pressione che derivano dalla gestione urbanistica a volte troppo rigorosa e la stessa popolazione, che usufruisce delle opportunità che questi Piani di Gestione offrono, è tenuta a impegnarsi per un utilizzo “intelligente” degli stessi. L’inquinamento acustico è un esempio eclatante di questo tipo di impatto. In particolar modo, per quanto riguarda il Comune di Misano Adriatico, come per tutti gli ambienti urbani, la sorgente di rumore più importante è rappresentata dal traffico veicolare. La classificazione acustica rappresenta appunto il primo approccio alla problematica dell’inquinamento da rumore. 2. IL RUMORE IL SUONO Il suono è una forma di energia che si propaga in forma di onde producendo delle compressioni e rarefazioni dell’aria che sono l’analogo di variazioni di pressione a cui l’orecchio umano è sensibile e che producono quindi una sensazione sonora. La onde sonore si propagano alla velocità di 344 m/s. L’INQUINAMENTO ACUSTICO L’inquinamento acustico è stato trascurato negli anni in quanto giudicato meno importante di tutte le altre problematiche ambientali, anche a causa della natura degli effetti di questo tipo di inquinamento che sono poco evidenti, subdoli e non eclatanti. Oggi i sondaggi confermano che l’inquinamento acustico costituisce uno dei fattori che incide sui livelli di qualità della vita della popolazione, in particolar modo in ambito urbano, dove i livelli di rumore riscontrabili sono spesso elevati a causa della presenza di numerose fonti, quali: infrastrutture di trasporto, attività produttive e commerciali, luoghi d’intrattenimento e altre sorgenti sonore che, pur essendo temporanee, come cantieri e manifestazioni musicali all’aperto, incidono sui livelli di qualità della vita generali. 6 EFFETTI SULLA SALUTE Il rumore esercita la sua azione negativa incidendo sulla salute dell’uomo, cioè sul suo stato di benessere fisico, mentale e sociale. Oggi si può affermare che l’esposizione al rumore provoca sugli individui effetti nocivi riconducibili a tre diverse categorie: • danni fisici; • disturbi delle attività; • annoyance (fastidio generale) L’insorgenza di tali effetti è strettamente dipendente dalle caratteristiche fisiche del rumore prodotto (livello di rumore, tipo di sorgente, periodo di funzionamento della sorgente, caratteristiche qualitative del rumore emesso), dalle condizioni di esposizione al rumore (tempo di esposizione, distanza dell’individuo dalla sorgente), e infine dalle caratteristiche psicofisiche della persona esposta (abitudine e sensibilità al rumore, attività eseguita dall’individuo esposto). Per quel che riguarda nello specifico i danni che l’esposizione al rumore può produrre nell’organismo umano dobbiamo dire che questi possono interessare sia l’organo dell’udito sia gli altri organi e funzioni del corpo umano. Le conseguenze dell’apparato uditivo sono facilmente quantificabili, sono irreversibili e non evolutivi una volta interrotta l’esposizione allo stimolo sonoro. Per avere questo tipo di danni occorrono esposizioni a livelli sonori molto alti per parecchie ore al giorno e per un periodo di esposizione molto lungo. Ma come detto la stimolazione uditiva determina disturbi non soltanto all’apparato uditivo. Gli effetti maggiormente diffusi sono per lo più di tipo psicofisico, che si manifestano sotto forma di stress fisiologico e reazioni cardiovascolari; ma vi sono anche i disturbi alle attività svolte (specie se richiedono particolare attenzione e concentrazione); disturbi nella conversazione verbale; disturbi del sonno; e infine disturbi classificati sotto il nome di annoyance, effetti meno specifici ma pur sempre gravi, che possono essere indicati come “ sentimenti di scontentezza riferiti 7 al rumore che l’individuo sa, o comunque crede che possa, agire su di lui in maniera negativa”. IL