AUTOBUS ELETTRICI MEZZI AUTOBUS ELETTRICI IN CITTÀ La recente decisione di alcune aziende municipalizzate italiane, sensibili al problema dell’inquinamento ambientale, di acquistare e utilizzare autobus a trazione elettrica per i servizi di trasporto pubblico, segnala uno sviluppo significativo di questo tipo di mezzi che si apprestano a divenire un elemento consolidato nel trasporto pubblico locale Una delle maggiori aziende costruttrici di veicoli di trasporto pubblico a trazione elettrica - la Tecnobus di Frosinone - ha consegnato un totale di 27 autobus fino alla fine del mese di marzo di quest’anno e con un interessante pacchetto di ordini da esaudire durante tutto l’anno 1996. Va considerato inoltre che il “Gulliver”, nome di battesimo dell’autobus elettrico Tecnobus, è già in circolazione con successo in diverse città italiane. Lo dimostra l’esperienza che da tempo si svolgono con diversi mezzi acquistati dall’Ataf di Firenze che possiede un totale di undici automezzi, in circolazione nel centro del capoluogo toscano ed ai quali si aggiungono un totale di cinque autobus in dotazione alla Copit, azienda di trasporti di Pistoia; quattro alla Sepsa di Ischia; due all’azienda di trasporti di Varese, altri due al Fort Village, villaggio turistico di Cagliari, mentre lo stesso numero di veicoli sono in possesso di un immobiliare della costa Amalfitana in provincia di Napoli ma che sono di uso privato ed a Torino. Un esemplare del Gulliver è stato acquistato dalle aziende di trasporto di Amalfi (NA) e di Desio (MI); mentre l’ordine più grande arrivato all’azienda di Frosinone è stato quello dell’Atac di Roma con una richiesta di un totale di 40 autobus da consegnare entro il mese di giugno di quest’anno. Oltre a quest’ordine al momento la Tecnobus è in gara per la fornitura di cinque autobus all’Amasun di Novara, quattro all’azienda di trasporti di Orvieto, tre a quella di Ascoli Piceno ed uno all’Amsa di Monza. MOTIVI TECNICI DI UN SUCCESSO. La Tecnobus ha omologato due versioni dell’autobus elettrico Gulliver con le denominazioni U500 ES ed U500 ESP, la prima omologata il 6 aprile 1993 e la seconda un anno dopo, il 26 aprile 1994. Il mezzo di trasporto è stato dotato di un telaio a longheroni e traverse interamente realizzato in lamiera scatolata saldata con materiali trattati con prodotti antiossidanti e isolato da eventuali differenze di potenziale elettrico. L’autobus è stato costruito con carrozzeria interamente in vetroresina con diverse parti staccate quali pareti laterali, tetto, anteriore, posteriore, passaruote e cofani interni che vengono assemblati medianti speciali incollaggi con l’aggiunta di diverse centine e longheroni che contribuiscono ad irrigidire il mezzo. Piazza della Signoria a Firenze con alcuni dei mini autobus elettrici dell’azienda di trasporto pubblico (Ataf). KINEO 11 1996 103 MEZZI AUTOBUS ELETTRICI Il padiglione e le fiancate laterali interne sono state rivestiti con laminati fonoassorbenti e isolanti termici, mentre il pavimento è stato costruito in compensato multistratto trattato con spessore costante di 20 millimetri rivestito in gomma a bolli antiscivolante. L’accesso ai passeggeri avviene mediante una porta centrale pieghevole “a libro” telecomandata con servocomando pneumatico posta sul lato destro dell’autobus. L’altezza della porta è di 1,80 metri e la larghezza tra le ante aperte è di 1,10 metri, mentre che sulla sinistra c’è la porta del lato autista ad apertura manuale. Il riscaldamento avviene con un bruciatore a gasolio autonomo da 1460 chilocalorie/ora, dotato di timer e termostato ed in grado di produrre aria calda sia per il riscaldamento dell’abitacolo che per lo sbrinamento del parabrezza. L’autonomia di 30 ore circa è assicurata da un serbatoio di 13 litri, mentre l’impianto di ventilazione possiede due prese d’aria per l’aerazione del posto guida e un elettroventilatore reversibile posto sul tetto dell’abitacolo in prossimità della fiancata destra. L’autobus è stato equipaggiato con un motore elettrico anteriore orizzontale Amre di 24,8 chilowatt di potenza a corrente continua ed eccitazione in serie con potenza fiscale di 18 cavalli, alimentato da due “pacchi” di 18 batterie Fiamm al piombo ciascuno per un totale nominale di 72 volt di tensione e di 600 ampère dell’impianto elettronico. Il controllo elettronico che la Tecnobus ha utilizzato dal momento dell’omologazione è stato l’impianto ad Schema assonometrico degli elementi che compongono la struttura del minibus elettrico. KINEO 11 1996 Pianta con lo schema della disposizione dei posti a sedere. 104 In alto, sezione longitudinale con l’indicazione dell’altezza del piano di calpestio. AUTOBUS ELETTRICI alta frequenza realizzato dalla Reghel di Oggiono (LC) che si è dimostrato affidabile nelle diverse condizioni di percorrenza. UN SUCCESSO NON SOLO TECNICO. Il successo di questi tipi di mezzi non sono dovuti soltanto ai pregi tecnici, ma anche a quelli di praticità sia per l’utente che per l’azienda incaricata di gestire i mezzi. Dal punto di vista dell’utente, sicuramente la moderna linea dell’autobus ha contribuito ad incuriosire ed è stata la molla che ha spinto molte persone a “fare il giro” in questi strani autobus; ma oltre a questa curiosità iniziale ci sono delle caratteristiche importanti che permettono una soddisfazione da parte degli utenti. Quelle caratteristiche di silenziosità sono proprie delle vetture elettriche e nel contesto del traffico urbano e del conseguente stress spiccano come molto importanti. Poi il semplice accesso con il pianale molto basso (poco più di 16 centimetri da terra) e la portiera molto larga sono elementi favorevoli, mentre l’abitabilità risulta ottimizzata con otto posti a sedere ed un totale di 28 persone che possono essere trasportate compreso il conducente. Dal punto di vista della manutenzione, quindi responsabilità delle aziende che gestiscono i mezzi, hanno mostrato grandi soddisfazioni innanzitutto per l’affidabilità degli organi meccanici ed elettrici che dopo i primi collaudi non hanno subito guasti importanti. Questo è merito della Tecnobus che ha scelto materiali tecnici ed elettronici di aziende molto serie nelle loro rispettive produzioni, particolarmente i casi di Fiamm (batterie), Reghel (elettronica di controllo) ed Amre (motori elettrici); ma anche dal punto di vista dell’architettura dell’autobus sono state fatte delle scelte importanti che permettono una comodità e rapidità al momento del cambio dei pacchi batterie, che si realizzano dalla parte posteriore del veicolo in pochi minuti. In poche parole, un mezzo interessante e concepito per una mobilità urbana più pulita con qualche anno di esperienza sulle spalle che permettono di guardare il futuro con molto ottimismo. E, come già detto, alcune città italiane ci hanno già pensato con l’acquisto di diversi mezzi che sono in regolare servizio. Marcelo Padin Assonometria della coppia di cassoni delle batterie. KINEO 11 1996 MEZZI Particolare del pianale e del sistema di carico dei cassoni delle batterie. 105