ro: una stretta di mano tra i potenti non è sufficiente a garantire le forniture di idrocarburi. La questione mette in luce la fragilità del sistema energetico italiano ed europeo, e con essa la nostra dipendenza dall’estero (vedi picco dei prezzi del petrolio). L’Italia dipende da quattro tubi: tre provenienti da aree politicamente poco stabili (Russia, Algeria, Libia), il quarto dai giacimenti declinanti del Mare del Nord, che di certo non possono soddisfare il fabbisogno energetico nazionale. Oggi buona parte dei sistemi termoe- lettrici italiani utilizzano il gas per produrre energia. E, in un periodo di crisi come questo, sono costretti all’utilizzo di olio combustibile che di certo non aiuta la condizione ambientale del Paese. Per questo bisogna valutare l’utilizzo di rigassificatori, impianti il cui compito consiste nel convertire gas liquido (sottoposto ad una temperatura di 162 gradi sottozero) in gassoso; le grandi navi cariche di gas permetterebbero di acquistare l’idrocarburo anche da Paesi molto lontani. Tuttavia la nostra dipendenza-schiavitù dall’estero non sarebbe terminata. La produzione di nuovi impianti e l’utilizzo di fonti rinnovabili dovrebbero far parte di un piano nazionale ancora però poco chiaro. Sole, vento e mare sono fonti naturali, di rendimento non programmabile, ma, di sicuro, eterni. Giacomo Tancredi 4° Meccanica A Michael Jordan … semplicemente … leggenda!!! M ichael Jeffrey Jordan, leggenda del basket americano, nasce il 17 febbraio 1963 a New York, nel quartiere di Brooklin; Michael ha origini umili: il padre è meccanico in una centrale elettrica e la madre semplice impiegata di banca. Il ragazzo è timidissimo, al punto che, a dodici anni, frequenta per tre anni un corso di economia domestica, dove impara a cucire, a cucinare … temendo che non avrebbe mai trovato una donna da sposare!!! Michael inizia a concentrarsi maggiormente sullo sport e vi si appassiona completamente. E’ un atleta eccezionale, già da piccolo è soprannominato “il mostro”, già scorre nelle sue vene il sangue di un fenomeno. Quando giocava nei campetti sotto casa, la folla si accalcava alle reti confinanti con le linee laterali e si lasciava avvolgere dal sogno che il ragazzino sapeva creare, addomesticando la palla con una cura affascinante e spedendola continuamente in quel famoso cerchio che tutti chiamano canestro. Michael, dopo un anno di peripezie, riesce ad entrare in prima squadra e diventa famoso in tutto lo stato come il migliore giocatore del campionato scolastico; infatti, a fine stagione la squadra di Wilmington è campione grazie al ragazzo che subito viene convocato per la prima partita degli all-star della High School. Michael nel 1981 partecipa alle Olimpiadi di Los Angeles, vince l’oro e approda alla NBA (National Basket Association)!!! “Il mostro” viene scelto come giocatore dei Chicago Bull, una squadra reputata fino a quel momento inferiore alle altre, ma il suo arrivo cambia radicalmente tutto: la squadra vince subito la prima partita contro il Washington e Michael riesce a segnare 16 punti; dopo questa partita il ragazzo viene votato per partecipare all’Allstar Game, che gli permette di essere sotto gli occhi del grande pubblico. Arrivano i primi ostacoli per il ragazzo, che il 25 ottobre 1985, in una partita di allenamento, si infortuna. Risultato: cinque mesi fermo per una frattura, ma, da grande uomo, non si affligge e la voglia di riscatto è predominante, tanto che, al suo rientro, segna la sua partita migliore, con un bottino di 63 punti che mettono in ginocchio i Boston Celtic. L’anno seguente è ancora più emozionante: Michael vince la classifica marcatori con una media di punti a partita da fantascienza, ben 37,1 … incredibile!!! Michael Jordan è reputato il miglior giocatore di basket della storia, le sue doti sono innumerevoli, la sua immagine mentre vola a canestro rimane stampata negli occhi, i suoi “numeri” fanno saltare urlanti migliaia di persone accorse per acclamare la leggenda, ma prima di tutto Michael è un uomo umile, rispettoso delle regole fondamentali sia in campo che fuori. La crisi però è vicina. Dopo aver ottenuto tutto quello che è umanamente possibile nello sport, Michael annuncia il suo ritiro il 16 ottobre 1993 con una semplice dichiarazione: “Ho perso ogni motivazione. Nel gioco del basket non ho più nulla da dimostrare, è per me il miglior momento di ritirarmi. Ho vinto tutto quello che si poteva vincere. Tornare? Forse, ma ora penso alla mia famiglia”. Due sono i motivi del suo ritiro: il primo è legato al gioco d’azzardo e alle scommesse, il secondo alla tragica morte del padre, ucciso accidentalmente su un’autostrada da un colpo uscito da una calibro 38, durante una rapina. Un anno dopo, la leggenda gioca in una partita di beneficienza in un semplice stadio, che la sua presenza fa riempire sia dentro che fuori, nelle strade. E’ un giorno memorabile, più di 20.000 persone scoppiano in lacrime quando Michael conferma il suo addio. Il mondo sportivo è in ginocchio, migliaia e migliaia di americani soffrono di depressione: è un “lutto” mondiale. Michael confessa al mondo il suo nuovo amore, il baseball. Gioca nei Chicago White Sox, ma tutto finisce quando non è reputato al livello degli altri, così il sogno di milioni e milioni di persone diventa realtà quando il campione dichiara: “E’ stata un’esperienza che mi ha arricchito. Mi ha dato voglia di tornare nel mondo del basket.” Il 18 marzo alle 11.40 i Bull comunicano: “Michael Jordan ha confermato di aver interrotto il suo volontario ritiro. Esordirà a Indianapolis contro i Pacer”. Michael pronuncia solo due parole: “I’m back” (Sono tornato)! Il mondo va in delirio, la gente urla per le strade di Los Angeles il nome del campione, le società sportive dilettantistiche notano un incremento di iscrizioni del 60%, una rivoluzione totale … Michael Jordan gioca stupendamente altri due anni nei Bull… fino a quando non dichiara il suo definitivo ritiro. Ho voluto raccontarvi questa storia per ricordare cos’è veramente uno sportivo, prendo in considerazione questo campione perché è un mio idolo (anche se io sono un giocatore di calcio in una squadra professionistica), perché è sempre stato umile, ma soprattutto rispettoso degli avversari … non come altri campioni contemporanei!!! Michael è riuscito a coinvolgere il mondo intero con la sua magia, senza avere contratti astronomici nè vestiti di tendenza. Sin da piccolo si è dedicato alla sua passione, senza bloccarsi in stupidaggini e brutti vizi. Michael è stato un grande e lo sarà per sempre … Massimiliano Barbone 1° F 13