il mistero degli etruschi - Dipartimento di italiano

PERCORSI CULTURALI 13
IL MISTERO DEGLI ETRUSCHI
« È in verità impressionante il constatare che, per due volte nel VII secolo a.C. e nel XV d.C.,
pressoché la stessa regione dell’Italia centrale, l’Etruria antica e la Toscana moderna, sia stata il
focolaio determinante della civiltà Italiana. »
(Jacques Heurgon, Vita quotidiana degli etruschi, 1967)
Gli Etruschi furono un popolo dell’Italia antica affermatosi in un’area denominata
Etruria, corrispondente alla Toscana, all’Umbria fino al fiume Tevere e al Lazio settentrionale, con propaggini in Liguria e verso la zona padana dell’Emilia-Romagna e della
Lombardia, a partire dall’VIII secolo a.C.
Nella loro lingua si chiamavano Rasenna o Rasna, in greco Tyrsenoi. La civiltà etrusca, ritenuta da alcuni studiosi discendente dalla cultura villanoviana, fiorì a partire dal
X secolo a.C. e fu definitivamente inglobata nella civiltà romana, fortemente influenzata dagli etruschi, al termine del I secolo a.C. Questo lungo processo di conquista e assimilazione culturale ebbe inizio con la data tradizionale della conquista di Veio da parte
dei romani nel 396 a.C.
ORIGINI
Sull’origine e provenienza degli Etruschi è fiorita una notevole letteratura, non
solo storica e archeologica. Le notizie che ci provengono da fonti storiche sono infatti
piuttosto discordanti. Nell’antichità furono elaborate principalmente tre diverse tesi:
la prima che sostiene la provenienza orientale riportata da Erodoto, storico greco vissuto nel V secolo a.C.; la seconda che sostiene l’autoctonia degli Etruschi elaborata dal
greco Dionigi di Alicarnasso vissuto nel I sec. a.C., e la terza che sostiene la provenienza settentrionale elaborata sulla base di un passo di Tito Livio. In tempi più recenti,
studiosi moderni hanno ipotizzato una quarta tesi, ovvero la coesistenza di tutte e tre
le teorie classiche. Ancor più nuovi studi, condotti grazie a tecnologie di nuova generazione di sequenziamento del DNA , darebbero invece ragione allo storico Dionigi.
Agli Etruschi si è sempre guardato come a un popolo unitario sin dalla loro preistoria. Tuttavia gli Etruschi, come unità, risulteranno esistere solo a partire dall’VIII secolo a.C. con una propria lingua e con proprie usanze, benché non fossero così omogenei
nelle varie regioni dove avrebbero abitato per poter negare che essi, come unità etnica, furono il risultato dell’unione di diversi popoli. È indubbio, infatti, che da quanto
è stato tramandato della loro storia e da documenti monumentali rimasti, compaiono elementi italici, egizi, greci, sirio-fenici, mesopotamici, indoiranici. Ad ogni modo,
è comunemente accettato che il popolo etrusco si formò nella terra conosciuta come
Etruria, tra i fiumi Tevere e Arno,
dalla costa tirrenica alle giogaie
dell’Appennino.
Fonti storiche sulle origini
Le fonti storiche sulle origini
degli Etruschi, seppur con qualche variabile, risultano sostanzialmente riconducibili a tre diverse
ipotesi: provenienza orientale,
tesi dell’autoctonia e provenienza
da settentrione.
IPOTESI SULLE ORIGINI
Ipotesi della provenienza orientale
Secondo una tradizione lidia
riferita dallo storico greco Erodoto del V secolo a.C., gli Etruschi
sarebbero giunti dalla Lidia (attuale Turchia anatolica meridionale), salpati dal porto di Smirne a seguito di una carestia. Sotto la guida di Tirreno, figlio di Ati, (o secondo un’altra
teoria, di Tirreno), attorno al XIII secolo a.C., avrebbero dapprima «oltrepassato molti
popoli» e sarebbero infine arrivati «presso gli Umbri (sulle coste occidentali dell’Italia)
e nel loro paese costruirono 12 città, dove ancor oggi vivono». I Lidii giunti in Italia
avrebbero poi cambiato il loro nome in Tirreni dal nome di uno dei due condottieri,
più tardi con il termine latino di Tusci, derivante dal rito sacrificale.
La tesi erodotea della provenienza orientale, anche per la sua autorevolezza, è stata
accettata quasi unanimemente dagli scrittori antichi e ha a lungo condizionato anche
gli studiosi moderni, suggestionati dai tratti orientali presenti in varie manifestazioni
della civiltà etrusca. Le molte affinità degli Etruschi con il mondo egeo-anatolico, presenti nei costumi, nella lingua, nell’arte e nella religione, possono tuttavia essere dovute anche ai contatti commerciali e culturali con queste popolazioni e dall’immigrazione
in Etruria di gruppi di vario livello sociale appartenenti a tali civiltà (cultura orientalizzante)
All’interno della tesi della provenienza orientale, già in antichità fu elaborata
un’ipotesi pelasgica. Secondo Ellanico di Lesbo, storico greco del V secolo a.C., gli
Etruschi sarebbero stati Pelasgi, popolo mitico originario della Grecia settentrionale e
poi irradiatosi in varie regioni del Mar Mediterraneo, i quali si sarebbero stabiliti nella
zona dell’Etruria dandosi il nome di Tirreni.
L’ipotesi orientale parrebbe confermata da alcuni moderni studi genetici effettuati
dall’Università di Torino sulle popolazioni di Murlo e Volterra, situate nel nucleo originale della civiltà etrusca, che presenterebbero aplogruppi e Dna molto simili a quelli
delle popolazioni odierne delle coste anatoliche] e del Vicino Oriente.
