PALERMO ITINERARIO KALSA DIRETTO DA MARIO SCOTTO CITTA’ DI PALERMO Assessorato al Turismo Servizio Turismo e Promozione Turistica Servizi territoriali per il turista PALERMO ACCESSIBILE Loggia-Castellammare, Tribunali-Kalsa, Palazzo Reale - Albergheria e Monte di Pietà-Capo. Questi quattro mandamenti nascono dalla intersezione delle due principali arterie storiche Palermo, una città in cui ogni via, ogni vicolo o cortile è una della città: il Cassaro (corso Vittorio Emanuele), arteria principale scoperta, in cui ogni momento è una sorpresa, uno stupore. di origine araba che collega il mare alle colline; e la seicentesca Sfortunatamente si presenta ai nostri occhi piena di tanti via Maqueda, che diede alla topografia della città arabo-fenicia il piccoli ostacoli che la rendono difficilmente accessibile. Per suo tipico aspetto cruciforme. Nel centro storico sono censiti 343 questa ragione l’Assessorato al Turismo ha redatto la Guida palazzi, 156 chiese ed oratori, 66 tra conventi e monasteri e 63 “Palermo Accessibile” come strumento prezioso per lasciarsi edifici specialistici civili. accompagnare alla scoperta della città. La guida rientra in un ampio progetto incentrato sull'accoglienza della città di Palermo, e si propone l'intento specifico di rimuovere gli ostacoli fisici e culturali che si oppongono alla fruizione delle opere d’arte, incontrando le esigenze di clienti fruitori caratterizzati spesso da una particolare sensibilità e capacità di attenzione. PRINCIPI filo conduttore, in ogni itinerario turistico: percorso presenta le migliori condizioni possibili di accessibilità, comunicazione e sicurezza d’uso che ne rendono facilitato il collegamento con i monumenti presenti nell’itinerario; principali, collegano episodi monumentali di rilevante interesse storico-culturale: 1) Itinerario Kalsa 2) Itinerario Teatro Massimo 3) Itinerario Vucciria-Castellammare 5) Itinerario Ballarò GUIDA: ciascun assi 4) Itinerario Quattro Canti Di seguito riportiamo i criteri principali utilizzati, secondo un La guida descrive otto itinerari turistici che, muovendosi lungo gli tutti i percorsi toccano almeno uno degli assi storici che dividono in mandamenti il centro storico, corso Vittorio Emanuele e via Maqueda. Il centro storico di Palermo si estende per circa 240 ettari, è 6) Itinerario Palazzo Reale 7) Itinerario Capo-Cattedrale 8) Itinerario Fiera Vecchia La descrizione di ogni itinerario è suddivisa in quattro sezioni informative: una scheda sintetica, contenente informazioni relative al percorso, al livello della fruibilità (in particolare per le persone diversamente abili), ed al tempo di percorrenza dell’itinerario; un sistema di icone, che è stato utilizzato per evidenziare l'accessibilità o la presenza di servizi; un dettaglio cartografico; ed informazioni storico-artistico-culturali, che seguono il percorso. diviso in quattro mandamenti denominati: ITINERARIO KALSA ITINERARIO KALSA Percorribile senza assistenza da persone non vedenti Scheda sintetica Accompagnatore consigliato per disabili su ruote percorso: porta felice mura delle Cattive via Butera corso Vittorio Emanuele piazza Marina via del Quattro Aprile via Alloro via Castrofilippo piazza Magione Attenzione! Monumento non accessibile Non accessibile Possibilità di parcheggiare via dello Spasimo via Torremuzza via Alloro Si consiglia la visita a piedi Si consiglia la visita in bicicletta Accessibile Giudizio relativo al livello di fruibilità Farmacia Posteggio Taxi ASL zona urbana: Aperta al traffico e pedonale distanza da percorrere: 3,00 tempo di percorrenza: 250 minuti visita museo Abatellis: 100 minuti 60 minuti museo delle marionette Polizia - Carabinieri km CIT Centro di informazione turistica Fermata Bus turistico Sosta carrozze Lavori di restauro Proprietà privata ITINERARIO KALSA ITINERARIO KALSA Descrizione Storico Storico--artistica Kalsa L’ articolato percorso interessa, oltre il Cassaro e piazza Magione anche l’antico quartiere della kalsa, da cui prende il nome. Dal nome “ Al-Halisah”, l’eletta, la Kalsa era il rione arabo formatosi nel X secolo quando i musulmani ebbero la necessità di trasferire e Porta Felice riorganizzare il loro centro direzionale nella zona portuale della Cala. Inizialmente era un sito extra moenia, al di fuori del tracciato urbano, che poi si configurò come una cittadella vera e propria, con le sue mura e