Valeria Sassanelli L'edificio a piastra, tipo del Moderno o landscraper? Il tipo a piastra, anagraficamente giovane, nasce con il Movimento Moderno. Partendo dalla definizione il testo analizza le sue declinazioni ed evoluzioni, da Le Corbusier all’edificio landscraper. L’espressione italiana tipo a piastra è riconosciuta e utilizzata sia dagli addetti ai lavori sia nel linguaggio comune, sembra mancare tuttavia una sua trattazione specifica, una pubblicistica e una definizione. L'edificio a piastra è un organismo architettonico che sviluppa fortemente la dimensione orizzontale determinando una figura a profilo basso in cui la copertura ricopre simbolicamente il ruolo di prospetto dell'edificio e rappresenta quasi l'unico elemento di relazione con il contesto. Il piano astratto di copertura non ha forma propria ma viene usato piuttosto come vassoio per distribuirvi corpi emergenti significativi e di piccole dimensioni. Alla superficie prevalente della copertura corrisponde un'organizzazione fluida e diversificata dell'interno caratterizzato dall'assenza di gerarchie, flessibile e divisibile. La piastra è inoltre caratterizzata da una maglia strutturale solitamente uniforme che definisce un sistema geometrico omogeneo, prevalentemente ad impianto ortogonale, con possibili complessità ed intersezioni con altri sistemi e di norma indifferente all’organizzazione spaziale interna. Essa può essere definita un condensatore funzionale, infatti sotto la superficie unificante della sua copertura coabitano molteplici attività potenzialmente rappresentative della mixité urbana. Origine, la piastra tipologia del Moderno Il tipo a piastra nasce con il Movimento Moderno e comprende nei suoi fondamenti concettuali i postulati formulati da Le Corbusier: presuppone uno spazio interno fluido, l'uso del plan libre, del toit-jardin e della façade libre, con una tendenza all'estremizzazione della fenêtre en longueur, fino alla sua riduzione a segno minimale o alla sua scomparsa. L’immaginario collettivo del piano orizzontale Lavorare sulla superficie orizzontale libera vuol dire riflettere sul tema del vuoto e dell’assenza. Il piano orizzontale può innescare un processo rifondativo e rigenerativo nella sua appropriazione. Come negli scenari evocativi rappresentati da Superstudio, la superficie orizzontale astratta simboleggia un azzeramento rispetto al passato, una piattaforma libera e incontaminata per un’architettura e una vita futura rifondate. Declinazioni del tipo a piastra • Percorso come elemento generatore. La grande estensione orizzontale dell’edificio a piastra può trasformare i percorsi interni in elementi strutturanti e unificanti del progetto, configurando un piccolo brano di città con strade e volumi edificati: si tratta di strutture permeabili al vuoto e al pubblico accesso. • Continuità spaziale interna versus suddivisione. La fluidità e la continuità dello spazio interno possono essere usate come strumento linguistico nella definizione degli spazi interni. Tuttavia l’articolazione in volumi separati non impedisce la fluidità dello spazio interno, favorita anche dalla trasparenza delle membrane che lo definiscono e può costituire una vera e propria poetica del progetto. • La piastra come spazio di mediazione all’interno di un organismo architettonico complesso. Sono comunemente definiti edifici a piastra anche quelli che svolgono un ruolo di mediazione tra il suolo e uno o più corpi alti, così da coniugare l'articolazione volumetrica di un organismo architettonico complesso. Evoluzione del tipo a piastra • Attenzione verso le forme territoriali. L’attenzione che fino a ieri era rivolta soprattutto al carattere urbano del progetto di architettura oggi si sta orientando verso le forme del territorio, con un nuovo protagonismo delle strategie che attengono allo sviluppo sostenibile e alla qualità nelle trasformazioni territoriali. La scelta del tipo a piastra può essere legata al contesto: altezze contenute corrispondono a maggiore mimetismo e continuità con un ambiente di pregio, per lo più pianeggiante o costituito da edifici bassi. • Ruolo urbano della copertura, superficie sensibile. Una delle evoluzioni dell'edificio a piastra sta nel ruolo svolto dalla sua copertura che diventa sempre più luogo urbano e tramite di relazioni, ossia luogo vissuto. • • Ruolo urbano della copertura, volume tettonico. Si tratta di volumi che si estendono su un grande piano orizzontale sospeso, sotto il quale, al livello del suolo, si sviluppa tutta la propensione pubblica e urbana dell’insieme con spazi prevalentemente aperti che spesso assolvono al ruolo di cerniera dei nodi infrastrutturali sottostanti. Alla scala urbana la copertura sembra avere un valore secondario, soppiantata dal taglio orizzontale all’altezza del terreno che penetra sotto e dentro la piastra. Ricucire contesti storici. Sebbene il tipo a piastra sembri incompatibile con i tessuti storici consolidati, tanto per dimensioni e proporzioni che per nascita, esso viene usato anche in tali contesti con un ruolo di completamento e ricucitura dei vuoti urbani. Futuro, dalla piastra al landscraper Tra le declinazioni emerse del tipo a piastra, quella che sembra portatrice di maggiori istanze innovative è proprio l‘attenzione verso le forme territoriali, ossia la sua valenza paesaggistica favorita dalla forte aderenza al suolo e la sua propensione alle relazioni con il contesto. In questo senso il futuro della piastra sembra tutto condensato nella sua copertura, non più superficie ma membrana, pelle adattabile al suolo, ai margini e al contesto, un frammento di paesaggio o di città. L’edificio a piastra si comporta dunque come landscraper, tende al non visibile e possiede la capacità di rivelare il territorio e il suolo. Vengono analizzati progetti di Le Corbusier, Van der Rohe, Wright, Niemeyer, Candilis, Roche e Dinkeloo, Berarducci, Gabetti e Isola, Fuksas, Perrault, SOM, Sanaa, Herzog e De Meuron, MVRDV, Koolhaas, Mateus, Mecanoo, Neutelings e Riedijk, Njiric & Njiric, Cannatà e Fernandes, Viaplana e Piñon.