Ipotesi dell’autoctonia
Un’altra tradizione, riportata dallo storico Dionigi di Alicarnasso (I secolo a.C.), sostiene l’origine autoctona del popolo etrusco. In particolare afferma che tra gli Etruschi,
i Lidii e i Pelasgi non vi erano affinità culturali, religiose e linguistiche e che gli Etruschi, che chiamavano sé stessi Rasenna (e lo avrebbe saputo dagli stessi etruschi; infatti,
pare che alla domanda rivolta ad un etrusco su chi fosse, questi gli rispose: Rasna o Rasenna), non erano un popolo “venuto da fuori”, ma un popolo antichissimo, attribuendo - fra l’altro - proprio all’antichità l’indecifrabilità della lingua etrusca. Questa tradizione non è però supportata da reperti archeologici, grazie ai quali si può supporre che
il termine “Rasna” o “Rasenna” potrebbe non indicare il nome dell’etnia etrusca, ma
potrebbe essere intesa come “Ra-sna” che in antico lessico significherebbe «io sono figlio
di...» oppure «discendo da...».
Ipotesi della provenienza d’oltralpe
Da un passo controverso di Livio, che allude alla derivazione dei Reti, popolazione
alpina delle valli del Trentino-Alto Adige, dagli Etruschi (Storie, V, 33, 11), si potrebbe
invece dedurre che questi ultimi venissero dal settentrione attraverso le Alpi. Questa
teoria, considerata poi infondata, si è originata nel XVIII secolo ed è stata poi sviluppata nel XIX secolo sulla scorta dell’affermazione liviana e della suggestiva somiglianza del nome dei Reti (Rhaeti) con quello dei Rasenna.
In ogni caso, nessuna delle teorie antiche, anche nelle rielaborazioni operate dagli studiosi moderni realizzate attraverso considerazioni provenienti da diversi ambiti
disciplinari, ha trovato pieno conforto
scientifico nelle prove archeologiche.
ALTRE IPOTESI
Ipotesi linguistica: derivazione dalle
lingue caucasiche
Alcuni linguisti russi (Sergei Starostin, Vladimir Orel, Igor M. Diakonoff)
mettono in relazione le lingue tirreniche e le lingue caucasiche nordorientali, basandosi sulla presunta corrispondenza nelle strutture grammaticali,
nella fonologia, nei numerali, tra la lingua etrusca, le lingue hurro-urartee, e
le lingue caucasiche nordorientali.
Ipotesi linguistica: derivazione
dall’antico lidio
La teoria formulata dal linguista
Massimo Pittau si basa sulla supposta
derivazione della lingua sarda e di quella etrusca dall’antica lingua lidia. Secondo questa teoria, gli Etruschi prove-
rrebbero dalla Lidia, in accordo con il racconto di Erodoto. Tale migrazione, tuttavia,
sarebbe avvenuta per tappe, prima in Sardegna, dove avrebbe dato origine alla civiltà
nuragica attorno al XIII secolo a.C., e quindi sulle coste tirreniche dell’Italia centrale,
dove la civiltà etrusca si sarebbe sviluppata a partire dal IX secolo a.C.
Ipotesi linguistica: etrusco forma arcaica di ungherese
Nel libro Etrusco: una forma arcaica di ungherese il glottologo Mario Alinei propone, in coerenza con la Teoria della Continuità dal Paleolitico, di identificare l’etrusco
come una fase arcaica dell’attuale lingua ungherese, appartenente alle lingue ugriche
(o ugro-finniche). Secondo Alinei sia l’etrusco che l’ungherese sarebbero due lingue
agglutinanti, con accento sulla prima sillaba, e avrebbero medesima armonia vocalica,
e solo consonanti occlusive sorde. L’ipotesi di Alinei non escluderebbe un’affinità degli
etruschi con le attuali popolazioni anatoliche, perché gli Ungheresi, secondo i risultati
di recenti ricerche genetiche risultano “una popolazione affine agli Iraniani (in quanto
discendenti di Sciti e Osseti del I millennio a.C.) e ai Turchi
Ipotesi dell’autoctonia: etruschi e colonizzazioni nuragiche
Secondo lo studioso Giovanni Ugas, gli Etruschi sarebbero piuttosto di origine autoctona, con la sovrapposizione di colonizzazioni nuragiche durante il I millennio a.C.
La migrazione del XII secolo a.C. sarebbe pertanto avvenuta a più riprese da occidente verso oriente, piuttosto che il contrario. Secondo lo scrittore latino Festo, i re
Etruschi erano Sardi o di origine sarda Plutarco invece
sosteneva che gli Etruschi erano ritenuti coloni degli abitanti di Sardi e Veio era una città etrusca.
Ipotesi dei popoli del mare
Uno dei popoli del mare citati nei testi egiziani
sono i Tereš o Turša, popolo di stirpe probabilmente non indoeuropea stanziato nella parte settentrionale
dell’Anatolia, sembrano collegati ai Tirsenoi o “Tirreni”,
ossia agli Etruschi. Questa identificazione sembra avvalorare il racconto di Erodoto circa l’origine anatolica di questo popolo, ma soprattutto la mitica parentela degli Etruschi coi Troiani cantata da Virgilio nell’Eneide. Rapporti dei Tirreni o Etruschi col mondo Mediterraneo orientale dell’isola di Lemno (che si trova a poche miglia dinanzi a
Troia) sembrerebbero esistere in seguito al ritrovamento della cosiddetta Stele di Lemno, un’iscrizione rinvenuta nel 1885, in cui è attestata la Lingua lemnia un dialetto simile all’etrusco.
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15 marzo - ore 18:00 - aula 3.3