porte. Nel XVI secolo il quartiere fu incorporato nel tessuto urbano, che intanto si era esteso, con la costruzione della nuova cinta muraria. Iniziamo la passeggiata da PORTA FELICE, città murata dal fronte mare in asse con la ingresso Porta alla Nuova più a monte: da qui con lo sguardo si abbraccia l’asse di Corso Vittorio Emanuele, in fondo Porta Nuova e la quinta naturale di monte Cuccio. Porta Felice, il cui nome deriva dalla moglie del vicerè Marcantonio Colonna, donna Felice Orsini, fu costruita a Fontana del Cavalluccio Marino più fasi: nel 1582 e poi dal 1602 al 1637, sotto la direzione dell’architetto due invece, interamente in arenaria, rivela nella sua partitura cornice architettonica un gusto espressamente rinascimentale. Nella bella aggettante. I due fronti hanno caratteristiche diverse: quello piazzetta semicircolare, piazza S. Spirito, si ammira la fontana del esterno, più maestoso, verso il mare, rivestito interamente da “CAVALLUCCIO imponenti Mariano piloni Smiriglio. indipendenti, E’ caratterizzata sormontati da una da MARINO”, opera del Marabitti risalente al 1700. marmo grigio, con elementi decorativi quali volute, fastigi e stemmi e, ai piedi dell’ edificio due fontane; il fronte interno, ITINERARIO KALSA Proseguendo Subito dopo si scorge il MUSICA, un settecenteschi PALCHETTO DELLA piccolo edificio sulla a via Butera palazzi: LAMPEDUSA, il cui ecco PALAZZO prospetto è padiglione con colonne ioniche e fregio arricchito da decorazioni in stucco, l’ex sul ALBERGO cornicione rivestito in marmo e TRINACRIA, sopraelevato rispetto la quota stradale. Il appartamenti nel 1911 e palchetto veniva utilizzato per concerti recentemente all’aperto. PALAZZO Tra il XVII e il XVIII secolo il ITALICO, FORO Veduta del Foro Italico, lungomare restaurato BUTERA, ed in infine il più fastoso e rappresentativo. Palazzo in principio diviso Butera, residenza di origini chiamato Strada Colonna dal nome del settecentesche dei Branciforte principi di suo fondatore e poi Foro Borbonico, era Butera, nel corso del XVIII secolo fu un’elegante ampliato passeggiata sul mare sino a raggiungere uno adornata da statue e da una balaustra spettacolare fronte unico di circa 120 m, continua decorato dove vi erano stabilimenti Montarone balneari e locali, luogo di feste e di spettacoli. da Foro Italico, passeggiata a mare pittori fu come ulteriormente Sassi e arricchito dopo l’incendio del 1759. Oggi ospita un grande giardino a prato e Oltrepassato un lungo cortile di ingresso, passeggiata lungo mare, meta di svago e un elegante scalone in marmo rosso relax mura conduce al piano nobile, dove una vasta vennero costruiti sontuosi palazzi con sala di introduzione ai saloni sorprende per ingresso da via Butera, che con ampie il suo omogeneo rivestimento in legno terrazze si affacciano sul mare. decorato da dipinti, che rappresentano i Scendendo si feudi della famiglia. Da qui inizia una lunga BUTERA, sfilata di festosi saloni decorati da stucchi, cittadino. immette le in Sulle scale VIA antiche ci di impianto risalente al XV secolo, strada tappezzerie, statue e affreschi. I saloni si di collegamento tra il Cassaro ed il affacciano sulle splendide terrazze vista quartiere arabo della Kalsa; fu abbellita tra mare il XVII e il XVIII secolo da palazzi nobiliari, matrimoni. E’ visitabile, a gruppi, su in collegamento con la vicina via Alloro. prenotazione. e vi si organizzano Palazzo Butera ITINERARIO KALSA eventi e Trovandoci sempre in via Butera una piccola digressione ci porta a piazzetta Niscemi, ora PIAZZETTA A. PASQUALINO, dove si trova il MUSEO INTERNAZIONALE DELLE MARIONETTE. Una spettacolare collezione di pupi, marionette, burattini per ombre cinesi, scenari e pannelli provenienti da diverse parti del mondo. Alla fine della via Butera ci ritroviamo in piazzetta S. Spirito ed EMANUELE dove, dopo pochi passi, si imbocchiamo CORSO VITTORIO incontra a destra la scalinata della CATENA. La chiesa si affaccia su CHIESA DI S. MARIA DELLA PIAZZETTA DELLA DOGANA, che fino al XIX secolo era chiusa verso il mare dalla porta della dogana, una delle porte cittadine, oggi non più esistente. Il nome della chiesa deriva dalla presenza in epoca antica di una grossa catena posta all’imboccatura del PORTO DELLA CALA, la cui estremità veniva chiusa sulle mura della chiesa. Costruita su una preesistenza a partire dal 1502, su un progetto catalano di