Sete di Parola XXVI Settimana del Tempo Ordinario dal 28 Settembre al 4 Ottobre 2014 Vangelo del giorno Commento Preghiera Impegno Domenica 28 settembre 2014 Liturgia della Parola Ez 18,25-28; Sal 24; Fil 2,1-11; Mt 21,28-32 LA PAROLA DEL SIGNORE … È ASCOLTATA In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli». … È MEDITATA Un figlio dice: ci vado. Ma poi non ci va. Questo atteggiamento è ipocrita; le sue parole non corrispondono alle intenzioni interiori. Vi è una divisione tra le labbra e il cuore. Questa considerazione può spingere ciascuno a verificarsi se gli capita di vivere nella divisione tra ciò che esprime e ciò che sente. L’altro figlio dice: non ci vado. Ma poi ci va. Sbaglia, ma è sincero. E la sincerità è il primo passo per cambiare. Il sincero riconosce l’errore e quindi può correggersi. Questa seconda considerazione può spingere ciascuno di noi a verificarsi sulla capacità di essere sinceri con se stessi oppure sulla tentazione di chiudere gli occhi davanti ad una verità per non cambiare. Cosa abbia fatto cambiare la decisione del secondo figlio forse è stato anche lo sguardo del padre. Lo sguardo del padre induce a riflettere il figlio sincero. Non dobbiamo mai chiudere gli occhi davanti a chi ci può aiutare a cambiare. Spesso invece proviamo un senso di ripulsa verso chi ci invita a cambiare. Gesù aggiunge che prostitute e peccatori passeranno davanti. Chi sa di essere peccatore, chi è sincero con sé stesso, alla fine è spinto al cambiamento. Chi invece si reputa giusto, reputa che tutto vada bene nella sua vita, finisce col restare in una situazione di peccato. Chi è cosciente del peccato è tutto proiettato alla misericordia; sente per Gesù un amore grandissimo perché Egli lo può risollevare; chi si sente apposto non sente il bisogno di Lui e finisce per non amarlo. Questa l’anima che Dio ama: sincera, intimamente pentita, cosciente del proprio limite e aperta alla sua Grazia. Queste caratteristiche si devono portare nella confessione; ci si confessa in modo semplice, immediato, con poche parole schiette, senza giustificarsi, senza costruire discorsi, senza nascondere nulla. ------------------------------------------------2 Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso. E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà. Profeta Ezechiele … È PREGATA O Padre, sempre pronto ad accogliere pubblicani e peccatori appena si dispongono a pentirsi di cuore, tu prometti vita e salvezza a ogni uomo che desiste dall’ingiustizia: il tuo Spirito ci renda docili alla tua parola e ci doni gli stessi sentimenti che sono in Cristo Gesù. … MI IMPEGNA Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù. San Paolo Lunedì 29 settembre 2014 SANTI ARCANGELI MICHELE, GABRIELE, RAFFAELE Michele, nome ebraico che vuol dire « Chi è come Dio? » viene ricordato nel libro di Daniele del popolo eletto. La lettera di san Giuda lo presenta in lotta contro Satana per il corpo di Mosè. Anche l’Apocalisse ricorda il combattimento di Michele e dei suoi angeli contro il drago. La liturgia dei defunti lo vuole accompagnatore delle anime. Molto venerato dagli Ebrei divenne presto assai popolare nel culto cristiano. Gabriele «forza di Dio», si presentò a Zaccaria come «colui che sta al cospetto di Dio». Portare l’annuncio di Dio è il compito che gli riconosce Daniele: annunziò infatti la nascita del Battista e di Gesù Cristo. Raffaele, «Dio ha curato», compare nel libro di Tobia come accompagnatore nel viaggio del giovane Tobia e come portatore di salvezza al vecchio padre cieco. San Luca mostra sovente l’intervento degli angeli nelle origini della Chiesa perché con la venuta di Cristo l’umanità è entrata nell’èra definitiva in cui Dio è vicino all’uomo e il cielo è unito alla terra. Essi vengono da Dio «inviati in servizio, a vantaggio di coloro che devono essere salvati». La nostra «azione di grazie», l’ Eucaristia, è una «concelebrazione» in cui ci uniamo agli Angeli nel triplice canto: «Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo».Festa Liturgia della Parola Dn 7,9-10.13-14 opp. Ap 12,7-12; Sal 137; Gv 1,47-51 LA PAROLA DEL SIGNORE … È ASCOLTATA 3 In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». … È MEDITATA Togliere dalla Bibbia la presenza degli angeli significa eliminare una parte significativa dell'opera