L’ETA’ NAPOLEONICA (p. 245)
1. NAPOLEONE IN ITALIA (p. 246)
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Nel 1796 Napoleone fu inviato in Italia dal Direttorio per combattere contro l’esercito austriaco e
sardo. A seguito di numerose vittorie quasi tutta l’Italia passò sotto il dominio francese. Nei
territori occupati sorsero repubbliche di ispirazione giacobina,
basate sulla libertà e
sull’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge.
Nell’ottobre del 1797 Napoleone firmò con l’Austria il Trattato di Campoformio, con il quale, in
cambio del riconoscimento dei territori conquistati, cedette all’Austria la Repubblica di Venezia;
ciò provocò grande delusione tra coloro che avevano considerato Napoleone un liberatore
dall’assolutismo asburgico.
All’inizio del 1799 quasi tutta l’Italia era sotto il dominio francese. Le nuove repubbliche “sorelle”
adottarono leggi e ordinamenti simili a quelli in vigore in Francia, ma godevano di un’autonomia
limitata (gli eserciti occupanti esigevano tasse elevate e compivano frequenti requisizioni di cibo e
ricchezze).
Nell’estate del 1799 una coalizione antifrancese fece crollare le repubbliche italiane e ne
restituirono il controllo agli antichi regnanti che non esitarono a giustiziare coloro che avevano
sostenuto l’occupazione francese (soprattutto nella repubblica partenopea furono condannati a
morte molti intellettuali filo francesi)
2. DAL CONSOLATO ALL’IMPERO (p. 249)
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Nel 1798 Napoleone attaccò l’Egitto, con l’intenzione di colpire l’Inghilterra. Dopo una vittoria
contro gli egiziani subì una sconfitta dagli inglesi (battaglia di Abukir). Tornato in Francia , il 18
brumaio 1799, Napoleone, con un colpo di stato, si pose a capo di un Consolato (Sieyès, Ducos e
Napoleone).
Una nuova Costituzione entrò in vigore nello stesso anno a seguito di un plebiscito popolare. Tale
Costituzione affidava il governo al primo console (Napoleone), affiancato dagli altri due consoli
come consiglieri. Il primo console nominava i ministri, i giudici e i membri del Consiglio di Stato che
aveva il potere legislativo.
La Costituzione prevedeva il suffragio universale maschile, anche se il parere popolare era del
tutto inascoltato, visto che il console deteneva direttamente il potere esecutivo e controllava
quello legislativo. Fu limitata la libertà di espressione (molti giornali furono soppressi e la polizia
faceva arrestare chi esprimeva critiche all’operato del governo).
Nel 1801 Napoleone stipulò col papa Pio VII un Concordato, col quale il cattolicesimo veniva
riconosciuto come religione ufficiale. La Chiesa in cambio accettava di sottomettersi allo Stato.
Nel 1802 con un nuovo plebiscito napoleone si fece riconoscere la carica di console a vita e nel
1804 diventò imperatore dei francesi.
3. L’ORGANIZZAZIONE DELL’IMPERO (p. 251)
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Ora che la Francia è di nuovo retta da una monarchia non si verificò però un ritorno al passato. Le
leggi dello Stato erano uguali per tutti, così come tutti dovevano pagare le tasse. Tuttavia i
francesi avevano, con i plebisciti, attribuito a Napoleone tutti i poteri decisionali.
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Napoleone realizzò importanti riforme:
 Il Codice civile (1804)
 Obbligo del servizio militare
 Uniformità del sistema dei pesi e delle misure e di quello fiscale
 Divisione del territorio in dipartimenti, a capo dei quali c’era un prefetto nominato dal
governo alle cui dipendenze operavano funzionari, sempre nominati dal governo. Ogni
dipartimento era suddiviso in cantoni, guidati da un sottoprefetto; i cantoni erano
composti da comuni, guidati da un sindaco. Se un funzionario era inefficiente veniva
licenziato, se lavorava con impegno otteneva promozioni.
 Riforma del sistema scolastico: furono fondati licei statali gratuiti, università e scuole
politecniche nelle quali ci si specializzava in matematica e ingegneria.
 Vengono ripristinati gli antichi titoli nobiliari; a questi nuovi nobili spettavano onori ma
non privilegi (avevano gli stessi diritti e doveri degli altri cittadini)
4. NAPOLEONE E L’EUROPA (p. 253)
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Tra il 1805 e il 1806 le maggiori potenze europee si allearono contro Napoleone che vinse contro gli
austriaci e i russi (Austerlitz 1805) e i prussiani (Jena 1806). Lo zar Alessandro I firmò con la Francia
la pace Di Tisit (1807). Solo l’Inghilterra resisteva, grazie alla superiorità sui mari, mantenuta con
una potente flotta e dimostrata nella vittoria di Trafalgar (1805).
Napoleone pensò di indebolire l’Inghilterra danneggiandone il commercio. Con un blocco
continentale impose a tutti i porti dei paesi sottomessi di respingere le navi mercantili inglesi.
Questo blocco fu aggirato con traffici clandestini di contrabbando.
Le conquiste di Napoleone continuarono: anche la Spagna e lo stato Pontificio passarono sotto il
controllo francese. Con il matrimonio con Maria Teresa d’Asburgo strinse un’alleanza con l’Austria.
5. L’ITALIA NAPOLEONICA (p. 255)
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Il Regno d’Italia fu affidato da Napoleone al figliastro Eugenio di Beauharnais, il Regno di Napoli al
cognato Gioachino Murat.
Fu proclamata l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, vennero aboliti i diritti feudali e i
privilegi del clero e dei nobili.
Entrò in vigore il Codice civile
Venne introdotto il matrimonio civile (era concessa la possibilità del divorzio)
Furono istituite scuole elementari gratuite
Fu reso obbligatorio il servizio militare (molte furono le diserzioni soprattutto tra i cittadini più
poveri.
Tali misure suscitarono il malcontento dell’aristocrazia, della Chiesa e, in parte, anche dei ceti più
umili. Furono viste con favore solo dalla borghesia, che apprezzava la possibilità di accedere a
incarichi di prestigio e fare carriera.
6. IL CROLLO DI NAPOLEONE (p. 257)
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In Spagna nel 1808 la popolazione insorse contro il dominio francese e, grazie all’appoggio
dell’Inghilterra, riuscirono a liberarsene (1813).
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Nel 1812 Napoleone decise di invadere la Russia, anche per punirla del fatto di continuare a violare
il blocco continentale e di avere rapporti commerciali con l’Inghilterra. I russi adottarono la tattica
di ritirarsi senza combattere, bruciando raccolti e villaggi. I francesi arrivarono a Mosca in inverno e
furono costretti alla ritirata, resa tragica dal freddo dalla fame (su 700 000 soldati ne tornarono in
patria solo 200 000).
Nel 1813 inglesi, russi, prussiani e austriaci si coalizzarono e nella battaglia di Lipsia (1813)
riuscirono a sconfiggere Napoleone e a marciare su Parigi. Nel 1814 Napoleone abdicò e si ritirò
nell’isola d’Elba. In Francia tornò sul trono Luigi XVIII. Nel novembre 1814 i rappresentanti degli
Stati vincitori si riunirono in congresso a Vienna per Ridefinire i confini europei.
Napoleone fuggì dall’isola d’Elba, si insediò sul trono e riorganizzò l’esercito. Dopo 100 giorni una
nuova alleanza europea lo sconfisse definitivamente a Waterloo (giugno 1815). Napoleone fu
esiliato nell’isola atlantica di Sant’Elena dove rimase fino alla morte (1821).
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