DECIBEL L’orecchio umano ed i microfoni riescono a percepire le onde di pressione sonora; tuttavia, per vari motivi, anziché alla pressione si preferisce in molti casi fare riferimento alla potenza relativa al contenuto energetico dell’onda sonora. Tale potenza si misura in Watt. La frazione di potenza incidente su una certa superficie si misurerà in W/m2. La scala dei suoni, dal più debole appena udibile al più forte, è molto ampia: il rumore più leggero percepito dall’orecchio di una persona giovane e sana è di circa 1/1012 W/m2, ossia 1 pW/m2. Prendendo come unità di riferimento questa quantità, si ottiene una scala che però risulta essere troppo ampia per qualsiasi strumento lineare. Si applica allora una scala logaritmica, che permette di contare solo le potenze di 10; queste nuove unità si chiamano “Bel”. Questa nuova scala in Bel per gli scopi pratici risulta però troppo grossolana; pertanto conviene considerare come unità di misura la decima parte di un Bel, cioè un decibel. SENSAZIONE SONORA L’orecchio umano presenta una sensibilità che è funzione di due variabili principali: la frequenza del segnale sonoro e il livello di pressione sonora del segnale. In generale la sensibilità dell'orecchio diminuisce sensibilmente alle basse frequenze, si accentua alle frequenze medie e torna a ridursi, ma in modo meno marcato, alle frequenze più alte. A livelli di pressione sonora più alti la curva di sensibilità dell'orecchio tende, comunque, ad appiattirsi. 8 Sulla base del comportamento dell'orecchio medio sono state realizzate delle curve di eguale sensazione sonora in funzione della frequenza e del livello di pressione sonora, dette curve isofone. Fig. 1 Curve isofone Sul diagramma, in ascisse sono riportate le frequenze, mentre in ordinate sono posti i livelli di pressione. Ogni curva rappresenta perciò un insieme di segnali sonori che producono sull'ascoltatore la medesima sensazione sonora. (Fig.1) PONDERAZIONE CURVA A Le curve isofone esaminate pongono il problema di una unità di misura dei livelli sonori che risulti significativa per l'orecchio umano, che cioè sappia tenere conto della sua caratteristica di sensibilità. Occorre cioè correggere il livello rilevato da uno strumento ad una certa frequenza per un fattore collegato alla sensibilità dell’orecchio umano a quella stessa frequenza. Si utilizzano, quindi, delle curve di ponderazione che trasformano i dB reali in dB corrispondenti alla sensazione fisiologica dell’uomo. Esistono diverse curve di ponderazione più o meno adatte ai diversi livelli sonori, la più usata ( perché 9 rientra nell’intervallo di udibilità ottimale, compreso tra i 30 e i 70 dB, e perché viene indicata come riferimento nella normativa) è la curva di ponderazione A, adatta per livelli fino a 50/60 dB. (Fig. 2) Questa ponderazione dello spettro sonoro viene effettuata sommando algebricamente determinati valori (detti nell’insieme curva di ponderazione A) ai livelli sonori di ciascuna banda di ottava o terzi di ottava. I livelli sonori espressi in dB, senza nessuna ponderazione, vengono detti espressi in scala lineare. Naturalmente i livelli sonori espressi in dB(A) possono venire combinati (sommati o sottratti) esattamente come già visto per i livelli sonori in dB. 10 dB 0 -10 -20 -30 -40 -50 Frequenza (Hz) Fig.2 Curva di ponderazione A 10 IL LIVELLO EQUIVALENTE Il danno all’udito è provocato non solo dal livello di rumore, ma anche dalla durata dell’esposizione ossia dipende dalla quantità di energia sonora assorbita dall’orecchio. In molti casi non basta quindi valutare il livello in dB di una certa macchina o di un ambiente di lavoro perché quella misura è legata al momento in cui è stata fatta e non ci dice nulla sulla durata. Ci sono allora dei fonometri, detti integratori, che misurano istante per istante il