di Dio. Gli angeli esistono, eccome!, e il cuore del discepolo ne avverte l'amichevole e protettiva presenza... Al nostro disincantato mondo occidentale basato sulla scienza sperimentale manca, molto spesso, quello sguardo di stupore che contraddistingue invece le persone semplici e i bambini. Il nostro tempo seleziona le verità della fede col criterio del "politicamente corretto" e del "credibile", buttando nella pattumiera tutto ciò che - a parer nostro, dominatori dell'universo stride con il buon senso. Parlare di angeli significa parlare di Dio, aprirsi alla fede nell'altrove, nel di più significa credere che non tutta la realtà si esaurisce sotto le nostre dita. Tra questi amici di Dio tre angeli rivestono un ruolo fondamentale: Michele Raffaele e Gabriele, annunciatori, validi combattenti, discreti compagni di strada. Vuoi sapere cosa pensa Dio di te? Chiama in soccorso Gabriele, mille volte meglio della posta celere. Ti senti depresso e non trovi cura al tuo malumore? È lì per te Raffaele medicina di Dio - che ti guida come ha fatto discretamente con Tobia. Ti senti travolto dalla negatività e dalla parte oscura della vita? Michele è lì per te: carattere impetuoso e combattivo non vede l'ora di fare a botte. Ci sono amici, ci sono, provate a chiamarli, vedrete che vengono, gente di poca fede! -----------------------------------------------Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un'ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati. A volte nei momenti di confidenza oso pensare, Signore, che anche Tu abbia un'ala soltanto, l'altra la tieni nascosta... forse per farmi capire che Tu non vuoi volare senza me. Per questo mi hai dato la vita, perché io fossi tuo compagno di volo. Insegnami allora a librarmi con Te perché vivere non è trascinare la vita, non è strapparla, non è rosicchiarla: vivere è abbandonarsi come un gabbiano all'ebbrezza del vento; vivere è assaporare l'avventura della libertà, vivere è stendere l'ala, l'unica ala con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te. Ma non basta saper volare con Te, Signore: Tu mi hai dato il compito di abbracciare anche il fratello, e aiutarlo a volare. Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi: non farmi più passare indifferente davanti al fratello che è 4 rimasto con l'ala, l'unica ala, inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine e si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con Te: soprattutto per questo fratello sfortunato dammi, o Signore, un'ala di riserva. … È PREGATA Signore Gesù, ti ringrazio perché ogni giorno godo della premurosa protezione degli spiriti beati; fortifica il mio spirito, perché con l’aiuto dei tuoi Angeli possa avanzare, con rinnovato vigore, nella via della salvezza. Amen. … MI IMPEGNA Oggi la Bibbia ci ricorda tre di loro, angeli con compiti particolari: Gabriele che Dio utilizza per inviare dei messaggi, Raffaele che ci accompagna nel cammino e ci guarisce e Michele, che combatte per noi. A volte ho l'impressione che li lasciamo disoccupati, e non ci ricordiamo affatto di coinvolgerli nelle nostre vicende. Chiedere aiuto a Gabriele per riallacciare una comunicazione difficile, invocare Raffaele per la cura di una persona amata, pregare Michele che ci aiuta a superare il maligno, sono modi concreti di sentirli accanto a noi. (P. Curtaz) Ti accompagna di solito la consapevolezza di essere anche tu amabilmente affidato dalla pietà celeste alla protezione degli angeli? Martedì 30 settembre 2014 San Girolamo, sacerdote e dottore della Chiesa - Stridone (confine tra Dalmazia e Pannonia), ca. 347 - Betlemme, 420 Fece studi e enciclopedici ma, portato all'ascetismo, si ritirò nel deserto presso Antiochia, vivendo in penitenza. Divenuto sacerdote a patto di conservare la propria indipendenza come monaco, iniziò un'intensa attività letteraria. A Roma collaborò con papa Damaso, e, alla sua morte, tornò a Gerusalemme dove partecipò a numerose controversie per la fede, fondando poco lontano dalla Chiesa della Natività, il monastero in cui morì. Di carattere focoso, soprattutto nei suoi scritti, non fu un mistico e provocò consensi o polemiche, fustigando vizi e ipocrisie. Scrittore infaticabile, grande erudito e ottimo traduttore, a lui si deve la Volgata in latino della Bibbia, a cui aggiunse dei