Matteo Carnilivari, rivela uno stile Chiesa di S. Maria della Catena gotico corpo compatto da dove sporgono le absidi poligonali e le ispaneggiante, con elementi ripresi dalla tradizione costruttiva archeggiature cieche. L’interno di sobria eleganza è a tre navate locale. All’inizio del Seicento la Confraternita della Madonna della con doppio transetto ed absidi. La volta stellare del tiburio e le Catena cede la Chiesa ai padri Teatini che costruirono nell’attuale volte costolonate dell’alta navata centrale creano Archivio di stato la loro casa. Il loggiato d’ingresso ha tre archi effetti di luce chiaroscurali. Pregevoli sono i capitelli intagliati del policentrici con profonde cornici ed è sovrastata da una cimasa a Gagini; vi sono inoltre dipinti del XVI secolo, un bel trittico traforo. Il volume esteso è omogeneo con conci squadrati da cinquecentesco e tele della scuola di Pietro Novelli.Sul lato destro dove sporgono le absidi poligonali e le archeggiature cieche. I tre vi sono quattro cappelle con altari barocchi con affreschi di Olivio portali della chiesa sono attribuiti a Vincenzo Gagini, mentre un Sozzi. Importante è la cappella della Madonna della catena dove altro portale si apre sul lato meridionale. La chiesa è illuminata da sotto un affresco più tardo è stata portata alla luce un affresco monofore, poste lungo tutto il volume e nel transetto. del XIV secolo che rappresenta la Madonna, oggi tra le statue di Il volume esteso è omogeneo con un paramento lineare a conci Santa Barbara, Sant’Oliva, Santa Ninfa e Santa Margherita. squadrati, ritmato dal leggero aggetto dei piastrini, presenta un Nella prima cappella a sinistra vi è un fonte battesimale del 1654. ITINERARIO KALSA particolari Tra il 1884 1891 furono realizzati i lavori di ripristino dall’architetto Patricolo, soprattutto della parte della Chiesa liberata dalle preesistenze barocche. Poco DEI lontano NAPOLETANI. dalla Catena ecco la chiesa di S. GIOVANNI Con ingresso dal portico trapezoidale sul Cassaro, fu costruita a più fasi nella seconda metà del Cinquecento. L’interno, un ambiente classico ed arioso, è diviso in tre navate da slanciate archeggiature e mostra una raffinata decorazione settecentesca in stucco con parti dorate e statue di Procopio Serpotta. La navata principale è coperta da un’ampia volta a botte con vele in corrispondenza delle finestre; su un tiburio ottagonale la cupola è sorretta da una trabeazione caratterizzata da mensoloni sporgenti. All’ esterno la cupola è ricoperta da mattonelle azzurre smaltate. Chiesa di S. Giovanni dei Napolitani Continuando il percorso su Corso Vittorio Emanuele, incontriamo subito un’altra chiesa: S. MARIA DI PORTO SALVO, presso l’omonima via. La chiesa eretta in principio su un’area adibita a magazzino del porto, fu poi riedificata nel 1513 su progetto di Antonello Gagini, con impostazione architettonica rinascimentale. Il prospetto obliquo su via Porto Salvo è scandito dalla successione di tre paraste a doppio ordine che incorniciano finestre rettangolari ed è sormontato da una cornice classica. Nel prospetto meridionale, è stato demolito parte dell’abside per permettere l’allungamento del Cassaro. Nel 1560 è stato costruito il secondo portale d’ingresso, nel quale era stato inserito il campanile e la loggetta. Chiesa di S. Maria di Porto Salvo ITINERARIO KALSA Fontana del Garraffo Piazza Marina, Villa Garibaldi Di fronte l’ingresso di S. Giovanni dei Napolitani il tessuto urbano si apre su GARRAFFO. PIAZZA MARINA, dove emerge la deliziosa Piazza Marina FONTANA DEL Realizzata da Paolo Amato nel XVII secolo, si trovava prima nel quartiere della Loggia, nella piazzetta chiamata, appunto, “del Garraffo”. Fu trasferita nell’Ottocento in seguito alla nuova sistemazione di piazza Marina. Costituita da tre livelli di conche e conchiglie, con le sue decorazioni scultoree che rappresentano il gusto di decoro barocco dell’epoca, coerente con il tipo di addobbi che venivano realizzati in occasioni delle frequenti feste e processioni. Piazza Marina nell’ottocento era un vero e proprio salotto all’aperto. E’ una delle zone centro più della affascinanti piazza si di trova questo mandamento. Al GARIBALDI, sistemata nel 1861-64 da Giovan Battista VILLA Filippo Basile con una bella cancellata in ghisa. Ospita uno splendido esemplare di “Ficus Magnolioides” fra i più grandi d’Italia. La piazza, individuabile