PRIMA GUERRA MONDIALE (1914-1918)
Instabilità europea e le cause della guerra
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Stati Uniti, ma soprattutto Germania emerge prepotentemente (in economia,esercito,indust)
Non vi erano più terra da spartire per ampliare i propri mercati e questo accentua la lotta per la
supremazia
Rapida crescita economica e industriale della Germania (politica estera aggressiva) che
preoccupava sia la Russia che l’Inghiterra. (causa di maggiore instabilità)
La dissoluzione dell’impero Ottomano .
Rivalità a Oriente: rival. Austro-Russa gli Austro-Ungarici controllavano dal 1878 la BosniaErzegovina e condizionavano la Bulgaria. I Russi sostenevano la Serbia che mirava alla
costituzione di uno stato indipendente per gli slavi del sud (ostacolando di fatto le mire
espans.dell’Austria-Ungheria)
Rivalità Austro-Russa a Occidente : La Russia era preoccupata di una espansione tedesca in europa
centrale, l’Austria-Ungheria era minacciata dalle rivendicazioni italiane sulle porzioni di
territorio trentino e della Venezia Giulia.
Affermazione di forme di nazionalismo antidemocratiche e imperialistiche nei vari stati europei.
In Francia il sentimento antitedesco di rivincita (revanche) dopo la perdita dell’Alsazia e della
Lorena (1870-71).
Aspirazioni tedesche nazionaliste miranti alla costituzione di una “grande germania” costituita
dall’unione di tutte le popolazioni tedesche d’europa e conseguente propensione militarista.
Entusiasmo patriottico tocca larghi settori dei partiti socialisti europei : I socialdemocratici
tedeschi voglio difendere la patria dalla “barbarie russa”, i socialisti francesi propugnavano una
“sacra alleanza” contro il militarismo prussiano. La direttiva della Seconda Internazionale
(organizzazione dei partiti socialisti) di contrastare le politiche della guerra non riuscirà a
concretizzarsi.
Scoppio della guerra.
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Il pretesto per la guerra fu l’assassinio dell’erede al trono dell’Austria-Ungheria Francesco
Ferdinando da parte di un nazionalista filoserbo (Gavrilo Princip) a Sarajevo (28 giugno 1914),
capitale della Bosnia-Erzegovina.
Ultimatum alla Serbia.
L’Autria dichiara guerra alla Serbia
L’esercito Russo si mobilita per difendere la Serbia
La Germania il 1° Agosto dichiara guerra alla Russia, e nel contempo invade prima il Lussemburgo
poi il Belgio neutrale.
Il 3° Agosto dichiara guerra alla Francia e all’Inghilterra. Lo stesso giorno l’Italia si dichiara neutrale
(non era stata avvisata dell’ultimatum alla Serbia e interpretava la Triplice a solo scopo difensivo)
23° Agosto il Giappone si chiara con l’Intesa al fine di impossessarsi delle colonie tedesche in
oriente.
Il 1° Novembre la Turchia si schiera con gli imperi centrali (Austria-Ungheria, Germania)
Molti pensavano ad una guerra veloce (non Giolitti).
La Germania mise in atto il piano “Schlieffen” che prevedeva un massiccio attacco alla Francia sul
fronte occidentale e dopo averla sconfitta poter ridirigere tutte le forze a oriente contro la Russia.
o Sul fronte occidentale : Prima vittoria tedesca nella “battaglia delle frontiere” avanzata tedesca
(40km da Parigi)
o Contrattacco francese “battaglia della Marna” (il fronte si stabilizza su una linea di 750km dal
mare del nord alla svizzera)
o Sul fronte orientale : I tedeschi sconfiggono ripetutamente i Russi (Battaglia dei Laghi :
perdono la vita oltre 250.000 russi), ma anche qui il fronte si stabilizza soprattutto a causa
dell’avanzata dei Russi fino ai Carpazi e grazie al contenimento da parte della Serbia delle
armate austro-ungariche.
