Università degli Studi di Palermo Scienze della Formazione Facoltà di Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Prof. Ivan Guastella Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Università degli Studi di Palermo [email protected] Calore e temperatura Anno Accademico 2010 - 2011 Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 2 / 37 La fisica nascosta nel concetto di calore • Ci sono molti fenomeni e situazioni della vita quotidiana in cui è importante imparare a riflettere sul processo di interazione termica tra corpi per comprenderne a fondo la fisica nascosta. • Il concetto di calore permette di esplorare un altro processo, distinto dal lavoro, attraverso cui è possibile trasferire energia da un corpo a un altro. • Lo “scambio di calore” ovvero il trasferimento di energia termica tra i corpi (ad esempio fra due oggetti o fra due persone oppure fra un oggetto e una persona) è certamente uno dei fenomeni fisici con cui anche i bambini vengono frequentemente a contatto nella loro esperienza quotidiana. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 3 / 37 I concetti di calore e temperatura • Le due grandezze fisiche importanti che intervengono nel processo di interazione termica tra corpi sono il calore e la temperatura. • Il calore è una specie di “spia” che ci avvisa che due oggetti di diversa temperatura si stanno scambiando un tipo particolare di energia detta energia termica. • La temperatura, di conseguenza, è la grandezza fisica che misura il grado di capacità che un oggetto possiede di scambiare energia termica con gli oggetti circostanti, cedendo o assorbendo calore. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 4 / 37 Ostacoli epistemologici inerenti ai concetti di calore e temperatura • Una delle principali difficoltà che i bambini possono incontrare riguarda la separazione fra i concetti di temperatura, calore ed energia. Queste tre grandezze, nella percezione spontanea, sono viste come descrittori della stessa cosa, ovvero il senso di caldo e di freddo. • È plausibile pensare che questa difficoltà possa essere più facilmente superata se almeno uno dei tre concetti, quello di energia, è già noto agli allievi perché introdotto attraverso la via della meccanica. • È pur vero che anche nei fenomeni meccanici è presente un problema simile, tuttavia, la separazione fra i concetti di forza, lavoro ed energia è probabilmente più facile dato che la forza può essere introdotta e misurata indipendentemente dal lavoro e dall’energia. • Un’altra difficoltà incontrata dai bambini è dovuta al fatto che essi sono abituati a ragionare principalmente in termini di grandezze estensive e ciò spesso li induce a percepire in questi termini anche la temperatura. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 5 / 37 Come introdurre i concetti di calore e temperatura • Conviene introdurre i concetti di calore e temperatura a partire da oggetti e fenomeni della vita quotidiana. • Vi è un vasto numero di situazioni fisiche differenti che solitamente vengono descritte con le parole come caldo, freddo, riscaldare, raffreddare. Lo stesso concetto di temperatura come associato alle sensazioni di caldo e di freddo che si ricevono quando si toccano degli oggetti è abbastanza familiare ai bambini. • Quello di cui probabilmente i bambini sono meno consapevoli è che tali sensazioni dipendono da numerosi fattori che le rendono soggettive e a volte contraddittorie e quindi incapaci di fornire informazioni non solo quantitative ma persino utili per operare un confronto o un ordinamento. • Una ben nota esperienza può essere particolarmente efficace per mettere in evidenza la soggettività delle reazioni fisiologiche delle nostre cellule nervose al contatto dei corpi: se immergiamo le nostre mani una in acqua calda e l’altra in acqua fredda e successivamente entrambe in acqua tiepida, la mano precedentemente immersa in acqua calda proverà una sensazione di freddo, mentre l’altra una sensazione di caldo. I nostri sensi talvolta ci ingannano Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 6 / 37 Il termometro … uno strumento noto • La temperatura può essere introdotta in modo intuitivo come quella grandezza misurabile attraverso il termometro che fornisce informazioni oggettive sulla capacità degli oggetti di scambiare calore con altri oggetti. • Questo approccio è giustificato dal fatto che i bambini, generalmente, hanno a che fare molto precocemente con il concetto di temperatura e con la sua misura attraverso il termometro (si pensi, ad esempio, alla misura della temperatura corporea). • I bambini sono abituati a concepire il termometro come quello strumento capace di tradurre delle sensazioni corporee, per rilevare differenze di temperatura (ad esempio, la mamma esprime la differenza di temperatura tra il suo corpo e quello del