commenti, ancora oggi importanti come quelli sui libri dei Profeti. Liturgia della Parola Gb 3,1-3.11-17.20-23; Sal 87; Lc 9,51-56 LA PAROLA DEL SIGNORE … È ASCOLTATA Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio 5 di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. … È MEDITATA Gesù si dirige decisamente verso Gerusalemme, letteralmente Luca scrive: "Con il volto duro", con fermezza, e nei successivi dieci capitoli del suo vangelo, troveremo sempre Gesù impegnato in questo interminabile viaggio. È a Gerusalemme che si gioca tutto, Gesù sa dei rischi che corre, l'incomprensione aleggia nel suo cuore eppure, malgrado ciò, desidera fortemente affrontare il suo destino. Questa decisione stride fortemente con la brutta scena dell'intolleranza di Giacomo e Giovanni - sì Giovanni il mite, il discepolo che Gesù amava, il mistico - nessuno è immune dal rischio della violenza. Gesù rimprovera aspramente i suoi, toglie dal di dentro ogni ragione di violenza e di imposizione, esclude in modo assoluto l'adesione alla fede che non sia frutto di assoluta libertà. La tolleranza è difficile conquista, determinazione, Gesù è disposto a morire per affermare le sue idee, per proclamare il volto di Dio, ma mai e poi mai userà del suo potere per vendicarsi o piegare la volontà degli uomini. Un Dio discreto, il nostro, lontano anni luce dall'integralismo che inquieta presunti devoti; certo il dialogo e l'incontro sono atteggiamenti difficili, impresa ardua, eppure è la cifra del cristiano, lo stile del discepolo. Impegniamoci, oggi, a seguire il Maestro, che pur avendo il cuore in tumulto per ciò che lo attende a Gerusalemme, non lascia il suo cuore piegare verso la deriva della violenza e della rabbia. ------------------------------------------------------------------- L'ignoranza della Sacra Scrittura è (San Girolamo) ignoranza di Cristo. Vi domando, fratelli e sorelle, che cosa vi sembra più importante: la Parola di Dio, o il Corpo di Cristo? Se volete rispondere bene, dovete senza dubbio dire che la Parola di Dio non è da meno del Corpo di Cristo. E allora, se poniamo tanta cura quando ci viene consegnato il Corpo di Cristo perché nulla di esso cada per terra dalle nostre mani, non dovremmo porre altrettanta attenzione perché la Parola di Dio, che ci è offerta, non sfugga dal nostro cuore, cosa che avverrebbe se stiamo pensando ad altro? Colui che avrà ascoltato con negligenza la Parola di Dio non sarà meno colpevole di colui che, per la propria negligenza, avrà fatto cadere a terra il Corpo di Cristo. Cesario di Arles … È PREGATA O Padre dammi un cuore buono; buono come il pane. Che non serbi rancore. Che ami sempre. Un cuore come quello del tuo Figlio. Cosa ci può essere mai di più bello del Cuore di Cristo! Il più grande spettacolo è il Cuore di Cristo. 6 … MI IMPEGNA Gesù viene rifiutato dagli abitanti di un villaggio, ma non ricambia il male ricevuto con altro male, non porta rancore. Gesù ci dona un amore che non meritiamo. E questo si ripete continuamente nell’Eucarestia. Alla luce di questa sua offerta, ciascuno di noi può verificarsi: sono capace di rispondere al male che ricevo con il bene? Non semplicemente con l’indifferenza, con il lasciar correre, ma propriamente con il Bene? Solo il cuore buono è capace di cambiare il mondo, solo il cuore benevolo riesce a spezzare i vincoli del rancore, della tristezza dell’anima, degli odi; il cuore benevolo è una cosa meravigliosa perché è un cuore simile a quello di Cristo. Mercoledì 1 ottobre 2014 Santa Teresa di Gesù Bambino, vergine e dottore della Chiesa Patrona delle Missioni - La Francia dell'Ottocento è il primo paese d'Europa nel quale cominciò a diffondersi la convinzione di poter fare a meno di Dio, di poter vivere come se egli non esistesse. Proprio nel paese d'Oltralpe, tuttavia, alcune figure di santi, come Teresa di Lisieux, ricordarono che il senso della vita è proprio quello di conoscere e amare Dio. Teresa nacque nel 1873 in un ambiente profondamente credente. Di recente anche i suoi genitori sono stati dichiarati beati. Ella ricevette, dunque, una educazione profondamente religiosa che presto la indusse a scegliere la vita religiosa presso il carmelo di Lisieux. Qui ella si affida progressivamente a Dio. Su suggerimento della superiora tiene un diario sul quale annota le