sin dal X secolo, era il cuore della Palermo medievale ed oggi è ritornata ad essere il centro della vita mondana animata da palermitana. Inoltre tutti i fine settimana è un caratteristico mercatino modernariato di vario genere. ITINERARIO KALSA di antichità e fiammanti. In un piccolo cortile pensile I palazzi e le chiese che circondano la troviamo una splendida fontana barocca piazza sono ricchi di storia e tra questi in stile “roccaille”. emerge la Particolarmente CHIESA DELLA MADONNA DEI MIRACOLI, una piccola suggestiva la e cavallerizza posta al primo piano, nella graziosa chiesa rinascimentale a pianta quale è visibile la mostra permanente di centrica. Il prospetto di carrozze impronta antiche. La mostra è rinascimentale, è ornato da paraste che accessibile al pubblico portatore di scandiscono lo spazio interno. handicap. All’interno l’impianto planimetrico a A seguire su Piazza Marina incontriamo ROSTAGNO, restaurato croce greca iscritta in un quadrato, PALAZZO prende slancio grazie a leggere colonne nel 2002, sede del settore Affari Legali che sorreggono archi centrici ed è del comune di Palermo.Il palazzo di illuminata con luce radente da un alto tiburio. Della bottega dei Gagini sono Palazzo Mirto origine tardo-medievale, con elementi tardo-gotici, fu rimaneggiato il Settecento e l’Ottocento e fu quasi le particolari decorazioni scultoree interne, interamente distrutto nel 1943. visibili nei capitelli e nelle basi delle A seguire incontriamo colonne, che rimandano al mito pagano. GALLETTI, storico PALAZZO immobile prospiciente su piazza Marina con la sua E’ visitabile su prenotazione. caratteristica facciata a torre merlata, Vicino la piazza, tra la via Lungarni e la via Merlo, troviamo tra appartenuto ai principi Galletti e La PALAZZO MIRTO, lussuosa dimora seicentesca dei principi Grua. Costruito nel XVI secolo, fu Lanza Filangeri, ristrutturato nel XVIII rimaneggiato in stile neogotico nella secolo e poi nel XIX secolo. E’ uno dei seconda metà dall’architetto pochi palazzi nobiliari rimasti pressoché dell’Ottocento Tommaso Di Chiara. integri nella struttura e negli arredi. Rappresenta un “collage” di tre unità Oggi, frequentatissimo edilizie, accorpate dalla famiglia Galletti museo regionale, ospita al suo interno a fine Ottocento, in cui è possibile sede prestigiosi di SALONI un riconoscere ornati da specchi, stucchi dorati, fini porcellane e broccati i segni delle diverse epoche. Segni, oggi finalmente Palazzo Galletti ITINERARIO KALSA apprezzabili, grazie al restauro portato a termine dall’Amministrazione comunale dopo quasi quattro anni di lavori. Sul lato nord-ovest di piazza Marina primeggia l’OSTERIO DEI CHIARAMONTE, noto come LO STERI, MAGNO oggi sede del Rettorato dell'Università, appare oggi come una dimora fortificata di forma squadrata e pulita, ma un dimora di re e di vicerè. Rappresenta l’esempio più del XIV secolo. Fatta costruire significativo di architettura nel 1306 da Giovanni Chiaramonte, ammiraglio e gran giustiziere, facente parte di una delle più facoltose e potenti famiglie del periodo aragonese. Nel XV secolo sotto i vicerè aragonesi subì diverse trasformazioni, quali la demolizione delle fortificazioni e l’apertura di nuove finestre Le trasformazioni avvennero fino alla decapitazione di Andrea che causò la confisca di tutti i beni alla famiglia. Nel 1601 diviene sede del Tribunale dell'Inquisizione spagnola fino al 1782, data in cui tale istituzione fu abolita in Sicilia. Dal 1800 al 1958 fu riadattato dall’architetto Antinelli a sede del Palazzo di Giustizia, creando un nuovo accesso con scala coperta costruita al di là della cinquecentesca scala lapidea, riscoperta in seguito agli ultimi restauri effettuati da Calandra e da Scarpa. L’edificio é a pianta quadrata e si articola attorno ad un cortile, con portici a piano terra e logge al piano nobile. Particolari sono le bifore su esili colonne e le trifore con motivi decorativi geometrici; agli angoli dei prospetti spiccano colonne Palazzo Chiaramente, Steri oggi per conferenze ed eventi. La Sala, che presenta un inalveolate. interpiano di 10 metri, è decorata appunto da capriate coronate All’interno si segnalano due grandi aule: la “Sala Magna”, da merli. E’ collocata al terzo piano dell’edifico, sopraelevato arricchita da un raffinato soffitto ligneo dipinto nel 1377 con durante il governo aragonese ma