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Gli stati maggiori, convinti inizialmente di una guerra feroce, ma rapida si devono rassegnare ad
una logorante guerra di posizione caratterizzata da strategie di usura e di logoramento messe in
atto da entrambi i fronti. La guerra si combatte quindi nelle trincee, dove i morti cadono a
migliaia solo per avanzare di qualche decina di metri. (battaglia della “Somme” 1916 cadono 500k
tedeschi, 410k inglesi, 340k francesi)
La guerra di trincea, molto differente rispetto alla classica guerra campale, faceva vivere i soldati in
condizioni insopportabili : tra il freddo e il fango, in condizioni igienico-sanitarie pessime, spesso
affamati e mal vestiti. Molti erano gli ammutinati anche a causa della pessima guida dei generali. I
soldati in prima linea vivevano in uno stato di allerta permanente e spesso venivano armati di
baionette venivano mandati al suicidio all’assalto della trincea nemica.
L’Italia dal neutralismo all’interventismo.
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Allo scoppio della guerra l’Italia si dichiara neutrale. Il governo di Salandra si manteneva sulla
linea della prudenza mentre scoppiava una acceso dibattito tra interventisti e neutralisti.
Le posizioni neutraliste e interventiste attraversavano tutti gli schieramenti politici.
Si opponevano alla guerra: gran parte dei liberali ispirati da Giolitti, i Cattolici (in conformità
all’orientamento pacifista di Benedetto XV) e i socialisti che costituivano la componenti più ostile
alla guerra e favorevole alla neutralità assoluta.
Gli interventisti erano : gli interventisti democratico-risorgimentali (repubblicani, radicali,
socialisti riformisti), il movimento nazionalista che era il più attivo segmento interventista e gli
interventisti rivoluzionari (anarchici e sindacalisti rivoluzionari) convinti che la partecipazione al
conflitto avrebbe indebolito il capitalismo e l’ordine borghese. Ad essi si unì anche il direttore di un
giornale socialista “Avanti” : Benito Mussolini, espulso dal partito socialista e fondatore di un
nuovo giornale “Il Popolo d’Italia”.
L’Austria fa promesse vaghe e generiche in cambio della neutralità italiana e Salandra inizia a
trattare con l’Intesa soprattutto per seguire motivi di ispirazione risorgimentale e ambizioni di
potenza (espansione nel Balcani e controllo dell’Adriatico). Inoltre Salandra puntava al
rafforzamento delle forze liberali di destra attraverso alleanza con Cattolici e Nazionalisti e
convergenza con la borghesia produttiva, gerarchie militari e la corona.
26 Aprile 1915, con il consenso del Re e all’insaputa del Parlamento venne siglato il “Patto di
Londra” col quale l’Italia si impegnava ad entrare in guerra entro un mese affianco dell’Intesa.
Il 24 Maggio 1915 quindi l’Italia dichiara dunque guerra all’impero Austro-Ungarico , ma non
alla Germania (fino all’8 agosto 1916). In Italia si marca la divisione tra neutralisti e interventisti.
Determinante per capire il caso italiano era la mancanza di un forte sentimento di appartenenza ad
una stessa nazione. Da un certo punto di vista, il confrontarsi e combattere contro un nemico unico
ed esterno costituiva, pur nella drammaticità dell’evento, il primo momento di partecipazione
collettiva, la prima vera esperienza di massa che coinvolse tutte le fasce e i ceti sociali.
1915-1916 : due anni di guerra di logoramento nelle trincee
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Nel 1915 i Francesi tentarono di spezzare le linee Austro-Ungariche attaccando ripetutamente e
perdendo oltre 1.300.000 uomini per poi ripiegare su un atteggiamento difensivo.
In Ottobre la Bulgaria si schiera con gli Imperi Centrali.
Sul fronte orientale i tedeschi riescono a sfondare le linee russe e avanzano fino alla Polonia e alla
Lituania.
Alla fine del 1915 i tedeschi tentano lo sfondamento sul fronte occidentale cercando di logorare
i francesi nella difesa di un obiettivo altamente simbolico : Verdun. Dopo sette mesi di
combattimento e quasi un milione di morti, Verdun rimane inespugnata.
Estate 1916 una controffensiva Russa rompe il fronte austriaco e occupa la Galizia, ma non
vengono rovesciate le sorti del conflitto.
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Luglio-Novembre 1916 la battaglia della Somme scatenata da Francesi e Inglesi per alleggerire il
peso su Verdun portò ad un ennesima carneficina senza mutamenti negli schieramenti.
In Italia il fronte si stabilizza su una linea di 600km da Trieste alla Svizzera. Del Giugno 1915
al settembre 1917 si susseguirono undici sanguinose battaglie dell’Isonzo con l’unico risultato
positivo dalla conquista di Gorizia che durante la Strafexpedition (spedizione punitiva austriaca) era
stata occupata insieme al’altopiano dell’Asiago. I Soldati italiani, durante la controffensiva, furono
sottoposti alla durissima vita di trincea, avvicendati spesso con lentezza e governati malamente dalla
ferrea disciplina imposta da Cadorna.
I fronti di guerra fuori dall’Europa non ebbero un’importanza rilevante durante il conflitto, ma
giocarono un ruolo determinante negli assetti politici dopo il 1918. Il Giappone condusse la guerra
in modo autonomo tentando anche di espandere la sua influenza alla Cina, cosa che l’Inghilterra
non consentì.
Quando l’impero Ottomano si unì agli Imperi Centrali, Francia e Inghilterra fomentarono la
ribellione dei popoli arabi che vivevano dentro i suoi confini promettendo loro l’indipendenza,
mentre segretamente con Russia e Italia si concorda la spartizione dei loro territori: la Mesopotamia
(Iraq) all’Inghilterra, la Siria alla Francia, Costantinopoli alla Russia e Smirne (Turchia) all’Italia.
Inoltre il governo Inglese prospettò agli Ebrei sionisti il ritorno nella terra promessa e la
possibilità di creare uno stato nazionale in Palestina : sarà questo il primo germe dei tragici
contrasti tra ebrei e arabi.
La prima “guerra mondiale” della storia.
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Caratterizzano questo conflitto mondiale :
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La lunga durata (quattro anni) e il coinvolgimento a livello planetario.
o
Sul piano tecnologico, furono sperimentate nuove tecniche (guerra di trincea) e utilizzate
nuove armi (mitragliatrice, carri armati, gas, etc.)
o
Fattori importantissimi furono : la “guerra psicologica” cioè la capacità di motivare le truppe
dopo lunghi mesi in trincea e la propaganda di massa impegnata ad esaltare le vittorie e
mascherare le sconfitte al fine di stimolare il patriottismo.
o
La mobilitazione investì tutti : soldati e civili, città e campagne.
La tecnologia al servizio della guerra aveva consentito l’uso di nuove e micidiali armi : bombe a
mano, lanciafiamme, mitragliatrici, alle quali si aggiunsero i carri armati usati per la prima volta dai
tedeschi come una vera e propria arma segreta. Furono per la prima volta usati i Gas tossici.
L’aviazione fu usata intensamente, prima con i dirigibili poi vista la loro vulnerabilità con gli aerei
armati di mitragliatrici e bombe. La guerra navale, soprattutto con incrociatori e sottomarini fu
intensa e determinante.
L’apparato bellico poté quindi avvalersi delle numerose fabbriche e industrie civili, celermente
convertite alle nuove necessità belliche. Le popolazioni erano sempre più partecipi alle vicende
belliche : le donne sostituivano gli uomini negli stabilimenti industriali; le città rappresentano la
retroguardia del fronte, dove si concentrano truppe e armamenti e dove avevano luogo i primi
bombardamenti. Cambiavano i costumi e le abitudini condizionati dall’inurbamento di nuove fasce
di popolazione rurale e dalla sempre più massiccia occupazione femminile (in Inghilterra le
operaie arrivarono a 800.000 e a 180.000 in Italia).
Le donne divengono le protagoniste della vita civile organizzando manifestazioni contro il costo
della vita e manifestando per avere il diritto di voto. Gli strumenti di propaganda e di
condizionamento dell’opinione pubblica divennero sempre più importanti : i giornali divennero
organi politicamente schierati che fornivano informazioni sulle vicende belliche da posizioni
ideologiche distinte.
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Un anno cruciale : 1917
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La Russia lacerata dalla crisi interna lascia la guerra il 3 Marzo 1917 (Pace di Brest-Litovsk).
Durante la guerra la Russia visse una trasformazione politica destinata a incidere profondamente sui
destini del ‘900 : La Rivoluzione dell’Ottobre 1917. La guerra, con i suoi oltre due milioni di morti
tra i contadini russi mise a nudo le contraddizioni dell’autoritario stato zarista. Gli scioperi
organizzati a Pietrogrado contro le difficili condizioni di vita imposte dalla guerra. Nicola II
decise di reprimere duramente queste manifestazioni, ma i soldati si ribellarono fraternizzando con
gli operai. Il mattino del 12 marzo viene assaltato il Palazzo d’Inverno ponendo fine all’impero.