tappe della sua vita interiore. Scrive nel 1895: «Il 9 giugno, festa della Santissima Trinità, ho ricevuto la grazia di capire più che mai quanto Gesù desideri essere amato». All'amore di Dio Teresa vuol rispondere con tutte le sue forze e il suo entusiasmo giovanile. Non sa, però, che l'amore la condurrà attraverso la via della privazione e della tenebra. L'anno successivo, il 1896, si manifestano i primi segni della tubercolosi che la porterà alla morte. Ancor più dolorosa è l'esperienza dell'assenza di Dio. Abituata a vivere alla sua presenza, Teresa si trova avvolta in una tenebra in cui Le è impossibile vedere alcun segno soprannaturale. Vi è, però, un'ultima tappa compiuta dalla santa. Ella apprende che a lei, piccola, è affidata la conoscenza della piccola via, la via dell'abbandono alla volontà di Dio. La vita, allora, diviene per Teresa un gioco spensierato perché anche nei momenti di abbandono Dio vigila ed è pronto a prendere tra le sue braccia chi a Lui si affida. Liturgia della Parola Gb 9,1-12.14-16; Sal 87; Lc 9,57-62 LA PAROLA DEL SIGNORE … È ASCOLTATA In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 7 Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio». … È MEDITATA Da una parte il Divino Maestro mette in guardia dagli slanci improvvisi del cuore; la sequela non può essere motivata dal divampare di umani impulsi. Dall’altra parte Egli richiede prontezza nella risposta! La prontezza, infatti, è diversa dall’impulsività. La prontezza dice la radicalità di una “risposta”, l’impulsività dice il desiderio di una domanda. La prontezza segue, l’impulsività precede. Ma il Signore è chiaro: l’iniziativa è sua, è Lui a decidere chi chiamare. La sequela del Signore nasce da una “vocazione”. Solo se il Signore chiama si può essere sicuri di seguirlo; poiché essendo Lui a chiamare Egli s’impegna a donare la Grazia necessaria per la sequela. E colui che è stato chiamato non può rifugiarsi dietro le sue “sepolture, dietro al “ti seguirò ma lascia prima che…”. Seguire il Verbo Divino esige la cesura con il passato. Il Signore ha eletto il chiamato ad una nuova condizione: non avvenga che i condizionamenti e la nostalgia dei passati legami lo riportino allo stato iniziale. -----------------------------------------------L'ardente mio cuore vuol sempre donarsi, ha bisogno di mostrare la sua tenerezza. Chi potrà ricevere il mio amore? Chi ricambiarmi amore per amore? Tu solo, Gesù, puoi saziare l'anima mia. Nulla quaggiù pur rendermi felice. Sola mia pace, sola mia felicità, solo mio amore, Signore, sei tu. Tu vuoi il mio cuore, Gesù... eccotelo! A te abbandono ogni mio desiderio. Mio signore e mio re,io voglio amare soltanto per te quello che amo. S. Teresa di Gesù Bambino … È PREGATA Così pregava S. Teresa davanti a Gesù Eucaristia Con gioia, o Gesù, vengo ogni sera davanti a te per ringraziarti dei doni che mi hai fatto e per chiederti perdono delle mancanze che ho commesso. Vengo a te con fiducia. Ricordo la tua parola: «Non sono quelli che stanno bene che hanno bisogno del medico, ma i malati». Gesù, guariscimi e perdonami. E io, Signore, ricorderò che l'anima alla quale tu hai perdonato di più deve amarti di più. Ti offro tutti i battiti del cuore come altrettanti atti di amore e di riparazione e li unisco ai tuoi meriti infiniti. Ti supplico di agire in me senza tener conto delle mie resistenze. Non voglio avere altra volontà che la tua, Signore. Con la tua grazia, Gesù, voglio cominciare una vita nuova nella quale ogni istante sia un atto di amore. 8 … MI IMPEGNA La mia vita è un istante, un'ora che passa, un momento che mi sfugge e se ne va. Tu lo sai, mio Dio, che per amarti sulla terra, non ho altro che l'oggi. Ti amo Gesù. Tende a te la mia anima... Sii tu il mio dolce sostegno. Regna nel mio cuore. Donami il tuo sorriso, per un giorno solo. Per oggi, per oggi. Che importa, Signore, se l'avvenire è oscuro... No, io non posso pregarti per il domani... Mantieni puro il mio cuore, coprimi con la tua ombra. E non sia che per l'oggi. S. Teresa Giovedì 2 ottobre 2014 Santi Angeli Custodi - I Vangeli parlano sovente degli Angeli. In particolare è toccante l’affermazione di Gesù a difesa dei piccoli, che «i loro angeli stanno sempre alla presenza del Padre» (Mt 18,10). In un primo tempo il culto degli Angeli custodi era