non portato a compimento. scene cavalleresche da Simone da Corleone, Danarenu di All’interno dello Steri si può ammirare il quadro “La Vucciria” di Palermo e Cecco di Naro e la “Sala delle Capriate”, utilizzata ITINERARIO KALSA Ritornando verso via Quattro Aprile, Marina troviamo a pochi metri da piazza PALAZZO PALAGONIA ALLA GANCIA, ingrandito nel XVIII secolo. Con i lavori di recupero finiti nel novembre 2002 si è ripristinata la configurazione originaria dell’immobile; con la demolizione di alcune sovrastrutture sono state riportate alla luce le residue decorazioni cinquecentesche. L’edificio ospita uffici comunali ed è sede della Direzione Generale del Comune. Via Alloro Atrio di Palazzo Palagonia Continuando per via Quattro Aprile incrociamo via Alloro, la strada delle antiche dimore nobiliari, che prende il nome da un antico giardino con immense piante di essenze mediterranee. Nel tratto orientale, si trova la bella MARIA DEGLI ANGELI DETTA LA GANCIA ED tipiche CHIESA DI S. IL CONVENTO FRANCESCANO. Nell’attuale luogo della chiesa esisteva, in epoca normanna, un’altra chiesa dedicata al San Girolamo. Nel 1439 fu acquistata dai Frati Minori Osservanti che la destinarono a “gancia”, cioè ad ospizio dentro le mura. I lavori in pietra squadrata, emerge il portale d’ingresso con arco a tutto sesto, peducci e strombo di derivazione gotico – catalana. E ‘ visibile inoltre un altro arco più ribassato in cui è inserita la formella che riproduce la Madonna e il Bambino. Il portale laterale policentrico ed uno centrale ad arco a pieno centro. L’interno, rimaneggiato a più riprese, ha un’unica grande navata con profonde cappelle laterali coperta da un soffitto ligneo cassettonato cinquecentesco restaurato nel seicento dal Guercio e nel settecento dal Marvuglia. La navata è Archivio di Stato, ex Convento francescano della Gancia ornata da stucchi del Serpotta e da pitture di Filippo Tancredi e di ITINERARIO KALSA Pavia e la Visione della Sibilla Cumana da parte dell’imperatore Augusto, gruppo in stucco del Serpotta. La cappella della Madonna del Guadalupe, concessa nel 1508 alla nazione spagnola, presenta una decorazione in stucco è opera di Giacomo e Procopio Serpotta e un pulpito marmoreo con la figura del Redentore e del Cristo al Limbo attribuito ad Antonello Gagini ed aiuti. Nel prospetto su via Alloro si nota la “Buca della Salvezza”, un'apertura praticata da due patrioti che si erano nascosti nella cripta della chiesa durante la rivolta antiborbonica e che, dopo aver scavato questa buca, furono tratti in salvo da alcuni popolani. Il convento francescano si articola attorno ad un cortile porticato su un solo alto. Una parte del convento è sede dell’ e si sviluppa attorno a due ARCHIVIO DI STATO cortili, il primo dei quali è decorato con affreschi della vita dei frati Francescani. All’interno troviamo un oratorio decorato da stucchi e pitture del XVII secolo e un vasto dormitorio, oggi occupato da enormi Archivio di Stato scaffalature a più piani. Antonio Grano, soprattutto nei dodici quadroni a fresco polilobati che rappresentato figure di santi. Tra le cappelle più rilevanti A seguire sulla destra troviamo PALAZZO LA ROSA, recuperato dal Comune di Palermo nel 2004. L’intervento ha ricordiamo: la cappella di Sant’Elisabetta d’Ungheria che presenta una Natività con i riguardato le opere di finitura delle parti interne dell’edificio mentre la prima tranche di restauro era stata portata a termine donatori attribuita a Vincenzo da Pavia, sull’altare la tela tre anni prima. I lavori hanno tenebrosa di Pietro Novelli con San Pietro d’Alcantara, l’altare in l’immobile, che era rimasto a lungo inutilizzato. reso marmi mischi, il quadrone a fresco di Guglielmo Borremans che rappresenta l’Adorazione del serpente di Bronzo, l’altorilievo con il Cristo al limbo di Antonello Gagini, l’altorilievo con il Cristo al Limbo di Antonello Gagini. La Cappella dell’Annunciazione rivestita di marmi mischi, presenta opere del Tancredi e del Marabitti. Sull’altare troviamo lo Sposalizio della Vergine di Vincenzo da ITINERARIO KALSA nuovamente fruibile Continuando incontriamo Piazza Magione. Piazza Magione La La grande piazza, così chiamata per la presenza dell’omonima chiesa, è una spianata di forma rettangolare. Lungo il lato Ovest primeggia la DELLA SS. TRINITÀ MAGIONE, mole della preceduta CHIESA da un portale barocco e da un