Un governo provvisorio cerco per alcuni mesi di reggere il paese e di continuare la guerra, ma dopo
un tentativo di colpo di stato i bolscevichi guidati da Lenin diedero vita a un’insurrezione che li
portò alla presa del potere (25 Ottobre calendario russo).
Il 2 Aprile 1917 gli Stati Uniti entrano in guerra contro l’impero austro-ungarico, il 7 dicembre
la dichiarazione di guerra è estesa alla Germania. Dopo l’affondamento della nave inglese
Lusitania, gli Stati Uniti manifestavano sempre una maggiore ostilità nei confronti della
Germania. Da quel momento si intensificarono gli scambi commerciali con l’Intesa fino a creare
una sorta di vincolo di dipendenza per quanto riguarda il rifornimento di generi alimentari e armi ,
queste ultime per un ammontare di oltre 2 miliardi di dollari. Contemporaneamente gli USA
concedevano un prestito agli stati dell’intesa per circa 7,7 miliardi di dollari divenendo i
maggiori creditori al mondo e il principale polmone finanziario del pianeta. L’obiettivo di
diventare arbitro della pace tra gli stati perseguito dal presidente Woodrow Wilson sembrava
imporre la partecipazione degli USA alla guerra soprattutto dopo che la Germania aveva
dichiarato un’indiscriminata guerra sottomarina. Questa guerra sottomarina, abbattendo le navi
di qualsiasi bandiera, minava duramente l’economia statunitense e gli interessi americani in europa.
Gli USA parteciparono al conflitto come paese “associato” e non “alleato” in tal modo il governo
di Winson intendeva sottolineare i differenti intenti americani, intendi di “guerra democratica”
rispetto a quelli delle potenze europee ovvero “guerre di espansione imperialistica”. Wilson volle
ribadire i suoi intenti di portatore di pace con i suoi “14 punti” resi noti nel Gennaio 1918.
Il 1917 fu un anno cruciale anche per l’Italia. Un attacco Austro-Tedesco nella notte del 24
ottobre 1917 nell’alta valle dell’Isonzo dei pressi di Caporetto causava il cedimento della II
armata rendendo necessario il ripiegamento generale sulle linee italiane per pausa di un possibile
sfondamento da parte dell’esercito austriaco che avanzò per 150km. La ritirata si trasformò in
disfatta con oltre 650.000 morti, 40.000 feriti, 265.000 prigionieri e 350.000 sbandati.
Fortunatamente il ritiro ordinato della III° e IV° armata che formavano le ali consentì di
allestire una linea di difesa sul Monte Grappa e sul fiume Piave che a costo di grandi perdite
consenti di arrestare l’avanzata austriaca. Poco dopo il generale Armando Diaz sostituì il generale
Cadorna. Il nuovo generale migliorò il trattamento dei soldati e alimentò il loro sentimento
nazionale. Ciò permise l’anno successivo il contrattacco dell’esercito italiano e la vittoria finale a
Caporetto, che consentì l’avanzata italiana fino a Trento e Trieste e portò all’armistizio il 4
Novembre 1918.
Estratto da i “14 punti di Wilson”
1) trattati pubblici conclusi apertamente al termine dei
quali non vi potranno essere accordi privati di alcuna
natura.
2) Libertà assoluta di navigazione nei mari sia in
tempo di pace che di guerra (escluse acque territoriali
o mari chiusi per azioni int.li)
3) soppressione delle barriere economiche e
condizioni comm.li uguali per tutte le nazioni.
4) riduzione armamenti nazioni al limite .
5) composizione libera delle rivendicazioni coloniali
basata sul principio che gli interessi delle popolazioni
interessate dovranno avere ugual peso delle domande
del governo sovrano.
6) diritto di ogni nazione all’indipendenza.
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La fine della guerra e i difficili equilibri post-bellici
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Inizio del 1918 : l’iniziativa era ancora in mano agli Imperi Centrali. Tra Marzo e Luglio furono
lanciate delle offensive che costrinsero gli anglo-francesi ad arretrare sulla linea della Marna.
Nel Luglio 1918 intervengono le prime divisioni statunitensi, viene sferrato un ennesimo
contrattacco sino alla vittoria di Amiens che vide un massiccio uso di carri armati e il primo
grosso crollo dei tedeschi.
Nelle settimane successive le truppe dell’Intesa riguadagnarono i territori persi nel 1914
costringendo la germania a chiedere l’armistizio, concesso l’11 novembre 1918.
Quasi nove milioni di uomini erano morti (650.000 italiani), e altri 12 milioni i feriti, ma i morti
saliranno a oltre 25 milioni a causa delle epidemie tra le quali tristemente famosa quella di
influenza detta “spagnola”. Il commercio europeo era bloccato, le campagne improduttive, le
industrie assorbite dalla produzione militare. Solo gli USA (e in parte l’Inghilterra per i suoi
possedimenti coloniali) uscirono dal conflitto non indeboliti poiché creditori di molti paesi ed
esportatori di alimentari e materiali vari, anzi ne usciranno tecnologicamente e produttivamente
avanzati.
Oltre alle devastazioni, in europa si presentava uno scenario di estrema instabilità. I trattati di
pace preceduto dalla Conferenza di Parigi (1919-1920) furono quindi il risultato della ricerca di un
equilibro tra le richieste di risarcimento agli sconfitti e l’esigenza di una generale stabilità. I paesi
vincitori (Usa, Gran Bretagna, Francia e in misura subordinata l’Italia) erano divisi tra loro. I
Francesi volevano una germania permanentemente indebolita, mentre gli inglesi erano
preoccupati che la Francia divenisse la principale potenza continentale. Agli americani, pur non
nutrendo particolari interessi premeva che venissero rispettati i “14 punti di Wilson” e in
particolare il principio di nazionalità. I trattati di pace quindi non eliminarono e tensioni e
lasciarono l’europa in un equilibrio precario, percorsa da odi e rancori tra le nazioni.
Il trattato di Versailles (28 giugno 1919) con la Germania : fu imposto ai tedeschi in maniera
unilaterale e fu vissuto come una prevaricazione. Si stabiliva :
o
La restituzione alla Francia di Alsazia e Lorena
o
Ll diritto temporaneo ai francesi di sfruttamento del bacino carbonifero della Saar
o
La cessione di territori alla Polonia e alla Danimarca
o
La riduzione dell’esercito
o
La creazione di una zona smilitarizzata
o
La completa riparazione dei danni di guerra
o
La rinuncia a tutti i possedimenti coloniali.
Il trattato di Saint Germain (10 settembre 19199 con l’Austria : fu obbligata a smilitarizzare
l’esercito e a smembrare l’impero, con la cessione del Trentino, dell’Alto Adige, dell’Istria e di
Trieste all’Italia.
Con i trattati di pace alcuni dei problemi del 1914 erano stati appianati, ma altri si erano
aggravati, soprattutto quelli relativi alle minoranze nazionali all’interno degli stati di nuova
formazione : di li a poco le nuove spinte di revisione dei trattati lo avrebbero dimostrato. Il mondo e
soprattutto l’Europa erano cambiano, ma l’instabilità che aveva condotto al conflitto era lungi
dall’essersi appianata, anzi si era acuita.
Il 28 aprile 1919 su ispirazione del presidente Woodrow Wilson nell’ambito della conferenza di
pace di Parigi nasce “La Società delle Nazioni”, la prima organizzazione politica sopranazionali
permanente. Il suo compito sarebbe stato quello del mantenimento della pace : i paesi aderenti si
impegnavano al rispetto della reciproca sovranità ed indipendenza. L’unico strumento a
disposizione consistenza nelle sanzioni economiche. Di fatto la “Società delle Nazioni” fu limitata
dall’esclusione di paesi come la Germania, l’Unione Sovietica e l’autoesclusione degli stessi
Stati Uniti (a causa del fatto che i repubblicano conquistarono la maggioranza in parlamento e non
avvallarono il budget di spesa che il presidente aveva previsto per tale adesione)
La pace quindi fù un compromesso imperfetto in cui il riconoscimento del principio di
nazionalità non coincideva con gli interessi dei vincitori. Fu inoltre anche un compromesso
contraddittorio incapace di creare un equilibrio duraturo politicamente legittimato.
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