erogazione dell'energia elettrica ogni qualvolta si verifichi una sia pur minima dispersione di corrente.