piacevole vialetto fiancheggiato da palme. Fu eretta, insieme al monastero ed al chiostro, intorno al 1191 da Matteo Ajello, gran cancelliere di Guglielmo I e concessa nel 1194 all’Ordine dei Teutonici, che la chiamarono “Magione” da mansio (dimora). Nel 1492 dopo l’espulsione dei Teutonici, passò nelle mani degli abati Commendatari che aggiunsero delle cappelle. Alla fine del XVIII secolo i re borbonici aggiunsero il porticato neoclassico distrutto dai restauri del Patricolo e del Valenti. Coeva del duomo di Monreale, molte sono le affinità tra la chiesa e il duomo sia nell’impianto che nella soluzione architettonica del chiostro, mentre profonde sono le differenze nelle decorazioni interne. I restauri del Novecento hanno riportato alla luce l’impianto normanno. La pianta è di tipo basilicale a tre navate divise da colonne, sul transetto si elevano arconi ogivali. All’esterno la navata centrale emerge in altezza sulle laterali, il prospetto e le tre absidi semicircolari sono sottolineate da una serie di modanature ed archeggiature cieche. Chiesa della Magione ITINERARIO KALSA Raffaello Sanzio - Spasimo di Sicilia Museo del Prado di Madrid Chiesa di S. Maria allo Spasimo Uscendo da piazza Magione, a sinistra, percorriamo via dello arricchito di un capolavoro di inestimabile valore: lo “SPASIMO Spasimo sino ad arrivare all’ingresso della CHIESA SICILIA” dipinto da CONVENTO DI S. MARIA DELLO SPASIMO uno dei complessi E DEL RAFFAELLO SANZIO, DI ora esposto al Museo del Prado di Madrid. Nel 1582 la chiesa venne adibita a spettacoli più suggestivi della città. pubblici, una specie di primo esempio di "teatro stabile" in Italia, I lavori iniziarono nel 1509 ad opera dei monaci dell’ordine di S. ma nel secolo successivo un'epidemia di peste ne rese necessario Maria di Monte Oliveto ed andarono avanti per parecchi anni; il l'utilizzo come lazzaretto. Terminata l'epidemia, gli ambienti complesso però non venne mai completato in quanto, nel 1536, furono adibiti a granaio e a magazzino. A metà del Settecento l'aggravata minaccia della armata turca e la volontà di crollò la volta della navata centrale della chiesa, che non verrà affermazione della politica estera della grande potenza spagnola mai più ricostruita. Viene proposto alla visita anche il lato del indussero il vicerè di Sicilia Don Ferrante Gonzaga ad affidare chiostro all'ingegnere militare Antonio Ferramolino il potenziamento della probabilmente mai completato nella sua interezza. Nel 1985, difesa militare di Palermo, modificando l'antico sistema difensivo grazie alla volontà dei cittadini e della Pubblica Amministrazione, normanno della città, cosicché a ridosso della chiesa e del furono iniziati i lavori di recupero delle strutture fatiscenti. Oggi lo convento venne edificato un baluardo di difesa. Il Spasimo ospita eventi culturali, rappresentazioni teatrali e SPASIMO BASTIONE DELLO fu il primo ad essere realizzato. Nel 1520 l’edificio si era cinquecentesco recentemente musicali. ITINERARIO KALSA messo in luce, Culturali e Ambientali. Piazza Kalsa La piazza è il fulcro del quartiere della Kalsa. Oggi è un quartiere popolare, molto pittoresco, in cui si respira ancora l’antica cultura araba-siciliana e spesso, i forti profumi dei cibi cotti nei chioschi lungo la strada. Sulla piazza primeggia la barocca Chiesa di della Madonna della Vittoria e Oratorio della compagnia dei Bianchi CHIESA DI SANTA TERESA, costruita tra la fine del Seicento e l'inizio del Settecento da Giacomo Amato. Continuando per via dello Spasimo in incontriamo L’ORATORIO DELLA PIAZZA VITTORIA ALLO SPASIMO COMPAGNIA DEI BIANCHI, edificato nel XVI secolo. Nel 1686 fu restaurato in seguito ad un incendio e vi fu costruito un portico a grandi archi bugnati con mascheroni in rilievo nella chiave. Il prospetto è segnato da paraste al piano superiore. La Compagnia dei Bianchi si occupava di affidare un adepto ad ogni condannato a morte, restando con lui per i tre giorni precedenti l’esecuzione, così da prepararlo spiritualmente alleviando la dolorosa attesa al patibolo. L’edificio comprende al primo piano la CHIESA DELLA VITTORIA di origini normanne, ricostruita alla fine del Quattrocento e di cui oggi rimane solo uno spazio disadorno rettangolare con archi ribassati. L’oratorio fu dotato nel 1744 di uno scalone in marmo bianco di Carrara, di una pavimentazione in mattonelle maiolicate e