Domenica 04 gennaio 2015
PARROCCHIA SS. ANNUNZIATA
SOLVA DI ALASSIO
(tel. 0182. 64.35.78 - cell. 335. 65.469.22)
————-
ORARIO
CELEBRAZIONI
RELIGIOSE
*
CHIESA PARROCCHIALE
sabato e prefestivi : s. Messa ore 18.00
domenica e solennità : s. Messa ore 11.00
*
anno 45 numero 01
La squilla di Solva
“… la Chiesa non teme i suoi nemici, ma l’ignoranza dei propri figli” (Pio XII)
Molto spesso
non si fa caso a come si parla,
per cui anche l’espressione
prima di Cristo e dopo Cristo
viene ripetuta senza riflettere
sul senso che questo discrimine
introduce non solo nella storia,
ma anche nelle coscienze.
Sarebbe meglio dire:
senza Cristo e con Cristo,
per indicare
la novità portata da Cristo
con la sua venuta.
CAPPELLA DEL PORTO
(L. Coco, 1961-)
(STELLA MARIS)
*
(da domenica 14 giugno a domenica 27 settembre 2015)
domenica e solennità : s. Messa ore 18.30
La proposta - fatta a suo tempo
dall’esperto di letteratura cristiana antica, greca e latina - non fa una grinza.
*
E a ben considerare, la formula senza Cristo e con Cristo - appare den
sa e pregnante; e positivamente provocatoria.
Per la celebrazione del Sacramento del Matrimonio
nella Chiesa di Santa Croce, prendere accordi
con il Parroco della SS. Annunziata (Solva di Alassio)
cell. 335. 65.469.22
*
DA SEGNARE SUL CALENDARIO
SABATO 18 APRILE 2015 - ORE 16.30
SANTE CRESIME
Prima di Cristo, dice s. Paolo,
vissuto proprio su questo spartiacque epocale, eravamo senza speranza e senza
Dio nel mondo (cf Ef 2,12).
Prima c’era separazione tra Dio
e l’uomo e la mancanza di speranza era
proporzionale a questa distanza.
Cristo ha portato Dio nel mon
do e ha avvicinato l’uomo a Dio.
Laddove, prima di Cristo, c’è separazione e divisione, con Cristo il divino
e l’umano vengono in contatto. L’uomo
non è più solo di fronte alle sue domande
e al suo peccato.
L’uomo, dopo Cristo, è essenzial
mente un uomo con Cristo, cioè un uomo che ha conosciuto Cristo e che Cristo
ha reintegrato nel cuore di Dio, offrendogli la possibilità del riscatto e del perdono attraverso il suo sacrificio di croce.
L’uomo dopo Cristo è un uomo
liberato; un uomo che si sente accolto e
amato da Dio.
Questo uomo è davvero “un uomo nuovo” (Ef 2,15), perché:



essendo stato perdonato è a sua
volta capace di perdono,
essendo stato amato è a sua volta
capace di amore;
essendo stato riconciliato con Dio
è a sua volta capace di riconciliazione e pace.
*
L’Incarnazione ha spaccato l’ar
co temporale, segnando un prima (senza Cristo) e un poi (con Cristo), che rin
via all’Accadimento che ha cambiato e salvato - la storia.
Mai dimenticarlo!
*
L’estasiato della stella
altri ai quali basta una mezza giornata per
mettere su una rappresentazione plastica,che sa di fede, di devozione e di semplicità.
In ogni caso la composizione è
centrata sulla Natività, sul mistero di un
Dio che diviene uomo e, facendosi bambino per noi, inizia quell’itinerarium salutis,
che lo porterà al Golgota e alla Risurrezione.
La tradizione natalizia italiana ama il presepe. E presepi se ne costruiscono un po’ dappertutto: nelle case e nelle
chiese, negli uffici e nei luoghi di lavoro,
nei rioni e nelle associazioni, nelle piazze
e nei luoghi destinati all’accoglienza e alla solidarietà.
E chi costruisce il presepio, forse
non sapendolo, fa un’opera di apostolato.
Non tutti sanno però che figura
tipica della tradizione natalizia di Calabria - successivamente esportato nelle altre regioni d’Italia e nel mondo - è il pastore che rimane estasiato dal passaggio
della stella cometa.
Nell’arte presepistica, u’ llampatu
d’a stiddha, appartiene al gruppo dell’annuncio dei pastori.
lo conduce al Dio fatto uomo, il solo che
può appagare ogni nostro desiderio e con
durci alla vera felicità.
L’estasiato è pre
cisamente quella sta
tuina che volge il vi
so all’insù, sia per
contemplare il presagio della stella co
meta, sia per avere
dall’astro il convincimento tutto interio
re dell’eccezionalità
dell’evento accaduto a Belemme.
A questo riguardo è singolare il
fatto che, nell’iconografia presepistica, u
’llampatu d’a stiddha:
Un evento che tro
va conferma sia nella Sacra Scrittura
sia nella parola dei
Padri.
Nella sua assorta figura è possibile captare un suggerimento:
La stella del mat
tino è Solis nuntius
laddove il Sole è Cristo che porta la salvezza. E la venuta di Cristo sulla terra è annunciata da una stella (cf Mt 2,2).
Già nell’Antico Testamento le stelle erano considerate preannuncio della glo
ria celeste “ornamento che brilla nelle altezze del Signore” (Sir 43,9).
Esse, nel cielo notturno testimonia
no la maestà del Creatore:“Egli conta il nu
mero delle stelle e chiama ciascuna per nome” (Sal 147,4).
Ci sono alcuni che iniziano a cimentarsi parecchi mesi prima in questa lodevole impresa; ci sono altri che iniziano
puntualmente ogni anno l’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione; ci so
S. Ambrogio ben a ragione definiva Cristo “stella del mattino”. Infatti “Come questa al suo sorgere mattutino dà splen
dore al mondo, così anche Cristo - quando
a natale è venuto sulla terra - ne ha pienamente illuminato il volto”.
Chi, in atteggiamento estatico, guar
da la stella vuole carpire dentro di sé le ra
gioni dell’essere e dell’esistere: per questo
la cometa di Betlemme lo guida alla grotta,


non veste sempre gli stessi panni,
non ha mai la stessa età.
Adulto o bambino, albergatore,
cammelliere o altro egli però è raffigurato in atteggiamento estatico: con la mano
sulla fronte e lo sguardo tirato all’insù
quasi un vero inno alla contemplazione e
al distacco dalle cose terrene.



fermati per contemplare la stella:
fermati per adorare Gesù:
fermati un attimo dal tran tran quo
tidiano per interrogarti chi sei.
E’ anche questo un significato re
condito del fare un presepio.
*