bambino con frasi del tipo: “scotti”, “sei caldo”, “non sei fresco”), in una informazione chiara e trasferibile ad altri, anche non presenti (ad esempio, la mamma comunica telefonicamente al medico che il bimbo ha “39 di febbre”). Data la sua familiarità il termometro, come strumento di misura, può essere introdotto anche senza addentrarsi nei dettagli del suo principio di funzionamento Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 7 / 37 Come introdurre il concetto di equilibrio termico • Vi sono esperimenti molto semplici in cui entrano in gioco i concetti di calore, temperatura e di “equilibrio termico”. Ad esempio: – il caffé bollente contenuto in una tazza diventa poco a poco meno caldo, cioè la sua temperatura tende col tempo a uniformarsi a quella dell’ambiente; – una bibita ghiacciata diventa gradualmente meno fredda e, dopo un tempo sufficiente, la sua temperatura tende a uniformarsi a quella dell’ambiente. Attraverso un termometro è facile sperimentare che oggetti posti a contatto tendono gradualmente a portarsi alla stessa temperatura ovvero in “equilibrio termico” Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 8 / 37 Raffreddiamo un bicchiere di latte • Si potrebbe chiedere ai bambini di individuare strategie differenti per raffreddare un bicchiere di latte caldo. • Alcune possibili tipologie di proposta potrebbero essere le seguenti: – lasciare il bicchiere sul tavolo e attendere un tempo sufficiente; – introdurre il bicchiere di latte in una vaschetta d’acqua presa dal rubinetto e attendere un tempo sufficiente; – aggiungere del latte freddo a quello contenuto nel bicchiere. Tuttavia, se non si vuole perdere il controllo di quanto avviene nel mescolamento del latte caldo e di quello freddo conviene tenere il latte freddo all’interno di un contenitore più piccolo inserito nel bicchiere. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 9 / 37 Raffreddiamo un bicchiere di latte • Analizziamo adesso in dettaglio le tre tipologie di proposta precedentemente delineate cercando di interpretarle in termini delle grandezze fisiche calore e temperatura: – in tutti e tre i casi il bicchiere di latte caldo ha gradualmente diminuito la sua temperatura, mentre gli oggetti con cui è venuto a contatto l’hanno aumentata; – il bicchiere di latte caldo ha quindi “trasferito calore” agli oggetti con cui è venuto a contatto; – tutte le volte che si mette un oggetto caldo a contatto con uno freddo l’oggetto caldo si raffredda e quello freddo si riscalda, finché, alla fine, raggiungono la stessa temperatura. • Variando le quantità di latte e/o di acqua si può facilmente cogliere la differenza tra calore e temperatura. Infatti, se da una certa quantità di sostanza a una data temperatura se ne estrae una porzione questa è ancora alla stessa temperatura (la temperatura è una grandezza intensiva). Tuttavia, la porzione non ha la stessa capacità di trasferire calore (il calore è una grandezza estensiva) Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 10 / 37 Il flusso di energia termica • In casi come quello appena discusso si suole impropriamente dire che del calore si è trasferito dal corpo caldo a quello freddo. • In effetti è abbastanza intuitiva l’idea di un processo mediante il quale qualcosa fluisce dal corpo a temperatura più alta a quello a temperatura più bassa. • Tuttavia, un’attenta osservazione può evidenziare chiaramente che non si tratta di qualcosa di materiale (se si pesassero accuratamente tutti gli oggetti prima e dopo il “passaggio di calore”, non si osserverebbe alcun cambiamento di peso) ma di qualcosa che ha, invece, le proprietà dell’energia. Infatti: – – – – si trasferisce da un corpo all’altro; è immagazzinata nel corpo inizialmente a temperatura più alta e poi rimane immagazzinata nel corpo inizialmente a temperatura più bassa; si conserva, perché esce dal corpo inizialmente a temperatura più alta ed entra nel corpo inizialmente a temperatura più bassa; si può trasformare in altre forme di energia (ad esempio luminosa); si possono trasformare altre forme di energia (ad esempio energia elettrica) in energia termica; passando e trasformandosi, l’energia termica fa cose utili. Il flusso di energia termica permane fino a quando c’è una differenza di temperatura tra i corpi posti a contatto Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Calore e temperatura Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche 11 / 37 Riassumendo • Gli oggetti, per il fatto di essere più o meno caldi, possiedono un’energia interna, detta energia termica. • Un oggetto caldo, messo a contatto con oggetti meno caldi, gradualmente diminuisce la sua temperatura, mentre gli oggetti con cui viene a contatto la aumentano. In questo modo l’oggetto caldo trasferisce parte della sua energia interna agli oggetti più freddi con cui viene a contatto. • Il calore è il processo mediante cui si trasferisce energia termica da un oggetto a un altro. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 12 / 37 Il calore … un concetto per adulti • Con bambini non è ovviamente opportuno introdurre la relazione quantitativa tra calore e temperatura, anzi è meglio non introdurre neppure il termine “calore”, dato che, nel linguaggio quotidiano, la parola ha altri significati e sarebbe artificioso forzarne l’uso. Q = m ⋅ c ⋅ ∆T = C ⋅ ∆T • Ciò che può risultare più accessibile ai bambini, rispetto al concetto di calore, è il concetto che, si può trasferire energia termica da un oggetto all’altro, sfruttando la differenza di temperatura. Il concetto di calore, in termini di relazione quantitativa tra massa calore specifico e differenza di temperatura (o tra capacità termica e differenza di temperatura), è troppo astratto per essere introdotto a livello di scuola primaria Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 13 / 37 Attività con i termometri • Attività in cui i bambini vengono coinvolti nella raccolta dei più svariati tipi di termometri di uso frequente si possono rivelare particolarmente istruttive per indagarne sia il principio di funzionamento che il campo di applicazione. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 14 / 37 Attività con i termometri • In particolare, attraverso l’attività precedente si può mettere in evidenza che: – la temperatura di un oggetto o di un ambiente si misura con un termometro adeguato al range di temperature da misurare; – il termometro è uno strumento tarato, dotato cioè di una scala graduata in una unità di misura opportunamente scelta. Nel SI l’unità di misura della temperatura è il grado centigrado (°C); – ogni termometro basa il suo funzionamento sulla presenza di una sostanza termometrica (gassosa, liquida, solida) dotata di una proprietà fisica (volume, pressione, lunghezza, …) sensibile alle variazioni di temperatura; – quando il termometro è posto a contatto con un oggetto o ambiente di temperatura diversa dalla sua, assorbe o cede energia termica fino a portarsi alla stessa temperatura dell’oggetto o dell’ambiente; – l’energia termica assorbita o ceduta provoca la variazione della proprietà fisica della sostanza termometrica contenuta nel termometro e, di conseguenza, l’indice sulla scala o il display indica il valore della temperatura raggiunta in gradi centigradi. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Calore e temperatura Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche 15 / 37 Riscaldiamo una sostanza • Attività come quella di riscaldare l’acqua o altre sostanze mediante una sorgente costante di energia termica (ad esempio un fornello elettrico), misurandone la temperatura a intervalli regolari di tempo, sono particolarmente efficaci nello stimolare il processo di esplorazione delle proprietà dei materiali in relazione ai concetti di calore e temperatura. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Calore e temperatura Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche 16 / 37 Riscaldiamo una sostanza • L’esperienza mostra che riscaldando una data massa m di una certa sostanza attraverso una sorgente termica costante la sua temperatura, inizialmente a T0, cresce linearmente con il tempo. Q ∝ ∆T T T0 t Se la sorgente è costante la variazione di temperatura risulta proporzionale all’energia termica trasferita Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Calore e temperatura Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche 17 / 37 Riscaldiamo una quantità doppia di sostanza • L’esperienza mostra, inoltre, che una data sorgente termica costante impiega un tempo doppio per riscaldare ad una certa temperatura una massa doppia di una data sostanza. T m 2m T1 T0 • Se la sorgente è costante l’energia termica trasferita risulta proporzionale alla massa. Q∝m t1 2t1 t A parità di energia ricevuta, aumenta di meno la temperatura della quantità maggiore di acqua Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Calore e temperatura Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche 18 / 37 Riscaldiamo due sostanze diverse • L’esperienza mostra pure che una data sorgente termica costante impiega tempi diversi a riscaldare ad una certa temperatura quantità uguali di sostanze diverse. olio acqua T c 2c T1 T0 • Se la sorgente è costante l’energia termica trasferita risulta proporzionale al calore specifico della sostanza. Q∝c Possiamo identificare sostanze diverse attraverso una proprietà c chiamata calore specifico della sostanza t1 2t1 t A parità di energia e di massa, aumenta di meno la temperatura dell’acqua rispetto a quella dell’olio Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 19 / 37 Equazione fondamentale della calorimetria • Dai risultati precedenti si può concludere che