di varie decorazioni pittoriche. All’interno è possibile ammirare una porta lignea “Bab el Fotik” della cittadella araba, dalla quale nel 1072 entrò in Piazza Kalsa, Roberto il Guiscardo. Il complesso è stato acquistato e restaurato nel 1987 dall’Assessorato dei Beni Chiesa di S. Teresa ITINERARIO KALSA La solenne facciata è tripartita da semicolonne che si alternano a nicchie con statue; il partito centrale presenta sopra il primo ordine un timpano semicircolare e in alto un frontone triangolare. L'interno, composto da un’unica navata con cappelle laterali, è decorato da stucchi con parti dorate di Giuseppe e Procopio Serpotta. Alle pareti troviamo quadri di Antonio Grano e dentro le nicchie vi sono le statue di S. Anna e S. Teresa realizzate da Giacomo Serpotta. Sul lato opposto della piazza primeggia la cinquecentesca DEI GRECI, PORTA eretta nel cosiddetto bastione del Tuono. Il suo prospetto verso il mare è decorato da un'architettura manieristica a bugne piene ed incavate, i pilastri incorporati nella parete e lievemente sporgenti riproducono le forme tipiche degli ordini classici dorico, ionico e corinzio e terminano con capitelli decorati da mascheroni. L'architrave superiore è decorato con festoni di fiori e frutta. Porta dei Greci La porta è sovrastata da PALAZZO FORCELLA DE SETA, edificato nel XVIII secolo in stile neoclassico e mai ultimato. Nel 1815 Vincenzo Di Martino riprogettò il magnifico giardino che si estendeva fino all'odierno Jolly Hotel, con splendide piante esotiche. Oggi il giardino, parte del palazzo in stile neogotico, ed i vecchi granai ospitano un frequentato ristorante-bar-libreria. Il palazzo, utilizzato come Casina a mare dai Principi Bonanno, restò incompleto per una lunga lite con le monache del convento di Santa Teresa le quali temevano di perdere la vista del mare. Fu acquistato dai marchesi De Seta ed infine dai principi di Saudita che aggiunsero al palazzo collezioni di oggetti antichi. Ora è di proprietà della Confindustria ed è in attesa di restauro. Palazzo Forcella De Seta ITINERARIO KALSA Noviziato dei Crociferi e Chiesa di S. Mattia Lasciando piazza Kalsa proseguiamo su incontriamo l’EX l’attigua VIA TORREMUZZA NOVIZIATO DEI PADRI CROCIFERI, CHIESA DI S. MATTIA, edificati nel ed con 1686 Ufficio comunale del Centro Storico. su progetto di Giacomo Amato. Il prospetto su via Umberto I è scandito da paraste e lesene. All’interno una deliziosa scala a chiocciola porta ai vari piani. La chiesa presenta una pianta ottagonale coperta a cupola. Nel novembre 2002, dopo tre anni e mezzo di lavori, è stato ultimato il recupero della chiesa e dell’ex convento, parti tra cui pavimentazioni, solai, pareti. Attualmente è sede dell’ Di fronte, recentemente restaurato, sorge sull’omonima strada il PALAZZO LANCILLOTTO CASTELLO DI TORREMUZZA, costruito nel 1775 e totalmente riconfigurato nel XIX secolo. All’interno troviamo eleganti saloni mitologiche. destinati rispettivamente a sala convegni ed uffici. Gli interventi hanno riguardato il consolidamento strutturale, il rifacimento di alcune ITINERARIO KALSA abbelliti da pitture Proseguendo ancora sulla sinistra incrociamo la MARIA DELLA PIETÀ, dal 1678 e portata a termine nel CHIESA DI S. edificata a partire 1684, per volere delle suore domenicane, su progetto di Giacomo Amato. La facciata è disegnata su due ordini con colonne sporgenti alternate a nicchie con statue e rosoni. L’interno, ad unica navata con cappelle laterali ed un bel coro all’ingresso, è decorato con stucchi di Giacomo e Procopio Serpotta. La chiesa conserva illustri pitture settecentesche di Guglielmo Borremans, Antonio Grano e Francesco Manno. Tra le opere presenti ricordiamo anche una tavola cinquecentesca della “pietà della Madonna che contempla Gesù”. Nel coro è presente una ricca grata in legno dorato, che simboleggia il sole che nasce e la fede delle monache. Qualche metro più avanti incrociamo nuovamente la parte bassa di via Alloro, la percorriamo fino ad arrivare all’ingresso di PALAZZO ABATELLIS. Il Palazzo risale al 1490, anno in cui Francesco Patella e Abatellis incarica l’architetto Matteo Carnalivari, di realizzargli il palazzo, che è uno degli esempi più significativi dell’architettura goticocatalana della Sicilia Occidentale. Francesco Patella o Abatellis, Chiesa di S. Maria della Pietà morto senza eredi, lasciò il palazzo alle benedettine, indi