unito a quello di san Michele. Dal sec. XVI compare come festa a sé presso molte Chiese. Nel calendario romano viene introdotto nel 1615. La Storia della Salvezza raggiunge ogni uomo nella sua situazione concreta; la promessa biblica: «Ti precederà il mio angelo» si è realizzata per il popolo eletto, per la Chiesa; e si avvera per ogni Chiesa locale, per ogni gruppo o comunità, per ogni persona. Per questo, molti santi e sante hanno avuto grande familiarità e devozione verso il loro Angelo custode. In Comunione con tutta la Chiesa pellegrinante veneriamo gli Angeli e innalziamo lodi a Dio che ci concede di sperimentare la loro potente intercessione, «fino a che il Signore non verrà nella sua gloria e tutti gli Angeli con lui e, distrutta la morte, non gli saranno sottomesse tutte le cose». Liturgia della Parola Es 23,20-23; Sal 90; Mt 18,1-5.10 LA PAROLA DEL SIGNORE … È ASCOLTATA In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». … È MEDITATA Gesù crede negli angeli custodi, ne parla come se fossero una realtà ovvia, acquisita, evidente. Il nostro mondo supertecnologico, invece, storce il naso davanti a simili manifestazioni di fede: siamo figli dello scetticismo e mettiamo in discussione qualunque cosa non sia sperimentabile. Salvo poi leggere l'oroscopo quotidiano! Quella 9 dell’angelo custode non è una favoletta per bambini; la presenza dell’angelo custode evidenzia che la nostra esistenza cristiana non si svolge solo ad un livello terreno ma partecipa dell’intero mistero di Dio. La Bibbia, invece, parla di una realtà nascosta allo sguardo sensibile, una realtà fatta di presenze spirituali, di puri spiriti, gli angeli, che interagiscono con gli uomini, e questa è la buona notizia: ci sono degli angeli a cui siamo affidati, degli angeli che ci seguono in modo particolare. A patto di farli lavorare! Se non li preghiamo mai, se non ci accorgiamo neppure della loro presenza, è difficile che escano dalla loro connaturale riservatezza... Credetemi: questa invisibile rete di bene, questa carboneria del bene porta frutti incredibili! -----------------------------------------------L’angelo custode protegge dal male perché la lotta tra il bene e il male è ben più che una lotta terrena; essa è una lotta tra la potenza di Dio e Satana tentatore. Dire ogni giorno la preghiera dell’angelo di Dio significa esprimere tutta la nostra piccolezza di fronte all’immenso disegno divino che ci sovrasta. … È PREGATA Signore Gesù, fa’ che nel cammino della vita sia sempre sorretto dall’aiuto del mio angelo custode per essere, un giorno, unito con lui nella gioia del Paradiso. … MI IMPEGNA Nel momento della tentazione invochi il tuo santo angelo? Invocate il vostro angelo custode, iniziando la vostra giornata, chiedetegli consiglio, protezione, illuminazione. Invocate l'angelo della persona con cui dovete affrontare un discorso impegnativo, o l'angelo della persona che proprio P. Curtaz non riuscite ad aiutare. Venerdì 3 ottobre 2014 Liturgia della Parola Gb 38,1.12-21; 40,3-5; Sal 138; Lc 10,13-16 LA PAROLA DEL SIGNORE … È ASCOLTATA In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato». 10 … È MEDITATA Quante persone che hanno Fede, che credono in Dio, si comportano poi male per indolenza, per la voglia di fare altro, per fatica.. E quanti, invece, che pur non credendo seguono certi valori legati alla famiglia, all'aiuto del prossimo, al rispetto del mondo in cui vivono. In realtà chi crede si abitua ai grandi doni, ai segni, ai miracoli che vede ogni giorno, si abitua al respiro, alla luce del sole, al seme che morendo origina un albero, si abitua al sacramento dell'eucarestia e del perdono. Si abitua alla presenza di Dio nella propria vita e si scorda di ringraziarLo con la preghiera, con piccoli gesti di solidarietà verso il prossimo, con un sorriso verso chi ci vuole male. E' un po' come fare il bagno nel mare, prima di immergerci vediamo questa grande distesa con ammirazione, ne percepiamo la potenza, rimaniamo folgorati dalla bellezza di una tranquillità assoluta e dalla forza di un libeccio, ci innamoriamo di un tramonto ed esultiamo intravedendo i suoi abitanti. Quando poi facciamo il bagno e siamo immersi in questo mare che tanto abbiamo ammirato e cercato, tendiamo a vedere solo noi stessi che facciamo il bagno dimenticando quella