l’energia termica trasferita a/da una data sostanza è direttamente proporzionale alla sua massa m al suo calore specifico c e alla variazione della sua temperatura ∆T. Ciò viene formalmente espresso per mezzo dell’equazione fondamentale della calorimetria. Q = m ⋅ c ⋅ ∆T = C ⋅ ∆T Il calore specifico di una sostanza è la quantità di calore che occorre fornire a 1 kg di essa per innalzarne di 1 °C la temperatura A differenza del calore specifico che è una proprietà intensiva e dipende solo dalla sostanza, la capacità termica è una proprietà estensiva legata anche alla massa La capacità termica di un corpo è la quantità di calore che occorre fornirgli per innalzarne di 1 °C la temperatura Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 20 / 37 L’energia radiante • Anche per quanto riguarda l’energia solare si può assumere di poter partire dalle idee spontanee dei bambini, dal momento che è piuttosto naturale pensare che i raggi solari “portino energia” perché scaldano, illuminano, permettendo di vedere gli oggetti che ci circondano e fanno molte “cose utili”. Da una discussione aperta, in classe, dovrebbe emergere l’idea del Sole come una ricchissima fonte di energia che si può utilizzare in vari modi. • Sfruttando i raggi solari in una calda giornata primaverile è possibile eseguire attività analoghe a quelle descritte in precedenza, che facevano però uso di un fornello elettrico. • I bambini potranno avere conferma della naturale sensazione che i raggi solari “scaldano”, quindi portano energia e che è questa energia che fa salire la temperatura degli oggetti che essi colpiscono (ad esempio, l’acqua o la sabbia contenuta in una vaschetta esposta ai raggi solari). • Tuttavia, dovrebbe emergere abbastanza facilmente che l’energia solare è di tipo diverso dall’energia che passa dal latte caldo all’acqua fredda quando sono posti a contatto. Si tratta, piuttosto, di energia che viaggia anche attraverso lo spazio vuoto e che si trasferisce tra corpi diversi senza che vi sia contatto. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 21 / 37 L’energia radiante • Se nelle attività condotte con vaschette contenenti acqua o sabbia è ragionevole assumere un’esposizione ai raggi solari di intensità pressoché costante si può verificare, in analogia a quanto discusso in precedenza, che: – più la vaschetta resta esposta ai raggi solari più aumenta la temperatura; – a parità di energia ricevuta, aumenta di meno la temperatura della vaschetta che contiene più acqua; – a parità di energia e di massa, aumenta di meno la temperatura dell’acqua rispetto a quella della sabbia. • Proprio queste ultime due osservazioni fanno capire che la temperatura dell’oggetto è una cosa ben diversa dall’energia ricevuta. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Calore e temperatura Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche 22 / 37 Riassumendo • L’energia emessa dal Sole può riscaldare gli oggetti e fare aumentare la loro temperatura. • Questo tipo di energia viene chiamata energia radiante perché, attraverso i raggi luminosi, viaggia nello spazio dalla sorgente che la emette all’oggetto che la assorbe. Anche una lampadina accesa o una fiamma o un tizzone incandescente emettono energia radiante. • Più tempo passa, più energia solare colpisce l’oggetto, più cresce la sua temperatura. • L’aumento di temperatura di un oggetto per effetto dell’energia radiante, dipende dalla massa dell’oggetto e dalla sostanza di cui è fatto. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Calore e temperatura Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche 23 / 37 La fusione del cubetto di ghiaccio • Un cubetto di ghiaccio, estratto dal frigorifero, prima o poi si scioglie. Ma quanto tempo impiega per fondere? Impiega più tempo se lo si mette in un bicchiere di ceramica, in uno di polistirolo o in uno di ferro smaltato? • Questo tipo di attività mira all’esplorazione di un’atra proprietà caratteristica della sostanza di cui sono fatti gli oggetti, la conducibilità termica, talvolta confusa con il calore specifico. • Si può chiedere ai bambini prima di tutto di toccare i tre bicchieri e di riferire la sensazione termica provata e successivamente di fare delle previsioni riguardo alla situazione che, a loro avviso, dovrebbe favore o inibire la fusione del ghiaccio. Risposta classica si scioglie prima il ghiaccio nel bicchiere di polistirolo perché il polistirolo è “più caldo” Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 24 / 37 La fusione del cubetto di ghiaccio • Se si fa l’esperimento ci si accorge che in realtà il cubetto di ghiaccio fonde più rapidamente nel bicchiere di metallo smaltato che in quello di polistirolo. • Poiché il bicchiere di metallo smaltato è anche quello che fornisce la sensazione di essere “più freddo” rispetto a quello di polistirolo accade esattamente il contrario di quanto normalmente viene previsto dai bambini. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 25 / 37 Chi si raffredda prima? • Gli stessi bicchieri dell’attività precedente possono essere utilizzati per esplorare la diversa capacità di isolamento dei tre materiali. • Basta riempire i tre bicchieri con acqua calda per osservare facilmente che il materiale che mantiene meglio la temperatura è quello di polistirolo, seguito dalla ceramica e infine dal metallo. In questo caso le previsioni dei bambini dovrebbero essere in accordo con la realtà sperimentale Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 26 / 37 Come stanno le cose? • Dalla proprietà delle sostanze appena esplorata ovvero dalla conducibilità termica dipende la sensazione di caldo o freddo che riceviamo attraverso il tatto. • Questo avviene perché la misura che serve al nostro cervello quando tocchiamo un oggetto a temperatura notevolmente diversa da quella del nostro corpo non è tanto una misura di temperatura dell’oggetto toccato, ma la misura di quanto rapidamente l’oggetto toccato è in grado di sottrarre calore dal nostro corpo (oggetto freddo), oppure cederglielo (oggetto caldo). • Se infatti prendiamo in mano un bicchiere di metallo smaltato che contiene una bevanda molto calda, il cervello ci da subito un avviso di pericolo, che ci spinge a posare il bicchiere o a tenerlo in mano il minimo tempo possibile, perché il metallo è un buon conduttore termico e quindi in poco tempo lascia passare una grande quantità di energia termica dalla bevanda alla mano. Se la stessa bevanda calda fosse invece contenuta in un bicchiere di polistirolo, l’avviso di pericolo e quindi la sensazione di “caldo” sarebbe molto meno forte, perché il polistirolo è un isolante termico e quindi ci vuole molto più tempo perché la stessa quantità di energia termica passi dalla bevanda alla mano. I nostri sensi quindi non ci “ingannano”. I nostri sensi quindi non ci ingannano ma noi talvolta li interpretiamo male Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Calore e temperatura Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche 27 / 37 La didattica • Gli aspetti didattici riguardano principalmente i seguenti punti: – Il contesto – Gli obiettivi – Le modalità di conduzione – I materiali – Il quaderno di laboratorio – La valutazione • I punti sopra elencati vengono di seguito esplorati in modo dettagliato. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Calore e temperatura Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche 28 / 37 Il contesto • Per quanto riguarda il contesto occorre tener presente che: – le attività devono essere ben inserite nelle altre attività della classe; – per l’introduzione o attacco è bene essere pronti a sfruttare eventi casuali, giochi, aspetti connessi alla vita quotidiana (ad esempio, raffreddare la tazzina di caffè dell’insegnante, i raggi del sole che entrano dalla finestra della classe e riscaldano la superficie del banco); – Si può anche suscitare il problema, ma sempre legandolo ad aspetti che siano familiari ai bambini, nell’ambito della pianificazione relativa alla grandezza fisica energia, presentando il riscaldamento e il raffreddamento di un oggetto come una delle modalità con cui l’oggetto può scambiare energia con il mondo che lo circonda. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Calore e temperatura Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche 29 / 37 Gli obiettivi • Per quanto riguarda gli obiettivi occorre tener presente che essi: – dipendono dal contesto della classe (scuola dell’infanzia, monoennio/primo biennio oppure secondo biennio); – devono essere specifici dell’attività svolta che è bene che miri solo a pochi aspetti per poterli svolgere con una certa incisività. Ad esempio: • come raffreddare un bicchiere di latte; • come evitare di fare sciogliere il ghiaccio; • come evitare di fare raffreddare il caffé o di fare riscaldare la bibita. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 30 / 37 Obiettivi riferiti allo sviluppo dell’intelligenza • Gli obiettivi devono essere riferiti al quadro generale di sviluppo dell’intelligenza. In particolare si può: – nella fase della conoscenza e memoria: • fare emergere ciò che i bambini sanno, per esperienza diretta, su calore e temperatura; – nella fase del pensiero divergente: • stimolare la capacità di scoperta di modi nuovi per risolvere problemi (come nell’esempio delle vaschette di acqua e di sabbia); o semplicemente l’uso di parole nuove da abbinare a un evento osservato (raffreddamento, riscaldamento, equilibrio termico, scambio di calore); Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 31 / 37 Obiettivi riferiti allo sviluppo dell’intelligenza – nella fase del pensiero convergente: • stimolare le attività di analisi delle grandezze fisiche importanti (calore, temperatura), che intervengono nel fenomeno in esame, di rappresentazione corretta del fenomeno (nello scambio di calore tra oggetti, il calore passa sempre dall’oggetto a temperatura più alta verso quello a temperatura più bassa); – nella fase del pensiero critico: • sviluppare la capacità di riflettere sugli aspetti cruciali (ad esempio, nel mondo che ci circonda, gli oggetti, messi in condizione di scambiare energia, raggiungono sempre una situazione di equilibrio termico ed eguagliano le loro temperature). Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Calore e temperatura Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche 32 / 37 Obiettivi generali • Gli obiettivi generali vanno calati sui vari livelli: – a livello cognitivo: • descrivere con gli appropriati aggettivi o avverbi (freddo, caldo, assorbito, ceduto); • capire, ad esempio, che la temperatura misura la capacità degli oggetti di cedere o assorbire calore dal mondo esterno; – a livello operativo: • osservare i fenomeni per individuare le proprietà dei materiali che compongono gli oggetti; • saper eseguire in tutte le sue fasi un piccolo esperimento sullo scambio di calore; Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 33 / 37 Obiettivi generali – a livello logico: • separare i concetti di calore e di temperatura; • correlare il calore con altre grandezze; – a livello espressivo/grafico: • saper descrivere a parole quanto osservato in una delle attività; • saper rappresentare in un disegno, simbolicamente, il verso del trasferimento di energia tra un corpo caldo e uno freddo. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 34 / 37 Le modalità di conduzione • Per quanto riguarda le modalità di conduzione occorre tenere presente che: – in una prima fase l’attività va lasciata condurre quanto più è possibile ai bambini, e l’insegnante si limiterà a svolgere un semplice ruolo di moderatore, raccogliendo e organizzando proposte e suggerimenti provenienti dai bambini. Solo in un secondo momento l’insegnante potrà provvedere a una eventuale formalizzazione dei saperi emersi; – ci deve sempre essere un ampio coinvolgimento degli allievi ed è fondamentale che tutti partecipino attivamente svolgendo ciascuno il proprio ruolo. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Calore e temperatura Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche 35 / 37 I materiali • Per quanto riguarda i materiali da adoperare nel corso dell’attività occorre tenere presente che: – la scelta va fatta con una certa cura, tenendo conto delle condizioni di sicurezza; – essi vanno, preferibilmente, cercati fra gli oggetti familiari a bambini che devono essere sempre incoraggiati a partecipare attivamente alla realizzazione dell’attività, ricordando che l’appropriazione è parte fondamentale del processo di apprendimento. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche Calore e temperatura 36 / 37 Il quaderno di laboratorio • Per quanto riguarda Il quaderno di laboratorio occorre tenere presente che: – sul fronte allievo: • vanno annotati aspetti salienti, ipotesi, congetture, procedure, disegni, grafici, misure, … (ad esempio, i modi diversi con i quali è possibile raffreddare una tazza di tè indicando il modo più semplice oppure quello più rapido, freccia per indicare il verso di scambio del calore, colori diversi per segnalare le parti calde o fredde di un oggetto); – sul fronte docente: • il “diario di bordo” deve riportare la progettazione (scelta dei materiali (in relazione al calore specifico o alla conducibilità termica), misure eseguite, …); • le modalità di conduzione con il relativo razionale delle scelte operate (gioco, simulazione, esperimento, domande aperte, …); • le modalità di valutazione. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative Calore e temperatura Laboratorio di Preparazione di Esperienze Didattiche 37 / 37 La valutazione • Per quanto riguarda la valutazione occorre tenere presente che: – deve riguardare solo pochi aspetti specifici relativi al concetto di energia; – sul fronte allievo: • verificare se il bambino identifica correttamente le grandezze che intervengono, come forze e spostamenti, dando alle forze il nome corretto; • verificare se i bambini hanno acquisito la prassi di esprimere correttamente le misure fatte specificando, oltre al numero, l’unità di misura usata; • verificare se separano correttamente i concetti di forza e di energia esprimendo ciascuna grandezza con le relative unità di misura; – sul fronte docente: • va valutata l‘offerta didattica, ovvero, la scelta, la preparazione, l’attacco, il linguaggio, la conduzione dell’attività, l’adeguatezza dei materiali usati, la riuscita generale. Ivan Guastella - Università di Palermo Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative