Conclusioni Negli ultimi anni la risonanza magnetica ha assunto una sempre più rilevante importanza nell’ambito dell’imaging biomedico, in quanto esame diagnostico non invasivo ed altamente performante. Ciò ha portato nuove esigenze progettuali quali la realizzazione di bobine dedicate a particolari organi o sezioni del corpo. In questo panorama si inserisce il lavoro presentato: in seguito ad un’analisi dei principi fisici della risonanza magnetica e della teoria delle bobine a radiofrequenza, attori principali nella costruzione di un’immagine attinente alla realtà e di qualità, sono presentati alcuni algoritmi numerico-elettromagnetici. Si è quindi scelto fra questi il metodo dei momenti perché ritenuto, per le caratteristiche intrinseche, il metodo che garantisce il miglior compromesso fra convergenza e complessità computazionale. Dopo un’accurata descrizione della teoria relativa al metodo, si è passati all’applicazione dello stesso a conduttori filari. La messa a punto dell’algoritmo è stata fatta con un antenna dipolare ed i risultati ottenuti hanno confermato appieno la teoria dei campi elettromagnetici relativa. La successiva simulazione di bobine di superficie a geometria circolare ha fornito, anche in questo caso, risultati che accordano con i valori teorici e con le caratteristiche sperimentali presenti in letteratura. Difatti si è osservata una rapida diminuzione del campo magnetico sia all’aumentare della distanza dal piano di giacenza della spira che dai bordi della stessa. Queste stesse caratteristiche sono state rilevate anche nella simulazione di un’altra bobina di superficie, la bobina butterfly. Come noto da letteratura, e confermato dalle simulazioni, le bobine di superficie presentano una piccola zona di sensibilità (piccolo FOV), unitamente, per le caratteristiche geometriche, ad un elevato rapporto SNR. Per ovviare al problema del ridotto FOV la soluzione attualmente usata è quella di combinare più surface coil in una matrice detta phased array, il cui problema principale però è l’accoppiamento mutuo, fonte di elevato peggioramento della qualità dell’immagine. Si è quindi costruito un simulatore che fornisca al progettista di tali oggetti la possibilità di individuare il punto di minima mutua induttanza fra le bobine costituenti il phased array, partendo esclusivamente dalle caratteristiche geometriche delle stesse. Le simulazioni fornite confermano ancora una volta i risultati sperimentali presenti in letteratura. Assodata perciò la buona convergenza dei software realizzati si è passati alla simulazione dell’andamento della mutua induttanza in un phased array di bobine butterfly, e alla simulazione del campo generato sia dal phased array di bobine circolari che butterfly.