alle domenicane subentrate a queste ultime. Adibito a monastero, con centrale composto da quattro ordini concentrici, con l’ultimo, che la soppressione degli ordini religiosi (1866), passò alla Regione. collega le losanghe con le insegne della famiglia Patella. Nel L’edificio si compone di quattro blocchi intorno al chiostro centrale, in cui su un lato si eleva il loggiato a due ordini con archi a tutto centro su slanciate colonne e una scala che collega il primo piano al piano nobile. Il prospetto principale presenta le due torri merlate e il portone secondo ordine si susseguono le trifore e nel coronamento finale sbucano i doccioni che rappresentano animali. Dopo il restauro alla fine degli anni ’40, venne destinato a sede della GALLERIA REGIONALE DI PITTURA, aperta per la prima volta al pubblico il 23 giugno del 1954. ITINERARIO KALSA La solenne facciata è tripartita da semicolonne che si alternano a nicchie con statue; il partito centrale presenta sopra il primo ordine un timpano semicircolare e in alto un frontone triangolare. L'interno, composto da un’unica navata con cappelle laterali, è decorato da stucchi con parti dorate di Giuseppe e Procopio Serpotta. Alle pareti troviamo quadri di Antonio Grano e dentro le nicchie vi sono le statue di S. Anna e S. Teresa realizzate da Giacomo Serpotta. Sul lato opposto della piazza primeggia la cinquecentesca DEI GRECI, PORTA eretta nel cosiddetto bastione del Tuono. Il suo prospetto verso il mare è decorato da un'architettura manieristica a bugne piene ed incavate, i pilastri incorporati nella parete e lievemente sporgenti riproducono le forme tipiche degli ordini classici dorico, ionico e corinzio e terminano con capitelli decorati da mascheroni. L'architrave superiore è decorato con festoni di fiori e frutta. Porta dei Greci La porta è sovrastata da PALAZZO FORCELLA DE SETA, edificato nel XVIII secolo in stile neoclassico e mai ultimato. Nel 1815 Vincenzo Di Martino riprogettò il magnifico giardino che si estendeva fino all'odierno Jolly Hotel, con splendide piante esotiche. Oggi il giardino, parte del palazzo in stile neogotico, ed i vecchi granai ospitano un frequentato ristorante-bar-libreria. Il palazzo, utilizzato come Casina a mare dai Principi Bonanno, restò incompleto per una lunga lite con le monache del convento di Santa Teresa le quali temevano di perdere la vista del mare. Fu acquistato dai marchesi De Seta ed infine dai principi di Saudita che aggiunsero al palazzo collezioni di oggetti antichi. Ora è di proprietà della Confindustria ed è in attesa di restauro. Palazzo Forcella De Seta ITINERARIO KALSA Trionfo della Morte - particolare - Palazzo Abatellis, Galleria Regionale di Pittura Il restauro e l’allestimento museografico furono curati da Carlo Tra le opere più importanti custodite all’interno della galleria Scarpa che riportò l’edificio alle sue forme originarie. Ospita un ricordiamo inoltre: il delicato busto di Eleonora d’Aragona di importante Gabinetto di Stampe e disegni, conserva opere degli Francesco Laurana ed una testa muliebre di Antonello Gagini. artisti siciliani medievali, del Cinquecento e del Seicento e Al primo piano risplende la sala dedicata ad Antonello da Messina maioliche dipinte a lustro metallico dei secoli XIV e XVII. con la famosa tavola dell’”Annunciata” del 1473. Tra le opere più famose ricordiamo l’ignoto affresco del “Trionfo della morte”, posto al piano terra e visibile anche da un soppalco al primo piano. Esso rappresenta la morte su un cavallo, ormai ridotto a scheletro, che irrompe in un giardino, fioccando frecce mortali su giovani coppie, prelati, ma risparmiando gli indigenti. L’artista, di cui non si conosce l’identità ma solo delle ipotesi, Nelle sale della Galleria Regionale si possono ammirare anche diverse opere realizzate da artisti stranieri, come il bellissimo “Trittico Malvargna” di Jan Gossaert e la “Deposizione” di Jan Provost. Attualmente sono in restauro le parti interne che danno su un secondo cortile. doveva conoscere bene il gotico fiorito internazionale, come si evidenzia dall’uso dei toni ora cupo ora più cortese,e dal tema sacro e profano e che coinvolge tutta l’opera. ITINERARIO KALSA Testi ed elaborazioni grafiche: C. F. Greco, C. Taormina Contributo ricerche: J. Boscarino, C. Fucarino, A. Poerio Fotografie: Ufficio Stampa Comune di Palermo, C. Adragna, A. Pitarresi, A. Scafidi