magnificenza che tanto avevamo bramato. È seria la salvezza, è molto seria. Gesù è venuto per annunciare il volto di Dio, per convertire il cuore degli uomini e orientarlo al bene assoluto della sua presenza. Ha svelato il volto di un Dio misericordioso, grande nell'amore, che chiede all'uomo amicizia e collaborazione, un volto già conosciuto da Israele ma continuamente offuscato dall'incoerenza degli uomini di religione. È seria, la salvezza, chiede ascolto, chiede verità, chiede passione. Molti, invece, rifiutano di ascoltare il Signore: sanno già tutto, sono figli di Israele, hanno la promessa in tasca, cos'hanno da temere? Sono gli altri, le città pagane che subiranno il castigo divino! E Gesù li ammonisce: guai a chi presume di non avere bisogno di salvezza! Guai a chi crede di credere, a chi pensa di sapere già tutto... Così per noi: quanto è difficile parlare di Gesù ai cristiani: sanno già tutto! Troppo spesso viviamo la nostra fede come una cosa scontata, come una buona abitudine che ha bisogno solo di essere custodita e nulla più... quanto ci sbagliamo! Prendiamo sul serio chi ci prende sul serio, mettiamoci in discussione perché la Parola dimori in noi con abbondanza e porti frutti di conversione... … È PREGATA Signore Gesù, aiutami con la tua Grazia per non essere fagocitato dal benessere e dalla mediocrità. Rendimi attento a sapere ascoltare coloro che Tu mandi in mezzo a noi per richiamarci a sincera conversione. Amen. 11 … MI IMPEGNA La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita. Questa non è la scelta di una vita degna e piena, questo non è il desiderio di Dio per noi, questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo risorto. Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta e quando qualcuno fa un piccolo passo verso Gesù, scopre che Lui già aspettava il suo arrivo a braccia aperte. Questo è il momento per dire a Gesù Cristo: «Signore, mi sono lasciato ingannare, in mille maniere sono fuggito dal tuo amore, però sono qui un’altra volta per rinnovare la mia alleanza con te. Ho bisogno di te. Riscattami di nuovo Signore, accettami ancora una volta fra le tue braccia redentrici». Papa Francesco Sabato 4 ottobre 2014 SAN FRANCESCO D’ASSISI, - Francesco nacque ad Assisi nel 1182, nel pieno del fermento dell'età comunale. Figlio di mercante, da giovane aspirava a entrare nella cerchia della piccola nobiltà cittadina. Di qui la partecipazione alla guerra contro Perugia e il tentativo di avviarsi verso la Puglia per partecipare alla crociata. Il suo viaggio, tuttavia, fu interrotto da una voce divina che lo invitò a ricostruire la Chiesa. E Francesco obbedì: abbandonati la famiglia e gli amici, condusse per alcuni anni una vita di penitenza e solitudine in totale povertà. Nel 1209, in seguito a nuova ispirazione, iniziò a predicare il Vangelo nelle città mentre si univano a lui i primi discepoli insieme ai quali si recò a Roma per avere dal Papa l'approvazione della sua scelta di vita. Dal 1210 al 1224 peregrinò per le strade e le piazze d'Italia e dovunque accorrevano a lui folle numerose e schiere di discepoli che egli chiamava frati, fratelli. Accolse poi la giovane Chiara che diede inizio al secondo ordine francescano, e fondò un terzo ordine per quanti desideravano vivere da penitenti, con regole adatte per i laici. Morì nella notte tra il 3 e il 4 ottobre del 1228. Francesco è una delle grandi figure dell'umanità che parla a ogni generazione. Il suo fascino deriva dal grande amore per Gesù di cui, per primo, ricevette le stimmate, segno dell'amore di Cristo per gli uomini e per l'intera creazione di Dio. 12 Liturgia della Parola Gal 6,14-18; Sal 15; Mt 11,25-30 LA PAROLA DEL SIGNORE … È ASCOLTATA In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». … È MEDITATA Che bello, oggi, poter celebrare la festa di san Francesco, patrono d'Italia, onorato dai fratelli ortodossi col titolo di "somigliantissimo a Cristo". Pregare con lui, sentirlo vicino, ci fa sospirare e desiderare la santità... Frate Franesco piccolino è stato scelto come patrono della nostra povera Italia. Figlio del suo tempo e della sua terra, Francesco ancora oggi risplende per la sua santità debordante e il suo entusiasmo e amore per Cristo che ci lascia silenziosi e - diciamolo - un po' invidiosi. Dalla sua intuizione lo Spirito