livello di rumore e lo integrano in funzione del tempo, dividendo poi il valore ottenuto di energia sonora per l’intervallo di tempo trascorso. Praticamente si tratta di un valore medio in continua evoluzione noto come ”livello equivalente”, cioè il livello di rumore costante avente uguale effetto di quello variabile assorbito dall’operatore nell’intervallo di tempo considerato. In quasi tutti i Paesi tale livello è stato fissato dalle normative a 90 dB(A) per 8 ore al giorno; a queste condizioni infatti il rischio di ipoacusia è modesto. Il livello sonoro equivalente può essere misurato direttamente con appositi strumenti che in pratica eseguono automaticamente il calcolo della seguente espressione: L eq , T ⎡1 = 10 log ⎢ ⎣⎢ T ∫ t+T t ⎛ p (t) 2 ⎜⎜ 2 ⎝ p0 ⎞ ⎤ ⎟⎟ dt ⎥ ⎠ ⎥⎦ dove T è l'intervallo di tempo in cui è stata effettuata la misura, p(t) è la pressione sonora efficace nel tempo del rumore in esame e p0 = 20 µPa è la pressione sonora di riferimento. 11 dB Ru more c ostan te Leq tempo Fig. 3 Ci c lo d i o pera zi on e dB Ru more vari abi l e fra d i un a ma cch in a d ue d is ti n ti li vel li Leq Rum ore di fo nd o tempo Fig. 4 dB R umo re vari ab il e c asu al men te Leq tempo Fig. 5 I grafici mostrano alcuni tipi di rumore ed il corrispondente livello equivalente. (Fig. 3, 4, 5) Si evidenzia come il livello equivalente sia estremamente influenzato dai picchi più alti di rumore anche se di breve durata complessiva. Usualmente si dice che il SEL è il Leq normalizzato ad un secondo SEL (dB) = L AE ⎡1 = 10 log10 ⎢ ⎢⎣ t 0 2 ⎛ p( t ) ⎞ ⎤ ∫t ⎜⎜⎝ p rif ⎟⎟⎠ dt⎥⎥ 1 ⎦ t2 dove: t0 = 1s e t2 – t1 = intervallo di misura. 12 Le misure di SEL sono spesso usate per descrivere l’energia sonora di un singolo evento come, ad esempio, il passaggio di un autoveicolo o il transito di un treno. COMPOSIZIONE IN FREQUENZA ED ANALISI SPETTRALE Un altro importante parametro di valutazione di un suono è la frequenza, che caratterizza la tonalità del suono stesso (da grave a molto acuto). Il campo di frequenze che interessano la percezione uditiva dell'orecchio umano è compreso fra 20 Hz e 20.000 Hz, al di sopra dei 20.000 Hz si estende la banda degli ultrasuoni, mentre le vibrazioni caratterizzate da un numero di cicli per secondo inferiore a 16 Hz vengono definite infrasuoni. Quando il fenomeno Livello di pressione sonora (dB) sonoro presenta una sola banda di frequenza, viene definiti tono puro. 0 20 200 2k 20k Frequenza (Hz) Fig.6 Spettro di frequenza di un tono puro Un grafico di questo tipo è anche chiamato spettro sonoro o di frequenza del suono. (Fig. 6) I rumori udibili dall’uomo sono tuttavia, in generale, composti da tutte le frequenze comprese nell’intervallo 20÷20000 Hz e per la loro analisi vengono utilizzati filtri in frequenza con particolari caratteristiche, detti in banda di ottava e di terzo di ottava. Generalmente la banda acustica viene, infatti, suddivisa in ottave (l'ottava è l'intervallo entro il quale si raddoppia la frequenza in Hz di un suono), o 1/3 di 13 ottava. La banda di ottava (o di terzo di ottava) viene definita dalle frequenze limitanti, ovvero dalla più bassa e dalla più alta delle frequenze comprese nella banda esplorata. I grafici evidenziano la differente rappresentazione di uno stesso rumore quando viene analizzato ad intervalli costanti di 2Hz (Fig.7) e in banda di 1/3 di ottava 1200 1100 900 1000 800 700 600 500 400 300 200 0 120 100 80 60 40 20 0 100 Livello di pressione sonora (dB) (Fig.8). Frequenza (Hz) 150 100 50 1000 630 400 250 160 100 63 40 0 25 Livello di pres sion e son ora (dB) Fig. 7 Larghezza di banda a 2 Hz Frequenz a (Hz) Fig. 8 Bande di 1/3 di ottava Si può notare un “livellamento” del livello di pressione sonora nel secondo grafico in quanto l’analisi della frequenza è meno dettagliata che nel primo grafico. 14