ha suscitato nella storia della Chiesa schiere di santi e ancora oggi il suo carisma e la sua radicalità convertono il cuore dei cristiani rendendoli capaci di prodigi. Potremmo parlare per ore di lui, sottolineare la sua intuizione di radicalità nella semplicità e nella povertà, il suo amore per la natura segno della presenza di Dio, la sua intuizione pacifista e di dialogo in un'epoca di guerre sante ma, credo, occorre sempre ricordarci che all'origine di tutto questo movimento esiste sempre e solo l'incontro tenero, appassionato, continuo di Francesco con il suo Dio, quella ricerca infantile e sanguigna che lo portava a pregare e piangere lontano dall'inevitabile fastidiosa fama che lo stava investendo. Lo Spirito lo ha suscitato in un'epoca difficile per la Chiesa e il suo carisma, insieme a quello di domenica, ha come "costretto" la gerarchia ad una maggiore evalngelicità. Ecco, in punta di piedi, col cuore pieno di perfetta letizia, oggi, seguiamo frate Francesco, lo prendiamo come modello, a lui affidiamo la nostra fragile nazione, che impari a riscoprire nel volto dei santi il vero volto dell'uomo. E della propria gente. -----------------------------------------------Beato l'uomo che sostiene il suo prossimo nelle sue debolezze come vorrebbe essere sostenuto dal medesimo, se fosse in caso simile. Non appoggiarti all'uomo: deve morire. Non appoggiarti all'albero: deve seccare. Non appoggiarti al muro: deve crollare. Appoggiati a Dio, a Dio soltanto. Lui rimane sempre! 13 … È PREGATA Dio onnipotente, eterno, giusto e misericordioso, concedi a me misero di fare sempre, per grazia tua, quello che tu vuoi e di volere sempre quel che a te piace. Purifica l'anima mia perché, illuminato dalla luce dello Spirito Santo e acceso dal suo fuoco, possa seguire l'esempio del Figlio tuo e nostro Signore, Gesù Cristo. Donami di giungere, per tua sola grazia, a te, altissimo e onnipotente Dio, che vivi nella gloria, in perfetta trinità e in semplice unità, per i secoli eterni. Amen. … MI IMPEGNA Il cristiano preferirà sempre essere incudine piuttosto che martello, derubato S. Francesco che ladro, ucciso che uccisore, martire che tiranno. **************************************************************************************************** PAPA FRANCESCO – UDIENZA Mercoledì 17 Settembre 2014 In questa settimana continuiamo a parlare sulla Chiesa. Quando professiamo la nostra fede, noi affermiamo che la Chiesa è “cattolica” e “apostolica”. Ma qual è effettivamente il significato di queste due parole, di queste due note caratteristiche della Chiesa? E che valore hanno per le comunità cristiane e per ciascuno di noi? 1. Cattolica significa universale. Una definizione completa e chiara ci è offerta da uno dei Padri della Chiesa dei primi secoli, san Cirillo di Gerusalemme, quando afferma: «La Chiesa senza dubbio è detta cattolica, cioè universale, per il fatto che è diffusa ovunque dall’uno all’altro dei confini della terra; e perché universalmente e senza defezione insegna tutte le verità che devono giungere a conoscenza degli uomini, sia riguardo alle cose celesti, che alle terrestri». Segno evidente della cattolicità della Chiesa è che essa parla tutte le lingue. E questo non è altro che l’effetto della Pentecoste : è lo Spirito Santo, infatti, che ha messo in grado gli Apostoli e la Chiesa intera di far risuonare a tutti, fino ai confini della terra, la Bella Notizia della salvezza e dell’amore di Dio. Così la Chiesa è nata cattolica, cioè “sinfonica” fin dalle origini, e non può che essere cattolica, proiettata all’evangelizzazione e all’incontro con tutti. La Parola di Dio oggi si legge in tutte le lingue, tutti hanno il Vangelo nella propria lingua, per leggerlo. E torno sullo stesso concetto: è sempre buono prendere con noi un Vangelo piccolo, per portarlo in tasca, nella borsa e durante la giornata leggerne un passo. Questo ci fa bene. Il Vangelo è diffuso in tutte le lingue perché la Chiesa, l’annuncio di Gesù Cristo Redentore, è in tutto il mondo. E per questo si dice la Chiesa è cattolica, perché è universale. 2. Se la Chiesa è nata cattolica, vuol dire che è nata «in uscita», che è nata missionaria. Se gli Apostoli fossero rimasti lì nel cenacolo, senza uscire a portare il Vangelo, la Chiesa sarebbe soltanto la Chiesa di quel popolo, di quella città, di quel cenacolo. Ma tutti sono usciti per il mondo, dal momento della nascita della Chiesa, dal momento che è disceso su di loro lo Spirito Santo. E per questo la Chiesa è nata “in uscita”, cioè missionaria. È quello che esprimiamo qualificandola apostolica, perché l’apostolo è quello che porta la buona notizia della Risurrezione di Gesù. Questo termine ci ricorda che la Chiesa, sul fondamento degli Apostoli e in continuità con essi - sono gli Apostoli che sono andati e hanno fondato nuove chiese, hanno costituito nuovi vescovi e così in tutto il mondo, in continuità. Oggi tutti noi siamo in continuità con quel gruppo di Apostoli che ha ricevuto lo Spirito Santo e poi è andato in “uscita”, a predicare -, è inviato a portare a tutti gli uomini questo annuncio del Vangelo, accompagnandolo con i segni della tenerezza e della potenza di Dio. Anche questo deriva dall’evento della Pentecoste: è lo Spirito Santo, infatti, a superare ogni resistenza, a vincere la tentazione di chiudersi in sé stessi, tra pochi eletti, e di considerarsi gli unici destinatari della benedizione di Dio. Se ad esempio alcuni cristiani fanno questo e dicono: “Noi siamo gli eletti, solo noi”, alla fine muoiono. Muoiono prima nell’anima, poi moriranno nel corpo, perché non hanno vita, non sono capaci di generare vita, altra gente, altri popoli: non sono apostolici. Ed è proprio lo Spirito a condurci incontro ai fratelli, anche a quelli più distanti in ogni senso, perché possano condividere con noi l’amore, la pace, la gioia che il Signore Risorto ci ha lasciato in dono. 3. Che cosa comporta, per le nostre comunità e per ciascuno di noi, far parte di una Chiesa che è cattolica e apostolica? Anzitutto, significa prendersi a cuore la salvezza di tutta l’umanità, non sentirsi indifferenti o estranei di fronte alla sorte di tanti nostri fratelli, ma aperti e solidali verso di loro. Significa inoltre avere il senso della pienezza, della completezza, dell’armonia della vita cristiana, respingendo sempre le posizioni parziali, unilaterali, che ci chiudono in noi stessi. Far parte della Chiesa apostolica vuol dire essere consapevoli che la nostra fede è ancorata all’annuncio e alla testimonianza degli stessi Apostoli di Gesù – è ancorata là, è una lunga catena che viene di là –; e perciò sentirsi sempre inviati, sentirsi mandati, in comunione con i successori degli Apostoli, ad annunciare, con il cuore pieno di gioia, Cristo e il suo amore a tutta l’umanità. E qui vorrei ricordare la vita eroica di tanti, tanti missionari e missionarie che hanno lasciato la loro patria per andare ad annunciare il Vangelo in altri Paesi, in altri Continenti. Mi diceva un Cardinale brasiliano che lavora abbastanza in Amazzonia, che quando lui va in un posto, in un paese o in una città dell’Amazzonia, va sempre al cimitero e lì vede le tombe di questi missionari, sacerdoti, fratelli, suore che sono andati a predicare il Vangelo: apostoli. E lui pensa: tutti questi possono essere canonizzati adesso, hanno lasciato tutto per annunciare Gesù Cristo. Rendiamo grazie al Signore perché la nostra Chiesa ha tanti missionari, ha avuto tante missionarie e ne ha bisogno di più ancora! Ringraziamo il Signore di questo. Forse fra tanti giovani, ragazzi e ragazze che sono qui, qualcuno ha voglia di diventare missionario: vada avanti! E’ bello questo, portare il Vangelo di Gesù. Che sia coraggioso e coraggiosa! Chiediamo allora al Signore di rinnovare in noi il dono del suo Spirito, perché ogni comunità cristiana e ogni battezzato sia espressione della santa madre Chiesa cattolica e apostolica. 15 Preghiera alla Santa Famiglia per il sinodo Gesù, Maria e Giuseppe, in voi contempliamo lo splendore dell'amore vero, a voi con fiducia ci rivolgiamo. Santa Famiglia di Nazareth, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese domestiche. Santa Famiglia di Nazareth, mai più nelle famiglie si faccia esperienza di violenza, chiusura e divisione: chiunque è stato ferito o scandalizzato conosca presto consolazione e guarigione. Santa Famiglia di Nazareth, il prossimo Sinodo dei Vescovi possa ridestare in tutti la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, la sua bellezza nel progetto di Dio. Gesù, Maria e Giuseppe, ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen. Papa Francesco 16